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PAESI SVILUPPATI E IN VIA DI SVILUPPO di Chiara Colpani

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PAESI SVILUPPATI E IN VIA DI SVILUPPO di Chiara Colpani
PAESI SVILUPPATI E
SOTTOSVILUPPATI
Chiara Colpani & Katia Cucchi
Anno scolastico 2014-15
Classe 3^B
Prof.ssa M.L. Fogliata
IL SOTTOSVILUPPO
Il sottosviluppo è una condizione di arretratezza sociale ed economica in cui vive
la popolazione di un paese rispetto ai paesi con sistemi economici più avanzati.
I paesi poveri sottosviluppati o in via di sviluppo erano chiamati anche Terzo mondo,
ma non essendo più evidente una divisione in paesi con situazioni economiche
diverse, il termine Terzo mondo cadde in disuso e, per parlare dei paesi poveri in via
di sviluppo, si preferì parlare di Sud del mondo, riferendosi alla posizione geografica
della maggior parte di essi.
Si considerano come facenti parte del Sud del mondo, l’Africa l’America Latina,
l’America centrale , l’India , il Sud-est asiatico e molti paesi del medio ed estremo
Oriente. All’interno di tali paesi sono distinguibili due tipi di paesi sottosviluppati:
quelli con risorse: hanno materie prime all’interno del proprio paese, che
potrebbero permettere uno sviluppo economico. Quelli senza risorse che,non
avendo né capitali, né risorse, hanno minima possibilità di sviluppo autonomo
indipendente.
Per avere un quadro più preciso del grado di sviluppo di un paese, nel 1990 l’ONU ha
introdotto l’Isu, l'Indice di sviluppo umano, che si ottiene dalla combinazione di tre
dati: la speranza di vita alla nascita, il reddito procapite e il tasso di alfabetizzazione.
Torna a “donne”
Torna a “Il circolo vizioso della povertà”
TASSO DI ALFABETIZZAZIONE
Il grado d’istruzione e scolarizzazione è un indice importante per
valutare le condizioni di vita di un popolo, infatti un analfabeta avrà
meno possibilità di migliorare il proprio tenore di vita
Anche se negli ultimi anni la scolarizzazione è aumentata, il livello
medio nei paesi del sud si mantiene ancora basso. Nei paesi poveri,
molti sono i bambini che non frequentano o abbandonano la scuola
perché costretti a lavorare , vittime di sfruttamento minorile per
aiutare la famiglia;
Le percentuali aumentano nel caso delle donne: il 70% degli analfabeti
nel Sud del mondo è costituito appunto da donne. L'istruzione fa
crescere la produttività e l'innovazione, elementi importanti per la
prosperità economica. È importante anche per la stabilizzazione della
popolazione poiché le donne istruite tendono a sposarsi più tardi e ad
avere un minor numero di figli.
SFRUTTAMENTO MINORILE
Fu con l'avvento della rivoluzione industriale che il lavoro
minorile venne sfruttato su larga scala nelle fabbriche,
soprattutto tessili, dove i bambini lavoravano fino a 15 ore al
giorno e venivano pagati così poco da non poter comprarsi il
cibo. Molti bambini (ancora oggi, nel mondo) lavorano per
guadagnare da mangiare ma non riescono a comprare di più di
un piatto di riso.
l fenomeno del lavoro minorile riguarda non solo i paesi in via
di sviluppo ma anche l‘ occidente industrializzato
La responsabilità del lavoro minorile va attribuita in primo luogo
alla povertà nella maggior parte dei casi i bambini devono
lavorare per costruire palloni, scarpe o per cucire abiti. Il lavoro
infantile o minorile può essere causa, e non solo conseguenza,
di povertà sociale e individuale. In alcuni casi svolgendo attività
lavorative, un bambino non avrà la possibilità di frequentare in
modo completo neppure la scuola elementare, rimanendo in
una condizione di analfabetismo, a causa della quale non potrà
difendere i propri diritti anche da lavoratore adulto. un
importante esempio è la storia vera di Iqbal Masih.
Per fermare lo sfruttamento minorile sono state promosse
iniziative come la promozione di marchi commerciali (Fair
Trade) che garantiscano che un determinato prodotto non sia
stato fabbricato utilizzando manodopera infantile, come fanno
spesso le multinazionali.
DONNE
Le donne nei paesi in via di sviluppo
vivono di fatto una pesante
condizione di inferiorità.
Destinate al futuro ruolo di mogli e
di madri,le ragazze non hanno
accesso all’istruzione e sono tenute ai
margini del mondo del lavoro.
Tenute nell’ignoranza,le donne di
questi paesi soffrono anche di gravi
problemi sanitari,soprattutto in caso di
maternità,perché non sanno nulla di
igiene e prevenzione delle malattie.
Spesso sono escluse dalla vita
politica e considerate persone senza
dignità.
Le donne nei paesi sviluppati non
sono del tutto considerate pari
all’uomo,soprattutto nel mondo del
lavoro,infatti la retribuzione è
inferiore.
Sempre più frequente sono donne
che abbandonano il lavoro a causa
delle esigenze dei figli.
Anche i casi delle mogli picchiate
dai mariti sono tuttora numerosi.
ISU
L'Indice di sviluppo umano è
un indicatore di sviluppo
macroeconomico realizzato
nel 1990
È stato utilizzato, accanto
al PIL (Prodotto Interno
Lordo), dall'Organizzazione
delle Nazioni Unite per
valutare la qualità della vita
nei paesi membri.
La scala dell'indice è in
millesimi decrescente da 1 a
0 e si suddivide, in quattro
gruppi: paesi a molto alto
sviluppo umano, paesi ad
alto sviluppo umano, paesi a
medio sviluppo e paesi a
basso sviluppo umano.
MULTINAZIONALI
Il termine multinazionale indica un’impresa che ha la
sede amministrativa nel proprio stato, perlopiù
industrializzato, ma che ha filiali in altri paesi del
mondo, in generale nei paesi sottosviluppati. In questi,
infatti, ci sono diversi vantaggi per installare delle
industrie:
il basso costo della manodopera;
l'assenza di leggi che tutelino adeguatamente
l'ambiente, in modo da poter costruire fabbriche molto
inquinanti vietate nei paesi ricchi;
Alcune tra le multinazionali piu conosciute sono: Coca
cola, McDonald’s, Nike, Nestlè e altre ancora.
Coca Cola
La Coca-Cola è una bevanda industriale
analcolica di tipo soft drink. Il suo colore scuro è
dovuto al colorante sintetico detto "caramello"
presente in essa.
Nike
La Nike è un'azienda produttrice di
abbigliamento e accessori sportivi.
Nestlé
McDonald’s
La Nestlé è una grande azienda
multinazionale attiva nel settore
alimentare. Produce e
distribuisce una grandissima
varietà di articoli, dall'acqua
minerale agli omogeneizzati,
dai surgelati ai latticini.
La McDonald’s è la maggiore catena di
ristoranti fastfood nel mondo. È di origine
statunitente. I ristoranti McDonald’s sono
diffusi in tutto il mondo e sono diventati uno
dei simboli più riconoscibili della
globalizzazione. È la causa di molte malattie
nei paesi sviluppati, la più diffusa è l’ obesità.
IL SOTTOSVILUPPO IN AFRICA
Tasso di natalità elevato
Riduzione del tasso di mortalità
Dipendenza dai paesi
industrializzati
Alta crescita
demografica
Arretratezza
economica
Sfruttamento coloniale
Conflitti etnici
Instabilità politica
Regimi corrotti e autoritari
Sottosviluppo e
miseria estrema
GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione è un processo di
interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologi
che i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria,
tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il
pensiero.
Tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno annoverati la velocità
delle comunicazioni e delle informazioni, l'opportunità di crescita
economica per Paesi a lungo rimasti ai margini dell'economia, la
contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione
dei costi per l'utente finale grazie all'incremento della concorrenza.
Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio
dell'aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la
riduzione della sovranità nazionale e dell'autonomia delle economie
locali e la diminuzione della privacy.
Le associazioni contrarie sono quelle “no global”
IL MONDO AFFAMATO
Oltre 900 milioni di persone oggi nei paesi in via
di sviluppo,come il Bangladesh e in Africa
subsahariana, soffrono di denutrizione,mentre
oltre 2 miliardi sono malnutriti: hanno cioè
diete insufficienti,carenti di ferro e di
vitamine.
Per questo muoiono ogni anno più di 6 milioni di
persone, in gran parte bambini.
NO GLOBAL
Le associazioni “no global” sono movimenti che
si battono per svariate cause,come la
salvaguardia dei diritti umani,la lotta alle
multinazionali,la costruzione della
pace,l’accesso universale all’istruzione e alla
sanità.
CONSUMO CRITICO E COMMERCIO
EQUO E SOLIDALE
Il consumo critico e il commercio equo e solidale si
rivolgono ai consumatori dei paesi ricchi,può infatti
costituire un sostegno allo sviluppo del sud del mondo.
Il consumo critico richiede un cambio delle abitudini
legate agli acquisti e una maggiore consapevolezza
nella scelta dei prodotti.
Il commercio equo e solidale ispirato al consumo critico è
una rete formata da tanti piccoli produttori locali.
All’interno di questa rete le merci sono vendute dai
produttori del sud del mondo a un prezzo superiore a
quello dei supermercati.
“Il giusto prezzo pagato direttamente ai produttori”
LE FRONTIERE DELLA SALUTE
Nel sud del mondo centinaia di milioni di persone
sono prive di assistenza sanitaria.
Si muore di malattie infettive altrove debellate,
come la tubercolosi e la malaria.
Si muore anche di diarrea provocata dall’acqua non
potabile e dalla mancanza di igiene e anche di
Aids.
Nei paesi sviluppati l’obesità,la scarsa attività fisica,
il fumo,le malattie cardiovascolari e i danni dovuti
all’inquinamento ambientale sono le principali
cause dei problemi di salute.
Torna a “mondo affamato”
I PAESI SVILUPPATI
I Paesi sviluppati sono quelli con economie avanzate, in cui
sono preponderanti i settori dell'industria e dei servizi.
Questi paesi sono caratterizzati da elevati redditi pro capite
e da un alto indice di sviluppo umano.
Sinonimi di "Paese sviluppato" sono Paese avanzato, Paese
industrializzato e Paese postindustriale.
Comunemente sono considerati Paesi sviluppati: gli Stati
Uniti e il Canada nelle Americhe, il Giappone in Asia,
l'Australia e la Nuova Zelanda in Oceania, e quasi tutte le
nazioni dell'Europa occidentale e settentrionale. Più spesso
la definizione è stata applicata anche a paesi dell'Asia
orientale.
Torna a “ISU”
Torna a “Postindustriale”
POSTINDUSTRIALE
La società postindustriale, detta anche «new economy»
corrisponde all’organizzazione economica affermatasi, nei
paesi industrialmente avanzati, negli ultimi decenni del
20° sec. e caratterizzata dallo sviluppo delle attività
terziarie, dalla progressiva riduzione del numero di
addetti alle attività industriali, dalla diffusione delle
tecnologie informatiche e dall’automazione dei processi
produttivi.
Simbolo di questa nuova rivoluzione industriale è il
computer e la rete web, unite alla microelettronica , alla
scienza di materiali, tutti caratterizzati dall’importanza
della progettazione e della ricerca e collegati anche alla
produzione di informazioni.
RETE WEB
Comunicazioni via etere, satellite a cavo, telefonia,
videotelefonia, rete telematica, ossia internet: la caratteristica
dei mezzi di comunicazione moderni è di stringere in un
rapporto pressochè istantaneo tutte le parti del mondo.
Per «rete» si intende «Internet» (Interconnected network):
I principali servizi offerti sono l’accesso al « World Wide Web»
caratterizzato dal prefisso w.w.w.
Per cercare informazioni navigando in internet esistono diversi
motori di ricerca, come Yahoo, Google, Msn.. che funzionano
semplicemente inserendo nel programma la parola che
meglio individuano quello che stiamo cercando
I CONFLITTI
ETNICI
A partire dagli anni ‘90 del secolo
scorso si sono create nuove guerre
scoppiate per motivi
etnici,religiosi,nazionalistici e di
separatismo all’interno dei singoli
stati.
A combatterle sono state bande
irregolari di militari,paramilitari e
mercenari.
Vittima principale di conflitti è stata
la popolazione civile con la pulizia
etnica,il genocidio e lo stupro di
guerra.
LA PULIZIA ETNICA
Una varietà di azioni atte a rimuovere
forzosamente (anche ricorrendo ad atti di
violenza o di aggressione militare) da un
territorio la popolazione di una minoranza
etnico-culturale per salvaguardare l'identità e
la purezza di un gruppo etnico
IL GENOCIDIO
secondo la definizione adottata dall'ONU , si
intendono «gli atti commessi con l'intenzione
di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo
nazionale, etnico, razziale o religioso
LO STUPRO DI GUERRA
E’ la violenza sulle donne sempre
esistita ma trasformata in arma
IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI
Gli armeni erano un gruppo etnico che viveva in
maggioranza nell’impero ottomano. Quando
l’esercito ottamano fu sconfitto dai russi, il
governo turco accusò gli armeni di esserne i
responsabili quindi l’ intenzione era quella di
eliminare la popolazione armena infatti
iniziarono ad arrestare e fucilare
immediatamente la popolazione maschile, poi
proseguirono.
Vai a “Il genocidio degli ebrei”
IL GENOCIDIO DEGLI EBREI
Con il termine Olocausto si indica il genocidio perpetrato dalla Germania
nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa
L'uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi
etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista,
La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e
portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso
apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte
delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo
progressivo che ebbe inizio nel1933 con la segregazione degli ebrei
tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa durante la seconda
guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi
culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul
territorio da parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di
annientamento appositamente predisposte (campi di sterminio), in cui
attuare quella che i nazisti denominarono soluzione finale della questione
ebraica.
BIDONVILLE
Una baraccopoli o bidonville è un insediamento urbano
densamente popolato, caratterizzato da edifici
fatiscenti e condizioni di vita al di sotto degli standard
di benessere. Benché le baraccopoli presenti nel
mondo differiscano tra loro in termini di dimensione, la
maggior parte di queste non dispone di reti per la
fornitura di acqua potabile e per lo smaltimento delle
acque di scarico, di allacciamenti all'energia elettrica, di
servizi di pubblica sicurezza ed assistenza. Insediamenti
di questo tipo si trovano in numerose aree del mondo
e le denominazioni locali sono spesso entrate nell'uso
comune per indicare le baraccopoli di una determinata
regione geografica.
IL CIRCOLO VIZIOSO DELLA POVERTA’
Per i Paesi del Terzo Mondo uscire dallo stato di povertà ed arretratezza è molto difficile e spesso impossibile
senza l’aiuto dei Paesi industrializzati. Le stesse caratteristiche del loro sistema economico e sociale
determinano infatti un susseguirsi di cause ed effetti che impedisce l’avvio di un processo di sviluppo. Gli
economisti hanno chiamato questa concatenazione di eventi circolo vizioso della povertà.
Il reddito viene quasi
completamente
assorbito dalle necessità
primarie ed il risparmio
è praticamente
inesistente
Senza risparmio, cioè senza
capitali disponibili, è
impossibile investire nella
produzione e nella ricerca
tecnologica
senza investimenti e
progresso tecnologico la
produzione non aumenta
L’aiuto da parte dei Paesi industrializzati può essere determinante per spezzare questa spirale perversa. Grazie
a questi aiuti finanziari (prestiti o contributi a fondo perduto) i Paesi in via di sviluppo possono finanziare la
costruzione delle infrastrutture essenziali ed impiantare stabilimenti industriali.
OCCUPAZIONE E IMMIGRAZIONE
Nei Paesi altamente industrializzativi è un alto tasso di occupazione e ciò significa anche che non c’è una
grande disponibilità di manodopera per una ulteriore espansione settore industriale. L’offerta di
lavoro, infatti, è alimentata esclusivamente dall’aumento naturale della popolazione (dato
dall’eccesso delle nascite sulle morti), che in questi Paesi è piuttosto basso. In Italia ad esempio,
siamo vicino alla crescita zero perché le nascite superano di assai poco le morti. D’altra parte, la
domanda di manodopera dal parte delle imprese, è alta, perché le imprese effettuano molti
investimenti nel settore industriale, ed eccede l’offerta. La scarsità di manodopera si traduce quindi
in un ostacolo dello sviluppo della produzione. Un modo per superare quest’ostacolo è favorire
l’immigrazione di lavoratori stranieri come hanno fatto, ad esempio, la Germania e la Francia a
partire dagli anni Cinquanta. Oggi il contributo dei lavoratori stranieri è diventato essenziale per
molti Paesi e soprattutto per quelli, come l’Italia, in cui l’aumento della vita media ed il basso tasso
di crescita naturale della popolazione stanno portando verso un suo progressivo invecchiamento.
D’altra parte, le crescenti dimensioni che ha assunto il fenomeno dell’immigrazione dai Paesi del
Terzo mondo verso quelli industrializzati hanno spinto molti Paesi ad adottare provvedimenti
restrittivi (come già avevano fatto gli Stati Uniti negli anni Venti, per limitare i flussi migratori
provenienti dall’Europa e dall’Asia). L’immigrazione incontrollata di lavoratori stranieri, infatti, crea
gravi problemi e tensioni sociali, spesso originate dalla paura che un eccessivo aumento dell’offerta
di lavoro provochi una diminuzione generale dei salari e colpisca perciò i lavoratori nazionali. Nei
Paesi in cui la manodopera è scarsa e l’immigrazione di lavoratori stranieri è limitata, lo sviluppo è
determinato soprattutto da investimenti in capitale fisso (impianti e macchinari) e dal progresso
tecnico.
L’INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI
L’immigrazione sembra rappresentare una grande sfida per tutta l’Europa. Si tende a parlare di immigrati
collegandoli alla criminalità organizzata, insomma come un “problema”. Alcuni Stati europei hanno una
politica di integrazione, cioè una politica dell’alloggio, dell’assistenza sociale e dell’istruzione, ma altri
adottano una politica di chiusura di frontiere.
La maggior parte degli stati membri sono interessati da movimenti migratori e alcuni di essi, che si sono
trasformati da paesi di emigrazione a paesi di immigrazione, si trovano ad affrontare per la prima volta il
problema dell’integrazione
Innanzitutto l’integrazione non è altro che quel processo attraverso il quale si va ad istituire una fitta rete
di relazioni fra lo “Stato” e il “singolo individuo”, un processo in cui, poi, va a sovrapporsi l’azione di diversi
enti, governativi e non, come datori di lavoro, sindacati, associazioni religiose, centri di accoglienza e
formazione che sostengono gli immigrati.
Integrazione diviene, inoltre, sinonimo di istruzione.
Molti, infatti, sono gli ostacoli che l’immigrato si trova ad affrontare, primo tra tutti quello della lingua.
L’impatto con la lingua e la conoscenza del Paese di permanenza viene ulteriormente reso difficile dalla
presenza di dialetti locali, di uso comune fra colleghi, amici e parenti, che non consentono allo straniero
rapporti o comunque gli procurano un rallentamento in virtù anche di una scarsa cultura di accoglienza.
Da qui la necessità di promuovere un programma di accoglienza dell’immigrato, mirato a fornirgli un
bagaglio linguistico sufficiente, almeno, ad un suo facile inserimento nel tessuto sociale e lavorativo. Non
bisogna, però, nemmeno trascurare la necessità di fornire all’immigrato una coscienza civile, basata sulla
consapevolezza dei propri diritti e sul rispetto dei propri doveri.
Tutto ciò è finalizzato all’abbattimento delle discriminazioni da parte dello stesso mercato del lavoro e dei
servizi che impiegano una manodopera di basso profilo o costringono persone altamente specializzate a
svolgere mansioni umili e degradanti.
Mai come oggi la “paura dello straniero”, la sfiducia nelle sue capacità, quell’assurdo considerarlo come
“diverso”, solo perché appartenente a modelli etici e culturali differenti, diviene un concetto del tutto fuori
luogo in Europa, come altrove.
Non si cresce chiudendo le porte al mondo!
Torna a “razzismo”
IL RAZZISMO
Il termine razzismo, nella sua definizione più semplice, si
riferisce ad un'idea, spesso preconcetta e comunque
scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica
delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che
la specie umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di
tutte le caratteristiche osservabili di un vivente, è per lo più
soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa
essere suddivisibile in razze biologicamente distinte,
caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o
morali, con la conseguente convinzione che sia possibile
determinare una gerarchia secondo cui un particolare,
ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa
essere definito superiore o inferiore a un altro.
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