Elementi postmoderni ne Il nome della Rosa di Umberto Eco
by user
Comments
Transcript
Elementi postmoderni ne Il nome della Rosa di Umberto Eco
Elementi postmoderni ne Il nome della Rosa di Umberto Eco Dr. sc. Katarina Dalmatin Indice 1. Evoluzione storica del concetto 2. Differenze principali tra il pensiero moderno e il pensiero postmoderno 3. Etimologia dei termini: postmoderno/postmodernità/postmodernismo 4. Postmoderno in Italia – un fenomeno paradossale 5. Lynda Hutcheon e “la metafinzione storiografica” 6. Brian McHale e la dominante ontologica della letteratura postmoderna 7. Umberto Eco e il dibattito sul postmoderno Evoluzione storica del concetto Il postmoderno – una nuova epoca storica o un nuovo modo di pensare? DAVID LODGE, The modes of modern writing, London, Edward Arnold, 1977. IHAB HASSAN, Postmodernism, in Modernism and postmodernism: Inquiries, Reflections, and Speculations, «New literary history», III (1971), pp. 5-30. Il postmoderno in filosofia JEAN-FRANCOIS LYOTARD, La condition postmodern, Paris, Minuit, 1979. La tesi principale: la modernità è giunta al suo compimento e il postmoderno è una nuova epoca storica. La società postmoderna: postindustriale, decentralizzaza, globalizzata, dominata dai media La società moderna: industriale, politicamente strutturata sull’ideale dello stato nazione La modernità = progetto di spiegare il mondo attraverso l’applicazione di principi unitari. Tre grandi “metaracconti” dell’epoca moderna: ILLUMINISMO – l’emancipazione della ragione IDEALISMO - il movimento totalizzante dello spirito MARXISMO – la base ideologica del materialismo storico-dialettico e del comunismo Tendenze fondamentali della modernità Tendenze fondamentali della postmodernità 1. Tendenza a concepire l’uomo come dominatore della natura e ad esaltare la scienza; la ragione viene identificata con quella tecnico-scientifica - mette in discussione l’idea di progresso con l’emergere della questione ecologica -il progresso risulta non controllabile (seconda metà del Novecento) 2. Tendenza a pensare in termini di novità e superamento - mette in discussione la pretesa di superamento di ciò che c’è prima 3. Tendenza a concepire la storia in termini di emancipazione ossia come percorso progressivo che tende alla realizzazione di un fine ultimo (benessere, uguaglianza -dopo la scoperta dei delitti compiuti dai regimi comunisti ci si rende conto che anche l’idealismo e il socialismo possono dare esiti drammatici - I tentativi passati di capire la storia sono falliti 4. Tendenza a credere in visioni onnicomprensive (idealismo, marxismo, scientismo) -sfiducia nei macrosaperi onnicomprensivi e legittimanti. Si contestano i limiti della modernità e del suo progetto -- si afferma la razionalità debole (G. Vattimo) 5. Tendenza a pensare secondo categorie di unità e totalità -la realtà non è unità ma è molteplice e sfaccettata Etimologia tre coppie di termini nella critica italiana: (a) moderno, postmoderno (b) modernismo, postmodernismo (c) modernità, postmodernità CLAUDIO MINCA, Introduzione alla geografia postmoderna, Padova, CEDAM, 2001. Terminologia inglese: modernism/postmodernism – movimenti culturali modernity/postmodernity – l’epoche storiche LE EPOCHE STORICHE! Modern/postmodern – attributi MODERNISM (ingl.) ≠ MODERNISMO (tal.) DINO CERVIGNI, The modern and the postmodern: An Introduction, in The modern and the postmodern ,a cura di Dino Cervigni, «Annali d’italianistica», IX, 1991, pp. 5-31. NICOLA ZINGARELLI, Vocabolario della lingua italiana, bologna, Zanichelli, Bologna, 2004, p. 1075: «Modernismo = 1. Tendenza di rinnovamento di ideologie, metodi, sistemi e sim., in vista di un loro corretto adeguamento alle esigenze nuove, alle necessità del mondo moderno. 2. Movimento religioso condannato da Pio X nel 1907, il quale tendeva ad accordare la tradizione cattolica con le correnti filosofiche e sociali del mondo moderno» REMO CESERANI, Raccontare il postmoderno, Torino, Bollatti Boringhieri, 1997. BRIAN McHALE, Postmodernist fiction, London, new York, Routledge, 1987. Il termine High Modern Il postmoderno in Italia – un fenomeno paradossale Letteratura postmoderna: Umberto Eco, Italo Calvino, Antonio Tabucchi Filosofia postmoderna: Gianni Vattimo Architettura postmoderna. Paolo Portoghesi MONICA JANSEN, Il dibattito sul postmoderno in Italia: In bilico tra dialettica e ambiguità, Firenze, Franco Cesati. L’unico compendio del dibattito sul postmoderno in Italia Nelle enciclopedie italiane il postmoderno si spiega come un fenomeno straniero, esclusivamente statunitense Linda Hutcheon: doppia codificazione e “la metafinzione storiografica” LINDA HUTCHEON, A Poetics of Postmodernism: History,Theory, Fiction. London, New York, Routledge, 1988. LINDA HUTCHEON,The Politics of Postmodernism. London, New York, Routledge, 1989. Il concetto di doppia codificazione si applica alla letteratura postmoderna CHARLES JENCKS, The language of Postmodern Architecture, London, Academy editions, 1977. la doppia codificazione - l’applicazione simultanea di due codici stilistici, uno moderno e un’altro codice (classico, barocco, ecc.). Le caratteristiche principali della narrativa postmoderna: la doppia codificazione, la metanarratività, l’ironia intertestuale. DUE TENDENZE: conservativa e sovvertiva - i testi postmoderni usano e abusano parodisticamente delle convenzioni letterarie per mettere in risalto il processo di mercificazione che investe la cultura, sia popolare che accademica. Il concetto di “metafinzione storiografica” – un nuovo genere del romanzo storico “Le metafinzioni storiografiche non sono “romanzi ideologici” [...]: non cercano, attraverso lo strumento della finzione narrativa, di persuadere i loro lettori della “correttezza” di un particolare modo di interpretare il mondo. Piuttosto rendono dubbiosi i propri lettori delle loro stesse interpretazioni (e di conseguenza di quelle degli altri). Essi sono più “romanzi di ipotesi” che “romanzi a tesi” (Hutcheon, 1988:180). La letteratura postmoderna di questo genere rende estremamente problematica la relazione tra fatto (storico) ed evento (così come è accaduto). La storia e la letteratura sono discorsi, sistemi di significato più o meno arbitrari. Brian McHale e la dominante ontologica del postmoderno BRIAN McHALE, Postmodernist fiction, London, NewYork, Routledge, 1987. sposta l’interessa dalle forme retoriche alle strategie conoscitive del postmoderno. Da Jakobson prende il concetto di DOMINANTE = il procedimento retorico che prevale nel sistema dei generi e delle forme narrative di ogni singola epoca storica. Il tratto dominante della narrativa moderna è epistemologico L'epistemologia = il campo della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza. Le domande: Come posso interpretare questo mondo di cui faccio parte? Cosa c’è in esso che va conosciuto? Chi lo conosce? Come fanno a conoscerlo e con quale grado di certezza? Come viene trasmessa la conoscenza da uno ad altro, e con quale grado di affabilità? Il tratto dominante della letteratura postmoderna è ontologico: L'ontologia = uno dei campi fondamentali della filosofia, è lo studio dell'essere e delle sue categorie fondamentali Le domande: Che cosa è un mondo? Quali tipi di mondi ci sono? Come sono costituiti e in che modo differiscono? Che cosa succede quando diversi tipi vengono posti a confronto o quando i confini fra i mondi vengono violati? Qual è il modo di esistenza di un testo, e qual è il modo di esistenza del mondo (o dei mondi) che esso rappresenta? Come è strutturato un mondo di cui viene rappresentata un'immagine? Che cosa si deve fare in esso? Quali dei miei IO devono farlo? Umberto Eco e il dibattito sul postmoderno UMBERTO ECO, Opera aperta, Milano, Bompiani, 1962. UMBERTO ECO, Postille a “Il nome della rosa”, «Alfabeta», 49, 1983, pp. 19-32. [Ripubblicato come volume separato (1984) e come appendice a Il nome della rosa , Milano, Bompiani (1985)] • La caratteristica dominante delle opere contemporanee è la ricerca comune di modelli che giustifichino l’ambiguità e il crescente disordine nato nelle altre scienze (psicanalisi, filosofia, storia, antropologia) • Il pensiero postmoderno non crede più nel soggetto cartesiano • Secondo Descartes e il pensiero moderno il sapere è visto come categoria obiettiva • Il pensiero postmoderno è arrichito dalle scoperte della psicanalisi (l’Io conscio rappresenta solo una piccola parte del soggetto) Nelle teorie di S. Freud e J. Lacan la lingua ha un ruolo importantissimo nella creazione del soggetto Ogni identità è vista come virtuale, soggettiva e dipendente dal contesto e la prassi discorsiva che la costituisce Non esiste un soggetto unico ed autonomo Non c’è originalità nel senso in cui la concepivano le avanguardie Non è possibile il superamento delle forme tradizionali Eco considera il postmoderno non come un movimento particolare della storia della cultura, ma come una condizione ricorrente «Credo tuttavia che il post-moderno non sia una tendenza circoscrivibile cronologicamente, ma una categoria spirituale, o meglio un Kunstwollen, un modo di operare. Potremmo dire che ogni opera ha il proprio post-moderno, così come ogni epoca avrebbe il proprio manierismo. [...] L'avanguardia storica cerca di regolare i conti con il passato. L'avanguardia distrugge il passato, lo sfigura [...] poi l'avanguardia va oltre, distrutta la figura, l'annulla, arriva all'astratto, all'informale, alla tela bianca, alla tela lacerata, alla tela bruciata... [...] Ma arriva il momento da cui l'avanguardia (il moderno) non può più andare oltre, perché ha ormai prodotto un metalinguaggio che parla dei suoi impossibili testi (l'arte concettuale). La risposta post-moderna al moderno consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente» (Eco, 1987:528-529) Le caratteristiche principali della narrativa postmoderna secondo U. Eco sono: 1.Doppia codificazione 2. Metanarratività 3. Citazionismo/l’intertestualità 4. Ironia intertestuale IL PROLOGO Nel prologo, l'autore racconta di aver letto durante un soggiorno all'estero il manoscritto di un monaco benedettino in esso si racconta si una misteriosa vicenda svoltasi in età medievale in un'abbazia dell'Italia settentrionale. Rapito dalla lettura, egli inizia a tradurlo su qualche quaderno di appunti prima di interrompere i rapporti con la persona che gli aveva messo il manoscritto tra le mani. LA TRAMA DEL ROMANZO Nel romanzo si mescolano due intrecci, quello storico con quello giallo È la fine di novembre del 1327. Il protagonista è Guglielmo da Baskerville, un frate francescano inglese che arriva con suo allievo Adso da Melk in un monastero benedettino sperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i francescani — sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell'imperatore Ludovico — e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone. I due monaci (Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio benedettino) si stanno recando in questo luogo perché Guglielmo è stato incaricato dall'imperatore di partecipare al congresso come sostenitore delle tesi pauperistiche Allo stesso tempo l'abate preoccupato che l'inspiegabile morte del giovane confratello Adelmo durante una bufera di neve, confida nelle capacità inquisitorie di Guglielmo l’investigazione del tragico omicidio, cui i monaci — tra l'altro — attribuiscono misteriose cause soprannaturali. Nel monastero circolano numerose credenze circa la venuta dell'Anticristo. Nonostante la totale libertà di movimento concessa all'ex inquisitore, altre morti violente si susseguono: La seconda vitima è Venanzio, giovane monaco traduttore dal greco e amico di Adelmo, la terza è Berengario, aiutante bibliotecario. Anche altri monaci troveranno la morte nell'abbazia, mentre i delegati del papa disputano con i francescani delegati dall'imperatore sul tema della povertà della Chiesa cattolica. Guglielmo scopre che le morti sono riconnesse a un manoscritto greco custodito gelosamente nella biblioteca La biblioteca e vanto del monastero (costruita come un intricato labirinto a cui hanno accesso solo il bibliotecario e il suo aiutante). Nel monastero sono presenti anche due ex appartenenti alla setta dei dolciniani: il cellario Remigio da Varagine e il suo amico Salvatore, che parla una strana lingua. Remigio intrattiene un commercio illecito con una povera fanciulla del luogo, che in cambio di favori sessuali riceve cibo dal cellario. Anche il giovane Adso fa la conoscenza della ragazza e scopre così i piaceri della carne. La situazione è complicata dall'arrivo dell'inquisitore Bernardo Gui, che trova la fanciulla insieme a Salvatore e un gallo nero, che la ragazza affamata avrebbe voluto mangiare, li accusa di essere cultori di riti satanici e responsabili delle misteriose morti. Dopo aver fatto torturare il povero Salvatore, che confessa il suo passato di dolciniano, Bernardo Gui processa e condanna fra' Remigio, Salvatore e la fanciulla, dichiarandoli colpevoli delle morti avvenute nel monastero. In un'atmosfera inquietante, alternando lunghe digressioni storico-filosofiche, ragionamenti investigatori e scene d'azione, Guglielmo e Adso si avvicinano alla verità penetrano nel labirinto della biblioteca e scoprono il luogo dove è custodito il manoscritto fatale (l'ultima copia rimasta del secondo libro della Poetica di Aristotele), che tratta della commedia e del riso. Alla fine, si scopre che il colpevole era il venerabile Jorge, vecchio bibliotecario che aveva avvelenato il libro molti anni fa per rendere impossibile che nessuno lo legga Jorge tenta di uccidere Guglielmo offrendogli il manoscritto dalle pagine avvelenate. Ma Guglielmo lo sfoglia con le mani protette da un guanto, e allora il vecchio monaco, in un eccesso di fanatico fervore, divora le pagine avvelenate del testo in modo che più nessuno possa leggerle. Mentre Guglielmo e Adso tentano di fermarlo, Jorge provoca un incendio che nessuno riuscirà a domare e che inghiottirà nel fuoco l'intera abbazia. Adso e il suo maestro partiranno infine da quelle macerie, in cui il giovane tornerà anni dopo, trovando la solitudine più totale, in quello stesso luogo che era stato teatro di omicidi e intrighi, veleni e scoperte. La metanarratività (narrazione che parla della narrazione, o che tende a riflettere su di essa) di per sé non è un’invenzione originale (l’esempio di Manzoni) capitolo introduttivo - Naturalmente un manoscritto - Eco avvisa i lettori che il suo testo e il frutto del ritrovamento di un libro, che a sua volta era la traduzione di un altro libro, che riproduceva il contenuto di un manoscritto. Il titolo Naturalmente un manoscritto rievoca il precedente manzoniano Si allude alla consapevolezza dell’autore e del lettore di trovarsi di fronte a una situazione nota Qual'è la funzione di questa scelta narrativa? L’autore nega il proprio ruolo, nega sé stesso, ci chiede implicitamente di non leggere il romanzo ricercandone la chiave nella sua persona o nelle sue scelte ideologiche ma nel testo stesso. Doppia codificazione La mescolanza dei generi: Generi bassi/minori: romanzo giallo, romanzo dell’orrore Generi alti: romanzo storico, romanzo filozofico, romanzo di formazione Due funzioni della trama giallistica: 1. Intrattenimento: «Volevo che il lettore si divertisse. Almeno quanto mi stavo divertendo io. Questo è un punto molto importante...» 2. Lo spazio entro cui il processo indagatorio riflette su sè stesso Elementi del romanzo storico: L’aspirazione all’autenticità; numerose fonti storiche medievali, dibattiti teologici, la pianta dettagliata della biblioteca Il pensiero enciclopedico medievale a livello strutturale dell’opera: l’unità aristotelica di trama, tempo e spazio le unità narrative seguono la suddivisione benedettina del giorno Elementi della “metafinzione storiografica”: Mescolanza dei personaggi fittizi con personaggi storici (Ubertino di Casale, Marsilio di Padova, Bernardo Gui) Ironia intertestuale – collegamento dell’autenticità con l’impossibilità (la citazione di Wittgenstein data in tedesco medievale) Il romanzo giallo/filosofico Nelle Postille Eco spiega perché ha scelto il giallo: «Il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura, allo stato puro (Eco, 1987, 524) «In fondo la domanda di base della filosofia (come quella della psicoanalisi) è la stessa del romanzo poliziesco: di chi è la colpa? Per saperlo (per credere di saperlo) bisogna congetturare che tutti i fatti abbiano una logica, la logica che la imposto loro il colpevole. Ogni storia di indagine e di congettura ci racconta qualcosa presso a cui abitiamo da sempre. A questo punto è chiaro perché la mia storia di base (chi è l'assassino) si dirama in tante altre storie, tutte storie di altre congetture, tutte intorno alla struttura della congettura in quanto tale» (Eco, 1987:524) IL LABIRINTO – un modello astratto della congetturalità; la metafora frequente nella narrativa postmoderna LABIRINTO CRETESE/GRECO LABIRINTO GRECO (tipo rettangolare) LABIRINTO A RIZOMA (ogni strada può connetersi con ogni altra, non ha centro né periferia, è potenzialmente infinito La biblioteca dell'abbazia ha forma d’un labirinto manieristico Guglielmo dopo molti tentativi falliti riesce a scoprire la parte nascosta della biblioteca che nascondeva i libri segreti (Finis Africae). Il mondo in cui Guglielmo vive è strutturato a rizoma. Guglielmo scopre l'assassino che è il vecchio bibliotecario Jorge da Burgos collegando gli assassini con il ritmo delle sette trombe dell'Apocalisse. Alla fine si scopre che gli avvenimenti nell'abbazia non erano prodotto di una mente diabolica . L'ipotesi che ha portato Guglielmo alla scoperta dell’assassino si rivela sbagliata alla fine. La mescolanza dei generi è strettamente legata alla elaborazione teorica di Eco dei due modelli di lettore in: UMBERTO ECO, Lector in Fabula, Milano, Bompiani, 1979. lettore empirico/lettore modello il lettore empirico rimane al primo livello di comprensione dell’opera il lettore modello - «preda del testo» - il suo livello di percezione sarà proporzionato alla qualità e alla quantità di letture già fatte; quanto più il suo bagaglio culturale sarà alto, tanto piu potrà apprezzare l’opera ogni elemento che costituisce il giallo è un riferimento ad altri gialli, una specie di sintesi del genere una serie di riferimenti impliciti al genere letterario giallo: l’azione si svolge dentro a un ambiente chiuso (Assassinio sull’Orient Express) La concatenazione dei delitti è fatta sulla base dell’Apocalisse e di Dieci piccoli indiani Il confronto finale fra il detective e l’assassino è la ripresa di una conclusione classica del genere Il citazionismo/l’intertestualità Guglielmo da Baskerville fa riferimento al titolo di un noto giallo (Il cane di Baskerville di C. Doyle) ed a Sherlock Holmes: La coppia Guglielmo–Adso propone in molti aspetti quella Holmes–Watson; per la distanza di comprensione intellettuale dei due personaggi; l’atteggiamento adorante, di discepoli del genio, sia di Adso, sia diWatson, il loro ruolo di narratori e infine il suono simile del loro nome (Adso-Watson) L’episodio iniziale del cavallo fuggito dall’abbazia che Guglielmo “vede” attraverso i segni è la ripresa di un racconto diVoltaire, Zadig, analizzato da Eco già nel 1952 la tecnica d’assemblaggio delle citazioni Il terzo giorno: la prima parte riporta testi del 1300 (Storia di Michele minorita) e brani tratti dal Manuale dell’inquisizione di Bernardo Gui, i testi di fra Dolcino ai quali sono frammiste anche citazioni dei volantini delle Brigate rosse la seconda parte è interamente costruita sulla base di citazioni tratte dal Cantico dei cantici e di alcuni commenti al testo di epoca medioevale. l’esperienza sessuale, l’unica del romanzo, è descritta con parole tratte dai testi sacri il significato mistico-religioso si capovolge in quello sessuale Si conclude con la citazione dantesca del quinto canto dell’Inferno: Adso «cade come corpo morto» Il cuore evoca suggestioni boccacciane; ci riporta alla famosa novella di apertura della quarta giornata del Decameron Quattro livelli di possibile senso ( individuati da Dante) senso letterale corrisponde al romanzo poliziesco, al giallo senso allegorico sono i riferimenti che possiamo trovare alla realtà contemporanea (le citazioni dei volantini delle Brigate rosse che richiamano una possibile analogia fra questo Medioevo e gli anni Settanta del Novecento) senso morale e l’intertestualità: il testo che si legge ne contiene in realtà molti altri, portatori di altre idee. senso anagogico (che per Dante riportava alle cose ultime) è lasciato a ciascuno di noi, è aperto a infinite possibilità, quindi vuoto. Bibliografia DINO CERVIGNI, The modern and the postmodern: An Introduction, in The modern and the postmodern ,a cura di Dino Cervigni, «Annali d’italianistica», IX, 1991, pp. 5-31. UMBERTO ECO, Il nome della Rosa, Milano, Bompiani, 1980. UMBERTO ECO, Lector in Fabula, Milano, Bompiani, 1979. UMBERTO ECO, Opera aperta, Milano, Bompiani, 1962. UMBERTO ECO, Postille a “Il nome della rosa”, «Alfabeta», 49, 1983, pp. 19-32. [Ripubblicato come volume separato (1984) e come appendice a Il nome della rosa , Milano, Bompiani (1985)] UMBERTO ECO, Lector in Fabula, Milano, Bompiani, 1979. IHAB HASSAN, Postmodernism, in Modernism and postmodernism: Inquiries, Reflections, and Speculations, «New literary history», III (1971), pp. 5-30. LINDA HUTCHEON, A Poetics of Postmodernism: History,Theory, Fiction. London, New York, Routledge, 1988. LINDA HUTCHEON,The Politics of Postmodernism. London, New York, Routledge, 1989. CHARLES JENCKS, The language of Postmodern Architecture, London, Academy editions, 1977. DAVID LODGE, The modes of modern writing, London, Edward Arnold, 1977. JEAN-FRANCOIS LYOTARD, La condition postmodern, Paris, Minuit, 1979. CLAUDIO MINCA, Introduzione alla geografia postmoderna, Padova, CEDAM, 2001 BRIAN McHALE, Postmodernist fiction, London, new York, Routledge, 1987.