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Il Fascismo e il Nazismo - Istituto Comprensivo di Verbania Trobaso

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Il Fascismo e il Nazismo - Istituto Comprensivo di Verbania Trobaso
Gabriele Carbone
classe 3^C
S.M.S Ranzoni Trobaso
«IL FASCISMO E IL NAZISMO»
L’Italia del dopoguerra
L’Italia del dopoguerra si trovava in una situazione economica disastrosa. Il
malcontento popolare era dovuto sia alla crisi, sia all’insoddisfazione per le questioni
territoriali riguardanti l’Istria e la Dalmazia (la cosiddetta vittoria mutilata). Sul piano
politico, emergevano due partiti di massa: il Partito socialista e quello Popolare.
Quest’ultimo era stato fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo, rappresentava i cattolici
e proponeva un piano di riforme sociali. Nel 1921, dalla divisione del partito socialista
voluta da Antonio Gramsci, nacque il partito comunista d’Italia.
Benito Mussolini
Contro l’affermarsi della sinistra si organizzavano le forze di destra.
Queste erano capeggiate da Benito Mussolini, fondatore (1919) del
Partito Nazionale Fascista. Il partito fu appoggiato da industriali e
proprietari terrieri del Nord, dai piccoli-borghesi desiderosi di un governo
forte e da tutti coloro che temevano l’affermarsi del comunismo in Italia.
La marcia su Roma
Il partito fascista, che aveva trovato un largo consenso tra la
popolazione, vinse le elezioni del 1921, anche grazie alla mancanza di
opposizione da parte di cattolici e liberali. Nel 1922 Mussolini decise
che era giunto il momento di impadronirsi del potere e organizzò un
colpo di Stato. Marciò su Roma alla testa di 50.000 camicie nere e
ottenne dal re la nomina a primo ministro.
Giacomo Matteotti
Mussolini trasformò il Partito fascista nell’organismo centrale dello
Stato e instaurò una dittatura.
Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva osato opporsi alla
presa del potere di Mussolini, fu assassinato da una squadra fascista.
Con le leggi fascistissime del 1925 tutte le libertà e gli strumenti della
democrazia furono soppressi. Il Parlamento fu abolito e Mussolini
concentrò nelle sue mani anche il potere legislativo. Fu creato il
Tribunale speciale per condannare gli oppositori del regime.
La dittatura militare
Nonostante l’impegno e il sacrificio di molti antifascisti, ebbe inizio
un ventennio di rigida dittatura militare. Essa poteva contare
sull’ampio consenso degli italiani, affascinati dalla forte personalità
del Duce e dalla propaganda del regime, che iniziava fin dalla scuola
elementare.
Vietato agli ebrei
Durante il ventennio fascista lo Stato avviò grandi opere pubbliche e
instaurò un sistema di autarchia (=autosufficienza sul piano economico che
consisteva nel produrre in Italia tutto ciò che serviva, evitando le
importazioni). Inoltre sostituì i sindacati con le Corporazioni di operai e
industriali. Nel 1929 Mussolini firmò i Patti lateranensi (Concordato tra
Stato e Chiesa). Nel 1938 si allineò alla politica antisemitica di Hitler ed
emanò le leggi razziali che diedero inizio alle persecuzioni degli Ebrei.
La Germania nel dopoguerra
Nel primo dopoguerra la Germania, retta da un governo repubblicano ( la
Repubblica di Weimar) viveva una profonda crisi economica e sociale. Il
malcontento generale accrebbe il peso delle organizzazioni di destra e
favorì i progetti di Adolf Hitler, fondatore del Partito nazionalsocialista
o nazista, che divenne il partito di maggioranza (1932). Nel 1933 il
presidente della Repubblica Hindeburg nominò Hitler cancelliere.
Hitler e il suo programma politico
Il programma politico di Hitler era basato sul nazionalsocialismo,
sull’anticomunismo e sul razzismo. Egli sosteneva che la Germania, umiliata
dalla guerra, doveva tornare ad essere una grande nazione. Perciò egli voleva
estendere i territori tedeschi. Hitler inoltre era convinto che la razza ariana,
alla quale appartenevano i tedeschi, doveva dominare su tutte le altre e che gli
ebrei dovessero essere annientati. Si liberò degli oppositori ed instaurò una
dittatura. Alla morte del presidente Hindenburg, infatti, assunse tutti i poteri
con il titolo di “Führer”. Aveva così inizio il terzo Reich (1934).
Le persecuzioni razziali
Il regime nazista si basava sulla violenza e sulla repressione di qualsiasi forma
di opposizione. Il braccio armato del Partito nazista erano le SS, cui si
affiancava la terribile polizia segreta Gestapo. Un’efficace propaganda, in
grado di convincere i cittadini, garantiva il consenso del Führer.
Fin dall’inizio del suo governo Hitler mise in atto feroci persecuzioni contro
gli Ebrei, destinati all’eliminazione totale. Nei Lager istituiti dal regime
venivano mandati a morire gli oppositori politici, Ebrei, zingari, portatori di
handicap.
Vita da giovane nazista
Per assicurarsi il consenso della popolazione, la dittatura hitleriana
riuscì a controllare tutti gli aspetti della vita sociale. La scuola fu
nazificata e l’ educazione fu affiancata da un sistema di addestramento
politico-militare dei giovani. I ragazzi dai sei ai diciotto anni facevano
parte dell’ organizzazione militare della Gioventù hitleriana, ad essi si
insegnava la fedeltà al Fuhrer anche a costo della morte.
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