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Animazione di gruppo
Tecniche di animazione e ruolo dell’animatore all’interno di un gruppo Chi siete? Perché siete qui? Che vi aspettate da questa giornata? Non avete di meglio da fare? …? Lettura appassionata dei giovani (don Bosco!) Previa Unilaterale “immotivata” Controcorrente Valorizzare Valutare le potenzialità dei più piccoli il contesto in cui si opera Il gruppo primario (fatto da persone che si conoscono ad un certo livello personale) rappresenta un contesto ricco di stimoli Va valorizzato come strumento flessibile (non solo riunioni ) È necessario saperlo gestire con pazienza e metodo I giochi di interazione ed apprendimento di gruppo si caratterizzano per l’attivazione di processi che hanno come scopo, ad un primo livello, lo stimolo a prendere consapevolezza di dimensioni psichiche o relazionali e, ad un secondo livello, la facilitazione dell’acquisizione di nuovi modi di pensare, sentire e relazionarsi. Necessità di regole condivise e di un clima interpersonale positivo Necessità di sperimentare attivamente Necessità di riflettere su quanto sperimentato I processi non sono automatici! REGOLE CLIMA POSITIVO SPERIMENTAZIONE ATTIVA ELABORAZIONE CONSAPEVOLEZZA NUOVE ACQUISIZIONI CAMBIAMENTO il gioco di interazione è l’intervento di un animatore che struttura l’attività dei partecipanti secondo specifiche regole al fine di raggiungere un preciso obiettivo Regole precise! Simulazione della realtà Garanzie di sicurezza (non deve derivare ansia)! Spazio di gioco! Quattro tappe fondamentali Tappa 1 – Analisi della situazione del gruppo L’animatore deve analizzare la situazione e i bisogni per scoprire in che modo sostenere il gruppo nel suo processo di apprendimento, questa fase iniziale è di particolare importanza. Tappa 2 – Introduzione del gioco di interazione Una volta scelta la tecnica, questa va introdotta con estrema chiarezza, esprimendo un chiaro stile di conduzione del gioco e l’accentuazione della libera volontà dei partecipanti. Tappa 3 – Fase di sperimentazione La fase più “passiva”, l’animatore facilita l’esecuzione dell’attività programmata secondo il rispetto delle regole e osserva i partecipanti. Tappa 4 – Valutazione e approfondimento Anche qui il compito è di stimolo, di guida alla riflessione, di incoraggiamento a comunicare le esperienze. E’ importante stimolare i collegamenti tra le situazioni vissute e la vita quotidiana. Vantaggi Svantaggi Motivano all’apprendimento Mancato riferimento alla vita quotidiana Favoriscono lo sviluppo della personalità Scarsa padronanza della tecnica da parte dell’animatore Mancata attenzione alle quattro fasi di sopra Non consapevolezza del motivo per cui si usa la tecnica Aiutano ad affrontare problemi complessi Aiutano a vedere globalmente la propria esistenza Alcune domande di partenza Chi sono io nei confronti del gruppo? Chi c’è nel gruppo? Quali sono i miei obiettivi? Quale vocabolario posso usare? Promuovere la coesione del gruppo La «coesione di gruppo» raramente si sviluppa da sé. Nella maggior parte dei casi l'animatore deve fare grandi sforzi per raggiungere con i partecipanti tale coesione. Questo vale anzitutto all'inizio del lavoro con un gruppo, quando non si sono ancora sviluppate solidarietà e fiducia reciproca. In questa situazione l'animatore deve impegnarsi affinché l'interazione fra i partecipanti diventi più intensa e più frequente. Riassunto per temi Anche in gruppi che si occupano di argomenti fissati già in precedenza, l'animatore dovrebbe riassumere ogni tanto risultati e opinioni dei partecipanti per dare una visione d'insieme di quanto è stato detto, e per tirare le somme e sviluppare aspetti ulteriori. In questo l'animatore non si limiterà a ripetere parola per parola quanto è stato detto, ma parlerà piuttosto anche delle sfumature emozionali con cui si sono trattati tali problemi, e se necessario chiarirà anche elementi importanti del processo di gruppo Promuovere l'interazione all'interno del gruppo Molto frequentemente l'interazione all'inizio della vita dei gruppi è limitata. L'animatore deve prepararsi a tali situazioni. All'inizio i partecipanti si rivolgono spesso esclusivamente all'animatore perché egli viene percepito come «leader». I partecipanti lo interrogano, vogliono sentire il suo parere su tutto, è lui che deve risolvere i conflitti, che deve divertire i partecipanti, che deve provvedere affinché il gruppo abbia un compito, ecc. I partecipanti chiedono il suo intervento, si vogliono far proteggere e guidare da lui. In questa fase di «dipendenza» il gruppo attribuisce inconsciamente all'animatore funzioni che potrebbe svolgere lui stesso con le proprie forze Risolvere conflitti In tutti i gruppi esiste un certo potenziale di conflitti. I motivi di tali conflitti sono molteplici: frustrazione perché esigenze individuali non sono state appagate, obiettivi opposti da parte dei diversi partecipanti, rivalità inespressa, arrabbiature non manifestate, delusione riguardo al modo con cui l'animatore svolge il suo compito, ricerca di orientamenti definiti, e paura di una nuova e più difficile situazione. Promuovere la tolleranza Talvolta c'è nei gruppi troppo poca disponibilità a lasciar lavorare i partecipanti secondo il loro «ritmo» personale, e si cerca di rompere con forza i meccanismi di difesa o di isolare i partecipanti che non agiscono subito secondo le norme del gruppo. L'animatore richiamerà allora l'attenzione su questo comportamento e interverrà a favore dei partecipanti «compressi». Se invece un membro del gruppo è talmente fuori fase nel suo modo di comportarsi da non riconoscere non solo la sua opposizione agli obiettivi comuni di apprendimento, ma da essere anche terrorizzato da ciò che capita nel gruppo e da sentirsene minacciato, allora l'ulteriore partecipazione di costui può essere di gran peso sia per lui stesso che per l'animatore e per l'intero gruppo. Tener conto delle resistenze personali L'animatore di un gruppo d'interazione deve avere sufficiente comprensione per le diverse sensibilità e la necessità dei meccanismi di difesa. Essi vanno rispettati. Tempo e pazienza da parte dei membri del gruppo e da parte dell'animatore sono presupposti importanti per lo sviluppo della personalità. E crudele e oltremodo improduttivo aggredire un singolo partecipante o rimproverarlo per togliergli i suoi abituali meccanismi di difesa. Ascoltare Uno dei compiti più importanti dell'animatore è di ascoltare con grande attenzione tutto ciò che dicono i partecipanti. Allora egli cercherà di entrare nella prospettiva esperienziale di colui che parla, per poter capire bene i suoi processi mentali ed emotivi. L'animatore si mette, per così dire, gli occhiali dell'altro per cercare di vedere le cose nello stesso modo. Si tratta dell'empatia: assumere un angolo di visuale che non è il nostro. Ciò richiede la disponibilità ad abbandonare di tanto in tanto il proprio punto di vista, a dimenticare le proprie idee per entrare totalmente nel mondo dell'altro. Bloccare appelli di cambiamento Il nemico più grosso di qualsiasi cambiamento è la costrizione. Se qualcuno viene costretto a soffocare la propria aggressività, potrà forse evitare che essa si manifesti apertamente, spesso però reagirà comunque in modo aggressivo, anche se lui stesso non se ne accorge, manifestando tale aggressività attraverso la struttura delle sue azioni. Se invece uno si accorge che ha a volte impulsi aggressivi e accetta l'esistenza di tali impulsi, troverà mezzi e vie per vivere la sua aggressività in un modo che non danneggia gli altri. Dare sostegno e protezione A volte qualcuno del gruppo ha veramente bisogno del sostegno dell'animatore, sostegno che può essere molto importante se si tratta di uno che non è ancora molto accettato, oppure di un nuovo membro del gruppo che non si sente ancora a suo agio, o se l'atteggiamento del gruppo nei confronti di qualcuno è particolarmente critico o addirittura nemico. Integrare coloro che stanno zitti L'animatore deve far sì che tutti possano partecipare nella stessa misura alla vita del gruppo, per cui richiamerà l'attenzione dei membri molto dominanti al fatto che così tolgono ad altri la possibilità di partecipare. Ma di solito è meglio se l'animatore dà ai «silenziosi» la possibilità di parlare fra di loro sulla loro situazione. Porre domande Uno dei compiti essenziali dell'animatore è quello di aiutare ogni partecipante a diventare maggiormente consapevole di che cosa fa, che cosa evita, quali sentimenti prova, quali sono i suoi fini. Sono assolutamente vietate le domande «perché», dal momento che sollecitano troppo facilmente speculazioni psicologiche e disperdono inutilmente energia intellettuale. Cattivi animatori pongono domande che non chiedono la fatica di riflettere e di prendere una propria personale posizione, o fanno domande nel momento sbagliato, per esempio introducendo argomenti che al momento non hanno nessuna importanza per il gruppo . Espressione di affetto e tenerezza Molti – in modo particolare i maschietti! – hanno grossa difficoltà a esprimere i loro sentimenti di affetto e tenerezza. In tal modo si privano della possibilità di esprimere e mettere in atto una componente essenziale della loro personalità. Nello stesso tempo intimidiscono altre persone che vorrebbero mostrare loro apertamente affetto e amore. Intorno a loro si crea a volte un freddo clima di mania del lavoro e falsa praticità. Come animatore maschio, spero di poter incoraggiare i partecipanti a esprimere apertamente i loro sentimenti, anche i più teneri. All’interno di un gruppo, o fra sottogruppi, si stabiliscono legami soggetti a un cambiamento che derivano da una interferenza fra le condizioni individuali, caratteristiche di ciascun partecipante, e quelle gruppali, dovute alle interazioni sociali e alle percezioni interpersonali. La dinamica di gruppo si propone quindi di analizzare l’andamento delle relazioni gruppali; la sua struttura e il suo fluire. Esistono una serie di caratteri comuni che sono ritrovabili all’interno di ogni gruppo. Si tratta del sentimento connesso al sentirsi appartenente a un gruppo; condividere questo regime di appartenenza con gli altri, sentirsi bene accettato e nello stesso tempo accettare l’altro proprio in virtù di un radicamento comune. L’appartenenza dipende da alcuni fattori principali come l’identificazione e cioè la scoperta di una comune base ideologica che sta a monte dei comportamenti e dei "credo" dei membri. Questa base ideologica può essere legata a vere e proprie filosofie di vita, credenze religiose, idee politiche. L’appartenere a un gruppo determina una interdipendenza fra elementi soggettivi ed elementi intersoggettivi, elementi cioè che appartengono alla intimità di ogni individuo ed altri appresi invece a contatto con il gruppo. Le motivazioni, i comportamenti, gli atteggiamenti e le modalità relazionali assumono connotazioni tali da rendere interdipendente in senso dinamico il rapporto individuo-gruppo. Possiamo sostenere che la personalità sia in parte costruita sulla base di questa trama relazionale e gruppale. Ogni soggetto appare perciò - da un simile punto di vista - inserito in diversi contesti gruppali, come la famiglia, la scuola, altre comunità, che finiscono con il concorrere a formare la personalità e a orientarla in direzioni condivise a vari livelli. Il gruppo si fonda solitamente su una certa dose di coesione. La coesione rappresenta il grado di solidarietà che è presente fra gli appartenenti al gruppo. Occorre infatti condividere le regole per poter far parte di una entità gruppale. La coesione tuttavia non sembra semplicemente collegata a fattori di natura razionale La definizione di una leaderschip all’interno di un gruppo dipende dal grado di differenziazione di ruoli che ha prodotto una organizzazione in senso gerarchico. Il leader di un gruppo deve possedere alcuni requisiti riconosciuti dagli appartenenti al gruppo: una abilità tecnica speciale relativa agli interessi particolari dell’aggregazione; un buon livello di gradevolezza affettiva. La socializzazione costituisce un aspetto della realtà microsociologica, che la dinamica di gruppo concorre ad approfondire fino a coglierne gli aspetti più profondi, legati ai fini che essa si prefigge. In tale ambito il sociogramma può costituire una base abbastanza sicura di dati relativi alla struttura di un gruppo per potere poi intervenire al suo interno mediante la scelta di metodologie appropriate dal punto di vista dinamico. Una tecnica di animazione va presa per quello che è: un aiuto a svolgere un progetto educativo e di formazione; una tecnica non sostituirà mai l'assenza del suo contenuto, di obiettivo. Un'attività ludica, nella sua realizzazione, nel suo svolgimento, permette ad un gruppo di conoscersi, mette in luce i comportamenti e le capacità degli uni e degli altri, adulti e giovani, consente a tutti di sentirsi inseriti e favorisce la coesione del gruppo. Ora, quando avrai È un attrezzo della cassetta di strumenti per il finito di leggere questo libro, vi gruppo degli animatori e uno strumento, legherai una pietra qualunque sia, è utile solo quando lo si sa usare e lo getterai in mezzo all’Eufrate e quando l'esperienza degli uni arricchisce quella Ger 51,63 degli altri. M. Jelfs Tecniche di animazione per la coesione nel gruppo K. Vopel Manuale per animatori di gruppo D. Sigalini Animatore: dalla parte delle ragioni della vita Il sociogramma: Alcune semplici regole 1. 2. 3. Ciascuno scrive il suo nome cerchiato Quando tutti hanno finito dal mio cerchio faccio partire tante frecce quanti sono gli altri partecipanti Le frecce saranno Continue se conosco la persona Tratteggiate se non conosco la persona Ondulate se vorrei conoscere meglio la persona Lavoro a piccoli gruppi: 2 persone Realizzazione di un vero e proprio incontro di gruppo strutturato Accoglienza Introduzione dell’argomento Tecnica Contestualizzazione e discussione Riferimento biblico e conclusione Un’ora/un’ora preparazione e mezza di tempo per la Siate creativi! Uso di canzoni per introdurre un tema Drammatizzazione di una scena esemplificativa … Tecniche reperibili sui libri, su internet o…in testa! Cercate di ripensare alle varie fasi viste stamattina Dopo aver preparato l’incontro, ciascuna coppia di preanimatori simulerà l’incontro con l’aiuto degli altri come “destinatari” (animati). Dopo ogni incontro seguirà una valutazione critica sugli aspetti positivi/negativi di quella riunione (l’entusiasmo messo, la verbalizzazione, la conduzione, l’efficacia della tecnica in rapporto all’argomento ecc.. Maria Antonietta – Giovanni - Cristiano Claudio - Roberto Maria Chiara - Giacomo Salvatore – Luca Francesco - Andrea Perdono Capacità Amicizia di superare gli ostacoli Preconcetti/saper cambiare punto di vista Interiorità Felicità Fiducia Provare Collaborazione cose Identità il gusto delle