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Diritti del coniuge superstite, pensione di reversibilità e donazioni

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Diritti del coniuge superstite, pensione di reversibilità e donazioni
Diritti del coniuge superstite,
pensione di reversibilità e
donazioni
‘’ Diritto e salute’’ – 13 maggio 2016
avv. Gloria Urbani
Nel 1865, la principale finalità non era la
tutela in senso personalistico e solidaristico
dei membri superstiti, bensì il
mantenimento dell’unitarietà del
patrimonio, evitandone la trasmissione dei
beni alla famiglia del coniuge superstite.
Il codice civile del 1942 ha lasciato invariata
la disciplina: in sede di successione legittima
il coniuge era sfavorito poiché aveva solo il
diritto all’usufrutto a titolo di legato ex art.
581 c.c., ma i figli – esercitando la facoltà di
commutazione ex art. 540 e ss. c.c. –
potevano estromettere il genitore in vita
dalla comunione di godimento dei beni
ereditari, trasformando la quota di
usufrutto in una rendita vitalizia.
Il coniuge superstite non succedeva
nell’universum ius defuncti e la sua qualità di
legatario ex lege non lo legittimava ad agire
relativamente a rapporti di spettanza
del decuis né per conseguire le indennità
derivanti dal rapporto di lavoro del coniuge
premorto
Con la riforma del 1975 si mira a restituire
dignità al vincolo coniugale in sé, elevando il
ruolo della donna.
Quota successione per legge (senza
testamento)
Se non ci sono altri eredi, al coniuge
spetta l’intera eredità (art. 583 cod. civ.).
Se il defunto lascia un figlio, al coniuge
spetta 1/2 dell’eredità: l’altro 1/2 spetta al
figlio (art. 581 cod. civ.).
Se il defunto lascia due o più figli, al
coniuge spetta 1/3 dell’eredità: i restanti 2/3
vengono divisi equamente tra i figli (art. 581
cod. civ.).
Successione testamentaria
(cd. legittima)
Coniuge superstite (in mancanza di figli e senza
ascendenti):
Quota di legittima --> 50% eredità + diritto
abitazione
Coniuge + figlio unico
Coniuge --> 33,33% eredità + diritto di abitazione
Coniuge con due o più figli, anche non legittimi (a
prescindere da eventuali ascendenti in vita):
Coniuge --> 25% eredità + diritto di abitazione
Diritti del coniuge superstite
Al coniuge anche quando concorra con altri
chiamati, sono riservati i diritti di abitazione
sulla casa adibita a residenza familiare e di
uso sui mobili che la corredano, se di
proprietà del defunto o comuni.
Cos’è il diritto di abitazione?
Il diritto di abitazione ha per oggetto una
casa e consiste nel diritto di abitarla
limitatamente ai bisogni del titolare del
diritto e della sua famiglia.
La legge non consente di cedere il diritto in
parola ad altri o di dare la casa in locazione,
a differenza dell’usufrutto.
Come incide sulle quote?
Nella successione legittima: il diritto di
abitazione è in aggiunta alle quote previste
dalla legge.
Nella successione testamentaria: il
diritto di abitazione grava sulla disponibile
Tributi
Gravano sul titolare del diritto di abitazione i tributi
locali (rifiuti, imu). Il coniuge superstite è, al pari
dell’usufruttuario, l’unico soggetto passivo d’imposta, e
in quanto tale deve corrispondere i tributi in relazione
all’intero immobile sul quale grava il diritto,
indipendentemente dalle reali quote di possesso.
Viceversa gli altri eredi, in quanto nudi proprietari, non
saranno tenuti al versamento delle imposte.
Da precisare, però, che nel caso il coniuge superstite
rinunci esplicitamente e formalmente (vale a dire in
forma scritta tramite atto notarile) al godimento del
diritto di abitazione, l’onere fiscale andrà a ricadere proquota su tutti gli eredi coinvolti.
Il diritto di abitazione spetta
anche al coniuge superstite
che ha rinunciato all’eredità?
SI!
Il diritto di abitazione spetta al
coniuge separato?
NO!
«la ratio della legge è da rinvenire non tanto nella
tutela dell'interesse economico del coniuge superstite
di disporre di un alloggio, quanto dell'interesse morale
legato alla conservazione dei rapporti affettivi e
consuetudinari con la casa familiare»
Contratto di locazione
Nel caso di un contratto di locazione, il
decesso non comporta una risoluzione
anticipata del contratto, in quanto lo stesso
rimane valido alle medesime condizioni.
L’art. 6 legge n. 392/1978 disciplina il caso in
cui a decedere è il conduttore,
disponendo che “in caso di morte del
conduttore, gli succedono nel contratto il
coniuge, gli eredi ed i parenti ed affini con lui
abitualmente conviventi”.
Il subingresso nel contratto di locazione
non avviene iure successionis ma iure
proprio cosicché il coniuge potrebbe anche
rinunciare all’eredità ed egualmente
subentrare nel contratto di locazione,
purché convivente con il defunto.
Cambiano i diritti se sono
in separazione o in
comunione dei beni?
NO!
In un matrimonio con separazione dei beni,
in caso di morte di uno dei coniugi, il
superstite ha diritto ugualmente all'eredità,
relativamente ai beni non in comunione,
ovvero ai beni acquistati dal coniuge
defunto prima del matrimonio ?
SI!
Separazione e comunione dei beni sono
regimi patrimoniali della famiglia che hanno
effetto solamente tra “vivi”, ciò significa che
quando una persona muore, l’eventuale
separazione o comunione dei beni non ha
più alcuna rilevanza. E' quindi indifferente, ai
fini ereditari, che il defunto fosse in
comunione o in separazione dei beni.
Ex coniuge separato
Gli art. 548 ed il 565 c.c. riservano in favore
del coniuge separato
consensualmente ovvero separato
giudizialmente senza addebito con sentenza
passata in giudicato al momento
dell'apertura della successione, il medesimo
trattamento successorio spettante al
coniuge non separato.
Separazione con addebito
Il coniuge a cui è stata addebitata la
separazione non ha diritto ad una quota
ereditaria, ma soltanto ad un assegno
vitalizio se godeva degli alimenti a carico
del defunto e comunque commisurato alla
sostanza ereditaria, alla qualità ed al numero
degli eredi legittimi.
Differenza tra alimenti e assegno di
mantenimento.
l’assegno di mantenimento viene elargito solo nel
caso in cui non ci sia addebito di separazione
 l’assegno alimentare viene corrisposto anche in
caso di addebito



l’assegno di mantenimento viene versato
indipendentemente dallo stato di bisogno del
beneficiario
l’assegno alimentare si fonda sul presupposto
dello stato di bisogno del coniuge che non è in
grado di provvedere al proprio mantenimento
l’assegno di mantenimento è sempre
rinunciabile (i coniugi possono decidere di
non versarlo o di versarlo in un’unica
soluzione)
 l’assegno alimentare è espressamente
irrinunciabile;
 l’assegno di mantenimento può essere
richiesto anche nel caso in cui l’avente
diritto lavori ma guadagni poco
 l’assegno alimentare può essere richiesto
solo se il destinatario non lavora e non sia
nelle condizioni di poterlo fare.

Ex coniuge divorziato
Il coniuge divorziato non ha nessun diritto in
caso di successione ereditaria legittima; avrà
diritto ad una quota della pensione di
reversibilità se il defunto si era impegnato a
corrispondere al coniuge un assegno, ove il
tribunale accerti la sussistenza di due
condizioni: che già gli fosse stato riconosciuto,
a carico dell’altro coniuge, il diritto all’assegno
divorzile e che lo stesso versi in uno stato di
bisogno.
In caso di morte durante il giudizio di
separazione dei coniugi, è ammissibili che gli
eredi proseguano con il processo?
NO!
La pensione di
reversibilità verrà
tolta?
Cosa vogliono
cambiare?
Con il disegno legge delega «Contrasto alla
povertà» si vuole trasformare la pensione
di reversibilità da prestazione previdenziale
a misura assistenziale.
Assegnare la pensione di reversibilità
basandosi sui valori ISEE.
(Indicatore della situazione
economica equivalente)
Misura la ricchezza di un nucleo
familiare
Pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è una quota
della pensione di una persona defunta che
spetta a chi ne è stato coniuge. Se sono
rispettati certi requisiti previsti dalla Legge
sul Divorzio, la pensione di reversibilità
spetta anche all’ex coniuge divorziato della
persona deceduta.
Pensione indiretta
Il lavoratore deceduto, non pensionato,
deve aver maturato, in alternativa:
 almeno 780 contributi settimanali;
(circa 15 anni di lavoro)
 almeno 260 contributi settimanali di cui
almeno 156 nel quinquennio antecedente
la data di decesso.
(5 anni di contribuzione, di cui almeno 3
nell’ultimo quinquennio)
Indennità una tantum
non sussistono i requisiti assicurativi e
contributivi per la pensione indiretta;
 non ha diritto a rendite per infortunio sul
lavoro o malattia professionale, in
conseguenza della morte dell’assicurato;
 è in possesso di redditi non superiori ai
limiti previsti per la concessione
dell’assegno sociale.

Importo
L’indennità una tantum viene erogata, ai
superstiti nell’importo corrispondente
all’ammontare mensile dell’assegno sociale,
in vigore alla data di decesso dell’assicurato,
moltiplicato per il numero delle annualità di
contribuzione accreditata a favore
dell’assicurato stesso. Per i periodi
inferiori all’anno, la predetta indennità è
calcolata in proporzione alle settimane
coperte da contribuzione
Importo assegno sociale 2016
L'importo intero dell'assegno
è pari a 448,07 € per 13
mensilità
Pensione privilegiata
La pensione privilegiata è liquidata quando, in
costanza di rapporto di lavoro, l’interessato è
colpito, per causa di servizio, da un’inabilità
che ne comprometta l’attitudine totale alla
continuazione del rapporto. In tal caso il
dipendente è collocato a riposo con un
trattamento cd “ privilegiato” in quanto non
rapportato, come nella pensione normale, alla
durata del servizio prestato ma definito
secondo altri parametri.
I superstiti dell’iscritto nella assicurazione
generale obbligatoria per i lavoratori
dipendenti hanno diritto alla pensione
privilegiata indiretta per inabilità nel caso in
cui la morte del dante causa risulti
riconducibile, con nesso di causalità diretta,
al servizio prestato nel corso di un
rapporto di lavoro.
A chi spetta la pensione di
reversibilità?
1) coniuge, anche se separato o divorziato, se titolare di
un assegno di mantenimento;
2) figli, se alla data del decesso del genitore non hanno
ancora raggiunto la maggiore età, se si tratta di studenti
o universitari con età tra i 18 e i 26 anni, ancora a
carico alla data del decesso del parente, e infine se sono
inabili, vale a dire con problemi fisici o mentali;
3) nipoti minori, anche se non formalmente affidati,
qualora siano a carico degli ascendenti (quindi nonno o
nonna) alla data della rispettiva morte;
4) in assenza di altre figure, spetta poi a fratelli celibi e
inabili e a sorelle nubili e inabili, a carico della persona
defunta, ovviamente se non già titolari di una pensione.
Quanto spetta?
a) spetta il 60% della pensione
esclusivamente se c’è il coniuge;
b) spetta il 70% per un figlio;
c) spetta il 80% per il coniuge e un figlio
oppure due figli senza coniuge;
d) spetta il 100% per il coniuge e i figli sono
più di tre;
e) spetta il 15% per ogni altro familiare,
diverso dal coniuge, figli e nipoti.
Riduzioni
Le pensioni ai coniugi superstiti aventi decorrenza
dal 1° gennaio 2012 sono soggette ad una riduzione
dell’aliquota percentuale, rispetto alla disciplina
generale, nei casi in cui il deceduto abbia contratto
matrimonio ad un’età superiore a 70 anni; la
differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni
o il matrimonio sia stato contratto per un periodo
di tempo inferiore ai dieci anni. La decurtazione
della pensione ai superstiti non opera qualora vi
siano figli minori, studenti o inabili.
Riduzioni
- Reddito superiore a 3 volte il trattamento minimo
annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti,
calcolato in misura pari a 13 volte l'importo
mensile in vigore al 1° gennaio – riduzione del 25%
dell’importo della pensione
- Reddito superiore a 4 volte il trattamento minimo
annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti,
calcolato in misura pari a 13 volte l'importo mensile
in vigore al 1° gennaio – riduzione del40%
dell'importo della pensione
- Reddito superiore a 5 volte il trattamento minimo
annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti,
calcolato in misura pari a 13 volte l'importo mensile
in vigore al 1° gennaio) – riduzione del 50%
dell'importo della pensione
Per il 2016 il limite di reddito annuo entro
il quale la pensione al coniuge superstite
non viene ridotta è pari a 19.573,71 euro
Soglie 2016
Il minimo INPS è stato fissato per l’anno in corso
a 501,89 euro al mese che, ai fini del calcolo della
riduzione della pensione ai superstiti, tale importo
deve essere moltiplicato per tredici mensilità, si
procede nel seguente modo:
 riduzione pari al 25% per redditi che superano tre
volte il minimo INPS (19.573,71 euro);
 riduzione pari al 40% per importi pari a quattro
volte il minimo (26098,28 euro);
 riduzione pari al 50% per redditi pari a cinque
volte il trattamento minimo INPS (32622,85
euro).
Quando viene ricevuta?
La pensione di reversibilità la si riceve a
partire dal 1° giorno del mese
consecutivo a quello del decesso del
lavoratore o del pensionato, in maniera
indipendente dalla presentazione della
domanda.
Quando termina?
– il coniuge si risposa;
– viene meno lo stato di inabilità del
soggetto che la percepisce;
– i figli universitari terminano o
interrompono gli studi;
– i figli compiono il 26esimo anno di età;
– i fratelli celibi e le sorelle nubili, si
sposano o percepiscono un’altra pensione.
Se rinuncio all’eredità
perdo la pensione di
reversibilità?
NO!
E’ una forma di tutela previdenziale
nella quale l’evento protetto è la
morte cioè, un fatto naturale che
crea una situazione di bisogno per i
familiari del defunto, i quali sono i
soggetti protetti.
Presentazione della domanda
La domanda va presentata agli enti
previdenziali su appositi modelli, allegando
la documentazione richiesta.
Se la domanda viene presentata dopo 10
anni dal decesso, la decorrenza rimane
quella dianzi detta, ma gli arretrati della
pensione sono corrisposti nel limite della
prescrizione decennale. La domanda vale
anche come richiesta di ratei di pensione
maturati e non riscossi dal deceduto.
Nuovo matrimonio del beneficiario
Al coniuge spetta solo l’una tantum pari a
due annualità della sua quota di pensione,
compresa la tredicesima mensilità, nella
misura spettante alla data del nuovo
matrimonio. Nel caso che la pensione risulti
erogata, oltre che al coniuge, anche ai figli, la
pensione deve essere riliquidata in favore di
questi ultimi applicando le aliquote di
reversibilità previste in relazione alla mutata
composizione del nucleo familiare
Coniuge superstite divorziato

il coniuge divorziato deve già percepire dall’ex coniuge
defunto un assegno divorzile versato con cadenza
periodica: in altri termini, se al momento del decesso il
coniuge superstite non aveva diritto all’assegno (perché tale
diritto non era mai stato riconosciuto o perché era stato
riconosciuto e poi revocato) o se aveva ricevuto l’assegno di
divorzio in un’unica soluzione, non avrà diritto alla pensione
di reversibilità dell’ex coniuge defunto;

non deve essersi risposato. Se il coniuge divorziato superstite
è convivente con un soggetto terzo, ciò non comporta di per
sé la perdita del diritto alla reversibilità;

il rapporto di lavoro da cui trae origine il trattamento
pensionistico deve essere anteriore alla sentenza di divorzio.
A quanto ammonta la pensione di
reversibilità per il divorziato.
L’importo dovuto a titolo di pensione di
reversibilità viene calcolato in base
al rapporto intercorrente tra la durata
del matrimonio e il periodo di
maturazione della pensione in capo al
defunto.
Nuovo matrimonio del coniuge
defunto.
Se dopo il divorzio, il defunto aveva contratto
nuove nozze, allora la pensione di reversibilità
spetta in parte all’ex coniuge divorziato e in parte al
nuovo coniuge superstite, ossia al/la vedovo/a.
Secondo la Legge sul Divorzio la ripartizione
delle quote viene fatta dal Tribunale in
considerazione della durata dei rispettivi matrimoni:
tuttavia, si è stabilito che il Tribunale non può
basarsi soltanto sul numero di anni di durata di
ciascun matrimonio, ma deve tenere in debita
considerazione lo stato di bisogno dei singoli
superstiti (divorziato e vedovo), ossia le relative
condizioni economiche e reddituali.
Legge sulle unioni civili
11 maggio 2016
Differenza tra le coppie di fatto (semplici
conviventi) e le unioni civili.
Diritti successori del convivente
more uxorio
Il convivente può ottenere una quota di
eredità solo mediante un lascito effettuato
dal defunto mediante testamento. Lascito
che non deve, comunque, ledere la
porzione che, per legge, spetta a
determinati soggetti: ad esempio ai figli.
Il convivente, prima del ddl Cirinnà, godeva
del diritto di abitazione sulla casa adibita a
convivenza, in caso di morte di uno dei
due?
Solo se veniva inserito nel
testamento.
I soli diritti che spettano al
convivente.
-
Il diritto al risarcimento del danno
da fatto illecito, concretatosi in un
evento mortale e ciò sia con riferimento
al danno morale, sia con riferimento al
danno patrimoniale.
-
Il diritto a continuare ad usufruire del
rapporto di locazione
Dopo il Ddl Cirinnà
Se il proprietario della casa di comune
residenza dovesse morire, il convivente
avrebbe diritto a continuare ad abitare
nella stessa casa per due anni o per un
periodo pari alla convivenza se superiore ai
due anni e comunque non oltre i cinque anni.
Se l'intestatario del contratto di affitto
della casa di comune residenza dovesse
morire o dovesse recedere, il convivente di
fatto può subentrare nel contratto
Regime patrimoniale
I conviventi possono sottoscrivere un
contratto che regoli i rapporti patrimoniali,
che può prevedere la comunione dei beni.
Alimenti
In caso di cessazione della convivenza, "il
giudice stabilisce il diritto del convivente di
ricevere dall'altro convivente gli alimenti
qualora versi in stato di bisogno e non sia
in grado di provvedere al proprio
mantenimento". Gli alimenti sono assegnati
in proporzione alla durata della convivenza.
Unioni civili
Per unioni civili si intendono specifiche
formazioni sociali costituite da persone
maggiorenni dello stesso sesso.
Si costituiscono tra persone dello stesso
sesso con una dichiarazione di fronte
all'ufficiale di stato civile, alla presenza
di due testimoni, e va registrata nell'archivio
dello stato civile.
Cognome
Le parti, "per la durata dell'unione civile,
possono stabilire di assumere un cognome
comune scegliendolo tra i loro cognomi. La
parte può anteporre o posporre al
cognome comune il proprio cognome".
PENSIONE, EREDITA’ E TRF
Le parti dell’unione civile hanno diritto
all'eredità, alla pensione di
reversibilità e al mantenimento;
Meglio donare o fare
testamento?
Donazione
E’ un contratto tipico, in virtù del quale il
donante, spontaneamente, effettua
un’attribuzione patrimoniale in favore del
donatario, pur non essendovi tenuto da
alcun obbligo giuridico e, quindi, per mero
spirito di liberalità, depauperando il proprio
patrimonio al fine di arricchire quello del
beneficiario
Cosa posso donare?
Tutti i beni e diritti che possono arricchire il
patrimonio del donatario, come:
 beni immobili;
 crediti;
 aziende;
 denaro
 veicoli (moto e/o auto), natanti, aerei, altro;
 opere d’arte (quadri, sculture, altro);
 azioni e quote di società
Cosa non posso donare?
I beni futuri e in alcune ipotesi i
beni altrui.
Forma
La donazione deve essere fatta per atto
pubblico, ricevuto dal notaio alla presenza
di due testimoni, pena la nullità.
La proposta del donante deve essere
espressamente accettata dal donatario.
L’accettazione può essere contenuta nello
stesso atto che contiene la proposta,
oppure in un atto successivo che dovrà
sempre avere la forma di atto pubblico,
ricevuto dal notaio alla presenza di due
testimoni.
La donazione può essere fatta a favore di
nascituri ancora non concepiti?
SI!
E’ nulla la donazione fatta da persona
incapace di intendere e di volere?
NO!
E’ però annullabile entro 5 anni
dal giorno in cui la donazione è
stata fatta.
Si può fare una donazione
ad un minore?
Sì, il minore può beneficiare di una
donazione che dovrà accettare tramite i
propri legali rappresentati, di norma i
genitori, i quali dovranno essere
autorizzati con espresso provvedimento
del Giudice Tutelare presso il Tribunale
del luogo ove il minore
risiede.
Donazione di modico valore
Non sono soggette alle regole precedenti le
donazioni di modico valore, ovvero le
donazioni di cose mobili che hanno scarsa
incidenza sulle condizioni economiche del
suo autore.
Ci deve essere la consegna del bene.
Il modico valore
Per stabilire se un bene sia o meno di
modico valore e quindi per decidere se una
donazione possa essere effettuata senza le
ordinarie formalità, si devono considerare
due elementi:
1. il valore effettivo del bene che si vuole
donare e
2. la situazione economica di colui che
effettua la donazione.
E’ possibile revocare una donazione?
- per ingratitudine: quando il
donatario abbia commesso reati gravi nei
confronti del donante o dei suoi
congiunti;
- per sopravvenienza di figli: le
donazioni fatte da chi non aveva o
ignorava di avere figli o discendenti
legittimi al tempo della donazione,
possono essere revocate per la
sopravvenienza o la scoperta di un figlio,
o di un discendente legittimo del
donante.
Revocazione per ingratitudine
Es. revocazione per ingiuria grave: la condotta,
del donatario che, dopo una serie di
comportamenti contrari al sentimento di
gratitudine che dovrebbe pervaderlo a cagione
del beneficio ricevuto, privi il donante,
definitivamente, della possibilità di accesso
all’immobile donato (di cui si era, peraltro,
conservato l’usufrutto) mediante apposizione
di catene al cancello di ingresso.
Il termine per l’azione è di 1 ANNO dal
giorno in cui il donante è venuto a conoscenza
del fatto.
Donazione di prestazioni periodiche
Ad esempio, il donante si obbliga a pagare al
donatario 500 euro ogni mese per tutta la
durata della vita di quest’ultimo.
La donazione che ha per
oggetto prestazioni periodiche si
estingue alla morte del donante, salvo che
risulti dall’atto una diversa volontà.
Donazione di denaro o prestito?
ATTENZIONE!!!
Facciamo transitare il denaro attraverso strumenti
tracciabili (come ad es. il bonifico bancario con
esplicita causale) o formalizziamo il prestito
con una scrittura.
Talvolta anche nelle situazioni familiari è importante
che le parti agiscano con la dovuta cautela,
premunendosi di adeguate prove che potrebbero
tornare certamente utili in un futuro contenzioso.
Donazione remuneratoria
La donazione rimuneratoria, è fatta per
riconoscenza o in considerazione dei meriti del
donatario o per speciale rimunerazione. E’ il caso,
ad esempio, del dono fatto a colui che ha aiutato il
donante in un momento di difficoltà (donazione per
riconoscenza) o a chi ha conseguito una laurea
(donazione per meriti) o al medico per una visita
fatta gratuitamente. (donazione per speciale
rimunerazione).
Non è soggetta a revoca e non comporta l’obbligo
alimentare, atteso il pregresso comportamento
tenuto dal donatario.
Donazione con condizione di
reversibilità.
E’ la donazione in cui il donante dichiara che per il
caso in cui morirà prima il donatario, oppure
moriranno prima i suoi figli o discendenti la
donazione dovrà considerarsi risolta e dovranno
essere restituiti i beni donati liberi da ogni peso o
vincolo costituito dal donatario.
In tal caso qualora il donatario abbia venduto i beni
donati a terzi, all’atto della morte del donatario i
terzi dovranno restituire i beni al donante, e
costoro potranno pretendere la restituzione
soltanto del prezzo pagato per l’acquisto
Donazione modale
La donazione può essere gravata da un
onere; quest’ultimo, pertanto, può essere
imposto dal donante al donatario ma non
deve assumere natura di corrispettivo della
donazione, bensì porsi quale modalità dello
stesso atto di liberalità.
Esempi di onere
- a favore dello stesso donante (ad es. una
donazione immobiliare con onere per il
donatario di prestare assistenza materiale e
morale al donante vita sua natural durante);
- a favore di terzi estranei al contratto (ad es.
una donazione con onere di prestare
assistenza a un parente del donante);
- a favore della comunità o della collettività
(ad es. una donazione con onere di devolvere
una somma per beneficenza).
ATTENZIONE!!!
Il donatario è tenuto all’adempimento
dell’onere entro i limiti del valore dei beni
donati, a differenza di quanto accade in
presenza di un contratto oneroso di
vitalizio.
Cosa succede se il figlio non
rispetta l’onere?
Il donante o i suoi eredi possono agire
giudizialmente al fine di far dichiarare la
risoluzione del contratto per
inadempimento.
Tale rimedio è accordato dalla norma solo
nell’ipotesi in cui la risoluzione del
contratto sia espressamente prevista,
mediante apposita clausola contrattuale,
quale conseguenza dell’inadempimento del
donatario rispetto ad una o più obbligazioni
Proprio per la natura non sinallagmatica,
l’inadempimento dell’onere da parte del
donatario non può comportare in suo
danno la risoluzione della donazione ex art.
1453 cod. civ. e ss., salvo che tale possibilità
non sia prevista espressamente nel
contratto
Contratto di vitalizio assistenziale
Il contratto di vitalizio assistenziale invece è
un contratto a prestazioni corrispettive: a
fronte del trasferimento del bene il
cessionario è tenuto ad assistere
materialmente e moralmente il cedente.
reciprocità ed interdipendenza delle
prestazioni.
Esempi di contratto di vitalizio
contratto vitalizio alimentare, dove «il vitaliziante si
obbliga a fornire vitto, alloggio, vestiario, ed in genere tutto
quanto risultasse necessario per vivere, qualora il beneficiario
versasse in un comprovato stato di bisogno»;
- contratto di vitalizio di mantenimento con il quale «il
vitaliziante assume, nei confronti del vitaliziato, obbligazioni di
fare, di provvedere al suo mantenimento per tutta la durata
della vita dello stesso ,in guisa tale da garantirne il medesimo
tenore di vita di cui godeva al momento della conclusione del
contratto»;
- contratto di vitalizio assistenziale in base al quale «il
vitaliziante si impegna verso il beneficiario a prestargli,
principalmente, una assistenza morale ed un sostegno
spirituale, ed eventualmente anche un’assistenza materiale.
Pertanto la prestazione del vitaliziante si concretizza in un
facere infungibile
-
È meglio trasferire un
immobile con donazione
o con contratto di vitalizio?
L’atto di donazione viene posto in essere
per spirito di liberalità senza poter
pretendere nulla in cambio.
Il contratto di vitalizio assistenziale invece è
un contratto a prestazioni corrispettive: a
fronte del trasferimento del bene il
cessionario è tenuto ad assistere
materialmente e moralmente il cedente
Prestito vitalizio ipotecario
E’ una tipologia di prestiti per pensionati
con un immobile di proprietà da poter
ipotecare per ricevere liquidità da spendere
come si vuole.
In buona sostanza, è un prestito personale
per credito al consumo.
Chi lo può ottenere?
Chi ha più di 60 ed è proprietario di una
casa o di un immobile.
E’ una valida alternativa alla cessione della
nuda proprietà. In questo caso gli eredi, se
vogliono e se riescono, alla morte del
genitore, possono rientrare nel possesso
dell’immobile.
Richiedente e Banca possono concordare
un piano di rimborso a rate del prestito ed
in tal caso non c’è capitalizzazione annuale
degli interessi oppure possono accordarsi
per il rimborso del prestito in un’unica
soluzione.
Donazione indiretta
Si parla di donazione “indiretta” in quanto si
giunge al medesimo effetto di una donazione
(e cioè, si ripete, l’impoverimento del donante
e l’arricchimento del beneficiario) non
direttamente attraverso un contratto stipulato
dal notaio, ma appunto “indirettamente”, e
cioè attraverso un altro percorso ma che
conduce al medesimo risultato
L’immobile pagato dai genitori e intestato
direttamente al figlio è da considerarsi una
donazione?
Si, si parla di “donazione indiretta”. Lo scopo
della donazione - arricchire un altro soggetto senza
che vi sia alcun obbligo giuridico che lo imponga può essere raggiunto anche con negozio diverso
dalla donazione tipica, il quale, proprio perché
utilizzato per perseguire lo scopo donativo, va
assoggettato alla disciplina della donazione. La legge
dispone che le liberalità, anche se risultano da atti
diversi dalla donazione tipica, siano soggette alle
stesse norme che regolano la revocazione delle
donazioni per causa di ingratitudine e per
sopravvenienza di figli, nonché a quelle sulla
riduzione delle donazioni per integrare la quota di
legittima dovuta agli eredi legittimari.
Esempio: Circa13 anni fa è stato
acquistato dai genitori un appartamento per
un importo di euro 140.000,00 e intestato
ad una sorella che tuttora ci abita, il valore
attuale della casa è stato stimato in circa
euro 280.000,00. L’altra sorella in fase di
divisione dell'eredità reclama la sua quota
dell'appartamento.
Cosa succede?
La sorella esclusa dalla vendita deve dimostrare, nel
corso del processo ereditario, che in realtà non si è
trattata di una vendita, ma di una donazione indiretta a
favore di sua sorella, imputabile all'asse ereditario per
collazione.
La donazione indiretta o simulata è avvenuta 13 anni
addietro. Le banche conservano la documentazione
relativa ai movimenti finanziari degli ultimi 10 anni.
Il tribunale ordinerà delle indagini bancarie, per
verificare se si è trattato di donazione indiretta a favore
della sorella Tizia, ma la banca risponderà al giudice che,
essendo passati oltre dieci anni dall'atto, non è in
possesso della relativa documentazione bancaria.
In assenza di prove, la sorella Caia non riuscirà a
dimostrare la donazione indiretta a favore di Tizia,
quindi non avrà diritto assolutamente a nulla.
L'appartamento è … e resterà di Tizia !!!
Attenzione!!!!
Procurarsi sempre le prove.
Prevenire è sempre meglio che
curare.
Con la donazione posso aggirare le
norme sulla successione ?
Anche se si ricorre alla donazione
non possono, comunque, essere
violate le disposizioni di legge in tema
di legittima: la donazione non può
costituire cioè lo strumento per
privarsi del proprio patrimonio e
lasciare, alla propria morte, qualcuno
dei legittimari senza la quota minima
cui ha diritto.
Calcolo della legittima
Si forma una massa di tutti i beni che
appartenevano al defunto al tempo della morte;
 Si detraggono i debiti in modo da far rimanere
solo l'attivo (relictum);
 Si riuniscono quindi fittiziamente i beni di cui sia
stato disposto a titolo di donazione (donatum),
secondo il valore che avevano al tempo della
successione;
 Dalla somma di questi due valori (relictum +
donatum) si forma l'asse su cui verranno calcolate
la quota disponibile e, per differenza, quella dei
legittimari.

La donazione che lede la
legittima è nulla?
NO!
Al diritto di impugnare si può
rinunciare soltanto dopo la
scomparsa della persona, ogni
accordo precedente è nullo.
Se si dona un immobile ad un figlio, gli
altri figli possono avanzare pretese?
Se alla morte del donante non si
rinvengono nel suo patrimonio beni
sufficienti a rispettare la quota di
legittima riconosciuta per legge agli
altri figli, questi ultimi potranno agire
in giudizio contro la donazione,
chiedendone la “riduzione”.
Al fine di garantire la quota di legittima, la
legge prevede due azioni connesse e
consequenziali:
-
AZIONE DI RIDUZIONE
-
AZIONE DI RESTITUZIONE
Azione di riduzione
Deve essere fatta entro 10 anni: se la
lesione deriva da donazione il termine di 10
anni decorre dalla data di apertura della
successione
Azione di restituzione
Può essere fatta SOLO se NON sono
decorsi 20 anni dalla donazione.
Se il suddetto termine è trascorso, non vi è
alcun rimedio per chi vince l’azione di
riduzione
l. 14 maggio 2005 n. 80
Affinché il termine di 20 anni dalla
donazione non pregiudichi i diritti degli
stretti congiunti, è consentito al coniuge e
ai parenti in linea retta l’opposizione
stragiudiziale
Opposizione stragiudiziale
Si deve notificare al donatario e ai suoi
aventi causa e trascrivere nei pubblici
registri un atto stragiudiziale di opposizione
alla donazione, sospendendo il termine
ventennale per la donazione.
L’opposizione perde effetto se non viene
rinnovata entro i 20 anni.
Che cos’è la collazione?
Operazione che serve a unire in un unico e
astratto calderone tutti gli averi del defunto
e a verificare quanto ogni singolo erede ha
ricevuto.
Come si fa la collazione dei beni
immobili?
Si fa, a scelta del coerede che ha ricevuto la
donazione:
 o in natura, restituendo il bene ricevuto per
donazione - che cesserà pertanto di essere
in sua esclusiva proprietà e diventerà
oggetto di comunione - (cd. conferimento
in natura)
 oppure per equivalente, ossia conferendo
una somma di denaro corrispondente al
valore del bene al momento dell’apertura
della successione (cd. conferimento per
imputazione).
Nel caso di un soggetto che abbia erogato il denaro
per l'acquisto di un immobile in capo ad uno dei figli si
deve distinguere l'ipotesi della donazione diretta
del denaro, impiegato successivamente dal figlio
in un acquisto immobiliare, in cui, ovviamente,
oggetto della donazione rimane il denaro stesso,
da quella in cui il donante fornisce il denaro
quale mezzo per l'acquisto dell'immobile,
che costituisce il fine della donazione.
In tale caso il collegamento tra l'elargizione del
denaro paterno e l'acquisto del bene immobile
da parte del figlio porta a concludere che si è
in presenza di una donazione (indiretta) dello stesso
immobile e non del denaro impiegato per il suo
acquisto.
Collazione di una donazione modale
Nell’ambito dell’azione di riduzione della
legittima il valore del bene trasferito va
calcolato al netto dell’onere sopportato dal
donatario se la donazione è modale.
Bisogna calcolare la differenza tra il valore
dei beni donati e il valore dell’onere
sopportato dal donatario (ossia
l’assistenza).
Se io, in sede di una donazione di un
immobile da parte di mia mamma a mia
cugina, ho firmato una rinuncia all'eredità di
detto immobile, detto immobile è perso
per sempre?
NO!
I patti rinunciativi di un'eredità futura sono
vietati
Cos’è l’usufrutto?
Consiste nel poter godere di un
bene, e dei relativi redditi, di
proprietà altrui.
Vi è il divieto di alterare la
destinazione economica della
cosa stessa. Al proprietario del
bene resta solo la nuda proprietà.
Cioè la proprietà spogliata del
potere di trarre utilità dalla cosa.
Durata
La durata dell’usufrutto non può eccedere
la vita dell’usufruttuario. L’usufrutto
costituito a favore di una persona giuridica
non può durare più di trenta anni”.
Cessione
L’usufruttuario può cedere il proprio diritto
per un certo tempo o per tutta la sua
durata, se ciò non è vietato dal titolo
costitutivo. L’usufruttuario, quindi, non è
obbligato a prendere lui stesso possesso
dell’immobile e può concludere, ad
esempio, dei contratti di locazione con
terze persone.
Trasmissione
L’usufrutto non è cedibile né
trasmissibile agli eredi in caso di morte
del beneficiario, mentre invece
continua a sussistere in caso di morte
del proprietario.
E’ necessario un ulteriore
trasferimento del bene alla morte del
beneficiario dell’usufrutto?
NO!
E’ sufficiente una pratica
di voltura catastale
(riunione di usufrutto)
La moglie/marito può ereditare l'usufrutto
dei beni del marito/moglie che ha donato ai
figli?
L’usufrutto è un diritto riconosciuto in capo
al beneficiario, non è un titolo di proprietà
della cosa, quindi esso è applicabile fino a
quando il diritto è esercitabile, alla morte
del beneficiario, l'usufrutto si estingue
automaticamente, quindi la moglie/marito
non può ereditarlo.
Usufrutto a favore di più persone. Cosa
succede se una delle due viene a mancare?
Se è stato previsto con accrescimento, al
venir meno del primo usufruttuario il
diritto si accresce agli altri.
Altrimenti il diritto di usufrutto si estingue
con la morte.
Il donante può riservare l’usufrutto a
proprio vantaggio e, dopo la propria morte,
a vantaggio di altra persona ma NON
successivamente.
Chi paga le spese condominiali? Il nudo
proprietario o l’usufruttuario?
L'art. 67 disp. att. Codice civile dispone che Il
nudo proprietario e l'usufruttuario rispondono
solidalmente per il pagamento dei contributi
all'amministrazione condominiale.
L'usufruttuario dovrà pagare l'ordinaria
amministrazione ed il nudo proprietario la
straordinaria. Pertanto essendo il nudo
proprietario coobbligato in solido con
l'usufruttuario dovrà pagare le spese e poi
rivalersi nei confronti dello stesso per il
recupero delle spese, instaurando azione legale
idonea.
Il nudo proprietario alla morte dell’usufruttuario
diventa anche proprietario di tutti i beni all’interno
dell’appartamento?
NO!
I beni all'interno della casa, se
comprati o comunque di
proprietà del defunto, anche
se solo usufruttuario, vanno in
successione, quindi ripartiti
tra tutti gli eredi.
Il diritto di usufrutto su immobili fatto per
testamento al momento della morte può
essere rifiutato dall'usufruttuario?
Se l'usufrutto è l'unica cosa che il
defunto ha lasciato all’erede, potrà
rinunciare. Se però oltre all'usufrutto il
testatore ha lasciato altri beni, dovrà
rinunciare anche a questi perché, ai
sensi dell'art. 520 cod. civ. è nulla la
rinunzia all'eredità fatta solo in
parte.
Come si calcolano i valori
dell’usufrutto e della nuda
proprietà in caso in vendita?
Vi è una specifica tabella che
calcola il valore in base all’età del
beneficiario dell’usufrutto.
Tale tabella serve anche in caso di vendita
della nuda proprietà per mezzo degli agenti
immobiliari.
Il compratore ottiene la proprietà di un
immobile, a un prezzo notevolmente
inferiore a quello di mercato, mentre il
diritto di usufrutto rimane al venditore che
risolve così i suoi problemi di liquidità.
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