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VegliaPozzetto2015b - Parrocchia del Pozzetto
Parrocchia di Pozzetto – SS.Redentore In cerca di Perle Preziose ..di accoglienza Veglia di Natale 2015 Preghiera per la Fede Signore, io credo: io voglio credere in Te. O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare. O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione: credo in Te, o Signore. O Signore, fa che la mia fede sia certa, certa di una sua luce rassicurante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante. O Signore, fa che la mia fede sia forte, non tema le contrarietà dei problemi, non tema le avversità di chi la discute, la rifiuta, la nega. O Signore, fa che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia. O Signore, fa che la mia fede sia operosa e sia vera amicizia. O Signore, fa che la mia fede sia umile e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità. Eccoci nel cuore della notte che il Padre ha illuminato con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo. Siamo qui riuniti per celebrare la nascita di Gesù, Salvatore e Messia. È il Figlio di Dio, è lo stesso Dio. Il nostro Dio ha voluto assumere la nostra condizione umana, ha voluto condividere con noi la nostra storia. Il mistero del Natale, della salvezza che giunge come dono ad ogni uomo, ci aiutino a risvegliarci e a comprendere che tutto parte dal nostro cuore, da dentro di noi. Ma, se accoglieremo quel Bambino, saremo capaci di donare a chi ci circonda ciò che in questa notte ci viene donato: la luce e la pace. Dal Vangelo di Giovanni In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio. La Prima Perla Preziosa La silenziosa accoglienza di Giuseppe nei confronti di Maria e verso il progetto di Dio Che vuoi da me? In cosa ho sbagliato? Avevo i miei sogni, i miei progetti, le mie storie… Mi hai dato un figlio che non sarà mai mio. Un figlio che mi farà suo, forse, ma… Ma io volevo una vita normale, come tutti. Avevo il mio lavoro, le mie sicurezze. Volevo una famiglia come le altre… E, invece, sono costretto a scappare, a vivere da fuggiasco, a temere la donna che ho scelto. A temere mio figlio! E chi sarà mai? Avrebbe dovuto essere il sorriso della mia vita, la gioia della mia vecchiaia e, invece, ancora non è nato e già è più grande di me; più forte, più saggio di me. Angeli, visioni, sogni, Re Magi… E io, che non saprò mai da dove viene… Questo figlio mio… Ma, MIO, non è per niente! Sto diventando pazzo… Davvero: dovrei solo urlarTi contro la mia rabbia. Invece? Discuto, come se ci fosse qualcosa di cui parlare… So io cosa va fatto: lascerò Maria! Sarà libera di servirTi come vorrà. Ma io no! La mia vita non l’avrai… Lei… Lei… Ma come faccio a perderla? Come posso pensare di lasciarla. Io la amo. Io non posso fare a meno di lei. Il suo profumo, i suoi occhi, le sue mani fredde… Mi sono innamorato di lei… È amaro amare. È amaro amare… senza capire più nulla! E, forse, in questa storia non c’è nulla da capire. C’è solo da amare. Lei è così, ed è bella per questo. È imprevedibile, è … lei. E, in fondo, sono invidioso della sua forza d’animo. È riuscita a mettersi interamente nelle Tue mani. E, poi, è venuta da me e si è messa nelle mie di mani, come se fossero le Tue, con la stessa fiducia, come se io le stessi accanto, per sostenerla nella difficoltà, come Te, come se in me vedesse il Tuo volto… Che sia davvero questo l’amore vero? Vedere nell’altro il Tuo abbraccio, Dio, e, con l’altro, fare strada verso di Te? Anche nel dolore? Forse, soprattutto, nel dolore… Sono uno stupido: perché la amo, dovrei starle accanto? Perché la amo, non dovrei lasciarla? Perché la amo, lei partorirà davvero nostro figlio, figlio di un Amore Vero? Preghiera: Preziosità del silenzio (dagli scritti di San Giovanni della Croce) Il silenzio è mitezza, quando non rispondi alle offese, quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci a Dio la difesa del tuo onore. Il silenzio è misericordia, quando non riveli le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare il passato, quando non condanni, ma intercedi nell'intimo. Il silenzio è pazienza, quando soffri senza lamentarti, quando non cerchi consolazione tra gli uomini, quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli lentamente. Il silenzio è umiltà, quando taci per lasciare emergere i fratelli, quando celi nel riserbo i doni di Dio, quando lasci che il tuo agire venga interpretato male, quando lasci ad altri la gloria dell'impresa. Il silenzio è fede, quando taci perché è Lui che agisce, quando rinunci alle voci del mondo, per stare alla sua presenza, quando non cerchi comprensione perché ti basta sapere di essere amato da Lui. Giuseppe, perla preziosa di accoglienza: Nei Vangeli non leggiamo mai parole di Giuseppe. Il silenzio, allora, è il linguaggio della fede piena, della fede cieca, della fiducia incondizionata. Giuseppe è uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre in ascolto del Signore e sempre pronto ad obbedire ad ogni Suo comando. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, non fa obiezioni a Dio, ma agisce con fede incondizionata. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre immerso nella contemplazione del mistero: la Parola fatta carne in quel Bambino, poi Adolescente, infine Uomo, di cui Dio lo aveva chiamato ad essere "custode". È uomo giusto, come potrebbe essere ciascuno di noi, se solo lasciassimo Dio nascere nei nostri cuori, nel silenzio. Il sonno che lo prese fu quello che prende dopo una notte di tribolazione, sul fare del mattino. E lì accadde. Un angelo dialogò con lui, nel sogno, nel silenzio, parlandogli di una missione da compiere, e di un figlio che avrebbe salvato il mondo e gli diceva di non preoccuparsi. Un sogno strano, dolce, quasi vero. Nel sogno Giuseppe taceva, stupito, attonito, pacificato. Poi si svegliò, Giuseppe, sereno. I pensieri bui erano lontani, fuggiti con le tenebre nel silenzio. Aveva bisogno di forza, ora che aspettava un figlio. "Suo" figlio. Se Maria aveva prestato il grembo a Dio, lui, Giuseppe, avrebbe dovuto fargli da padre. Quale responsabilità! Giuseppe ci insegna ad avere il coraggio di ascoltare in silenzio, in questo mondo rumoroso; con animo attento al vero progetto che Dio sogna per noi. Giuseppe sa piegare le proprie aspettative e il proprio destino alla volontà di Dio, che gli chiede aiuto per il suo inaudito progetto di incarnazione. Giuseppe accetta, rinuncia al suo sogno di uomo, per realizzare il sogno di Dio e dell'umanità. Giuseppe, al risveglio, si prepara: deve tornare alla sua Betlemme, per il censimento, con Maria. Si mettono in strada, lei con il pancione, sta al suo fianco. Non le chiede nulla: lei sa, lui sa, cos'altro dire? Seguono insieme la volontà di Dio, in silenzio! Vieni e seguimi La Seconda Perla Preziosa La docile accoglienza di Maria verso il progetto di Dio e nei confronti di Gesù Dal Vangelo di Luca (1, 26-38) Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. «Glielo dissi il giorno stesso. Non potevo stare una notte con il segreto. Eravamo fidanzati. Nella nostra legge è come essere sposati, anche se non ancora nella stessa casa. Ed ecco che ero incinta. La voce del messaggero era arrivata insieme a un colpo d’aria. Mi ero alzata per chiudere le imposte e appena in piedi sono stata coperta da un vento, da una polvere celeste, da chiudere gli occhi. Ero in piedi e l’ho visto contro luce davanti alla finestra. Le sue prime parole sul mio spavento sono state: “Shalòm Miriàm”. Prima che potessi gridare, chiamare aiuto contro lo sconosciuto, penetrato nella stanza, quelle parole mi hanno tenuto ferma: “Shalòm Miriàm”, quelle con cui Iosef si era rivolto a me nel giorno del fidanzamento. Allora avevo risposto allora. Ma oggi no, oggi non ho potuto staccare una sillaba dal labbro. Sono rimasta muta. Era tutta l’accoglienza che gli serviva, mi ha annunciato il figlio. Destinato a grandi cose, a salvezze, ma ho badato poco alle promesse. In corpo, nel mio grembo si era fatto spazio. Il mio Iosef si stringeva le braccia contro il corpo, cercava di tenersi fermo, ripiegato come col mal di pancia. La notizia per lui era una tromba d’aria che scoperchiava il tetto. “Cos’altro ha detto, cos’altro”, chiedeva Iosef affannato con la testa tra le mani, gli occhi a terra. “Sforzati di ricordare, Miriàm, è importante, cos’altro voleva far sapere?”. Iosef immaginò subito le conseguenze legali. L’annuncio aveva rotto la nostra promessa. Ero incinta di un angelo in avvento, prima del matrimonio. Perciò chiedeva altre parole da riportare all’assemblea, in cerca di una difesa di fronte al villaggio. Mi sforzavo di ricordare qualcosa per consolarlo. Mi stava a cuore il suo sgomento, m’importava di lui mortificato dalla rottura del nostro patto di unione. Non m’importava delle conseguenze. Sotto la sua preghiera ricordai qualcosa: “Benedetta tu più di tutte le donne”. Sulle mani annerite dai calli cadevano lacrime bianche. “Non basta, Miriàm, non basta a spiegare, aiutami, ricorda, ricorda ancora”. “Basta, Iosef, basta, questo è quello che è successo oggi a mezzogiorno. Sono venuta a dirtelo. Fai di me quello che vuoi”.» (Liberamente tratto da “In nome della madre”, Erri De Luca, pagg. 15-20). Preghiera a Maria: Santa Maria, maestra del cammino, Tu hai conosciuto la strada misteriosa di un annuncio che ha cambiato il senso della Storia e della vita di ogni uomo. Tu hai sperimentato la fretta gioiosa di chi corre per condividere la bellezza della vita nascente. Tu hai vissuto la fatica del viaggio in terre lontane e consumato i tuoi sandali nella polvere di vie senza accoglienza e senza amore. Crea in noi un cuore accogliente capace di vivere con serena disponibilità le “obbedienze” che la vita ci chiede per essere in famiglia e nel mondo un timido riflesso della tua presenza. Tu hai accompagnato i primi passi di tuo figlio, nostro Dio e nostra speranza, nelle strade familiari di Nazareth, nelle strade difficili di Galilea, nella via dolorosa della croce. Aiutaci ad essere per i nostri figli una presenza sicura che sa donare affetto e sa guidare con dolce fermezza sulle strade della verità e della giustizia, del dono di se e del servizio. Maria, a Te affidiamo la nostra strada, quella dei nostri figli e delle nostre famiglie concedi a ciascuno di noi di crescere nella Fede e insegnaci a camminare con gioia seguendo le orme di Tuo Figlio. Amen Maria, perla preziosa di accoglienza: Maria, donna accogliente, accoglie la Parola nell’intimo del proprio cuore. Accetta con dolcezza e devozione, l'irruzione di Dio nella sua vita. Anche nella nostra quotidianita' Dio si fa presente e ci chiede di entrare nel nostro animo. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti spesso ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell’Eden. Maria ci aiuti a comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l’avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce. Maria ci aiuti ad abbracciare la volontà del Signore con lo stesso amore con cui lei, madre, ha abbracciato Gesù, suo Figlio. Un abbraccio non é comparabile che a due cose: Un abbraccio vuol dire “Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. la musica e la Preghiera. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, Nel tuo silenzio e qualcuno mi comprende”. Quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto. Sorridere e piangere. Rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro. Come fosse l’ultimo. C’è chi ti abbraccia così forte che sembra voglia romperti. E invece di romperti, ti aggiusta. Nei momenti tristi, accettando gli abbracci e lasciando libere le lacrime, si rimane uomini lo stesso. Nel tuo silenzio La Terza Perla Preziosa La NOSTRA accoglienza nella nostra realtà di Pozzetto Dal Vangelo di Luca (2, 8-11) "8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore." A Pozzetto ci sono tante Perle Preziose, tante quante noi… trasformiamo queste pietre in Perle di Accoglienza! C‘è qualche cosa in noi — un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia — più forte di noi stessi. Meglio ancora, c'è Qualcuno in noi, che ci spinge ad andare verso l'altro, con amore, misericordia, curiosità, gioia, impegno. Vogliamo trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole generosamente offerte ai giovani. Sentiamo di volere seguire Lui, costi quello che costi. Ci impegniamo a seguirlo senza guardare indietro, senza commiati, senza rimpianti, senza nostalgie, senza paura dell'ignoto, senza chiederGli dove sia, senza chiederGli che cosa ci darà in cambio per le cose che abbiamo abbandonato per seguirLo. Seguendolo, non sappiamo di preciso dove andremo, né quando Lo raggiungeremo, ma sappiamo di camminare sulle Sue orme, sulle orme di Colui che questa notte viene per noi. Sappiamo di non essere mai soli! Preghiera: Impegno con Cristo (don Primo Mazzolari) Ci impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede. Ci impegniamo senza pretendere che gli altri si impegnino con noi o per conto loro, come noi o in un altro modo. Ci impegniamo senza giudicare chi non s'impegna, senza accusare chi non s'impegna, senza condannare, senza cercare perché non s'impegna, senza disimpegnarci perché altri non s'impegna. Se qualche cosa sentiamo di poter fare — e lo vogliamo fermamente — è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo, si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura, al contrario imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi. La primavera incomincia con il primo fiore, il giorno con il primo barlume, la notte con la prima stella, il torrente con la prima goccia, il fuoco con la prima scintilla, l‘amore con il primo sogno. Ci impegniamo perché non potremmo non impegnarci. Dopo la frenesia di questi giorni, stasera, la nostra Comunità, si è fermata. Ci stiamo ritrovando in questa lunga notte ad accogliere Cristo. Ma chi è diventato il Cristo da accogliere, per noi, oggi? Ci sentiamo pronti? Inevitabilmente, abbiamo un po' di paura. Siamo attoniti, dubbiosi. La realtà è più complessa dei nostri buoni propositi di adulti, fatti la notte di Natale. Ma questo Santo Natale ci aiuta ricordare che accogliere è bello, è cosí che Maria si è sentita ripagata di tutto, al primo abbraccio con suo Figlio. L'arrivo nel quotidiano di una persona in più riempie i cuori di gioia. Lasciamoci andare con fiducia e un pizzico di leggerezza, alle sfide dei nostri tempi. Impegniamoci ad essere accoglienti come Giuseppe, che si fida di Maria, e come Maria che si affida a Dio cosí tanto da dare corpo al Suo progetto, tramite un bambino. Giuseppe e Maria non sono stati capiti da tutti coloro che vivevano i loro tempi. Sono stati cacciati, ma hanno mantenuto fede alle richieste di Dio. Cosí neanche per noi il cielo, questa sera, è tessellato di stelle pronte ad indicarci con chiarezza la strada maestra. Il nostro cielo è però tempestato di piccoli e fragili cristalli di luce, che con la loro fugace presenza ci rincuorano, ci rallegrano. Infondono speranza nel nostro agire. Cosi', nel concludere questa veglia, alziamo gli occhi, proprio ora, e accogliamo tra noi queste piccole perle di luce, che ci infondono coraggio, con la loro bellezza, la loro innocenza e la loro semplicita', di modo che possiamo affrontare, da domani, qualche nuova piccola e grande sfida! Luce Il gruppo Scout Cittadella 3 vi augura un periodo natalizio ricco di piccoli gesti di accoglienza! Il canto dell'amore