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Diapositiva 1 - Federico PAOLINI
Corso di Preparazione ai Test d’Ingresso CULTURA GENERALE I VERBI Indicativo = modo della realtà, della certezza. Presente: indica il fatto, l’azione, il modo di essere che si svolgono o sussistono nel momento in cui si parla Faccio una passeggiata La luna gira intorno al sole Imperfetto: esprime la durata o la ripetizione nel passato. È il tempo della descrizione. La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro. L’orologio segnava le venti e trenta La stazione fu deserta. Carlo indossò un soprabito scuro. L’orologio segnò le venti e trenta I VERBI Indicativo = modo della realtà, della certezza. Passato prossimo: esprime un fatto compiuto nel passato, ma che ha ancora relazione con il presente Ho imparato l’inglese durante un soggiorno negli USA Moravia ha scritto Gli indifferenti Passato remoto: indica un’azione conclusa nel passato, prescindendo dai rapporti con il presente. Si una per mettere in evidenza l’inizio e la fine di un’azione Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928 I VERBI Indicativo = modo della realtà, della certezza. Trapassato prossimo: indica un fatto del passato, anteriore a un altro fatto del passato Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta Trapassato remoto (passato remoto+participio passato): indica un fatto anteriore al passato remoto. Si trova solo nelle frasi temporali introdotte da quando, dopo che, non appena, appena che Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo I VERBI Indicativo = modo della realtà, della certezza. Futuro semplice: indica un fatto che deve ancora verificarsi. Terminerò il lavoro entro una settimana Imparerai questa poesia a memoria Futuro anteriore: indica un evento futuro anteriore ad un altro (ausiliare al futuro+participio passato) Quando lo avrai visto, te ne renderai conto Quando è iniziato lo spettacolo, saranno state le nove I VERBI Congiuntivo: è il modo della possibilità, del desiderio, del timore, dell’opinione, del verosimile, dell’irreale. Viene usato in proposizioni dipendenti da verbi che esprimono incertezza, giudizio personale, partecipazione affettiva Sembra che se ne vada Preferisco che se ne vada Ho paura che domani piova Vogliamo che tutti partano subito Trovo un peccato che tu sia mangiando così tanto Sono contento che tutto vada bene Nel caso che suonasse qualcuno, non aprite la porta I VERBI Congiuntivo: ha quattro tempi (presente, imperfetto, passato, trapassato). Presente e imperfetto (dica, dicesse) si usano per riferirsi al presente Passato e trapassato (sia partito, fosse partito) si usano per riferirsi al passato I VERBI Condizionale: indica fatti, azioni, modi di essere in cui prevale l’aspetto di eventualità, subordinata ad una condizione. Ha due tempi: presente (vorrei) e passato (avrei voluto) Me ne andrei (se potessi) Avrei voluto andarmene (se avessi potuto) Imperativo: è il tempo del comando, dell’invocazione Esci subito di qui! (presente) Farai quello che dico io! (futuro) I VERBI Infinito: indica genericamente l’azione espressa dal verbo senza determinazioni di persona e di numero Infinito presente (andare, vedere, leggere…): indica un rapporto di contemporaneità o di posteriorità rispetto al tempo del verbo della frase reggente Dice di conoscere… Diceva di conoscere… Il presente può svolgere funzione di sostantivo (il dovere, l’avere…; tra il dire e il fare…) Infinito passato (aver finito, essere andato…): indica un rapporto di anteriorità Dice di aver visto… I VERBI Participio: può svolgere la funzione di verbo e di aggettivo (anche sostantivato). Il presente determina solo il numero. Il passato determina il numero e il genere. Facente, facenti Insegnante, insegnanti Nato, nata, nati, nate Candidato, candidata, candidati, candidate I VERBI Gerundio: indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro, espresso nella proposizione reggente da un verbo finito Sbagliando s’impara L’ho incontrato tornando a casa Discutevamo passeggiando Il presente (cantando, leggendo, udendo…) contribuisce a formare le perifrasi andare+gerundio e stare+gerundio Il tempo va migliorando Sto studiando Il passato (avendo cantato, avendo letto) non è molto usato, di solito è sostituito con frasi esplicite Avendo studiato è stato promosso È stato promosso perché ha studiato • • • • • • • • • • • Gli errori linguistici: raddoppiamento/scempiamento Accellerare • Accelerare Avvallo • Avallo Biricchino • Birichino Caltanisetta • Caltanissetta Collutazione • Colluttazione Eccezzionale • Eccezionale Esterefatto • Esterrefatto Macchiavelli • Machiavelli Missisipi • Mississippi Pressocché • Pressoché Scorazzare • Scorrazzare Errori linguistici: dissimilazione • • • • Appropiato Areoporto Metereologia Peronospera • • • • Appropriato Aeroporto Meteorologia Peronospora Errori di ortografia • • • • • • • Conoscienza Coscenza Ingegniere Scenza é, cioé, caffé, té sè, nè, ventitrè, perchè, benchè, affinchè, potè, dovè • ré, tré • blù, sù • • • • • • Conoscenza Coscienza Ingegnere Scienza è, cioè, caffè, tè sé, né, ventitré, perché, benché, affinché, poté, dové • re, tre • blu, su Errori di ortografia • • • • • • • • • • • Egli da Egli fà, stà, và Un di Si (affermazione) Vicere, ventitre Rossoblu, lassu Un pò A mò di Qual’è Un’ altro, un’ amico Un altra, un amica • • • • • • • • • • • Egli dà Egli fa, sta, va Un dì Sì Viceré, ventitré Rossoblù, lassù Un po’ A mo’ di Qual è Un altro, un amico Un’altra, un’amica Errori morfologici e sintattici • • • • • • • • • • • • Che essi vadino, venghino Che egli dasse, stasse Non mi oso dire Vorrei che tu vieni Inerente il Redarre Transare Un murales Un silos Un vigilantes Le speci Al lato pratico • • • • • • • • • • • • Che essi vadano, vengano Che egli desse, stesse Non oso dire Vorrei che tu venissi Inerente al Redigere Transigere Un murale Un silo Un vigilante Le specie All’atto pratico Le figure retoriche Afèresi = caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio di una parola Allegoria = espressione che ha un significato nascosto e/o più profondo rispetto a quello letterale Verno = inverno Limosina = elemosina Cicala = persona incurante del futuro Formica = persona laboriosa e previdente Inverno = periodo difficile della vita Le figure retoriche Allitterazione = ripetizione degli stessi suoni all’inizio di due o più parole successive Amplificazione = tecnica di intensificazione espressiva mediante il ricorso a diverse formulazioni per indicare un unico concetto Far fuoco e fiamme Tagliare la testa al toro Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo Le figure retoriche Anacolùto Anadiplòsi = frattura nell’ordine sintattico della frase mediante due diverse costruzioni di cui la prima non si lega alla seconda Voi da qualche giorno aumentata la famiglia è Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro = ripresa all’inizio di un enunciato di una o più parole che si trovano alla fine dell’enunciato precedente Stavamo guadando un fiume, un fiume melmoso e lento Ma passavam la selva tuttavia, la selva, dico, di spiriti spessi Le figure retoriche Anàfora Anàstrofe = ripetizione di una o più parole all’inizio di enunciati successivi = inversione nell’ordine normale di due parole (tipica dello stile classicheggiante) Per me si va nella città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente Questa bella d’erbe famiglia e d’animali [questa bella famiglia d’erbe e d’animali] Le figure retoriche Anfibologia = un discorso ambiguo; espressione interpretabile in due modi diversi Antifrasi = uso di una parola o di un’espressione con un significato opposto a quello del significato reale Paolo vede mangiare un pollo Bene! Bravo (per rimproverare) • è il pollo che mangia? • è qualcuno che mangia un pollo? Ottimo risultato! (per sottolineare una sconfitta) Le figure retoriche Antitesi = contrapposizione di due parole o espressioni di significato opposto Guerra e pace Ardo e sono un ghiaccio Nulla e tutto il mondo Antonomasia = sostituzione di un nome proprio con un nome comune (o viceversa). Solitamente si usa per indicare una persona celebre non con il nome proprio, ma con un appellativo celebre L’eroe dei due mondi = Garibaldi Il Salvatore = Gesù Cristo Essere una Venere = una donna di particolare bellezza Che Babilonia = che confusione Le figure retoriche Apòcope Brachilogia = caduta di uno o più fonemi alla fine di una parola = espressione sintetica di un pensiero, di solito realizzata togliendo un elemento del discorso comune a due o più frasi Farem = faremo Sarem = saremo Non era Teresa, ma Laura (non si ripete il verbo era) Le figure retoriche Chiasmo Climax/Gradazione disposizione inversa, incrociata di elementi concettualmente paralleli (generalmente con schema AB, BA) = successione di parole con significati progressivamente più intensi o meno intensi Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori Vorrei un letto, una sedia, un cantuccio dove riposare (discendente) = Uno per tutti, tutti per uno Vado, corro, volo! (ascendente) Le figure retoriche Ellissi Endiadi = consiste nel sottintendere qualche elemento della frase che può essere ricavato dal contesto = sostituzione di nome+aggettivo o di nome+ complemente con due nomi uniti da una congiunzione = Uso di due o più parole per esprimere un unico concetto A che ora parte il treno? Alle nove (il treno parte è sottinteso) Canuto e bianco… Far fuoco e fiamme… Le figure retoriche Ènfasi Enjambement = consiste nel mettere in rilievo una parola o un’espressione utilizzando una particolare collocazione all’interno della frase = si ha quando in una poesia la frase non si conclude alla fine del verso, ma continua nel verso successivo Sapeva tutto, lui! (Lui sapeva tutto) sol con un legno e con quella compagna/ picciola da la qual non fui diserto Le figure retoriche Epèntesi Epofora/Epistrofe = aggiunta di un suono non etimologico per favorire la pronuncia di una parola = ripetizione di una o più parole alla fine di enunciati successivi Lanzichenecco Landsknecht Vedovo Viduu(m) Il silenzio dominava nella foresta, gli animali stavano misteriosamente tacendo nella foresta Le figure retoriche Epitesi/ Paragoge = aggiunta di un suono non etimologico alla fine di una parola, in genere per agevolare la pronuncia Autobusse (autobus) Icchese (ics) None (no) Eufemismo = quando si sostituisce un’espressione realistica con una più attenuata È morto = Ha cessato di vivere Se n’è andato in cielo Si è spento È scomparso Le figure retoriche Gioco di parole/ calembour Hysteron proteron figura retorica basata sull’equivoco fonico o semantico. Viene usato molto nel linguaggio pubblicitario. = espressione greca che significa “l’ultimo come primo”. Si tratta del rovesciamento dell’ordine naturale (logico, cronologico…) di un discorso Firma la forma (di formaggio) Sogna, s’addormenta e va a letto = Cancellati tutti i voli (non di aeroplani, ma delle zanzare) Le figure retoriche Ipàllage = consiste nell’attribuire a una parola ciò che si riferisce a un’altra parola della stessa frase Le mura dell’alta Roma (le alte mura di Roma) Ipèrbato = consiste nell’invertire la disposizione ordinaria degli elementi di una frase Ma valida venne una man dal cielo Tardo ai fiori ronzio di coleotteri Gli occhi sono coperti da una doppia notte (entrambi gli occhi sono coperti dalla notte) Le figure retoriche Iperbole Ironia = è un’espressione esagerata per eccesso o per difetto = è il parlare in modo che si intenda il contrario di quello che si dice È un secolo che ti aspetto Hai lavorato molto oggi! Muoio di fame Esco a fare due passi Non si sveglia neppure con le cannonate Un ironia particolarmente accentuata si definisce sarcasmo Le figure retoriche Litòte = quando si esprime un concetto negando il suo contrario Un uomo non intelligente (stupido) Una spesa non indifferente (notevole) Metafora = quando si trasferisce il significato di una parola dal senso proprio ad un senso figurato Lucia è una volpe Una nuova stella del cinema Piovevano proteste da tutte le parti Catacrèsi (assenza di parola) Collo della bottiglia Denti della sega Lingua di fuoco Le figure retoriche Metonimia Omotelèuto = sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di contiguità = si ha quando due o più parole terminano nella stessa maniera o in maniera simile Un Martini (produttore per il prodotto) La storia dell’umanità (astratto per il concreto) Essere pieno di bile (concreto per l’astratto) Andarono, a stento arrivarono, ma non ritornarono Le figure retoriche Ossimoro Paronomàsia = si ha quando si accostano parole di significato contrario. Nell’ossimoro spesso i significati delle parole sono incompatibili = accostamento di due parole simili per suono Non c’è pane senza pena Un onore che è un onere Un amaro piacere Un oscuro chiarore Un silenzio eloquente Viva morte Insostenibile leggerezza dell’essere Le figure retoriche Perifrasi Pleonasmo = quando si sostituisce un termine con una sequenza di parole che hanno lo stesso significato (detta anche circonlocuzione) = un’espressione ridondante, non necessaria Verso di sei piedi = esapodia È mancato all’affatto dei suoi cari = è morto Aveva un orologio al suo polso A me quel discorso non mi è piaciuto Le figure retoriche Poliptoto Preterizione = ripetizione della stessa parola in diverse forme e funzioni = si ha quando si dichiara di non voler dire una cosa che intanto viene detta Stare con le mani in mano Era, è e sarà sempre così Non ti dico che noia quella conferenza… Le figure retoriche Prolèssi Pròstesi = anticipazione di un elemento di una frase, per esempio del pronome = aggiunta di una vocale non etimologica all’inizio di una parola Su questo non ho dubbi, che c’era anche Elisabetta Per iscritto In ispecie Le figure retoriche Reticenza Similitudine = quando si interrompe una frase ma si lascia intendere ciò che non si dice = è un confronto, un paragone introdotto da come, simile a, più di, sembra… Se lo fai un’altra volta…beh, mi hai capito! Ti sei bagnato come un pulcino L’Isonzo scorrendo mi levigava come un suo sasso Le figure retoriche Sincope = caduta di uno o più fonemi all’interno di una parola Spirto (spirito) Opre (opere) Sinèddoche = consiste nell’estendere o restringere il significato di una parola Il mare è pieno di vele (barche) (parte per il tutto) I mortali (gli uomini) (genere per la specie) Il cane è il miglior amico (cani) (singolare per plurale) Non credere agli amici (amico) (plurale per singolare) Un marmo di Fidia (statua) (la materia per l’oggetto) Le figure retoriche Topos Traslato/ Tropo = luogo comune. Argomenti o espressioni che vengono usati frequentemente = figura semantica che consiste nell’attribuire un significato estensivo o metaforico a una parola Amore e morte L’idillio amoroso La notte pericolosa Il mondo alla rovescia L’amore guerresco Metafora, Metonimia Sineddoche… Le figure retoriche Zèugma = si ha quando uno stesso termine è riferito a due o più termini, mentre potrebbe connettersi solamente con uno di essi Parlar e lagrimar vedrai insieme vedrai si adatta a lacrimare, ma non a parlare perché le parole non si possono vedere