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la persona con infezione da hiv

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la persona con infezione da hiv
LA PERSONA CON
INFEZIONE DA HIV
Riccardo Rondina
U.O. Malattie Infettive
Azienda Ospedaliero Universitaria di
Ferrara
Ciao!
Quanto nel sai del tema HIV/AIDS?
Questo quiz ti consentirà di valutare il tuo livello
di conoscenza.
Prova a rispondere: ti sarà data una breve
spiegazione dopo ogni domanda e ti verrà dato
un punteggio al termine del quiz
Prima del quiz, iniziamo con qualche domanda
generale.
Rispetto al tema HIV/AIDS ritieni di avere una
conoscenza:
o
o
o
o
ottima
buona
discreta
scarsa
Sesso
Maschio
Femmina
Quale è il tuo anno di nascita?
19..
Qual è la tua nazionalità?
Italiana
Straniera (specificare)
Per quanti anni hai frequentato la scuola?
 8 anni (scuola media)
 13 anni (scuola media superiore)
 16 anni (laurea triennale)
 almeno 18 anni (laurea o formazione post-laurea)
Da quanto tempo lavori
o Meno di 1 anno
o Da 2 a 5 anni
o Da 5 a 10 anni
o Da 10 a 15 anni
o Più di 15 anni
Partiamo con il quiz!
Domanda 1
Qual è la modalità di trasmissione più diffusa del
virus HIV oggi in Italia?
La trasmissione per via iniettiva (scambio di
siringhe)
La trasmissione per via sessuale
Risposta esatta! 1
La trasmissione sessuale è la modalità d’infezione
più diffusa. La trasmissione nei rapporti sessuali tra
uomo e uomo e in quelli tra donna e uomo riguarda
oltre l’80% delle nuove diagnosi.
Domanda 2
Nell’ultimo anno, quanti sono i casi in Italia di
persone che si sono infettate perché qualcuno le
ha morsicate, ha sputato loro addosso o si sono
punte con una siringa usata e abbandonata in un
luogo pubblico?
 Tre
 Zero
 Un centinaio
Risposta esatta! 2
L’HIV non si trasmette attraverso queste modalità;
tuttavia queste credenze errate trovano spesso
ampia diffusione nei media e tra l’opinione pubblica.
Domanda 3
La puntura delle zanzare può causare l'infezione da
HIV?
 Sì
 No
Risposta esatta! 3
L’HIV non si trasmette attraverso la puntura delle
zanzare. Anche questa è una credenza errata e
priva di fondamento.
Domanda 4
Si può consumare un pasto assieme a una
persona con HIV senza correre il rischio di
contrarre il virus?
 No
 Sì
Risposta esatta! 4
Questo virus non si trasmette mangiando dallo
stesso piatto o bevendo dallo stesso bicchiere
utilizzati da una persona con HIV, né attraverso i
contatti quotidiani o l’utilizzo comune del bagno.
Nessun familiare di una persona HIV positiva si
è mai infettato attraverso questi comportamenti.
Domanda 5
La maggior parte delle infezioni viene trasmessa
da persone consapevoli di essere HIV positive?
 No
 Sì
Risposta esatta! 5
L’infezione da HIV viene trasmessa soprattutto da
coloro che non sanno di avere l’HIV e che dunque
non adottano alcuna precauzione. L'Istituto
Superiore di Sanità stima che circa un quarto delle
persone con HIV non sia stato diagnosticato
poiché, non percependo di aver corso un rischio,
non ha effettuato il test per l’HIV. Anche per
questo è estremamente importante sottoporsi al
test se ci si è esposti a un rischio.
Domanda 6
Secondo te, quali tra i seguenti comportamenti sessuali possono
essere a rischio di trasmissione del virus HIV e quali non sono a
rischio?
a rischio
non a rischio
Ricevere in un rapporto anale
o
o
Scambio di baci
o
o
Penetrare in un rapporto vaginale
o
o
Masturbazione reciproca
o
o
Praticare un rapporto orale
o
o
Ricevere un rapporto orale (farsi
stimolare i genitali con la bocca)
o
o
Ricevere in u rapporto vaginale
o
o
Penetrare in un rapporto anale
o
o
Le risposte sono esatte! 6
I rapporti penetrativi, sia vaginali che anali, sono a rischio per
entrambi i partner. Il preservativo, utilizzato correttamente e
dall'inizio del rapporto, elimina il rischio.
I rapporti orali sono a rischio solo per la persona che li pratica,
mentre chi riceve la stimolazione non corre alcun rischio. È più
sicuro praticare la fellatio con il preservativo, ma nel caso non
lo si utilizzi è più sicuro evitare lo sperma in bocca. La
trasmissione del virus attraverso il cunnilingus è estremamente
remota. L'utilizzo di una barriera tra bocca e vagina (Dental
Dam o pellicola per alimenti) elimina ogni rischio.
Lo scambio di baci e la masturbazione reciproca sono
comportamenti sicuri.
Fellatio = stimolazione del pene con la bocca
Cunnilingus = stimolazione dei genitali femminili con la
bocca
Domanda 7
Quali dei seguenti liquidi corporei è in grado o non è in grado
di trasmettere l’HIV?
Sangue
Sperma
Urina
Saliva
Secrezioni vaginali
Sudore
si
o
o
o
o
o
o
no
o
o
o
o
o
o
Le risposte sono esatte! 7
Sangue, sperma e secrezioni vaginali sono in grado
di trasmettere l’HIV se entrano in contatto diretto
con lesioni delle mucose o ferite aperte.
Saliva, sudore e urina non trasmettono l’HIV.
L’unico altro liquido biologico in grado di
trasmettere il virus è il latte materno, per questo una
donna con HIV dovrebbe evitare l’allattamento al
seno.
Domanda 8
L'utilizzo costante del preservativo riduce il rischio di
contrarre l'HIV?
 No
 Sì
Risposta esatta! 8
L’utilizzo corretto e costante del preservativo elimina il
rischio di trasmissione dell’HIV nei rapporti penetrativi
vaginali e anali e nella pratica della fellatio.
Per ridurre i rischi di rottura del preservativo, segui queste
regole d’oro: conservalo con cura e controllane la data di
scadenza; utilizzalo fin dall’inizio del rapporto, facendo
attenzione a non danneggiarlo con le unghie e i denti;
utilizza lubrificanti a base d’acqua poiché creme o altre
lozioni oleose possono causarne la rottura. Il preservativo,
infine, va trattenuto alla base del pene dopo il rapporto, per
evitare che si sfili.
Non scoraggiarti se incontri qualche difficoltà, l’esercizio
aiuta!
Domanda 9
A tua conoscenza, esiste il preservativo femminile?
 No
 Sì
Risposta esatta! 9
Il Femidom (profilattico femminile) è uno strumento di
prevenzione che può essere utilizzato dalle donne. Protegge
dall’HIV e dalle altre malattie sessualmente trasmissibili e
previene gravidanze indesiderate. È un sacchetto con due
anelli flessibili alle estremità, uno va introdotto nella vagina e
l’altro rimane all’esterno. Il Femidom è disponibile nelle
farmacie e nei consultori di molti paesi esteri, mentre in Italia
è ancora poco diffuso. Puoi acquistarlo nei siti specializzati
in internet e nei sexy shop o puoi rivolgerti alla sede LILA più
vicina.
Domanda 10
Una persona di aspetto sano può avere l'HIV?
 Sì
 No
Risposta esatta! 10
Coloro che hanno contratto l’HIV non presentano
alcun segno visibile dell’infezione e possono
apparire in ottima forma. Pensare a una persona
con l’HIV come a una persona malata e
riconoscibile dall’aspetto poco sano fa parte di un
immaginario che oggi è molto lontano dalla realtà.
Solitamente l’infezione decorre per anni senza
causare disturbi;
per questo, tanti non sono
consapevoli di averla.
Domanda 11
Avere delle altre malattie sessualmente
trasmissibili aumenta il rischio di ricevere l'HIV in
caso di rapporto non protetto con una persona
sieropositiva?
 Sì
 No
Risposta esatta! 11
Il rischio che avvenga la trasmissione del virus HIV
aumenta se sono state contratte altre malattie
sessualmente trasmissibili
Domanda 12
A seguito di un rapporto a rischio, quando è
opportuno effettuare il test?
 si considera definitivo un test effettuato ad
almeno 6 mesi dal rapporto a rischio
 si considera definitivo un test effettuato a 3 mesi
dal rapporto a rischio
 è necessario attendere almeno 72 ore dal
rapporto a rischio
 nel più breve tempo possibile, preferibilmente
entro le 72 ore
Risposta esatta! 12
Le linee guida nazionali considerano definitivo un
test effettuato a 3 mesi dall’ultimo rapporto a
rischio. Si tratta di un riferimento generale, poiché
in Italia si utilizzano diversi tipi di test e
l’indicazione dei 3 mesi è valida in tutti i casi. Ci
sono comunque dei test in grado di dare un
risultato attendibile in un tempo minore. Per i
cosiddetti test combinati il periodo finestra si
riduce a 4/6 settimane.
Se hai deciso di effettuare il test, cogli l’occasione
del prelievo per chiedere al medico tutte le
informazioni di cui hai bisogno anche riguardo al
test eseguito e al relativo periodo finestra.
Domanda 14
Il fatto di avere rapporti sessuali solo con una
persona che non ha rapporti con altri e non è
infetta può ridurre il rischio di contrarre l'HIV?
 No
 Sì
Risposta esatta! 14
Non è possibile contrarre l’HIV attraverso rapporti sessuali con
una persona HIV negativa.
Se hai una relazione stabile e siete entrambe persone HIV
negative non correte dunque alcun rischio. Tieni però presente
che l’esito negativo di un test effettuato in passato non offre
alcuna garanzia. Può essere utile effettuare insieme il test. Se
l’esito di entrambi i test è negativo significa che non avete
contratto il virus e che da quel momento potrete fare sesso
senza utilizzare precauzioni.
Se dovesse succedervi di avere dei rapporti occasionali,
assicuratevi di adottare le dovute precauzioni al di fuori della
vostra coppia. Affrontate l'argomento insieme, è più facile
parlarne prima che si verifichi questa eventualità!
Domanda 15
Tutti coloro che contraggono il virus HIV
arriveranno prima o poi alla diagnosi di AIDS, la
fase conclamata dell’infezione.
 Vero
 Falso
Risposta esatta! 15
Le terapie anti HIV attualmente disponibili sono
talmente efficaci che pochissime persone HIV
positive arrivano ad avere una diagnosi di AIDS. La
ricerca sui farmaci è in continua evoluzione; ad
oggi i farmaci devono essere presi per tutta la vita,
ogni giorno a orari stabiliti
Domanda 16
Quando l’infezione da HIV viene diagnosticata
precocemente, le aspettative di vita sono
indicativamente di
 altri 10 anni
 praticamente uguale a quella di tutte le altre
persone
 altri 6 mesi
 altri 5 anni
 altri 15 anni
Risposta esatta! 16
Oggi una persona cui viene diagnosticata
l’infezione da HIV in fase precoce e che risponda
bene alle terapie può aspettarsi di vivere una vita
praticamente normale. Se, al contrario, la diagnosi
è tardiva (successiva al momento in cui è
opportuno iniziare i trattamenti farmacologici),
aumentano le possibilità di vivere in uno stato
precario di salute o di morire precocemente.
Domanda 17
È assai improbabile che una persona HIV positiva
che segua con successo la terapia anti HIV possa
trasmettere il virus ad altri
 Falso
 Vero
Risposta esatta! 17
I farmaci per il trattamento dell’infezione da HIV
oggi sono così efficaci da ridurre la quantità di
virus nell’organismo a livelli talmente bassi, da
renderne
estremamente
improbabile
la
trasmissione ad altri.
Domanda 18
Una persona con HIV può avere figli senza il virus
HIV.
 Falso
 Vero
Risposta esatta! 18
Una donna con HIV può trasmettere il virus al figlio durante la
gravidanza, al momento del parto o durante l'allattamento. La
possibilità che una madre sieropositiva trasmetta l’HIV al proprio
figlio si riduce drasticamente (<1%) seguendo idonea terapia
durante la gravidanza, partorendo con parto cesareo ed evitando
l’allattamento al seno. In determinate condizioni - tra cui l’efficacia
della terapia antiretrovirale, che riduce la quantità di virus sotto una
certa soglia - è possibile il parto vaginale.
Un uomo con l’HIV non può trasmettere il virus direttamente al
nascituro. Per consentire alla partner di rimanere incinta senza
contrarre l’HIV, è possibile eliminare il virus dal seme mediante il
“lavaggio” dello stesso in laboratorio ed eseguire una inseminazione
endouterina. In determinate condizioni - quando l’efficacia della
terapia antiretrovirale riduce la quantità di virus sotto una certa soglia
- è anche possibile un concepimento naturale.
Domanda 19
Se si rompe il preservativo durante un rapporto
sessuale con partner HIV positivo, è disponibile un
trattamento farmacologico a cui sottoporsi per
ridurre
significativamente
la
probabilità
di
contagio?
 No
 Sì
Risposta esatta! 19
Nel caso in cui si sia corso un reale rischio d'infezione da
HIV, è possibile recarsi al pronto soccorso per valutare con il
medico l'opportunità di sottoporsi a un trattamento
farmacologico per cercare di prevenire l'infezione. La
Profilassi Post Esposizione (PPE) è una risorsa preventiva di
sola emergenza e va iniziata non oltre le 48 ore
dall’esposizione al rischio. La PPE è raccomandata in caso
di eiaculazione interna (nell'ano, nella vagina o nella bocca)
da parte di una persona con infezione da HIV accertata o
con indizi di esposizione al rischio molto recente. Nel caso
in cui la persona con HIV sia in terapia con carica virale non
rilevabile da almeno 6 mesi e non sia affetta da infezioni
sessualmente trasmissibili, il rischio di trasmissione è
altamente improbabile.
TEST PER LA RICERCA DEGLI
ANTICORPI ANTI HIV
Il test comunemente utilizzato come test HIV è il test
"HIV Ab" che rivela la presenza nel sangue di anticorpi
"anti-HIV",
cioè
prodotti
dall'organismo
per
contrastare il virus, i quali sono indicati con la sigla
"HIV ab" (dove Ab sta per Antibody, ovvero anticorpo).
Poiché il test HIV Ab, spesso, viene eseguito con il
metodo ELISA, esso viene comunemente indicato
come "test ELISA".
• Se il test ELISA risulta positivo le linee
guida impongono di eseguire un
secondo prelievo, ma questa volta
utilizzando il WESTERN BLOT, anche
detto test di conferma.
Ambulatorio HIV
Pazienti 580
13%
508
87%
In Terapia
Non in Terapia
86,39%
viremia soppressa
Nuove infezioni
2006-2011
Fattore di rischio
Rapporto
eterosessuale
Rapporto
omosessuale
TD
Trasfusione
Ambulatorio HIV Ferrara
Nuove infezioni
9
8
7
6
5
4
Stranieri
3
2
1
2
0
0
6
2
0
0
7
2
0
0
8
2
0
0
9
2
0
1
0
2
0
1
1
2
0
1
2
2
0
1
3
0
Ambulatorio HIV Ferrara
NUOVE INFEZIONI
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
2008
2009
2010
2011
2012
2013
TEST POSITIVO: COSA PROVA LA
PERSONA?
• Probabilmente paura, angoscia,
smarrimento.
• Forse la notizia non ha provocato
particolari emozioni.
• Oppure prova dolore, o rabbia, o
stupore.
• Vivrò? Morirò? Quanto cambierà la mia
vita? Solo alcune delle domande.
• Sentirsi soli è molto comune.
LE PRIME INFORMAZIONI
• L’infezione da HIV può essere oggi ben gestita, ma è
richiesto che la persona inizi ad avere un rapporto
duraturo e continuo con una struttura sanitaria
specifica. Ambiente e persone nuove, che la
accompagneranno per molto tempo.
• Il medico infettivologo è il principale riferimento. Il
personale infermieristico, oltre a svolgere le sue
funzioni di supporto, può essere di aiuto per chiarire
molti dubbi.
…continua…
• A volte il centro clinico (ossia il luogo di cura dedicato
all’HIV/AIDS) mette a disposizione uno psicologo o un
counsellor (qualcuno esperto con cui parlare che può aiutare ad
orientarsi). Siccome la persona riceverà molte informazioni, in
un ambiente che ‘ è nuovo’, è normale che provi un senso di
disagio, inadeguatezza e quindi confrontarsi con qualcuno può
essere utile. Incontrare uno psicologo in questa situazione serve
per il suo benessere psico-fisico, non significa che sia un
matto!
• Qualora necessario, un mediatore culturale può essere d’aiuto.
• Al momento fondamentale la concentrazione sulle cose
principali: l’obiettivo ora è che il percorso di cura sia il più
agevole possibile. Ci saranno poi altre occasioni per chiedere
tutto ciò che vorrà
COSA SAPERE ORA?
• Per capire come sta la persona sono necessari degli
esami aggiuntivi, i cosiddetti approfondimenti.
• Sono particolari esami del sangue. I due nomi che
sentirà più spesso nominare sono “i CD4” e “la carica
virale”. I primi indicano lo stato di salute delle sue
difese immunitarie e più sono alti meglio è, mentre la
carica virale indica quante copie di virus circolante ha
nel sangue e, ovviamente, più è bassa meglio è.
• Questi due numeri sono centrali per capire il suo stato
di salute e prendere le decisioni opportune. Il medico
infettivologo spiegherà il loro significato e il perché
delle decisioni che si prenderanno a seguito della loro
evoluzione.
…continua…
• La persona deve sapere che in Italia
l’assistenza sanitaria per le persone con HIV è
gratuita: esami, visite, farmaci, tutto ciò che è
correlabile all’infezione da HIV.
• E’ però necessario richiedere un’esenzione.
Ogni città/regione/centro clinico ha una
procedura diversa.
LE SUE EMOZIONI
•
•
•
L’attesa di capire meglio, di fare degli esami, di incontrare medici, di
ricevere risposte può provocare paura, smarrimento, angoscia, senso di
confusione (anche per la novità dell’ambiente in cui si trova),
smarrimento, disagio. E’ tutto comprensibile.
Può essere accaduto che la persona abbia avuto subito la possibilità di
parlare di questa nuova situazione con qualcuno oppure no. Forse non
se la è sentita di farlo.
Individuare persone di cui fidarsi o alle quali decidere di affidarsi:
comunicare, in questi casi, è terapeutico e aiuta. In un primo tempo
sarà il suo medico infettivologo, o l’infermiere (questi sono contesti
‘protetti’, perché loro sanno già della persona e dunque tutto è più
facile). In seguito, al di fuori della struttura sanitaria, possono essere
varie “le persone di fiducia”, sapendo che fa parte del gioco anche
"una certa dose di rischio” nel comunicare la sieropositività (spesso
sovradimensionato): un amico/a, un famigliare, ecc..
VIENE PROPOSTO L’INIZIO DELLA
TERAPIA ANTIRETROVIRALE
• Vengono spiegate le motivazioni e, durante il dialogo
con il medico, viste la condizione di salute e lo stile
di vita, si inizia a parlare di farmaci specifici.
• La prima terapia è importante per alcune ragioni.
• Serve a fare recuperare lo stato di salute: alzare le
difese (CD4), abbassare il virus circolante nel sangue
(carica virale).
• Se sono presenti alcune co-patologie (altre malattie
che possono o meno dipendere direttamente
dall’HIV), talvolta servirà anche l’aiuto di altri farmaci
specifici
LA TERAPIA ANTIRETROVIRALE
• Svolge il suo compito (ossia di ridurre il virus circolante fare
aumentare, in conseguenza, le difese- i CD4) solo se la assumi
come hanno detto (essere aderente - ossia assumere la terapia
agli i orari e al dosaggio concordato con il medico, non
saltando mai una dose e, se richiesto, con un pasto).
• Va accettata. Che cosa significa? Che la persona deve essere
convinta di assumerla. Ecco perché è importante che le sia
spiegato esattamente a cosa va incontro. I farmaci portano
certamente beneficio, ma hanno anche dei possibili effetti
collaterali, delle tossicità (nel breve e nel lungo termine). E’
anche normale che il suo corpo gradualmente si abitui
all’assunzione della terapia. Saperli, conoscerli, aiuta. Non deve
spaventare tutto questo. Ricordare che è sempre meglio sapere
prima le cose per poterle gestire: chi chiamare in caso di… cosa
fare in caso di…. E’ quindi utile che la persona chieda bene
cosa può accadere in modo da essere preparata.
…continua…
• E’ qualche cosa di nuovo che irrompe improvvisamente nella
quotidianità: cercare di accoglierla.
• Se ci si accorge che, per qualche ragione (non volontà e/o
presenza di tossicità molto forte) questo non è possibile (o già
mentre sta facendo il colloquio o mentre la sta assumendo),
avvisare immediatamente il medico.
• Sapere che per lei ci sono altre possibili opzioni se quella
inizialmente scelta non è adatta sicuramente aiuta
• Ha un doppio ruolo: oltre a ristabilire il suo benessere, riduce la
sua infettività. Questo discorso può essere particolarmente
importante, se il suo partner è sieronegativo. Parlarne con il
medico è importantissimo
Obiettivi
della
antiretrovirale
terapia
• Garantire successo virologico duraturo
• Conservare opzioni terapeutiche
• Ridurre la tossicità a lungo termine
I principali effetti collaterali
Diarrea quindi suggerire alla persona di bere almeno 8
bicchieri di liquidi al giorno (acqua ma anche zuppe o
succhi di frutta ma allungati con acqua o soluzioni
reidratanti), mangiare cibi morbidi o schiacciati e umidi
come avena, riso, cereali (frutta = banana, mango,
papaia, melone per reintegrare le perdite di minerali,
verdura = zucca, patata, carota per lo stesso motivo),
suggerire di consumare i pasti tepidi e assumere piccole
quantità ma più volte nell’arco della giornata. Per
solidificare le feci frutta e verdura (mela, pera, pompelmo,
carota, patata, barbabietola) oppure mirtilli freschi. Evitare
possibilmente latte, caffè, the, alcolici, pepe e
peperoncino, alimenti che producono gas ( fagioli, cipolla,
peperone, cavolo)
I principali effetti collaterali
• Nausea e vomito quindi consigliare la
posizione seduta quando si mangia, bere
molti liquidi dopo i pasti, cercare di non
cucinare (l’odore aumenta la nausea) ma se
non è possibile mangiare cibi che richiedono
una breve preparazione. In caso di vomito
insistere sulla idratazione, assumere cibi
morbidi associati a cibi secchi quali pane,
cracker e pane tostato: se presente nausea,
potrebbe essere utile odorare arance fresche
oppure la buccia del limone, oppure bere
succo di limone o infusioni di erbe.
I principali effetti collaterali
• Perdita di appetito quindi suggerire pasti piccoli ma
più volte al giorno, bere molta acqua, yogurt, latte,
succhi di frutta durante la giornata. Non bere molto
prima e durante il pasto. Aggiungere limone o spezie
per rendere più gustosi i cibi ed evitare le bevande
gassate e ciò che può creare gas nello stomaco.
Consigliare l’esercizio fisico leggero così come di
consumare il pasto in compagnia, oppure mangiare
in un ambiente ben illuminato ed aerato e se possibile
lontano dalla cucina o da odori sgradevoli. Infine
evitare gli alcolici che riducono l’appetito e
interferiscono con i farmaci.
I principali effetti collaterali
• Problemi digestivi quindi consigliare di
masticare bene per favorire la digestione, di
aggiungere papaia o ananas alla carne
perché la rende più morbida e ne facilita la
digestione, evitare cibi fermentati come yogurt
e cavolo. In caso di riferito gonfiore evitare
cibi quali cavolo, fagioli, cipolla, bevande
gassate e fredde mentre in caso di
costipazione pasti piccoli e frequenti,
suggerire frutta, verdura cruda, frutta secca ,
pane e cereali integrali, modesta ma regolare
attività fisica e buona idratazione .
I principali effetti collaterali
• Irritazioni della bocca quindi consigliare
cibi morbidi o schiacciati
o umidi
(mango, papaya, avocado, banana,
zucca, creme di verdura, zuppa, yogurt)
ed evitare alimenti troppo salati o
piccanti, gli agrumi, cibi troppo caldi o
freddi, cibi che richiedono una lunga
masticazione (verdura cruda)
Perché trattare la lipodistrofia?
Dopo 6 mesi
dall’intervento
chirurgico
Facial Wasting
Hendi, et al. Lipodystrophy, HIV. www.emedicine.com
aet – 26years
aet – 27.5years
RICOVERO IN DEGENZA
• Viene riservato al paziente lo stesso
trattamento del paziente non infetto
... Continua …
• Se sistema immunitario compromesso
o sospetto di infezione particolare si
attua isolamento … o un isolamento
protettivo perciò stanza singola
Ricoveri in degenza 2004 - 2013
70
60
50
40
ammessi
decessi
30
20
10
0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Rischio di trasmissione
TIPO DI ESPOSIZIONE DA FONTE HIV +
RISCHIO
DI
ESPOSIZIONE
SESSO ORALE RICETTIVO
DA 0 A 0,04%
SESSO VAGINALE INSERTIVO O SESSO ANALE FINO A 0,1%
INSERTIVO
ESPOSIZIONE DELLE MUCOSE
0,1%
SESSO VAGINALE RICETTIVO
DA 0,1 A 0,15%
FERITA ACCIDENTALE DA AGO
DA 0,2 A 0,4%
SCAMBIO SIRINGHE I.D.Us
0,7%
SESSO ANALE RICETTIVO
FINO A 3%
TRASFUSIONE
DA 90 A 100%
TRASMISSIONE
PER
Quali sono le
competenze
di un
infermiere che assiste la persona con
infezione da HIV?
•
Ha conoscenze specifiche di HIV, segni e sintomi
dell’ infezione e il suo impatto sulla salute e il
benessere.
•
E’ consapevole degli effetti di stigma sulle
persone che vivono con l'HIV.
•
Dimostra
consapevolezza e comprensione
dell'impatto psicologico ed emotivo di vivere con l'HIV e
come questo può variare a seconda dei diversi individui.
•
Dimostra una conoscenza e comprensione ed è
in grado di identificare i principali segni e sintomi di
condizioni legate all'HIV acute e croniche e dei rischi di
malattie connesse con le conta dei CD4
…continua…
•
Partecipa nella valutazione dei pazienti clinicamente stabili
e fuori terapia come parte della routine di follow-up all'interno del
setting ambulatoriale o comunità
•
Completa una valutazione accurata di cura dei bisogni di
assistenza sociale di un paziente con HIV
•
Capisce l'importanza di valutare la sensibilità della rete
familiare e il sostegno sociale per i singoli pazienti
•
Capisce l'impatto potenziale di droga e alcol e sa dove
indirizzare i pazienti e perciò essi devono essere seguiti anche per
un ulteriore problema
•
Capisce diversità rilevanti stili di vita sociali, culturali e
sessuali dei pazienti, e il potenziale impatto sulla salute e il
benessere dell’infezione
…continua..
•
Dimostra una consapevolezza dell'importanza di mantenere
uno stile di vita sano per i pazienti affetti da HIV.
•
Dimostra una consapevolezza del rischio di trasmissione
dell'HIV / IST e le risorse disponibili per la prevenzione, ad
esempio, preservativi gratuiti, volantini, profilassi post-esposizione.
•
Dimostra la consapevolezza delle problematiche legate a
riservatezza e comunicazione della sieropositività ai partner
sessuali,
profilassi
post-esposizione
e
il
potenziale
criminalizzazione della trasmissione dell'HIV.
•
Riconosce le esigenze individuali in relazione a
la
promozione della salute, l'informazione e l'educazione ai clienti, i
partner, la famiglia e gli amici
•
Dimostra la consapevolezza del proprio ruolo nel sostenere
l'ambiente di apprendimento (per i pazienti / personale /
accompagnatori) sul posto di lavoro
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