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54d.C.-68d.C.
Ultimo imperatore della dinastia giulioclaudia, successore di Claudio.
37 d.C.-68d.C.
Lucio Domizio Enobarbo Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico
La vita
Nerone nasce il 15 dicembre 37 d.C.ad Anzio dalla madre Agrippina Minore
e dal padre Gneo Domizio Enobarbo.
Nel 39 d.C. la madre viene scoperta coinvolta in una congiura contro il
fratello Caligola viene mandata in esilio nell’isola di Pandataria, nel Mar
Tirreno.
In quegli anni Nerone vive con la zia Domizia Lepida.
Successivamente viene affidato a due liberti greci (Aniceto e Berillo) per
poi proseguire gli studi con due sapienti dell’epoca: Cheremone
d’Alessandria e Alessandro di Ege, grazie ai quali Nerone sviluppa il proprio
filoellenismo.
Infine viene adottato da Claudio.
Ha avuto tre mogli: Claudia Ottavia, Poppea, Statilia Messalina.
Nel 54d.C. diventa imperatore, inizialmente sotto la tutela della madre
Agrippina e di Seneca. Sesto Afranio Burro è il prefetto del pretorio.
Nella sua politica Nerone prende posizioni contro il Senato e le classe
aristocratica, alla quale appartengono i suoi principali biografi (Svetonio e
Tacito). Per questo motivo viene tramandata un’immagine di Nerone come
tiranno.
Preso dalla paranoia, nell’ultima parte della sua vita si dedica all’arte e alla musica,
lasciando il governo al prefetto del pretorio, Tigellino. Dopo essere stato
abbandonato dai pretoriani e dall’esercito nerone viene deposto dal Senato, che
nomina Galba come nuovo princeps.
« Itaque ad poeticam pronus carmina libenter ac
sine labore composuit nec, ut quidam putant,
aliena pro suis edidit. venere in manus meas
pugillares libellique cum quibusdam notissimis
versibus ipsius chirographo scriptis, ut facile
appareret non tralatos aut dictante aliquo
exceptos, sed plane quasi a cogitante atque
generante exaratos; ita multa et deleta et
inducta et superscripta inerant. »
(Svetonio, Vita dei Cesari, Nero LII)
« Essendo incline alla poesia, compose
versi volentieri e senza fatica e non
pubblicò mai, come insinuano alcuni,
quelli degli altri spacciandoli per suoi.
Mi sono capitati tra mano taccuini e
libretti che contengono alcuni suoi versi
assai noti, scritti di sua mano ed è facile
vedere che non sono stati né copiati né
scritti sotto dettatura, ma sicuramente
composti da un uomo che medita e
crea, perché vi sono molte cancellature,
annotazioni e inserimenti. »
Il 9 giugno 68d.C. Nerone si toglie la vita a Roma, nella villa di uno dei suoi liberti.
« Obiit tricensimo et secundo aetatis anno, die
quo quondam Octaviam interemerat, tantumque
gaudium publice praebuit, ut plebs pilleata tota
urbe discurreret. et tamen non defuerunt qui per
longum tempus vernis aestivisque floribus
tumulum eius ornarent ac modo imagines
praetextatas in rostris proferrent, modo edicta
quasi viventis et brevi magno inimicorum malo
reversuri. Quin etiam Vologaesus Parthorum rex
missis ad senatum legatis de instauranda
societate hoc etiam magno opere oravit, ut
Neronis memoria coloretur. denique cum post
viginti annos adulescente me extitisset
condicionis incertae qui se Neronem esse iactaret,
tam favorabile nomen eius apud Parthos fuit, ut
vehementer adiutus et vix redditus sit. »
(Svetonio, Vita dei Cesari, Nero LVII)
« Morì nel suo trentaduesimo anno d'età[56], nel
giorno anniversario dell'uccisione di Ottavia e fu tale
la gioia di tutti che il popolo corse per le strade col
pileo. Tuttavia non mancarono quelli che, per lungo
tempo, ornarono di fiori la sua tomba, in primavera
e in estate, e che esposero sui rostri ora le immagini
di lui vestito di pretesta, ora gli editti con i quali
annunciava, come se fosse ancora vivo, il suo
prossimo ritorno per la rovina dei suoi nemici. Per di
più, Vologeso, re dei Parti, quando mandò
ambasciatori al Senato per riconfermare l'alleanza,
fece chiedere anche, insistentemente, che si
onorasse la memoria di Nerone. Infine, vent'anni
dopo la sua morte, durante la mia adolescenza,
venne fuori un tale, di ignota estrazione, che
pretendeva di essere Nerone e questo nome gli
valse tanto favore presso i Parti che essi lo
sostennero energicamente e solo a malincuore lo
riconsegnarono. »
Politica estera
- Spedizione in Armenia;
- continua la conquista della Britannia, anche se nel 60-61 d.C. fu interrotta
da una rivolta capeggiata da Budicca.
Politica sociale
- nel 58 d.C. viene decretato dal Senato un arco di trionfo, in occasione
della vittoria contro i Parti, ma viene costruito nel 62. Era collocato sulle vie
di accesso al Campidoglio. A causa della damnatio memoriae o dell’incendio
del colle nel 69 d.C. viene distrutto;
- 64d.C.: incendio di Roma;
-Costruzione della Domus Aurea (spazi compresi tra
Celio, Esquilino e Palatino);
- terme di Nerone del Campo Marzio, la cui pianta
regolare e simmetrica fece da modello per tutti gli
edifici termali futuri, inaugurando la tipologia di terme
“imperiali”.
- riforme a favore del popolo, tra cui quella monetaria:
svalutazione dell’aureo e del denario per favorire i ceti mediobassi (come equites e liberti)
-rapporto con gli intellettuali: sotto il principato neroniano si ha
una nuova fioritura, grazie ad intellettuali come Seneca,
Lucano, Persio e Petronio, che si si distaccano
completamente dalle produzioni dell’età augustea.
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