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IL MITO - Liceo Medi

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IL MITO - Liceo Medi
Cos’è il mito?
 Il mito(dal greco mythos = racconto), è una
narrazione solo in apparenza fantastica, portatrice
di messaggi e di una loro interiore verità.
Perché è
nato?!?!
Esso nasce per l’esigenza di rispondere
alle grandi domande sull’origine
dell’universo e dell’uomo, sull’alternarsi
delle stagioni, sui fenomeni naturali, sulla
vita, la morte e il dolore, sul destino che
attende l’umanità e tutto ciò che la
circonda.
Tali racconti nascevano dallo sbigottimento
e dalla meraviglia di fronte ai fenomeni
naturali, quali l’alternarsi del giorno e della
notte, il cambio delle stagioni, il declinare
della vita, ecc. Tutti aspetti del vivere che
sfuggivano alla comprensione logica
dell’uomo ma che esigevano una
spiegazione. Ciò ha indotto da sempre
l’uomo a fornire spiegazioni che, in
assenza di adeguati strumenti scientifici e
di elaborati sistemi filosofici, si traducevano
in narrazioni molto simboliche, confluite poi
nel complesso sistema dei miti.
E che
funzione
hanno??
I miti costituiscono i fondamenti morali e
religiosi su cui poggia la struttura sociale di
popoli come gli Egizi, i Greci e i Romani,
che nella loro lunga storia hanno trovato in
essi precisi punti di riferimento. Dunque,
proprio in questo consiste la funzione di un
mito: nell’essere un tentativo di risposta
alle domande dell’uomo, nel costituire una
struttura etica e morale entro cui un popolo
si riconosce e ritrova le sue radici, pertanto
deve essere letto e compreso nei suoi
aspetti simbolici che rimandano ad altro.
Quindi, per dare una corretta
interpretazione dei racconti mitici è
necessario conoscerne i valori simbolici.
Plutone e Persefone (da Pseudo-Apollodoro, Biblioteca I,5,1,3).
Plutone[1] si innamorò di Persefone[2] e, con l'aiuto di
Zeus, la rapì di nascosto. Demetra andava cercandola
per tutta la terra, di giorno e di notte, alla luce delle
fiaccole; ma quando venne a sapere che Plutone
l'aveva rapita, irata con gli dei abbandonò il cielo e,
assunto l'aspetto di una donna mortale, si recò a
Eleusi[3]. […] Zeus ordinò a Plutone di rimandare Core
sulla terra, e Plutone, affinché lei non rimanesse
troppo tempo presso la madre, le diede da mangiare
un chicco di melograna. Lei lo inghiottì, senza
prevedere ciò che sarebbe accaduto […]. Persefone fu
costretta a rimanere la terza parte di ogni anno con
Plutone; il resto dell'anno lo trascorreva tra gli dei.
[1]
Dio, re degli inferi, dell'Ade (l'oltretomba nella mitologia greco-romana).
[2] Persefone, detta anche Core (= in greco "fanciulla", ragazza) è la figlia di
Demetra, nella mitologia greca è la dea del grano e dell'agricoltura, costante
nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della
vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre.
[3] Eleusi, città greca in cui Demetra aveva un tempio.
 Comprensione e analisi del genere
 1.Che cosa rappresenta Persefone/Core (è la
personificazione di che cosa)?
 2. Che cosa rappresenta la sua permanenza
presso Plutone negli inferi?
 3.Il mito intende fornire la spiegazione di un
fenomeno naturale. Quale? In che modo?
 4.Pur presentando caratteristiche comuni alla
fiaba (per es. la struttura narrativa, la presenza di
personaggi fantastici come creature mostruose, di
esseri sovrannaturali o di personaggi dotati di
poteri straoridinari), il mito non è un racconto fine
a se stesso, come dimostra il testo che hai
appena letto. Perché?
L’EVOLUZIONE
 Tramandato prima oralmente dai depositari (in
genere i sacerdoti) dei valori di un popolo, il mito
ha poi incontrato, lungo il suo cammino, un autore
colto che ne ha fissato in forma scritta la versione.
Non è raro il caso che di una narrazione mitica
esistano più versioni, o perché l'hanno
tramandata più scrittori, oppure perché nel tempo
si è modificata cioè passando di bocca in bocca,
ha facilmente subito variazioni o ricevuto
aggiunte.
I miti delle prime civiltà
Egitto e Mesopotamia, Palestina e Fenicia, Assiria e
Persia furono, tra i Paesi dell’area mediterranea, quelli
dove fiorirono le civiltà più antiche. Queste aree
geografiche, percorse da grandi fiumi quali il Nilo, il
Tigri, l’Eufrate e il Giordano, costituirono la sede ideale
dei primi insediamenti umani. Ciascuna di queste
antiche civiltà elaborò un sistema mitologico proprio,
pur senza escludere numerose contaminazioni
vicendevoli ed evidenti punti di contatto. Mentre la
mitologia del popolo egizio, dominata dal terrore della
morte e dell’oltretomba, è giunta a noi grazie a
testimonianze che ci mostrano divinità per lo più prive
di personalità, fredde e distaccate dal genere umano,
quella dei popoli mesopotamici, incisa a caratteri
cuneiformi su tavolette d’argilla, è molto più vicina
all’uomo, poiché i protagonisti sono frequentemente
esseri umani.
Però, la mitologia antica a noi più familiare
è senz’altro quella greca. I Greci furono
grandi creatori di miti, tutti vivacemente
popolati da divinità dotate del requisito
fondamentale dell’immortalità e di qualità
fisiche e intellettuali superiori, ma in tutto
simili agli esseri umani sia per la colorita
caratterizzazione sia per passioni e
debolezze
 Il
meccanismo
narrativo
 A mettere in moto il meccanismo narrativo del
mito, di solito molto semplice, è spesso una
situazione di contrapposizione o di scontro, in cui
il protagonista positivo, l’eroe, deve affrontare
forze antagoniste che lo contrastano e lo
ostacolano. L’eroe non giunge solo e disarmato al
momento dello scontro decisivo: in suo favore
intervengono divinità amiche e presenze
benevole, pronte a fornirgli gli strumenti magici
indispensabili per poter superare difficoltà
altrimenti insormontabili.
 I personaggi e gli
eventi
 I personaggi sono spesso creature straordinarie e
soprannaturali: è frequentissima la presenza degli dei e di
esseri mostruosi; non di rado compaiono animali parlanti
con poteri eccezionali. Compare anche l’uomo, ma sotto
due aspetti ben distinti, quello dell’ uomo comune e quello
dell’eroe. Gli eroi, protagonisti di molti miti, sono uomini dai
poteri fuori dall’ordinario, coraggiosi, a volte figli di un dio e
di una creatura mortale; veri superuomini che lottano per
scopi nobilissimi; proiezione di tutto quanto l’uomo comune
aspira ad essere. In molti racconti di eroi il genere mitico
confluisce nella leggenda, di cui parleremo più avanti, e non
è sempre così facile stabilire confini netti e precisi fra i due
tipi di narrazione.
 Nella maggior parte dei racconti, i ruoli dei personaggi
sono riconducibili alle funzioni di protagonista, antagonista
(che ne ostacola l’azione) e di aiutanti del protagonista, in
funzione positiva, o dell’antagonista, in funzione negativa.
Gli eventi narrati sono molteplici, ma possiamo
tentare di riunirli in alcune categorie fondamentali:
• eventi della creazione dell’universo, degli dei,
dell’uomo, ecc.;
• eventi della creazione di importanti aspetti del
reale (astri celesti, fuoco, mare, fiumi, ecc.);
• fenomeni naturali (alternanza delle stagioni,
pioggia, vento, ecc.);
• fenomeni straordinari (diluvio, siccità, carestia,
ecc.);
• condizioni riguardanti l’uomo (la morte, la
rinascita, la vita eterna).
 CLASSIFICAZIONE DEI MITI PER GENERE
 Miti cosmogonici: sono quei miti che danno una spiegazione
dell’origine dell’universo, le cosidette cosmogonie, dal greco
kosmos=universo ordinato e goné=generazione.
 Miti teogonici: raccontano la nascita degli dei ( dal greco
theos=dio), le loro discendenze, i rapporti con i mortali, dei
quali assumono spesso le forme e il carattere.
 Miti dell’origine: riguardano la nascita e il destino degli
uomini e sono definiti antropogonie (dal greco anthropos=
uomo).
 Miti degli eroi [ercole/teseo] : narrano storie di personaggi
che si collocano tra il divino e l’umano, i cui campioni greci
sono Ercole, Giasone, Perseo, Teseo, Achille, ecc.
 Miti eziologici [Aracne]: sono miti che spiegano la causa di
un fatto divino o umano, come la nascita, l’origine di un rito
religioso (apollo che fonda il santuario di Delfi) la
costruzione di città (romolo e remolo fondano roma),
l’uccisione di mostri (teseo uccide il minotauro), i fenomeni
naturali (l’alternarsi delle stagioni),ecc.
Il mito trasmette agli uomini una sua
verità e ha il potere di fornirci
informazioni interessanti. Infatti dalle
narrazioni mitiche apprendiamo in quale
ambiente si è sviluppata la civiltà che le
ha prodotte: se era un ambiente
favorevole o ostile alla vita, se la civiltà
era pastorale o agraria, se
l’organizzazione sociale era di tipo
patriarcale o matriarcale, se era praticata
la poligamia o la monogamia. Ma le
informazioni più interessanti riguardano i
valori che quella civiltà praticava e i
principi a cui conformava azioni e
comportamenti. A queste domande e ad
altre ancora può risponde un mito, che
quindi conserva, anche dopo tempo
immemorabile, la capacità di fornire
indicazioni per ricostruire la storia dei
popoli.
Ma cosa ci
trasmette?
IL MITO DI
OSIRIDE
All'origine Osiride era un modesto dio della fertilità e
dello sviluppo vegetale. Il ciclo annuale della
vegetazione che muore e poi riappare concretizzò
l'idea della resurrezione ed egli diventò il dio della
morte e del risorgere alla vita eterna. Osiride era il
padrone, il protettore ed il giudice del defunto. Osiride
era il primo figlio di Nut e Geb, il fratello di Seth, Nefthi
ed Iside, che era anche sua moglie. Con Iside generò
Horo e, secondo alcune leggende, Nefthi sotto forma di
Iside, lo avrebbe sedotto e della loro unione sarebbe
sorto
Anubi.
Osiride portò la pace e la prosperità al suo popolo,
affiancato dal dio delle arti e della scienza Thot,
inventò i segni della scrittura e si adoperò per
civilizzare il resto del mondo, lasciando al governo
dell’Egitto la moglie Iside.
Bisogna ricordare, a questo punto, la leggenda del MITO DI
OSIRIDE che ci è stata tramandata, sotto forma di un resoconto
omogeneo, da Plutarco verso 100 d.C., poiché gli scritti egiziani
contengono soltanto allusioni. Secondo questa versione, Geb e Nut
misero al mondo, come riferisce la cosmogonia di Eliopolis, Osiride,
Seth, Nefthi ed Iside, come Haroeris, che proveniva già da una
relazione prenatale tra Osiride ed Iside. Osiride sposò sua sorella Iside
e ricevette da Geb la valle ricca del Nilo mentre Seth e Nefthi
ereditarono i vasti deserti circostanti. Diventato re, Osiride portò la
civilizzazione agli egiziani. Insegnò loro a coltivare i campi e diede loro
le prime leggi. Suo fratello e nemico, Seth, non poteva spodestarlo dal
trono, poiché Iside sorvegliava attentamente il regno del suo coniuge.
Seth ordì un inganno: con settantadue cospiratori, preparò una cassa
splendida esattamente alle misure di Osiride. Durante un banchetto,
promise di offrire la preziosa cassa a chiunque fosse riuscito ad
entrarci del tutto. Nessuno dei partecipanti soddisfece a questa
condizione, allora Osiride stesso si mise nella cassa. Immediatamente,
Seth ed i suoi chiusero il coperchio, inchiodarono la cassa e lo
gettarono nel fiume. Dopo lunghe ed inutili ricerche, Iside finisce per
trovare la cassa a Biblos, riportò il corpo in Egitto. Seth lo scoprì in un
momento di distrazione di Iside, tagliò il corpo di Osiride in quattordici
(o sedici) pezzi che sparse per tutto l'Egitto.
. Dopo la morte divenne il sovrano dell'oltretomba e simboleggiava
la continuazione della vita dopo la morte. Seth prese il potere ed il
trono. In barche di papiro, Iside e Nefthi navigarono nelle paludi
alla ricerca dei pezzi del corpo che raccolsero poco a poco. Ogni
città rivendicava un pezzo di Osiride: così a Philae, si trovava una
gamba, l'isola di Biggeh riparava una tomba di Osiride, Busiris
possedeva la colonna vertebrale (pilastro djed), la spalla
sinistra si trovava a Letopolis, ed a Abydos si trovava la sua
testa. Eccetto il fallo che era stato gettato nel Nilo ed
inghiottito dal pesce, Oxyrhynchus. Iside fabbricò la prima
mummia quindi, grazie alla magia, riuscì a renderle la vita
agitando le sue ali di falcone sopra di essa. Quindi scese sul corpo
del coniuge il tempo necessario per concepire il loro figlio
Horus. Dinanzi alle persecuzioni incessanti di Seth, Iside si
nascose con il figlio nelle paludi del delta ed ivi lo allevò. Esortò
Horus, una volta adulto, a vendicare suo padre e raccogliere
l'eredità reale.
ANALISI
Questo mito è uno dei principali racconti egiziani, per di più anche uno dei
più antichi. Infatti deriva da uno dei miti della cosmogonia (dal greco
“creazione del cosmo”)egizia, in particolare dall’Enneade di Eliopoli.
Osiride è infatti il figlio di Nut e Geb, due dei nove dei che stanno alla
base della cosmogonia egizia.
Ci è stato tramandato sotto forma di resoconto omogeneo da Plutarco
solo nel 100 d.C., poiché gli scritti egiziani contenevano soltanto allusioni.
Esso ha due significati principali: il primo è quello di giustificare l’origine e
le caratteristiche del culto; il secondo è un significato scientifico, che
spiega il ciclo vegetativo e il ciclo solare, attraverso la vita, la morte e la
resurrezione del dio.
In minima parte questo mito rappresenta anche la storia civilizzazione e
della nascita della cultura della società egizia.
Significati simbolici riguardanti il
culto e la religione:
La morte di Osiride: dopo la sua morte, il dio
diventa sovrano dell’oltretomba, simboleggiando
il continuo della vita dopo la morte. Questo è uno
delle basi principali della religione egizia.
Iside fabbrica la prima mummia grazie alla
magia: Iside risuscita il marito con la magia dopo
averlo mummificato. La mummificazione per gli
egiziani era il processo fondamentale per
preservare il corpo del defunto, garantendogli
così il continuo della vita nell’aldilà.
La mummia di Osiride: ha la pelle nera e verde.
Nera per simboleggiare il fatto che ormai è un
defunto e che continuerà quindi la sua vita
nell’aldilà. Verde per ricordare la sua azione sulla
vegetazione.
Significati scientifici:
La morte di Osiride: essendo il dio della fertilità e
dello sviluppo vegetale, la sua morte simboleggia la
fine del ciclo della vegetazione;
La resurrezione di Osiride: essendo il dio della
fertilità e dello sviluppo vegetale, la sua resurrezione
simboleggia della natura che muore e riappare.
Questi due simboli raffigurano anche il ciclo solare, che
sorge ogni giorno, poi scompare e infine “rinasce” ogni
mattina.
Significati culturali:
Osiride civilizza il suo popolo affiancato da Iside: egli
porta pace e prosperità alla sua gente e inventa le
prime forme di scrittura, creando una prima cultura
egiziana.
Iside invece inventò il sistro, istituì il matrimonio e
insegnò alle donne le arti domestiche e l'agricoltura.
È quindi evidente che tramite questo mito gli egiziani
abbiano provato a dare un inizio alla loro società e
alla loro storia.
IL MITO DEL
MINOTAURO
Minosse, re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro come simbolo
dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano,
promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli
mandò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la
bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue
mandrie e ne sacrificò un altro. Poseidone allora, per punirlo, fece
innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso.
Nonostante lui fosse un animale e lei una donna, ella desiderava
ardentemente accoppiarvisi, e voleva a tutti i costi soddisfare il proprio
desiderio carnale. Vi riuscì nascondendosi dentro una giovenca di legno
costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.
Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce,
appunto, il prefisso "minos" (che presso i cretesi significava re) con il
suffisso "taurus" (che significa toro).
Il Minotauro aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli,
pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché la
sua mente era completamente dominata dall'istinto animale, avendo la
testa, e quindi il cervello, di una bestia.
Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di
Cnosso costruito da Dedalo. Quando Androgeno, figlio di Minosse,
morì ucciso da degli ateniesi infuriati perché aveva vinto troppo ai
loro giochi disonorandoli, Minosse decise che, per vendicarsi la città
di Atene, sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni nove anni
sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si
cibava di carne. Allora Tèseo, eroe figlio del re ateniese Egeo, si
offrì di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna,
figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui. Così da promettergli
in cambio al suo aiuto il matrimonio.
Alla piccola entrata del labirinto Arianna diede a Tèseo il celebre
“filo d’Arianna", un gomitolo (di filo rosso, realizzato da Dèdalo) che
gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato. Quando
Tèseo giunse dinanzi al Minotauro, lo affrontò e lo uccise con la
spada (secondo altri, attese che si addormentasse e poi lo pugnalò,
mentre altre versioni riportano come la pelle del Minotauro fosse
invulnerabile, mentre il corno del minotauro perforasse ogni
armatura, quindi Teseo usò la sua spada per staccare un corno del
Minotauro e con questo lo trapassò).
Uscito dal labirinto, Tèseo salpò con Arianna alla volta di Atene,
montando vele bianche in segno di vittoria. Più avanti, però,
abbandonò la fanciulla dormiente sull'isola deserta di Nasso. Il
motivo di tale atto è controverso. Si dice che l’eroe si fosse
invaghito di un’altra o che si sentisse in imbarazzo a ritornare in
patria con la figlia del nemico, oppure che venne intimorito da
Dioniso che, in sogno, gli intimò di lasciarla là, per poi
raggiungerla ancora dormiente e farla sua sposa.
Arianna, rimasta sola, iniziò a piangere, finché apparve al suo
cospetto il dio Dioniso, che per confortarla le donò una
meravigliosa corona d'oro, opera di Efesto, che venne poi, alla
sua morte, mutata dal dio in una costellazione splendente:
la costellazione della Corona.
Poseidone, adirato contro Tèseo, inviò una tempesta che
squarciò le vele bianche della nave, costringendo l'eroe
ateniese a sostituirle con quelle nere (però spesso nelle varie
versioni sua madre Etra aveva avuto un rapporto sessuale con
Poseidone, quindi in queste versioni anche Poseidone
sarebbe padre di Teseo e perciò non lo avrebbe mai
ostacolato); altre versioni raccontano che per l'eccitazione per
la vittoria egli si dimenticò di issare le vele bianche, oppure gli
fu annebbiata la memoria dagli dei come punizione per aver
abbandonato Arianna. Infatti a Tèseo, prima di partire, fu
raccomandato da suo padre Ègeo di portare due gruppi di
vele, e di montare al ritorno le vele bianche in caso di vittoria,
mentre, in caso di sconfitta, egli avrebbe dovuto issare quelle
nere. Ègeo, vedendo all'orizzonte le vele nere, credette che
suo figlio fosse stato divorato dal Minotauro e si gettò
disperato in mare, che dal suo nome fu poi chiamato mare di
Ègeo, cioè Mar Egeo.
Analizziamolo, vi va?
Il mito del Minotauro è nato per spiegare
vari elementi della storia della civiltà
cretese. Esistono varie versioni di questa
storia e dei suoi vari elementi. Più avanti
verrà riportata la versione ritrovata nella
biblioteca Pseudo Apollodoro.
Elementi Reali:
Minosse, re di Creta: fatto dimostrato attraverso fonti
scritte e vari studi che testimoniano la tradizione del
popolo cretese di nominare con il suffisso Minos ogni
loro re;
Artista di corte Dedalo: notizia verificata attraverso
studi, ricerche derivate dall’analisi di varie fonti scritte e
documenti;
Teseo, eroe figlio di re Ateniese: notizia verificata
attraverso studi, ricerche derivate dall’analisi di varie
fonti scritte e documenti;
Sottomissione di Atene a Creta: varie fonti scritte
testimoniano che nel periodo tra il 2000 e il 1700 a. C. i
Cretesi avevano esteso il loro dominio sul mare. Questo
fenomeno, chiamato talassocrazia, sottometteva i popoli
ellenici, imponendo loro il pagamento di tributi ai minoici
per utilizzare le vie commerciali e marittime.
Significati simbolici:
Minotauro: rappresenta la divinizzazione del toro da parte dei
Cretesi;
Labirinto di Cnosso: è simbolo dello stupore provato dai
Greci nel vedere le immense costruzioni cretesi;
Sacrificio dei sette ragazzi e ragazze: simboleggiano i tributi
imposti dai minoici agli ateniesi durante il periodo della
talassocrazia;
La vittoria di Teseo: ad essa attribuisce l’inizio del dominio dei
Greci sul mar Egeo;
Corona d’oro donata ad Arianna: da essa nasce il nome
della costellazione della Corona;
Suicidio di Egeo, re di Atene: il mare in cui si getta e dove si
suicida prende il suo nome (Mar Egeo)
Teseo e il Minotauro, da Pseudo-Apollodoro, Biblioteca 3.1.4; 3.15.8
Pasifae[1], invaghitasi del toro[2], si procurò la complicità di Dedalo, che era un architetto
fuggito da Atene in seguito a un omicidio[3]. Egli fabbricò una mucca di legno montata su due
ruote, la prese e la scavò all'interno, poi la rivestì con una pelle bovina; infine, dopo averla
collocata nel prato in cui il toro soleva pascolare, vi fece entrare Pasifae. E il toro venne e si
congiunse a lei come fosse realmente una mucca. Così Pasifae diede alla luce Asterio, che fu
chiamato Minotauro: egli aveva il muso di toro, mentre il resto era umano*. In obbedienza a
certi oracoli[4], Minosse lo rinchiuse sotto custodia nel labirinto: il labirinto, costruito da
Dedalo, era un edificio che i suoi intricati meandri sviava dalla via d'uscita. *[…] Non molto
tempo dopo, Minosse, che aveva il dominio del mare, armò una flotta contro Atene,
conquistò Megara[5] e attaccò Atene con la flotta. Poiché la guerra si prolungava e Minosse
non riusciva a espugnare Atene, egli pregò Zeus di punire gli Ateniesi. Allora pestilenza e
carestia si abbatterono sulla città. […] Gli Ateniesi consultarono un oracolo sulla loro
liberazione e il dio rispose di concedere a Minosse la soddisfazione che avesse richiesto.
Recatisi dunque da Minosse, si dissero disposti a rendergli giustizia e Minosse impose loro di
inviare sette ragazzi e altrettante fanciulle, disarmati, come pasto per il Minotauro. Al tempo
del terzo tributo per il Minotauro, Teseo[6] fu incluso fra coloro che dovevano essere inviati al
Minotauro oppure, come affermano alcuni, si offrì spontaneamente. La nave aveva una vela
nera ed Egeo ordinò al figlio di spiegare delle vele bianche se fosse tornato sano e salvo.
Quando giunse a Creta, Arianna, figlia di Minosse, che nutriva verso di lui sentimenti
d'amore, gli offrì subito il suo aiuto perché egli acconsentisse a condurla ad Atene
prendendola come sposa. Teseo si impegnò con un giuramento; allora ella pregò Dedalo di
rivelarle la via d'uscita del labirinto e dietro suo consiglio diede un filo a Teseo che si
accingeva a entrare: ed egli, dopo averlo assicurato alla porta, entrò svolgendolo dietro di sé.
Dopo aver trovato il Minotauro nella parte più nascosta del labirinto lo uccise colpendolo con
i pugni e poi uscì riavvolgendo il filo. Durante la notte giunse a Nasso insieme ad Arianna e ai
fanciulli; lì Dioniso si innamorò di Arianna e la rapì.
Questionario(analisi narrativa)
1.Individua i fatti principali (sono circa 6)
2.Dove si svolge la vicenda? Com’è lo spazio?
3. Com’è il tempo, determinato o indeterminato?
4.I protagonisti sono a)divinità; b)figure di eroi; c)persone comuni; d)mostri.
5.Accanto a ciascun personaggio, scrivi il ruolo che svolge nella vicenda:
Ruolo nella vicenda
Personaggio
Pasifae
Minotauro
Dedalo
Minosse
Teseo
Arianna
Dioniso
 Questionario: comprensione del testo e del genere
 6.Perché Teseo si trova a dover affrontare il
Minotauro?
 7.Secondo te il mito di Teseo e Arianna rientra
nella categoria dei
a) miti cosmogonici;
b)miti teogonici;
c)miti eroici;
d)miti antropogonici.
Perché?
 Questionario(analisi narrativa svolta)
 1. a) Nascita del Minotauro b) Minosse, re di Creta, rinchiude il
mostro nell’edificio, il labirinto costruito da Dedalo c) Minosse
alla conquista della Grecia d) Minosse impone i tributi agli
ateniesi e) Grazie all’aiuto di Arianna Teseo uccide il
Minotauro e salva i fanciulli f) Durante il viaggio di ritorno
Dioniso rapisce Arianna a Nasso.
 2.Principalmente la vicenda si svolge all’isola di Creta
 3. Il tempo è indeterminato poiché la datazione non è precisa,
tuttavia nel testo ci sono dei riferimenti all’epoca della
talassocrazia Cretese (1700 a.C.)
 4.I protagonisti sono figure di eroi
5.Accanto a ciascun personaggio, scrivi il ruolo che svolge nella vicenda:
Ruolo nella vicenda
Personaggio
Pasifae
Moglie di Minosse madre del Minotauro e di
Arianna
Minotauro
Creatura mostruosa corpo umano testa di
toro
Dedalo
Architetto di corte, costruttore del labirinto
Minosse
Re di Creta dominante anche sulla Grecia
Teseo
Eroe figlio del re d’Atene Egeo, libera Atene
dal pagamento dei tributi umani
Arianna
Figlia di Minosse e Pasifae, aiuta Teseo nella
sua impresa
Dioniso
Dio del vino, si innamora di Arianna e la
rapisce
 Risposte al questionario: comprensione del testo e
del genere
 6. Teseo si ritrova ad affrontare il Minotauro per
liberare la sua città, Atene, dal dominio cretese.
Infatti in quegli anni Minosse aveva vinto la guerra
contro Atene per i traffici commerciali controllando
in modo indiretto la città. Pertanto gli ateniesi
,ogni nove anni, erano costretti a pagare tributi
umani ai cretesi.
 7. Il mito del Minotauro è un mito eroico perché
narra le incredibili gesta eroiche di Teseo, principe
ateniese che libera la sua città dal dominio
cretese.
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