Lingua e Letteratura Sanscrita Lineamenti di lingua sanscrita e di
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Lingua e Letteratura Sanscrita Lineamenti di lingua sanscrita e di
Lunedì 14.30-16.30 - aula Istituto Mercoledì 12.30-14.30 aula Venerdì 08.30-10.30 aula di Glottologia 104 Via 104 Via Via Festa del Festa del Festa del Perdono Perdono Perdono • Unità didattica A (20 ore 3 crediti) • Lineamenti di lingua sanscrita: fondamenti di grammatica elementare, inquadramento linguistico ed elementi di storia della lingua; esercizio di traduzione. • Lineamenti di storia della letteratura indiana: questioni di oralità e scrittura; la letteratura dell’India antica: dai Veda all’epica tradizionale sanscrita. • Unità didattica B (20 ore 3 crediti) • Lineamenti di lingua sanscrita: approfondimento di grammatica sanscrita con particolare attenzione all’esercizio di traduzione. • Lineamenti di storia della letteratura indiana: questioni di oralità e scrittura; i pracriti come lingue letterarie: il caso del pāli; la letteratura d’arte. • Unità didattica C (20 ore 3 crediti) • Lineamenti di lingua sanscrita: approfondimento di grammatica sanscrita con analisi linguistica e traduzione di passi letterari in sanscrito classico. • Lineamenti di storia della letteratura indiana: approfondimenti sulla letteratura d’arte. • Unità didattica A: • Grammatica di riferimento: C. Della Casa, Corso di Sanscrito, Unicopli, Milano (varie ristampe). • G. Boccali, S. Piano, S. Sani, Le letterature dell’India, Torino, UTET Libreria, 2000, pp. 7-65 e 125-218. • Unità didattica B • Grammatica di riferimento: C. Della Casa, Corso di Sanscrito, Unicopli, Milano (varie ristampe). • G. Boccali, S. Piano, S. Sani, Le letterature dell’India, Torino, UTET Libreria, 2000, pp. 78-116. • Poesia indiana classica, S. Lienhard e G. Boccali, Marsilio, Venezia 2009. • Per ciascun dei moduli A e B, è prevista la traduzione di uno specifico gruppo di esercizi; gli studenti dovranno perciò portare all’esame quelli analizzati durante le lezioni. • Unità didattica C • Grammatica di riferimento: C. Della Casa, Corso di Sanscrito, Unicopli, Milano (varie ristampe). • G. Boccali, S. Piano, S. Sani, Le letterature dell’India, Torino, UTET Libreria, 2000, pp. 385466. • Aśvaghoṣa, Nanda il Bello (Saundarananda), a cura di Alessandro Passi, Milano, Adelphi, 1985 ed edizioni successive. • Ārya Śūra, La ghirlanda delle nascite. Le vite anteriori del Buddha (Jātakamālā), a cura di R. Gnoli, Milano, Rizzoli 1991 ed edizioni successive; in alternativa Āryaśūra, Le vite passate del Buddha (Jātakamālā), Roma, Ubaldini 1985 ed edizioni successive. • I testi da leggere e tradurre saranno distribuiti in copia xerografica. • • Programma per studenti non frequentanti Il programma per gli studenti non frequentanti prevede l’aggiunta dei seguenti testi: • • Unità didattica A: R. Salomon, Indian Epigraphy, Oxford University Press 1998; pp. 7-56; 7294: materiale in xerocopia. B. Lo Turco, “Propagation of Written Culture in Brahmanical India”, in Scripta. An International Journal of Codicology and Paleography, 6 (2013), pp. 85-93: materiale in xerocopia. • • • Unità didattica B: A. Aklujkar, “The Early History of Sanskrit as Supreme Language” in Ideology and Status of Sanskrit. Contributions to the History of the Sanskrit Language, ed. by J. E.M. Houben, Leiden-New York-Koln, E.J. Brill 1996, pp. 59-85; materiale in xerocopia. • Unità didattica C: Sh Pollock, “The Sanskrit Comopolis, 300-1300: Transculturation, Vernacularization, and Question of Ideology”, in Ideology and Status of Sanskrit. Contributions to the History of the Sanskrit Language, ed. by J. E.M. Houben, Leiden-New York-Koln, E.J. Brill 1996, pp. 197-247; materiale in xerocopia. saṃskṛta- • Forme verbali < rad. saṃ-s-kṛ- “compiere, completare, preparare congiuntamente” • Rituale agnicayana: costruzione dell’altare del fuoco, descritta in alcuni manuali vedici di esegesi e di prescrizione rituale detti brāhmaṇa- “quanto pertiene al bráhman-:neutro-formularità rituale, principio assoluto che vivifica e potenzia il rituale, rendendolo efficace; “quanto pertiene al/ai brahmán- i sacerdoti che sopraintendono alla esecuzione rituale” • Śatapatha brāhmaṇa: manuale ritualistico dei “Cento cammini” (VIII sec. a.C.) • Mito cosmogonico: Prajāpati e “composizione” e “ricostituzione” delle membra del corpo della divinità • annaṃ saṃ-s-kṛ: “preparare cibo” offerto nel fuoco > mattone con cui costruire l’altare • mattoni: frammenti discontinui di fuoco solidificato > frammenti del corpo del dio • anyam ātmānam saṃskurvanti: preparano un altro sésostanza corporea • mattoni-metri-chandas • mattoni-parola-vāc; • mattoni-veda : vācaṃ hy evaitām saṃskurute- “in effetti parola, proprio questa (parola), prepara” (ŚB X 5. 1. 3) parola divina: • Bharata, Nāṭyaśāstra (II a.C.-II d.C.) • 14.5 / 17.1 dvi-vidhaṃ hi smṛtaṃ pāṭhyaṃ saṃskṛtaṃ prākṛtaṃ tathā / in effetti la recitazione è di due tipi - è stato ricordato - : ossia “perfetta” e “naturale”/ […] evaṃ tu saṃskṛtaṃ pāṭhyaṃ mayā proktaṃ samāsataḥ / prākṛtasya tu pāṭhyasya saṃpravakṣyāmi lakṣaṇam // Invero la rececitazione “perfetta” è stata da me esposta in breve / ora esporrò il carattere della recitazione “naturale”. • Rāmāyaṇa di Vālmīki (IV-III a.C – I-II d.C) 5.28.17-19 • […] vācaṃ codāhariṣyāmi mānuṣīm iha saṃskṛtāṃ // yadi vācaṃ pradāsyāmi dvi-jātir iva saṃskṛtāṃ / rāvaṇaṃ manyamānā māṃ sītā bhītā bhaviṣyati // avaśyam eva vaktavyaṃ mānuṣaṃ vākyaṃ arthavat / […] // • Qui riporterò una parola umana “perfetta”; se presenterò una parola “perfetta” come fosse di un brahamano, Sītā si spaventerà, credendomi Rāvaṇa. Si deve necessariamente pronunciare un discorso dotato di senso in forma umana. • vāc saṃskṛtā : parola “perfetta” : continuum linguistico? • propria di una dimensione divina, daivī vāc contrapposta all’umana, già di ascendenza vedico-ritualistica. • propria dei due volte nati -dvi-jāti-, che rappresentano una condizione umanamānuṣa particolare: lingua che “marca” la classe colta, sia come lingua letteraria (repertorio di testi sacri), sia come registro linguistico elevato di una lingua d’uso. • proprio della condizione umana – mānuṣa-, condizione comune: registro “mondano, profano”-laukika-, di uso quotidiano. - saṃskṛta: aggettivo che qualifica vāc- / pāṭhya(gerundivo del causativo della rad. paṭh-“recitare” > “far recitare, insegnare”), ma situazione fluida: A) due accezioni in termini di continuum linguistico e diglossia 1- alto-ricercato-“artificiale”-colto (brahmanico: letterario-sacrale) 2- naturale-umana-“uso”-quotidianofamiliare (donne-classe sociali inferiori); B) saṃskṛta ≠ prākṛta: perfetto-colto contrapposto a ciò che è naturale/grezzo e quotidiano: non solo due registri, ma anche due lingue diverse, di cui una è percepita come una degenerazione/naturalizzazione della prima, “perfetta” in quanto artificiale e letteralizzata: bilinguismo - diglossia • saṃskṛta: sinonimo di daiva-vaidika • prākṛta: sinonimo di mānuṣa-laukika-deśin • Kāmasūtra di Vātsyāyana (III d. C) • 1. 4 nātyantaṃ saṃskṛtenaiva nātyantaṃ deśabhāṣayā / né con una (parlata) eccessivamente “perfetta”, né con una parlata eccessivamente vernacolare. saṃskṛta-(bhāṣā) ≠ deśa-bhāṣā: due registri linguistici o due lingue diverse, uno elevato, l’altro più regionale; una sorta di lingua ideale “cortigiana” Trasformazioni culturali: - Cultura stanziale e urbanizzazione - Stati territoriali e non più tribali > impero Maurya III a.C. - Crisi del sistema vedico-sacerdotale (ortoprassi rituale) > eterodossie (Buddhismo, Jainismo, ecc.) - Sistema dharmico < dharma; revisionismo e inclusivismo sacerdotale e nuova tassonomia; hinduismo • daivī vāc: lingua sacra contrapposta all’umana: testi del corpus “vedico”: chandas o lingua vaidika > ortoprassi vedica e studio del corpus vedico o veda • mānuṣī vāc: lingua profana ma colta, parlata dalla classe dei dotti-istruiti (śiṣṭa-), che ha accesso ai testi sacri e in generale letteralizzata (i due volte nati -dvi-jāti- o classe sacerdotale): bhāṣā o lingua laukika > lingua d’uso in contesto sociale e culturale elevato e ortodosso-dharmico • prākṛtā bhāṣā (IV sec. a. C.): parlata regionale, dialetto, parlanti di più categorie sociali, comunicazione quotidiana, familiare, uso corrente > eterodossie, editti dell’impero Maurya .: nel “gioco” della rifondazione dell’auctoritas brahmanica, rispondente all’esigenza di preservare il privilegio culturale antico: A) conservazione del repertorio testuale vedico B) rideterminazione del primato culturale e “politico” – non esclusivamente ritualistico-sacrale – : testi non solo rituali > letteratura dharmica: epica, narrativa, trattatistica, esegetica, ecc. > lingua non esclusivamente ritualistico-sacrale C) riconoscimento di un’autorità linguistica: > grammaticalizzazione e codificazione linguistica Grammatica: vyākaraṇa Pāṇini – V-IV a.C. - Aṣṭādhyāyī Kātyāyana – III a.C. – Vārttika Patañjali – III-II a.C.- Mahābhāṣya Patañjali (VI. 3. 109): si domanda chi sia śiṣṭa- Sono vayākaraṇa: esperti di vyākaraṇa - Sono brāhmaṇa, sono prāmaṇa-criterio di veritàautorità in merito agli elementi che costituiscono una lingua (śabda); vivono nell’Āryāvarta-regione degli Ārya - Dunque a che serve l’opera di Pāṇini se già esistono dei dotti che sono tali per natura, in quanto parlano correttamente? - Serve per riconoscere questa categoria di esseri umani, che parlano correttamente come per un dono divino “Ma come possono gli śiṣṭa essere riconosciuti grazie alla grammatica? Qualcuno che ha studiato la grammatica vede un altro che, senza averla mai studiata, usa le forme che qui sono prescritte. E osserva: sarà senza dubbio per un favore divino o un dono naturale che costui, senza aver studiato la grammatica, usa le forme che vi sono prescitte? E di erto ne conoscerà altre ancora…” Osservazioni: - la conoscenza della grammatica paniniana è garanzia di una competenza linguistica superiore, di ascendenza divina: > la lingua codificata da Pāṇini legittima la posizione sociale superiore di quanti la usano - due categorie di parlanti: 1) quanti usano tale lingua come lingua madre; 2) quanti usano tale lingua come lingua2, appresa dallo studio: qual è dunque la lingua1? - Legittima la diffusione di tale lingua al di fuori delle regioni della pianura gangetica • Qual è la lingua “parlata” dai dotti-śiṣṭa, o meglio grammaticalizzata? • Si tornino a considerare le attestazione di Bharata e del Rāmāyana, ecc. • E’ la variante profana della lingua di ascendenza sacrale della classe sacerdotale: lingua di cultura, dotta e letteraria, elegante e “cortigiana”, espressione della superiorità socio-culturale di chi la usa, in grado di conferire legittimazione culturale-politicosociale: dal I al IV sec. d.C.: “sanscritizzazione” del sud dell’India. • “sanscrito” verrà a indicare proprio questa lingua. • • • • • • • • • • Radici verbali: kṛ smṛ paṭh > pāṭhya śās > śās-tra; śiṣṭa vac > vāc-; vacas-; vāk-ya-; uk-ta sṛ- > saras nam > namas bhāṣ > bhāṣā; bhāṣ-ya jan > jāti; pra-jā • • PP (P) gata - kṛta - smṛta - śiṣṭa – ukta Neutri in –as Namas, svaras, chandas, vacas, manas, tapas • • Prefissi: sam – vi – ā - pra • ā ī ū ṛ ṝ ḷ ṅ ñ ṭ ḍ ṇ ś ṣ ṃ ḥ