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strutture ricettive (pptx, it, 85 KB, 10/26/14)

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strutture ricettive (pptx, it, 85 KB, 10/26/14)
• Legge quadro n. 217 del 1983 = prima legge quadro sul turismo = gestione
di strutture destinate a fornire ospitalità al pubblico è impresa turistica.
• Legge n. 135 del 2001 = sono imprese turistiche quelle che esercitano
attività
economiche,
organizzate
per
la
produzione,
la
commercializzazione e la gestione di prodotti, di servizi, tra cui gli
stabilimenti balneari, di infrastrutture e di esercizi, compresi quelli di
somministrazione, facenti parte dei sistemi turistici locali, concorrenti alla
formazione dell’offerta turistica.
• Codice del turismo = non richiede più l’iscrizione al registro delle imprese
come condizione per l’esercizio dell’attività turistica.
• È necessaria l’iscrizione solamente per fruire delle agevolazioni, dei
contributi, delle sovvenzioni, degli incentivi, dei benefici
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Decreto legislativo n. 79 del 2011 «Codice del turismo» = tentativo di riordino
della materia del turismo.
Sentenza n. 80/2012 dichiara incostituzionale gran parte del codice del
turismo per eccesso di delega = il Governo avrebbe potuto solamente
raggruppare e riordinare le norme statali incidenti sulla materia del turismo,
negli ambiti di sua competenza esclusiva e per la tutela di sicuri interessi di
rilievo nazionale. Non era invece possibile e legittimo una disciplina legislativa
statale nuova dei rapporti tra Stato e regioni nella materia del turismo.
Legge n. 135/2001 concepita quando ancora l’art. 117 Cost. individuava il
turismo come materia concorrente = nuova legge quadro che comunque finì
per adeguarsi al nuovo riparto delle competenze della modifica costituzionale
del titolo V = turismo come materia residuale o esclusiva regionale.
Legge n. 135/2001 = fissava alcuni principi molto generali. La concreta
individuazione delle regole minime comuni uniformi su tutto il territorio
nazionale per i temi che si presupponeva dovessero avere una disciplina
uniforme si rinviava ad un regolamento governativo d.p.c.m.
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D.P.C.M. nel contesto della fissazione dei principi e degli obiettivi per la
valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico avrebbe dovuto stabilire:
Individuazione dei tipi di imprese turistiche operanti nel settore e delle attività
di accoglienza non convenzionale; criteri e modalità di esercizio su tutto il
territorio nazionale delle imprese turistiche per le quali si ravvisa la necessità
di standard omogenei ed uniformi; standard minimi di qualità delle camere di
albergo e delle unità abitative delle residenze turistico-alberghiere e delle
strutture ricettive in generale; standard minimi di qualità dei servizi offerti
dalle imprese turistiche cui riferire i criteri relativi alla classificazione delle
strutture ricettive; requisiti e standard minimi delle attività ricettive gestite
senza scopo di lucro; requisiti e standard minimi delle attività di accoglienza
non convenzionale.
La legge n. 135/2001 stabiliva che il d.p.c.m. quando entrava in vigore avrebbe
abrogato la legge quadro n. 217 del 1983.
Legge n. 217/1983 = art. 6 = elencazione dettagliata dei tipi di strutture
ricettive = fondamento della gran parte della legislazione regionale tuttore
vigente.
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Dopo l’entrata in vigore della riforma costituzionale del titolo V il decreto
statale rimetteva alle Regioni e alle province autonome che avrebbero dovuto
provvedere concordemente la definizione dei tipi di strutture ricettive.
Le Regioni però non hanno raggiunto alcuna intesa = difficoltà di
autocoordinarsi.
Codice del turismo decreto legislativo n. 79/2011 = tentativo di colmare un
vuoto.
La Corte costituzionale ha ritenuto che il codice del turismo abbia recepito e
coordinato in una legge statale nozioni e concetti provenienti dalle leggi
regionali, determinando una variazione del riparto di competenze fra Stato e
Regioni violando i limiti della delega legislativa. La delega infatti si limitava alla
c.d. semplificazione normativa, non avendo alcun oggetto collegato al turismo.
La disciplina delle strutture ricettive oggi è priva di un quadro di riferimento
unitario in materia di identificazione delle varie tipologie, delle regole di
semplificazione per la gestione ecc.
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Art. 6 legge n. 217/1983: classificazione delle strutture ricettive e di regolamentazione
del vincolo alberghiero = superamento dell’impostazione albergocentrica.
Ruolo della ricettività extraalberghiera.
Legge n. 217/1983 = definizione di principi della materia concorrente turismo = viene
lasciato spazio all’individuazione da parte delle leggi regionali di ulteriori categorie di
strutture ricettive.
Elenco dei principali tipi di strutture ricettive: alberghi, motels, villaggi-alberghi,
residenze turistico-alberghiere, campeggi, villaggi turistici, alloggi agro-turistici, esercizi
di affittacamere, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, ostelli per la gioventù,
rifugi alpini.
Le regioni erano poi libere di individuare altri tipi di strutture ricettive.
Regioni = individuano rifugi escursionistici, bivacchi fissi, posti tappa escursionistici,
beauty farms, alberghi dimora storica ecc. Sono tutte sottospecie dei tipi di strutture
ricettive di base.
Strutture allestite dagli enti locali = mini aree di sosta, parchi di vacanza.
Regioni hanno anche individuato nuovi tipi di strutture ricettive = residenze di
campagna, bed and breakfast.
• Codice del turismo ha riconosciuto i nuovi tipi di strutture ricettive previsti
dalle leggi regionali.
• 1) Strutture alberghiere e paralberghiere: alberghi tradizionali, motels,
villaggi albergo, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi, residenze
d’epoca alberghiere, beauty farm, bed and breakfast.
• 2) Strutture ricettive extralberghiere = strutture ricettive attrezzate per il
soggiorno di persone o gruppi gestite, al di fuori dei normali canali
commerciali, da enti pubblici, associazioni o enti religiosi operanti senza
fine di lucro per il conseguimento di fini sociali, culturali, assistenziali,
religiose, o sportive, nonché da aziende per il soggiorno dei propri
dipendenti e loro famigliari.
• 3) Strutture ricettive all’aperto = campeggi e villaggi turistici.
• 4) Strutture ricettive di mero supporto.
• Nozione di attività ricettiva = produzione di servizi per l’ospitalità.
• Problema importante = classificare e identificare gli standard delle
strutture ricettive = conflitti di competenza tra Stato e Regioni.
• Fissare criteri uniformi di classificazione per tutto il territorio nazionale
attiene alla tutela di interessi unitari di grande importanza.
• Lo Stato può allora intervenire facendo riferimento a titoli trasversali come
la tutela della concorrenza e del consumatore.
• Codice del turismo = attribuiva al Presidente del Consiglio o al Ministro
competente di fissare con decreto, previa consultazione delle
organizzazioni di categoria e con l’intesa delle Regioni e delle Province
autonome gli standard minimi nazionali e le dotazioni per la classificazione
per tutte le imprese turistiche con l’esclusione delle strutture
agrituristiche.
• Codice del turismo = lasciava alle Regioni e alle Province autonome la
possibilità di introdurre standard migliorativi rispetto a quelli minimi
nazionali e di differenziare i servizi previsti in base alle esigenze territoriali.
• Codice del turismo = annullato dalla Corte costituzionale.
• Risultano ancora in vigore alcune norme della legge n. 217/1983 per varie
ragioni:
• Perché le Regioni non hanno introdotto proprie classificazione delle
strutture ricettive; inoltre perché il sistema di classificazione della legge
del 193 è stato preso a riferimento dal decreto presidente del consiglio
ministro d.p.c.m. 21 ottobre 2008 che ha definito gli standard minimi dei
servizi e delle dotazioni per la classificazione degli alberghi.
• Grande difformità rispetto ai criteri di attribuzione della categoria.
• Controlli amministrativi sulle strutture ricettive: obbligo di registrazione e
comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza delle generalità delle
persone alloggiate, degli arrivi e delle partenze.
• Obbligo gravante sui gestori di tutte le attività ricettive.
• Si può dare alloggio esclusivamente con esibizione di carta di identità
• Legge n. 135/2001 = abolizione dell’obbligo dei gestori di conservare le
schede di presenza.
• Decreto legge n. 210/2011 = vi è solo l’obbligo di comunicazione, non di
conservazione, dei dati entro le 24 ore successive all’arrivo del cliente alle
questure con i mezzi informatici.
• Autorizzazione unica rilasciata dal Sindaco all’apertura e al trasferimento
di sede degli esercizi ricettivi.
• Sportello unico.
• Disciplina dei prezzi. Tre fasi.
• 1) prima della legge n. 217/1983 = prezzi amministrati =
operatori avevano solo una funzione consultiva;
• 2) legge n. 217/1983 = codeterminazione delle tariffe da parte
dell’amministrazione e delle categorie interessate;
• 3) legge n. 284/1991 = libera determinazione dei prezzi decisa
dagli operatori.
• Titolo V = sentenza Corte cost. n. 80/2012 = l’obbligo di
comunicazione dei prezzi alle regioni rientra nella competenza
legislativa esclusiva regionale.
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