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Bullismo e adolescenti 1
Una sfida per la scuola L’adolescente e la costruzione di una nuova identità: le trasformazioni fisiche Il primo passo che l’A. deve affrontare: la riorganizzazione della propria identità corporea. La pubertà è un periodo di transizione dal punto di vista biopsicosociale: è segnalato da una serie di variazioni di tipo neuro endocrino e da un insieme di cambiamenti a livello psicologico e comportamentale che innescano mutamenti nel contesto sociale in cui l’A. è inserito. L’adolescente e la costruzione di una nuova identità: le trasformazioni fisiche I livelli ormonali cominciano ad aumentare nel corso della fanciullezza e subiscono un’accelerazione durante la preadolescenza. Gli ormoni androgeni (che organizzano il sistema riproduttivo), sospesi durante la prima infanzia (fase di latenza) vengono riattivati, segnale che indica l’inizio dello sviluppo puberale. L’adolescente e la costruzione di una nuova identità: le trasformazioni fisiche Ai fattori ormonali è ricondotta quella reattività emotiva tipicamente considerata una delle caratteristiche del soggetto preadolescente Livelli maggiori di gonadotropine e di altri ormoni puberali risultano associati con l’affettività negativa e difficoltà di adattamento che si riscontrano spesso in questa fase dello sviluppo. L’adolescente e la costruzione di una nuova identità: le trasformazioni fisiche Lo sviluppo puberale è caratterizzato anche dallo sviluppo dei caratteri sessuali secondari con variazioni per l’ordine di comparsa e la velocità di sviluppo. L’inizio della pubertà è collocabile entro un arco di tempo flessibile (uno scarto di 4 o 5 anni). La maturazione fisica del sesso femminile appare più precoce rispetto al passato e tende a precedere quella del sesso maschie di 18-24 mesi. IL cervello degli adolescenti A livello microscopico ancora permangono immaturità di alcune aree della corteccia. La corteccia prefrontale, situata nella zona anteriore dei lobi frontali si sviluppa fin dalla fase neonatale: è stato riscontrato che i circuiti cerebrali vanno incontro a fasi di crescita e a fasi di potatura, ossia a una maturazione di tipo discontinuo, definita per questo “a onde”, contrassegnata dal manifestarsi di alcune funzioni, connesse allo sviluppo di una specifica area o struttura del cervello. L’aumento della crescita dei circuiti è costante, nell’infanzia e nella preadolescenza (7-15). Tre i 16 e i 20 anni l’ondata di crescita interessa i lobi parietali e temporali. Il cervello degli adolescenti Tra i 16 e i 20 anni nei circuiti del lobo frontale interviene una rilevante potatura che riduce i neuroni in eccesso e aumenta la stabilità e l’efficienza di quelli che hanno stabilito connessioni capaci di inibire diversi comportamenti impulsivi. E’ proprio in questo periodo che si affermano progressivamente la capacità di gestire le emozioni, sia la disponibilità ad ammettere punti di vista diversi dai propri. La corteccia prefrontale, che sovrintende sia alla pianificazione che all’organizzazione di svariati comportamenti, nonché alla gestione delle emozioni e all’inibizione di risposte “non appropriate”, necessita per maturare di un tempo maggiore rispetto ad altre aree della corteccia cerebrale Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo puberale Cambiamenti di vasta portata, che comportano ripercussioni di una certa entità, spesso imprevedibili, sconosciuti e non immaginabili Paure fisiologiche che riguardano l’adeguatezza del proprio corpo in termini per esempio di dimensioni del seno, oppure di altezza. Ansie e timori per il confronto del proprio corpo con quello dei coetanei, per la variabilità interindividuale nello sviluppo e per la disarmonia della crescita delle varie parti del corpo e per il timore della presenza di qualche anormalità nel proprio corpo, legata ad un’eccessiva preoccupazione per la propria immagine corporea (dismorfofobia) Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo puberale Perdita del senso di stabilità e di autostima in coincidenza con la perdita di quelle fattezze infantili su cui si giocavano rapporti di affettività e tenerezza. Preoccupazione per alcuni cambiamenti fisici puberali, come l’acne, che per la severità di alcune forme può comportare un marcato disagio psicologico. Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo puberale Differenze di genere in modo positivo I ragazzi sperimentano in maniera positiva i cambiamenti fisiologici nell’altezza e nel peso, l’aumento della massa corporale in sintonia con la cultura occidentale che sembra favorire i ragazzi più forti e muscolosi. Le ragazze sperimentano in maniera negativa i normali cambiamenti nell’altezza e nel peso, soprattutto per gli aumenti del peso e del grasso, condizionate dalle immagini di donna che enfatizzano l’esilità del corpo come attrattività fisica del corpo femminile. Entrambi, ragazze e ragazzi, sono condizionati in modo ossessivo dall’aspetto e da fattori estetici che condizionano la vita di relazione e soprattutto l’accettazione da parte dei pari. Anche la precocità o il ritardo del processo puberale possono determinare ripercussioni psicologiche per entrambi i sessi. Per i ragazzi la precocità può rappresentare un elemento facilitante, per l’assunzione di un ruolo di leader nel gruppo e per l’ammirazione dei pari; Le ragazze hanno difficoltà maggiori per l’anticipazione dello sviluppo ad un aumento di controllo puberale: l’arrivo del menarca può corrispondere ad un aumento di controllo da parte della famiglia e quindi a un restringimento della propria libertà. Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo puberale Criticità di genere L’immagine del corpo delle ragazze nel corso dell’adolescenza e i cambiamenti di peso in relazione allo sviluppo legati alla pubertà possono sfociare in modalità comportamentali non sane: abitudine alle diete, allo sviluppo di disagi depressivi e irrealistiche, all’anoressia nervosa, alla bulimia…) Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo puberale Non ne sono immuni i ragazzi: i modelli maschili sono spesso palestrati con spalle ampie e muscoli addominali ben delineati, immagini maschili presentate dai media come irraggiungibili. Si parla di bigoressia, forma di esercizio fisico ossessivo. Alcuni ragazzi possono ricorrere a steroidi, altri invece, che nutrono insoddisfazione per il proprio corpo, possono entrare in forme di depressione e di disagio emotivo. Un nuovo modo di pensare Con il processo maturativo del cervello, l’adolescente evolve nelle sue capacità cognitive sia in senso qualitativo che quantitativo, perché il ragazzo acquisisce la capacità di effettuare operazioni mentali che non riguardano solo fatti fisici, ma arrivano ad includere le possibilità logiche del pensiero stesso e la capacità di trarne le conseguenze. Non più vincolato a oggetti e fatti della realtà, può accedere ad un livello ipotetico e astratto. Il pensiero giunge allo “stadio dialettico“: capace di costruire teorie e di analizzare problemi teorici, ma anche di aprirsi alle opinioni altrui, accettando l’esistenza di punti di vista differenti. Un nuovo modo di pensare Criticità Variabilità individuale del funzionamento cognitivo: non tutti gli adolescenti raggiungono la nuova caratteristica “combinatoria” del cervello, alcuni restano bloccati a livelli inferiori, perché il progresso cognitivo è influenzato anche dagli stimoli culturali provenienti dall’ambiente di appartenenza. Questo crea problemi di apprendimento scolastico di vario tipo. Un nuovo modo di pensare Sintesi sviluppo cognitivo: Il pensiero dell’adolescente si basa sul possibile e non sul “qui ed ora”; Sviluppa un ragionamento di tipo scientifico grazie alla capacità di generare ipotesi e sottoporle a verifica; Comincia a fare progetti per il futuro con un’attività mentale di pianificazione; Sviluppa la capacità metacognitiva, capacità di riflettere sul proprio pensiero; Il pensiero arriva a comprendere argomenti riguardanti la propria interiorità (Keating) L’adolescente verso un’autonoma definizione di sé • il senso di unicità personale, con cui ci percepiamo distinti dagli altri e dal mondo intorno a noi; • Il senso di continuità personale, per il quale riusciamo a conservare una coerenza relativa alla nostra individualità Identità, “Sé”, “Io” indicano • Il senso di autonomia personale, che ci consente di avere la padronanza dei nostri pensieri e delle nostre azioni Identità, “Sé”, “Io” Identità, “Sé”, “Io” L’identità coincide con un senso oggettivo di coesione e di stabilità, realizzato, in un processo dinamico, tramite un’integrazione delle rappresentazioni di Sé sviluppate nel passato con quelle proiettate nel futuro. Crisi di identità dell’A. : è caratterizzata dall’antitesi tra identità e confusione di ruolo, perché questa è l’epoca della vita nella quale l’individuo può oscillare tra la sensazione di aver trovato una definizione di sé e l’impressione contraria di un senso di perdita della propria personalità (Eriksson). Identità, “Sé”, “Io” L’incertezza della società attuale, l’insicurezza, la perdita di valori strutturati, strutturano società “liquide” (Zygmunt Bauman). L’identità da costruire si posticipa in età adulta, in quanto l’individuo si percepisce come segregato nell’indeterminatezza, non può contare su un sicuro senso di appartenenza, né sul riconoscimento da parte degli altri. Si resta così sedotti da identità imposte da modelli esterni e, come tali, destinate a essere mobili, mai date una volta per tutte. Identità, “Sé”, “Io” Identificazioni sfuggevoli e mobili a causa di legami mutevoli sia in ambito privato che in ambito sociale; La precarietà della struttura familiare con conseguente indebolimento dei ruoli genitoriali; Relazioni intime e affettive che rispondono sempre più a parametri di tipo edonistico piuttosto che affettivo. Presentificazione e impossibilità di prospettarsi un futuro. Adolescenti personalità “patchwork” Personalità che si strutturano attraverso una serie di collage di esperienze frammentarie, rimanendo prive di un nucleo stabile di sostegno. L’influenza della cyber cultura che ha smantellato tutti i confini spazio-temporali con bersagliamento di messaggi mediali ambivalenti e contraddittori. Sempre più difficile superare la frammentazione per una strutturazione organizzata della personalità. Il ruolo di Super Io della scuola. Il ruolo dei media nella costruzione dell’identità La rilevanza dei contenuti simbolici presentati dai media Una sfilata di personaggi (giocatori, attori, attrici, uomini di successo positivi e negativi…) suggestionano identificazioni e sogni spesso causando insufficienze e depressioni. Il mondo virtuale diventa un sogno ad occhi aperti, perché il mondo reale viene visto senza attrattive. Facebook, i socialnetwork vengono vissuti come: identity formation, intrattenimento, identificazione con la cultura giovanile (senso di appartenenza), coping e ricerche di esperienze emozionanti. Opportunità positive di confronto? Un risvolto negativo dei mezzi mediatici è quello di sviluppare un legame di dipendenza con particolari tipi di sottocultura costituiti da un insieme di persone che simpatizzano per il medesimo interesse comune. (i cosiddetti fandom) Adolescenza, socializzazione, Innamoramento L’esperienza amorosa è pietra miliare nel percorso di crescita; rappresenta la verifica a livello affettivo e a corporeo tutti i cambiamenti alla pubertà. E’ un viaggio di iniziazione sentimentale, di educazione all’affettività, che ha esplosioni di emozioni mai provate prima e precipitazioni depressive. Innamoramento e identità: un viaggio 1. 2. 3. 4. Una fase di iniziazione: i ragazzi si cimentano nel cercare di integrare il desiderio sessuale nella strutturazione della propria identità, rinegoziando le azioni con il gruppo e con la famiglia. Fase cosiddetta di status: si attribuisce alla sessualità un significato sociale, nel senso che avere un partner comporta un certo riconoscimento nella collettività e di conferma nel gruppo. Fase dell’affetto: necessità di intimità fisica e di condivisione emotiva, anche se la sintonia tra queste due componenti può anche non essere immediata. Fase del legame: una relazione amorosa simile a quella dell’adulto, fondata sull’impegno e sulla fiducia dei partner Innamoramento e identità Una presa di possesso del proprio corpo che lo allontana dalla madre (fine della simbiosi) e dal padre: l’ambiguità di non essere più figlio. Un rafforzamento quasi sfrontato della propria identità (Chi sono io e che cosa voglio?) o un curvatura depressiva che abbassa il livello di autostima. Storie d’amore sperimentali, edonistiche, bramose, possessive… che allontano dall’identità per l’indifferenza o l’incapacità di sopportare la frustrazione; e storie d’amore che rafforzano un’identità armonica. L’importanza del gruppo in adolescenza La difficoltà e l’impossibilità di strutturare un Sé frequentando il mondo degli adulti; per una piena consapevolezza della propria identità, l’A. si sviluppa essenzialmente entro i confini del gruppo dei pari. Estinti i riti di passaggio in cui l’adulto competente accompagnava il fanciullo allo stato adulto, è l’adolescente stesso che gestisce la sua iniziazione all’interno della comunità dei pari: appartenere ad un gruppo di coetanei per lui riveste un ruolo vitale. L’importanza del gruppo in adolescenza Il gruppo rappresenta un serbatoio di approvvigionamenti narcisistici e soddisfa importanti bisogni psicologici, in esso si gioca una sorta di sperimentazione identitaria: in una continua alternanza di identificazioni e differenziazioni si procede alla costruzione di un nuovo Sé. Il gruppo consente di contenere le sue ansie e preoccupazioni, perché fornisce una serie di risposte a tutta una serie di interrogativi, tra cui quelli relativi al proprio corpo, che vengono attenuate con stratagemmi condivisi ( Un look d’identificazione). L’importanza del gruppo in adolescenza Il gruppo aiuta a superare le preoccupazioni riguardanti le aspettative del contesto sociale, in particolare dei genitori, da cui tentano di distaccarsi assumendo spesso atteggiamenti e valori differenti, culture giovanili in contrapposizione spesso con la società degli adulti. L’importanza del gruppo in adolescenza Stili e “culture di gruppo” (Saottini) 1. Gruppo evasivo-trasgressivo: ricerca del divertimento e conflittualità nel rapporto con i familiari 2. Gruppo sportivo: ragazzi impegnati nello sport con l’adesione a valori più tradizionali: la competizione, l’impegno, la cura di sé… con l’accettazione del Competente riconosciuto; 3. Gruppo di carattere formativo: associazioni di tipo religioso, politico e culturale; L’importanza del gruppo in adolescenza 4. Gruppo di carattere sociale che coltiva valori di solidarietà; 5. Gruppo più orientato verso espressioni culturali e artistiche (musica, teatro, immagini, lettura…) Segnali di individuazione comuni: pratiche del piercing e dei tatuaggi e la condivisione del brivido come potente veicolo di comunicazione emotiva con i pari (sfide con la morte) Le sfide dello sviluppo: la ricerca del rischio Rischio= Cimentarsi con qualcosa di difficile, che può dare un riconoscimento di essere capace di farcela da solo; 2. Saper affrontare qualcosa, di cui gli altri hanno paura o non sono capaci o non hanno voglia di fare 3. Sinonimo di impresa ardua, di disprezzo del pericolo, di conquista di una cima, di energia e coraggio 1. Le sfide dello sviluppo: la ricerca del rischio Tutte queste cose richiamano l’ebbrezza della crescita, l’euforia della forza e libertà fisica, un distacco da figure ripetitive e monotone, da regole imposte, da raccomandazioni genitoriali… Il rischio è il destino dell’adolescente La mancanza di presenza di figure adulte. Le sfide dello sviluppo: la ricerca del rischio I comportamenti a rischio sono positivi (Hall) se ricavano da tali esperienze un rafforzamento della propria autostima: esplorano attivamente il mondo per affermare il affermare la propria identità e cominciare a dare il proprio contributo da adulto. Senza sfida non c’è crescita Sono negativi se espongono la vita del soggetto ad un rischio di autolesionismo, di sfregio del futuro, di delirio di onnipotenza (droga, disturbi alimentari, atti di violenza…) Sintomo di “un vuoto narcisistico”, di “perdita di speranza”, noia, indifferenza, perdita di legami affettivi, sfrontatezza dell’agire. Le sfide dello sviluppo: la ricerca del rischio L’”egocentrismo adolescenziale”: centralità del Sé, delirio di onnipotenza, sfida alla stessa idea di morte. 1. Vive come in un palcoscenico, al centro dell’attenzione altrui e preoccupato di come può apparire agli altri (“pubblico immaginario”); 2. Vive una “favola personale”, la costruzione di un’opinione di sé ipertrofica, cioè connotata di grandiosità, riassumibile nella convinzione “A me non potrà mai succedere” (D. ElKing) 3. E’ alla ricerca di sensation seeking, ricerca di sensazioni, un bisogno di eccitazione particolare Il rischio come risposta a figure genitoriali assenti, o troppo permissive o addirittura iperprotettive. Dalla trasgressione alla devianza La trasgressione come superamento della dipendenza infantile, come momento di acquisizione di un’identità nuova è tipica dell’adolescente. Proiezione: un’identità fragile si proietta in personaggi del mondo virtuale, positivi e negativi chiedendo in prestito identità vicarianti, assumendone le mode e gli eccessi: alcol, droga, atteggiamenti anticonformisti che spesso sfociano in atti antisociali e delinquenziali. Dalla trasgressione alla devianza La devianza espressione rafforzata di identità fragile, sintomo di disagio esistenziale, che si manifesta come generale senso di disorientamento, come difficoltà a relazionarsi con gli altri, come irrisolvibile senso di noia, come modalità di costruirsi una reputazione sociale riconosciuta all’interno del gruppo dei pari. Dalla trasgressione alla devianza 1. La devianza ha l’intrinseca caratteristica di rendere più ampia la comunicazione, enfatizzando i messaggi, e quindi si rivela un utile mezzo per mobilitare l’attenzione. 2. …Un modo per attrarre su di sé l’attenzione di chi gestisce il controllo, mobilita interessa e sollecita risposte (De Leo, Patrizi) 3. … Soddisfa un fisiologico bisogno di egocentrismo (Madza) Dalla trasgressione alla devianza La devianza costruisce nell’A. un forma di disimpegno morale, cui mette in atto una serie di strategie per liberarsi da norme e assolversi da responsabilità (Bandura): La deumanizzazione: negare alla vittima le sue qualità umane “è un incapace, handicappato…” L’attribuzione di colpa: l’azione deviante viene giustificata addossando la responsabilità alla vittima (es. dello stupro) Dalla trasgressione alla devianza La devianza, come fenomeno complesso del disagio giovanile, assume varie forme: bullismo, atti di vandalismo, spaccio di sostanze, uso di droghe, alcol, anoressia… Esiste un modello tra la devianza e l’influenza esercitata dai mass media? La “teoria del modellamento” di Bandura ritiene che l’imitazione riveste un ruolo particolarmente importante nel processo di costruzione dell’identità. Scene di violenza o antisociali possono sedurre adolescenti fragili, che si sentono rinforzati nel loro comportamento trasgressivo dal modello emulato. Droga E’ boom per quanto riguarda l’utilizzo di cannabis, che fa registrare un incremento di 2,29 punti percentuali rispetto al 2011(Dipartimento antidroga).In tanti, infatti, comprano hashish e marijuana su internet, dove i siti che offrono sostanze o ne promuovono l’uso hanno abbondantemente superato nel corso di quest’anno le 800mila unità. Il report 2013 è stato condotto su un campione di 34.385 studenti tra i 15 e i 19 anni. Le percentuali di consumatori (una o più volte negli ultimi 12 mesi) sono emblematiche: cannabis 21.43% (19,4% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012). Droga Gioco d’azzardo e consumo di droga: un legame non casuale: nel 2013 circa 1.250.000 studenti delle superiori hanno partecipato ad almeno un gioco d’azzardo. Gli adolescenti con comportamenti di gioco patologico hanno un uso contemporaneo di sostanze stupefacenti pari al 41,7% rispetto ai loro coetanei che non giocano, che presentano invece una prevalenza di uso di sostanze molto più bassa e statisticamente significativa pari a 17,5%. Secondo i dati del Dpa del 2013, il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze stupefacenti. Droga «Non è necessario utilizzare determinate sostanze per diventare il ragazzo forte o più importante del gruppo – sintetizza un nostro compagno –. Bisogna solamente decidere quale strada prendere nella vita e saper dire di no al momento giusto». Anoressia Nucleo fondamentale di tale malattia è una profonda scissione tra l’io e il corpo; percepisce la sua figura deformata (si sente grassa nonostante l’estremo dimagrimento dovuto alla malattia) ed ha un’immagine ideale ed immateriale di sè. Annulla il corpo odiato, che vive come un nemico, una minaccia che deve essere continuamente tenuta sotto controllo: non c’è più fusione tra la realtà fisica e psichica e di conseguenza ella perde il sentire, gli affetti e la capacità di rapportarsi in modo profondo agli altri. Infatti l’anoressica, fondamentalmente narcisista, tende ad isolarsi e sviluppare un’attività di pensiero, che, separata dall’affettività, diventa astratta, sterile… Il sintomo dominante è il rifiuto del cibo. Rapporti con la madre e con il padre. La depressione Si intrecciano sintomi psichici e somatici: il depresso, pur non arrivando alla dissociazione, vive con difficoltà il rapporto con il mondo esterno; è apatico, oppresso dalla tristezza e dal pessimismo, avverte come insormontabili le difficoltà minime della vita e si sente paralizzato nell’agire, in quanto gli eventi perdono per lui il significato. L’attività del pensiero è rallentata e tende alla ripetizione monotona delle stese idee. In questa situazione di stasi, il depresso sente impossibile ogni forma di cambiamento e di rinnovamento. L’autovalutazione e il senso di colpa possono manifestarsi in veri e propri deliri e , in casi estremi, portare al suicidio. Anche il corpo si ammala ed esprime il malessere psichico attraverso la tachicardia, il rifiuto o l’abuso del cibo, i disturbi gastrointestinali e i disturbi del sonno, che spesso è caratterizzato da risvegli angosciosi. Il depresso perde la vitalità e la voglia di vivere. Lesione dell’immagine interna. Sente la violenza, l’annullamento, ma non si ribella. La scuola e la famiglia. Che fare? Il contesto sociale La scuola si è trasformata in un grande laboratorio della complessità sociale, dove quotidianamente si sperimentano i grandi flussi migratori, i cambiamenti di stili cognitivi, le incertezze del futuro, le trasformazioni etiche e motivazionali, i problemi della frammentazione giovanile, la perdita di valori. La scuola è l’unica istituzione quotidiana che si prende “cura” dei ragazzi La scuola e la famiglia. Che fare? 1. La famiglia: scomparsa del modello “fusionale” per un modello individualistico di relazione di coppia: l’autorealizzazione del singolo può diventare prioritaria rispetto a quella dell’unità familiare. 2. Le “démariage”: il matrimonio è divenuto un’esperienza soggettiva; scioglierlo o romperlo attiene alla coscienza individuale” (Irène Théry) 3. L’instabilità familiare come uno degli aspetti dell’instabilità dell’intera società d’oggi, definita “società del rischio” o “società dell’incertezza”. La famiglia diventa “un’impresa rischiosa” (Ulrich Beck) La scuola e la famiglia. Che fare? La scuola un concentrato di valori costituzionali Il principio costituzionale della libertà d’insegnamento (art.33) La piena attuazione dei diritti inviolabili (art.2) Uguaglianza sostanziale e diritto alla diversità (3) Diritto sociale all’istruzione: la scuola aperta a tutti (art.34) La scuola e la famiglia. Che fare? Scuola: sintesi di valori culturali che si esprimono nei saperi I saperi come laboratorio di prevenzione e di cura: orientamento della sensibilità e all’affettività, organizzazione del pensiero, progettazione ed educazione alla cittadinanza attiva e al senso di appartenenza. La scuola e la famiglia. Che fare? Rapporto scuola famiglia: I genitori come risorse e non come controparte. La partecipazione condivisa Il supporto alla genitorialità La formazione continua dei genitori La scuola come pragmatica del cambiamento Punti-chiave per rispondere alle sfide di una società complessa 1. Un clima psicologico positivo di condivisione dei problemi 2. Una organizzazione puntuale che sappia gestire la complessità 3. L’ottimizzazione delle risorse 4. La flessibilità dell’organizzazione 5. Autoanalisi, ri-determinazione, riprogettazione in vista di una efficienza degli strumenti, efficacia dei risultati e qualità del servizio Il clima psicologico deve tradursi in clima organizzativo Grazie! 20/10/2015