Comments
Description
Transcript
Diapositiva 1
PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La struttura del Sistema di Protezione Civile ed i profili di responsabilità Marco Altamura Silvia Fanti Fondazione CIMA Fondazione CIMA, Regione Liguria [email protected] [email protected] PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile «moderna»: l’approccio del servizio distribuito Portata innovativa della legge La legge n. 225/1992 istituisce il sistema di protezione civile definisce il sistema organizzativamente come SERVIZIO in quanto «l’attività» di protezione civile, assunta tra le funzioni ed i compiti della Pubblica Amministrazione, è possibile raccordando tutte le strutture pubbliche (aziende, enti, istituti, agenzie) e private, distribuite sul territorio che concorrono, ognuna per le proprie competenze, nello svolgimento di attività, anche materiali, per rispondere qualitativamente e quantitativamente alla domanda sociale 1 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile «moderna»: l’approccio del servizio distribuito Portata innovativa della legge Il legislatore italiano per la prima volta con la legge n. 225/1992 applica i principi derivati dalla giurisprudenza europea del Trattato di Maastricht 1992 Sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza tali principi verranno recepiti nell’ordinamento giuridico italiano dalla Legge delega «Bassanini» del 1997 sul decentramento amministrativo, dal TU autonomie locali (TUEL 267/2000), fino ad essere costituzionalizzati dalla legge cost. n 3/2001 . 2 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile «moderna»: l’approccio del servizio distribuito Portata innovativa della legge Individua un criterio di competenza tra i «livelli di governo territoriali» Sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza Il comune è l’organismo territoriale più vicino ai cittadini e in grado di rappresentare meglio le necessità della collettività. Comuni Enti territoriali di area vasta Città metropolitane Regioni Stato UE Il livello di governo superiore interviene qualora le attività non possano essere adeguatamente ed efficacemente esercitate dal livello inferiore 3 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile «moderna»: l’approccio del servizio distribuito Portata innovativa della legge:«Tipicizzazione» degli eventi a-b-c il sistema di protezione civile sistema di protezione civile del nostro Paese è basato sulla classificazione per tipo degli eventi e sulla capacità di intervento del livello territoriale; il livello territoriale adeguato a rispondere all’emergenza è quello competente ad intervenire e quindi è il livello responsabile. 4 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA L . 225 art. 2 – modificata da L. 100/2012 I tre livelli di competenza Eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che… a) possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili da singoli enti in via ordinaria b) … che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti in via ordinaria c) … per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari COMUNE REGIONE - U.T.G PROVINCIA DPC 5 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile «moderna»: le Attività Per la prima volta la legge n. 225/1992 definisce un concetto di protezione civile che non si limita a fronteggiare le conseguenze di situazioni di emergenza, ma comprende attività di previsione e prevenzione. Scopo della Protezione Civile diviene quello di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni derivanti dalle calamità naturali o da quelle causate dall’uomo. PREVISIONE PREVENZIONE SOCCORSO SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA La carenza di qualcuna di questa attività può risultare determinante per il successo o l’insuccesso 6 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 6 L . 225 modificata con L. 100/2012 Le Componenti del Sistema All’attuazione delle attività di PC provvedono, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive competenze: Le Amministrazioni • • • • Regioni; Prefetture-UTG; Province; Comuni; . Gli enti pubblici Gli istituti ed i gruppi di ricerca scientifica I cittadini Le organizzazioni di volontariato 7 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 11 L . 225 modificata con L. 100/2012 Le Strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile • • • • • • • • • • il corpo Nazionale dei VVF; le Forze armate; le Forze di polizia; il Corpo forestale dello Stato; i Servizi. tecnici nazionali; i gruppi nazionali di ricerca ; la Croce rossa italiana; il Servizio sanitario nazionale; le organizzazioni di volontariato; il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico 8 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Organizzazione operativa del sistema di protezione civile LIVELLO NAZIONALE Comitato Operativo Commissione Grandi Rischi Sala Situazione Italia DI.COMA.C. (sul posto) dichiarazione stato di emergenza Sala Operativa Regionale LIVELLO REGIONALE c C.C.S. b LIVELLO PROVINCIALE C.O.M. C.O.M. C.O.M. a LIVELLO COMUNALE C.O.C C.O.C C.O.C 9 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 Dichiarazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza Al verificarsi : degli eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, su sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei .Ministri segretario del Consiglio, formulata anche su richiesta del Presidente della regione interessata e comunque acquisitane l'intesa, delibera lo stato d'emergenza, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con specifico riferimento alla natura e alla qualità degli eventi e disponendo in ordine all'esercizio del potere di ordinanza. […] 10 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 Dichiarazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza : La revoca dello stato d'emergenza per venir meno dei relativi presupposti è deliberata nel rispetto della procedura dettata per la delibera dello stato d'emergenza. . 11 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 Dichiarazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza Per l'attuazione degli interventi da effettuare durante lo stato di : emergenza dichiarato a seguito degli eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), si provvede anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri indicati nel decreto di . dichiarazione dello stato di emergenza e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Le ordinanze sono emanate, acquisita l'intesa delle regioni territorialmente interessate, dal Capo del Dipartimento della protezione civile, salvo che sia diversamente stabilito con la deliberazione dello stato di emergenza di cui al comma 1. L'attuazione delle ordinanze è curata in ogni caso dal Capo del Dipartimento della protezione civile. […] 12 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 Dichiarazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza Con le ordinanze si dispone, nel limite delle risorse disponibili, in ordine: all'organizzazione ed all'effettuazione dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione : al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche alla realizzazione .di interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo strettamente connesso all'evento alla ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture, pubbliche e private, danneggiate, nonché dei danni subiti dalle attività economiche e produttive, dai beni culturali e dal patrimonio edilizio all'avvio dell'attuazione delle prime misure per far fronte alle esigenze urgenti … 13 secondo le direttive dettate con delibera del Consiglio dei ministri, sentita la Regione interessata. PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 Dichiarazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza Il Capo del Dipartimento della protezione civile, per l'attuazione degli interventi previsti nelle ordinanze di cui al comma 2, si avvale delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile, di cui agli articoli 6 e 11, coordinandone l'attività e impartendo specifiche disposizioni operative. Le ordinanze emanate ai sensi : del comma 2 individuano i soggetti responsabili per l'attuazione degli interventi previsti ai quali affidare ambiti definiti di attività, identificati nel soggetto pubblico ordinariamente competente allo svolgimento delle predette attività in via prevalente, salvo motivate eccezioni. Qualora il . Capo del Dipartimento si avvalga di commissari delegati, il relativo provvedimento di delega deve specificare il contenuto dell'incarico, i tempi e le modalità del suo esercizio. I commissari delegati sono scelti, tranne motivate eccezioni, tra i soggetti per cui la legge non prevede alcun compenso per lo svolgimento dell'incarico. Le funzioni del commissario delegato cessano con la scadenza dello stato di emergenza. I provvedimenti adottati in attuazione delle ordinanze sono soggetti ai controlli previsti dalla normativa vigente. 14 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La legge 100/2012 dettaglia ulteriormente le attività di protezione civile: PREVISIONE LA DETERMINAZIONE IN TEMPO UTILE di : DOVE, QUANDO e con quale INTENSITA’ si potrà verificare un evento calamitoso La previsione consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, monitoraggio alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio. 15 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 5 L . 225 modificata con L. 100/2012 PREVISIONE La determinazione in tempo utile di dove, quando e con quale intensità potrà verificarsi un evento calamitoso Direttiva del PCM 27 febbraio 2004 • Il sistema di allertamento nazionale è assicurato dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle Regioni attraverso la Rete dei Centri Funzionali, ossia componenti del sistema preposti a svolgere le attività di Previsione, Monitoraggio e Sorveglianza in tempo reale dei fenomeni idro-pluviometrici e di valutazione dei conseguenti effetti previsti Valutazione effetti al suolo dei fenomeni previsti 16 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA PREVENZIONE ATTIVITA’ VOLTE A EVITARE O RIDURRE AL MINIMO LAPOSSIBILITA’ CHE SI VERIFICHINO DANNI CONSEGUENTI ALL’EVENTO INTERVENTI NON STRUTTURALI Sistema di allertamento Pianificazione di emergenza Mitigazione del rischio Informazione INTERVENTI STRUTTURALI formazione Attività addestrativa 17 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SOCCORSO Tutti gli interventi integrati e coordinati, diretti ad assicurare alle popolazioni colpite ogni forma di prima assistenza SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA Tutte le attività necessarie e indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita 18 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le competenze nella normativa di riferimento: il sistema di allertamento Legge n.100/2012 (art.3-bis) • Il sistema di allertamento nazionale è assicurato dal Dipartimento di protezione civile e dalle Regioni, attraverso la rete dei centri funzionali di cui alla Direttiva 27 febbraio 2004 smi, dalle reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza, dai presidi territoriali nonché dai centri di competenza. • Ogni regione provvede a determinare le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli di competenza territoriale, ai sensi delDlgs 112/1998 19 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il sistema di allertamento La rete dei Centri funzionali è costituita dal Centro funzionale centrale, presso il Dipartimento della Protezione Civile, e dai Centri funzionali decentrati presso le Regioni e le Province autonome. Ogni Centro funzionale svolge attività di Direttiva del PCM 27 febbraio 2004 previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale dei sul sistema di allertamento fenomeni meteorologici con la conseguente valutazione degli effetti previsti su persone e cose in un determinato territorio, concorrendo, insieme al Dipartimento della Protezione civile e alle Regioni, alla gestione del Sistema di allertamento nazionale. Rete dei Centri Funzionali Sono appunto «funzionali» al Dipartimento di PC e alle Regioni, in quanto «soggetti» competenti ad allertare i livelli territoriali Centri di Competenza forniscono servizi, informazioni, dati, elaborazioni e contributi tecnico-scientifici in specifici ambiti e partecipano alla rete dei Centri Funzionali fornendo il know how di competenza. 20 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le competenze nella normativa di riferimento: la pianificazione di emergenza D.Lgs 112/98 • sono attribuite alle province le funzioni relative… alla predisposizione dei piani di emergenza provinciali sulla base degli indirizzi regionali. • sono attribuite ai comuni le funzioni relative… alla predisposizione dei piani di emergenza comunali e/o intercomunali sulla base degli indirizzi regionali. L. 225/92 modificata dalla L. 100/2012 • Il Comune approva con deliberazione consiliare, …., il piano di emergenza comunale • …le Regioni possono approvare il piano regionale di protezione civile. • Il Prefetto assume, coordinandosi con il Presidente della Giunta regionale, la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale coordinandoli con gli interventi dei Sindaci. . L. 401/2001 (art. 5 comma 2) • Il Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero il Ministro dell'interno da lui delegato, predispone gli indirizzi operativi dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, nonché i programmi nazionali di soccorso e i piani per l'attuazione delle conseguenti misure di emergenza, di intesa con le regioni e gli enti locali 21 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Livelli di pianificazione Indirizzi nazionali Indirizzi regionali Piani provinciali Piani nazionali Piani comunali Piano regionale 22 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il ruolo del sindaco Art. 15 L. 225/1992” Il Sindaco è autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale. 23 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA LaProtezioneCivile entra in Comune ART. 1, D.M. (INT.) 28/05/1993 I SERVIZI DI PROTEZIONE CIVILE, DI PRONTO INTERVENTO E DI TUTELA DELLA SICUREZZA PUBBLICA RIENTRANO TRA I SERVIZI INDISPENSABILI DEI COMUNI. Legge 81/1993: il legame tra il nuovo comune e la popolazione si rinsalda ulteriormente con l’avvento dell’elezione diretta del sindaco. Egli diviene ormai un punto di riferimento popolare molto diverso rispetto al passato. 24 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA LaProtezioneCivile entra in Comune ATTRIBUISCE AI COMUNI DIVERSE FUNZIONI DI PROTEZIONE CIVILE ATTIVITÀ DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI PREPARAZIONE ALL’ EMERGENZA PIANI COMUNALI E/O INTERCOMUNALI DI EMERGENZA INTERVENTI URGENTI PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA UTILIZZO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE • •DECRETO LEGISLATIVO 31 MARZO 1998, N.112 (ART.108) •Dopo i primi anni di controversa applicazione della l. 225 e del suo sistema di ripartizione di competenze, la riforma di decentramento e semplificazione detta “Bassanini” realizza una più puntuale fotografia delle responsabilità politiche da assegnare alle istituzioni. Inoltre, a seguito di alcuni disastri, il “Decreto Sarno” (Decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180) comincia ad elencare alcuni obblighi reali per gli EE.LL. in materia di prevenzione e pianificazione dell’emergenza. 25 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA LaProtezioneCivile entra in Comune Legge 265/1999: anche il dovere di informare e avvertire la popolazione sui pericoli da calamità, in precedenza compito importantissimo del Prefetto, passa totalmente sulle spalle dei sindaci. (art. 12) D.lgs. 267/2000 Testo Unico degli Enti Locali: si riorganizza tutto il materiale normativo inerente il funzionamento degli Enti Locali. Si diradano alcuni dubbi sul ruolo del comune e sul potere di decisione del sindaco nelle situazioni più gravi. 26 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA •Continuità amministrativa o dell’azione del governo locale LaProtezioneCivile entra in Comune D.Lgs 18 agosto 2000 N.267 “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali” Art. 54: sindaco = ufficiale del governo Adotta provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli per l’incolumità dei cittadini (ordinanze sindacali) Sovraintende allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto. 27 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA LaProtezioneCivile entra in Comune Legge 100/12 Il Piano di emergenza diviene un obbligo normativo definitivo. Sempre. Inoltre, gli strumenti di gestione del territorio devono essere coordinati con il piano di protezione civile. D.L. 95/12 (convertito con modificazioni in legge 135/2012) Art. 19 «funzioni fondamentali dei comuni e modalità di esercizio associato di funzioni e servizi comunali» La pianificazione di protezione civile e il coordinamento dei primi soccorsi entrano nel novero delle “funzioni fondamentali” dei comuni 28 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA •Continuità amministrativa o dell’azione del governo locale In particolare…la legge 100/2012 Ribadisce il ruolo del sindaco Art. 3 • Comma 6. I piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento a quelli previsti all'articolo 15, comma 3-bis, e a quelli deliberati dalle regioni mediante il piano regionale di protezione civile. Art. 15 • Comma 3-bis. Il comune approva con deliberazione consiliare, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il piano di emergenza comunale previsto dalla normativa vigente in materia di protezione civile, redatto secondo i criteri e le modalità di cui alle indicazioni operative adottate dal Dipartimento della protezione civile e dalle giunte regionali. • Comma 3-ter. Il comune provvede alla verifica e all'aggiornamento periodico del proprio piano di emergenza comunale, trasmettendone copia alla regione, alla prefettura-ufficio territoriale del Governo e alla provincia territorialmente competenti. • 3-quater. Dall'attuazione dei commi 3-bis e 3-ter non devono derivare nuovi o 29 maggiori oneri per la finanza pubblica"»; PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il Sindaco •… RICAPITOLANDO… • LA PROTEZIONE CIVILE È A TUTTI GLI EFFETTI UN SERVIZIO LOCALE INDISPENSABILE, DA ASSICURARE NELL’AMBITO DELLE ATTIVITÀ ORDINARIE, E LA FIGURA DEL SINDACO È FONDAMENTALE E PARTICOLARMENTE DECISIVA PER L’ORGANIZZAZIONE DI UN SISTEMA EFFICIENTE ED EFFICACE… 30 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il Sindaco •…È L’ANELLO PRINCIPALE DEL SISTEMA DELLA PROTEZIONE CIVILE PERCHÉ LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO (PREVISIONE), LE ATTIVITÀ QUOTIDIANE A FAVORE DEL TERRITORIO E DELLA POPOLAZIONE (PREVENZIONE), LA VICINANZA AI LUOGHI COLPITI IN CASO DI NECESSITÀ (SOCCORSO), LA POSSIBILITÀ DI ATTUAZIONE IMMEDIATA DELLE INIZIATIVE DI RIMOZIONE OSTACOLI PER LA RIPRESA DI NORMALI CONDIZIONI DI VITA (SUPERAMENTO EMERGENZA) SONO TUTTI ASPETTI CHE CARATTERIZZANO QUESTA FIGURA. 31 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il Sindaco •…PUO’ DELEGARE LE SUE FUNZIONI A LIVELLO COMUNALE? •È POSSIBILE DELEGARE A UN ASSESSORE LA MATERIA NEL SENSO DELL’ORGANIZZAZIONE E DEL PERSEGUIMENTO DI “POLITICHE” DI PROTEZIONE CIVILE, CON PARTICOLARE RIGUARDO A QUANTO SI PRODUCE NEL TEMPO ORDINARIO IN TERMINI DI PREVISIONE E PREVENZIONE, DI FORMAZIONE DEGLI OPERATORI, DI INFORMAZIONE PREVENTIVA ALLA POPOLAZIONE. •È AUSPICABILE DELEGARE ALLA STRUTTURA AMMINISTRATIVA E BUROCRATICA L’ATTIVITÀ DI “GESTIONE” DELLE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE CHE SI CONCRETIZZANO IN ATTI AMMINISTRATIVI CLASSICI COME LE DETERMINAZIONI DIRIGENZIALI CON LE QUALI AD ESEMPIO SI ACQUISTANO BENI E SERVIZI 32 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il Sindaco •…PUO’ DELEGARE LE SUE FUNZIONI A LIVELLO COMUNALE? •È IMPOSSIBILE DELEGARE A TERZI IL “PROCESSO DECISORIO” COME AD ES. L’UTILIZZO DELLE ORDINANZE CONTINGIBILI ED URGENTI PREVISTE DAGLI ARTT. 50 E 54 D.LGS 267/00 PER MOTIVI IMPELLENTI DI PUBBLICA INCOLUMITÀ (SOLO IN CASO DI ASSENZA O IMPEDIMENTO DEL SINDACO LA PUÒ FIRMARE IL VICE, MA SOLO IN QUEL CASO, NON PER SCELTA) IN QUANTO E’ UN POTERE RICONOSCIUTO AL SINDACO COME COMPETENZA DIRETTAMENTE INERENTE AL SUO UFFICIO DI AMMINISTRATORE LOCALE E RAPPRESENTANTE DELLA COMUNITÀ LOCALE, DA UNA PARTE, COME UFFICIALE DI GOVERNO, DALL’ALTRA 33 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Compiti del Sindaco •NELL’ORDINARIO - ELABORA LE POLITICHE DI PROTEZIONE CIVILE DEL PROPRIO TERRITORIO - SOVRINTENDE IL LAVORO DEI DIPENDENTI, E IN GENERALE TUTTE LE ATTIVITÀ ASSEGNATE ALLA STRUTTURA COMUNALE E AI RESPONSABILI DEI SERVIZI. - EROGA UN SERVIZIO ORDINARIO DI PROTEZIONE CIVILE - REALIZZA UNA STRUTTURA COMUNALE - REALIZZA LE ATTIVITÀ DI PREVISIONE E GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE ATTRAVERSO LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI COMUNALI - INFORMA LA POPOLAZIONE SUI RISCHI - PREPARA E SI PREPARA ALLE ATTIVITÀ DI EMERGENZA 34 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il Sindaco •IN CASO DI EMERGENZA •- ASSUME LA DIREZIONE E IL COORDINAMENTO DEI MEZZI DI SOCCORSO E DI ASSISTENZA DELLE POPOLAZIONI COLPITE •- PROVVEDE A TUTTI GLI INTERVENTI NECESSARI ALLA TUTELA DELLA PRIVATA E PUBBLICA INCOLUMITA’ •- ASSICURA LA CONTINUITA’ AMMINISTRATIVA E CONTABILE DELL’ENTE •- INFORMA COSTANTEMENTE LA POPOLAZIONE SULL’EVOLUZIONE DELL’EVENTO E SUI COMPORTAMENTI DA MANTENERE •- INFORMA LA REGIONE, LA PROVINCIA E LA PREFETTURA •- CHIEDE L’INTERVENTO DI ALTRE FORZE E STRUTTURE QUANDO L’EVENTO NON PUÒ ESSERE FRONTEGGIATO CON I MEZZI A DISPOSIZIONE DEL COMUNE •- EFFETTUA I PRIMI INTERVENTI URGENTI ATTIVANDO I PRIMI SOCCORSI ALLA POPOLAZIONE •- “UTILIZZA” IL VOLONTARIATO COMUNALE IN TUTTE LE TAPPE DEL PERCORSO 35 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Come può attuare i suoi compiti il sindaco? Attraverso una corretta pianificazione si otterrà un piano di emergenza che sarà il supporto operativo al quale il sindaco farà riferimento per gestire l'emergenza 36 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile tra le funzioni in «forma associata» LEGGE n. 56 del 7 aprile 2014 «Del Rio». Riordino Province e Istituzione Città Metropolitane. L’esercizio delle funzioni In forma associata avviene mediante unione di comuni o convenzione. comma 4. Le Unioni di Comuni sono definite enti locali costituiti da due o più Comuni per l’esercizio associato di funzioni o servizi di loro competenza comma112. Qualora i comuni appartenenti all’unione conferiscano all’unione la funzione della protezione civile, all’unione spettano l’approvazione e l’aggiornamento dei piani di emergenza di cui all’articolo 15, commi 3 -bis e 3 - ter , della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nonché le connesse attività di prevenzione e approvvigionamento, mentre i sindaci dei comuni restano titolari delle funzioni di cui all’articolo 15, comma 3, della predetta legge n. 37 225 del 1992. PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La Protezione Civile tra le funzioni in «forma associata» L’esercizio delle funzioni In forma associata mediante convenzione Nella scelta delle modalità di gestione associata i singoli Comuni possono optare tra l’Unione di Comuni (art. 32 Tuel) e l’attivazione di Convenzioni (art. 30 Tuel). Le due opzioni non sono necessariamente alternative e i due strumenti possono essere utilizzati in modo complementare. 38 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Filosofia della gestione associata : IL RISPARMIO Una gestione associata di funzioni ha spesso avuto finalità squisitamente economico-finanziarie: Si sono spesso avute forme di condivisione come questa: Ufficio paghe Scuolabus Polizia Municipale L’approccio è stato spesso casuale, ma l’associazione deve tendere soprattutto a un forte potenziamento del servizio locale di protezione civile. 39 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Una gestione associata di funzioni può organizzative e di lettura integrata del territorio: avere finalità Il Regolamento Edilizio il Catasto la Polizia Municipale la Protezione Civile l’Ufficio Tecnico il Catasto degli Incendi Boschivi la Prevenzione incendi la cartografia dei rischi Il coordinamento degli strumenti urbanistici Informazione pubblica la Formazione Professionale In questo caso si ha una profonda coerenza d’impianto 40 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA I compiti del Sindaco in materia di Capo della protezione dei cittadini Amministrazione • Assicura lo svolgimento della funzione fondamentale e l’erogazione di un servizio comunale indispensabile di protezione civile, secondo una programmazione vincolata al procedimento amministrativo. • Svolge le funzioni e i compiti di cui all’art. 108 del d.lgs. 112/98 e all’art. 6 della L. 225/92. Autorità Comunale Effettua i primi interventi urgenti e di soccorso. Emana atti ordinatori finalizzati alla protezione civile. Emana provvedimenti contingibili ed urgenti per emergenze sanitarie e di igiene pubblica (art. 50 T.U.) Informa la popolazione e gli altri enti preposti. Ufficiale di Governo Assicura l’erogazione dei servizi indispensabili di competenza statale, e in particolare Emana provvedimenti contingibili ed urgenti per motivi di pubblica incolumità e sicurezza urbana (art. 54 T.U.) 41 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Autorità sanitaria Autorità Pubblica Sicurezza Autorità di protezione civile Legge 833/78 Legge 121/81 Legge 225/92 42 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Perché il sindaco è “autorità comunale”? Il Sindaco è “Autorità Comunale di protezione civile” perché la legge gli assegna direttamente dei compiti di salvaguardia e tutela primaria dell’incolumità dei cittadini. 43 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA L’osservatorio 20 18 # procedimenti Numero procedimenti 16 14 12 10 8 6 4 2 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Anno Oltre 200 vittime Oltre 50 procedimenti pendenti Oltre 150 indagati 17 Regioni coinvolte PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO 1998 45 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA • Il fatto • Fra le ore 16 e le 24 del 5 maggio 1998 il Comune di Sarno fu colpito da diverse colate rapide di fango staccatesi dal monte Pizzo d’Alvano. Si trattava di un fenomeno ricorrente. • In quella occasione, però, il fenomeno si manifesto con una gravità ed intensità impressionante: quelle colate – scatenate da un periodo di intense precipitazioni atmosferiche – provocarono la morte di 137 persone, nonché la distruzione di svariate costruzioni (tra cui un ospedale dove 46 perirono 86 persone). Colata di fango su Sarno – 5 Maggio 1998 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO: responsabilità del Sindaco? LA VICENDA PROCESSUALE: L’ACCUSA Veniva rinviato a giudizio il Sindaco con l’accusa di omicidio colposo. Ha sottovalutato la gravità della situazione e omesso di: a) avvisare tempestivamente la popolazione del pericolo imminente; b) disporre l’evacuazione delle persone residenti nelle zone a rischio; c) convocare e insediare il comitato locale per la protezione civile; d) dare idoneo allarme alla prefettura, fornendo invece informazioni rassicuranti, impedendo in tal modo l’attivazione delle autorità e degli organi competenti. PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO: responsabilità del Sindaco? In primo e secondo grado l’imputato è assolto. Il Sindaco: ha competenze solo per eventi fronteggiabili in ambito comunale; non ha (aveva) competenze in materia di prevenzione ed anche l’evacuazione prevede una pianificazione “strategica” esorbitante i suoi poteri; non gli possono essere richieste particolari competenze scientifiche e, dunque, un onere di previsione della gravità dell’evento. • Era il Prefetto che avrebbe dovuto allertare ed evacuare la popolazione; • Al momento in cui il fenomeno si manifestò nella sua gravità, l’evacuazione non avrebbe comunque garantito l’incolumità delle persone. LE SENTENZE DI MERITO/1 48 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO: responsabilità del Sindaco? La comunicazione “rassicurante” situazione valutata al momento. era giustificata dalla Il nesso di causa viene ritenuto inesistente: a) non esiste la prova che le persone non abbiano lasciato le abitazioni a seguito dei messaggi tranquillizzanti; b) è verosimile che la più parte dei cittadini di Sarno non era in grado di ricevere le trasmissioni per l’interruzione di energia elettrica; c) una sollecitazione televisiva ad abbandonare le proprie abitazioni a fenomeno in atto, avrebbe aggravato il bilancio delle vittime. L’evento - imprevedibile ed inevitabile - viene ritenuto fatto autonomo, tale da escludere il rapporto di causalità ex art. 41, comma 2, C.p. LE SENTENZE DI MERITO/2 49 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO: responsabilità del Sindaco? 1) Per calamità non fronteggiabili con i mezzi del Comune: le attribuzioni del Sindaco hanno natura concorrente (e non residuale) con quelle del Prefetto fino all’intervento del Prefetto, il Sindaco mantiene integri i suoi poteri e gli obblighi di gestione dell’emergenza tra cui allertamento ed evacuazione delle popolazioni . 2) Il giudizio di prevedibilità dell’evento dannoso va compiuto: a. tenendo conto dei precedenti, ma anche valutando se questi eventi possano assumere dimensioni e caratteristiche più gravi o addirittura catastrofiche b. con l’utilizzazione del criterio dell’agente modello (agente ideale in grado di svolgere al meglio il compito affidatogli); in questo giudizio si deve tener conto di quanto l’agente concreto ha percepito, ma anche di quanto avrebbe dovuto percepire. LA (CONDANNA IN) CASSAZIONE/1 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Genova 2011: Il fatto. IL FATTO - novembre 2011 • Le violente precipitazioni della mattina del 4 Novembre (circa 500 mm in 6 ore) hanno causato l'esondazione di alcuni torrenti tra i quali il Fereggiano (affluente di sponda sinistra del Bisagno) causando la morte 4 donne e 2 bambine; • La Regione Liguria aveva emanato l’Allerta 2 (massimo) su tutta la Regione per il 4 Novembre già da due giorni prima. 52 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Genova 2011: Rinvio a giudizio (giugno 2014) Sindaco, Assessore alla Protezione Civile e 3 Dirigenti comunali sono imputati di disastro, omicidio colposo e lesioni colpose. Nella consapevolezza della elevata criticità della situazione idraulica e del massimo stato d’allerta, omettevano: a) chiusura delle scuole; b) disciplina sosta e mobilità nelle aree di rischio. Nello zona specifica conosciuta come ad elevato rischio, ad evento in atto, omettevano: a) Informativa ai dirigenti scolastici; b) informativa alla popolazione. 53 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La consulenza del PM: una accusa ai piani d’emergenza. “Dica il CT se siano stati assolti gli adempimenti di competenza prevista dalla normativa regionale in materia di protezione civile”. Si, ma … (la Regione): - nessuna verifica o validazione dell’attività di Comuni e Province; - poca o nessuna diffusione e formazione di cultura di PC …e il Comune: - non ha assolto obblighi di comunicazione Genova 4-11-2011, un’auto percorre un ponte verso la cittadinanza sul Bisagno in piena …e i Cittadini: - hanno un grave deficit di conoscenza del rischio e di informazione sul sistema di allertamento. 54 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA “Dica il CT se il Piano Comunale di Emergenza contiene quanto necessario per adottare le opportune azioni di tutela dell’incolumità delle persone e di salvaguardia dei beni”. Il PCE risulta: - carente e generico; - lacunoso in ordine alle procedure da adottare in caso di crisi; -confuso rispetto alle azioni da adottare. 55 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il capo d’imputazione Sindaco, Assessore alla Protezione Civile e 3 Dirigenti sono imputati di disastro, omicidio colposo e lesioni colpose Nella consapevolezza della elevata criticità della situazione idraulica e del massimo stato d’allerta, omettevano: a) chiusura delle scuole; b) disciplina sosta e mobilità nelle aree di rischio. Nello zona specifica conosciuta come ad elevato rischio, ad evento in atto, omettevano: a) informativa ai dirigenti scolastici; b) informativa alla popolazione. 56 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARDEGNA 2013 57 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Sardegna 2013: il Fatto IL FATTO - novembre 2013 P r o t.n .3 7 /E P O S .X IV .1 6 .1 C A G L IA R I1 7 .1 1 .2 0 1 3 AVVISO DI ALLERTA PER RISCHIO IDROGEOLOGICO A is e n s id e lD e c r e to n .1 1 /V Id e ll’A s s e s s o r e d e lla D ife s a d e ll’A m b ie n te d e l2 7 m a r z o 2 0 0 6 CRITICITA’ ELEVATA A lle P R O V IN C E D IC A G L IA R I– S A S S A R I– N U O R O – O L B IA /T E M P IO – O G L IA S T R A – O R IS T A N O M E D IO C A M P ID A N O – C A R B O N IA /IG L E S IA S C A M P ID A N O • Violente precipitazioni in tutta la Sardegna Orientale nella giornata del 18 Novembre (300- 500 mm in 12 ore dalle 6:00 alle 18:00) causano l'esondazione di alcuni torrenti e 18 vittime; A T U T T IIC O M U N ID E L L E Z O N E D I A L L E R T A D I: IG L E S IE N T E T IR S O M O N T E V E C C H IO P IS C H IL A P P IU G A L L U R A F L U M E N D O S A F L U M IN E D D U A lla D ir e z io n e G e n e r a le d e lC .F .V .A .– S a la O p e r a tiv a R e g io n a le A l1 1 8 C A G L IA R I L O G U D O R O A l1 1 8 S A S S A R I A lla D ir e z io n e G e n e r a le d e ll'A .R .P .A .S . A ll’A .R .P .A .S .– D ip a r tim e n to S p e c ia lis tic o R e g io n a le Id r o M e te o C lim a tic o A lla D ir e z io n e G e n e r a le d e ll’E n te F o r e s te A ll'E .N .E .L .P r o d u z io n e U B S a r d e g n a A d A b b a n o a S .p .A . A ll'U ffic io T e c n ic o p e rle D ig h e d iC a g lia r i A ll'A s s e s s o r a to D ife s a d e ll'A m b ie n te A ll'E .N .A .S . A ll'A s s e s s o r a to d e iL L .P P .-S e r v iz io In fr a s tr u ttu r eA ll’A .N .A .S .S .p .A .-C A G L IA R I A lla T e le c o m A ll'A s s e s s o r a to d e iL L .P P .-S e r v iz id e lG e n io C iv ile d i:C A G L IA R I– S A S S A R I– N U O R O – O R IS T A N O – O L B IA T E M P IO A ic o n s o r z id iB o n ific a : S A R D E G N A M E R ID IO N A L E – S A R D E G N A C E N T R A L E – O R IS T A N E S E B A S S O S U L C IS – C IX E R R I– G A L L U R A – N O R D S A R D E G N A – N U R R A -O G L IA S T R A A :E .N .A .S .D ig a C a n to n ie r a s u lT ir s o -C o n s o r z io S o r v e g lia n z a D ig a T e m o -C o n s o r z io In d u s tr ia le P r o v in c ia le C .I.-A .N .P .A .S . E ,p .c .A lle P R E F E T T U R E d i:C A G L IA R I-N U O R O -O R IS T A N O -S A S S A R I-A lD ip a r tim e n to N a z io n a le d e lla P r o te z io n e C iv ile Comunicato: S ip o r taac o n o s c e n z ac h eil D ip a r tim e n tod iP r o te z io n eC iv ileind a tao d ie r n a ,c o n A V V IS O d iC R IT IC IT A ’n .1 3 0 7 2 P R O T .D P C /R IA /6 6 6 6 9 d e l1 7 .1 1 .2 0 1 3 ,c o m u n ic a c h e : d a lla m a ttin a tadi domani, lunedì 18.11.2013 , e per le successive 24 - 30 o r es ip r e v e d e il liv e llo d i ELEVATA C R IT IC IT A ’P E R R IS C H IO ID R O G E O L O G IC O L O C A L IZ Z A T O s u lle s e g u e n tiz o n e d ia lle r ta : CAMPIDANO - FLUMENDOSA FLUMINEDDU - MONTEVECCHIO PISCHILAPPIU - GALLURA - TIRSO - IGLESIENTE S ip r e v e d o n o p r e c ip ita z io n id iffu s e a n c h e a c a r a tte r e d ir o v e s c io o te m p o r a le .Ife n o m e n ip o tr a n n o d a rlu o g o a r o v e s c id ifo r te in te n s ità , fr e q u e n te a ttiv ità e le ttr ic a e fo r tir a ffic h e d iv e n to .P r e v is tiv e n tid ib u r r a s c a s u d o r ie n ta li,c o n r a f fic h e d ib u r r a s c a fo r te . • La Regione Sardegna aveva emanato l’Allerta per criticità elevata su tutta la Regione per il 18 Novembre, sulla base delle valutazioni del Centro Funzionale Centrale, in quanto il CF Sardo non era attivo. AVVERTENZE: A is e n s id e ll'o r d in a m e n tov ig e n teed e llaD ir e ttiv ad e ll'A s s e s s o r ed e llaD ife s ad e ll'A m b ie n ted e l2 7 .0 3 .2 0 0 6 ,s i r a c c o m a n d a a lCFVA ed all'Ente Foreste d ia ttiv a r e ilp e r s o n a le r e p e r ib ile e ir is p e ttiv iS e r v iz iT e r r ito r ia lie P r o v in c ia lie d is e g n a la r e l’a v v is o a lle p r o p r ie s tr u ttu r e p e r ife r ic h e a ifin id ip r o v v e d e r e a lm o n ito r a g g io e a lla s o r v e g lia n z a d e lte r r ito r io . IlCFVA r a ffo r z e r à ,s e g ià in a tto ,ilm o n ito r a g g io o s s e r v a tiv o d e iliv e lliid r ic id e ic o r s id ’a c q u a in te r e s s a tid a lla c r itic ità e d e lle a r e e d i p e r ic o lo s ità d ifr a n a ,a v v ie r à u n s e r v iz io d is o r v e g lia n z a e d im o n ito r a g g io d e ip u n tis e n s ib ilid e lte r r ito r io ( p o n ti,s tr a d e ,in fr a s tr u ttu r e )e fo r n ir à ,in o ltr e ,s u p p o r toa lle a u to r ità lo c a li d ip r o te z io n e c iv ile p e re p is o d ic ir c o s c r itti c h en o n p o s s a n o e s s e r ea f fr o n ta ti c o n m e z z i o r d in a r i.L'Ente Foreste s ir a c c o r d e r à c o n la D .G .d iP r o te z io n e C iv ile p e rl’e v e n tu a le s u p p o r to a lle A u to r ità d ip r o te z io n e c iv ile lo c a lie fo r n ir à a lC F V A n o tiz ie s u ite r r ito r ia m m in is tr a tid a lm e d e s im o E n te ,s u p p o r ta n d o le a ttiv ità d im o n ito r a g g io d ic o m p e te n z a d e lC F V A . IlCFVA e l'Ente Foreste p r o v v e d e r a n n o a ll'a lle s tim e n to d e lle r is p e ttiv e c o lo n n e m o b ilid a im p ie g a r s iin c a s o d ie m e r g e n z a ,n o n c h é a d in v ia r e ,s e n e c e s s a r io ,u n p r o p r io r a p p r e s e n ta n te p r e s s o la S a la O p e r a tiv a R e g io n a le In te g r a ta ( S .O .R .I) . A iPresidi Territoriali,d ic u ia ll'a r t.2 d e lla c ita ta d ir e ttiv a ,s ir a c c o m a n d a d is e g n a la r e te m p e s tiv a m e n te a lla S .O .R .Iq u a ls ia s ie le m e n to d ie v o lu z io n eor e g r e s s io n ed e i fe n o m e n im e te o r o lo g ic i ina ttoe de v e n tu a li c r itic itàr is c o n tr a ten e i te r r ito r id ic o m p e te n z a .S i r a c c o m a n d a a lle Province d iv e r ific a r e la p ie n a o p e r a tiv ità d e lle a s s o c ia z io n id iv o lo n ta r ia to e la d is p o n ib ilità d iu o m in ie m e z z ip e r g a r a n tir e g liin te r v e n tid ip r o p r ia c o m p e te n z a . Ai Sindaci dei Comuni interessati s ir a c c o m a n d ad ia ttiv a r elep r o c e d u r eele m is u r ed ic o m p e te n z afin a liz z a tea llatu te lad e lla in c o lu m ità p u b b lic a a n c h e c o m u n ic a n d o a lla p o p o la z io n e a r is c h io le p r e d e fin ite m is u r e d ia u to p r o te z io n e d a m e tte r e in a tto . S ir a c c o m a n d a in o ltr e d ia ttiv a r e le u lte r io r ip r o c e d u r e p r e v is te n e ip ia n iC o m u n a lid ip r o te z io n e C iv ile . Si chiede all’ARPAS,q u a le c e n tr od ic o m p e te n z a a is e n s id e lla L .R .n .6 /2 0 0 6 e s .m .i.,l’a ttiv a z io n e d iu n p r e s id io h 2 4 ,tr a m ite il D ip a r tim e n to S p e c ia lis tic o R e g io n a le Id r o M e te o C lim a tic o ,p e rtu tta la d u r a ta te m p o r a le d e ll’A v v is o ,in c o n ta tto c o s ta n te c o n la S .O .R .I. D'ordine del Direttore Generale Ing. Giorgio Onorato Cicalò Ilr e s p o n s a b ile d itu r n o -In g .F r a n c e s c o T o la S A L A O P E R A T IV A R E G IO N A L E IN T E G R A T A :V ia B ia s i,7 -0 9 1 3 1 C a g lia r i te l.+ 3 9 0 7 0 6 0 6 6 7 6 3 -fa x + 3 9 0 7 0 6 0 6 4 8 6 5 – s o r i.p r o te z io n e c iv ile @ r e g io n e .s a r d e g n a .it 58 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Sardegna 2013: Richiesta rinvio a giudizio (maggio 2014) Sindaco, Assessore alla Protezione Civile e Dirigente Protezione Civile sono accusati di cooperazione in inondazione colposa, disastro colposo, omicidio colposo plurimo, perché pur: PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Sardegna 2013: Richiesta rinvio a giudizio (maggio 2014) Presidente di Regione, Assessore alla Protezione Civile Regionale e Dirigente Protezione Civile Regionale sono accusati di cooperazione in inondazione colposa, disastro colposo, omicidio colposo plurimo, perché pur: 60 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO…e dintorni. 1. La responsabilità è di tutti i soggetti che hanno a qualsiasi titolo posizioni di garanzia (di protezione o di controllo) e non vale il “principio di affidamento”. 2. Colui che ha poteri impeditivi della messa in pericolo delle persone, se non li esercita risponde dell’evento. 3. Non avere certezze sulle caratteristiche e l’evoluzione di un fenomeno potenzialmente pericoloso, non giustifica l’inerzia e, anzi, impone misure ancor più cautelative (perché deve comunque considerarsi “il peggio”). E’ necessario che “si valuti se possa escludersi la possibilità dell’aggravarsi del fenomeno”: se non posso escludere l’aggravamento, debbo agire come ritenendo certa la catastrofe. 61 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO…e dintorni: Esempio Non è un buon agente modello colui che impedisce le edificazioni in aree storicamente inondate, lo è – invece – colui che le impedisce in aree che potrebbero essere colpite da inondazioni di maggiore estensione rispetto a quelle verificatesi nel passato. Si ammette che l’agente modello non debba però spingersi a vietare le costruzioni in montagna, ma solo nelle aree golenali ed in quelle adiacenti pianeggianti. Per le pendici della montagna non ci sarà problema, ma – immaginiamo a questo punto - solo se lo si potrà escludere (n.d.a.). 62 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA SARNO…e dintorni. L’agente modello è colui che è in grado di ipotizzare le conseguenze più gravi di un fenomeno. Massima estensione del “PRINCIPIO DI PRECAUZIONE”. 63 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Origine della posizione di garanzia La posizione di garanzia si assume: • per legge; • per i rapporti tra i soggetti (contraente, genitore, datore di lavoro, ..); • volontariamente 64 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Art. 40. Nesso di causalità • ”Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. • L’accertamento del nesso di causalità rappresenta una garanzia del principio di colpevolezza, inteso come divieto di responsabilità per fatto altrui, in quanto impone che il soggetto possa rispondere solo di eventi che siano conseguenza della sua condotta. 65 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Natura della posizione di garanzia Le posizione di garanzia sono • di protezione (preservare i beni dai pericoli che li minacciano); • di controllo (neutralizzare le fonti di pericolo che minacciano i beni da proteggere). La posizione di garanzia deve: • • • • esistere prima del verificarsi dell’evento; essere prevista da una norma; essere conoscibile; essere diretta a tutelare il bene giuridico al quale la posizione di garanzia fa riferimento; • munire il soggetto garante dei poteri necessari per impedire l’evento (anche “poteri impeditivi di natura sollecitatoria”). 66 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Responsabilità I PRINCIPI: 1) Se si opera in urgenza e/o complessità; 2) L’esigibilità in concreto; 3) Se il rischio è accettato. 67 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Responsabilità 1) Se si opera in urgenza e/o complessità: • “Nella valutazione sul profilo soggettivo della colpa, vanno considerate le contingenze del caso concreto con conseguenze sulla concreta esigibilità della condotta astrattamente doverosa: nelle emergenza anche le cose facili sono difficili.” (Cass. pen., sez. IV, 24528/14) PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Responsabilità 2) L’esigibilità in concreto. • Anche quando l’evento avverso si verifichi, occorre valutare il comportamento concretamente tenuto dall’agente: se ha dato il meglio di sé, se ha fatto tutto il necessario e, per le contingenze del caso concreto, non ha potuto evitare il verificarsi dell’evento, allora egli non è in colpa. • Se un comportamento diverso non era esigibile dall’agente, allora egli dovrà essere assolto. 69 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Responsabilità 3) Se il rischio è accettato. • Cass. Pen., sez. IV, 22 novembre 2011, n. 4391. • Vi sono contesti nei quali esiste una ineliminabile misura di rischio consentito. • La linea di confine tra il lecito e l'illecito è spesso incerta, sicchè la valutazione della colpa non può prescindere dalla considerazione di tale contingenza: il rischio è insuperabile ma è accettato dalla scienza e dalla società, dunque è "consentito". • L'esistenza di una posizione di garanzia non basta a fondare l'imputazione, dovendosi esperire il giudizio di rimprovero personale che concretizza la colpevolezza, tenendo adeguatamente conto dei margini d'incertezza connessi all'individuazione dell'area di rischio socialmente 70 accettato. PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA L’Agente modello che evita il giudizio di responsabilità è colui che si è reso proattivo e sa dare atto (ex post) del contesto reale (ex ante). 71 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA L’Agente modello Valuta nel contesto di una pianificazione partecipata Ne rende conto (accountability) Rende tracciabile le decisioni (traceability) 72 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le pratiche esistenti 73 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le pratiche esistenti 74 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le procedure “Potrebbe essere assai utile, in primis per l’efficienza del sistema stesso in fase operativa e, successivamente, nell’eventuale fase di verifica giudiziale che dovesse instaurarsi, la disponibilità di linee-guida scritte, o meglio di protocolli operativi, che individuassero le più efficaci modalità di raccordo, coordinamento e comunicazione tra i diversi enti e soggetti del Servizio Nazionale della Protezione Civile. (A. Pastore, La Protezione civile nella società del rischio. Procedure, garanzie, responsabilità, p. 38). 75 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le procedure “La finalità principale è quella di innalzare lo standard di perizia esigibile.” (A. Pastore, La Protezione civile nella società del rischio. Procedure, garanzie, responsabilità, p. 43). “Le linee guida devono indicare standard conformi alla regole dettate dalla migliore scienza a garanzia del cittadino.” (Cassazione penale , sez. IV, sentenza 09.04.2013, n. 16237) 76 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Le procedure operativi, laddove codifichino prassi ‘virtuose’ e rispondenti a criteri di ragionevolezza ed efficienza, possono senz’altro costituire un primo parametro per valutare la diligenza degli operatori di protezione civile.” “Protocolli “ (A. Pastore, La Protezione civile nella società del rischio. Procedure, garanzie, responsabilità, pp. 38). 77 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La validazione delle procedure/1 “(…) La circostanza che le linee guida promanino dallo stesso ente che è poi chiamato ad osservarle, rende necessario, in assenza di validazioni esterne, un più attento scrutinio in sede processuale circa l’effettiva rispondenza delle regole in esse contenute alla migliore scienza ed esperienza disponibili.” (A. Pastore, La Protezione civile nella società del rischio. Procedure, garanzie, responsabilità, pp. 43-44). “ 78 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La validazione delle procedure/2 La Compliance: attività di cura e verifica della correttezza delle procedure e del rispetto delle norme, al fine di non incorrere in sanzioni che potrebbero danneggiare la reputazione del Sistema nei confronti degli stakeholders, ovvero innescare indagini da parte dei controllori istituzionali ovvero richieste di danni. Audit: è uno dei presidi dei quali si serve la Compliance per un controllo di qualità trasversale tra le varie funzioni e per l’attività di prevenzione e stimolo per l’attuazione delle buone prassi. 79 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La validazione delle procedure/3 “Appare senz’altro utile l’idea (…) di report di eventi redatti da appositi organismi di ispezione/indagine interni al sistema di Protezione civile. (…) a me sembra prezioso il contributo che tali report potrebbero dare al magistrato inquirente. ….i report di incidente (…) potrebbero entrare nel materiale di indagine, per poi essere acquisiti agli atti del processo, introducendo sin dalle prime fasi del procedimento il ‘punto di vista’ del sistema in cui hanno operato le persone sottoposte ad indagini.” (A. Pastore, La Protezione civile nella società del rischio. Procedure, garanzie, responsabilità, pp. 41). 80 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La validazione delle procedure/4 Lo studio degli errori senza conseguenze Occorre promuovere pratiche di analisi e revisioni (debriefing) delle situazioni che pur non avendo prodotto perdite o danni, sono comunque state caratterizzate da errore, posto che solo una consapevolezza di ciò che si è sbagliato può produrre delle correzioni che potranno scongiurare quei medesimi errori che in futuro potrebbero, invece, produrre perdite o danni. Positivizzare il riconoscimento dell’errore da parte dell’operatore e così evitare che quest’ultimo lo consideri come un elemento di colpa o di stigmatizzazione del proprio operato. 81 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il rischio accettato “… serve una riflessione e una discussione pubblica che, a scala locale prima ancora che nazionale, fondi le regole su argomenti e strumenti cognitivi per informare in modo attrattivo e credibile, per discutere e valutare le alternative, per attivare comportamenti privati e pubblici corretti: adeguati alla rilevanza e alla complessità collettiva dei problemi”. (M. Morisi, La Protezione civile nella società del rischio. Chi valuta, chi decide, chi giudica, p. 120). “Nessun esperto potrà mai rispondere alla domanda: ‘come vogliamo vivere?’ Il problema del rischio accettabile è un problema di democrazia”. (F. Centonze, La normalità dei disastri tecnologici, p. 122) 82 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il rischio accettato … e guarda caso la partecipazione della cittadinanza entra nella Direttiva Alluvioni (2007/60/CE) … Articolo 10 1. Ai sensi della normativa comunitaria applicabile, gli Stati membri mettono a disposizione del pubblico la valutazione preliminare del rischio di alluvioni, le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni e i piani di gestione del rischio di alluvioni. 2. Gli Stati membri incoraggiano la partecipazione attiva delle parti interessate all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento dei piani di gestione del rischio di alluvioni di cui al capo IV. 83 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il SISTEMA modello… …che evita il giudizio di responsabilità del suo operatore. Accountability: Realizzare un sistema di procedure: 1. CONDIVISO con tutti gli stakeholders (cittadini compresi); 2. CHIARO nell’affermazione dell’esistenza di un rischio residuo; 3. Costantemente MONITORATO, VERIFICATO ed AGGIORNATO; 4. Nella prospettiva della COMPLIANCE. 84 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA Il SISTEMA modello… … Traceability: Fornire al controllore gli strumenti di verifica (per la situazione in cui era l’Agente nel momento della sua valutazione). Esempi: 1. Check list 1. La “scatola nera”: rappresentazione affidabile di tutti gli elementi della realtà fenomenica esistenti al momento della condotta, sia quelli statici che quelli dinamici. 2. … 85 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA La partecipazione dei cittadini e degli amministratori locali nella prevenzione del rischio 2011 1970 44 vittime 20?? 6 vittime 86 PERCORSO SPERIMENTALE DI CONDIVISIONE E FORMAZIONE PER LA REDAZIONE DI PIANI COMUNALI DI EMERGENZA IL PERCORSO È CO-FINANZIATO TRAMITE IL PO OBIETTIVO 3 ITALIAFRANCIA MARITTIMO “PROTERINA-Due” www.proterina.eu 87