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Becchin`amor! -Che vuo`,falso tradito?
Presentazione di : Luca Cofano e Gao Shujin Cecco Angiolieri (Siena 1260-1312) è il poeta comico toscano più rappresentativo del XIII secolo, contemporaneo di Dante Alighieri e appartenente a una famiglia ricca che fa parte del partito guelfo. Egli partecipò attivamente alle lotte politiche nella sua citta sviluppatesi durante l’età Comunale , motivo per cui fu esiliato. Si hanno poche informazioni sulla vita dell’autore ma sappiamo che egli visse una vita sregolata : ebbe problemi con la giustizia; sperperò il denaro del padre e finì la sua vita in miseria. Questi aspetti della sua vita li troviamo nella sua raccolta di circa 100 sonetti dove compare la figura del padre avaro, dell’amante becchina e si esalta la ‘’taverna’’, il luogo in cui vengono raffigurati i piaceri carnali e quelli legati al gioco. – Becchin’amor! – Che vuo’, falso tradito? – Che mi perdoni. – Tu non ne se’ degno. – Merzé, per Deo! – Tu vien’ molto gecchito. – E verrò sempre. – Che sarammi pegno? – La buona fé. – Tu ne se’ mal fornito. – No inver’ di te. – Non calmar, ch’i’ ne vegno. – In che fallai? – Tu sa’ ch’i’ l’abbo udito. – Dimmel’, amor. – Va’, che ti vegn’un segno! – Vuo’ pur ch’i’ muoia? – Anzi mi par mill’anni. – Tu non di’ ben. – Tu m’insegnerai. – Ed i’ morrò. – Omè che tu m’inganni! – Die tel perdoni. – E che, non te ne vai? – Or potess’io! – Tègnoti per li panni? – Tu tieni ’l cuore. – E terrò co’ tuoi’ guai. Becchina amore! -Che vuoi bugiardo traditore? -Voglio che mi perdoni,- Tu non ne sei degno -Pietà per Dio !-Tu vieni da me sottomesso -E verrò da te sempre con tale atteggiamento -Che cosa mi darà garanzia? -La buona fede - Tu ne sei poco fornito -Non nei tuoi confronti -Non cercar di calmarmi perchè io so tutto -In che cosa ho fallito ? -Tu sai che io l'ho sentito dire dimmelo amore - Và! che ti venga un malanno! -Vuoi veramente che io perisca ?-Anzi non vedo il momento!-Tu non dici bene, mi insegnerai tu (a dire bene)E allora io morirò -Ahimè ecco che tu m’imbrogli! -Dio ti perdoni ! Ma perchè non ti allontani? -Magari io potessi!- Ti trattengo per le vesti? -Tu hai il mio cuore- E lo terrò per i tuoi guai!! – Becchin’amor! – Che vuo’, falso tradito? – Che mi perdoni. – Tu non ne se’ degno. – Merzé, per Deo! – Tu vien’ molto gecchito. – E verrò sempre. – Che sarammi pegno? A B A B – La buona fé. – Tu ne se’ mal fornito. – No inver’ di te. – Non calmar, ch’i’ ne vegno. – In che fallai? – Tu sa’ ch’i’ l’abbo udito. – Dimmel’, amor. – Va’, che ti vegn’un segno! A B A B – Vuo’ pur ch’i’ muoia? – Anzi mi par mill’anni. – Tu non di’ ben. – Tu m’insegnerai. – Ed i’ morrò. – Omè che tu m’inganni! C D C – Die tel perdoni. – E che, non te ne vai? – Or potess’io! – Tègnoti per li panni? – Tu tieni ’l cuore. – E terrò co’ tuoi’ guai. D C D Tipo testo: sonetto- componimento di 14 endecasillabi divisi in due quartine e due terzine Rime: alternate nelle quartine(ABAB-ABAB), incatenate nelle terzine(CDC-DCD) Figure retoriche: 1-Iperbole: <<anzi mi par mill’anni>> 2-anafora: <<-tu non di’ ben. -Tu m’insegnerai>> 3-metafora: <<Tu tieni’l cuore >> Il tema del sonetto è il litigio tra due innamorati, che si scontrano in un vivace battibecco. Il tema fondamentale è quindi l’amore che viene raffigurato nell’aspetto parodico presente nelle opere di Angiolieri. Cecco sottolinea questo aspetto evidenziando la richiesta di perdono a cui segue sempre un rifiuto della sua amata inserendo due battute in ogni verso. Anche scrivendo poesia comica, Cecco con intento comico e parodico rovescia i temi dello stilnovismo ma nella sua opera usa termini aulici e raffinati appartenenti alla cultura cortese come <<Merzè>> e <<gecchito>> Nelle opere di Angiolieri la figura della donna e dell’amore vendono ribaltati dal punto di vista del significato: L’amore- durante lo stilnovismo l’amore è un mezzo di perfezione ed elevazione spirituale mentre con Cecco l’esperienza amorosa si riduce a liti e battibecchi. La donna- con Cecco la donna è una figura carnale e viene raffigurata come un amante becchina, completamente opposto al significato di donna-angelo durante lo stilnovismo