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S`i` fosse foco
ANALISI TESTO Cecco Angiolieri, “S’i’ fosse foco …” Data: tra la fine del 13° e l’inizio del 14° sec. Genere: poesia lirica S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; s’ i’ fosse vento, lo tempesterei; s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo ; s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo, ché tutti cristïani imbrigherei; s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? A tutti mozzarei lo capo a tondo . S’i fosse morte, andarei da mio padre; s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: similemente farìa da mi’ madre . S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui . Che cos’è la parafrasi dal greco “paraphazo” che significa “dico con altre parole”? E’ l’esposizione del contenuto di un testo con parole proprie. A che cosa serve? E’ un’ operazione importante che ha come fine la comprensione di un testo. Come si fa? Si chiarisce il significato dei vocaboli, delle espressioni, dei concetti, dei riferimenti a fatti o argomenti che non si conoscono, ricorrendo a vocabolari, enciclopedie, o altri libri. Di quali tipi di testi si può eseguire la parafrasi? Di testi di qualunque tipo, siano essi in prosa o in poesia, ma diventa indispensabile quando si affrontano testi di difficile comprensione. Fasi di lavoro •LETTURA DEL TESTO •RILETTURA, SOTTOLINEATURA, RICERCA DEI SIGNIFICATI chiarendo il significato di ogni figura retorica. •STESURA DELLA PARAFRASI. S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; s’ i’ fosse vento, lo tempesterei; s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo ; s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo, ché tutti cristïani imbrigherei; s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? A tutti mozzarei lo capo a tondo . S’i fosse morte, andarei da mio padre; s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: similemente farìa da mi’ madre . S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui . Se io fossi fuoco, brucerei il mondo; se fossi vento, gli manderei una tempesta; se fossi acqua, lo annegherei; se fossi Dio, lo farei sprofondare; se fossi il papa, allora sarei felice, perché metterei nei guai tutti i cristiani; se fossi l’imperatore, lo farei senz’altro: taglierei la testa a tutti quelli che mi stanno intorno. Se fossi la morte, andrei da mio padre; se fossi la vita, non starei insieme a lui: lo stesso farei con mia madre. Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato, prenderei le donne giovani e belle: e lascerei agli altri le vecchie e brutte. Livello metrico Sonetto con rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Lo schema è ABBA, ABBA; CDC, DCD. •Le rime in B sono simili dal punto di vista morfologico (contengono il condizionale presente, coniugato alla prima persona singolare, di quattro diversi verbi); • le due parole-rima della prima terzina (C) sono strettamente collegate sul piano semantico, cioè nel significato («padre», «madre»). •Parole in rima: mondo, profondo, giocondo, tondo; tempesterei, annegherei (rima imperfetta), imbrigherei, farei; padre, madre, leggiadre; lui, fui, altrui. Le strofe dispari • • • Le strofe dispari (prima quartina, prima terzina) presentano una perfetta coincidenza tra ritmo e sintassi: a ogni verso (con la sola eccezione del conclusivo v. 11) corrisponde un periodo ipotetico articolato in una protasi e un’apodosi. Nelle strofe dispari, i sei periodi inizianti per «s’i’ fosse» (vv. 1-4; vv. 9-10) presentano tutti ipotesi impossibili. Il v. 11 sottolinea (anche grazie alla rima «padre» : «madre») come il desiderio di distruzione sia rivolto ad entrambi i genitori. Le strofe dispari • • • Le strofe pari (seconda quartina, seconda terzina) sono occupate da periodi più articolati, che spezzano la coincidenza ritmo-sintassi. Nella seconda quartina l’alternanza protasi-apodosi si distende su due coppie di versi. Nelle strofe pari, i tre periodi inizianti per «s’i’ fosse» (vv. 5,7; v. 12) presentano tutti ipotesi possibili. S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; s’ i’ fosse vento, lo tempesterei; s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo ; A B B A s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo, ché tutti cristïani imbrigherei; s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? A tutti mozzarei lo capo a tondo . A B B A S’i fosse morte, andarei da mio padre; s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: similemente farìa da mi’ madre . C D C S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui . D C D Anafora: “s’i’ fosse …” (v. 1-5, 7, 9, 10, 12); Parallelismo: “s’i’ fosse” + condizionale (v. 15, 7, 9, 10); Iperboli: le due quartine e la prima terzina sono tutte fondate su continue iperboli; Antitesi: “giovani e leggiadre” (v. 13) vs “vecchie e laide” (v. 13); Anticlimax: “fuoco – acqua – vento – Dio” (v. 1-4); “papa – ‘’mperator” (vv. 5 e 7); “padre – madre” (v. 9 e 11); “Cecco” (v. 12). Chiasmo: “torrei le donne giovani e leggiadre:/ le vecchie e laide lasserei altrui (v. 13-14). Contestualizziamo il testo Poesia comico realistica sviluppatasi a partire dal 1260 in varie città toscane. Nonostante l’apparente semplicità dei contenuti, la poesia comico-realistica è erudita e colta, che intenzionalmente rovescia le strutture e i valori della poesia stilnovista. Il sonetto richiama il plazer provenzale dedicato all’elenco delle cose piacevoli. D’altra parte, si elencano qui sogni e desideri di distruzione rivolti contro •il mondo •l’umanità, •la famiglia. La poesia comico-realistica prosegue la pratica di un filone letterario di origine giullaresca, parallelo a quello alto e riconosciuto, che contrappone ciò che è basso e materiale alla dimensione idealizzata e spirituale della letteratura ufficiale.