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Un anno di agricoltura e di Coldiretti

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Un anno di agricoltura e di Coldiretti
Un anno di agricoltura e di Coldiretti
Annata Agraria 2015
TORINO, 17 DICEMBRE 2015
I dati sono elaborati dall’ufficio studi e del programma di Coldiretti Piemonte
SETTORE
ZOOTECNICO
LATTE: CONTINUA LA CRISI
Accordo nazionale
con Italatte prezzo
latte alla stalla +2,1
cent/l.
Adottare un modello
di contratto con tutte
le industrie con prezzo
indicizzato
Prezzo latte ancora
inferiore ai costi di
produzione stimati da
ISMEA 38-40 cent/l.
SETTORE
ZOOTECNICO
LATTE: CONTINUA LA CRISI
Con la fine della campagna lattiero casearia 2014/2015 (1°aprile 2014-31 marzo 2015) si è avuta la conclusione
del regime delle quote latte a livello comunitario. Un meccanismo che, per più di 30 anni (era entrato in vigore
nel 1984) ha garantito, nel bene e nel male, il contingentamento della produzione europea e, soprattutto negli
ultimi anni, aveva contribuito a dare una relativa stabilità dei prezzi. L’Italia ha concluso la campagna
2014/2015 con una produzione di 110.008.410 quintali (10.012.280 quintali in Piemonte), con il conseguente
superamento della quota nazionale (Quantitativo Nazionale di Riferimento) e il pagamento del prelievo
supplementare per 103 milioni di euro a carico dei produttori (6,3 milioni di euro in Piemonte). Nei 5 anni
precedenti la produzione era invece rimasta al di sotto della quota nazionale. La nuova campagna, la prima in
un contesto di libero mercato, è stata caratterizzata da un notevole surplus produttivo a livello globale e,
complice anche la frenata della crescita di alcuni paesi in forte espansione (Cina in primis), da una forte
contrazione dei prezzi, tornati pressoché sui livelli della crisi del 2009. Tutto il comparto, dalla stalla alla polvere
di latte, ai formaggi a lunga conservazione, ha vissuto un periodo di stagnazione e solamente in queste ultime
settimane si sta lentamente intravedendo un timido rialzo. L’auspicio è che questi segnali siano l’inizio di una
risalita, seppur lenta, di tutta la filiera, e conseguentemente del prezzo del latte alla stalla. Nel corso
dell’annata il prezzo medio si è collocato tra i 30 e 34 centesimi/litro, nettamente inferiori prezzi medi del
2014; situazione aggravatasi ulteriormente negli ultimi mesi.
Dal 2010 ad oggi continua lo sviluppo del progetto “Polvere di latte”: sono oltre 3.500 i quintali conferiti dalla
cooperativa Compral-latte alla torre di spraiatura della azienda Inalpi di Moretta, la quale fornisce
prevalentemente la Ferrero di Alba.
SETTORE
ZOOTECNICO
LATTE: CONTINUA LA CRISI
vaccino (non
rettificato)
LATTE
caprino
ovino
TOTALE
Q.li annui 2014
Q.li annui 2015
VAR%
2015/2014
9.576.730
10.012.280
38.970
26.720
9.642.420
VAR%
2014/20
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
4,5%
€ 373.492.470,00
€ 320.392.960,00 -14,2%
40.520
4,0%
€ 3.117.600,00
28.030
10.080.830
4,9%
4,5%
€ 1.736.800,00
€ 378.346.870,00
€ 3.241.600,00
4,0%
€ 1.849.980,00 6,5%
€ 325.484.540,00 -14,0%
BOVINI DA CARNE: QUALCHE SEGNALE DI
RIPRESA
Ripresa su razza bovina
Piemontese
In attesa del
riconoscimento I.G.P.
per il vitellone
piemontese della
coscia
BOVINI DA CARNE: QUALCHE SEGNALE DI
RIPRESA
L’annata 2015 per il comparto dei bovini da carne si è sviluppata senza particolari novità, con produzioni che
rimangono nel complesso pressoché stabili e con quotazioni di mercato che non evidenziano, mediamente, particolari
cambiamenti. Sul settore pesa ancora una volta la propria connotazione ancora tradizionale e la carenza di una sua
vera e propria organizzazione della parte allevatoriale per quanto concerne la concentrazione dell’offerta, ad eccezione
di alcune realtà cooperative. Il mercato piemontese dei bovini da carne rimane ancora fortemente vincolato a figure di
intermediazione, nonostante le potenzialità di un settore che può vantare la prima razza da carne autoctona a livello
nazionale per numero di capi allevati, vale a dire la Piemontese. Su questa razza da carne nel corso del 2015 si è
lavorato su due fronti: si sta cercando di ottenere l’IGP Vitellone Piemontese della Coscia, attualmente in sede di
esame presso la Commissione europea, ed è stata nuovamente replicato l’accordo di filiera con Mc Donald’s. Dopo
l’esperienza positiva del 2013, nella prima quindicina di ottobre e nei primi quindici giorni di novembre, nei punti Mc
Donald’s di tutto il territorio nazionale, è presente il nuovo panino “McItaly Piemontese” con hamburger 100% di carne
di razza Piemontese. Nel corso dell’annata i prezzi per la razza Piemontese hanno mediamente tenuto, mentre maggiori
criticità si sono avuti per le razze francesi, dovute anche alle difficoltà di approvvigionamento da Oltralpe causa le
restrizioni alle importazioni. Di seguito le rilevazioni medie della Borsa merci di Cuneo per i bovini da macello:
- 3,08 €/kg Vitellone maschio razza Piemontese della coscia inferiore a 24 mesi (500-600 kg)
- 3,74 €/kg Vitellone femmina razza Piemontese della coscia inferiore a 24 mesi (400-450 kg)
-2,84 €/kg Vitellone maschio razza Blonde d'Aquitaine ( fino a 750 kg)
-2,63 €/kg Vitellone maschio razza Limousine ( fino a 720 kg)
- 2,41 €/kg Vitellone maschio razza Charolaise ( fino a 780 kg)
SUINI: UN’ANNATA STABILE
Coldiretti si sta impegnando per
rendere operativa la Commissione
Unica Nazionale per la
formazione del prezzo
SUINI, UN’ANNATA STABILE MA STENTA
L’OPERATIVITÀ DELLA CUN
Per il comparto suinicolo il 2015 si è trattato di un’annata che ha rispecchiato praticamente le ultime annate, con
quotazioni che oscillano da 1,30 a 1,50 €/kg per i suini della categoria 160/176 kg, in cui rientra la stragrande
maggioranza degli allevamenti piemontesi specializzatisi negli anni per la produzione del suino pesante destinato alle
filiere DOP (prosciutto di Parma in primis). Il tutto a fronte di una progressiva diminuzione dei capi e degli allevamenti,
sia a livello nazionale che piemontese. Dati alla mano, si rileva come nel 2015 in Piemonte siano allevati circa 1,2
milioni di suini, ma in contrazione del 2% rispetto al 2014, mentre è più marcato il calo degli allevamenti che è passato
da 2.900 a 2.550 circa (Fonte Sistema Piemonte). Si osserva una progressiva chiusura dei piccoli allevamenti a favore di
realtà più organizzate. Anzi, proprio in virtù di questa diminuzione ci si sarebbe aspettati un mercato marcatamente al
rialzo, ma così non è stato. Sul fronte nazionale si osserva invece un cronico malfunzionamento della CUN –
Commissione Unica Nazionale dei suini da macello di Mantova, istituita a fine 2008 e composta pariteticamente da
cinque commissari di parte allevatoriale e da cinque rappresentanti dei macellatori con il compito di formulare
settimanalmente il prezzo. Nonostante le numerose modifiche introdotte al regolamento interno, la CUN stenta a
operare, venendo così meno un prezioso riferimento per il mercato.
AVICOLI, ANCORA IN CRESCITA LA PRODUZIONE
E I CONSUMI
Per il comparto polli da carne si è trattata di un’annata con quotazioni pressoché stabili, in linea con il 2014. Il Per
buona parte dell’annata i prezzi sono oscillati da 1,00 a 1,10 €/kg, con un andamento progressivo sia per quanto
riguarda le fasi di calo che di risalita delle quotazioni Anche nel corso del 2015 le carni bianche dimostrano un interesse
sempre più crescente, soprattutto in virtù delle notevole convenienza nel rapporto qualità/prezzo. Stabile a livello
regionale la filiera produttiva che può contare su circa 1.000 allevamenti.
Sempre nell’ambito del settore avicolo, rimane positivo anche la produzione di uova, mantenendo il trend delle due
precedenti annate. Sulle principali piazze nazionali di riferimento, Forlì e Milano i prezzi sono oscillati tra i 10 e 12
centesimi per le uova di pezzatura media, tra i 12 e 14 centesimi per le uova di pezzature più grandi.
CONIGLI, TENGONO I CONSUMI MA AUMENTA
LA VOLATILITÀ DEI PREZZI
L’annata 2015 ha mostrato ancora una volta l’elevata volatilità dei prezzi per il comparto cunicolo nazionale e di riflesso
sugli allevamenti piemontesi. Il Piemonte, dopo il Veneto, è la seconda regione italiana per importanza nel settore
cunicolo, contando circa 150 allevamenti e quasi 700 mila capi allevati, concentrati soprattutto nelle province di Cuneo
e Torino. Se fino alla fine del 2014 i prezzi sono rimasti al di poco sotto dell’euro, ma comunque inferiori allo stesso
periodo delle annate precedenti, dai primi mesi del 2015 e sino alla fine di maggio si é verificato un calo vertiginoso dei
prezzi, toccando il minimo di 1,31 €/kg stabilito dalla CUN – Commissione Unica Nazionale dei conigli vivi da carne di
Verona. Da giugno in poi le quotazioni hanno ripreso a salire, arrivando a agli attuali 2,41 €/kg. Un andamento che non
trova una motivazione oggettiva, vista la domanda sempre elevata da parte dei macellatori. Un elemento più volte
evidenziato da Coldiretti è la mancanza di una normativa comunitaria che preveda l’obbligo di etichettatura delle carni
cunicole e che potrebbe garantire una maggiore trasparenza al mercato, caratterizzato oggi da massicce importazioni.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE ANIMALI
N. CAPI 2014
N. CAPI 2015
VAR% 2015/2014
28.991.051
30.748.150
6,1%
€ 130.459.730,00
€ 138.050.000,00
5,8%
Bovini allevamento
617.569
617.318
0,0%
€ 926.353.500,00
€ 936.950.000,00
1,1%
Bovini carne
240.886
238.679
-0,9%
€ 433.594.800,00
€ 441.556.150,00
1,8%
Caprini
56.910
59.542
4,6%
€ 14.227.500,00
€ 14.945.042,00
5,0%
Ovini
103.288
106.541
3,1%
€ 25.822.000,00
€ 26.741.791,00
3,6%
Conigli
693.574
697.329
0,5%
€ 4.161.444,00
€ 4.044.508,20
-2,8%
Piscicoltura
20.209
23.873
18,1%
€ 80.836,00
€ 90.717,40
12,2%
Suini
1.284.459
1.257.221
-2,1%
€ 321.114.750,00
€ 308.019.145,00
-4,1%
TOTALE
32.007.946
33.748.653
5,4%
€ 1.855.814.560,00
€ 1.870.397.353,60
0,8%
Avicoli
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
VAR% 2015/2014
SETTORE
CEREALICOLO
RISO: BUONE PROSPETTIVE
Problema importazione di
prodotto già confezionato dai
Paesi dell’est asiatico
Necessaria politica di
valorizzazione e
promozione del prodotto
italiano
RISO, BUONE PROSPETTIVE MA RIMANE IL
PROBLEMA IMPORT
La stagione 2015 è stata complessivamente favorevole, per la risicoltura piemontese, anche se a fine luglio in alcune
aree si era temuto il peggio per via della carenza d’acqua irrigua disponibile.
La produzione in generale è stata buona con solamente alcuni distinguo per certe varietà, ma questa è comunque una
buon annata sia dal punto di visto produttivo che quantitativo. E’ prevedibile un aumento produttivo a livello
nazionale, di almeno 100.000/150.000 tonnellate in più rispetto allo scorso anno.
Dopo un avvio molto fiacco, ora il mercato si sta svegliando e, specialmente per le varietà lunghi A da interno e per i
Tondi, i prezzi quotati cominciano ad essere interessanti. Solo le varietà Indica hanno quotazioni decisamente
insufficienti, ma questo era prevedibile. La situazione di mercato degli Indica potrebbe essere questa per tutta la
campagna di commercializzazione, se si considera che oltre a Cambogia e Myanmar, anche il Vietnam beneficerà
dell’accordo di libero scambio a dazio zero raggiunto lo scorso 4 agosto con la Commissione europea.
La quota “duty free” accordata dall’UE al Vietnam di circa 80 mila tonnellate, se ratificata dal Parlamento e dal
Consiglio, andrebbe ad appesantire ulteriormente una situazione resa già difficilissima dalla crescita esponenziale delle
importazioni di riso provenienti dai Paesi PMA (Paesi Meno Avanzati), quali Cambogia e Myanmar (ex Birmania),
esentati dal dazio in forza dell’accordo “EBA” (Everything But Arms, tutto fuorché le armi).
FRUMENTO, ORZO E MAIS: PREZZI
NON DECOLLANO
Produzione in calo anche
per eccesso di caldo estivo
FRUMENTO TENERO E ORZO, PRODUZIONE
IN CALO MA I PREZZI STENTANO A DECOLLARE
Durante l’autunno, eccessi di pioggia hanno indotto una sorta di dilavamento e il blocco dell’attività radicale, mentre le
temperature miti hanno comunque favorito lo sviluppo fogliare. Dall’altra le copiose ed abbondanti piogge di febbraio
e marzo hanno decisamente ridotto il numero di piante per metro quadro. In fase di spigatura le condizioni meteo sono
state invece propizie ma gli eccessivi caldi di fine maggio – primi di giugno hanno compromesso in modo significativo
l’assorbimento azotato determinando un abbassamento della concentrazione proteica della farina. Non ci sono state
significative strette da caldo, i pesi specifici sono stati nel complesso elevati ma il livello proteico è stato compromesso.
Nel complesso, soprattutto a causa dello stentato accestimento, le produzioni sono state mediamente più basse di
circa 15 quintali/ettaro e la produzione media indicativa è stata di 73 quintali/ettaro, rese di 80 quintali/ettaro nelle
zone vocate e di 45 – 50 nelle zone marginali. Il prezzo medio del frumento tenero si colloca tra i 18 e 22 €/quintale.
L’orzo ha seguito pressoché le vicissitudini del frumento. Elevati attacchi di elmintosporiosi (malattia fungina) hanno
contribuito ad abbassare il livello produttivo e gli interventi fungicidi in prossimità della spigatura, abbinati ad una
corretta gestione agronomica della coltura ed ad una corretta scelta varietale, hanno sortito risultati produttivi
soddisfacenti. Nel complesso anche per l’orzo le produzioni sono state decisamente più basse rispetto ad un’annata
media. La produzione media è stata di 67 quintali/ettaro, con punte di 75 quintali/ettaro in zone vocate e condizioni
propizie e rese di 50 quintali/ettaro nelle zone marginali. Il prezzo medio dell’orzo si colloca tra i 16e i 17,5 €/quintale.
Si per il grano che per l’orzo i prezzi sono stati generalmente molto bassi che, abbinati a costi di produzione sempre più
alti, mettono a dura prova il reddito colturale.
MAIS, IL SURPLUS PRODUTTIVO GLOBALE
MANTIENE I BASSI PREZZI
Le produzioni sono state mediamente più basse di circa 15 quintali/ettaro, decremento produttivo da correlare ai caldi
eccessivi di metà - inizio luglio che hanno compromesso l’assorbimento idrico ma anche le fasi fenologiche di fioritura e
soprattutto di allegagione. (sviluppo dei frutti a seguito della fioritura). La presenza di numerosi insetti ha
compromesso il livello quantitativo: dalla piralide alla diabrotica. Il livello sanitario è stato nel complesso buono.
L’annata cerealicola, come purtroppo ormai quasi tutte le annate dell’ultimo quinquennio, è stata funestata da un
andamento meteorologico pessimo, grandine, trombe d’aria e bombe d’acqua hanno devastato buona parte del
territorio e la carta assicurativa assumerà sempre di più una valenza strategica fondamentale per la tutela del reddito
aziendale. Il surplus mondiale non aiuta il mercato, con prezzi che si collocano tra i 16,70 e i 17,80 €/quintale per la
produzione regionale.
Proseguono, con numeri in continua crescita gli importanti accordi di filiera siglati dalla rete dei Consorzi Agrari e che
hanno consentito ai produttori una remunerazione mediamente superiore rispetto a quelle di mercato.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE CEREALI
SUPERFICIE
2014 (Ha)
COLTURA
Frumento tenero
CEREALI
SUPERFICIE
VAR% PRODUZIONE
2015 (Ha) 2015/2014 2014 (Q.li)
PRODUZIONE
VAR%
2015 (Q.li)
2015/2014
92.910
84.632
-8,9%
5.911.900
4.789.281
-19,0%
Mais
171.129
180.097
5,2%
17.455.130
18.181.627
4,2%
Orzo
15.251
14.174
-7,1%
843.830
770.143
-8,7%
Altri cereali
14.924
14.932
0,1%
538.840
564.350
4,7%
Riso
114.200
115.070
0,8%
6.250.000
6.357.000
1,7%
TOTALE
408.414
408.905
0,1%
30.999.700
30.662.401
-1,1%
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
€ 650.180.000,00
€ 628.500.000,00
VAR%
2015/2014
-3,3%
SETTORE
FRUTTICOLO
FRUTTICOLO: GRAVA L’EMBARGO
RUSSO
Pesche e nettarine:
ancora un’annata da
dimenticare
Mele: buone
prospettive anche per la
nuova campagna
Kiwi: produzione in
ripresa dopo i gravi
problemi fitosanitari
PESCHE E NETTARINE, ANCORA UN’ANNATA
DA DIMENTICARE
Su drupacee e pomacee si registra un generale miglioramento rispetta alla stagione precedente. Nonostante il clima
favorevole, sia per la produzione che per il consumo, è ancora deludente il mercato di pesche e nettarine. Continua
l’embargo della Russia e a poco servono le contromisure prese dall’Unione Europea.
La stagione 2015 va ricordata per un clima particolarmente favorevole e per il conseguente miglioramento qualitativo
di tutta la frutta estiva. La produzione complessiva è in linea con quella del 2014, ma anche se durante la campagna di
commercializzazione si sono registrate quotazioni superiori alla stagione precedente, emergono ancora una volta prezzi
pari o inferiori ai costi di produzione, evidenziando ancora di più il forte problema strutturale della filiera distributiva.
Appare sempre più evidente come la deriva verso il mercato del basso prezzo, e della conseguente bassa qualità, non
lascia intravedere per il futuro alcun miglioramento. Grazie alla buona qualità raggiunta si registrano, al contrario,
ottimi risultati nella cosiddetta “filiera corta”.
MELE, BUONE PROSPETTIVE ANCHE
PER LA NUOVA CAMPAGNA
La produzione complessiva della nostra Regione è leggermente inferiore a quella dell’annata precedente. Il caldo estivo
aveva fatto temere per la qualità della produzione ma, soprattutto in Piemonte, i danni sono stati molto contenuti e sia
la qualità estetica che quella sensoriale hanno raggiunto ottimi livelli. Per le mele del gruppo Gala, in particolare, i
consumi sono stati fin da subito molto elevati, soprattutto in Nord Africa e ciò fa presupporre una buona campagna di
commercializzazione nei prossimi mesi. Si registra l’aumento del numero di contratti a prezzo definito durante la
campagna di raccolta e delle relative quotazioni.
KIWI, PRODUZIONE IN RIPRESA E MA SERVE
UNA MIGLIORE STRATEGIA COMMERCIALE
La produzione piemontese dovrebbe attestarsi su circa 110.000 tonnellate, sostanzialmente in linea con la produzione
del 2014. Si registra ovunque una ulteriore minore incidenza batteriosi e una qualità commerciale media delle partite,
particolarmente elevata e ben superiore alla media qualitativa registrabile nelle altre regioni italiane. La maggiore
disponibilità di prodotto proveniente dall’emisfero australe (Nuova Zelanda in primis ma anche Cile), ha finora
rallentato le prime fasi della commercializzazione. Alle buone quotazioni raggiunte negli ultimi anni dal prodotto di
qualità, commercializzato dai neozelandesi, fa da contro altare la generale poca riconoscibilità del prodotto italiano e
piemontese e proprio su questo aspetto bisognerebbe che fossero maggiormente concentrati gli sforzi di tutta la
filiera.
PERE, SUSINE E FRAGOLE, ANNATA NEL
COMPLESSO POSITIVA
PERE – In Piemonte la produzione continua a crescere, grazie all’entrata in piena produzione degli impianti messi a
dimora negli ultimi anni. Le pere della varietà William, prevalentemente destinate alla trasformazione industriale,
hanno registrato quotazioni in lieve rialzo. Per le varietà Conference e Abate Fetel, le prime quotazioni fanno ben
sperare per la campagna di commercializzazione in corso.
SUSINE – Tutte le varietà di susine, a causa soprattutto del forte caldo registrato durante la fioritura hanno registrato
una minore produttività rispetto alla passata stagione ma, nonostante ciò, si registra ancora un leggero aumento della
produzione piemontese, dovuta all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Anche se deve ancora concludersi la
campagna commerciale delle varietà a maturazione autunnale, si può tranquillamente affermare che sia la qualità che
le quotazioni medie sono state generalmente soddisfacenti.
FRAGOLE – Primavera positiva per le fragole con buone produzioni nella media degli ultimi anni, con prezzi non
elevatissimi nelle prime settimane, ma che prontamente hanno raggiunto i 3,00 - 3,50 €/kg e i 4,00 €/kg verso la fine
della stagione nel mese di giugno. Per le produzioni più tardive di fragola unifera i prezzi a giugno sono stati buoni, sui
3€/kg, anche se le produzioni sono state più scarse rispetto al 2014; per le produzioni rifiorenti a causa del caldo estivo
le produzioni sono state abbastanza scarse, vantando meno problemi legati all’insetto Drosophila rispetto al 2014;
nell’autunno le produzioni sono state buone, prezzi medi di 3,00 - 3,50 €/kg.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE FRUTTA
VAR% PRODUZION PRODUZIONE VAR%
SUPERFICI SUPERFICI
2015/2014 E 2014 (Q.li) 2015 (Q.li) 2015/2014
E 2014 (Ha) E 2015 (Ha)
COLTURA
FRUTTA
Mele
4.550
4.801
5,5%
1.550.000
1.475.000
-4,8%
Actinidia
4.850
4.940
1,9%
1.111.180
1.146.120
3,1%
Pesche e nettarine
6.953
5.851
-15,8%
1.482.000
1.353.000
-8,7%
Altra frutta
3.150
3.787
20,2%
924.430
1.160.000
25,5%
TOTALE
19.503
19.379
-0,6%
5.067.610
5.134.120
1,3%
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
€ 209.088.040,00
€ 211.480.000,00
VAR%
2015/2014
1,1%
SETTORE
ORTICOLO
ORTICOLO: INFLUENZATO DAL
FORTE CALDO
Produzioni condizionate
dal grande caldo estivo
PRODUZIONI ESTIVE CONDIZIONATE
DAL GRAN CALDO
PEPERONE – Campagna non eccelsa per il peperone con quantitativi non elevati penalizzati dal gran caldo estivo, che
ha determinato un anticipo delle raccolte e una fine precoce delle produzioni nel periodo autunnale. Buone invece le
quotazioni con le tipologie quadrate tipo “Cuneo” e “Carmagnola” pagate ai produttori 1,40 - 1,80 €/kg e la tipologia
“mezzo lungo” con quotazioni sono state tra 0,70 e 0,8 €/kg in estate e in ripresa in autunno fino a 1,2 €/kg.
POMODORO – Campagna dalle due facce per il pomodoro da mensa. Con l’inizio dell’estate si sono riscontrate
buone produzioni ma con diversi problemi legati alle alte temperature e prezzi di mercato scarsi (0,50 - 0,70 €/kg) per
merce di buona qualità. La seconda parte della stagione, invece, è stata decisamente positiva, con quotazioni per la
varietà Cuore di bue che hanno raggiunto fino i 2,5 €/kg.
ZUCCHINE – Si conferma un mercato fortemente altalenante quello delle zucchine, con prezzi che durante la prima
parte della stagione estiva sono oscillati da 0,20 a 0,40 €/kg, sia per le tipologie scura che chiara. Mentre dal mese di
agosto fino all’autunno si sono riscontrati prezzi interessanti, che hanno spinto le quotazioni fino a 1,50 €/kg per la
tipologia chiara e 0,80 €/kg per la scura.
ORTAGGI AUTUNNALI – Nella norma la produzione di ortaggi autunnali (cavoli, cavolfiori e broccoli), anche se sono
emersi ritardi nelle maturazioni rispetto alle precedenti annate. Questa iniziale scarsità di offerta ha fatto sì che, nella
prima parte della stagione (settembre e ottobre), il prodotto sia maggiormente richiesto dal mercato e remunerato in
modo adeguato. Per i cavolfiori i prezzi sono mediamente di 0,50 €/kg.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE ORTAGGI
COLTURA
SUPERFICIE
2014 (Ha)
SUPERFICIE VAR% PRODUZIONE
2015 (Ha) 2015/2014 2014 (Q.li)
PRODUZIONE VAR%
P.L.V. 2014
2015 (Q.li) 2015/2014
P.L.V. 2015
VAR%
2015/2014
ORTAGGI pieno
campo
8.495
7.980
-6,1%
1.804.020
1.837.664
1,9% € 149.250.000,00 € 153.730.000,00
3,0%
ORTAGGI in serra
77.105
72.245
-6,3%
250.110
247.050
-1,2% € 22.290.000,00 € 22.506.000,00
1,0%
SETTORE
CORILICOLO
NOCCIOLE: TREND POSITIVO
Continua trend
fortemente positivo
sia a livello produttivo
sia economico
NOCCIOLE, CONTINUA IL TREND POSITIVO
l corso dell’annata agraria si è conclusa la campagna di commercializzazione del raccolto 2014, caratterizzata da
quotazioni di mercato record, complice la scarsa offerta di prodotto turco (primo produttore mondiale con oltre il 70%
dei quantitativi globali) dovuta alle gelate primaverili che ne avevano compromesso parzialmente il raccolto. In
Piemonte, a fronte di una produzione 2014 in linea con le precedenti annate (circa 170.000 quintali) le quotazioni sono
state sin dall’inizio molto elevate (430 €/q.le) arrivando sino a 650 €/q.le a fine stagione. Cifre che hanno più che
raddoppiato i prezzi delle campagne precedenti.
A metà settembre si è invece concluso la campagna di raccolta 2015 delle nocciole in Piemonte. La produzione, in
termini quantitativi, è stata piuttosto scarsa nelle aree storicamente vocate, mentre negli areali di fondovalle e nelle
zone di nuova espansione è stata buona. La qualità del prodotto può definirsi, nel complesso discreta/buona.
L’andamento climatico della primavera/estate, caratterizzato da piogge prime e tassi elevati di umidità poi, hanno
spinto molti produttori a ricorrere, a differenza degli anni scorsi, all’essicazione forzata per evitare o contenere il rischio
di presenze di marciume. Anche quest’anno i prezzi, pur lontano dal record della precedente campagna, si mantengo
su livelli abbastanza interessanti (350 – 390 €/kg). Proseguono i progetti di filiera delle cooperative Corilanga e San
Giorgio, le quali hanno avviato anche la trasformazione diretta del prodotto.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE FRUTTA
IN GUSCIO
COLTURA
NOCCIOLE
SUPERFICIE 2014 SUPERFICIE VAR% PRODUZIONE
(Ha)
2015 (Ha) 2015/2014 2014 (Q.li)
13.020
18.124
39,2%
170.070
PRODUZIONE VAR%
P.L.V. 2014
2015 (Q.li) 2015/2014
168.230
P.L.V. 2015
VAR%
2015/2014
-1,1% € 92.165.000,00 € 89.720.000,00 -2,7%
SETTORE
LEGUMINOSE E TUBERI
PRODUZIONE IN CALO PER FAGIOLO E PATATE
FAGIOLO – Per quanto riguarda il fagiolo rampicante l’annata 2015 è un’annata da dimenticare. Il gran caldo estivo ha
pregiudicato l’allegagione dei fiori, provocando perdite di produzione tra il 40 e l’80% a seconda degli areali. Solo
parzialmente il prezzo elevato del mercato ha compensato in parte la mancata produzione sia per il fagiolo da raccolta
cerosa dei baccelli (fagiolo fresco), le cui quotazioni sono state di 1,00 €/kg in estate e fino a 2,5€/kg ad agosto, sia per
quanto riguarda il fagiolo da granella secca con prezzi che oscillano dai 2,80 ai 3,20 €/kg per le tipologie Billò e Lamon. Sul
mercato del fresco in particolare si è avuta un’annata molto strana: le prime offerte di luglio sono state a prezzi molto bassi,
circa 0,70 - 0,80 €/kg, e le produzioni non molto elevate; nel mese di agosto l’offerta è stata molto molto scarsa a causa
caldo estivo e per più di un mese i prezzi sono saliti anche a 2,50 - 2,80 e/kg ma con produzioni a ettaro scarsissime; nel
periodo autunnale è risalita l’offerta e i prezzi sono crollati nuovamente a 0,60 - 0,80 e/kg. Mediamente le produzioni sono
più basse a ettaro rispetto al 2014.
Per quanto riguarda il fagiolo nano a raccolta secca, le produzioni sono state nelle media, ma con quotazioni in calo rispetto
alle passate campagne (0,70 - 0,90 €/kg), in quanto si è moltiplicata l’offerta di tale prodotto, dato il continuo interesse
delle aziende agricole per questa ancora interessante coltura. Tuttavia anche per il fagiolo nano nelle prime trebbiature di
agosto le produzioni sono state scarse rispetto al fortunato 2014, con prezzi bassi a causa di offerte molto competitivi
dall’estero; nelle trebbiature di fine settembre/ottobre si è notato un rialzo dei prezzi a causa di produzioni inferiori rispetto
alle stime fatte a inizio anno sulle superfici dedicate alla coltura, con qualità e quantità in rialzo.
PATATE – Produzioni unitarie 2015 leggermente in calo rispetto alla passata stagione che, sommato a minori ettari messi a
coltura, fanno si che le quotazioni a partire dalle patate novelle di maggio fino ad oggi siano state interessanti per i
produttori. Buona anche la qualità. Il mercato ha una buona richiesta e i prezzi sono abbastanza alti e confermati dalla
Borsa Patate di Bologna, piazza di riferimento a livello nazionale (0,80 €/kg per le confezioni da 2 e 2,5 kg franco arrivo con
sovraimballo). Più elevate ancora le quotazioni per le produzioni di nicchia, identificate nei vari consorzi di tutela. In
generale si conferma una buona richiesta e un calo di produzione a ettaro rispetto al 2014, che aveva presentato produzioni
molto elevate ma a scapito dei prezzi.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE
LEGUMINOSE E TUBERI
COLTURA
SUPERFICIE
2014 (Ha)
SUPERFICIE 2015 VAR% PRODUZIONE 2014 PRODUZIONE 2015
(Ha)
2015/2014
(Q.li)
(Q.li)
VAR%
2015/2014
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
VAR%
2015/2014
Patata
1.300
1.141
-12,3%
359.500
315.000
-12,4%
€ 7.160.000,00
€ 7.805.000,00
9,0%
Fagiolo
2.620
2.734
4,4%
56.980
41.320
-27,5% € 14.300.000,00
€ 12.725.000,00
-11,0%
SETTORE
COLTURE INDUSTRIALI
OTTIMA LA QUALITÀ MA RESE IN DIMINUZIONE
Si è conclusa verso la fine di settembre la campagna di raccolta del POMODORO DA INDUSTRIA in Piemonte. Il
principale areale di produzione è l’Alessandrino, dove sono stati investiti circa 1.800 ettari. Rispetto allo scorso anno, in
linea con il trend nazionale, si è verificato un aumento delle superfici (+15 - 20%), complici anche gli scarsi risultati
economici raggiunti dal mais. Non altrettanto positivi sono stati i riscontri in termini quantitativi: l’andamento climatico
dell’estate, caratterizzato da elevate temperature e le scarse precipitazioni hanno ridotto considerevolmente i volumi.
Una produzione medio-buona si è raggiunta per le varietà precoci, medio-scarsa per quelle tardive (la maggior parte
della superficie a pomodoro) la cui raccolta è iniziata solamente dopo ferragosto. Per le varietà tardive la produzione è
scesa a 500-550 q.li/ettaro a fronte di una media storica di 800/900 q.li/ettaro; mentre per le precoci si sono raggiunte
anche punte di 1.000 q.li (700-800 q.li/ha la resa media). Risultati invece positivi per quanto riguarda la qualità,
contraddistinta da un buon livello di gradi brix (gradi zuccherini). Manca ancora la conferma ufficiale dell’OI pomodoro
da industria del Nord Italia ma, con un quantitativo consegnato alle industrie di 2,57 milioni di tonnellate, dovrebbe
essere stato raggiunto l’obiettivo della produzione concordata dal Contratto Quadro del pomodoro da industria per la
campagna, siglato il 12 febbraio scorso 2015 tra le Organizzazioni dei Produttori e le rappresentanze delle imprese di
trasformazione, compresa tra le 2,45 milioni e le 2,65 milioni di tonnellate. Come lo scorso anno il prezzo medio
oscilla intorno ai 9,2 €/quintale, a seconda dei parametri qualitativi del prodotto.
PIEMONTE: RIEPILOGO COLTURE INDUSTRIALI
COLTURA
Pomodoro
d'industria
SUPERFICIE SUPERFICIE 2015 VAR% PRODUZIONE PRODUZIONE 2015 VAR%
2014 (Ha)
(Ha)
2015/2014 2014 (Q.li)
(Q.li)
2015/2014
1.750
2.051
17,2%
1.137.850
1.175.000
3,3%
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
VAR%
2015/2014
€ 10.126.865,00
€ 10.575.000,00
4,4%
SETTORE
FLOROVIVAISTICO
FLOROVIVAISMO: CONTINUA LA
CRISI E LA CONCORRENZA DAI
PAESI TERZI
Forte concorrenza
soprattutto da Kenia,
Colombia, Israele e
Ecuador
Settore che
risente della crisi
CONTINUA LA CRISI ECONOMICA E LA
FORTE CONCORRENZA DEI PAESI TERZI
Il settore florovivaistico si è mantenuto sui livelli dello scorso anno, con una maggiore richiesta del mercato su prodotti di taglia
minore e meno su piante di grosse dimensioni da giardino e arbusti da esterno. Il settore florovivaistico è tra quelli che più
hanno sofferto la crisi economica, essendo a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni
che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico. E’ un settore che si sta progressivamente evolvendo in base alle
nuove esigenze. Il periodo di crisi ha avuto ripercussioni per il comparto, soprattutto in termini di liquidità, con l’allungamento
dei tempi di pagamento. Si riscontra invece una vendita costante per quanto riguarda le piantine da orto, indice di un ritorno
soprattutto per hobbisti a coltivare piccoli appezzamenti, terrazze o anche semplici balconi per la produzione di verdure e frutti.
I prodotti florovivaistici, da sempre fiore all'occhiello del Made in Italy e principali fornitori in tutta l’UE, da alcuni anni stanno
avendo una forte concorrenza da parte di paesi quali Kenia, Colombia, Israele e Ecuador. La pressione delle importazioni estere
sta progressivamente aumentando, mettendo ulteriormente in crisi le aziende piemontesi e nazionali. Oltre a ciò le consistenti
importazioni si trascinano anche il forte rischio di portare in Italia fitopatie a noi ancora sconosciute che possono arrecare
elevati danni alle coltivazioni. Problematica di cui si auspica una riduzione grazie anche alla recente modifica, su proposta
italiana, di alcuni codici doganali del settore florovivaistico a livello UE. Dal 1°gennaio 2016 verranno introdotti nuovi codici
doganali nell’ambito del Capitolo 6 “Piante vive e prodotti della floricoltura” della Nomenclatura combinata, specifici per alcune
tipologie di piante che, fino a oggi, non erano classificate (ranuncoli, il genere Citrus e le conifere sempreverdi). La nuova
codificazione consentirà una maggiore possibilità di controllo e studio, anche a livello statistico, dei flussi commerciali relativi a
queste tipologie di piante, importanti per il sistema florovivaistico nazionale. E’ stata poi approvata l’introduzione dell’unità
supplementare “pezzi” al posto di tonnellate per determinati prodotti commercializzati in pezzi (fiori, piante, alberi e arbusti),
favorendo quindi le aziende nelle valutazioni commerciali e statistiche ai fini della programmazione produttiva. Infine è in corso
la stesura definitiva del disciplinare di certificazione del marchio “Vivaifiori” promosso dallo stesso Ministero delle politiche
agricole e sviluppato da Ismea per certificare il prodotto italiano sostenibile e darne riconoscibilità all’interno del mercato
globale.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE
FLOROVIVAISMO
COLTURA
FLOROVIVAISMO
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
VAR% 2015/2014
€ 128.000.000,00
€ 124.550.000,00
-2,7%
SETTORE VITIVINICOLO
VITIVINICOLO: UN’ANNATA DA
RICORDARE
produzione
stabile ed ottima
qualità
Prezzi in netta
ripresa
Settore fortemente
trainato dall’export
UN’ANNATA DA RICORDARE
Subito con l’avvio della vendemmia 2015è emerso un quadro positivo, a conferma delle previsioni antecedenti la raccolta che
avevano fornito indicazioni favorevoli rispetto la qualità delle uve e generato attese ottimistiche. Le precipitazioni invernali e
primaverili hanno garantito l’accumulo idrico che ha consentito al vigneto di affrontare senza problemi la successiva ondata di caldo
asciutto di luglio. Solo alcuni vigneti in fase di allevamento (quindi nei primi due- tre anni) hanno evidenziato cenni di carenza idrica.
Il caldo eccezionale (anche se non paragonabile a quello del 2003 e che qualcuno pure ha evocato) ha impresso un ritmo
inizialmente rapido di maturazione, lasciando presagire forti anticipi sulla raccolta, tuttavia dopo la raccolta delle varietà precoci a
bacca bianca, a partire da metà settembre il ritmo si è normalizzato e di conseguenza l’anticipo iniziale si è in parte annullato. Il
temuto, possibile, calo del quadro acido, specie sui bianchi, non si è verificato grazie ai sopraggiunti freschi notturni di settembre.
L’andamento asciutto estivo ha inoltre permesso di contenere gli attacchi parassitari, anche nei vigneti con conduzione secondo il
protocollo biologico, senza alcun problema e i grappoli rimasti integri senza fessurazioni hanno superato ancora indenni anche le
piogge che sono cadute verso a metà della raccolta dei dolcetti, delle barbere e prima e durante quella dei nebbioli da Barolo. In
particolare si evidenzia come il clima abbia in particolare favorito il dolcetto, forse uno dei vitigni più esigenti e capricciosi, e la
barbera, che offre il meglio di sé nelle annate calde, appunto come questa e il 2003. Il nebbiolo è una “macchina perfetta” e dire che
anche quest’anno è ottimo forse non fa nemmeno più notizia.
La vendemmia italiana e piemontese potrebbe essere una di quelle da ricordare, o meglio possiamo dire incorniciare: ottima qualità
su tutte le varietà e tipologie. L’uva ha raggiunto le cantine sana e intatta, presentando da subito caratteristiche chimiche pregevoli,
carica zuccherina rilevante e pH (forza acida) buono, a dispetto del caldo. E la quantità è tendenzialmente non abbondante, in
leggero aumento rispetto l’avarizia del 2014, ma sicuramente equilibrata nel complesso, come in Piemonte si ricerca anche attraverso
selezione e diradamenti, che quest’anno sono ovviamente stati meno intensi o non praticati.
Di certo una vendemmia da 10 e lode con diffusa e condivisa soddisfazione. Ora l’attenzione, si è spostata dal vigneto alla cantina e ai
processi di vinificazione e affinamento che potranno confermare quanto di buono fatto sino ad ora, ma la percezione è già quella di
un grande millesimo. Il mercato delle uve ha giovato di un rinnovato equilibrio, specie per alcune produzioni che in passato hanno,
più di altre, accusato la congiuntura economica sfavorevole generale. Anche il mercato del vino è “effervescente”, e non solo riguardo
gli spumanti, che stanno tirando la volata dell’esportazione, ma anche i vini bianchi e rossi a Denominazione d’Origine (DOC e DOCG).
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE VINO
SUPERFICIE SUPERFICIE VAR% PRODUZIONE PRODUZIONE VAR%
2014 (Ha)
2015 (Ha) 2015/2014 2014 (Q.li)
2015 (Q.li) 2015/2014
COLTURA
UVA
da vino
43.497
43.508
0,0%
3.268.790
3.350.850
2,5%
TOTALE
43.497
43.508
0,0%
3.268.790
3.350.850
2,5%
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
€ 123.000.000,00 € 159.030.000,00
VAR%
2015/2014
29,3%
SETTORE APISTICOMIELICOLO
APISTICO-MIELICOLO: PRODUZIONE
DISCRETA
Il clima primaverile faceva
sperare in un’annata
migliore per la produzione
Prezzi interessanti
PRODUZIONE DISCRETA,
PREZZI INTERESSANTI
Il 2015 si apre con una ripresa dell’attività degli alveari positiva, l’andamento climatico primaverile consente un buon sviluppo delle
colonie e una produzione di ciliegio e tarassaco discreta. Tutto fa pensare ad una buona raccolta dell’acacia per il periodo di maggio,
ma in realtà in molte aree del Piemonte e soprattutto nell’Astigiano le produzioni si attestano su livelli estremamente bassi
addirittura nulli. La causa di questa scarsità di produzione è ancora oggetto di valutazione, ma sembra dovuta ad un clima
particolarmente secco per quanto riguarda le umidità relative dell’aria che ha impedito la normale produzione di nettare da parte dei
fiori di acacia. Solo le fioriture tardive in prossimità dei rilievi alpini e la fioritura della robinia in qualche isolata zona dell’Alessandrino
e del Nord Piemonte hanno consentito di raggiungere livelli produttivi discreti. I prezzi del miele di acacia a causa della scarsa
produzione nazionale si attestano su livelli molto interessanti: 6,80-7,80 €/kg per il convenzionale, 8,00-8,80 €/kg per il biologico
(ingrosso IVA compresa). Le raccolte successive hanno evidenziato livelli discreti. Le fioriture estive sono state supportate da un clima
stabile e caldo. La produzione del miele di castagno soprattutto quelle relative alle fioriture tardive si attestano su quantitativi
discreti, con punte che raggiungono anche i 20 kg/alveare. Il prezzo del castagno, condizionato da produzioni nazionali non
particolarmente importanti, raggiunge i 5,50-6,50 €/kg per il convenzionale con punte di 7,00 €/kg per il biologico (ingrosso IVA
compresa). Discrete le produzioni estive minori, quali alta montagna, tiglio e millefiori, con prezzi sempre di sicuro interesse. L’ultima
produzione dell’anno, ovvero la melata di bosco (metcalfa), evidenzia produzioni discreto- buone, ma a macchia di leopardo, con
marcate differenze tra apiari posizionati in zone limitrofe. Le quotazioni della melata di bosco raggiungono i 4,50-5,50 €/kg, prezzi
molto interessanti che risentono di una generale penuria di miele a livello nazionale. Da rilevare la comparsa di problemi sanitari
delle colonie (nosema ceranae) nell’Astigiano, dovuti ad un mese di agosto con totale mancanza di polline , che ha determinato un
generale indebolimento delle famiglie. La produzione del polline di castagno, che rappresenta la raccolta prevalente per gli apicoltori,
subisce un forte calo rispetto allo scorso anno, con produzioni medie di circa la metà. Ne consegue una generale mancanza di
prodotto che non consente di soddisfare le esigenze commerciali del settore, le quotazioni variano dai 22-23 €/kg per il
convenzionale e 25 -26 €/kg per il biologico.
L’AGRICOLTURA IN PIEMONTE - 2015
P.L.V. 2014
P.L.V. 2015
VAR%
2015/2014
€ 378.346.870,00
€ 325.484.540,00
-14%
Settore Zootecnico
€ 1.855.814.560,00
€ 1.870.397.353,60
+0,8%
Settore Cerealicolo
€ 650.180.000,00
€ 628.500.000,00
-3,3%
Settore Frutticolo
€ 209.088.040,00
€ 211.480.000,00
+1,1%
Settore Corilicolo
€ 92.165.000,00
€ 89.720.000,00
-2,7%
Settore Leguminose
€ 14.300.000,00
€ 12.725.000,00
-11,0%
€ 7.160.000,00
€ 7.805.000,00
+9,0%
€ 149.250.000,00
€ 153.730.000,00
+3,0%
€ 22.290.000,00
€ 22.506.000,00
+1,0%
€ 10.126.865,00
€ 10.575.000,00
+4,4%
Florovivaismo
€ 128.000.000,00
€ 124.550.000,00
-2,7%
Settore Vitivinicolo
Totale
€ 123.000.000,00
€ 159.030.000,00
+29,3%
€ 3.639.721.335,00
€ 3.616.502.893,60
-0,6%
Latte
Settore Tuberi
Ortaggi in pieno campo
Ortaggi in serra
Pomodoro da industria
LE FILIERE PROMOSSE DA COLDIRETTI PIEMONTE
ORTOFRUTTA
LATTE
110 Aziende
€ 4.500.000
320 Aziende
€ 58.000.000
Consorzi Agrari d’ Italia
CEREALI
450 Aziende
€8.000.000
CARNE
160 Aziende
€2.400.ooo
CAMPAGNA AMICA: OLTRE MILLE PUNTI
IN PIEMONTE
995
10
113
Totale della rete in Piemonte: 1118
TOTALE UECOOP PIEMONTE:
N. COOPERATIVE ADERENTI : 349
VOLUME D’AFFARI (FATTURATO) COMPLESSIVO: 770 Milioni di EUR
NUMERO SOCI COMPLESSIVO: 45.000
SETTORE AGRICOLO UECOOP PIEMONTE:
(Cooperative di conferimento prodotti agricoli e allevamento, Cooperative di Lavoro
Agricolo, Cooperative della Pesca e Consorzi Agrari)
N. COOPERATIVE ADERENTI: 160
VOLUME D’AFFARI (FATTURATO) COMPLESSIVO: 550 Milioni di EUR
NUMERO SOCI COMPLESSIVO: 17.500
LA PROGETTUALITÀ DI COLDIRETTI GENERA
REDDITO ED OCCUPAZIONE
2014
2015
Agricoltura
37.809
38.549
Alimentare
12.621
14.178
Totale
50.430
52.727
+2.297 unità = +4.6%
1.622 Imprese Associate al 31/12/2014
1.698 Imprese Associate al 30/11/2015
351 finanziamenti garantiti
Per un valore biennio 2014-2015:
€ 31.607.323,95
AZIENDE CON
FASCICOLO DEL
PRODUTTORE
CHE HANNO
AFFIDATO
MANDATO AL
CAA COLDIRETTI
35.010
Sul totale regionale
di 51.783 pari al
67.60%
DOMANDE
PAGAMENTO
UNICO PAC
PER UN TOTALE
SUPERFICIE
TOTALE AIUTI
PAC RICHIESTI
24.750
711.240
160.227.000 €
Dato presunto in
quanto non ancora
disponibile quello
definitivo
IMPRESA VERDE-SERVIZIO FISCALE E TRIBUTARIO
DITTE IVA
CONTABILITA’
ATTIVA AGRICOLA
CONTABILITA’
ATTIVA CONNESSE
CONTABILITA’
EXTRA AGRICOLE
18.058
2.176
2.464
DICHIARAZIONI REDDITI
UNICI PERSONE
FISICHE
UNICI SOCIETA’
MODELLI 730
TOTALI
34.616
1.551
73.956
SALARIATI AGRICOLI
DITTE BUSTA PAGA
AGRICOLA
N° PERSONE BUSTE
PAGA COLF/BADANTI
2.943
1.532
Fly UP