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ALESSANDRINO L`informatore

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ALESSANDRINO L`informatore
Aprile 2015
1
L’informatore
ALESSANDRINO
I l
g i o r n a l e
MENSILE DI INFORMAZIONE GRATUITO DI ALESSANDRIA
d i
A l e s s a n d r i a
APRILE 2015 ANNO NONO - N° 4
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IN QUESTO
NUMERO
ITALIA
cheNON
SCRIVE
rubrica a pag. 3
RUBRICA
POLLICE VERDE
a pag. 30
I MOTORI
rubrica a p. 36
INFO IN ROSA
LE PAGINE
DEDICATE ALLA
DONNA
da pag. 18
Alessandria - Recentemente l’Istat ha pubblicato i dati relativi alla disoccupazione giovanile in Italia.
L’INFORMATORE
ALESSANDRINO
È ANCHE ON-LINE VISITA
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I dati in merito si possono definire ancor più allarmanti perché il cittadino comune è sempre penalizzato rispetto ai figli dei politici. I dati infatti parlano chiaro: la disoccupazione giovanile è al 42,6 %
invece quella dei figli dei politici è allo 0 %. Le famiglie fanno dei grossi sacrifici pur di far avere una
laurea ai propri figli sperando che abbiano una vita migliore della loro.
PROSEGUE A PAGINA 2
PARLIAMO DI:
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PAG. 31
Velo ok, Politici
Corrotti, Renzi,
Multe, Alessandria
e altro
da pag. 3
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L’informatore
Aprile 2015
A L ESSA N D R I N O
ATTUALITA’
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: 42,6 %
DISOCCUPAZIONE TRA I FIGLI DEI POLITICI: 0 %
Recentemente l’Istat ha pubblicato i dati relativi alla disoccupazione giovanile in Italia.
I dati in merito si possono definire ancor più allarmanti perché il cittadino comune è
sempre penalizzato rispetto ai figli dei politici. I dati infatti parlano chiaro: la disoccupazione giovanile è al 42,6 % invece quella dei figli dei politici è allo 0 %. Le famiglie
fanno dei grossi sacrifici pur di far avere una laurea ai propri figli sperando che abbiano una vita migliore della loro.
Un giovane dopo la laurea, non trovando un posto di lavoro, immaginate cosa può
fare? Nella maggior parte dei casi può combinare solo guai, spendere denaro nei pubblici esercizi, andare in giro con amici poco affidabili, dotato magari di un’autovettura
che alla famiglia costa un salasso.
Nell’età che va dai 23 ai 27 anni un giovane vorrebbe iniziare a costruire una famiglia,
sistemarsi e pensare al futuro. In Italia purtroppo questo non è possibile.
Non c’è più nessuno che garantisce un posto di lavoro, tutti sono in balia di un licenziamento improvviso. Questo governo, con a capo il Presidente del Consiglio Matteo
Renzi, esponente del PD, dovrebbe garantire un posto di lavoro sicuro per tutti, essendo la sinistra sempre a favore dei lavoratori e battendosi per i loro diritti. Oggi
sfortunatamente il capo del governo pensa solo a massacrare le famiglie con pesanti
tasse senza guardare in faccia nessuno. E all’orizzonte non si vede ancora nulla di
buono perché questo governo sperpera montagne di milioni di euro senza vergogna
solo a proprio favore (se volete avere l’idea di tutti questi sprechi leggete nella pagina
a fianco “ITALIA CHE NON SCRIVE”).
Ancora una volta vediamo come funziona l’Italia, trovandosi un tasso di disoccupazione tra i figli dei politici pressoché zero! I figli dei politici dovrebbero lavorare come
ogni cittadino avente un valido titolo di studio per esercitarne la professione. Invece
iniziano a lavorare con incarichi di presidenti e vicepresidenti in banche e altri posti
illustri, una carica di rilievo in qualche ministero oppure come dirigenti di appalti miliardari, etc...
Il loro stipendio non sarà di certo quello di un operaio da 25 mila euro lordi l’anno ma
sicuramente a partire dai 500 mila euro lordi. E non si accontentano di un solo incarico,
ne ricevono diversi, ovviamente accompagnati da adeguati stipendi.
Come può finire tutto questo in Italia?
Troviamo in ogni Tribunale una scritta che cita “La legge è uguale per tutti” a cui dovrebbe essere aggiunto “POLITICI ESCLUSI”.
Sono sicuro che in Italia non ci sarà mai un’uguaglianza comune, ma vorrei poter
suggerire di creare un corpo di polizia fuori dall’Italia che possa controllare tutte le
malefatte dei politici e “internare” colpevoli fuori dall’Italia. Ma come sempre è solo un
sogno che non verrà mai realizzato.
L’editore Giuseppe Accardo
ALESSANDRIA MERITA DI PIU’
che in via repressiva. Alcuni mesi fa avevo infatti
presentato una interrogazione al Sindaco proprio
su tale materia, ma da allora nulla è cambiato.
Questo è vergognoso.
2) Inquinamento atmosferico: qui stiamo parlando della nostra SALUTE! La situazione è grave:
bisogna impostare ad esempio un nuovo piano della viabilità per ridurre la concentrazione di smog,
Alessandria è infatti una delle città più inquinate in
assoluto: anche in questo caso ho presentato circa
2 anni fa una interrogazione al Sindaco ed All’Assessore competente. Risultati? Zero, hanno soltanto
RIDICOLMENTE chiuso il passaggio delle auto davanti al Comune di Alessandria. Mi sembra poca
cosa... poi c’è la questione Solvays degli ultimi giorni….una questione annosa, inquietante ed irrisolta….intervenga la Magistratura!
La città di Alessandria è ormai da anni in una fase
molto critica, pertanto una decisa svolta è drammaticamente necessaria.
Iniziamo da oggi, voce per voce, a capire come poter agire:
1) Sicurezza ed ordine pubblico: negli ultimi
mesi si sono moltiplicati i casi di furti, aggressioni (spesso anche solo verbali) in varie zone della
Città, l’ultimo episodio è avvenuto in questi giorni
ai giardini vicino alla stazione ferroviaria. Io ritengo che sia necessario aumentare, concretamente,
la presenza ed il coordinamento delle varie forze
dell’ordine per dare sicurezza sia in via preventiva
3) Il Teleriscaldamento: 95 mln di euro di spesa per un impegno che vincolerà i cittadini per 60
anni, vi sembra una cosa normale? In altre città i
costi per gli utenti NELLE BOLLETTE sono addirittura
aumentati…non sarà mica che ci sono interessi dei
poteri forti? Si vorranno mica dare soldi a grandi
aziende con conseguente danno per la collettività?
C’è ANCORA MOLTO DA CAPIRE, I CITTADINI DEVONO POTER DECIDERE, RENDENDOLI CONSAPEVOLI, MAGARI ANCHE CON UN REFERENDUM
CONSULTIVO.
4) Occupazione e commercio: la città è zona depressa, non ci sono progetti per creare lavoro ed occupazione: il PISU è interessante (ANCHE SE MOLTI
DUBBI PERMANGONO...), ma non basta.
5) Sicurezza idrogeologica: Ho presentato un
ODG in Comune per accelerare le procedure di
risarcimento danni alle famiglie alluvionate. E’ indispensabile realizzare le opere necessarie per prevenire esondazioni dei rii come quelle di novembre
2014 e bisogna operare in stretta sinergia con la
Regione Piemonte.
Questi sono solo alcuni dei temi su cui mi sto impegnando, ce ne sarebbero altri: come “Presidente
del Comitato di valorizzazione dei sistemi museali”
sto cercando, con puro spirito volontaristico ed assolutamente a-politico, di ri-vitalizzare il Museo di
Marengo, la Cittadella e il Museo del Cappello Borsalino. Ma le pastoie burocratiche, associate agli
‘errori’ del passato, rallentano le iniziative... Poi c’è
il mio recente ruolo nazionale, in favore dei
Comuni, in sede ANCI : la lotta alla corruzione
nella pubblica amministrazione è uno dei temi che
stiamo affrontando per migliorare il sistema normativo e prevenire e sanzionare sprechi e malaffare.
In Comune abbiamo formato il nuovo gruppo ‘Area
Popolare’, un progetto a cui credo molto: bisogna
costruire una forza vicina alla gente, vicina al disagio, composta da persone oneste e volenterose, di
ispirazione cattolica, per dare un progetto vero e
trasparente a questa disastrata Città.
Il coraggio e la buona volontà
non ci mancano!
dott. Giovanni Barosini
Presidente della Commissione
‘Politiche istituzionali e riforme’ Anci
L’informatore
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ITALIAcheNONSCRIVE
QUESTA E' LA VERA ITALIA DI CUI NESSUNO PARLA MA, NE PARLEREMO NOI!
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ATTUALITA’
Editoriali a cura dell’editore Giuseppe Accardo
MULTE: GRANDE BUSINESS PER
FARE CASSA
Abbiamo constatato che l’automobilista è il più tartassato in Italia: che male avrà fatto per meritarsi
questo? Il motivo c’è: bisogna mantenere i politici
corrotti e ingrassare le casse dello Stato giorno per
giorno.
Obbligatorio acquistare il carburante dove troviamo
50 cent di prodotto con l’aggiunta di 1 € di tasse,
il costo dell’autostrada tale da renderla proibitiva,
assicurazioni con i prezzi più cari d’Europa e altri
balzelli che vengono appioppati.
In provincia di Alessandria la polizia provinciale e
altri corpi stradali hanno capito che l’automobilista
è una mucca da mungere e così hanno installato autovelox e “velo ok” dappertutto! Persino se corri in
bagno e vai veloce ti becchi la multa.
Sicuramente sarà colpa dell’automobilista un po’
sbadato, frettoloso ma non incosciente al punto da
creare incidenti. Vogliamo soffermarci sulle multe... Se all’ignaro automobilista arriva una multa, il
suo valore sarà di 41€, ma se non ha di che pagare
perché i soldi gli servono per mantenere la famiglia
(al giorno d’oggi siamo piazzati così), se non paghi
diventa più del doppio.
Come lo vogliamo chiamare questo supplemento?
Una multa per non aver pagato la multa? Oppure
una punizione? Secondo la legge si prevede una
sanzione per il mancato pagamento, entro il termine
prescritto, del 4% di interessi sul valore della multa.
Allora mi chiedo se l’automobilista non ha 41€ per
pagare la multa come può pagarne 86,21€ ?
In Italia il cittadino conta solo quando
deve pagare, ma lo Stato, o chi ne fa le veci, non ha
alcun interesse del benessere del povero cittadino.
Consiglio agli automobilisti di prendere la macchina solo per necessità e di stare attenti, perchè in qualsiasi posto, centro urbano e non, in
provincia di Alessandria è pieno di autovelox e
velok.
VELO OK IRREGOLARE
Percorrendo la strada provinciale 181, cioè la strada che da Cantalupo che porta a
Castellazzo Bormida, ho notato che è stato installato all’entrata del paese il Velo
OK. Ci siamo accorti subito che è irregolare e vi spieghiamo il perché.
1. Nella sequenza di foto che vedete da sinistra verso destra notiamo che nel cartello che segnala il nome del paese non esiste un limite di velocità.
2. In tutto il percorso del rettilineo non esiste un cartello con su scritto “velocità
controllata”
3. La grande sorpresa è che il limite di velocità non è di 50 all’ora bensì di 30
km/h (che troviamo molti metri dopo il velo ok dentro il paese)
Chissà quanti automobilisti avranno preso multe che non sono valide e non devono essere pagate perchè si possono contestare per mancata segnaletica.
Ormai in Italia tutto è consentito, le autorità possono fare tutto quello che vogliono e noi cittadini dobbiamo solo subire. Spero solo che il Presidente della
Provincia di Alessandria, Maria Rita Rossa si metta una mano sulla coscienza e
si metta ad aggiustare le strade provinciali che sono ridotte a un colabrodo senza
raccontarci la frottola “Non ci sono soldi”, ormai non ci crediamo più.
Dopo questa discussione sono sicuro che, se gli automobilisti non prenderanno
più multe, la Provincia per far cassa sicuramente multerà i pedoni, sia quelli che
vanno veloce che quelli che vanno piano, per intralcio alla viabilità pedonale.
L’informatore
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Editoriali a cura dell’editore Giuseppe Accardo
Pena di morte per politi corrotti e
corruttori
Alessandria città rovinata
dal degrado
Abbiamo appreso da
un canale satellitare
dell’esecuzione di un
politico corrotto per
aver preso varie tangenti. In questa nazione che è la Cina la
corruzione è diminuita
del 99,99% . E’rimasto solo un cretino che
pensava di diventare
ricco grazie ai soldi
pubblici.
Dopo aver appreso
questa notizia mi viene da pensare: e se la
pena di morte venisse
inserita nel nostro paese? Immagino che dovremmo fare subito un’esecuzione di massa. Sapete perché sono così
crudele? Perché un giorno in tv all’allora Presidente del Consiglio, Mario Monti, venne posta
questa domanda: “Presidente sa quante persone si sono suicidate per mancanza di lavoro e
di soldi perché non potevano più mantenere la famiglia? Sa quante aziende sono state chiuse
per disperazione dopo anni di lavoro etc?” La risposta che è stata data con parole molto risolute intendeva però questo: “Per salvare la Grecia e l’Italia dal crack finanziario a noi non
interessa se il cittadino si suicida perché noi comunque prosciugheremo le sue tasche” Eppure
mi chiedo se questi personaggi della politica che prendono stipendi d’oro ammettendo nella
loro cerchia amici e parenti a vita, abbiano a cuore la nostra Italia. A noi non sembra, perché
ogni giorno si inventano opere pubbliche da costruire, pensando a come portare montagne di
miliardi nelle tasche dei politici corrotti, che in Italia sono veramente un’esagerazione. Per
porre fine a questo grosso problema, trasformatosi in una pandemia così grave portandoli a
rubare sempre più , si potrebbe introdurre la pena di morte così salveremmo la nazione e ci
ritroveremmo in un paese ricco e prospero senza i parassiti e le sanguisughe chiamati politici.
Cari politici, non vi preoccupate questo non accadrà mai in Italia perché voi non votereste mai
per una legge del genere. “Bisogna trovare una soluzione”!!
Mi sono fermato in un bar a parlare con due rappresentanti che lavorano per due grandi ditte e vivono fuori città.
Quando mi chiedono cosa stia succedendo ad Alessandria,
faccio finta di essere stupito da questa domanda e domando il motivo del loro interesse. Iniziano dicendomi che nel
raggio di 100 km non esiste una città o un paese ridotto in
questo stato, strade impraticabili piene di buche pericolose, viali pieni di sporcizia, marciapiedi pieni di spazzatura,
topi che scorrazzano anche alla luce del giorno, aiuole che
sembrano una pattumiera, con un grado di microcriminalità sempre all’ordine del giorno. A questa discussione si
sono aggiunti commercianti che prendevano il caffè al bar
e altre persone che vivono nella nostra città.
Che risposta è stata data a questi due rappresentanti? Il
coro è stato unanime: “Da quando abbiamo questo sindaco Maria Rita Rossa “!#*!?%!” (vi lasciamo intendere il
significato) fino ad oggi non abbiamo visto quasi niente, il
suo operato è insignificante in una città importante come
Alessandria”. Invece sapete qual è la risposta che avrebbe
dato il sindaco se fosse stato lì: “E’ colpa del dissesto se
non ci sono soldi”. Eppure il Sindaco del 2014 ha incassato
84 milioni di euro. Dove sono questi soldi? Sappiamo che
per l’informazione ne sono stati spesi molti e ci chiediamo
se sia per dare o per omettere informazione. Su questo argomento stiamo lavorando per capire come sono stati spesi
i soldi e a chi sono andati. Se sono amici e compiacenti o
non.
Alla fine della discussione, i nostri amici rappresentanti
hanno detto: “Siete ridotti male, vi auguriamo buona fortuna ma se il sindaco è di sinistra state tranquilli che di
fortuna non ne avrete.”
VIGILESSA, possiamo consigliarle UN CORSO DI BON TON?
E magari un corso di aggiornamento sulle leggi riguardante i
giornalisti?
In data 2 Aprile 2015 in Via Caniggia angolo Corso Roma viene fermata un’autovettura con visibile sul parabrezza il Permesso Stampa. Mentre il conducente
viene invitato ad esibire patente e libretto gli viene chiesto in modo poco gentile
da dove spunti il Permesso Stampa. Il conducente afferma di essere un giornalista, ma la vigilessa pretende - masticando un chewingum - il contratto di lavoro.
Non essendo un documento che la gente si porta appresso quotidianamente il
conducente ne è sprovvisto. La vigilessa allora minaccia di ritirare il Permesso
Stampa per accertamenti , dubitando della buona fede del conducente.
Inoltre chiede chi sia la persona seduta accanto. Risposta: “Capo-redattrice del
giornale L’informatore Alessandrino”. Segue la richiesta se il conducente fosse
in servizio. Egli risponde di si e mostra il proprio tesserino di riconoscimento
dell’Ordine dei Giornalisti. Nonostante tutti i documenti, la vigilessa decide di
fare un verbale comunque perché al momento del fermo il conducente teneva
in mano il cellulare e viaggiava (secondo lei) a una velocità superiore ai limiti.
Questo è quanto. Vorrei ricordare alla signora o signorina vigilessa che esiste il
cosiddetto “diritto di cronaca”, che questo si esercita necessariamente 24 ore su
24 sui mezzi di comunicazione sociali e per questo si definisce “servizio pubblico con regolare concessione governativa”. Inoltre, per appurare il possesso del
Permesso Stampa basta chiamare via radio il comando, riferire il numero del
permesso e chiedere chi sia l’intestatario. Peraltro, ai sensi della legge 241/90
un’informazione già in possesso dell’Ente Pubblico non può essere richiesta al
cittadino. E questo è il caso. Non è la prima volta che questo accanimento si
verifica contro le persone che sono in possesso di un Permesso Stampa. Il nostro
lavoro è molto importante e se viene intralciato questo equivale ad un’interruzione di servizio pubblico? Il conducente è Vice-presidente dell’Emittente e
dell’Informatore Alessandrino, non ha bisogno di un contratto di lavoro perché
la legge non lo prevede. Prima di scrivere questo articolo ho chiesto appuntamento al comandante dei vigili urbani. La risposta che ho ricevuto è che era
molto occupato e che mi avrebbe telefonato appena si fosse liberato. Nel dare
il numero di telefono ho precisato il fatto accaduto al centralinista ed egli mi ha
assicurato che mi avrebbero contattato. Non ricevendo risposta siamo costretti a
rendere la notizia di pubblico dominio. Il verbale scritto è pretestuoso, perché il
cellulare era in mano (e non vicino all’orecchio) e l’eccesso di velocità a cui alludeva la vigilessa era impossibile in quel tratto. Vigilessa, possiamo consigliarle un corso di Bon Ton? Il suo stipendio viene pagato dai cittadini ed è nostro
diritto essere rispettati con i dovuti modi. Per conoscenza questo articolo viene
inviato al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.
L’informatore
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ATTUALITA’
Renzi, tutte le condanne delle società di famiglia
Abbiamo deciso di effettuare un sunto
delle condanne della famiglia Renzi per
avere un’idea di che tipo di gente sia.
Il 16 settembre 2014 Tiziano Renzi viene accusato di bancarotta fraudolenta della Chil
post, l’ex società di famiglia che si occupava di
marketing e distribuzione di giornali. Il padre
del premier, a ottobre del 2010, ne aveva ceduto una parte alla Eventi 6: azienda che appartiene alle figlie, Matilde e Benedetta, e alla
moglie, Laura Bovoli. Mentre il ramo secco,
pieno di debiti e guai, passava a Gianfranco
Massone, 75 anni: suo figlio, Mariano, è in affari con Tiziano Renzi da anni. Anche la carica
di amministratore della Chil post finiva a una
vecchia conoscenza: Antonello Gabelli. Ma a
febbraio del 2013, l’ex gioiellino di casa Renzi
falliva. Portandosi dietro 1 milione e 200 mila
euro di debiti. E tanti altri interrogativi di cui
non si è ancora riusciti ad avere una rispostaTre aziende di famiglia, dal 2000 a oggi, sono state condannate sette volte, tra cause di lavoro e civili. Contributi non
pagati, lavoro irregolare, licenziamenti illegittimi, danni materiali. Il curriculum delle imprese dei Renzi non è immacolato
come il giglio amato da Matteo. Nomi, persone e situazioni
si rincorrono nel tempo. I Massone e Gabelli, Pier Giovanni
Spiteri e Alberto Cappelli: i rodati partner d’affari di Tiziano
sbucano fuori un processo dopo l’altro. Per intrecciarsi con
l’attualità: l’accusa di bancarotta fraudolenta. Alla faccia del
Partito Democratico di cui tutti fanno parte: non dovrebbero
essere dalla parte dei lavoratori?
Le prime condanne a Firenze per i contributi non versati Il 25 maggio 1998 l’Inps, dopo una serie di accertamenti,
multa la Speedy per 955 mila lire e la Chil per quasi 35 milioni
di lire: l’accusa è di non aver pagato i contributi agli strilloni.
Le grane genovesi
Il 19 giugno 2013 però tutto sfocia in una doppia condanna del Tribunale di Genova per due diverse cause intentate da
ex portatori di giornali. Nella prima, il giudice obbliga la Chil
post, nata nel frattempo dalle ceneri della Chil, a risarcire, in
solido con la Eukos distribuzioni, a cui aveva affidato un subappalto impiegato tra il 2005 e il 2006. Chil post ed Eukos
vengono dunque condannate a pagare 4.339 euro per stipendi arretrati e 439 euro di tfr. Lo stesso giorno della sentenza,
il 19 giugno 2013, il Tribunale di Genova affronta una causa
analoga. Che si conclude con una nuova pena inflitta alla Chil
post: il pagamento, sempre in solido con la Eukos, di 4.684
euro a un lavoratore in servizio dal 2001 al 2005.
La causa per licenziamento illegittimo La Chil e la Speedy non sono tra l’altro le uniche aziende di famiglia a essere
rimaste invischiate in contenziosi. C’è un’altra srl, la Arturo, ad avere creato patemi processuali. Fondata all’inizio del
2003 da Tiziano Renzi. Quando però il 18 aprile 2008 viene
liquidata, un nigeriano impiegato nelle consegne notturne
dall’ottobre 2001 ad aprile 2007 denuncia l’azienda che viene
condannata dal Tribunale di Genova a pagare 85.862 euro
per il suo licenziamento illegittimo: “Privo della forma scritta, intimato oralmente, comporta l’assoluta inefficacia dello
stesso” scrive il giudice, Margherita Bossi. Al nigeriano sono
riconosciuti anche 3.947 euro. Quasi 90 mila euro, in totale,
che probabilmente non vedrà mai.
Quel prestito da mezzo milione di euro
Il sospetto dei magistrati è che la Chil post,
l’8 ottobre 2010, sia stata svuotata della
polpa con la cessione di un ramo d’azienda
alla Eventi 6, gestita dalla madre e dalle sorelle del premier. Valore della compravendita: appena 3.878 euro. Anche se il bilancio
del 2009 era stato chiuso con 4,5 milioni di
fatturato e quasi 36 mila euro di utili. Il 14
ottobre del 2010, sei giorni dopo la cessione,
quel che resta della Chil post viene venduto a un eterodiretto ultrasettantenne, Gianfranco Massone, per 2 mila euro. E l’amministratore diventa Gabelli. La società finisce
rapidamente nel camposanto dei fallimenti.
È il febbraio del 2013. Un anno più tardi la
Procura di Genova indaga Renzi, i Massone
e Gabelli per bancarotta fraudolenta. Tra i
debiti mandati al macero spicca quello con
la Banca di credito cooperativo di Pontassieve: quasi mezzo
milione di euro. Presidente dell’istituto è Matteo Spanò, baldo quarantenne, fraterno amico del presidente del Consiglio
Matteo Renzi. Qualche mese dopo, il debito finisce a Massone
assieme alla Chil. Riappare a maggio del 2013, nell’elenco dei
creditori stilato dal curatore fallimentare: 496.717 euro. Tiziano però assicura di essere sereno. Passato qualche giorno
dalla proroga delle indagini, davanti alla sede del Credito cooperativo , Tiziano Renzi parlottava e rideva con Spanò e altri
due dirigenti della banca. Lo sguardo era il solito: spavaldo e
sicuro. Per ricordare a tutti chi è il padre di cotanto figlio.
Chi sono: Tiziano Renzi, Massone, Gabelli, Spiteri, Cappelli, Bovoli Laura?
Sono personaggi che danno una garanzia al grande amato
Matteo Renzi, pure lui condannato dal Tribunale di Firenze.
Ormai siamo stufi di ripetere sempre le solite cose eppure
tutti questi personaggi godono di ottima salute con le tasche
piene di soldi alla facciazza nostra, della povera gente. Chi
può fermare tutto questo? Sinceramente... non lo so... Ah!
Alla prossima!
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L’informatore
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ATTUALITA’
Pietro Abbà Corgnaglia
LA NATURA SI RISVEGLIA....
DOBBIAMO ASPETTARCI
NUOVE FORESTE PIENE DI
SPAZZATURA?? SE NON CI
SONO SOLDI NON AUMENTATE
GLI STIPENDI AL PRESIDENTE DE
CAPITANI E ALL’AMMINISTRATORE BRESSAN!!! Continua....
Pietro Abbà Cornaglia, compositore alessandrino, nacque il 20 marzo 1851. Sin
da piccolo si appassiona alla musica; il
patrigno (il padre naturale si chiamava
Maurizio Abbà e morì quando Pietro era
ancora fanciullo, la madre in seconde nozze sposò Pietro Cornaglia, dandogli il secondo cognome) capisce subito che vale
la pena investire su un giovane capace
di comprendere la musica in fretta. Così
Abbà Cornaglia viene spinto ad iscriversi al Conservatorio di Milano. A 20 anni
si diploma in composizione, pianoforte e
organo: il professor Emilio Praga gli cambierà la vita. Praga (poeta, scrittore e
pittore) è inserito nel mondo della “Scapigliatura” milanese (corrente di pensiero animata da un impulso di ribellione)
e lo porta a conoscere i contesti culturali
più attivi. Il nostro Pietro Abbà Cornaglia
incontrò e imparò da altri due grandi letterati dell’epoca, Arrigo Boito e Giuseppe Giacosa. Realizza la cantata “Caino e
Abele”, meritevole del primo premio nel
saggio di laurea al Conservatorio milanese. Fu un vero e proprio trampolino di
lancio, che gli recò prestigio e popolarità.
Viene chiamato in Spagna e in Germania per alcuni spettacoli in qualità
di pianista e organista. L’attività di Abba
Cornaglia prosegue senza freni. Nel 1877
termina il suo primo melodramma dal titolo “Isabella Spinola”, su libretto scritto
da Crispino Jachino, poeta alessandrino,
“padre” di “Burina e Michina”, personaggi
da leggenda popolare mandrogna.
Alla morte di Vittorio Emanuele II, Margherita di Savoia, moglie di Umberto I,
diventa regina: è coetanea di Abba Cornaglia ed emerge la sua grande stima
per l’artista alessandrino, anche perchè
quest’ultimo le dedicò due composizioni.
Intanto la sua grande opera “Isabella
Spinola” debutta al Teatro Carlo Felice di
Genova. Nel 1888 Pietro Abbà Cornaglia
si sposa con una sua ex allieva, Elisa Costa, i due vanno ad abitare in via Pontida,
al civico 6. L’attività del nostro compositore è frenetica, ad Alessandria
organizza e dirige diverse iniziative. Ma
il 2 maggio del 1894, in seguito ad un’infezione per un’appendicite, Pietro Abbà
Cornaglia muore, lasciando la moglie ed
il figlio Maurizio, di 5 anni, che diventò un
apprezzato ingegnere.
Fabio Buffa
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Vi aspettiamo
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L’informatore
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Editoriali a cura dell’editore Giuseppe Accardo
Stipendi d’oro nel Comune di Alessandria
In data 13 Febbraio 2015 su “L’Informatore Alessandrino” esce un articolo in prima pagina “Se rinasco
voglio fare il dirigente del Comune di Alessandria”. Ci siamo meravigliati che in data 7 Aprile 2015 durante la trasmissione “Dalla vostra parte” su Rete 4 dei giornalisti si recano al Comune di Alessandria e
chiedono perchè il Comune, che decanta tanto il dissesto e l’assenza di soldi, abbia aumentato a dismisura
le retribuzioni dei suoi Dirigenti. I due intervistati sono:
- Legnazzi Rossella, che risponde dicendo di non poter rilasciare dichiarazioni, eppure il suo stipendio è
aumentato di 18.065,05 €.
- Antonello Paolo Zaccone, all’inizio non vuole rilasciare la propria dichiarazione se non al servizio
Stampa del Comune successivamente ci ripensa e dichiara che il suo aumento di 17.581,07 € è dovuto al
fatto di possedere 2 lauree e di lavorare intensamente per far uscire il Comune di Alessandria dal dissesto.
Come è possibile che ci sia questo immenso sperpero di denaro per l’aumento di questi stipendi, quando
il Sindaco Rita Rossa continua a puntualizzare l’assenza di denaro. Sembra strano che l’intervista non sia
stata fatta a Orietta Bocchio la cui retribuzione ha avuto un aumento di 27.125,17 €.
La vergogna continua nell’elenco sottostante.
DIRIGENTE
ANNO 2014
ANNO 2013
AUMENTO
Orietta Bocchio
121.882,87
94.757,70
27.125,17
Neri Marco Italo
Zaccone Antonello Paolo
Legnazzi Rosella
Robotti Pierfranco
Cerutti Giampiero
109.726,41
109.365,11
108.807,21
105.300,04
97.253,42
91.349,56
91.784,04
90.742,16
90.878,16
91.518,84
18.376,85
17.581,07
18.065,05
14.421,88
5.734,58
Bistolfi Cristina
Biscaldi Angela
86.744,03
82.770,67
78.783,53
79.335,39
7.960,50
3.435,28
Vorrei puntualizzare che nel filmato si scorge fuoriuscire dalla cartellina della giornalista di Rete 4 la testata del giornale “La Stampa” e l’elenco dei dirigenti pubblicati su “L’Informatore Alessandrino”.
Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo appurato che sul quotidiano la Stampa non è stata pubblicata alcuna
lista con gli stipendi lordi dei Dirigenti per il 2014. Altri sperperi di denaro sono in lavorazione per la prossima uscita del nostro giornale e speriamo che qualcuno acquisisca le carte riguardanti la pavimentazione
scoppiata nell’ufficio dedicato al Pisu, “visto che la colpa deve essere attribuita sempre al Sindaco”.
La “Primavera alessandrina”
sta arrivando
Dal 10 al 23 aprile la città sarà protagonista della seconda edizione della
Primavera alessandrina. Molti gli eventi organizzati dal Comune di Alessandria,
in collaborazione con il Gruppo Amag, che
animeranno e coloreranno la città: concerti di musica classica, jazz, folk e rock,
spettacoli teatrali, cucina, mercatini, laboratori e tante altre iniziative per famiglie e ragazzi.
Il concorso Primavera Alessandrina 2015
- La Città e i suoi colori, grazie al quale
tutti i cittadini potranno votare l’allestimento più bello realizzato nelle vie e nelle
vetrine cittadine, ha in palio premi molto
interessanti per la promozione della propria attività commerciale. Alla via vincitrice sarà assegnato un trofeo d’argento che
resterà nelle sue mani per un anno.
Ai primi tre classificati, tra gli esercizi
commerciali, vincitori della categoria
vetrine verrà assegnata una vetrofania da esporre sulla propria vetrina
e:
1° classificato: realizzazione di un video
spot pubblicitario, inserzione pubblicitaria
sul maxi schermo di Spalto Rovereto (Stadio) per un periodo di 45 giorni e un corso
di formazione comunicazione e marketing
nel web 2.0
2° classificato: inserzione pubblicitaria sul
maxi schermo di Spalto Rovereto (Stadio)
per un periodo di 30 giorni e un corso di
formazione comunicazione e marketing
nel web 2.0
3° classificato: inserzione pubblicitaria sul
maxi schermo di Spalto Rovereto (Stadio)
per un periodo di 15 giorni e un corso di
formazione comunicazione e marketing
nel web 2.0.
La benzina torna
sopra 1,7 euro al
litro
Nei primi due mesi del
2015 il calo dei prezzi della benzina e del gasolio ha
fatto risparmiare alle famiglie e alle imprese 1 miliardo e 399 milioni di euro. È
quanto emerge dalle elaborazioni del Centro Studi Promotor. Però la festa
potrebbe essere finita, visto che secondo Check-Up
Prezzi News la media nazionale del prezzo “servito”
della benzina è tornata sopra a 1,7 euro per litro.
Comunque il bimestre gennaio-febbraio ha visto una
lieve ripresa dei consumi
dei carburanti (crollati negli anni della crisi) con un
piccolo +0,4%. «L’aumento
dei consumi è molto contenuto» commenta Gian Primo Quagliano, presidente
del Centro Studi Promotor
«ma il segnale è positivo e
va sottolineato. Non vi sono
invece elementi per valutare se la riduzione dei prezzi
dei carburanti stia influendo positivamente anche
sulle vendite di autoveicoli.
Comunque le immatricolazioni sono aumentate del
10,9% in gennaio e del
13,2% in febbraio».
In dettaglio i consumi di
benzina e gasolio auto a
gennaio e febbraio 2015
hanno totalizzato 5,793
miliardi di litri con una spesa di 8,193 miliardi di euro,
contro i 9,592 miliardi del
bimestre 2014 (-14,6%).
Dal punto di vista del Fisco,
la diminuzione del gettito
è stata di 243 milioni di
euro.
L’informatore
A L ESSA N D R I N O
ATTUALITA’
PER TUTTI GLI ORDINI
DI BOMBONIERE
entro il 30 aprile
SCONTO DEL 20%
Aprile 2015
11
12
Aprile 2015
L’informatore
A L ESSA N D R I N O
ECONOMIA
Bonus prima casa,
Il Sunia risponde...
residenza entro 18 mesi
A CURA DI GIAN PAOLO CALIGARIS
dall’acquisto
Il contribuente che non trasferisce, entro
diciotto mesi, la residenza nell’immobile
appena acquistato perde i benefici sulla
prima casa anche se il ritardo è dovuto
a lungaggini burocratiche dell’amministrazione che non concede per tempo l’autorizzazione per ristrutturare.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 4800 del
10 marzo 2015, ha accolto il ricorso
dell’Agenzia delle entrate. Gli Ermellini hanno quindi ribaltato il verdetto reso
dalla Commissione tributaria regionale del
Veneto che aveva confermato la decisione
con la quale la Ctp aveva annullato la revoca dei benefici.
Per la Suprema corte, dunque, «le lungaggini burocratiche» non hanno alcun
valore.
Sul punto in motivazione si legge che i benefici fiscali invocati spettano alla
sola
condizione
che, entro il termine di decadenza di diciotto mesi
dall’atto, il contribuente stabilisca,
entro il Comune
dov’è situato l’immobile, la propria
residenza,
così
adempiendo l’obbligo su di lui in-
combente e da lui assunto al momento del
rogito.
Detto questo per la Cassazione le lungaggini burocratiche non riescono a integrare
la forza irresistibile ostativa al trasferimento nel Comune dov’è ubicato l’immobile oggetto delle agevolazioni.
Ora la sesta sezione tributaria ha chiuso
definitivamente il sipario sulla vicenda accogliendo nel merito il ricorso dell’Agenzia
delle entrate e bocciando quindi le ragioni
addotte dal contribuente.
La decisione corrisponde a un consolidato filone giurisprudenziale che
vede il trasferimento della residenza
come requisito imprescindibile per
ottenere le agevolazioni fiscali.
E non importa se questo dipenda o meno
della volontà del neo acquirente.
Domanda: “Se entro in un appartamento nuovo e l’inquilino precedente non ha
pagato la bolletta della luce. Ora non mi attivano il servizio finchè non pago le
bollette insolute. Cosa devo fare? ”
Risposta: “In caso di subentro/voltura di una fornitura di energia elettrica il nuovo inquilino ha diritto ad avere l’allacciamento della luce. In
caso di difficoltà consiglio di rivolgersi ad una associazione di consumatori come la Federconsumatori o direttamente all’autorità Energia e Gas
tramite lo sportello consumatore”
Hai un problema o vuoi informazioni chiare sui rapporti tra inquilino e padrone di casa.....
Devi comprare un immobile e vuoi conoscere le normative in materia.....
Quali sono le mansioni dell’amministratore condominiale.....
Hai una qualunque curiosità in materia....
IL NOSTRO ESPERTO RISPONDE!
Mandaci le tue domande via fax al n. 0131.2188227
per posta a Radio BBSI, corso Acqui 39 -15121 Alessandria
via mail: [email protected]
Scrivici la Tua domanda (in stampatello leggibile):
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