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Aggettivo
Elementi di linguistica italiana. Le strutture dell italiano. • L'aggettivo può essere definito quella parte del discorso, variabile nel genere e nel numero, che serve a modificare il nome a cui si riferisce dal punto di vista della qualità (aggettivo qualificativo) o della determinazione (aggettivo determinativo). • L'aggettivo qualificativo può avere tre diverse funzioni: la funzione attributiva, se si collega direttamente a un nome (un ragazzo allegro), la funzione predicativa, se si collega a un verbo (quel ragazzo è allegro), la funzione avverbiale, se usato al posto di un avverbio (gli piace guidare veloce), modalità espressiva particolarmente gradita alla lingua pubblicitaria, oltre che al parlato, specialmente se informale. • L'aggettivo qualificativo può esprimere il grado in cui la qualità è posseduta, può quindi avere il grado positivo, il grado comparativo (di uguaglianza, è grande come te, di maggioranza, è più grande di te, di minoranza, è meno grande di te), il grado superlativo, distinto in superlativo relativo (Marco è il più simpatico dei due fratelli) e superlativo assoluto (Marco è simpaticissimo). • Una sottocategoria dell’aggettivo qualificativo è l'aggettivo di relazione o relazionale, derivato da un nome (mensile, italiano, artistico): tali aggettivi esprimono una relazione stabile con il nome da cui derivano. Suffissi tra i più comuni di derivazione degli aggettivi relazionali sono per esempio -ale (finale), -ano (italiano), -are (solare), -ario (finanziario), -ico (filosofico), -istico (artistico). • Gli aggettivi di relazione hanno alcune proprietà grammaticali: non possono avere il comparativo e il superlativo (non posso dire *più finanziario o *solarissimo), non possono in linea di massima essere usati in funzione predicativa (*la relazione è finanziaria). Tali restrizioni vengono meno, però, se l'aggettivo è usato in senso traslato e con funzione qualificativa (Lia è più solare di sua sorella). • Per quanto riguarda la posizione, l’aggettivo qualificativo è più spesso collocato dopo il nome, come una ragazza carina, un uomo bruno. Ma è anche possibile porre l'aggettivo prima del nome, in casi in cui l'aggettivo abbia un valore più di ornamento, di elemento aggiunto senza che ne venga sottolineato il significato: per esempio, casi come la pallida luna, il vasto mare, dove l'aggettivo è molto prevedibile ed esprime una qualità intrinseca dell'oggetto a cui si riferisce. • In alcuni casi uno stesso aggettivo può avere significato differente a seconda che si trovi prima o dopo il nome, come pover’ uomo, che significa un uomo modesto, mediocre, rispetto a uomo povero, cioè privo di mezzi. L'aggettivo non si trova mai prima del nome se è accompagnato da altre parole: una bella donna, ma una donna molto bella, mai *una molto bella donna. • Nella categoria degli aggettivi determinativi rientrano i possessivi (il mio cane, ciascuno deve badare al proprio cane: ma attenzione a usare proprio solo in riferimento al soggetto della frase, evitando usi come rimetti la scala al proprio posto), i dimostrativi (questo cane), gli indefiniti (alcuni cani), gli interrogativi (quale cane?), gli esclamativi (che cane!), i numerali ordinali (due cani). • Qualche osservazione sui dimostrativi, che possiamo definire come gli aggettivi che determinano un oggetto o una persona in relazione allo spazio, al tempo o al discorso. Dal punto di vista classificatorio e funzionale, notiamo che la funzione propria del dimostrativo è appunto, come dice il suo nome, quella di mostrare. Tale funzione del dimostrativo viene chiamata anche deittica. • In relazione all’uso, osserviamo che i dimostrativi sono tradizionalmente distinti in un microsistema tripartito: questo, che indica oggetto o persona vicino a chi parla (emittente), codesto che indica oggetto o persona lontano dall’emittente e vicino al ricevente, quello, che indica oggetto o persona lontano da entrambi. • Ma codesto è ormai estraneo all’uso comune della maggior parte degli italiani, e quindi non è compreso nell’italiano neo-standard: nel parlato, è usato solo dai toscani, nello scritto ha una sopravvivenza come forma burocratica ed elevata, in via di progressiva recessione.