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Esercizi svolti sugli alberi
Dati e Algoritmi I (Pietracaprina) Esercizi sugli Alberi Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 1 Problema 1 Dimostrare che un albero non vuoto con n nodi interni, dove ogni nodo interno ha almeno 2 figli, ha almeno n + 1 foglie Soluzione. La dimostrazione procede per induzione sull’altezza h dell’albero. Come base osserviamo che la proprietà è vera per un albero di altezza h = 0, che quindi ha un solo nodo (foglia) e n = 0. Supponiamo che la proprietà sia vera per alberi di altezza al più h, con h ≥ 0 fissato, e consideriamo un albero T di altezza h + 1 ≥ 1. Chiaramente la radice di T deve essere un nodo interno. Sia d ≥ 2 il numero di figli della radice. Per 1 ≤ i ≤ d sia ni il numero di nodi interni ed mi il numero di foglie nel sottoalbero radicato nelll’i-esimo figlio della radice. Sia inoltre m il numero di foglie ed n il numero di nodi interni di T . Si ha allora che n = 1+ d X ni i=1 m = d X mi . i=1 Poichè i sottoalberi figli della radice hanno altezza al più h, possiamo applicare l’ipotesi induttiva e dedurre che m= d X mi ≥ i=1 d X d X i=1 i=1 (ni + 1) = d + ni = (d − 1) + 1 + d X ni = n + d − 1 ≥ n + 1, i=1 2 in quanto d ≥ 2. Problema 2 Si definisca albero d-ario proprio un albero ordinato in cui ogni nodo interno ha esattamente d figli. a. Disegnare due alberi ternari (d = 3) propri T1 e T2 con 8 nodi interni ciascuno, tali che T1 ha altezza massima e T2 ha altezza minima. Quante foglie hanno T1 e T2 ? b. Sia T un albero d-ario proprio di altezza h con n nodi interni ed m foglie. Usando gli esempi precedenti e il buon senso trovare l’unica tra le seguenti relazioni che può valere per T arbitrario e d ≥ 2: (i) m = (d − 1)h + 1; (ii) m = (d − 1)n + 1; (iii) m = 5d + 2 c. Dimostrare la relazione trovata al punto precedente per induzione su h. Soluzione. a. L’albero T1 è il seguente (le foglie sono rappresentate da quadrati e i nodi interni da cerchi). i i i i i i i i Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 2 L’albero T2 è il seguente: i i i i i i i i Entrambi gli alberi hanno 17 foglie. b. La (i) non è soddisfatta dall’albero T1 . La (iii), pur essendo soddisfatta sia da T1 che da T2 , non ha senso in quanto non dipende da n. L’unica che può valere è la (ii). c. Dimostriamo che m = (d−1)n+1 per induzione sull’altezza h dell’albero. La base h = 0 è vera in quanto un albero di altezza 0 ha 1 foglia e 0 nodi interni. Fissiamo h ≥ 0, supponiamo che la relazione sia vera per alberi di altezza sino ad h, e consideriamo un albero T di altezza h + 1 > 0. Sia Ti l’i-esimo sottoalbero figlio della radice di T , 1 ≤ i ≤ d, e si indichi con ni il numero di nodi interni di Ti e con mi il numero di foglie di Ti . Poichè ogni Ti ha altezza al più h, per ipotesi induttiva vale che mi = (d−1)ni +1. Inoltre m = d X mi i=1 n = 1+ d X ni , i=1 e quindi m= d X ((d − 1)ni + 1) = (d − 1)n + 1. i=1 2 Problema 3 Si ricordi che una espressione aritmetica E fully parenthesized in notazione infissa che usa solo operatori binari è definita come segue: E = a E = (E1 op E2 ), dove a è una costante o variabile, E1 e E2 sono espressioni fully parenthesized in notazione infissa, e op è un operatore binario. Sia T il parse tree associato a E, i cui nodi interni contengono gli operatori e le foglie le costanti o variabili di E. Sviluppare un algoritmo ricorsivo infix che ricavi l’espressione E a partire dal parse tree T , e analizzarne la complessità in tempo. Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 3 Soluzione. L’algoritmo è il seguente (si usa + per indicare la concatenazione di stringhe): Algoritmo infix(T,v) input Parse tree T , nodo v ∈ T output espressione Ev rappresentata da Tv if (T.isExternal(v)) then return v.element() else return ’(’+infix(T,T.left(v))+v.element()+infix(T,T.right(v))+’)’ Per generare l’espressione completa associata a T , basterà invocare l’algoritmo con v=T.root(). La struttura dell’algoritmo è simile a quella di una visita, e quindi la sua complessità è lineare nel numero di nodi del (sotto)albero sul quale è invocato. 2 Problema 4 (Esercizio C-7.3 del Goodrich-Tamassia, 5th Edition, 2010.) Progettare degli algoritmi per le seguenti operazioni per un albero binario T (si assuma che l’albero binario sia proprio): • preorderNext(v): restituisce il nodo visitato dopo v nella visita in preorder di T • inorderNext(v): restituisce il nodo visitato dopo v nella visita inorder di T • postorderNext(v): restituisce il nodo visitato dopo v nella visita in postorder di T Analizzare la complessità degli algoritmi. Soluzione. Sviluppiamo l’algoritmo preorderNext(v) lasciando gli altri come esercizio per il lettore. Assumiamo che se v è l’ultimo nodo visitato nella vista in preorder di T l’algoritmo restituisca null. Si osservi che se v è un nodo interno, allora il suo successore nella visita in preorder è il suo figlio sinisitro. Altrimenti, dobbiamo risalire da v sino a trovare il primo antenato u (cioè l’antenato più profondo) tale che v sta nel sottoalbero sinistro di u. In questo caso, il successore di v nella visita in preorder è il figlio destro di u. Se tale antenato u non esiste, significa che v è la foglia che si incontra scendendo sempre a destra a partire dalla radice di T , ed è quindi l’ultimo nodo visitato dalla vista in preorder di T . In questo caso l’algoritmo restituisce null. Lo pseudocodice dell’algoritmo è il seguente: Algoritmo preorderNext(v) input Albero T, nodo v ∈ T output successore di v in preoder, se esiste, altrimenti null if (T.isInternal(v)) then return T.left(v) while (!T.isRoot(v)) do { if (v=T.left(T.parent(v))) then return T.right(T.parent(v)) else v ← T.parent(v) } return null Si noti che il numero di iterazioni del while è limitato superiormente dalla profondità di v, e che in ciascuna iterazione si esegue un numero costante di operazioni. Per il resto l’algoritmo esegue un numero costante di operazioni. Dato che la profondità di un nodo è minore o uguale all’altezza dell’albero, concludiamo che la complessità è O (h) con h altezza di T . 2 Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 4 Problema 5 Sia T un albero binario proprio. Dato un nodo v ∈ T , si definisca imbalance(v) la differenza in valore assoluto tra il numero di foglie nei sottoalberi sinistro e destro di v. Se v è una foglia si assume imbalance(v) = 0. Si definisca anche imbalance(T ) = maxv∈T imbalance(v). a. Dimostrare un limite superiore all’imbalance di un albero binario proprio con n nodi, e descrivere un albero il cui imbalance raggiunge tale limite. b. Disegnare un albero binario proprio T in cui imbalance(T ) = imbalance(v) e v non è la radice dell’albero. c. Sviluppare un algoritmo efficiente per determinare imbalance(T ), e analizzarne la complessità in tempo. Soluzione. a. Se l’albero è proprio e ha n nodi, avrà m = (n + 1)/2 foglie. Sia v un nodo interno. Allora, poichè l’albero è proprio, vi sarà almeno una foglia nel sottoalbero sinistro e almeno una foglia nel sottoalbero destro di v. Quindi imbalance(v) ≤ m − 2 = (n − 3)/2. Un albero con n nodi il cui imbalance raggiunge tale limite è quello in cui la radice ha come figlio sinistro una foglia, e come figlio destro un albero binario proprio con n − 2 nodi. b. L’imbalance del seguente l’albero è 2 ed è ottenuto nel nodo evidenziato da un pallino più grande. t y t t t t t t t t t t t c. Utilizziamo il seguente algoritmo ricorsivo che quando invocato su un nodo v ∈ T calcola l’imbalance del sottoalbero Tv e il numero di foglie in Tv . Il valore imbalance(T ) si ottiene invocando l’algoritmo sulla radice. Si noti che calcolando un’informazione più ricca (imbalance e numero di foglie invece che solo numero di foglie) si ottiene una strategia algoritmica più efficiente. Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 5 Algoritmo maxImbalance(T,v) input Albero T, nodo v ∈ T output imbalance(Tv ) e numero di foglie in Tv if (T.isExternal(v)) then return (0,1) (bL, mL) ←− maxImbalance(T,T.left(v)) (bR, mR) ←− maxImbalance(T,T.right(v)) b ←− max {bL, bR, |mL - mR|} m ←− mL+mR return (b,m) La struttura dell’algoritmo è la stessa di quella della visita in postorder, e quindi la sua complessità è lineare nel numero di nodi del (sotto)albero sul quale è invocato. 2 Problema 6 Sia T un albero binario proprio. Si definisca la heightsum di T come la somma delle altezze di tutti i suoi nodi. (Si ricordi che l’altezza di una foglia è 0, e quella di un nodo interno è 1+la massima altezza dei suoi figli.) a. Si sviluppi un algoritmo ricorsivo heightSum(T,v) che calcola la heightsum del sottoalbero Tv , per un nodo arbitrario v. b. Analizzare la complessità in tempo di heightSum(T,T.root()). Soluzione. a. L’algoritmo heightSum(T,v) invocato su un nodo v ∈ T restituisce la somma delle altezze dei nodi di Tv e l’altezza di v. Anche in questo caso, calcolando un’informazione più ricca (somma delle altezze e altezza) si ottiene una strategia algoritmica più efficiente. Lo pseudocodice è il seguente: Algoritmo heightSum(T,v) input Albero T, nodo v ∈ T output somma delle altezze dei nodi di Tv , altezza di v if (T.isExternal(v)) then return (0,0) (sL,hL) ← heightSum(T,T.left(v)) (sR,hR) ← heightSum(T,T.right(v)) h ← max{hL,hR}+1 s ← sL+sR+h return (s,h) b. Se invocato con v = T.root(), l’algoritmo esegue una visita in postorder di T , dove la visita di un nodo interno corrisponde al calcolo delle quantità s e h, basandosi su quelle ottenute dai figli, e quindi richiede tempo O (1). La complessità risulta essere O (n), dove n è il numero di nodi di T . Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 6 2 Problema 7 (Esercizio C-7.21 del Goodrich-Tamassia, 5th Edition, 2010.) Sia T un albero con n nodi. Si definisca il Lowest Common Ancestor (LCA) di due nodi v e w il nodo più profondo di T che ha v e w come discendenti. Sviluppare un algoritmo che dati v e w determini il loro LCA, e analizzarne la complessità. Soluzione. L’idea dell’algoritmo è di risalire dal più profondo dei due nodi passati in input sino all’antenato che sta alla stessa profondità dell’altro, e da qui risalire da entrambi sino a trovare il primo antenato comune. (Si osservi che un antenato in comune esiste sicuramente ed è la radice.) Per determinare la profondità di un nodo si utilizza l’algoritmo depth visto a lezione. Lo pseudocodice dell’algoritmo richiesto è il seguente: Algoritmo LCA(v,w) input Albero T, nodi v,w ∈ T output LCA(v,w) dv ← depth(v); dw ← depth(w) if (dv > dw ) then for i ← 1 to dv − dw do v ← T.parent(v) else for i ← 1 to dw − dv do w ← T.parent(w) while (v 6= w) do { v ← T.parent(v) w ← T.parent(w) } return v Le invocazioni di depth hanno complessità proporzionale alle profondità di v e w. I cicli for e il ciclo while eseguono, ciascuno, un numero di iterazioni limitato superiormente dalla massima profondità dei due nodi, e in ciascuna iterazione eseguono un numero costante di operazioni. Dato che la profondità di un nodo di un albero è limitata superiormente dall’altezza dell’albero, concludiamo che la complessità dell’algoritmo è O (h), con h altezza di T . Si osservi che non si fanno assunzioni sull’arietà di T . 2 Problema 8 (Esercizio C-7.22 del Goodrich-Tamassia, 5th Edition, 2010.) Sia T un albero binario con n nodi. Per ogni nodo v ∈ T sia dv la sua profondità. Si definisca la distanza tra due nodi v e w in T come dv + dw − 2du , dove u è LCA(v, w) (vedi problema precedente). Il diametro di T è definito come la massima distanza tra due nodi. Sviluppare un algoritmo efficiente che dato T ne calcoli il diametro, e analizzarne la complessità. Soluzione. L’algoritmo si basa sulla distinzione tra i seguenti tre casi: Caso 1: Se T contiene un solo nodo foglia, il suo diametro è 0. Caso 2: Se T è costituito dalla radice r con un solo sottoalbero (sinistro), che indichiamo con T1 , allora i due nodi a distanza massima sono entrambi in T1 oppure uno è la radice r e l’altro è la foglia v di massima profondità in T1 . In questo caso il diametro di T è il massimo tra il diametro di T1 e la distanza tra r e v, dove tale distanza è pari all’altezza di T , ovvero all’altezza di T1 più 1. Dati e Algoritmi I (Pietracaprina): Esercizi 7 Caso 3: Se T è costituito dalla radice r con due sottoalberi, che indichiamo con T1 e T2 , allora i due nodi a distanza massima sono entrambi in T1 oppure entrambi in T2 oppure uno è la foglia v di massima profondità in T1 e l’altro è la foglia w di massima profondità in T2 . In questo caso il diametro di T è il massimo tra il diametro di T1 , il diametro di T2 , e la distanza tra v e w, dove tale distanza è pari all’altezza di T1 più l’altezza di T2 più 2. Scriviamo allora un algoritmo diametro che dato T e un nodo v ∈ T restituisce il diametro di Tv e l’altezza di Tv . Ancora una volta, calcolando un’informazione più ricca (diametro e altezza) si ottiene una strategia algoritmica più efficiente. Lo pseudocodice dell’algoritmo è il seguente: Algoritmo diametro(T,v) input Albero T, nodo v ∈ T output diametro di Tv e altezza di Tv if (T.isExternal(v)) then return (0,0) else if (!T.hasRight(v)) then { (d,h) ← diametro(T,T.left(v)) return (max{d,h+1}, h+1) } else { (d1,h1) ← diametro(T,T.left(v)) (d2,h2) ← diametro(T,T.right(v)) return (max{d1,d2,h1+h2+2}, max{h1,h2}+1) } La struttura dell’algoritmo è la stessa di quella della visita in postorder, e quindi la sua complessità è lineare nel numero di nodi del (sotto)albero sul quale è invocato. 2