Questioni dantesche: "Giusti son due, e non vi sono intesi" ("Inferno
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Questioni dantesche: "Giusti son due, e non vi sono intesi" ("Inferno
Giornalino informativo del Club Ausonia – Anno XVII - n° 79 Gennaio ‘07 - Associazione sportiva - art. 36/38 e seguenti Codice Civile statuto reg. Trib. di Firenze n. 10727 il 15/12/1978 Sede Via Giacomo Matteotti 18 – 50019 Sesto F.no (FI) - tel/fax 055 443447 - fax 055 470997 e-mail: [email protected] - sito: www.clubausonia.it Questioni dantesche: "Giusti son due, e non vi sono intesi" ("Inferno",VI, 73). Davvero è notevole come i messaggi formulati e messi in versi ormai settecento anni fa da Dante Alighieri possano ancora oggi diventare stimoli e spunti di riflessione applicabili al nostro pensiero e alla nostra vita. All'interno del nostro universo, dei nostri modelli di riferimento per quanto riguarda le regole di una serena e civile convivenza in società, trova ancora valida applicazione il monito dantesco al perseguimento della Giustizia, concezione di per sé valida, al di là del fatto che le si voglia dare una valenza anche religiosa o solo laica. In un famoso passo relativo all'esperienza infernale del terzo cerchio, quello deputato alla "custodia" e punizione dei Golosi, Dante incontra un personaggio (o meglio, l'anima di un personaggio, ormai completamente sciolta dalle contingenze terrene, inserita in un'altra dimensione, e quindi obiettiva nelle proprie valutazioni) che appartenne alla sua stessa città, Firenze, e che proprio su questa si sofferma, rispondendo al poeta-pellegrino, per spiegare cosa l'abbia portata alle guerre fratricide tra Guelfi e Ghibellini prima, e tra Guelfi Bianchi e Neri poi; a quali scellerate imprese giungeranno i cittadini di questa "città divisa"; e se è rimasto attualmente al suo interno "alcun giusto". Se chiare sono le risposte relative a passato e futuro ("superbia, invidia e avarizia sono/ le tre faville c'hanno i cuori accesi", dal che deriveranno i futuri, sanguinosi scontri), quella inerente al presente ha da sempre generato molte difficoltà interpretative: "Giusti son due, e non vi sono intesi". Già Boccaccio, nel suo commento al poema dantesco, confessava: "Quali questi due si sieno, sarebbe grave l'indovinare!"; e di séguito a lui, molti commentatori nei secoli vollero vedere invece in questo passo un riferimento a Dante stesso in compagnia di un altro imprecisato personaggio: Dino Compagni, altro guelfo bianco autore di una brillante "Cronica", oppure Guido Cavalcanti, il"primo amico" ricordato all'interno della "Vita Nova", ecc. Spetta a Francesco Mazzoni, di contro a chi non si esponeva e a chi identificava i "giusti" in due persone di varia natura, aver posto qualche decennio fa la questione nei giusti parametri interpretativi, finalmente. Ecco quindi la soluzione più convincente, a mio parere: Dante non si riferisce a due persone, ma a due concezioni della Giustizia: "giusti" è dal latino "ius, iuris", cioè "il diritto", suddiviso in due parti: quello naturale e quello legislativo. "I diritti", le basi della Giustizia, del retto vivere in una pacifica "societas" e "civilitas", ci sta dicendo Dante con le armi possenti della sua poesia, sono due , naturale e civile, e purtroppo, nella sua città al passaggio tra XIII e XIV secolo (ma anche nel resto del mondo occidentale), non vengono ascoltati e seguiti e applicati. A questo sciagurato modo di vivere della sua società (e tutti possiamo vedere come il problema sia attualizzabile...) consegue una divisione interna che porta guerra, dissidi, scontri, violenza e sangue, odi e rancori insanabili: tutto perché i diritti fondamentali dell'uomo, quelli naturali e quelli convenuti per legge scritta ed elaborata, stabiliti equamente a ragion veduta, non vengono rispettati. Guide valide, buon senso, raziocinio, moralità, senso della responsabilità sono carenti: denunciarne l'assenza significa avere il coraggio di vedere fino in fondo quale situazione "infernale" abbiamo creato nel nostro mondo per potere intervenire con il nostro personale contributo teso al riequilibramento della compagine sociale e civile all'interno della quale viviamo e operiamo. (Massimo Seriacopi) La Sezione Cultura del Circolo Rinascita organizza Sabato 20 Gennaio 2007, ore 18.00 presso il circolo Rinascita Via Matteotti 18 Sesto Fiorentino Una conferenza del professore Massimo Seriacopi dal titolo “Papa Bonifacio VIII e Dante Alighieri: un confronto”, basata sull’analisi della figura storica del papa che ha indetto il primo Giubileo nel 1300 e la rielaborazione letteraria che ne offre Dante nella Divina Commedia. Presentazione di Romano Valli Introduce l’intervento Teresa Porcella Nell’occasione verrà presentato il volume di Massimo Seriacopi “Bonifacio VIII nella storia e nell’opera di Dante” (Firenze, Firenze Libri/Libreria Chiari,2003). L’ingresso è libero 1 per quindici. La sacrestia è letteralmente scolpita nel macigno. Dall’Eremo di Calomini si giunge a Barga; singolare è la sua Befana: infatti, qui la vecchietta arriva nelle case con al seguito tutto il gruppo familiare, marito, figli e talvolta l’amante, improvvisando una sorta di teatro a domicilio sulle battute di un canovaccio tramandato oralmente in cui vengono “celebrati” i vizi grandi e piccoli degli adulti del paese. La cittadina è celebre per il suo borgo medievale e per il suo Duomo, meraviglioso, con opere Robbiane, ma questa non è più “Toscana minore”. Giuseppe Gianassi A CENA CON GIOVANNI PASCOLI La proposta di questo mese è un lembo di Garfagnana che si riferisce al poeta Giovanni Pascoli. Nei pressi di Castelvecchio (Pascoli per l’appunto), sul poggio della Caprona è situata la villa Cardosi-Carrara che fu dal 1895 al 1912 la sua residenza . Nelle vicinanze a Ponte di Campia c’è l’Osteria “Al Ritrovo del Platano” che nel 1887 era “Bottega di Commestibili ed altri generi”; abituale frequentatore nei primi anni del ‘900 era appunto il Pascoli, che veniva qui a giocare a carte con gli amici ed a bere un bicchiere di vino in loro compagnia. All’osteria sono ancora conservati il tavolo in ferro del poeta ed il calesse col quale arrivava. Seduti all’ombra dello storico platano o all’interno del locale, si possono gustare le specialità della cucina garfagnina; talvolta il proprietario organizza “cene musicali”, essendo egli stesso musicista jazz. Proseguendo, da Ponte di Campia si giunge a Cascio, borgo che conserva importanti fortificazioni, con una grande porta di accesso e due torri rotonde. Tornati indietro (all’incrocio di Perpoli) si devia per Palleroso; si sale a piedi alla rocca da cui si dice, si vedono ben 99 paesi! E’ un luogo magico, dove sembra di essersi lasciati alle spalle il mondo. Si scende verso il fondovalle in direzione di Gallicano e si seguono le TUTTI INSIEME PER LA FOTO DI GRUPPO DEI PODISTI DEL G.S. AUSONIA !!!! Gli amici podisti del G.S. AUSONIA sono TUTTI invitati la mattina di domenica 14 gennaio 2007 a Colonnata alla 29° edizione dell’INVERNALE DI PALASTRETO, vestiti con i colori dell’Ausonia per una foto di gruppo. Arrivare non più tardi delle 8,30! Gennaio 2007 Domenica 14 – Sesto F.no – 29 I. di Palastreto comp. e non km 13/6 – partenza h 9 – iscriz. € 7,00 o 5 o 1,5 senz. premio Domenica 21 – Maratonina di Vinci – comp. e non, km 14,5/4,5 – partenza h 9,15 – isrciz.€7 (primi 500) o 5 dopo Domenica 21 – Campi Trofeo M. di Valibona – comp. e non km 15/5 – partenza h 9 – iscriz. € 3,50 o 1 senz. premio Domenica 28 – Giro delle mura di Prato – non comp. km 15 – partenza h 9 – iscriz. €3 o 1 senz. premio Domenica 28 – Nave a Rovezzano – non comp. km 7/15 – partenza h 9 – iscriz. €3 o 1 senza premio Domenica 28 – Puccini Marathon – comp. km 21,097 – partenza h 10,00 – iscriz. € 15 +10 cauzione chip – non comp. € 5 Febbraio 2007 Domenica 4 – Trofeo città Empoli – comp. e non km 16,8/7 – partenza h 9 – iscriz. € 3 o 1 senza premio Domenica 4 – Trofeo Oltrarno Firenze – non comp. km 14/7,7 – partenza h 9 – iscriz. €3 o 1 senza premio Domenica 11 – Passeggiata fra gli Ulivi Fi – non comp. km 11 –partenza h 9 – iscriz. € 3 o 1 senza premio Domenica 11 – Prato Trofeo A.S.M. comp. 16 e non 4/8/16 – partenza h 9 – iscriz. € 3 o 1 senza premio Domenica 18 – Mezza maratona di Scandicci – comp. e non km 21,097 – 10/4 – partenza h 9,30 – iscriz. €7 ent. 11/2 o 10 ent. 17/2 – il giorno della gara € 12 – non comp. €7 – km non comp. 10 e 4 - € 4 o 1 senza premio indicazioni per l’Eremo di Calomini, la chiesa-grotta più straordinaria dell’arco apuano. Incassata in una roccia a strapiombo, in un antro di 68 metri penetra la montagna 77 * 85 * 28 * 79 Email: [email protected] Sito: www.clubausonia.it Email: [email protected] FARMACIA Dr. R. R. RAGIONIERI Adesione tel. entro il venerdì AUSONIA 055 443447 (ore 21-23) Calzolari Luisa 340 6736485 Magni Siro 055 4207485 casa Latini Valfrido 333 4267648 Fondata nel 1892 Via A. Gramsci 362 – 50019 Sesto F.no Telefono/Fax 055 4489084 SEMPRE APERTA H 08,30 - 20,00 2 Spartaco “Lo schiavo che sfidò L’Impero” Spartaco non si intimorì alla notizia della morte dell’alleato, ed anzi riuscì a battere nuovamente le truppe romane, attestate in due eserciti comandate da Lucio Gallio e Gneo Cornelio. A quel punto decise di estendere la rivolta, arrivando con circa 150.000 uomini fino a Modena dove riuscì a sconfiggere anche il proconsole Caio Longino Varo. A questo punto era quasi riuscito nel suo intento, cioè quello di attraversare le Alpi per ricongiungersi con gli schiavi del nord Europa, in modo da formare un esercito ancora più potente. Tuttavia una grande parte degli schiavi vittoriosi, volle restare in Italia per marciare contro Roma che era momentaneamente in difficoltà a causa delle batoste che aveva subito da questo esercito improvvisato. Spartaco non era favorevole a questo progetto, convinto del suo fallimento, ma poi cedette e decise di accettare la volontà della maggioranza, quindi guidò le sue truppe verso la Lucania. Nel dicembre del 72 a.C. il senato romano diede a Marco Licinio Crasso l’incarico di reprimere la rivolta. Crasso pretese il comando su otto legioni, delle quali tre le pagò di tasca propria. Con tutti questi uomini egli ordinò la creazione di una grande muraglia per non fare arrivare rifornimenti alle truppe di Spartaco, che intanto era arrivato in Calabria. Spartaco decise allora di sbarcare in Sicilia in modo tale da unirsi ad una rivolta di schiavi che si stava svolgendo in quel momento. Tuttavia a causa del tradimento di alcuni pirati, fu costretto a rimanere fermo. Crasso lo attaccò alle spalle, ma egli, riuscì a sconfiggerlo nella battaglia di Petilia. Tuttavia a causa della stanchezza dei suoi uomini, Spartaco non potè sfruttare al meglio il successo, permettendo alle truppe di Gneo Pompeo di unirsi a quelle di Crasso: il nuovo esercito romano, numeroso e armato fino ai denti, costrinse Spartaco alla fuga verso Brindisi, poi alla ritirata, ancora verso la Lucania. Nei pressi del fiume Sele si svolse la battaglia finale: 60.000 schiavi, tra i quali Spartaco, morirono (ma il corpo del condottiero non fu mai trovato). I romani persero solo 1000 uomini e fecero 6000 prigionieri, che Crasso fece crocifiggere nudi lungo la via Appia. Spartaco che secondo alcuni testimoni del tempo, era alto, bello, intelligente e carismatico, non fu riconosciuto né fra i morti, né fra i prigionieri, anzi si narra che alla proposta di Crasso che chi avesse indicato il condottiero avrebbe avuto salva la vita e una bella ricompensa, tutti i prigionieri per proteggere il loro condottiero che forse era fra loro si auto denunciarono dicendo di essere loro stessi Spartaco, nessuno lo tradì e Crasso non vide mai in faccia il suo grande nemico. Terminava così la rivolta di Spartaco emblema dell’eroe romantico che con la passione più che con le armi, in nome della libertà riuscì a sconfiggere il più forte esercito del mondo. Si racconta che nacque da una famiglia di pastori, intraprese la professione dei padri, ma ridotto in miseria accettò di entrare nell’esercito romano, con cui combatte in Macedonia con il grado di milite ausiliare. La dura disciplina cui era obbligato e i numerosi episodi di razzismo che dovette subire all’interno della milizia lo convinsero a disertare e a scappare. Catturato, fu bollato come un traditore e condannato prima alla schiavitù e in seguito, intorno al 75 a.C. , fu destinato a fare il gladiatore. Spartaco venne venduto a Lentulo Battiato, un organizzatore di spettacoli residente a Capua. Fu obbligato a combattere contro feroci belve e contro i suoi colleghi e atri gladiatori solo per fare divertire l’aristocrazia italica. Spartaco resosi conto delle inumane condizioni che Lentulo riservava a lui e ai suoi compagni, decise di ribellarsi, scappò dall’anfiteatro in cui era confinato. Lo seguirono 200 compagni, di cui però solo una settantina arrivarono al Vesuvio, dove il comandante trace attaccò le città limitrofe. Le loro file si ingrosseranno fino ad arrivare alla più grave minaccia interna mai affrontata dalla repubblica romana, il loro capo è Spartaco. Roma sottovaluta la loro pericolosità, manda 3000 legionari freschi di leva comandati da un giovane ufficiale privo di esperienza, pensando di risolvere la faccenda senza problemi, lascia quasi senza sentinelle l’accampamento. Per i gladiatori questa è l’occasione giusta, abituati a combattere anche a mani nude sorprendono i romani nel sonno, gli uomini lottano per la loro vita contro truppe completamente disorganizzate che hanno preso alla lettera la loro missione, l’esito è scontato si impadroniscono dell’accampamento, dei viveri, armi, tende e ogni tipo di attrezzatura, trasformando una banda di profughi in una unità ben equipaggiata. Da quel momento Spartaco diventa un punto di riferimento per tutti gli schiavi. Il successo militare ottenuto dal trace fece aumentare il numero degli schiavi ribelli, che crebbe a tal punto da sconfiggere per oltre due volte gli eserciti romani regolari. Infatti schiavi, braccianti, contadini, e pastori dei territori circostanti cominciarono ad aderire alla rivolta. Dopo un anno quello sparuto gruppo di 70 schiavi diventerà un esercito di 100.000 armati decisi a tutto. A questo punto, Spartaco decise di estendere la rivolta anche a sud della Campania occupando quindi la Calabria e la Lucania, altri uomini di queste zone si aggregano al suo esercito. Anche un comandante celta Crislo (detto anche Crisso), che aveva aderito alla rivolta spartachista, dopo essersi separato dal grosso dell’esercito, scende in Apulia con 20.000 uomini, ma sarà sconfitto dai generali romani Lucio Gallio e Gneo Cornelio nella “battaglia del Gargano”. (Romano Valli) Ballo con orchestra dal vivo tutti i Sabati dalle ore 21.30 le Domeniche e festivi dalle ore 15.30 - Tombola tutti i Giovedì, Sabato, Domenica e festivi dalle ore 21.00 - Scuola di “Ballo liscio”, tutti i Lunedì e Martedì - Scuola di ballo “ Latino-Americano” tutti i Mercoledì Inoltre: Ristorante pizzeria tutti i Sabati e le Domeniche dalle ore 18.30 Circolo A.R.C.I. Salone Rinascita V. Matteotti 18 – tel 055-440147 3 Un candido miracolo della natura che incurante della neve e del gelo che ricoprono la terra è il bucaneve, uno dei primi fiori dell’anno a spuntare nei prati e nei pascoli, lungo i ruscelli, nei boschi luminosi, per questa sua prerogativa è chiamato anche “Stella del Mattino”. Non teme le basse temperature le sue corolle biancheggiano a rischiarare le notti invernali e ad incoraggiarci ad affrontare le giornate ancora gelide. Un ciuffo di fiori bianchi che si fanno largo nel terreno ancora indurito con modestia, volontà e coraggio ci dicono tutta la forza e lo splendore del mondo vegetale. “Galanthus nivalis” è il suo nome scientifico, deriva dal greco gàla che significa latte e ànthos che vuol dire fiore ed è un chiaro riferimento al candore delle piccole corolle. E’ una pianta che proviene dall’Europa meridionale: le sue foglie strette, lineari, nastriformi, verdi con sfumature blu, appaiono dopo la comparsa dei fiori che sono bianchi, macchiati di verde alla base e anche sulla punta dei sei petali o per essere più precisi tepali, che formano la corolla semplice e fragile. Sono fiori penduli, simili a campanelle, portati da singoli e brevi steli. Stanno molto bene piantati a gruppi sotto gli alberi a foglia caduca. Se il terreno è umido e fertile i bucaneve si propagano fino a coprire vaste distese con fioriture sempre più abbondanti. Si possono coltivare anche sul terrazzo, in ampie cassette di terracotta che dovranno essere posizionate in angoli non troppo soleggiati Dopo che fiori e foglie si saranno essiccati lasciate i vasi così come sono: i bulbi andranno in letargo per risvegliarsi il prossimo Gennaio pronti a produrre altri bucaneve.. Sono longevi, resistenti al freddo (come abbiamo già detto) e alle malattie. Nel calendario cristiano il bucaneve è associato alla Festa della Candelora e annuncia la ripresa della vita dopo il letargo invernale, per cui il minuscolo fiore è simbolo di speranza nuova. In Italia simboleggia la purezza, in Germania la semplicità. E’ il fiore legato al segno del Capricorno e possiede numerosi e coloriti appellativi come “gocce di neve” “foraneve, “fiori di neve”, “campanella del lupo” e in Toscana è detto anche “galantino”, dal suo nome botanico. Alfredo Cattabiani, autore di “Florario” propone ben due proverbi che riguardano il bucaneve, uno recita: “Una primavera senza bucaneve vuol dire un’estate senza frutti” e l’altro: “Basta raccogliere un fiore di bucaneve nella prima notte di luna dopo la fine di Gennaio per essere felici per tutto l’anno”. Una leggenda vuole che Dedalo seppellisse Icaro, precipitato giù dopo che le ali di cera si erano sciolte al calore del sole, in un’isoletta dell’Egeo. Da quel giorno, si dice, che quando il vento piange lo sfortunato ed imprudente giovane, le sue lacrime magicamente toccando il suolo si trasformano in delicate corolle di bucaneve. Alessandra Bruscagli Supermercato DESPAR ALIMENTARI Di Innocenti e Landi & C. snc P.zza Ghiberti, 27 Tel. 055 4200112 50019 Sesto Fiorentino (Fi) Servizio a domicilio Specialità gastronomiche 4 (Segue da pag. 5) - LA MIA PRIMA MARATONA l’elicottero della Rai sopra. Non salto un rifornimento, la paura della crisi è proprio grossa e la combatto fin dall’inizio. Dopo alcuni km. sento che sto bene, infatti riprendiamo i palloncini delle 3h 45’ che erano partiti prima di noi. Continuo di un passo superiore alle aspettative. Ricevo gli incoraggiamenti di tutti gli amici dell’Ausonia che stanno facendo servizio, e devo dire che aiutano! Verso il Km. 18 Franceschini mi incita dicendomi bravo, bravo vai bene…, poi guarda l’orologio e aggiunge intimorito: …anche troppo bene, rallenta!… passo a metà gara in 1h 46’ 02’’, sono 6 minuti in anticipo, evviva! I km. passano velocemente, ripassiamo dal centro di Firenze e ci dirigiamo verso le Cascine, cerco di mantenere lo stesso ritmo anche se più passano i km più diventa difficile. Schianterò? Passo al km. 30 pochi secondi sotto le 2h e 30 minuti ed al km. 36 esattamente in 3 ore e penso che non posso mollare ora, se continuo così arrivo in 3h 30’, sarebbe un sogno fare la prima maratona in 3h 30’ e mi dico Forza Giuseppe, non puoi mollare ora, è il momento di darsi da fare (come mi aveva detto Valfrido un po’ prima). Arriviamo in Piazza della Signoria e quello non è un posto qualunque, è “il posto” dei fiorentini; Arianna è lì, l’arrivo è vicino, e devo dire la verità, mi commuovo, ma non è ancora finita, devo correre, correre ancora. Arriva il km. 41 e poi sul Lungarno della Zecca vedi quelli davanti a te che corrono già verso Piazza Santa Croce, … ma quando arriva la curva?…, eccola, finalmente, ora manca davvero poco, le ultime curve, ecco la piazza, arrivo in 3h 31’ 19’’ (real time) che per me è un grande tempo e la cosa bella è che sto bene, sono stanco ma non sfinito come temevo, e ho fatto la seconda metà in 1h 45’ 17’’, un tempo inferiore alla prima metà. Ho corso a 5’00 a km. esatti. Ce l’ho fatta, è una grande gioia davvero correre la maratona. Una giornata stupenda, indimenticabile, spero non irripetibile. Giuseppe Gianassi XXIII MARATONA DI FIRENZE: QUANDO VINCE LA LEPRE Nel mondo dell’atletica e del podismo la lepre è un atleta ingaggiato appositamente per tenere alto il ritmo della gara. Nella maratona svolge diligentemente la sua funzione almeno fino a metà gara, per poi ritirarsi e lasciare la scena ad altri, ma a volte il suo compito si esaurisce solo a pochi chilometri dal traguardo. Alla XXIII maratona di Firenze la lepre James Kutto, alla sua prima partecipazione ad una maratona, ha invece stupito tutti vincendo la gara con il tempo di 2h 08’ 41”, record della manifestazione. Il 24enne atleta keniano era stato ingaggiato dal direttore tecnico della Firenze Marathon Fulvio Massini con una particolare clausola contrattuale che lo vedeva impegnato nel doppio ruolo di lepre dalla partenza fino al trentesimo chilometro, e di atleta in competizione nel caso in cui avesse deciso di proseguire fino all’arrivo, con tutti gli onori in caso di vittoria o di un buon piazzamento ma con decurtazioni sull’ingaggio in caso di ritiro. I favoriti della vigilia erano indicati dai tecnici nel marocchino Chatt e nell’azzurro Ingargiola, chiamato a confermare il bel 5° posto degli europei di Goteborg della scorsa estate. Il primo si è ritirato dopo una decina di chilometri, mentre l’atleta delle Fiamme Gialle ha provato a tenere il ritmo di Kutto fino al trentesimo chilometro, per poi staccarsi e chiudere al secondo posto in 2h 12’ 18”. Terzo si è classificato il keniano Kemei Kimeli con il tempo di 2h 13’ 36”. In campo femminile delusione per il ritiro della sestese Gloria Marconi, che ha lasciato campo libero a Vincenza Sicari, vittoriosa in 2h 34’ 52”. Ottimo il secondo posto della ultramaratoneta Monica Carlin in 2h 46’ 31”, a suo agio anche nelle distanze più “corte”. Gloria Marconi si è comunque riscattata poche settimane dopo vincendo la maratona di Reggio Emilia e chiudendo così in maniera positiva una stagione nella quale ha conquistato il titolo italiano sui 10.000 metri. Motivo di grande soddisfazione per gli organizzatori è stato, oltre all’ottimo livello tecnico della competizione, anche il notevole incremento dei partecipanti rispetto alle edizioni passate, con le iscrizioni già chiuse a due settimane dall’inizio della gara. I 7.707 iscritti, di cui 2.839 stranieri (statunitensi, francesi e tedeschi i più numerosi), e i 6.317 arrivati al traguardo fanno della maratona di Firenze la seconda in Italia dietro Roma e davanti a Venezia. Non è un caso che le prime tre maratone italiane siano organizzate nelle città d’arte di maggiore richiamo. Si va affermando sempre di più la figura del maratoneta-turista, che sceglie la gara da disputare anche in funzione delle bellezze architettoniche delle città. (Segue a pag 7) Vuoi conoscere il nostro club ? Firenze – livorno Cooperativa Facchinaggio Trasporto Mercato Ortofrutticolo di Novoli Piazza Eugenio Artom, 12 Tel. 055 428969 - 055 4393545 www.clubausonia.it 6 Raccontata da un podista qualunque, la maratona, preparata con molta attenzione anche se non è servito a molto! Già la settimana precedente alla corsa ci sono state molte sedute straordinarie in bagno; il sabato notte passato completamente in bianco, tanto che alle sette ero già in piazza Piave. Era ancora buio ho acceso il riscaldamento della macchina e disteso il sedile per vedere se riuscivo a rilassarmi un po’. Alle ore otto ,immancabile come sempre, passeggiata verso i bagni, dopo di che sembrava che tutto fosse tornato perfetto,rilassato per la corsa faccio colazione e bevo abbondantemente; mi dirigo verso il pullman, salgo e via verso la partenza. Mi siedo sotto il Davide,qualche semplice massaggio e nell'attesa incontro alcuni amici: qualche saluto, reciproci in bocca al lupo e qualche corsetta per allentare la tensione, poi mi posiziono nella gabbia delle quattro ore. Tutto sembrava tranquillo, ma non era così ero molto teso e distratto da mille pensieri, non è certo questo, ma resto lì con loro delle tre ore e 40 fino al trentesimo chilometro. Ecco, adesso recupero il mio passo e inizio la cadenza più consona alle mie possibilità, ma sono distratto, anzi proseguo con una tale distrazione da non rendermi conto nemmeno dei vari punti del percorso. Ad ogni modo arrivo all'Indiano e raggiungo, per la seconda volta, l'amico Maurizio che per problemi anche più grossi dei miei si trova in ritardo, un saluto e via. Però dopo poco la mia testa si concentra ancor più su mille pensieri, le gambe sembrano arrendersi e tutto si spenge, buio: ecco l'odissea pura. Vi confido che non mi sono ritirato per il rispetto di tutti i componenti AUSONIA che erano lungo il percorso e che, certamente, vivevano una giornata molto faticosa dato che essere di servizio ad una maratona non è uno scherzo. Loro sono lì e si prendono anche degli insulti, ma loro sono lì perchè noi podisti si percorra senza alcun pericolo, quindi grazie a tutti anche per l' incitamento ricevuto: grazie di cuore. Quindi convenite con me che non mi potevo ritirare, continuo a correre ma mi accorgo con dispiacere di aver commesso il secondo errore; ho sbagliato per la seconda volta non avendo aiutato l'amico Maurizio. Mi accingo a spiegare; dato che a me, come sempre, il tempo di percorrenza non è mai interessato più di tanto, se rimanevo con Maurizio saremmo giunti insieme, senza dubbio, all'arrivo e forse anche in minor tempo e senz'altro io sarei stato più soddisfatto. In sintesi mi è mancata la concentrazione, la concretezza e la cosa più importante lo spirito di squadra, ma lo sport così come lo intendo io no è fatto per queste mancanze. Un podista qualunque! Enzo Funghi LA MIA PRIMA MARATONA E così dopo i “lunghi”, dopo i preparativi del giorno che la precede, eccola che arriva, il 26 Novembre 2006, la mia prima maratona. Dentro di me penso di farcela, anche perché uno che si presenta alla partenza, pensa sempre di farcela. I miei maggiori timori sono dovuti alla “crisi” – eh, la crisi prima o poi arriva – aveva tuonato qualcuno, e allora pensavo: quando arriverà, come sarà, come dovrò gestirla , etc. etc. So che sono in grado di correre per 3 ore, oltre questo limite non so cosa potrà succedere. Mi pongo al solito due obiettivi: 1) Arrivare. E’ la prima esperienza quindi l’importante è farcela, arrivare al traguardo. 2) Impiegare meno di 4 ore, e d’accordo con Maurizio decidiamo di provare a tenere i pace-maker delle 3h e 45’; poi verso la fine della maratona vedremo, se riusciremo a tenere il passo e restare entro le 4 ore o no. Partiamo. La partenza è un momento magico. Altri 7.400 cuori battono insieme al mio, Firenze è sotto di noi, tutti al di fuori della corsa. Tutto il contrario di sempre dato che le corse, a me, sono sempre servite a chiudere fuori dalla mia testa i guai che la vita ci riserva. Eccoci! Arriva l'ora della partenza e, come tutti quelli che erano lì, ho iniziato l'avventura. Percorro alcuni chilometri e mi accorgo di aver raggiunto i palloncini delle tre ore e 40 e mi rendo conto che inesorabilmente ho commesso il mio primo errore. Sono fuori di testa, distratto, il mio passo Segue a pag. 6 Vuoi conoscere BAR-RISTORANTE-PIZZERIA FORNO A LEGNA il nostro club ? V.le Pratese 54 ang. Piazza Bagnolet Sesto Fiorentino www.clubausonia.it Tel 055 4201352 - 055 4211706 CHIUSO VENERDI’ 5 (segue da pag. 6) XXIII Maratona di Firenze: Quando vince la lepre E poche maratone al mondo possono vantare una partenza spettacolare come quella dal Piazzale Michelangiolo e un percorso che è una lezione di storia dell’arte. Gli organizzatori dovranno adesso interrogarsi sul futuro della manifestazione, che sta diventando veramente importante. C’è chi ha ventilato l’ipotesi, nel caso di un ulteriore aumento delle iscrizioni, di un arrivo allo stadio di atletica Luigi Ridolfi, migliore dal punto di vista logistico ma che ovviamente non ha lo stesso fascino dell’arrivo in Piazza Santa Croce. Il clima insolitamente primaverile della giornata (20 gradi il 26 di novembre a Firenze non se li ricordava nessuno) ha favorito l’afflusso del pubblico accorso ad incitare i maratoneti, soprattutto per le vie del centro storico, contribuendo a creare così il clima del grande evento. Alla maratona ha partecipato anche il nutritissimo gruppo di podisti statunitensi del National AIDS Marathon Training Program, con le loro casacche gialle e i loro numerosi tifosi sparsi per le vie del centro. Anche l’organizzazione, grazie anche alle centinaia di volontari dislocati lungo il percorso, si è rivelata all’altezza di una manifestazione che negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale e che ci auguriamo possa compiere negli anni a venire ulteriori salti di qualità. FOLLIE DI NATALE Si è svolto a Boston uno degli eventi più pazzi di questa stagione natalizia 2006: la corsa di Babbo Natale in costume da bagno (Santa Speedo Run 2006).L'evento, giunto ormai alla sesta edizione, prevede che i partecipanti si affrontino lungo un percorso di circa un miglio per le vie dei quartieri centrali di Back Bay e South End vestiti unicamente di un costume bagno, cappello rosso e barba bianca. I corridori quest'anno sono stati più di 100 e sono stati facilitati nell'impresa da un clima insolitamente mite per questa stagione, 14° C circa. La gara è sponsorizzata dall'azienda di costumi da bagno Speedo, e il ricavato viene ogni anno devoluto in beneficienza ad una fondazione diversa: quest'anno la manifestazione ha aiutato la Ellie Fund per la lotta al cancro del seno. Alessandro Paoletti COME SONO STRANI QUESTI PODISTI! PODISTI! Il tipo vestito alla “ Diabolik “ è il nostro amico podista Enzo Funghi e ci mostra come, insieme ad un altro "losco figuro", montava le catene da neve in una notte buia e tempestosa di qualche anno fa. Da allora sono passati molti anni, ma il “tipo” non è cambiato molto! 7 ANNA ACHMATOVA Achmatova Anna (Odessa1888-Mosca 1966). E’ la maggiore poetessa russa. Fu insieme a Osip Mandel’stam, la principale esponente dell’acmeismo, che, fiorito all’inizio del novecento in opposizione al simbolismo, proponeva un linguaggio concreto, oggettuale di identificazione fra cosa e parola. Nelle prime raccolte di liriche (fra cui la presente), Sera, Rosario e Stormo bianco, l’Achmatova riuscì a tradurre il proprio mondo intimo in immagini vive e tangibili. La poetessa fu censurata durante il periodo stalinista. L’opera Requiem (1935-1940), elegia per i prigionieri di Stalin, fu pubblicata in Unione Sovietica soltanto nel 1987. Non berremo dallo stesso bicchiere Non berremo dallo stesso bicchiere l’acqua o il dolce vino, al mattino non ci daremo baci, e a sera non guarderemo dalla finestra. Tu il sole respiri, io la luna, ma siamo vivi dello stesso amore. Ti ho trovato, amato, mio caro, sono cresciuta con te, conte completata, creandomi uno scopo nella vita, facendomi diventare adulta. Tante gioie, motivazioni per continuare il cammino, dopo tanti anni il mio pensiero più verde è per Te, il tempo mi è scivolato addosso, e con Te il domani sarà una conquista. Calzolari Marialuisa La tua voce soltanto canta nei miei versi, in quelli tuoi spira il mio respiro. Oh, esiste un fuoco che non osa toccare né oblio né paura… e se sapessi come mi son care ora le tue rosse, aride labbra.4 Tramonto d’Estate (a cura di Romano Valli) Umberto Rovai Cercato, desiderato, voluto, come l’acqua la sua fonte, come un viandante il suo sentiero, come la mamma il suo cucciolo. Scaturire altre vite, i nostri figli, anche loro desiderati, abbiamo formato una famiglia, lottando, tirando avanti. Con te è sempre la tua gaia compagna, con me il fedele, mio tenero amico, ma vedo lo sgomento di grigi occhi, e del mio male sei colpevole tu. Lasciamo radi i nostri brevi incontri. Così ci è serbata la pace dalla sorte. L’alba dipinse d’oro i monti brulli, in un giorno di maggio eccezionale. Il gallo uscì con foga dal pollaio, galline in lista ce ne aveva un paio. Ma non aveva fatto i suoi conti bene, il gallo prepotente e maschilista, le galline, benché frivole e procaci avean fatto la scelta femminista . Il motto gl’era: “ci gestiremo noi, il partner sceglieremo da noialtre”. Il gallo rise, “cercato avete il guaio, io son l’unico maschio del pollaio. Desiderio Scricchiolii, fruscii, dolci rumori…… Sono le foglie morte che si attaccano ai miei piedi. E’ l’autunno che arriva, con i suoi colori e profumi. E mentre tutto sembra lentamente morire, puoi continuare a correre perché sai che piano piano nel sonno autunnale c’è la vita che continua. Francesca Faggi Redazione: Graziani Piero, Latini Valfrido, Latini Leonardo, Valli Romano, Zucca Romano. invio gratuito: soci, enti promozione sportiva, ditte collaboratrici, responsabilità di quanto pubblicato è dei singoli autori, la collab. prestata gratuitamente ed il notiziario è redatto il 1/ 01 / 2007. Impaginazione grafica: Latini Leonardo, Latini Valfrido Collaboratori in redazione Cosetta G., Calzolari M.luisa, Bini C., Dagliana C., Faggi F., Franceschini V., Latini V., Latini L., Graziani P., Ghelli L., Valli R., Zucca R., Coppoli P., Gianassi G., Paoletti A. Impresa funebre Macherelli dal 1934 P.zza della Chiesa, 100 Sesto Fiorentino Telefono 055 4489153 P.zza V. Veneto 4 – 50041 Calenzano Telefono 055 8811033 Sole disceso sul bordo della montagna. Colori intensi lasciati sull’orizzonte, che formano nel cielo leggere sfumature dei colori dell’iride, composti da tocchi pittoreschi di breve durata, che svaniscono nel buio nella notte d’estate. Cosetta Garuglieri L’ULTIMA PRIMAVERA Vecchio albero contorto sempre meno rifiorisci al sole di primavera. Guardi con occhi nodosi i giovani fiori colorati che sbocciano ai tuoi piedi. Le gocce di gomma resinosa brillano come lacrime lucenti nelle rughe del tuo tronco. Eppure ci speravi non negarlo, in questo ritorno di primavera, che non fosse solo per gli altri. Ma sta venendo su dal piano un uomo forte con l’accetta e colpirà senza chiedere niente ai tuoi anni passati nel tempo, ai mille cerchi della tua vita, ai tuoi ricordi di questo colle che vivrà ancora, dopo la tua fine. Piero Ragionieri (1930-2006) 8