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Diapositiva 1 - Blog di geostoriaperte
GERMANIA: Locomotiva d’ Europa •Aggiornamento sulla crisi in corso •Influenza della Germania INTRODUZIONE: Germania pilastro dell’ Unione Europea. GERMANIA ECONOMIA: ripresa economica della Germania dal dopoguerra a oggi. ANGELA MERKEL. CRISI IN GRECIA (articoli: “troppo CRISI DELL’ EURO: tardi Angela” e “sempre meglio di niente”) (articolo: la crisi dell’ euro durerà altri 5 anni) CRISI IN ITALIA (articolo: Monti stacca la spina ai giochi di Berlusconi) RIFORME PER LA SOLUZIONE DELLA CRISI: ESM FISCAL COMPACT CRISI IN SPAGNA (articolo: ormai il bailout della Spagna è inevitabile) GERMANIA: L'idea secondo cui la Germania ha un problema con l'Europa è sempre più diffusa. A Berlino si rimprovera la mancanza di solidarietà verso i paesi in difficoltà, le esitazioni, la volontà di imporre agli altri un modello di rigore che in apparenza ha avuto successo. A volte è difficile essere il primo della classe. Membro fondatore, paese più popoloso e principale potenza economica dell'Unione europea, la Germania si trova all'incrocio tra gli europei del nord, del sud, dell'est e dell'ovest. Grazie alla crisi economica e alle paure sul futuro dell'euro Berlino è inoltre diventata il pilastro dell'Ue, senza il quale niente si decide, senza il cui denaro nessun paese può essere aiutato. EDITORIALE PRESS EUROP ECONOMIA: L’ economia della Germania ha un ruolo fondamentale per l’ economia di tutta l’ Europa e ne è spesso il vero motore trainante. La Germania è infatti uno dei paesi economicamente più potenti dì Europa ed è una fra le più grandi potenze industriali e commerciali del mondo. Il PIL della Germania attualmente supera i duemila miliardi ed è al terzo posto dopo quello di stati uniti e Il paese è al secondo posto nel mondo per volume di esportazioni. LA CULTURA DELLE REGOLE: Per capire la Germania di oggi c’è una parola chiave: qualità. Nel prodotto, nel mercato del lavoro, nelle strutture istituzionali. Quello che a molti rende antipatici i tedeschi è, in realtà, la loro marcia in più: sono “testoni”. Rispettano le regole perché la cultura della disciplina è radicata e perché conviene. La Germania nel Dopoguerra ha conosciuto una storia industriale e sindacale molto diversa dalla nostra, dominata dalle assistenze statali a tutti. Guardiamo due immagini: la Germania pressoché rasa al suolo nel 1945; le città e le campagne tedesche di oggi. Immagini che parlano da sole. Forse dovremmo imparare qualcosa dai “testoni”. Una soprattutto: il rispetto delle regole fa vivere meglio e diventa anche business. Certo, quando la Germania chiede, in Europa, il rispetto delle regole si attira qualche antipatia. Non mancano, da parte tedesca, i tentativi di prevaricazione nei confronti dei “vicini di casa” europei di cui si fidano poco. Ieri: Oggi: ECONOMIA DEL DOPOGUERRA: La storia economica della Germania del dopoguerra inizia appunto con la fine del conflitto, la resa incondizionata, l’ occupazione e la politica economica degli occupanti. Le decisioni prese a questo proposito di tre grandi alla Conferenza di Potsdam erano dovute a preoccupazioni e obbiettivi molto differenti: America: gli americani erano mossi prima di tutto dalla preoccupazione di spezzare la potenza economica della Germania, in modo da impedire per sempre una nova aggressione. Essi tendevano a sopravvalutare il potenziale economico tedesco e a sottovalutare il ritmo che lo sviluppo economico avrebbe raggiunto nell’ Europa del dopoguerra. Inghilterra: gli inglesi erano pure preoccupati dal problema di una eventuale ripresa della potenza tedesca. I funzionari dei ministeri economici inglesi sostenevano che la prosperità dell’ economia tedesca avrebbe rappresentato un vantaggio per l’ economia degli altri paesi europei. Unione Sovietica: i sovietici desideravano che l’ economia tedesca non fosse né prospera né forte e avevano posizioni più drastiche di quelle americane. L’ ECONOMIA OGGI: La riunificazione delle due parti della Germania, che ha rappresentato l’episodio più importante della storia del paese alla fine del 20° sec, è stata vissuta con difficoltà dal popolo tedesco; soprattutto da quello dei Länder occidentali, che si è trovato a dover gestire un territorio sensibilmente più vasto di quello del quarantennio precedente, comprendente un settore caratterizzato da un’economia diversa e assai arretrata. Tuttavia, nonostante i costi notevoli comportati dalla riunificazione, la Germania è diventata la maggiore economia nazionale nell’Unione Europea e la quarta del mondo. Le imprese tedesche godono di un’eccellente fama: esse rappresentano il marchio di qualità «made in Germany», che sta per innovazione, qualità e superiorità tecnica. L’ INDUSTRIA: RUHR Già da due secoli la prosperità germanica si fonda sull'industria pesante. Nei bacini della Ruhr e della Saar, la presenza di ricchi giacimenti di carbone fece sorgere le acciaierie e le industrie chimiche accanto alle miniere, e le industrie meccaniche accanto alle acciaierie, creando i Konzerne. Si tratta di enormi complessi che curano ogni fase di lavorazione, dalla materia prima ai prodotti finiti. L'industria tedesca ha saputo rinnovarsi così da essere ai primi posti nel mondo in numerosi settori. La metallurgia tedesca è la più importante d'Europa (ferro, acciaio, alluminio), ma non meno importanti sono le produzioni di automobili (Volkswagen-Audi, BMW, DaimlerChrysler - Mercedes), motociclette, materiale ferroviario ed aeronautico, elettrodomestici, elettronica di consumo (che però è attualmente di ridotte dimensioni), microelettronica,telematica. ANGELA MERKEL: Angela Dorothea Merkel nacque come Angela Dorothea Kasner ad Amburgo il 17 luglio 1954 dal 22 novembre 2005 ricopre la carica di Cancelliere della Germania. Nel 2007, Merkel è stata anche Presidente del Consiglio Europeo, e Presidente del G8. Ha giocato un ruolo fondamentale nei negoziati per il Trattato di Lisbona e nella Dichiarazione di Berlino del 2007. In politica interna, i principali problemi affrontati sono stati la riforma del sistema sanitario e i problemi riguardanti lo sviluppo energetico futuro. Angela Merkel è la prima donna a ricoprire la carica di Cancelliere della Germania. È considerata dal Forbes Magazine la "donna più potente al mondo"; nel 2007 è divenuta la seconda donna a presiedere il G8, dopo Margaret Thatcher. Nel 2008 Angela Merkel ha ricevuto il Premio Carlo Magno, "per la sua opera di riforma dell'Unione europea": il riconoscimento le è stato consegnato da Nicolas Sarkozy. CURIOSITA’: Angela sin da piccola ha imparato subito dal padre a dover fare sempre più e meglio degli altri . Angela fu sempre la prima, fossero la scuola o le olimpiadi della lingua russa, dove vinse perfino un viaggio-premio a mosca. Dal 2008 a oggi la crisi ha stravolto l'economia europea. Gli equilibri sono stati più volte (e restano tutt'ora) precari. E la tenuta dell'euro è stata messa a dura prova. La crisi greca ha fatto tremare la solidità di un sistema che non è mai arrivato fino in fondo. A quell'unione politica che era nella mente dei costituenti, ma che ancora non è stata raggiunta. Tra poteri forti e meno forti, tra potenze emergenti e altre in declino, tra personalità politiche più o meno dirompenti. Con una moneta che continua a restare lì, in bilico. Sotto i riflettori di tutti, americani e asiatici compresi. Perché anche a loro, e ai loro affari, serve che resti ben solida. Ma la parola "crisi" non ha solo un'accezione negativa. Significa anche "opportunità", "scelta". Riuscirà l'Europa, il continente della libertà e della democrazia, a compiere le giuste scelte, risvegliandosi dal proprio torpore? “La crisi dell’ euro durerà altri cinque anni” Angela Merkel Durante il congresso regionale del suo partito si rivolge ai capi di stato e di governo dell’ eurozona dicendo che dobbiamo trattenere il fiato per almeno cinque anni prima di superare l'attuale crisi economica. Molti investitori non credono che le promesse in Europa verranno mantenute, proprio per questo bisogna proseguire nelle riforme strutturali al fine di ripristinare la fiducia e riattivare così l’ economia dell’ eurozona. Angela aggiunge che dobbiamo convincere il mondo che è conveniente investire in Europa. Cioè, vanno rispettati gli impegni per il consolidamento dei bilanci e la riduzione del debito. GERMANIA SPAGNA ITALIA GRECIA ESM Esm, la fabbrica del debito Il fondo salva-stati europeo ,approvato il 12/09/2012 dopo il sì della Corte tedesca, è oggi parte integrante dell’Unione monetaria europea. È stato creato per aiutare e sostenere le economie pubbliche dei paesi europei in difficoltà, anche se il rischio è che potrebbe essere usato come ancora di salvezza per gli istituti bancari. L’ opposizione era contraria al contributo tedesco in favore degli stati che non si piegano alla disciplina di bilancio e non fanno quanto è necessario per garantire la competitività delle loro economie che adesso non si assumono più le proprie responsabilità. Per il resto la decisone tedesca è stata accolta come un “ ottima notizia” che è servita come requisito chiave per attivare il nuovo piano di acquisti di bond della banca centrale europea e contenere i costi di finanziamento dei paesi più vulnerabili; i mercati risentono subito positivamente della sentenza . La nuova parola d’ ordine è STABILITA’, è importante infatti che l Unione non lasci indietro nessuno stato membro : solo così l’ euro avrà un futuro FISCAL COMPACT Il Patto di bilancio europeo, anche chiamato Fiscal compact è un accordo approvato il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell'Unione europea. Esso contiene una serie di regole, chiamate "regole d'oro", che sono vincolanti nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio. Ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato il trattato. Entrerà in vigore il 1º gennaio 2013 se in quel momento almeno dodici membri della zona euro l'avranno ratificato. I principali punti contenuti nei 16 articoli del trattato sono: • L‘ obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza in ciascuna annualità; • l'obbligo per ogni stato di garantire correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati; • l'impegno a inserire le nuove regole in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale, che verrà verificato dalla Corte europea di giustizia; • l'obbligo di mantenere il deficit pubblico sempre al di sotto del 3% del PIL, come previsto dal Patto di stabilità e crescita; in caso contrario scatteranno sanzioni semiautomatiche; • l'impegno ad avere un deficit pubblico strutturale che non deve superare lo 0,5% del PIL e, per i paesi il cui debito pubblico è inferiore al 60% del PIL, l'1%; l'impegno a tenere almeno due vertici all'anno dei 17 leader dei paesi che adottano THE END! A CURA DI: Christian D’ Abramo, Chiara Citterio, Martina Milione, Simone Arcolin CRISI IN GRECIA: La crisi greca, esplosa alla fine del 2009, non ha ancora finito di stupire e preoccupare. La crisi greca mette in dubbio l'architettura comunitaria, dove a un'unione monetaria non corrisponde l'unione politica né un meccanismo chiaro di mutuo sostegno tra i paesi che ne fanno parte. Resta il fatto che i più coinvolti sono gli stessi greci, che da un momento all'altro hanno dovuto imparare a vivere con molto meno e senza prospettive chiare, sono stati costretti a vedere il loro governo vendere aziende e beni pubblici per finanziarsi e hanno dovuto riconsiderare il loro rapporto con lo stato, troppo spesso basato sui piccoli compromessi con la legge Editoriale “ Grecia: la lunga crisi” TROPPO TARDI, ANGELA La stampa Tedesca definisce la visita del cancelliere ad Atene come un’ iniziativa amichevole , ma secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung questo viaggio è troppo poco e arriva troppo tardi. Angela Merkel ha dichiarato con orgoglio che la Germania è “il partner della Grecia nei momenti difficili”. Nonostante ciò l’ opinione tedesca è differente, sostenendo che i Greci abbiano sperperato il loro denaro inutilmente e trovandosi alla fine in bisogno si siano affidati alla Germania ! SEMPRE MEGLIO DI NIENTE L’accordo di Bruxelles fra la Germania e l’FMI,permette il versamento di altri 44 miliardi di aiuti ad Atene, ciò lo si può considerare come una boccata d’ossigeno, ma non è ancora la soluzione. Bisogna ricordare che, senza l’adozione delle nuove misure di vigore (adottate da inizio novembre), non sarebbe stato concesso nulla al paese e la Grecia si sarebbe ritrovata in una posizione molto scomoda. Una cosa è certa gli europei avrebbero potuto essere più cortesi nei confronti della Grecia. Tuttavia i cittadini dicono che è “sempre meglio di niente” perché senza questo accordo oggi la situazione sarebbe molto diversa. Adesso la Grecia può finalmente respirare e, anche se persistono vincoli e attriti, dobbiamo riconoscere i loro progressi. Comunque l’aiuto esterno non basta e non durerà a lungo. Questo significa che la Grecia dovrà trovare da sola la sua strada verso la ripresa economica. Non si tratta di un fatto nuovo. Sono alcuni decenni che il nostro Paese attraversa una congiuntura economica difficile, principalmente a causa dell'ingente debito pubblico accumulato a partire dagli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. E, tuttavia, attualmente la situazione sembra essersi aggravata. Precarietà, licenziamenti, cassa integrazione, disoccupazione, famiglie in difficoltà costituiscono ormai esperienza quotidiana per milioni di italiani. Certo, l'economia e di conseguenza anche gli stili di vita, stanno cambiando e gli italiani stanno scontando la maggiore competitività di Paesi dove il lavoro costa meno. La globalizzazione sta impoverendo i ceti medi, principalmente coloro che operano nei settori economici tradizionali, dove la manodopera straniera a minor costo determina un congelamento delle retribuzioni degli occidentali. Eppure la crisi economica potrebbe costituire un'opportunità per rifondare la nostra economia. Gli italiani sembrano invecchiati ed impigriti. Il benessere raggiunto li ha viziati e riempiti di pretese. Si tratta di ritrovare lo spirito, che nel dopoguerra, ci ha condotti alla Ricostruzione e al boom economico. Occorre rimboccarsi le maniche, ritrovare la tenacia e la voglia di lavorare duramente, valorizzare i giovani, le nuove idee e le nuove tecnologie. Si tratta di tagliare privilegi e rendite di posizione a politici, professionisti e membri della pubblica amministrazione. FONTI MONTI STACCA LA SPINA AI GIOCHI DI BERLUCONI L'ex premier, di nuovo candidato dopo aver annunciato il ritiro dalla vita politica italiana, ha partecipato al vertice del Partito popolare europeo il 13 dicembre a Bruxelles. I suoi compagni di partito, che raggruppa i movimenti conservatori e cristiano-democratici europei, lo hanno molto criticato negli ultimi giorni per aver fatto cadere il sostegno al governo di Mario Monti e preso il rischio di creare una nuova crisi in Europa. SPREAD Uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana è lo “spread con i bund tedeschi”. Lo spread è considerato infatti un indicatore della capacità di un paese di restituire i prestiti. Lo stato italiano, per esempio, ha moltissimi debiti, costituiti sostanzialmente da tutti i titoli di stato (Bot, btp ecc) emessi in cambio di soldi presi in prestito da cittadini, banche , altri paesi. Ma oggi l’italia è da questo punto di vista meno credibile e per far acquistare i suoi bot deve offrire interessi sempre più alti. Pagare alti interessi può infine avere come conseguenza l'impossibilità di ridurre i debiti, il che farebbe di nuovo crollare l'affidabilità del paese, in una spirale sempre più inarrestabile. CRISI IN SPAGNA A partire dagli anni '90 l'economia spagnola ha attraversato una forte fase di crescita che sembrava inarrestabile, ma tutto ciò era destinato a fallire. Con lo scoppio della crisi la Spagna si è rivelata oltremodo fragile accusando il colpo in misura maggiore rispetto ad altre economie europee. In poco tempo la nazione è passata da una crescita economica miracolosa ad una grave recessione che ha colpito maggiormente il settore edile e quello turistico. La crisi ha contraddistinto, in parte, anche il sistema politico. L’ ex capo del governo José Luis Rodriguez Zapatero è stato accusato di aver incoraggiato l'edilizia per debellare la crisi ed aver pertanto acuito le difficoltà economiche spagnole. Infatti Zapatero ha fatto costruire aiuole, parchi che hanno reso Madrid una delle città più curate del mondo, però questo non ha prodotto né ricchezza né prospettiva di lavoro. Inevitabilmente tutto questo scenario infelice non fa piacere nemmeno all'Europa che non può ignorare o isolare queste problematiche all'interno dei singoli paesi in cui prendono forma. Il Paese si porta in eredità dai tempi d'oro nobili strumenti da poter sfruttare; la sfida, ora, sta nel reinventare un modello economico stabile che consenta una ripresa economica. Oggi sono in molti a riconoscere la Spagna come la vera incognita per la stabilità finanziaria e monetaria dell'Europa. Sta a Madrid dimostrare che non è così. FONTI ORMAI IL BAILOUT DELLA SPAGNA E’ INEVITABILE La Spagna si sta dirigendo inesorabilmente verso un bailout, che avverrà quasi certamente molto presto. Immaginare che il promesso pacchetto di cento miliardi di euro a sostegno delle banche spagnole fosse sufficiente è sempre stato soltanto un esercizio di fumo negli occhi e di specchietti per le allodole, e così si è dimostrato. La Spagna è un paese con un’economia al collasso, un mercato immobiliare in via di implosione, banche che alimentano perdite colossali e un rendimento dei bond decennali del 7,5 per cento. La questione, quindi, non è sapere se ci sarà un bailout, ma quanto sarà grande. Con ogni probabilità, almeno 300 miliardi di euro.