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formazione per docenti neoassunti prof.ssa gris
Formazione per docenti neoassunti Lunedì 16 maggio Mercoledì 18 maggio Lunedì 23 maggio Mercoledì 25 maggio Venerdì 27 maggio I.T.E. «P.F.Calvi» Ufficio IV Ambito territoriale di Belluno Antonella Gris outline 1. 2. 3. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato (Marisa Pavone) La relazione inclusiva per l’accoglienza dei bisogni educativi speciali Strumenti a disposizione Non si può vivere di vantaggi di posizione acquisiti una volta per sempre. La risposta educativa speciale va dunque inventata in ogni momento e sembra richiedere una speciale capacità di pensare che inizia dalla percezione globale unitaria e contestuale del problema da elaborare. (Ferdinando Montuschi, 2004) Pedagogia e sapere medico hanno connessioni epistemologiche e metodologiche. Entrambe si occupano dell’uomo e delle sue modalità di essere nel mondo. Sperimentalismo scientifico ‘800; sono i medici a dare origine alle avanguardie della pedagogia speciale. Rilevanza della metafora medica nello sviluppo del pensiero pedagogico. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato La progettazione dell’intervento scolastico per l’allievo con disabilità necessita del profilo di funzionamento dell’allievo, che interessa sia la scienza medica sia le scienze dell’educazione. Inserimento nei modelli formativi per gli specializzandi di insegnamenti sia di area educativo-didattica sia psico-medica. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Periodo Settanta-Novanta Programmi ministeriali del 1977 Corsi polivalenti biennali si rivelano inadeguati alla preparazione del personale specializzato (non «di sostegno»), per «interventi individualizzati di carattere integrativo da svolgersi nella scuola comune». Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Periodo Settanta-Novanta Programmi ministeriali del 1986/88. Connotazione più pedagogica e tecnologico-didattica che medico specialistica. Ridotte le discipline sanitarie. Sinergia tra area formativa ed informativa Solide competenze comunicative e relazionali Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Si riconosce che l’essenziale dell’attività dell’insegnante è di natura educativo-didattica, anche quando la minorazione si impone per la propria specificità. Il «saper fare» dell’insegnante non deve però prescindere dalla dimensione «biopsicologica». Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Periodo Settanta-Novanta Programmi ministeriali del 1995 Conseguenti a Legge Quadro n.104/92 Sancisce il diritto all’integrazione in tutti gli ordini e gradi di scuola Leggi sull’Autonomia scolastica 1993-97-99 Avviano la riforma dell’intero sistema scolastico. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Periodo Settanta-Novanta Programmi ministeriali del 1995 Curricoli con impianto unitario ma caratterizzati in base agli ordini Rilievo alla funzione «di sostegno» quale risorsa di sistema in grado di attivare ulteriori «reti» di sostegno. Legge i bisogni, equilibria istruzione ed educazione, facilita relazioni interne ed esterne al sistema scolastico. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato I tre modelli in sintesi Caratterizzazione prevalentemente medica (Programmi 1977) Qualificazione pedagogico didattica focalizzata sull’allievo in difficoltà (Programmi 1986-88) Qualificazione pedagogico didattica estesa al sistema classe/scuola (Programmi 1995) Biennio monte ore curricolare 1.150-1.300 ore Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Formazione iniziale universitaria (L.341/90, L.104/92, DM 226/98) Percorsi di specializzazione per il sostegno abilitanti nell’ambito dei corsi di laurea e delle SISS. Sono previste specifiche attività didattiche aggiuntive ai normali curricoli formativi per «almeno 400 ore» (Università autorizzate ad erogare corsi di almeno «800» ore per perdenti posto.) Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Formazione iniziale universitaria (L.341/90, L.104/92, DM 226/98) La scelta è rendere responsabili tutti i docenti curricolari sulla questione dell’integrazione. Forte semplificazione del progetto formativo specializzato. Implica che: -- la cultura universitaria, integrata con 400 ore, sia in grado di garantire la preparazione specialistica -- la cultura dell’integrazione sia in grado di autoalimentarsi Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Formazione iniziale universitaria (L.341/90, L.104/92, DM 226/98) Questa specializzazione ad impianto «debole» (le 400 ore), e la successiva chiusura delle SISS alimenta nella scuola secondaria la mancanza di formazione e la presenza di docenti che svolgono la funzione di sostegno senza esservi preparati. (M.Pavone) Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Alcuni autori rilevano che, tale situazione, complice la demotivazione dei docenti più anziani all’insegna della razionalizzazione delle risorse, porti il processo inclusivo verso un «analfabetismo di ritorno» che sta esaurendo il potenziale originario. (Canevaro, D’Alonzo, Ianes, (2009), Pavone 2014, Treellle, Caritas e Fondazione Agnelli (2014)) Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Nuovo impianto corsi di specializzazione DM 30/9/11 ai sensi del Decreto n. 249 del 100/08/10 artt. 5 e 13 Cambio di passo: Mantiene il profilo di figura di sistema al contempo specializzato sulle diverse disabilità Monte 1400 ore Rigore a garanzia di qualità Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Legge 107/2015 – La buona scuola Delega al governo la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno (compresa la definizione dei percorsi formativi) Ripresa del dibattito sul ruolo del docente specializzato Art. 1, comma 181, c1 […] la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine di favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso l’istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria; Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Ipotesi di separazione delle carriere (dal biennio magistrale) tra insegnanti di sostegno e curricolari con specifico corso di laurea in Pedagogia e didattica speciale. (Proposta di legge C.2444 FISH e FAND). Docente super-specializzato All’opposto, chi auspica il superamento-evoluzione dell’insegnante di sostegno, attraverso l’evoluzione delle competenze didattiche inclusive di tutti gli insegnanti Separazione delle carriere Associazioni: causa della scarsa qualità inclusiva insufficiente specializzazione Prefigurano percorso con radicale separazione delle carriere Progetto rischioso che garanzia che il docente super specializzato riesca a mediare più di quanto ha fatto finora? Se non più docente «disciplinarista» diventa «educatore» ancora più lontano dal ruolo di insegnante, non fa parte del contesto in cui opera. Rischio di ulteriore aumento della delega Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Una terza ipotesi, strutturalmente più flessibile (Ianes), propone il superamento del ruolo specializzato in due direzioni: 80% degli attuali docenti di sostegno passano agli organici ordinari al fine di ripristinare le buone prassi delle compresenze. Il 20% diverrebbe consulente territoriale senza più la titolarità in classe, some supporto tecnico ad elevata competenza verso i colleghi curricolari. Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato Dopo un 40ennio di sviluppo della figura del docente di sostegno siamo alla vigilia di un cambiamento. E’ auspicabile che il cambiamento non si giochi solo sulla definizione delle carriere dell’I.S. ma in un impianto formativo solido e sul controllo del mantenimento nel tempo dei livelli essenziali dell’integrazione. (Mozione finale Rimini 2015) Cambiamento e inclusione Le parole che fanno la differenza Deficit mancanze permanenti Handicap svantaggi che si possono creare L’espressione “portatore di handicap”, molto diffusa anche in chi dovrebbe conoscere la tematica, è sbagliata; non è tanto il problema di usare una parola o di usarne un’altra quanto la possibilità reale di vivere una logica operativa. È spesso la spia di una confusione nelle proposte e negli obiettivi. Il compito della scuola, attraverso l’insegnamento, consiste nella riduzione dell’handicap. INTEGRAZIONE INCLUSIONE INTEGRAZIONE: «rendere completo». Dal punto di vista educativo è il considerarsi perennemente incompleti, incompiuti; è avvertire il rapporto con l’altro (diverso da me) necessario. E' una situazione MODELLO TEORICO: ha un approccio compensatorio (assimilazione/normalizzazione) DESTINATARI: si focalizza su ciascun alunno con disabilità o con bisogni speciali FOCUS: interviene prima sul soggetto, poi sul contesto FINALITÀ: si propone il reperimento di risorse per consentire il raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia, socializzazione, comunicazione….. MODELLO D’INSEGNAMENTO: avvia una risposta specialistica CURRICULUM: soggetto a operazioni di semplificazione e di riduzione prestando attenzione agli aspetti di contenuto [Index, 2008; Diritti Umani (Carazzone)] INTEGRAZIONE INCLUSIONE INCLUSIONE: «racchiudere dentro». Dal punto di vista educativo è l’apertura tale alla diversità che permette di trasformare, di attivare un processo di cambiamento su tutti i soggetti coinvolti nella comunità (classe). E' un processo, mai realizzabile pienamente (non legato all'attualità) FINALITÀ: si riferisce alla globalità delle aree educativa, sociale e politica. Si pone l’obiettivo del superamento delle barriere alla partecipazione e all’apprendimento MODELLO TEORICO: si rivolge a tutti gli alunni e a tutte le loro potenzialità (no paradigma della normalità) FOCUS: interviene prima sul contesto, poi sul soggetto MODELLO D’INSEGNAMENTO: trasforma la risposta specialistica in ordinaria CURRICULUM: l’attenzione è sui processi di apprendimento per rispondere alle forme differenti con cui i bambini presentano le loro conoscenze, le modalità di interagire e di apprendere [ lettura de L’occhio del lupo di D. Pennac ] Dove nasce il concetto di inclusione Nell’ambito degli studi sociologici come nuova categoria interpretativa dei processi di democratizzazione delle società occidentali, evidenziando il rapporto tra esercizio dei diritti civili e struttura sociale delle disuguaglianze. (Thomas Marshall, Cittadinanza e classe sociale 1950) Si sviluppa in relazione alla rapida trasformazione delle società moderne, alla globalizzazione, all’apertura e alla mobilità del sistema sociale, all’accoglienza del nuovo e del diverso che rischia di generare aree di marginalità e segregazione. Politiche antidiscriminaotorie e documenti internazionali Il dibattito contemporaneo sul tema dei diritti e dell’uguaglianza ha dato origine a un nuovo corso di politiche antidiscriminatorie e all’elaborazione di documenti e protocolli internazionali di rilevanza storica: La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (2006) Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (2006) Sancisce il principio al “rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa” promuovere, proteggere e assicurare Articolo 8 - Accrescimento della consapevolezza Vivere in modo indipendente ed essere inclusi nella collettività Articolo 24 – Educazione "Gli Stati riconoscono il diritto all'istruzione delle persone con disabilità. Allo scopo di realizzare tale diritto senza discriminazioni e su base di pari opportunità, gli Stati Parti garantiscono un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l'arco della vita". […] Articolo 27 - Lavoro e occupazione “Discriminazione sulla base della disabilità” indica qualsiasi distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità[…] compreso il rifiuto di un accomodamento ragionevole; “Accomodamento ragionevole” indica le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per assicurare alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e libertà fondamentali; Le Parole Handicap - evidenzia una situazione di penalità e non pone nessuna attenzione alle capacità residue (ICD ‘70 - L.517/77 – L.104/92) Disabile - negazione di abile (dis - abile), indica una persona che non è abile, o meglio che manca di una determinata capacità fisica o mentale. Evidenzia la presenza di un'invalidità (ONU anni ’70) Diversamente abile – evidenziare per la prima volta che la persona con disabilità non è totalmente incapace di fare qualsiasi cosa (politically correct anni 90) Persone con disabilità - da un lato non nega l’esistenza di un'alterazione fisica, psichica, intellettiva o sensoriale e dall’altro riconosce che dietro ogni aggettivo c’è sempre e comunque una persona la cui disabilità è solo una parte delle sue caratteristiche e non l’unica in grado di descriverla. (Convenzione ONU) L’OMS e L’ICF 2001 Classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute Propone un nuovo modello concettuale e culturale Utilizza un approccio biopsicosociale e multidimensionale (medico e sociale), ovvero integra le dimensioni «salute» – «ambiente» – «disabilità» e l’oggetto della valutazione è il funzionamento non la malattia La disabilità è determinata dal rapporto tra le condizioni di salute del soggetto e le condizioni ambientali e sociali in cui si svolgono le sue attività L’attenzione è rivolta all’ecosistema in cui l’individuo cresce e si sviluppa e alla presenza di fattori che possono rappresentare una barriera o una facilitazione alla sua attività e partecipazione L’ICF Una situazione, e cioè il funzionamento di una persona, vanno letti e compresi profondamente in modo globale, sistemico e complesso, da diverse prospettive, e in modo interconnesso e reciprocamente causale. ICF termini come disabilità e handicap, sono stati da sostituiti da “attività” e “partecipazione sociale” ICF termini con connotazione negativa acquisiscono valenza positiva le interazioni tra i vari fattori che costituiscono la salute o la disabilità diventano più complesse si attribuisce il giusto peso ai fattori contestuali, sia ambientali che personali. ICF: le domande sulla salute 1. C’è una “condizione di salute”? 2. I sistemi corporei funzionano? 3. I sistemi corporei sono integri? 4. Cosa fa la persona (cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5. Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6. Quali sono le caratteristiche individuali significative? ICF: le domande sulla salute 1. C’è una “condizione di 1. Classificazione ICD 10 salute”? 2. I sistemi corporei funzionano? 3. I sistemi corporei sono integri? 4. Cosa fa la persona (cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5. Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6. Quali sono le caratteristiche individuali significative? 2. Classificazione ICF funzioni corporee 3. Classificazione ICF strutture corporee 4. Classificazione ICF attività & partecipazione 5. Classificazione ICF fattori ambientali 6. Non classificabili COMPONENTI DELL’ICF Funzioni corporee & Strutture Integrità Funzioni Integrità Strutture Attività & Partecipazione Fattori ambientali Capacità Barriere Performance Facilitatori FUNZIONI E ATTIVITÀ: Differenze Una donna di 37 anni con un moderato deficit visivo a seguito di un ictus, ha difficoltà gravi nel guardare persone o paesaggi, poiché le viene il mal di testa se guarda a lungo. b210.2 Funzioni della vista, menomazione media b1561.2 Percezione visiva (funzione mentale), menomazione media d110.3 Guardare (osservare), problema grave Qualificatori di Attività e Partecipazione d450. 02 camminare un bambino con problemi di equilibrio cammina con difficoltà moderate, che scompaiono con l’uso di un deambulatore d450.0 camminare senza difficoltà nell’ambiente attuale d450.2 moderata difficoltà nella capacità di camminare Capacità Livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri (adattamenti ambientali, ausili, facilitatori o barriere ambientali). E’ intesa come quello che il soggetto fa escludendo l’influenza di tutti i fattori ambientali riconosciuti come rilevanti per quella attività/partecipazione. Performance 1 Livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone ma in presenza di altri (adattamenti ambientali, ausili) facilitatori o barriere ambientali. E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali escluso l’aiuto personale. Performance Globale Livello di funzionamento in presenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri. E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali compreso l’aiuto personale. La performance globale può essere qualificata anche nel caso in cui per quella attività l’aiuto personale sostituisce il soggetto. Una persona - scrive Canevaro - è relativamente handicappata, cioè l'handicap è un fatto relativo e non un assoluto, al contrario di ciò che si può dire per il deficit. In altri termini, un'amputazione non può essere negata ed è quindi assoluta; lo svantaggio (handicap) è invece relativo alle condizioni di vita e di lavoro, quindi alla realtà in cui l'individuo amputato è collocato. L'handicap è dunque un incontro fra individuo e situazione. FATTORI AMBIENTALI Fattori Ambientali … ambiente fisico e sue caratteristiche, il mondo fisico creato dall’uomo, le altre persone, atteggiamenti e valori, sistemi sociali, servizi, politiche, regole e leggi Barriere … fattori che, mediante la loro presenza o assenza, limitano il funzionamento e creano disabilità Facilitatori … fattori che, mediante la loro presenza o assenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità La scuola deve pensare soprattutto che il suo compito, attraverso l’insegnamento, consiste nella riduzione dell’handicap, e quindi deve capire che gli handicap non sono “portati” dall’individuo, non sono innestati in maniera stabile all’individuo ma sono relativi a una situazione. «La disabilità - scrive A. Canevaro - come dato permanente non esiste: esiste una certa disabilità ed è un processo. Così lo svantaggio potrebbe rivelarsi più rilevante in un contesto, meno o addirittura scomparire in un altro» (A. Canevaro, Le logiche del confine e del sentiero – una pedagogia dell’inclusione (per tutti, disabili inclusi), Erickson, 2006) «L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività ed invitano il bambino a condurre le proprie esperienze» M.Montessori Confronto fra approccio tradizionale e approccio inclusivo Rosy Nardone Università di Chieti-Pescara Approccio tradizionale Educabilità degli studenti Definizione del contesto Risposte della scuola Teoria della competenza nell’insegnamento Modello curricolare Visione dell’intervento Modalità di valutazione Risultati attesi Spiegazione dei fallimenti educativi Approccio inclusivo Vi è una gerarchia di abilità cognitive Ogni studente ha potenzialità illimitate in cui gli studenti vanno collocati di apprendimento Collocazione in un programma speciale Creazione di un ambiente accogliente e supportivo Il sostegno all’apprendimento serve a Il sostegno all’apprendimento viene colmare le lacune del singolo studente effettuato revisionando il curricolo e sviluppando l’attenzione educativa in tutta la scuola La competenza del docente si basa sul La competenza del docente si basa sul possesso della conoscenza di tematiche promuovere l’attiva partecipazione di specifiche tutti gli studenti al processo di apprendimento Ai meno capaci va offerto un curricolo A tutti gli studenti va offerto un alternativo curricolo comune L’intervento è centrato sull’alunno in L’intervento è centrato sulla classe in funzione della classe funzione dell’alunno La valutazione dell’alunno è fortemente La valutazione è frutto di un esame dei dipendente dallo specialista fattori di insegnamento e apprendimento non solo specialistici Orientamento e diagnosticare e Orientamento ad acquisire competenze prescrivere i risultati collaborative e diffuse La causa delle difficoltà di La causa delle difficoltà di apprendimento è nelle carenti capacità apprendimento risiede in dell’alunno un’elaborazione del curricolo non sufficientemente adeguata Come fare una scuola inclusiva? 1. Aver chiaro cos’è INCLUSIONE; 2. capire bene dove si sta andando; 3. l’inclusione riguarda il sistema; 4. l’inclusione è innanzi tutto questione di flessibilità; 5. migliorare in ciò che già sappiamo fare; 6. prima di ricercare nuove risorse, saper convertire quelle presenti; 7. riposizionare al centro la didattica; 8. far divenire inclusiva la didattica. Chi è il docente inclusivo? Il profilo di un docente inclusivo, viene puntualizzato in quattro valori, ciascuno dei quali declinato in un interessante elenco di indicatori, sui quali le scuole potrebbero aprire un’attenta riflessione, in relazione alla stesura del PAI. (European Agency for Development in Special Needs Education “Profilo dei docenti inclusivi” 2012). IL DOCENTE INCLUSIVO I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi sono: I. (Saper) valutare la diversità degli alunni – la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza IL DOCENTE INCLUSIVO II. Sostenere gli alunni – i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti IL DOCENTE INCLUSIVO III. Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti IL DOCENTE INCLUSIVO IV. Aggiornamento professionale continuo – l’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita. Una postura inclusiva La didattica inclusiva non deriva dalla sola messa in campo di metodologie didattiche inclusive. E’ necessario per il docente assumere una postura educativa inclusiva. Nella postura interiore è leggibile l’intenzionalità Le forme/modalità attraverso cui l’insegnate si pone d’innanzi al suo allievo, ovvero la specifica “postura interiore” assunta dall’insegnante durante l’azione didattica, costituiscono lo sfondo psicologico entro il quale trova senso e forza sia l’azione educativa, sia la relazione educativa. Un Con-tatto interiore Nel contesto educativo, il significato di postura interiore rinvia ad uno specifico atteggiamento dell’interiorità del docente, inerente le modalità (affettive, cognitive, relazionali, etiche) attraverso cui la sua soggettività entra in contatto con la soggettività del suo allievo. Una postura interiore INCLUSIVA Una postura interiore inclusiva consiste nel riuscire a trasmettere ad ogni alunno – indipendentemente dalle difficoltà presenti – il valore della sua persona; Si tratta di aprire un credito di fiducia, di ottimismo, di positività che nasce dalla propria passione per l’educazione in generale, e entro questa per la sua educazione. L’inclusione è innanzi tutto questione di flessibilità Facendo riferimento a quello che può essere considerato il manifesto della scuola inclusiva, ovvero la Dichiarazione di Salamanca*, «l’applicazione del modello dell’Inclusive education richiede che i sistemi educativi sviluppino una pedagogia centrata sul singolo alunno (childcentred pedagogy), rispondendo in modo flessibile alle esigenze di ciascuno». * UNESCO (1994), The Salamanca Statement and Framework for Action on Special Needs Education, Salamanca, Spagna. Migliorare in ciò che già sappiamo fare bene Le Linee Guida dell’UNESCO in materia di inclusione affermano che: «La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. [...] Un sistema scolastico ‘incluso’ può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità». UNESCO, Policy Guidelines on Inclusion in Education, Paris 2009. Prima di ricercare nuove risorse, saper convertire quelle presenti Le risorse vanno cercate nell’ordinarietà Nei compagni di classe (apprendimento cooperativo, tutoring, ecc.); Negli insegnanti curriculari (aumentandone le competenze, lavorando in squadra, ecc.); Negli insegnanti specializzati per il sostegno (potenziandone il ruolo di insegnante di classe); Nei collaboratori scolastici (formandoli agli atteggiamenti che meglio contraddistinguono una scuola inclusiva). Porre l’attenzione sui fattori che riducono le performance degli alunni Saper ri-leggere il sistema d’istruzione ponendo l’attenzione sui fattori e sulle situazioni che concorrono a ridurre le performance degli alunni (BARRIERE) Imparare a sottoporre il proprio operato a procedure di verifica riferite a indicatori di qualità, con l’obiettivo di trasformare i contesti di apprendimento in contesti sempre più commisurati alle necessità educative di ciascun alunno. Un valido riferimento è “L’Indice per l’inclusione” Realizzato da Tony Booth e Mel Ainscow per il Centre for Studies on Inclusive Education (CSIE, Centro Studi per l’Educazione Inclusiva), operativo a livello scolastico dal 2000 negli USA. Per un approfondimento si veda: Booth T., Ainscow M. (2008), L’index per l’inclusione. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola, Trento, Erickson. Angelo Lascioli - Università Verona Riposizionare al centro la didattica Da un punto di vista organizzativo: Nella costruzione dell’offerta formativa (orari degli alunni, orari degli insegnanti, formazione delle classi, compresenze, continuità, spazi, accessibilità delle aule, dotazioni di base efficienti, ecc.); Dal punto di vista del ruolo docente Aver cura della propria formazione; Cercare aggiornamenti che coinvolgano in gruppo e che abbiano ricadute sul lavoro in classe; Prediligere il lavoro in team (fra discipline o settori disciplinari); Sviluppare la cultura della documentazione e della valutazione (non importa se non tutti partecipano); Condividere materiali, software, accesso ad archivi, banche dati, ecc. Cercare il confronto con altre scuole e lo scambio di esperienze; Far divenire inclusiva la didattica Orientarsi verso la «didattica inclusiva» Peer-tutoring; Cooperative learning; Didattica metacognitiva; Problem solving; Mappe concettuali; Ricerca di offerte formative nel rispetto degli stili cognitivi degli alunni/studenti; Utilizzo di software per la didattica; Sviluppare competenze nella costruzione dei libri di testo (in particolare acquisendo capacità di semplificazione); Sviluppare l’utilizzo di modalità laboratoriali nel fare lezione Una metodologia sequenziale Guadagnare professionalmente il significato di inclusione Cosa significa inclusione? Quali ricadute sulla mia professione? Individuare le risorse per l’inclusione Cos’è una risorsa per l’inclusione? Dove sono le risorse pe l’inclusione? La didattica inclusiva Una nuova concezione del rapporto Insegnamento/apprendimento Una postura interiore Un repertorio di competenze L’inclusione non riguarda gli studenti, ma il sistema scuola In base ai Principi Guida per promuovere la qualità nella Scuola Inclusiva*, “l’inclusione riguarda tutti gli studenti che rischiano di essere esclusi dalle opportunità scolastiche, a seguito del fallimento del sistema scuola”. * European Agency for Development in Special Needs Education (2009), Principi Guida per promuovere la qualità nella Scuola Inclusiva – Raccomandazioni Politiche, Odense, Danimarca DOVE STA ANDANDO LA SCUOLA? La ricchezza • Inclusive Education delle diversità BES Integrazione • Legge 170/2010 • Direttiva 2012 e Circolare 2013 • L. 517/1977 • L. 104/1992 Dove sta andando la professione docente? Angelo Lascioli Un sapere esperto che, per quanto si fondi sulla conoscenza approfondita di una disciplina, si costruisce professionalmente grazie allo sviluppo di competenze personali, di comunicazione, di relazione, di problem-solving (strategico, organizzativo, programmatico), orientate all’incontro con il discente, con la sua persona, con i suoi stili di apprendimento, il suo contesto di vita, al fine di promuoverne lo sviluppo facendo leva sia sul potenziale educativo della disciplina (declinata e resa accessibile, privilegiando le modalità più vicine alle sue caratteristiche) sia sul potenziale educativo derivante dal gruppo classe e dal lavoro di squadra (con gli altri docenti, con il personale della scuola, con la famiglia, con il territorio). APPENDICE Alcuni strumenti a disposizione INDEX FOR INCLUSION (Booth e Ainscow per il Centro Studi Educazione Inclusiva del Regno Unito) E’ il tentativo operativo di concretizzare il concetto di inclusione nella scuola attraverso un sistema di indicatori E’ un modello di full inclusion che può orientare le istituzioni scolastiche impegnate ad intraprendere il percorso per diventare scuola per tutti Supera il concetto di bisogno educativo speciale e sostituisce con quello di ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione GLI INDICATORI PER L’INCLUSIONE Assolvono la funzione di descrittori delle dinamiche che caratterizzano quella scuola, quella classe…agendo come attivatori di pratiche inclusive di qualità. Pongono gli attori nelle condizioni di: Individuare le finalità a cui tendere Individuare priorità di cambiamento Progettare cambiamenti di prospettiva e di pratiche Evidenziare le risorse Evidenziare le resistenze Come procedere : Le fasi dell’ indice Attività 1 Attività 2 Attività 3 Attività 4 Attività 5 Attività 6 Attività 7 Attività 8 Attività 9 Analizzare il Piano dell’Offerta Formativa della scuola Sviluppare una prima discussione sull’inclusione Individuare barriere e risorse nella scuola Approfondire le forme di supporto esistenti e quelle possibili Utilizzare gli indicatori per una prima ricognizione delle situazioni problematiche Discutere i dati emersi rispetto all’individuazione degli indicatori Scegliere le priorità e pianificare gli interventi Creare un sommario delle priorità Produrre una sintesi del lavoro svolto Accordo di Programma per l’Inclusione Scolastica e Sociale degli studenti con disabilità per la provincia di Belluno CAP. 1 - TITOLARI DELL’ACCORDO CAP. 2 - FINALITÀ CAP. 3 - OBIETTIVI CAP. 4 - RECIPROCI IMPEGNI PER L’INTEGRAZIONE CAP. 5 - IL PERCORSO DELL’INCLUSIONE • Prima conoscenza dell’alunno in difficoltà • Conoscenza approfondita dell’alunno • La progettazione dell’inclusione • Fascicolo personale CAP. 6 - CONTINUITÀ, ORIENTAMENTO, VALUTAZIONE CAP. 7 - COORDINAMENTO TRA ISTITUZIONI E GRUPPI DI LAVORO Uno sguardo oltre la scuola http://icaredellalucia.jimdo.com/ Protocollo regionale di identificazione precoce dei casi di DSA Centro Territoriale di Supporto (CTS) Centri Territoriali per l’Inclusione Questioni aperte Sperimentazione del modello di competenze e disabilità Sperimentazione del modello di competenze e disabilità 1. Creare profilo personalizzato di certificazione sulla base ICF, estendibile ad analoghi profili di disfunzionalità. 2. Completare la certificazione nazionale allegando una descrizione particolareggiata di profilo individualizzato in riferimento agli obiettivi del PEI. Riferimenti bibliografici essenziali Marisa Pavone (2016), Il profilo «mutante» dell’insegnante specializzato, L’integrazione scolastica e sociale 15/1 Erickson Booth T., Ainscow M., L’Index per l’inclusione, Erickson, Trento 2008; Ianes D., Cramerotti S., Alunni con BES, Erickson, Treno 2013; Ianes D., Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Erickson, Trento 2005; Lascioli A., “Dall’Integrazione all’inclusione: la scuola che cambia”, in Orientamenti Pedagogici. Rivista internazionale di scienze dell'educazione, Erickson, Trento 2012, vol. 59, n. 1, pp. 9-28; Lascioli A., “Dalla scuola dell'integrazione alla scuola dell’inclusione. Alcune importanti differenze tra il modello dell’integrazione e il modello dell’Inclusive education”; L’Educatore, Fabbri Editori, Annata 2011/2012, n. 2, pp. da 13 a 16 Rosy Nardone, «Verso l’educazione inclusiva», presentazione on line;