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MAIS II PARTE

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MAIS II PARTE
Mais o Granoturco - Zea mays L.
Classe: Monocotyledones
Ordine: Glumiflorae
Famiglia: Graminaceae (Gramineae o
Poaceae)
Sotto famiglia: Andropogonoideae
Tribù: Maydeae
Specie: Zea mays L.
Altri nomi comuni: frumentone, grano
d'India, melica, formentazzo
Francese: mais; Inglese: maize, Indian
corn; Spagnolo: maiz; Tedesco: mais
PROCESSO PRODUTTIVO
Il mais è una macchina vegetale di elevata efficienza, dotata di un
altissimo potenziale produttivo.
Il ciclo inizia con la germinazione della cariosside (0,3 g. di peso)
termina con una pianta di 400 – 500 g. come peso secco.
Produzioni medie 10 – 12 t/ettaro di granella
Il periodo di massima intensità assimilatoria inizia con l’emissione
del pennacchio, fioritura inizio granigione.
FATTORI CHE INFLUENZANO L’ATTIVITA’ ASSIMILATORIA
Apparato radicale sviluppato
MAX ATTIVITA’
ASSIMILATORIA
Apparato assimilatore ampio e
longevo
Presenza di magazzini di accumulo
Lunghezza del ciclo vegetativo
Il mais è pianta di origine tropicale ed è quindi
macroterma
originariamente brevidiurna.
Grazie alla forte variabilità esistente all'interno della
specie e alla struttura genetica eterozigote delle
popolazioni naturali, il mais ha allargato moltissimo la
sua area di distribuzione, per autoadattamento e per
selezione antropica, fino al 50°di latitudine Nord.
Per quanto riguarda la reazione fotoperiodica, da tipi
strettamente bre-vidiurni si è passati a tipi adattatisi alle
latitudini medio-alte e quindi divenuti fotoindifferenti.
Temperatura
Il mais esige temperature elevate per tutto il suo ciclo vitale,
durante il quale manifesta esigenze via via crescenti.
Il mais non germina e non si sviluppa (zero di vegetazione) se le
tem­perature sono inferiori a 10 °C; in pratica per avere nascite
non troppo lente e aleatorie si consiglia di iniziare a seminare
quando la temperatura del terreno ha raggiunto stabilmente i 12
°C.
Abbassamenti di temperatura anche solo vicini a 0°C (4­5 °C)
uccidono le piante o le lasciano irrimediabilmente stressate.
La temperatura ottimale per l'accrescimento è di 22­24 °C; per la
fiori­tura di 26 °C.
Il mais in fase di granigione cessa di crescere sotto i 17 °C: è
questa la soglia termica che segna il termine della stagione
vegetativa del mais (II e III decade di settembre, in Italia).
Anche eccessi termici, tuttavia, possono rivelarsi dannosi per la
pro­duttività del mais.
Acqua
Le regioni più adatte al mais sono quelle dove in estate le
piogge sono frequenti e regolari.
In Italia solo le regioni nord­orientali hanno una
pluviometria abbastanza favorevole che spesso rende
l'irrigazione non necessaria; ma nel resto del paese il
regime pluviometrico è di tipo mediterraneo (piogge
estive scarse e irregolari o assenti) per cui il mais qui
fornisce produzioni che, senza l'ausilio
dell'irrigazione, sono basse e aleatorie. Peraltro con
l'irrigazione sotto ogni clima si può supplire alla
deficienza delle piogge, purché l'acqua necessaria sia
disponibile a costi contenuti e non abbia utilizzazione
su colture più redditizie
Terreno
Il mais è un ottimo esempio di adattabilità alle più varie
condizioni di suolo:
da quelli sabbiosi agli argillosi, da quelli sub­acidi ai
sub­alcalini (purché non si verifichino deficienze di
microelementi), dalle terre grigie, alle brune, alle
rosse, alle torbose.
Condizioni indispensabili perché il mais possa dare i
migliori risultati sono: ampie disponibilità di elementi
nutritivi assimilabili e buona aerazione della rizosfera.
La maggiore insofferenza del mais è nei riguardi dei
terreni asfittici e molto crepacciabili perché troppo
compatti e mal strutturati
PARAMETRO
VALORI
Profondità utile
> 0.5
Drenaggio
buono
tessitura
Franca – f. argillosa – f. sabbiosa
Indici di incrostamento
basso
pH
6.1 – 7.8
Calcare attivo
< 10%
salinità
Non salino
miglioramento genetico
Produttività
La produttività di granella è stato ed è l'obiettivo principale di ogni
programma di miglioramento genetico.
E’ importante sia la potenzialità di assimilazione
(«source») sia quella di immagazzinamento («sink»).
In passato si è potenziata con successo questa seconda
funzione, selezionando soprattutto per caratteri
morfologici come la lunghezza e il numero delle file della
spiga e la lunghezza («profondità») delle cariossidi.
Ulteriori progressi potrebbero forse essere ottenuti
anche con piante potenzialmente «poli­spiga», anziché
monospiga come le attuali.
.
POTENZIALITA’ DI ASSIMILAZIONE
Il portamento eretto delle lamine fogliari, ad
esempio, riduce la competizione per la luce perché
le foglie superiori ombreggiano quelle inferiori
meno rispetto alle foglie con portamento reclinato.
In questo modo si può aumentare utilmente
l'estensione dell'apparato fogliare mediante
l'aumento della fittezza di allevamento.
Giusta PRECOCITA’
Determinante della produttività di un mais è la lunghezza del
suo ciclo, e in particolare dei sottoperiodi nei quali il ciclo
può essere diviso. Sembra conveniente che il mais sia:
piuttosto precoce nella fioritura,
abbia lunga la fase di «riempimento» della granella,
rapida l'essiccazione di questa dopo la maturazione
fisiologica. I nuovi ibridi a rapida maturazione («fast dry
down») soddisfano quest'ultima condizione
Resistenza al freddo.
Ibridi capaci di germinare o
di resistere senza danno a
temperature relativamente
basse sarebbero utilissimi
nelle zone marginali, in
quanto consentirebbero di
anticipare di qualche
giorno la semina e quindi
di allungare la stagione di
crescita
Resistenza alle malattie
fogliari.
(Helminthosporium
turcicum),.
Resistenza ai marciumi.
È importante che il mais
possegga spiccati caratteri
di resistenza gli agenti dei
marciumi e, in genere, alla
caduta delle spighe perché
se ne possa ritardare la
raccolta senza temere
perdite di prodotto.
Miglioramento della qualità
Il miglioramento genetico punta a migliorare la qualità delle
proteine endospermiche (zeina), modificandone la
composizione aminoacidica. Questa proteina contiene poca
lisina, e ciò ne rende infimo il valore biologico per gli animali
monogastrici. Orbene, sono stati scoperti geni capaci di
modificare in senso favorevole la sintesi proteica
nell'endosperma, inducendo una molto maggior quota di lisina.
Il mutante più considerato è stato l'opaque­2 (02). Purtroppo ci
sono ostacoli alla diffusione dei mais opaque: bassa produttività,
granella farinosissima comportante cattivi caratteri organolettici,
elevata umidità alla raccolta, suscettibilità della spiga alle
malattie e delle cariossidi a essere lesionate durante la raccolta.
La ricchezza della granella di mais in xantofilla è
molto apprezzata per l'alimentazione del pollame
le cui uova devono avere un colore giallo: i più
ricchi in xantofilla sono i mais a granella vitrea e di
colore giallo intenso.
Il colore bianco della granella è, invece, apprezzato
per motivi di tradizione alimentare in certi paesi o
regioni, e per certi usi industriali.
Mais transgenici.
Attualmente due sono i caratteri ingegnerizzati:
la resistenza alla piralide
la resistenza al Glifosate.
Nel primo caso la resistenza del mais al fitofago è stata realizzata
intro­ducendo nel genoma del mais un gene (Bt) del Bacillus thuringensis,
parassita delle larve di piralide; con questo inserimento il mais transgenico
produce esso stesso nei suoi tessuti la tossina batterica che ucciderà le larve che
lo attaccassero.
Nel secondo caso l'ingegneria genetica ha inserito nel patrimonio genetico del
mais un gene che detossifica un diserbante totale, il Glifosate. Si è così ottenuto
un mais transgenico sul quale questo diserbante è assolutamente innocuo,
mentre è letale per qualsiasi altra pianta infestante.
L'Europa guarda con sospetto e preoccupazione questi tipi di OGM: possibile
tossicità per l'uomo del mais Bt; possibile trasferimento della resistenza a
specie infestanti che così diventerebbero incontrollabili (peraltro nel caso del
mais quest'ultimo problema è trascurabile in quanto non ci sono specie
interfertili con il mais).
IBRIDI DEL MAIS
Il mais è, come si è detto, pianta a fecondazione quasi
esclusivamente incrociata. Pertanto le popolazioni naturali
di mais hanno una struttura genetica completamente
eterozigote e quindi loro caratteristica è di essere
eterogenee, con individui tutti diversi l'uno dall'altro.
I primi tentativi di selezione sono stati quelli basati sulla
selezione massale, da sempre praticata scegliendo le spighe
migliori per la semina. L'insuccesso di questi tentativi
deriva dalla citata natura eterozigote del mais per cui le
progenie di buone piante non sono necessariamente
buone, dato che il genitore maschile è sconosciuto.
L'era dei mais ibridi è cominciata nel 1909 con la
contemporanea e indipendente pubblicazione dei lavori di
Shull e East.
1.Le piante di una popolazione naturale di mais sono ibridi
complessi di genealogia ignota: nulla è possibile dedurre
sul loro genotipo in base al fenotipo.
2. Queste piante sottoposte forzatamente ad
autofecondazione ripetuta tendono allo stato omozigote,
per cui durante questo processo, detto di «inbreeding»,
caratteri recessivi prima nascosti compaiono e possono
essere eliminati con la selezione.
3. Durante il processo di «inbreeding» le discendenze
perdono progressiva­mente vigore e produttività, ma
tendono ad uniformizzarsi costituendo «linee inbred»
(impropriamente dette anche «linee pure»), praticamente
omozigoti.
4. L'incrocio di due «inbreds» opportunamente scelte dà
luogo a spettacolari manifestazioni del fenomeno
dell'eterosi
IBRIDI A DUE VIE
Un mais ibrido quindi è la prima generazione di un
incrocio tra linee «inbred».
Gli ibridi semplici o a due vie sono costosi per i
seguenti motivi:
a. rapporto (1:1) tra piante impollinanti e piante
portaseme che porta a raccogliere seme ibrido solo
sulla metà della superficie coltivata;
b. bassissima produttività delle piante portaseme, che
essendo «inbreds» sono
estremamente deboli.
IBRIDI A QUATTRO VIE
Si deve cioè disporre di 4 linee «inbred» (es. A, B, C e D) che
abbiano tra loro una buona attitudine alla combinazione.
Esse vengono combinate a 2 a 2, a costituire due ibridi
semplici (AxB) e (CxD), seguendo le modalità indicate in
precedenza.
La produzione dell'ibrido doppio si fa in un campo isolato
seminando alternativamente l'ibrido impollinante e quello
portaseme in un rapporto che in questo caso è di 1:3, dato
che le piante impollinanti sono ibride e hanno
un'abbondante produttività di polline.
Il costo di produzione degli ibridi doppi è molto inferiore a quello
degli ibridi semplici perché il seme ibrido viene raccolto sui 3/4
della superficie coltivata e per di più su piante portaseme che,
essendo ibride, danno un'alta pro­duzione di granella.
Gli ibridi doppi sono un po' meno uniformi e vigorosi di quelli
semplici, ma avendo una più larga base genetica dimostrano una
maggiore capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni di
ambiente.
Una via di mezzo tra gli ibridi semplici e quelli doppi è
rappresentata dagli ibridi a 3 vie: [(AxB)xC].
Le caratteristiche di elasticità adattativa e il costo degli ibridi a 3
vie sono intermedi tra quelli degli ibridi a 2 e a 4 vie.
.
Per la potenzialità produttiva si considera
pari a 100 quella degli ibridi a due vie,
90 quella degli ibridi a tre vie,
80 quella degli ibridi a 4 vie
Classificazione degli ibridi commerciali.
Parecchi anni fa una classifica degli ibridi di mais in base
alla precocità fu adot­tata dalla FAO. In base a questa
classifica gli ibridi vengono suddivisi in 9 classi di
precocità, contrassegnate con i numeri da 100 a 900 per
ordine di precocità decrescente. L'attribuzione alle varie
classi va fatta con riferimento ad ibridi standard, uno per
classe, scelti opportunamente per la diversa lunghezza del
loro ciclo vegetativo.
È da tener presente che la durata del ciclo in giorni ha un
valore puramente convenzionale e comparativo.
Prima della comparsa dei mais ibridi, le varietà­
popolazioni di mais ita­liane venivano classificate nelle
seguenti cinque categorie di precocità cre­scenti:
maggenghi, agostani, agostanelli, cinquantini e quarantini.
AVVICEDAMENTO
Abbondanti
concimazioni letamiche
COLTURA DA RINNOVO
Lavorazioni profonde
MONOSUCCESSIONE
NO STANCHEZZA DEL
SUOLO
Coltura sarchiata , non lascia
infestanti
La monosuccessione prolungata favorisce la
diffusione di patogeni e infestanti di difficile
controllo.
I disciplinari di produzione integrata (Reg.
CE 1257/99 ) vietano la monosuccessione
LAVORAZIONI DEL TERRENO
TERRENI ARGILLOSI O
MEDIO IMPASTO.
­ l’aratura 3o ­35 cm di
profondità costituisce la
tradizione lavorazione
principale;
­ Lavorazione a due strati:
ripuntatura alla profondità
di 40 cm e aratura
superficiale 20­25 cm.
minor richiesta energetica,
eliminazione suola di
lavorazione, minor
interramento s.o.
TERRENI SCIOLTI E BEN
STRUTTURATI
­ Lavorazione superficiale a
10 ­15 cm. Consente
l’interramento dei residui
colturali coltura
precedente.
­ Semina diretta o non
lavorazione: con apposite
macchine seminatrici.
Trattamento disseccante in
caso della presenza di erbe
infestanti
SEMINA
COLTURA PRINCIPALE
QUANDO LA TEMPERATURA DEL SUOLO è
ALMENO 10°C. In passato alla prima decade di aprile ,
attualmente si tende ad anticipare alla fine di marzo,
allo scopo di ridurre i rischi di stress idrici e termici in
fioritura e i danni causati dalla Piralide
Seconda coltura
Maggio- giugno
Nei mais in seconda coltura dopo erbai autunno –
vernini, raccolta orzo da trinciato, erba medica.
SCELTA IBRIDO
GLI IBRIDI SONO CLASSIFICATI IN OTTO CLASSI FAO
100 – 800 , CON AUMENTO DI 5 -10 GIORNIDI DURATA
DI CICLO TRA UNA CLASSE E LA SUCCESSIVA.
EPOCA SEMINA
SCELTA DELL’IBRIDO
DESTINAZIONE DELLA
COLTURA (GRANELLA –
FORAGGIO)
TIPO DI TERRENO
DISPONIBILITA’ ACQUA
CLASSIFICAZIONE IBRIDI SECONDO LA PRECOCICTA’
CLASSE
PRECOCITA’
CICLO GG.
200
PRECOCISSIMI
86 – 95
300
PRECOCI
96 – 105
400
MEDIO - PRECOCI
106 – 115
500
MEDI
116- 120
600
MEDIO - TARDIVI
121 – 130
700
TARDIVI
131 -140
800
ULTRA - TARDIVI
141 - 155
se la coltura del mais è condotta in asciutto: varietà
precoci ( le fasi più delicate del ciclo vengono completate
prima dell’arrivo della stagione secca);
se al mais seguono cereali autunno –vernini si dovrà
dare preferenza a ibridi più precoci che ci permettono di
anticipare la raccolta e di preparare meglio e
tempestivamente il terreno;
mais granella semina in coltura principale: ibridi 600,
semina aprile, 500 semina maggio;
Mais foraggio: classe 700 semina aprile, semina maggio
classe 600
SCELTA IBRIDO IN FUNZIONE DELL’EPOCA E TERRENO
Destinazione ed epoca semina
TERENO
SCIOLTO
TERRENO
ARGILLOSO
Aprile
600
500
Maggio
500
400
Giugno
400
300
Aprile
700
600
Maggio
600
500
Giugno
500
400
MAIS GRANELLA
MAIS FORAGGIO
Profondita’ di semina: 3 – 4 cm;
il terreno deve essere ben livellato
La distanza di semina tra le file 60 – 75 cm
La distanza sulla fila viene calcolata in base alla densità
finale (piante /m2);
Per la densità si deve considerare: classe ibrido, epoca
semina, destinazione coltura (granella – foraggio)
La densità deve essere aumentata fino ad un massimo
del 10 – 15% per compensare le prevedibile minore
emergenza.
Densità di semina consigliate in funzione della coltura e della classe
Classe FAO
densità ad aprile maggio
Densità giugno
Classe 300
-
6.7
Classe 400
7.2
6.5
Classe 500
6.9
-
Classe 600
6.7
-
Mais granella
Mais foraggio
7.2
Classe 400
Classe 500
8.0
Classe 600
7.7
Classe 700
7.2
6.9
Esempio di calcolo distanza sulla fila
Epoca semina: aprile
Classe FAO 500
Destinazione granella
Densità piante ottimale 6.9 piante a mq
Semi per mq necessari (mancata emergenza del 10%):
6.9/(1-0.1)= circa 7.5 semi mq
Distanza dei semi sulla fila: 1 mq/7.5 semi/0.75= 0.178 m=
17.8 cm
Semi per ettaro necessari: 75000 pari a tre unità (sacchetti)
da 25.000 semi l’una.
CONCIMAZIONE MAIS
IL MAIS E’ UNA COLTURA ESIGENTE SOTTO IL
PROFILO NUTRIZIONALE;
CONSENTE DI OTTENERE ELEVATE PRODUZIONI A
PATTO CHE LA DISPONIBILITA’ DI ELEMENTI DEL
TERRENO SIA BUONA;
L’INTENSITA’ DI ASSORBIMENTO E’ BASSA
ALL’INIZIO DEL CICLO, AUMENTA DURANTE LA
LEVATA, RAGGIUNGE IL SUO MASSIMO IN
CORRISPONDENZA DELLA FIORITURA
IL PERIODO CHE VA DA 20 GG. PRIMA DELLA
FIORITURA A 20 GG DOPO RAPPRESENTA QUELLO
IN CUI SI CONCENTRA IL MAGGIOR ASSORBIMENTO
DI ELEMENTI NUTRIVITI
PER QUANTIFICARE LA QUANTITA’ DI CONCIMI DA
APPORTARE, E’ NECESSARIO QUANTIFICARE I
FABBISOGNI DELLA COLTURA
N 2,5 Kg/ 100 Kg granella 1/3 nei residui
P205 1Kg/ 100 Kg granella 1/3 nei residui
K20 2 Kg/ 100 Kg granella ¾ nei residui
CONCIMAZIONE FOSFO –POTASSICA
Se le dotazioni del suolo sono elevate è possibile evitare la
concimazione fosfo-potassica.
Tipo terreno
P2O5 (ppm)
K2O (ppm)
sabbioso
11­21
102­ 144
Medio impasto
25­30
120­ 180
argilloso
30 ­ 40
144 ­ 200
P205
E’ consigliabile distribuire piccole quantità di fosforo alla
semina, per l’effetto positivo che l’elemento ha nelle
prime fasi di crescita
In condizioni di dotazioni medie,è consigliabile distribuire
anche piccole quantità di concime durante la fase della
semina per l’effetto positivo che l’elemento ha nelle prime
fasi della crescita.
I quantitativi consigliati di P2O5 sono:
80 - 120 Kg /ha incorporati con una erpicatura;
K2O
Per quanto riguarda il potassio, la maggior parte dei terreni
italiani è ben dotata di questo elemento.
Nei terreni poveri la quantità di potassio da apportare
oscilla intorno a 50 -100 Kg/ha;
Dosi maggiori, fino a 200 Kg/ha, sono necessarie per il
mais da foraggio il quale asporta maggiori quantità di
potassio.
CONCIMAZIONE AZOTATA
Circa 200 -250 Kg ha sono sufficienti a sostenere
produzioni medio – elevate
Se possibile la dose deve essere frazionata:
1) 1/3 alla semina
2) 2/3 in copertura inizio levata
Il concime azotato più idoneo:
NO3NH4
UREA
Nitrato di ammonio
Titolo 26%
Urea, titolo 46 % in
copertura durante
ERROR: ioerror
OFFENDING COMMAND: image
STACK:
Fly UP