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PNL E COMPETENZE
PNL E COMPETENZE UN BINOMIO ARMONICO POSSIBILE 1 MODELLO DI PROGETTAZIONE DIDATTICA PER COMPETENZE CON L’APPLICAZIONE DELLA PNL. A cura della prof.ssa Rosa ESCA Dell’Istituto Comprensivo “Salvatore Quasimodo” CRISPANO (Na) La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è una metodologia innovativa la cui applicazione si sta sperimentando in ambito didattico. Alcune tecniche che la caratterizzano mostrano un’efficacia particolare nell’azione della didattica per competenze. 3 La PNL è una tecnica utilizzata nelle formazioni aziendali e si avvale di un proprio protocollo per la progettazione delle attività didattiche. Tale protocollo può essere ben integrato con il modello di progettazione per competenze di seguito illustrato. 4 PROTOCOLLO OPERATIVO PROGETTAZIONE DELLA PNL: esso si divide in tre fasi: DI 1. ATTIVITÀ ANALITICA 2. ATTIVITÀ PROGETTUALE 3. ATTIVITÀ IN AULA 5 MODELLO OPERATIVO DI PROGETTAZIONE PER COMPETENZE CON L’APPLICAZIONE DELLA PNL: 6 1. INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE DI CITTADINANZA E/O CHIAVE COME SFONDO INTEGRATORE; 2. INDIVIDUAZIONE DEGLI ASSI CULTURALI DI RIFERIMENTO 3. ATTIVITÀ ANALITICA : - descrizione dello stato presente definizione dello stato desiderato 7 4. SVOLGIMENTO PROGETTUALE: DELL’ATTIVITÀ DEFINIZIONE DEI TRAGUARDI DI PRESTAZIONE IPOTESI DELLE ATTIVITÀ DA SVOLGERE SCELTA DEI TEMPI E DELLA METODOLOGIA 8 5. ATTIVITÀ D’AULA: CONDIVISIONE DELLE FINALITA’ NEGOZIAZIONE DEGLI STRUMENTI 6. INDIVIDUAZIONE DEL COMPITO DI REALTA’ 7. COSTRUZIONE DELL’AUTOVALUTAZIONE 8. RESTITUZIONE DEGLI ESITI 9 DESCRIZIONE DELLE FASI 10 FASE 1: Individuare le competenze cittadinanza e/o chiave: di Per ogni attività è opportuno che il docente abbia sempre presente la competenza chiave e/o di cittadinanza cui deve afferire l’attività. In realtà sarebbe buona norma che tali competenze fossero condivise a livello di consiglio di classe, cosicché le varie conoscenze (= contenuti propri delle discipline) possano concorrere a formare le abilità specifiche delle competenze individuate. 11 In realtà, nel corso dell’iter formativo, devono essere programmate attività che concorrano a formare tutte le competenze chiave e di cittadinanza perché è il loro insieme che forma il “cittadino” nella sua integrità. 12 FASE 2: INDIVIDUAZIONE ASSI CULTURALI: anche questa fase dovrebbe essere oggetto di condivisione poiché la riflessione comune aiuta ad individuare trasversalità ed interconnessione dei vari assi con le diverse discipline di studio ricomponendo il sapere in un’unità inscindibile segmentata solo per praticità di trasmissione nel XVI secolo. 13 La “frammentazione” in discipline, avvenuta nel XVI secolo, è propria della <società del libro>, espressione e concretizzazione di una cultura in piena espansione e rivoluzione scientifica. Oggi, invece, nella <società della conoscenza>, in cui il libro è “un altro” veicolo di informazioni e di cultura accanto ed insieme alle tecnologie della comunicazione, è indispensabile recuperare quell’unitarietà del sapere che fa del cittadino un essere competente e consapevole. 14 Gli assi culturali vanno “distillati” perché ai docenti resti solo ciò che concerne le attività ipotizzate. Inoltre, l’individuazione di interconnessioni tra i saperi disciplinari sugli assi culturali può consentire l’individuazione di “traguardi di prestazione” comuni cosicché il “compito di realtà” – in quanto tale – non resti sempre e per forza legato ad una disciplina. 15 FASE 3: Attività analitica descrizione dello stato presente definizione dello stato desiderato 16 Sono due momenti specifici del protocollo operativo di progettazione della PNL ma perfettamente coincidenti con momenti importanti dell’attività progettuale dei docenti. La descrizione dello stato presente coincide con descrizione della situazione iniziale; la descrizione dello stato desiderato coincide con i risultati attesi. 17 descrizione dello stato presente consiste nella registrazione della realtà. Perché questa fase sia efficace, il docente deve avere chiara una rappresentazione del sistema e delle sue parti potendone descrivere: comportamenti, capacità, dati, fatti. 18 Per un formatore PNL questa descrizione deve comprendere anche: l’individuazione delle convinzioni che sostengono i comportamenti; le idee alle quali ricondurli e gli obiettivi raggiunti o non raggiunti attraverso tali comportamenti. 19 Non sembra utile aggiungere queste descrizioni in una progettazione didattica in quanto un formatore ha un rapporto occasionale e limitato nel tempo con i propri discenti mentre un docente ha un rapporto più lungo, sistematico e strutturato nel tempo con i propri allievi. Inoltre, è diversa la conoscenza delle realtà: nel primo caso, è affidata al racconto di un responsabile; nel secondo caso c’è una conoscenza diretta della realtà; solo negli anni di passaggio, a inizio attività, il docente può basarsi sulla descrizione di altri docenti o la lettura dei profili d’uscita e delle schede di passaggio. Infine, gli obiettivi formativi sono diversi: più mirati e circoscritti ad una politica aziendale nel primo caso, più ampi e finalizzati alla formazione del cittadino nel secondo. 20 L’attività in aula è un momento importante per continuare a raccogliere informazioni per ridefinire il sistema e riprogettare e/o adeguare ciò che si sta facendo. Questa fase quindi corrisponde, grosso modo, alla rilevazione dei prerequisiti, ma … 21 Applicando la PNL è indispensabile rilevare i sistemi rappresentazionali e gli stili di apprendimento degli allievi perché, nella mediazione didattica, è funzionale al docente sapere come relazionarsi con essi per attuare quella flessibilità comportamentale utile alla personalizzazione dei percorsi.. 22 Questi dati sono funzionali allo svolgimento della mediazione didattica tout court. Saper tener conto dei sistemi rappresentazionali e degli stili d’apprendimento consente al docente di indirizzare la propria comunicazione su diversi canali comunicativi così da coinvolgere tutti gli alunni nel processo di insegnamento – apprendimento. 23 - definizione dello stato desiderato è la definizione della “meta”cui si vuole che giungano gli alunni. Le “mete” si pongono in generale a più livelli e devono sempre essere ben chiare al docente nella gestione del processo di insegnamento - apprendimento: 24 1. Ci sono le competenze di base da raggiungere al termine dell’obbligo scolastico che sono fissate nel documento contenente gli Assi Culturali; 2. Ci sono i profili d’uscita/traguardi di competenza fissati al termine di ogni ordine di scuola o anche per ogni classe; 3. Ci sono i traguardi di prestazione ipotizzati per ciascuna attività 25 P R O C E S S O { Considerare lo stato presente Definire lo stato desiderato 26 Il passaggio dallo stato presente allo stato desiderato delinea un processo trasformativo che coincide col processo di insegnamento – apprendimento. Tenere accuratamente sotto controllo la dinamica di questo modello è utile all’analisi continua dell’attività in aula. 27 Quindi, il rapporto stato attuale/stato desiderato delimita il campo del processo di insegnamentoapprendimento di un’attività specifica. 28 FASE 4: Svolgimento dell’attività progettuale DEFINIZIONE DEI TRAGUARDI DI PRESTAZIONE IPOTESI DELLE ATTIVITÀ DA SVOLGERE SCELTA DEI TEMPI E DELLA METODOLOGIA 29 La fase 4 è il centro della progettazione della lezione (o del gruppo di lezioni) che si intende proporre agli alunni. È certamente la fase in cui va individuata la strategia/metodologia ritenuta più efficace per raggiungere lo “stato desiderato” delineato. 30 La definizione dei traguardi di prestazione è un altro momento sensibile della progettazione dell’attività perché il docente deve individuare con chiarezza cosa deve saper fare l’alunno al termine dell’attività predisposta. È indispensabile che i traguardi di prestazione siano coerenti con i traguardi di competenza fissati collegialmente e devono preludere i compiti di realtà. 31 L’ipotesi delle attività da svolgere predispone il momento strettamente operativo: vanno scelti i contenuti e le attività specifiche. 32 FASE 5: ATTIVITÀ D’AULA: CONDIVISIONE DELLE FINALITA’ NEGOZIAZIONE DEGLI STRUMENTI 33 Sono due tappe fondamentali del processo d’insegnamento – apprendimento e dell’attività d’aula. Per condividere le finalità delle attività predisposte, è utile che il docente affronti il gruppo classe utilizzando la tecnica del ricalco del gruppo. In tal modo, si costruisce un’ interazione positiva in cui veicolare e far condividere le finalità dell’azione didattica è più agevole. 34 Il “ricalco” è l’assunzione da parte del docente (nel nostro caso specifico), di alcuni comportamenti evidenti, caratteristici di un certo gruppo in un dato momento/contesto. Ricalcare significa utilizzare e rimandare i segnali verbali e non verbali provenienti dagli interlocutori. Ricalcare l’interlocutore vuol dire anche saper individuare e restituire il vocabolario ed il comportamento dell’altro, integrandolo nei propri discorsi e nelle proprie azioni. Il ricalco è uno “strumento” per realizzare il processo trasformativo che guida gli allievi dai loro stati iniziali a quelli desiderati. 35 • Condivisione e negoziazione necessitano di un clima relazionale positivo. • Un processo di apprendimento per essere “negoziato” e “condiviso” deve partire dall’esperienza reale e chiudersi con un compito di realtà: in questo modo si può rimotivare l’alunno all’apprendimento e si contribuisce a formare le competenze. • Inoltre, la mediazione didattica per essere efficace deve essere supportata da un docente credibile. 36 FASE 6: Individuazione del compito di realtà: È un compito reale, possibile, vicino all’esperienza e al vissuto dell’alunno in cui si possano “spendere” le conoscenze acquisite e le abilità maturate. 37 FASE 7: Costruzione dell’autovalutazione ATTRAVERSO IL TRAGUARDO DI PRESTAZIONE • Adesso so ……, • so fare ….., • so spiegare ……. 38 NELLA COSTRUZIONE DELL’AUTOVALUTAZIONE È FUNZIONALE COSTRUIRE INSIEME LA SOGLIA DI ACCETTABILITA’ DELLA PROVA Lo so fare perché ….. Non lo so fare ancora perché ……. Per saperlo fare mi serve …..….. 39 CARATTERISTICA PRECIPUA DEL COMPITO DI REALTÀ È CHE ESSO VA REGISTRATO E DISCUSSO NON VALUTATO per la sua natura di ESPERIENZA SIGNIFICATIVA 40 FASE 8: Restituzione degli esiti • È IL MOMENTO DEL CONFRONTO TRA L’AUTOVALUTAZIONE DEGLI ALUNNI E L’OSSERVAZIONE DEL DOCENTE. • È IL FEEDBACK PER TUTTI GLI ATTORI DEL PROCESSO. 41 42