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Tesina multimediale (Alaimo Emily 3D)
STORIA LA SECONDA GUERRA MONDIALE ITALIANO L’ERMETISMO . SALVATORE QUASIMODO : “UOMO DEL MIO TEMPO” PRIMO LEVI: “LA DEMOLIZIONE DI UN UOMO” CITTADINANZA E COSTITUZIONE GEOGRAFIA IL GIAPPONE MUSICA IL ROCK AND ROLL L’ARTICOLO 11 L’UOMO DEL NOVECENTO : TRA GUERRA E DISTRUZIONE ARTE INGLESE IL CUBISMO PABLO PICASSO : “GUERNICA” THE SECOND WORLD WAR TECNOLOGIA L’ ELETTRICITA’ FRANCESE “ LA FRANCE POLITIQUE “ SCIENZE IL SISTEMA NERVOSO CORPO MOVIMENTO SPORT “IL DOPING” LE ORIGINI DEL CONFLITTO LO SCOPPIO DELLA GUERRA L’EUROPA OCCUPATA DAI NAZISTI : IL REGIME DI TERRORE 1941 : IL CONFLITTO DIVENTA MONDIALE LA SECONDA FASE DEL CONFLITTO: LA CONTROFFENSIVA DEGLI ALLEATI Durante il primo dopoguerra, l’Italia, come tutte le Nazioni uscita dalla guerra, si trovò in gravi difficoltà economiche e politiche. In questo clima di confusione si affermarono nuovi movimenti e partiti politici tra cui quello fascista fondato da Benito Mussolini, direttore del giornale “Avanti”. Il “FASCISMO”si impose come un regime totalitario in quanto cercò di plasmare la mentalità e i costumi dell’intera società, imponendo le proprie concezioni dell’uomo e del mondo e concentrando il potere nelle mani di una sola persona. Contemporaneamente a quello che avvenne in Italia, anche in Germania si affermò una dittatura: il “NAZISMO” con a capo Adolf Hitler, il cui programma ispirato a idee nazionaliste, razziste e antisemite era quello di creare un grande stato tedesco. A tale scopo, violando le clausole del trattato di Versailles , Hitler aveva provveduto a riarmare l’esercito dotandolo di un potente e moderno arsenale bellico. Così nel 1934 diede inizio alla sua politica di espansione cercando di invadere l’Austria, ma Mussolini non condivise questo attacco e inviò il suo esercito al confine del Brennero; Hitler che non si sentiva ancora forte si fermò. Nel frattempo Mussolini cercò di collocare l’Italia tra le grandi potenze e nel 1935 invase l’Etiopia, che conquista solo nel 1936. Subito dopo questa conquista, Hitler concluse un accordo con Mussolini detto “ASSE ROMABERLINO” in base al quale i due paesi si impegnarono ad intervenire a sostegno di Francisco Franco nella guerra civile spagnola, che durò dal 1936 al 1939. L’anno successivo Mussolini aderì al patto contro l’Unione Sovietica che era stato stipulato tra Germania e Giappone e l’ASSE ROMA-BERLINO divenne “L’ASSE ROMA-BERLINO-TOKIO”. Nel marzo del 1938 fu sancita l’annessione dell’Austria e pochi mesi dopo la Germania minacciò la Cecoslovacchia, in cui abitavano alcune minoranze tedesche. Per evitare la guerra i Paesi europei, nella CONFERENZA DI MONACO tenutasi il 1° ottobre 1938, permisero a Hitler di espandersi verso l’Est europeo. Il 15 marzo 1939 le truppe tedesche invasero la Cecoslovacchia. Poco prima dell’inizio del conflitto mondiale la Germania stipulò un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica: il “PATTO MOLOTOV- RIBBENTROP”, con il quale le due potenze concordavano di dividersi la Polonia. Nel maggio dello stesso anno Hitler aveva stipulato un’alleanza militare con l’Italia nota come “PATTO D’ACCIAIO” con cui le due parti erano obbligate a fornire reciproco aiuto politico e diplomatico B. MUSSOLINI E A. HITLER Conquistate l’Austria e la Cecoslovacchia, e ormai sicuro dell’appoggio delle Russia, Hitler decise di chiedere alla Polonia di abbandonare il porto di Danzica e di restituire i territori di confine. Convinto che ne la Polonia, ne la Francia e ne l’Inghilterra avrebbero protestato, pensava di ottenere dei vantaggi senza rischi. Infatti, se la Polonia avesse ceduto, la Germania avrebbe ottenuto ciò che chiedeva pacificamente; se invece, avrebbe opposto resistenza, l’esercito tedesco l’avrebbe sottomessa e l’esercito russo, nella zona est si sarebbe impadronito di quella parte del territorio polacco che l’accordo assicurava alla Russia. L’Inghilterra e la Francia alleate con la Polonia non vollero più subire e decisero di difenderla anche a rischio di una guerra. Così il 1° settembre 1939 le truppe tedesche invadono la Polonia; il 3 settembre 1939 Francia e Inghilterra si schierano contro la Germania. Ebbe inizio, così, la SECONDA GUERRA MONDIALE. Le cause che portarono allo scoppio di questo conflitto furono tante. Oltre alla sete di dominio del mondo di Hitler, vi furono anche i pesanti indennizzi e la sottrazione di territori e colonie della Germania durante i trattati di pace della prima guerra mondiale. Nei primi mesi del conflitto furono occupate la Danimarca e la Norvegia dove furono costituiti due governo collaborazionisti, cioè fedeli alle direttive degli invasori. I tedeschi attuarono la tecnica della “guerra lampo”, la quale prevedeva l’azione simultanea delle forze corazzate, dell’aviazione e della fanteria. Nel maggio del 1940 la Germania invade il Belgio e l’Olanda, nonostante la loro neutralità, e da lì puntò verso la Francia. Aggirandosi lungo la linea Maginot, il 14 giugno 1940 i tedeschi invadono Parigi costringendo la Francia a chiedere l’armistizio. Tutte le regioni settentrionali inclusa Parigi passarono sotto il dominio tedesco, mentre quelle meridionali vennero governate dal maresciallo Philippe Pétain, che ne fece un governo autoritario e collaborazionista. Intanto l’Italia dichiara la non belligeranza poiché la Germania non aveva rispettato gli accordi del patto d’acciaio secondo il quale sarebbe dovuta entrare in guerra immediatamente, se avvertita prima dell’attacco. Molti italiani vollero mantenere la neutralità il più a lungo possibile, perché erano contrari all’alleanza con i tedeschi e l’esercito italiano non era ancora abbastanza forte e preparato. Ma, di fronte ai rapidi successi riportati da Hitler, Mussolini si convinse che la guerra sarebbe stata breve e vittoriosa; così il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania. Con l’entrata in guerra, l’Italia perse gran parte dei sui rapporti commerciali via mare, nel Mediterraneo che era controllato dalla flotta britannica. L’improvvisa scelta di Mussolini si rivelò un tragico errore non solo per l’economia italiana, ma anche per le ripetute sconfitte, oltre che per le sofferenze e il mancato equipaggiamento bellico dei soldati. Nell’estate del 1940 le truppe inglesi sconfissero quelle italiane in Africa settentrionale;lo stesso accadde nell’ottobre dello stesso anno, quando Mussolini decise di invadere la Grecia. Sconfitta la Francia, l’Inghilterra rimase da sola a sostenere il peso della guerra. Alla guida del governo inglese vi era Winston Churchill, che seppe trasmettere alla popolazione la volontà di resistere ad ogni costo ai Nazisti. Nell’estate del 1940 Hitler lanciò l’operazione “Leone Marino” finalizzata a sottomettere la Gran Bretagna. Così nel settembre e nell’ottobre 1940 si scatenò la cosiddetta Battaglia d’Inghilterra, che vide affrontarsi nei cieli britannici, l’aviazione inglese contro quella tedesca. L’ Inghilterra fu bombardata ogni giorno per circa due mesi, ma seppe resistere coraggiosamente grazie all’abilità della Royal Air Force, l’aviazione britannica, e all’uso di un nuovo strumento: il “radar”, grazie al quale potevano avvistare in tempo gli aerei nemici e distruggerli. Per Hitler questa fu la prima vera sconfitta. IMMAGINI Non intimorito dalla sconfitta contro la Gran Bretagna, Hitler decise di continuare il suo programma di conquista attaccando l’Unione Sovietica. Il 22 giugno 1941 senza alcuna dichiarazione di guerra i Tedeschi invadono la Russia, conquistando in poco tempo i Paesi Baltici, l’Ucraina e la Crimea. Impreparato l’esercito sovietico, inizialmente subì le prime sconfitte, ma seppe riorganizzarsi anche grazie all’inverno russo, che ostacolò l’avanzata tedesca. L’offensiva della Germania si arrestò così nell’inverno del 1941/42 e poi riprese lentamente arrivando nell’estate del 1942 a insediare Mosca e Stalingrado. Anche l’Italia partecipò alla battaglia contro la Russia, mandando un esercito che però era privo di attrezzature belliche, tanto che i soldati furono costretti ad avanzare spesso anche a piedi. Questa, infatti, fu una delle battaglie più tragiche di tutta la guerra, che portò alla morte di tanti soldati sia per gli scontri, sia per il freddo. Fino al 1941 lo scenario della guerra era rimasto limitato all’Europa; ma il 7 dicembre 1941, l’aviazione giapponese attaccò di sorpresa la flotta americana ancorata nella baia di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii. Così gli Stati Uniti dichiarano guerra al Giappone e il conflitto assunse dimensioni mondiali. Subito dopo anche la Germania e l’ Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti, in quanto legate al Giappone dall’asse Roma – Berlino – Tokio , e successivamente dal Patto Tripartito stipulato nel 1940, con il quale le tre potenze decisero che , a guerra finita, si sarebbero suddivisi il mondo in tre parti: l’Europa continentale alla Germania, il Mediterraneo all’Italia e l’Asia orientale al Giappone. ATTACCO A PEARL HARBOUR Nel 1942 quasi tutti i paesi Europei erano sotto il dominio nazista; accanto ai territori soggetti alla Germania o posti sotto il suo protettorato, esistevano i Paesi occupati e amministrati dai Tedeschi e i Paesi satelliti, cioè Stati nei quali si erano instaurati dei governi che appoggiavano i Nazisti. Conformemente alle teorie naziste, i Tedeschi attuarono il dominio e lo sfruttamento dei territori occupati al fine di soddisfare le esigenze del “popolo superiore”. Condotto in modo sistematico, lo sfruttamento economico di tali territori, considerati vere e proprie colonie, riguardò soprattutto le industrie, che vennero poste sotto il controllo tedesco, in alcuni casi i macchinari vennero persino smontati e trasferiti in Germania; migliaia di lavoratori furono deportati forzatamente e costretti a lavorare negli stabilimenti tedeschi. I LAGER E L’ORRORE DELLA SHOAH Le forze di occupazione guidate dalla Gestapo, la polizia di Stato, instaurarono un vero e proprio regime di terrore, caratterizzato da diverse forme di repressione come fucilazioni di massa, torture e massacri. Milioni di persone considerate appartenenti a “razze inferiori”, tra cui numerosi ebrei, vennero deportate nei campi di concentramento, obbligate ai lavori forzati, usate come cavie da laboratorio in folli esperimenti o ancora assassinati nelle camere a gas. I campi di concentramento e di sterminio nazisti, i cosiddetti lager, rappresentano uno dei capitoli più drammatici della storia dell’umanità. In questi luoghi, si consumò uno spaventoso genocidio e vennero commesse le più crudeli atrocità. I Lager facevano parte della strategia nazista in quanto mezzo per attuare l’annientamento di tutti coloro che venivano definiti “nemici assoluti”. Le fabbriche della morte furono costruite sia in Germania che nei paesi occupati, soprattutto in Polonia. Fra questi il più tristemente famoso è quello di Auschwitz – Birkenau. L’annientamento prevedeva la distruzione dell’identità, della dignità e, infine, della vita stessa. Si calcola che siano stati internati tra gli otto e i dieci milioni di persone, soprattutto Ebrei ma anche oppositori politici, zingari e criminali. Nei lager i prigionieri erano suddivisi in categorie, contrassegnate da triangoli colorati, secondo una precisa gerarchia . Alla base, sul gradino più basso, stavano gli ebrei soggetto di ogni tipo di violenza; seguivano gli zingari, gli omosessuali, gli asociali, i prigionieri politici, i sacerdoti e i testimoni di Geova e, infine, sul gradino più alto i criminali, ai quali venivano affidati compiti di sorveglianza su tutti gli altri detenuti, vittime delle loro brutalità. Gli ebrei costituivano il “nemico”per eccellenza da annientare; su di loro Hitler decise di attuare la “soluzione finale” che prevedeva lo sterminio di massa di tutti gli ebrei d’Europa. Nelle città controllate dai Nazisti furono costruiti i “ghetti”, luoghi in cui venivano ammassati tutti gli ebrei in attesa di essere deportati nei lager. Qui, spogliati di ogni loro avere personale, venivano “caricati” su carri bestiame e traspostati verso i lager in condizioni disumane una volta giunti a destinazione i prigionieri venivano distinti tra coloro che erano in grado di lavorare e quelli che erano destinati subito alla eliminazione. I primi venivano costretti a lavorare ai limiti delle forze umane. L’eliminazione fisica dei prigionieri avveniva inizialmente con l’utilizzo delle armi da fuoco, ma poiché tale sistema risultava lento ed anti economico, vennero sperimentati sistemi di annientamento più “efficaci”: nei campi di Auschwitz vennero costruite le camere a gas più grandi e perfezionate, camuffate da docce o sale di disinfestazione, in grado di eliminare 10 000 persone al giorno. Dopo essere stati uccisi con il gas, i corpi venivano bruciati nei forni crematori. Solo alla fine della guerra, il mondo intero prese coscienza di questa atroce realtà, nonostante i Nazisti cercarono di cancellare ogni prova. A testimoniare l’immane tragedia chiamata “Shoah”, che in ebraico significa distruzione, rimasero in pochissimi . IMMAGINI Nonostante la terribile sconfitta, gli Stati Uniti riuscirono a inviare un’altra flotta nell’Oceano Pacifico, per ostacolare il Giappone. Ebbe inizio la controffensiva americana condotta dalla flotta e dall’aviazione, mentre l’esercito si preparava a combattere in Europa. Parallelamente alla controffensiva degli alleati, i Nazisti dovettero affrontare i movimenti di liberazione armati. Gli appartenenti a questi gruppi, chiamati partigiani, provenivano da ogni ceto sociale e da orientamenti politici diversi; essi diedero vita alla lotta di liberazione nota come Resistenza. Dalla metà del 1942, l’andamento della guerra ebbe una svolta a favore degli alleati; infatti gli Stati Uniti, Inghilterra e Unione Sovietica vinsero tre grandi battaglie, dopo le quali il Giappone, la Germania e l’Italia iniziarono a perdere terreno. La prima vittoria riportata dalla flotta americana contro il Giappone fu presso le isole Midway nel 1942. Nello stesso anno l’esercito inglese sconfisse quello italo- tedesco a El Alamein nel deserto egiziano. Anche l‘Unione Sovietica riportò una grande vittoria a Stalingrado, nel gennaio del 1943, costringendo i soldati tedeschi, ormai stremati nell’affrontare per il secondo anno l’ inverno russo, alla ritirata. Nel corso del 1943, con lo scopo di indebolire la Germania, gli alleati iniziarono a bombardare massicciamente le città, i porti e i nodi ferroviari, adottando la stessa tecnica che la Germania nel 1940 aveva usato contro l’Inghilterra. In Italia, le notizie delle sconfitte si facevano sempre più scoraggianti, causando anche un malcontento sociale. Molti ormai, avevano capito che era meglio svincolarsi dalla Germania nazista e chiedere al re Vittorio Emanuele III di prendere i contatti con le potenze alleate e firmare una pace separata. Intanto il 9 luglio 1943 le truppe alleate sbarcarono in Sicilia e rapidamente la conquistarono. Questo convinse altri esponenti del fascismo che era necessario abbandonare Mussolini e porre fine alla guerra. Il 25 luglio 1943 Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini e formò un nuovo governo presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio, il quale dichiarò la caduta del fascismo. L’8 settembre 1943 l’Italia firmò a Cassibile, in Sicilia, un armistizio con gli anglo-americani. Intanto Mussolini, grazie all’aiuto dei tedeschi, riuscì a fuggire e si stabilì nell’Italia centro–settentrionale dove il 23 settembre 1943 costituì la Repubblica di Salò. L’ Italia si trovò così divisa in due: dal centro nord la Repubblica di Salò, nel Mezzogiorno il Regno d’Italia sostenuto dagli anglo-americani. Il 13 ottobre l’Italia entra in guerra contro la Germania. Per timore delle rappresaglie tedesche, il re e gli altri esponenti politici, tra cui il maresciallo Badoglio abbandonarono Roma per rifugiarsi a Sud, lasciando privi di ordini i soldati italiani sparsi in tutto il Mediterraneo. Nel frattempo Hitler, dopo la sconfitta a Stalingrado, lasciò i territori sovietici, quelli dell’Europa orientale e dei Balcani, ma continuava ad occupare la Francia. Allora per liberarla e dare inizio al definitivo attacco contro la Germania, il 6 giugno 1944 gli alleati sbarcano in Normandia realizzando una delle più importanti azioni militari della storia. Sul fronte italiano, la lunga avanzata degli alleati portò alla progressiva liberazione dell’Italia, anche grazie all’aiuto dei partigiani. Molte città come Firenze, Torino, Milano, Genova e Bologna furono liberate dalle formazioni partigiane organizzate dal Comitato di Liberazione Nazionale. Così il 25 aprile 1945 l’Italia fu liberata. Mussolini, fu arrestato a Dongo, sul lago di Como, mentre cercava di scappare vestito da soldato tedesco; il 28 aprile venne fucilato assieme ad altri esponenti fascisti. L’avanzata delle truppe anglo- americane convinse la Germania che la guerra era ormai persa; il 30 aprile 1945 Hitler si uccise insieme alla sua compagna Eva Braun e altri ufficiali nazisti. La Germania firmò la resa, con qui si dichiarava la fine della seconda guerra mondiale in Europa. Contrariamente all’avanzata in Europa, infatti, la controffensiva americana nel Pacifico progredì lentamente , vista la disperata resistenza del Giappone. Molti piloti suicidi si offrivano volontari per gettarsi contro le navi americane con i loro aerei carichi di esplosivo. Per evitare la perdita di altri uomini e porre fine alla resistenza giapponese, il nuovo presidente americano Harry Truman decise di usare una nuova arma:la bomba atomica; la più micidiale arma mai usata dall’uomo. Il 6 e 9 agosto 1945 gli americani lanciarono la bomba atomica rispettivamente su Hiroshima e Nagasaki che furono incenerite in pochi secondi causando un numero di vittime incalcolabile. Il 14 agosto l’imperatore Hirohito annunciò la rese del Giappone firmata il 2 settembre 1945. Terminò così la seconda guerra mondiale, il conflitto più crudele, devastante e sanguinoso della storia dell’umanità. FUNGO NUCLEARE SU NAGASAKI HIROSHIMA L’ ERMETISMO SALVATORE QUASIMODO POESIA : “UOMO DEL MIO TEMPO” PRIMO LEVI: LA DEMOLIZIONE DI UN UOMO L’ermetismo è una corrente letteraria che si afferma tra gli anni ’20 e ’30, nel periodo compreso tra le due grandi guerre mondiali. Il termine “ERMETISMO” deriva dal nome del dio Ermete (o Mercurio), considerato il dio del mistero in quanto accompagnava le anime dei morti nell’aldilà. Questo termine fu ripreso in senso dispregiativo da Francesco Flora per indicare la nuova poesia ermetica, considerata come una scienza occulta. In realtà l’ ermetismo rifiuta la concezione di una poesia intesa come celebratrice degli ideali quali la patria o la virtù; e persegue l’ideale di una “poesia pura” , libera, che si esprime attraverso poche parole di intenso valore simbolico; gli ermetici riducono tutto all’essenziale: infatti, aboliscono la punteggiatura e le loro poesie sono molto corte, talvolta di due o tre versi. Essi intendono la poesia come momento di folgorazione , come intuizione improvvisa del mistero della vita. La poesia degli ermetici è una poesia di stati d'animo, di esplorazione del proprio mondo interiore espresso in un tono raccolto e sommesso, con un linguaggio raffinato ed evocativo che sfuma ogni riferimento diretto all'esperienza in un gioco di allusioni. Il tema centrale della nuova poesia ermetica è , quindi, il senso della profonda solitudine e il “ male di vivere” dell’uomo moderno, che non ha più certezze a cui ancorarsi saldamente, in un’epoca travagliata dalle guerre. Uno dei poeti più importanti dell’ Ermetismo, vissuto durante il ventennio fascista e che insorse contro gli orrori della guerra, fu Salvatore Quasimodo, nato a Modica (Ragusa) il 20 agosto 1901. Figlio di un ferroviere , Quasimodo fu costretto durante la sua infanzia a spostarsi frequentemente con la propria famiglia. Compiuti gli studi tecnici di geometra a Messina, si iscrive alla facoltà di ingegneria a Roma, dedicandosi, subito dopo, allo studio del greco e del latino. Diventato funzionario del Genio civile, abbandona gli studi di ingegnere e viaggia in varie regioni d’Italia per lavoro. Nel 1930 durante un Viaggio a Firenze, grazie al cognato Elio Vittorini, entra in contatto con l ’ ambiente di “Solaria”; dove l'anno successivo pubblica la raccolta “Acque e terre”. La seconda raccolta poetica, Oboe sommerso, esce nel 1932. Successivamente vengono pubblicate: la raccolta “Ed è subito sera” (1942); “Giorno dopo giorno” (1947); “La vita non è sogno” (1949); “Il falso e vero verde” (1956); “La terra impareggiabile” (1958) e “Dare e avere” (1966). SALVATORE QUASIMODO Nel 1938 può finalmente dimettersi dal genio civile e nei primi anni della guerra consolida la sua notorietà: nel 1941 ottiene la cattedra di letteratura italiana "per chiara fama" presso il conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano. Nel 1959 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Muore a Napoli nel 1968. Quasimodo ha un sentimento tragico e desolato della vita. Il tema centrale delle sue poesie è appunto il senso della solitudine disperata dell’uomo moderno, che ha perduto la fede negli antichi valori e non ha più certezze a cui ancorarsi saldamente, un uomo che vive in un mondo sconvolto dalle guerre, offeso dalle dittature. Ne consegue una visione pessimistica della vita, priva di fiducia e di illusioni. La poetica di Quasimodo presenta due momenti distinti: il primo periodo ha carattere nostalgico nel contenuto ed ermetico nella forma. Sradicato dalla famiglia e dalla sua terra per ragioni prima di studio, poi di lavoro, e smarrito nel mondo delle grandi città, in Quasimodo si forma subito il complesso dell’esule, tormentato dalla nostalgia dell’infanzia remota, rimpianta come un’età d’innocenza e di serenità; e dalla nostalgia della Sicilia, rimpianta come una terra felice. Sotto l’influsso dei lirici greci la poesia di Quasimodo si fa più limpida, più personale e suggestiva, cosparsa da una dolce tristezza. Il secondo periodo della poesia ha carattere civile, umanitario e sociale nel contenuto ed essenziale nella forma. Quasimodo passa dallo sconforto e dal disimpegno alla denunzia della responsabilità degli uomini per il dolore del mondo e all’impegno per la costruzione di un mondo migliore. Il passaggio dal primo, al secondo periodo è determinato dalle tragiche vicende della seconda guerra mondiale, che con la sua follia omicida apre il cuore del poeta alla realtà storica e alla cronaca del proprio tempo, strappandolo dalla tematica ermetica ed orientandolo verso quella storica e sociale. Quasimodo non è più un ricercatore nostalgico dell’infanzia e delle terre lontane , bensì, diventa il giudice severo della sua epoca che denunzia e condanna le atrocità della guerra; compito che, come egli stesso affermò, spetta soprattutto ai poeti, i quali non possono assumere una posizione passiva nella società ma devono impegnarsi per modificarla. UOMO DEL MIO TEMPO Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga , con le ali maligne, le meridiane di morte, - T’ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all’altro fratello: “Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Salvatore Quasimodo “Uomo del mio tempo” è la poesia che chiude la raccolta “Giorno dopo giorno”; è una di quelle poesie che mostrano un Quasimodo diverso, non più cantore della solitudine e dell’angoscia esistenziale , ma volto a denunciare i mali del mondo, a fare della poesia uno strumento di rinnovamento della società. Infatti, nella poesia presa in esame, il poeta insorge contro gli orrori della seconda guerra mondiale, che ha messo gli uomini gli uni contro gli altri con una crudeltà e una ferocia mai vista prima. Nella prima parte della poesia (verso 1-13) Quasimodo si rivolge all’uomo contemporaneo e lo accusa di essere uguale all’uomo primitivo e selvaggio, quello che con la fionda lanciava le pietre contro gli animali e gli uomini per ucciderli. Anzi, dice il poeta, l’uomo del suo tempo è addirittura peggiore dell’uomo primitivo perché non si serve più della fionda, ma di armi sempre più sofisticate e micidiali. Ed è a quest’uomo che il poeta si rivolge, dicendogli di averlo visto nella carlinga dell’aereo (la parte dove siede il pilota) con le ali definite maligne perché il loro passaggio segnavano l’ora della morte per le persone che venivano colpite dalle bombe; - t’ho visto- dice, nel carro armato che sparava fuoco, presso le forche e le macchine di tortura. Quello descritto da Quasimodo è un uomo che , grazie al progresso scientifico, riesce a creare armi sempre più sofisticate che diventano nuovi strumenti di morte, egli è senza amore per il prossimo , senza compassione e rispetto per gli insegnamenti di Cristo. L’ uomo contemporaneo, prosegue il poeta, ha ucciso ancora, come sempre ha fatto nella storia, con la stessa ferocia bestiale con cui i suoi antenati nella preistoria uccisero gli animali quando l’uomo comparve sulla terra. Tutto il sangue che viene versato a causa delle guerre ha lo stesso odore di odio di quello versato da Caino, quando, con l’inganno invitò nei campi il fratello Abele e lo uccise. Il suono di quella voce ingannevole, spietata è giunta fino all’uomo di oggi , è penetrata nella sua vita, facendogli versare altro sangue fraterno. Nella seconda parte della poesia (verso 14- 17) il poeta si rivolge alle nuove generazioni, ai figli di quelli che hanno combattuto l’ultima guerra, invitandoli a dimenticare le nuvole di sangue evaporate dalla terra sconvolta dai feroci massacri, a dimenticare i loro padri colmi di odio e di crudeltà. Le loro tombe sono sommerse dalle ceneri che si sono originate dalle distruzioni della guerra, toccherà gli uccelli neri, simboli di morte, ovvero gli avvoltoi che divorano i cadaveri, e al vento che soffia la cenere delle distruzioni, cancellare le tracce della loro esistenza. Dimenticare i padri significa per Quasimodo, non ripetere più le loro gesta abominevoli e crudeli, significa dar vita a un’era di pace e di amore. Attraverso questa poesia l’autore ha denunciato le atrocità della guerra, la ferocia e la crudeltà dell’uomo che è stato capace di atti disumani. L’unica cosa che non è stata distrutta dalla guerra è la speranza, la fiducia nelle nuove generazioni di uomini capaci di non ripetere più gli stessi errori di chi li ha preceduti. La poesia di Quasimodo diventa, quindi, un inno di pace e di fratellanza tra gli individui e tra i popoli. Primo Levi è uno scrittore che si distingue nel panorama della letteratura italiana perché la sua vita è stata segnata da un’esperienza tragica: la deportazione nel campo di concentramento d’Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale. Primo Levi nacque a Torino nel 1919 da una famiglia di origini ebree; nonostante le difficoltà creategli dalle leggi razziali, emanate nel 1938, riuscì a laurearsi in ingegneria a pieni voti nel 1941. Levi era un antifascista e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unì a un gruppo di partigiani, ma ben presto venne arrestato e inviato in un campo di concentramento di Fossoli presso Modena, da qui, nel febbraio del 1944, è deportato nel campo di Buna-Monowitz, lager satellite del complesso di Auschwitz ,in Polonia. Qui rimane per circa un anno, finché il 27 gennaio del 1945 il campo fu raggiunto e liberato dalle truppe sovietiche. Essendo scampato allo sterminio, Levi sente il dovere di testimoniare la realtà dei campi nazisti, di scrivere anche a nome di tutti gli altri che sono morti. Da quest’esigenza nasce il romanzo-testimonianza “Se questo è un uomo”, pubblicato nel 1947. Nonostante i successi letterali e l’attiva partecipazione alla vita del suo tempo, Levi non è mai riuscito a dimenticare l’angoscia del Lager. È stata probabilmente la ferita insanabile prodotta da questa dolorosa esperienza a spingere al suicidio lo scrittore torinese che si è tolto la vita nel 1987. PRIMO LEVI La tragica esperienza della deportazione nel campo di concentramento, viene raccontata d a Primo Levi, nel brano : “La demolizione di un uomo” , tratto dal secondo capitolo del romanzo “Se questo è un uomo”, un’opera della testimonianza e insieme un documento storico scritto ,come afferma l 'autore, per rendere partecipe «gli altri» delle crudeltà che si consumavano all'interno dei lager nazisti. Primo Levi, infatti, è uno “ARBEIT MACHT FREI “ dei pochi superstiti che si fa portavoce di una realtà umana crudele, ma realmente accaduta, quella d ei IL LAVORO RENDE LIBERI cosiddetti campi di concentramento o per riprendere le parole dell’autore“campi di annientamento”. In questo brano viene descritto il momento dell'arrivo al campo vero e proprio; nel lager, i deportati , persi nei loro pensieri, presi da mille domande, da ipotesi continue che per quanto catastrofiche, non si avvicinano neanche lontanamente alla verità, si ritrovano in pochissimo tempo rasati e tosati da quattro uomini vestiti con pantaloni e giacche a righe, che avevano su ogni casacca, un numero cucito sul petto. Nudi e tosati i deportati vengono condotti nelle docce per essere disinfettati. In questo clima di ordine apparente, giunge un medico ungherese, un criminale, che parla un italiano stentato e spiega loro il meccanismo incomprensibile di funzionamento del campo in cui si trovano, ovvero il campo Buna a Monowitz, vicino Auschwitz, dove dovranno lavorare in una fabbrica di gomma. Ad un tratto suonò una campana a cui seguì la doccia calda; poi, i deportati, a cui vennero dati vestiti e scarpe, si trovarono a correre, nudi e scalzi sulla neve, per raggiungere una baracca, dove gli venne concesso vestirsi. Levi non riesce a trovare le parole per esprimere ciò che è accaduto, forse nemmeno esistono delle parole che possano esprimere questa terribile offesa che porta alla demolizione di un uomo. Non esiste una condizione più misera, né è pensabile trovarsi più in fondo di così. Nulla più gli appartiene, gli hanno tolto i capelli, i vestiti e addirittura il nome. Il suo compito sarà: lavorare, mangiare, dormire, obbedire. Il suo intento: sopravvivere. Levi fa riflettere su quanto siano importanti le piccole cose della quotidianità, gli oggetti più semplici come una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. Non si può nemmeno immaginare di venire privati di questi oggetti perché fanno parte di noi. Ma quello di cui sono stati privati i deportati all’interno dei lager sono le persone amate, la casa, le proprie abitudini, tutto ciò che si possiede; ciò li farà diventare uomini vuoti, privati della dignità, della loro stessa identità . L’inferno del Lager manifesta la sua finalità nell’annientamento di ciò che fa l’uomo uomo : a sua ragione, la sua umanità. Sottoposti a qualsiasi tipo di crudeltà, l’unica cosa che rimane da fare è: “giacere sul fondo”. Ciò che rende unica l’opera di Levi è l’assenza di emotività; l’autore, infatti, scrive con una lucidità tale che riesce a farci "sentire" e "toccare con mano" le proprie sensazioni, presentandoci un allucinante quadro di orrori e di sofferenze, che non vuole ridursi a un tragico lamento, ma vuole essere un invito a conoscere, a meditare e riflettere affinché nella storia dell’uomo non si ripetano più le condizioni che hanno permesso la nascita e l’affermarsi di un’ideologia come quella nazifascista. Il “rock and roll” è un genere musicale originatosi negli Stati Uniti, negli anni cinquanta e in seguito diffusosi rapidamente in tutto il mondo. Questo genere musicale nacque, inizialmente, come musica da ballare con uno stile specifico di danza derivata dal boogie-woogie, ballo di origine afro-americana molto diffuso nell’immediato dopoguerra; ed è l’ espressione musicale tipica del mondo giovanile. Il rock and roll, infatti, era considerato la musica dei ragazzi neri e successivamente fu adottato dai bianchi favorendo così l’emancipazione degli adolescenti e un avvicinamento tra bianchi e giovani di colore. Questo genere musicale fece scandalo perché era un ballo sfrenato; derivava dalla musica jazz dei neri , in un momento in cui i pregiudizi razziali erano ancora molto forti; ed infine era la musica dei giovani trasgressivi. Ma proprio per la sua carica rivoluzionaria ebbe un grandissimo successo. Rappresentate tipico di quest’epoca fu Elvis Presley , un cantante americano che ebbe successo sia nel mondo discografico che nel cinema; interpretando a Hollywood ben 35 film musicali. Il cinema contribuì molto alla diffusione del rock e fu proprio un film del 1955 “BLACKBOARD JUNGLE” a lanciare il primo grande successo. IMMAGINI ROLLING STONES ELVIS PRESLEY INTRODUZIONE Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, l’Italia era ancora una monarchia. Ma il 2 giugno 1946 il popolo italiano è chiamato alle urne per scegliere tra monarchia e repubblica e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente. Per la prima volta nella storia le votazioni si svolsero a suffragio universale maschile e femminile. I risultati del referendum diedero la vittoria alla Repubblica, così iniziarono i progetti della Costituzione nel 1947, e il 1° gennaio del 1948 entrò in vigore la Costituzione Italiana,formata da 139 articoli. Essa è divisa in quattro sezioni: principi fondamentali, parte prima, parte seconda e 18 disposizioni transitorie e finali. L’articolo 11 “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. COMMENTO L’articolo 11 della Costituzione italiana, in realtà, esprime un orientamento morale di condanna e completo rifiuto di impegnare la guerra ai fini della conquista, come strumento che limiti la libertà altrui e possibile soluzione dei conflitti fra i popoli. La guerra dunque è ammessa solo per difesa e in nessun caso per attacco. l’Italia accetta, infatti, di limitare la propria sovranità a favore delle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la giustizia. Ogni Stato è sovrano, ma quando si tratta di questioni internazionali, l’Italia aderisce alle decisioni delle organizzazioni internazionali, come l’ ONU , che mirano alla pace; perciò limita il suo potere decisionale per lasciare che siano queste organizzazioni a trovare le soluzioni migliori sulla base degli accordi equi, della cooperazione e della solidarietà internazionale. È importante non interpretare questo articolo come rifiuto della guerra inteso come rinuncia al diritto e al dovere di difendere il proprio territorio nazionale. Ma allo stesso tempo, non bisogna giustificare e legittimare (come accade sempre più spesso nella società odierna) interventi militari mascherati nelle cosiddette “missioni di pace” fatte nei territori di uno Stato che non li ha richiesti. L’appellativo di pace, purtroppo, non impedisce al “nemico”di attaccare distinguendo tra soldati di pace e non. Credo sia molto importante condividere l’idea di dover usare le armi solo per difesa e non per attacco, di preferire il dialogo e il confronto alla violenza e alla distruzione. La storia, infatti, ci ha dimostrato quanto l’uomo può essere crudele nei confronti dei suoi simili, è importante quindi rispettare questo articolo per garantire la pace nazionale, ma soprattutto internazionale. By the late 1930 Europe was sliding towards another war after the First World War. Germany was ruled by Adolf Hitler and his Nazis. Hitler wanted Germany to be powerful again after the defeat of the First World War. He built up a strong army and began to invade weak countries nearby. In September 1939, the Germans invaded Poland. Britain and France declared war on Germany. In May 1940 Winston Churchill became British Prime Minister. He stirred the people with his strong faith in victory. In June 1940, after the defeat of France, Germany prepared to invade Britain. Germany leaders felt it was essential to destroy the British air force to stop it sinking the ships that would carry German soldiers across the channel. In August ,1940 the German air force began its bomber attacks on British airfields, harbours, and over 500 pilots were killed. This period is known as the Battle of Britain the German air force tried to destroy the Royal Air Force. October 31st, 1940, is considered to be the end of the Battle of Britain after the Royal Air Force caused damage to the German air force. The Americans helped the British against Germany and Italy. In July 1943 the Allies invaded Italy. The Italians surrendered, but the Germans fought on. At the sometime, the US Air Force joined the Royal Air Force in a series of raids on German cities. The Allied planned a return to France. Troops in Britain trained for D-Day. Within a few weeks, France and Belgium had been freed. The Allied marched on into Germany in early 1945. Berlin feel in April and Hitler killed himself. The war ended on 14th August 1945. It is estimated than 50 millions people lost their lives during the Second World War. “ROYAL AIR FORCE” Il Cubismo è un movimento pittorico nato a Parigi nel primo decennio del '900 ad opera di Picasso e Braque . I precedenti culturali del cubismo sono individuati nella ricostruzione della natura e dello spazio per mezzo dei volumi da parte di Cézanne e nella progressiva ricerca di una rappresentazione volta a rivelare visivamente l'essenza delle cose con una forte tendenza all'astrazione dall'apparenza da parte dei postimpressionisti. Per il Cubismo, l’artista nel dipingere un oggetto, non deve riprodurlo come lo vede, ma come lo conosce, ovvero come questo è stato interiorizzato dall’artista stesso. Per tale motivo i cubisti non rispettano i metodi tradizionale di rappresentazione, quali la prospettiva, il chiaro scuro, i principi di simmetria e di equilibrio. Il loro intendo è quello di semplificare le forme delle cose in volumi geometrici puri come cubi, coni, cilindri. Nella creazione di un opera, l’artista cubista segue sempre un preciso processo logico. Ovvero : •come vede le cose: immagina di vederle da più dimensioni, per comprenderne anche le parti nascoste. •Come dipinge l’oggetto: la tridimensionalità dell’oggetto viene rappresentata accostando o sovrapponendo parzialmente parti di un oggetto. •Che cosa ottiene: la rappresentazione simultanea dell’oggetto. L’artista raffigura anche la dimensione temporale necessaria affinché la forma del’oggetto si fissi nella nostra coscienza. “IL CASTELLO A LA ROSHE-GUYON” Nel Cubismo si possono individuare tre fasi: 1. Cubismo originario (1907-1909): i volumi e lo spazio sono semplificati e resi come fossero solidi geometrici. I temi più frequenti di questo periodo sono paesaggi e composizioni di oggetti usuali. Un’ importante opera di questo periodo è appunto “Il Castello a La Roche-Guyon” di Braque. 2. Cubismo analitico (1909-1912): gli oggetti vengono guardati da vari punti di vista, sopra, sotto, dentro, fuori, di profilo e rappresentati contemporaneamente sulla tela. L’attenzione del pittore è rivolta soprattutto alla struttura della forma,per cui il colore perde il suo valore descrittivo diventando neutro e non c'è più distinzione fra figura e sfondo. 3. Cubismo sintetico (1912-1916): si passa dall'analisi delle forme dai vari punti di vista ad una sintesi di ciò che l'artista vede. L’oggetto viene scomposto e ricomposto secondo il principio della visione simultanea. Le immagini sono semplificate, ridotte ad elementi essenziali. Vengono introdotti nell'opera elementi concreti quali pezzi di carta da giornale, spartiti musicali e materiali vari: nasce la tecnica del collage. Pablo Picasso è considerato come il pittore più celebre del XX secolo, oltre che il fondatore del Cubismo. Egli nacque nel 1881 a Malaga, in Spagna. Nei primi anni della sua formazione artistica, il giovane Picasso ebbe come eccellente maestro il padre, pittore e professore di disegno, che intuisce il genio precoce del figlio . A soli quattordici anni, infatti, venne ammesso all'Accademia di Belle Art i di Barcellona. Due anni dopo Pablo Picasso si trasferisce all‘ Accademia di Madrid . Nel 1900 effettua il PABLO PICASSO suo primo viaggio a Parigi dove vi si stabilì definitivamente nel 1904. Dal 1901 al 1904 Picasso avviò il processo di progressiva semplificazione delle forme e dei colori, sviluppando quello che più tardi verrà definito il suo «periodo blu». Il nome a questo periodo deriva dal fatto che l’artista usava dipingere in maniera monocromatica, utilizzando prevalentemente il blu in tutte le tonalità e sfumature possibili. I soggetti erano soprattutto poveri ed emarginati, i quali venivano ritratti a figura intera, in posizioni isolate e con aria mesta e triste. Dal 1905 alla fine del 1906, Pablo Picasso schiarisce la sua tavolozza, utilizzando le gradazioni del rosa che risultano più calde rispetto al blu. Inizia quello che verrà definito il «periodo rosa», nel quale è presente un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. I soggetti privilegiati sono saltimbanchi, acrobati o comunque personaggi legati al mondo del circo. La svolta cubista avvenne nel 1907 con l’opera “Les demoiselles d’Avignon”, in cui vengono rappresentate cinque figure femminili disposte in assoluta libertà entro uno spazio frammentato, i volumi e i piani sono scomposti e ricomposti in modo bidimensionale. È in questo periodo che incontra Braque ed è proprio grazie alla loro collaborazione che il Cubismo si affermò nel panorama artistico. La fase cubista (che durerà circa 10 anni) è un periodo di grande sperimentazione, in cui Picasso rimette in discussione il concetto stesso di rappresentazione artistica. Il pittore appare sempre più interessato alla semplificazione della forma , per giungere al segno puro che contiene in sé la struttura della cosa e la sua riconoscibilità concettuale. Nel 1917, anche a seguito di un suo viaggio in Italia, Pablo Picasso imprime al suo stile una inversione totale. Abbandona quindi la sperimentazione per passare ad una pittura più tradizionale, dove le figure divengono solide e quasi monumentali. Negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale Pablo Picasso si dedicò con impegno anche alla “ LES DEMOISELLES D’ AVIGNON” ceramica e alla scultura. Morì nel 1973 all'età di novantadue anni. G U E R N I C A L’ opera più celebre di Picasso è «Guernica», considerata anche come una delle opere più simboliche di tutto il Novecento. La tela, realizzata nel 1937, è stata ispirata dal bombardamento della cittadina di Guernica ad opera dei tedeschi alleati col il generale Franco, contro il governo repubblicano spagnolo, durante la seconda guerra mondiale. Le grandi dimensione della tela( 3x8 m )infatti, mettono in evidenza l’enormità dell’evento. Il dipinto ha un forte significato simbolico: il toro posto in alto a sinistra, rappresenta il Minotauro , figura mitica e simbolo di bestialità emblema della furia della guerra, mentre il cavallo è simbolo del popolo ferito. La violenza e la sofferenza traspaiono esplicitamente guardando, sulla sinistra dell'opera, la madre che grida al cielo, disperata, con il figlio senza vita tra le braccia; la lampada ad olio in mano ad una donna al centro dell'opera, indica la ragione che non comprende il bombardamento e la distruzione; la colomba a sinistra, simbolo della pace, ha un moto di strazio prima di cadere a terra, mentre, a destra, si può osservare l'altra figura apparentemente femminile che fugge con le braccia alzate dalla sua casa in fiamme, accanto uomo in ginocchio che implora aiuto a Dio. In basso nel dipinto c'è un cadavere che stringe una spada spezzata simbolo della sconfitta dell’uomo; ma accanto alla sua mano sorge un pallido fiore quasi a dare speranza per un futuro migliore. Il dramma rappresentato dall’opera si coglie nelle deformazioni dei corpi e dei volti dei personaggi e dall’uso di colori nelle gradazioni del grigio per evidenziare ,appunto, la mancanza di vita; anche lo spazio è compresso come snaturato tipico dell’arte cubista. Attraverso questo quadro Picasso è riuscito a rappresentare in modo unico il senso di violenza e di dolore che il dramma della guerra ha generato. Il Giappone è situato nell’ Estremo Oriente del continente Asiatico; è bagnato nella parte est, da nord a sud, dall’ Oceano Pacifico, a ovest dal Mar del Giappone. I caratteri che compongono il nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole nascente o il Paese del “Sol levante”. Il Giappone è un arcipelago composto da 6852 isole . MONTE Le 4 isole più grandi sono: FUJI 1. Hokkaido, la seconda per superficie, ma ha la minore densità di popolazione; 2. Honshu, è la più estesa; 3. Shikoku, la minore tra le quattro; 4. Kyushu, la più meridionale e industrializzata per i suoi grandi giacimenti di carbone. Nell’ isola di Honshu si trovano le Alpi Giapponesi, il massiccio più importante e più elevato dell’ arcipelago che comprende cime che superano i 3.000 m ; il monte più alto è il Fuji, un vulcano ancora attivo. Il Giappone è colpito da frequenti terremoti, tsunami e tifoni. Il territorio ha una struttura prevalentemente montuosa, molti dei rilievi sono vulcani e più di cinquanta sono ancora attivi. Per quanto riguarda le pianure, la più estesa è quella di Kanto, nell’isola di Honshu. Il territorio è ricco di acque anche se i fiumi hanno un corso breve. Quelli più lunghi sono il Tone e il Kitakoui che sfociano nel Pacifico e lo Shimano che sfocia nel Mar del Giappone. I laghi sono numerosi, il più lungo è il Biwa. Le coste del Pacifico sono ben articolare, verso est il litorale è alto e frastagliato, con profonde insenature che ospitano grandi centri portuali. A ovest il litorale è regolare, basso e sabbioso. Il clima del Giappone è generalmente temperato, ma data la grande estensione dell’arcipelago giapponese si registrano climi diversi da nord a sud. Ci sono estati brevi e miti con inverni lunghi e rigidi verso il nord del Giappone, grazie ai venti provenienti dal Siberia. Invece nella parte meridionale, le estati sono calde e umide e gli inverni miti. CARTINA GEOGRAFICA DEMOGRAFIA Per quanto riguarda la demografia, i principali gruppi etnici presenti in Giappone sono: 99,4% Giapponesi e il restante 0,6% è composto prevalentemente da Coreani, Cinesi e Filippini. Il tasso di mortalità è fra i più bassi al mondo, ma il tasso di natalità altrettanto limitato determina una diminuzione effettiva della popolazione e un suo progressivo invecchiamento. LINGUA E RELIGIONI La lingua nazionale è il giapponese , parlato dalla quasi totalità degli abitanti nati nell’ arcipelago; abbastanza diffuso tra la popolazione, soprattutto nelle grandi città, è l’inglese. Le religioni principali sono lo Shintoismo (83,9%) basato sull’ amore per la natura e sul ricordo degli antenati ; e il Buddismo (71,4%); i cristiani sono una minoranza (2%). Vi sono piccole comunità di musulmani, perlopiù immigrati. SANTUARIO LO STATO Fino all’ epoca moderna, il Paese fu retto da un sistema simile al feudalesimo e l’ imperatore era considerato di origine divina. Oggi il Giappone è una monarchia costituzionale, in cui l'Imperatore ha compiti quasi esclusivamente rappresentativi. Il potere legislativo è esercitato dalla Dieta, composta da due Camere: la Camera dei Consiglieri e la Camera dei Rappresentanti. Il potere esecutivo spetta al governo, responsabile verso la Dieta ma formalmente investito dall'Imperatore. La massima autorità del potere esecutivo è il Primo Ministro. IMPERATORE AKIHITO E L’IMPERATRICE MICHIKO LE CITTA’ Le aree urbanizzate si concentrano lungo le coste dove le città sono sorte in corrispondenza delle zone pianeggianti e coltivabili, sviluppandosi poi come centri portuali e industriali. La capitale è Tokyo, centro finanziario e commerciale del paese; ha più di 105 università, 50 stazioni ferroviarie, grattacieli di acciaio e vetro . L 'agglomerato urbano raggiunge quasi i dodici milioni di abitanti. Altre grandi città sono: Yokohama, porto e cantiere navale di primaria importanza; Osaka, terza città del paese, è un importante porto e scalo aeroportuale, nonché tra i principali centri finanziari del paese; Kyoto, nota soprattutto per le attività nel campo della produzione di oggetti d'arte, tra cui la tessitura e la stampa della seta. L’unità monetaria è lo yen. O S A K A T O K Y O YOKOHAMA AGRICOLTURA E PESCA L’agricoltura ha una funzione secondaria, ma il prodotto è elevato e soddisfa i 3/4 della domanda interna di generi alimentari . Le colture più diffuse sono : riso, orzo e frumento, patate e patate dolci, barbabietole da zucchero, canna da zucchero, mandarini, cavoli, cipolle; in misura minore vengono coltivati anche meloni, pomodori, cocomeri, mele, pesche, pere e altri agrumi, soia, tè e tabacco. Data l’esiguità del terreno coltivabile, l’ allevamento è scarso. Importante è la produzione di legname, dato che circa 2/3 del Giappone è ricoperto di foreste. Il pesce è uno degli alimenti principali dei giapponesi, secondo solo al riso, quindi la pesca costituisce un industria di grande importanza, destinata anche all’esportazione. Il Giappone possiede una delle maggiori flotte di navi da pesca del mondo ; si pescano soprattutto sardine, gamberetti, calamari, sgombri, , salmoni, tonni e granchi. Rilevante è anche la raccolta di alghe marine, usate per scopi farmaceutici ma anche soprattutto alimentari. Sulle coste delle isole meridionali si pratica la coltivazione delle perle. L’allevamento dei bachi da seta ha un’importanza nazionale, essendo il Giappone al secondo posto, anche se la produzione della seta è in calo perché richiede molta manodopera. Viene ancora praticata la caccia alla balena. CACCIA ALLE BALENE RISORSE MINERARIE ED ENERGETICHE Il Giappone ricava dal suolo vari minerali, ma in scarsa quantità. Solo il carbone è abbondante. Prima della seconda guerra mondiale otteneva materie prime dai possedimenti che aveva nel continente, ora deve acquistarle sul mercato internazionale, dove importa grandi quantità di petrolio, minerali grezzi e prodotti agricoli. La produzione di energia elettrica dipende per il 10% da fonti idroelettriche, per un terzo da centrali nucleari e per il resto da centrali termoelettriche alimentate da petrolio importato. CENTRALE IDROELETTRICA L’ECONOMIA Nella seconda metà del novecento, il Giappone è salito al secondo o terzo posto tra le potenze industriali del mondo, pur partendo da posizioni svantaggiate, poiché era stato sconfitto e devastato nella Seconda Guerra Mondiale, colpito da due bombe atomiche, occupato da truppe USA. Il Giappone deve il suo successo a una elevatissima produzione industriale, al cospicuo volume delle esportazioni e a una politica di risparmio nazionale molto accentuata. Inizialmente si sviluppata un’ industria leggera, come l’industria tessile e successivamente anche un’industria metallurgica, chimica, petrolchimica, navale ed elettronica. Vengono prodotti: videoregistratori, condizionatori d’ aria, videocamere, orologi, macchine fotografiche, computer, fotocopiatrici, pianoforti e chitarre. Particolarmente proficua è l’industria automobilistica che ha invaso i mercati di tutto il mondo con ditte come la Mitsubishi, Hyundai e la Toyota. Uno dei progressi è stato il livello d’ istruzione, non ci sono analfabeti. Le importazioni sono ingenti. Le vie di comunicazioni sono molto sviluppate sull’asse costiero, mentre i collegamenti tra la costa occidentale e quella orientale sono relativamente scarsi. La rete ferroviaria è molto efficiente. DOPO LA CRESCITA, UNA CRISI? Come tutti i paesi avanzati, il Giappone si trova ad affrontare oggi una crisi economica profonda. Specie le banche e l'industria sono in questi ultimi mesi in forte rallentamento, con ripercussioni a livello sociale. Le aspettative pessimistiche trovano fondamento nell'andamento delle esportazioni giapponesi che, a causa della crisi globale, hanno portato a forti tagli alla produzione delle aziende nipponiche, soprattutto di quelle automobilistiche e dell'elettronica. La massiccia diminuzione di domanda sui mercati esteri (America ed Europa) ha costretto i complessi industriali a diminuire la produzione e, di conseguenza, a procedere al licenziamento degli operai a tempo, giapponesi e stranieri. Nella sola industria automobilistica oltre 30.000 persone hanno già perso il lavoro. La sfida che ora il Giappone deve affrontare è quella di impegnarsi per contribuire a creare un nuovo ordine economico, e superare la crisi in modo originale. Per arginare la crisi e combattere la disoccupazione è stato avviato, di recente,un progetto per trasferire nelle campagne i giovani disoccupati. L'obiettivo non e' solo trovare un lavoro alternativo ma incoraggiare l'agricoltura. DEFINIZIONE IL DOPING E LA SUA STORIA Il doping è l'uso (o abuso) di sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta. II ricorso al doping è un'infrazione sia all’ etica dello sport, sia a quella della scienza medica. Sono diverse le possibili origini della parola “doping”. Una di queste è “dope”, bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali del sud Africa nel XVIII secolo. Il doping sembra un fenomeno moderno, invece le sue origini sono molto antiche. Si narra che gli atleti dell’antica Grecia, durante le olimpiadi, assumessero delle sostanze per migliorare l'aggressività e la prestazione fisica. In epoca romana animali e schiavi erano considerati sullo stesso piano negli spettacoli; nelle corse dei carri infatti, i cavalli venivano drogati per rendere più avvincente la competizione; ed analogamente i lottatori nell' arena venivano dopati per aumentare l'aggressività . Ma il termine "Doping" si diffuse soprattutto nei primi del 900 negli ippodromi per indicare la stimolazione illecita degli animali durante le gare. Il termine venne poi esteso anche in campo umano e soprattutto in quello sportivo . Esso, infatti, consiste nel ricorso a mezzi illegali o all'assunzione di droghe, ovvero sostanze chimiche proibite dalle autorità sportive, in quanto accrescono artificiosamente la prestazione e l'efficienza agonistica e combattendo la fatica. Il doping, quindi, è il principale responsabile della perdita dello spirito agonistico, il quale dovrebbe rispettare quei valori che spingono un atleta a confrontarsi con se stesso e con gli altri. REGOLAMENTAZIONE DIFFUSIONE I regolamenti sportivi vietano il doping, regolamentando strettamente le tipologie e le dosi dei farmaci consentiti, e prescrivono l'obbligo per gli atleti di sottoporsi ai controlli antidoping, che si effettuano mediante l'analisi delle urine e in alcuni casi anche del sangue. Gli atleti che risultano positivi alle analisi vengono squalificati per un periodo più o meno lungo. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha istituito un'apposita agenzia, la WADA, che si occupa della lotta al doping. Negli ultimi anni in Italia e altri paesi il doping è diventato un reato penale, sotto la fattispecie della frode sportiva. Il 14 dicembre del 2000, è stata varata la legge n. 376 "Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping" che permette di colpire più efficacemente una pratica che in precedenza era sanzionabile solo sul piano sportivo. È punibile sia l'atleta che fa uso di sostanze dopanti, sia il medico che le prescrive o somministra, sia chi fa commercio dei farmaci vietati. I paesi dell'Europa dell'est sono precursori in questo campo, applicando il doping in maniera sistematica nel periodo che va dagli anni ’50 agli anni ’80 soprattutto sugli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Poco si sapeva degli effetti collaterali dati dalle sostanze somministrate agli atleti, mentre evidenti erano i miglioramenti in termini di struttura fisica e risultati agonistici, specialmente per le atlete donne che venivano "trattate" con ormoni maschili. Ciò ha portato a gravi danni fisici e psicologici per molti atleti e c'è anche chi addirittura come la pesista Heidi Krieger è stata costretta visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico a diventare uomo. Casi particolarmente clamorosi di doping sono stati quello di Ben Johnson, squalificato ai Giochi olimpici di Seul nel 1988 dopo aver vinto la corsa dei 100 metri piani e stabilito il nuovo record del mondo (che venne annullato), quello di Marco Pantani, escluso dal Giro d’Italia del 1999 alla vigilia della penultima tappa mentre era largamente in testa alla classifica. LE SOSTANZE DOPANTI Tra le sostanze più usate ci sono gli steroidi anabolizzanti che hanno caratteristiche simili agli ormoni sessuali maschili; il testosterone è il composto maggiormente usato. L'assunzione di ormoni steroidei induce un aumento della massa muscolare e questo, a sua volta, consente di affrontare allenamenti più pesanti. Usata per combattere il diabete, l’ insulina viene spesso utilizzata da persone sane come sostanza anabolizzante. Gli stimolanti (efedrina, caffeina) agiscono sul sistema nervoso, e vengono usati per migliorare le prestazioni fisiche ed aumentare la competitività degli atleti. Nel bodybuilding i diuretici vengono utilizzati per ridurre lo spessore dello strato sottocutaneo, ed evidenziare ulteriormente il muscolo. I RISCHI PER LA SALUTE Le sostanze dopanti sono spesso nocive per la salute. Gli sportivi devono fare i conti con numerosi effetti collaterali quali depressione, problemi cardiaci, diminuita risposta immunitaria, tumori, ulcera, osteoporosi ed obesità.. Gli stimolanti, per esempio, in caso di abuso, possono portare ad uno scompenso cardiaco, dovuto principalmente all'aumento di battiti e di pressione e possono provocare dipendenza. Anche gli analgesici servono per alleviare il dolore che potrebbe inficiare la prestazione sportiva dopo un incidente o un trauma sono sicuramente pericolose, perché danno assuefazione. Gli anabolizzanti possono arrecare danni al sistema cardiocircolatorio, impotenza e sterilità. IMMAGINI LE CELLULE DEL SISTEMA NERVOSO: I NEURONI IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE I SEGNALI NERVOSI E IL LORO PERCORSO IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO L’uomo, come ogni altro essere vivente, è in costante relazione sia con il mondo esterno che lo circonda, sia con l’ambiente interno dai quali riceve segnali e stimoli di varia natura. La capacità di elaborarli e rispondere ad essi in maniera adeguata dipende dalla più complessa delle strutture che l’ organismo possiede: il SISTEMA NERVOSO. Tutti gli animali dispongono di sistemi di trasmissione nervosa, ma nell’uomo il sistema nervoso ha raggiunto il massimo livello di specializzazione. Il sistema nervoso è costituito da oltre 100 miliardi di cellule specializzate chiamate “neuroni”: essi rappresentano le unità fondamentali il cui compito è quello di trasmettere le informazioni sotto forma di impulsi nervosi. Il neurone è dotato di una zona centrale, detta corpo cellulare, e di un lungo prolungamento detto assone che trasporta gli stimoli nervosi alle varie parti dell’organismo. Dal corpo cellulare fuoriescono brevi prolungamenti ramificati, chiamati dendriti, che, viceversa,conducono verso il corpo cellulare del neurone gli impulsi in arrivo da altri neuroni. Gli assoni sono normalmente avvolti da una guaina bianca lipoproteica (formata da lipidi legati a proteine), la guaina mielinica, costituita dalle cellule di Schwann, di forma appiattita e disposte una accanto all'altra per tutta la lunghezza degli assoni. La guaina protegge l'assone e aumenta la velocità di conduzione degli impulsi nervosi. Ogni assone rivestito da una guaina protettiva costituisce una fibra nervosa. L’insieme di più fibre nervose, a loro volta racchiuse in una guaina protettiva, costituisce un nervo, ovvero cordoni di tessuto nervoso lungo i quali viaggia il segnale nervoso. Le caratteristiche fondamentali di un neurone, quindi, sono: •L’ ECCITABILITA’ che consiste nella proprietà del neurone di reagire a uno stimolo, generando un segnale elettrico. •LA CONDUCIBILITA’consiste nella proprietà dei neuroni di condurre il segnale elettrico. I neuroni comunicano continuamente tra di loro tramite particolari strutture chiamate sinapsi, poste alle estremità dei prolungamenti. Le sinapsi permettono il passaggio degli impulsi nervosi da un neurone a l’altro grazie alla liberazione di alcune sostanze chimiche particolari dette neuromediatori, che fungono da intermediari. I neuroni, a differenza di tutte le altre cellule del corpo umano, non sono in grado di riprodursi, quindi i collegamenti fra i vari neuroni, interrotti in seguito a lesioni, non possono essere riattivati. STRUTTURA DEL NEURONE S I N A P S I Il segnale elettrico generato in risposta ad uno stimolo, come abbiamo detto,costituisce un segnale nervoso. Ma in che cosa consistono, esattamente, questi segnali? Si tratta di impulsi costituiti, in sostanza, da cariche elettriche in movimento, che generano piccole correnti in grado di spostarsi da un neurone ad un altro: in questo senso, è molto semplice immaginare il sistema nervoso come un immenso circuito elettrico percorso, in ogni secondo, da miliardi di piccole correnti. Gli impulsi elettrici che provengono dall’interno o dall’ambiente esterno vengono percepiti da apposite strutture chiamate recettori che li trasformano in segnali di natura elettrica. Dal recettore il segnale risale lungo gli assoni dei neuroni sensori. Le fibre nervose formate dall’associazione di assoni di questo tipo di neuroni prendono il nome di fibre afferenti che trasportano i segnali dalla periferia al sistema nervoso centrale. Gli impulsi che invece il sistema nervoso trasmette agli organi periferici che eseguiranno il comando viaggiano lungo i neuroni motori. Le fibre nervose formate dall’associazione di assoni di questo tipo di neuroni prendono il nome di fibre efferenti che trasportano i segnali dal sistema nervoso centrale alla periferia. Esistono, infine, i neuroni associativi detti anche interneuroni che collegano i neuroni sensori con quelli motori, trasmettendo a quest’ultimi i segnali condotti dai primi. Il sistema nervoso è distribuito in tutto il corpo ed è divisibile in due grandi sottosistemi: 1. Il sistema nervoso centrale 2. Il sistema nervoso periferico Il sistema nervoso centrale è il centro direzionale e di controllo di tutte le attività del nostro corpo, che elabora e trasmette le informazioni provenienti dal mondo esterno o interno. Il sistema nervoso centrale è costituito dall’ encefalo e dal midollo spinale. L’encefalo è contenuto all’interno di una solida struttura ossea, la scatola cranica, che lo protegge dagli agenti esterni e da eventuali traumi. L’ encefalo è collegato ai vari organi mediante i nervi cranici, ed è diviso in tre parti strettamente connesse tra loro quali: •Cervello; CERVELLO •Cervelletto; •Bulbo o midollo allungato IL CERVELLO Il cervello è l’organo più importante del sistema nervoso centrale ed è il centro delle funzioni mentali superiori, come la memoria ed i processi di ragionamento. Esso è separato per mezzo di un grande solco centrale in due emisferi cerebrali : BULBO •emisfero destro responsabile della creatività e delle capacità artistiche. CERVELLETTO •emisfero sinistro che controlla il linguaggio. Il cervello è protetto da tre membrane dette meningi: la dura madre, la più esterna , l’aracnoide e la pia madre. Le meningi proseguono lungo il midollo spinale, avvolgendolo e proteggendolo. Il cervello è costituito da sostanza grigia all’esterno e da sostanza bianca internamente. La prima è formata dai corpi cellulari dei neuroni che costituiscono la corteccia cerebrale, mentre la sostanza bianca è formata dall’insieme delle fibre nervose. La corteccia cerebrale è percorsa da numerosi ripiegamenti detti circonvoluzioni cerebrali che la dividono in solchi o lobi: frontale, parietale, temporale, occipitale. Ciascuno di essi è responsabile di precise funzioni della nostra vita relazionale come l’apprendimento, la memoria, il giudizio e le attività sensoriali come la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il tatto. Nel lobo frontale si trova l’area associativa sede delle attività psichiche e delle attività di pensiero più elevata. IMMAGINI IL CERVELLETTO Il cervelletto, che si trova sotto al cervello, è diviso allo stesso modo in due emisferi ed è costituito esternamente dalla sostanza grigia e internamente dalla sostanza bianca. Il cervelletto esercita principalmente un’azione di controllo e di coordinazione dei movimenti volontari e dell’equilibrio del corpo. Esso ci consente di compiere movimenti semplici come alzare una sedia fino a quelli più complessi come eseguire un esercizio ginnico. IL BULBO Il bulbo si trova al di sotto del cervelletto, alla base del cervello. Esso collega il cervello e il cervelletto al midollo spinale , per tale motivo viene chiamato anche midollo allungato. Il bulbo contiene i centri nervosi che regolano automaticamente la frequenza cardiaca e il ritmo respiratorio. IL MIDOLLO SPINALE Il midollo spinale è un grosso cordone costituito da neuroni e fibre nervose, situato all’interno del canale vertebrale. Esso contiene una sostanza grigia interna e una sostanza bianca all’esterno. La sostanza grigia ha la forma di una farfalla o di una “H” , i bracci di questa figura sono detti corni rispettivamente anteriori e posteriori e da lì si originano le radici nervose che confluiscono in un unico nervo spinale. Le funzioni principali del midollo spinale sono: trasmettere gli stimoli sensoriali dalla periferia al cervello che li elabora e invia la sua risposta, attraverso il midollo spinale, agli organi periferici. Esso, inoltre è responsabile dei riflessi spinali automatici, cioè di quelle reazioni istintive nelle quali non interviene il cervello; questo tipo di risposta viene detto arco riflesso. SEZIONE DEL MIDOLLO SPINALE S I S T E M A N E R V O S O C E N T R A L E Il sistema nervoso periferico è costituito da nervi che si diramano dal sistema nervoso centrale verso la periferia del corpo. I nervi, cranici o spinali, svolgono quindi una funzione di collegamento, come una strada a doppio senso: trasportano, infatti, dal centro alla periferia gli stimoli originati dal sistema nervoso centrale necessari alla contrazione muscolare; in direzione opposta, ovvero dalla periferia al centro, portano avanti gli stimoli sensoriali raccolti dai recettori, e riguardanti, per esempio, la posizione del corpo nello spazio, il dolore, la vista . Il sistema nervoso periferico è composta da dodici paia di nervi cranici che partono dall’encefalo, e da trentun paia di nervi spinali che hanno origine nel midollo spinale. I nervi cranici sono costituiti da fibre sensitive come il nervo ottico o quello olfattivo; e da fibre motrici come i nervi oculomotori che permettono il movimento dell’occhio; altri ancora sono costituiti sia da fibre sensitive che motrici come il nervo vago. I nervi spinali sono tutti nervi misti. Al sistema nervoso periferico appartiene un sottosistema chiamato SISTEMA NERVOSO AUTONOMO , così chiamato perché da esso dipendono tutte quelle funzioni del nostro corpo che si svolgono autonomamente, senza l’intervento della nostra volontà., come il ritmo del cuore. Il sistema nervoso autonomo è suddiviso a sua volta in : •SISTEMA NERVOSO SIMPATICO presiede le funzioni che esigono lo stato di vigilanza e di allerta, compresi quei comportamenti di reazione di fronte ad un pericolo o ad un’emergenza. •SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO gestisce le funzioni quali la digestione degli alimenti. Questi due sistemi non lavorano separatamente ma insieme e le loro azioni sono spesso antagoniste, cioè sono opposte ma il risultato finale è dato dalla loro somma. Un esempio di questo meccanismo è rappresentato dalla regolazione del ritmo cardiaco: il parasimpatico svolge un’azione inibitrice mentre il simpatico aumenta l’attività cardiaca. I RECETTORI E GLI EFFETTORI Lungo la superficie interna del nostro corpo e negli organi di senso sono situati i recettori, strutture specializzate nella trasformazione del segnale ricevuto in segnale elettrico che viaggia lungo i nervi. Mentre i recettori presenti sulla superficie del nostro corpo ci informano su ciò che accade fuori di noi e lo comunicano al sistema nervoso centrale, i recettori presenti sulla superficie degli organi interni registrano, senza che ce ne accorgiamo, la regolarità del funzionamento degli stessi organi, comunicando al sistema nervoso centrale eventuali cambiamenti. L’impulso elettrico giunge alla periferia in corrispondenza dei muscoli e delle ghiandole, definiti organi effettori; I muscoli ad esempio, a seguito di un impulso nervoso possono contrarsi o rilassarsi, mentre le ghiandole possono secernere sostanze o non secernere più certe sostanze. I recettori sono i responsabili dei 5 sensi. IMMAGINI S I S T E M A N E R V O S O P E R I F E R I C O Les symboles de la République française . “Liberté, Égualité , Fratenité” Sa devise Elle remonte à la période qui suivit la Révolution française. Marianne Le buste d’ une jeune femme révolutionnaires français devint la représentation allégorique de la République française. Son buste est présent dans les mairies, sur les timbres et sur les pièces d’ euros. Son drapeau tricolore La Marseillaise C’ est l’hymne de la France. Composé après la Révolution par l’ officier strasbourgeois Rouget de Lisle, il fut chanté pour la première fois par des soldats de Marseille d’ où son nom. La démocratie: un idéal de justice et de liberté Qu’est-ce que la démocratie? Le terme <<démocratie>> vient du grec <<demos>>, <<peuple>>, <<pouvoir du peuole>>. La démocratie, c’est la liberté de fonder des partis politiques; l’organisation régulieré d’élections libres, sans fraudes ni trucages; le respect de la liberté d’opinion, de la liberté de la presse; le respect de la vie privée et de la dignité humaine. Il y à trois pouvoirs : exécutif , législatif et judiciaire. Le pouvoir executif Le Palais de l’ E’lysée En France, le pouvoir exécutif est exercé par le Président de la République, le Premier ministre et le gouvernement . Depuis 1965, le Président de la République, qui siége au Palais de l’ èlysée, est élu au tous les citoyens agés de plus de 18 ans. Depuis 2002, son mandat est passé de sept à cinq ans. Le Premier ministre forme à son tour un gouvernement, composé de ministres, qui se reunite à l’ Hòtel Matignon: Chacun d’ eux a la charge d’ une des grandes activtés du pays: éducation nationale, industrie, agricolture, finances, transports, affaires, justice. Députés et sénateurs Le pouvoir legislative est exercé par le Parlement qui se compose de deux assemblées: l’ Assemblée nationale et le Sénat . ce sont les députés qui forment l’ Assemblée nationale qui siége au Palais Bourbon. Ils sont élus pour cinq ans au suffrage universel direct. Ils votent les lois qui, pour etre adoptées, doivent etre approuvées par le Sénat. Les sénateurs, qui siégent au Palais du Luxembourg, sont élus pour neuf ans au suffrage universel par les députés , par les conseillers municipaux, généraux et régionaux. LE PALAIS DU LUXEMBOURG LE PALAIS BOURBN Tour accusé est présumé innocent Le pouvoir judiciaire est exercé par les magistrats , en démocratie, la justice est la meme pour tous. Son grand principe est que tout accusé, quelle que soit la gravité de l’accusation, est présumé innocent tant que sa culpabilité n’a pas été établie. Les institutions Premier Le Président de la République Ministre Les ministres L’ Assemblée nationale Le Parlement Le Sénat Les coinseillers municipaux Les conseillers régionaux Les conseillers généraux Le peuple: suffrage universel La più importante scoperta della storia dell’umanità è senza dubbio : l’elettricità. Alcuni dei gesti più comuni che compiamo ogni giorno, infatti, come quello di premere un interruttore per accendere una lampada, azionare un elettrodomestico o un computer , ci ricordano che viviamo in un mondo in cui l'elettricità è indispensabile. CHE COS’ È L’ELETTRICITA’ La parola elettricità deriva dal greco elektron, che vuol dire ambra. Più di duemila anni fa i greci erano rimasti colpiti dalle caratteristiche dell'ambra, una resina prodotta da alcuni alberi, che, dopo averla strofinata con un panno di lana, acquista la proprietà di attrarre corpi leggeri (pezzetti di paglia, piccoli semi) che si trovano nelle sue immediate vicinanze. Quindi: L ’elettricità è una proprietà della materia, che risiede nella struttura degli atomi che costituiscono la materia stessa. Si può dire, infatti, che la carica elettrica consista in un eccesso o un difetto di elettroni. Gli elettroni sono delle particelle elementari che vanno a formare l’atomo, insieme a i neutroni e i protoni . Queste particelle possiedono una carica elettrica, che è positiva nei protoni e negativa negli elettroni; mentre i neutroni non hanno alcuna carica elettrica. In condizioni normali il numero di protoni è uguale a quello degli elettroni, per cui l’atomo è elettricamente neutro. Se, però, un atomo perde o acquisisce elettroni, le cariche positive e negative non si compensano più e l’atomo acquista una carica elettrica: negativa se ha acquisito elettroni, positiva se li ha persi. In questo caso l’atomo prende il nome di ione. Cariche di segno opposto si attraggono, mentre cariche dello stesso segno si respingono. STRUTTURA DI UN ATOMO LA CORRENTE ELETTRICA Se colleghiamo con un filo metallico due corpi con diversa carica elettrica, gli elettroni tenderanno a muoversi attraverso il filo, dal corpo che ne contiene in eccesso all’altro finché non si ristabilisce un equilibrio. Questo flusso ordinato di elettroni lungo il filo prende il nome di corrente elettrica. Esistono due tipi di corrente elettrica: •la corrente continua quando gli elettroni si muovono sempre nello stesso verso e con intensità costante. •la corrente alternata quando il flusso degli elettroni cambia verso periodicamente. La corrente alternata inverte il suo verso ben 50 volte al secondo. Il tempo impiegato dagli elettroni per compiere un’inversione completa, espresso in secondi, si chiama periodo; il numero di periodi al secondo prende il nome di frequenza ( f ).Essa si misura in hertz ( Hz ). CONDUTTORI E ISOLANTI Non tutti i materiali si lasciano attraversare dalla corrente elettrica allo stesso modo. A seconda del materiale di cui sono costituiti e della velocità con cui l’elettricità li attraversa, i corpi si distinguono in: •conduttori costituiti da un materiale che si lascia attraversare facilmente dalla corrente elettrica. Sono conduttori tutti i metalli, come ad esempio il rame e l’alluminio. Oro e argento in particolare, sono buoni conduttori perché i loro atomi hanno elettroni liberi di muoversi, che trasferiscono facilmente l'energia. •isolanti costituiti da un materiale in cui gli elettroni si attaccano saldamente al nucleo senza staccarsi facilmente. Questi materiali impediscono il passaggio della corrente elettrica, per cui vengono usati per rivestire i conduttori nelle macchine elettriche e negli apparecchi elettrici. Sono isolanti le materie plastiche, il vetro, la porcellana, il legno essiccato. C O N D U T T O R I I S O L A N T I LE GRANDEZZE ELETTRICHE TENSIONE O DIFFERENZA DI POTENZIALE All’interno di un conduttore che collega i poli di una pila si determina una corrente elettrica in quanto tra i poli della pila si mantiene una differenza di potenziale o tensione. Quindi, la tensione può essere definita come quella forza che spinge gli elettroni a muoversi, dando origine alla corrente. L’ unità di misura è : il volt (V). La tensione si misura con il voltimetro. INTENSITA’ DI CORRENTE L’intensità di corrente è la quantità di carica che in un certo intervallo di tempo attraversa la sezione di un conduttore. Essa viene misurata con l’amperometro e viene espressa in ampere (A), dal nome del fisico francese André - Marie Ampère. POTENZA ELETTRICA La potenza elettrica è il lavoro che questa può compiere in un secondo. La potenza dipende direttamente dalla tensione V che lo alimenta e dall’intensità I della corrente : P=VxI L’unità di misura della potenza è il watt ( W ). Lo strumento utilizzato per misurare il consumo di potenza nel tempo è il contatore elettrico. RESISTENZA ELETTRICA La resistenza elettrica è quella forza che un corpo oppone al passaggio della corrente elettrica. Essa coincide con l’attrito che gli elettroni incontrano nel loro moto all’interno dei conduttori. Per vincere questa resistenza è necessario consumare parte della tensione elettrica. L’ unità di misura della resistenza è l’Ohm (Ω), dal nome dello scienziato tedesco Georg Simon Ohm. La resistenza di un conduttore dipende: •dal tipo di materiale di cui è formato. •dalla sua lunghezza e dalla sezione; più è lungo e sottile il filo maggiore sarà la resistenza, che aumenta all’aumentare della lunghezza e diminuisce con l’aumentare della sezione. Ohm riuscì a dimostrare sperimentalmente l’esistenza di una relazione tra l’intensità, la tensione e la resistenza di un conduttore. Egli formulò due leggi che prendono il suo nome : la prima e la seconda legge di Ohm. La prima legge di Ohm La prima legge di Ohm dice che, in un filo conduttore, l’intensità di corrente che lo attraversa è direttamente proporzionale alla tensione e inversamente proporzionale alla resistenza del conduttore: I = V/R La seconda legge di Ohm La seconda legge di Ohm dice che la resistenza di un conduttore dipende dal materiale con cui esso è costituito, ed è direttamente proporzionale alla sua lunghezza e inversamente proporzionale alla sua sezione. R = C X L/S