Onde di Rayleigh - CGT-Learning - Università degli Studi di Siena
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Onde di Rayleigh - CGT-Learning - Università degli Studi di Siena
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTA’ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI Corso di Laurea in Geologia Applicata Centro di GeoTecnologie Osservazioni sulla distanza critica in relazione allo sviluppo di onde di Rayleigh generate da un terremoto e confronto con la teoria Relatore: dott. Tommaso Colonna Co-relatore: Prof. Paul M. Davis Co-relatore: Prof. Paolo Conti Tesi di laurea di Antonio Di Matteo Anno Accademico 2008-2009 1 UCLA Department of Earth and Space Sciences University of California, Los Angeles Università degli Studi di Siena CGT Centro di GeoTecnologie Foto CGT Laboratorio di Geofisica Prof. Paul Davis 2 1. Obiettivi della tesi e fasi di lavoro 2. Elementi teorici Sismologia Le onde sismiche (le onde superficiali) 3. I diversi impieghi delle onde superficiali e i metodi per la loro individuazione su sismogramma In Sismologia ed Ingegneria 4. Presentazione del metodo di studio realizzato 5. Ricerca degli eventi e analisi dei dati 6. Risultati 7. Conclusioni 3 Verificare alcuni fondamenti teorici di sismologia legati alla genesi delle onde di Rayleigh mediante l’analisi di casi reali (terremoti) Quanto dovrà essere lontana una stazione per poter 1. Ricerca degli eventi sismici naturali registrare le onde di Rayleigh ? 2. Analisi dei sismogrammi I dati sperimentali sono stati analizzati considerando le condizioni al contorno (assetto geologico strutturale, morfologia e profondità dell’evento) Quanto le condizioni al contorno influenzano i risultati ottenuti ? 3. Analisi delle caratteristiche al contorno 4. Confronto con la teoria 4 Le onde sismiche Si generano dal moto vibratorio delle particelle di un corpo. Sono definite come una perturbazione elastica che si propaga da punto a punto attraverso un materiale 1. Onde di volume (body waves) 2. Onde superficiali (surface waves) si propagano esclusivamente nella parte superficiale della terra e si suddividono in onde di Love e onde di Rayleigh. 5 Si formano dall’interazione delle onde P - SV con la superficie libera Sorgente sismica Onde P Onde superficiali Onde SV Onde di volume Onde di Rayleigh Esempio di propagazione Particle Motion Effetti sulle strutture 6 Modello semplificato degli effetti di un terremoto Terremoto Propagazione delle onde di volume Propagazione delle onde P - S all’interno della terra Propagazione delle onde superficiali Arrivi sequenziali dei diversi tipi di onde Effetti dei diversi tipi d’onda alle strutture 7 •In Sismologia: studio della struttura terrestre Dispersione Struttura terrestre •In Geoingegneria: caratterizzazione dei suoli e monitoraggio strutturale MASW (NTC 2008) microzonazione sismica (VS 30) Structural Healt Monitoring 8 Radiale Verticale Relazione di fase Esempio teorico Dettaglio di un sismogramma analizzato t= T/2 t= T/4 Particle motion t= 3T/4 t= 0 Esempio teorico Dettaglio di un terremoto analizzato 9 Le onde di Rayleigh necessitano una minima quantità di volume per formarsi Considerando la teoria di Aki and Richards, dal testo Quantitative Seismology, si ricava che il range spaziale, nel quale il primo arrivo delle onde di Rayleigh viene sviluppato, (in condizioni ideali) deve essere almeno 5 volte maggiore della profondità della sorgente * Per un terremoto avvenuto a 5 km di profondità avremo un raggio di 25 km in cui non ci sono onde di Rayleigh È possibile prevedere a quale distanza da un terremoto avremo le prime onde di Rayleigh? In quali condizioni possiamo applicare questa teoria? 10 (* ) Quantitative Seismology, Aki & Richards (2002) 1) Ricerca eventi sismici naturali Google Earth USGS STP Real time earthquakes (Database sismici) (Download data) 2) Preparazione dei dati grezzi per le fasi di analisi Rotazione “SAC” Analisi preliminare dei dati “SAC” 3) Filtraggio Creazione dei filtri per circa 950 segnali sismici “MatLab” 4) Analisi Creazione di una componente radiale prevista “MatLab” Correlazione “MatLab” Individuazione delle onde di Rayleigh Confronto con i riferimenti teorici 11 Abbiamo bisogno di utilizzare sismogrammi provenienti da eventi naturali registrati in condizioni ottimali • stazione a 3 componenti • elevato numero di terremoti • un assetto geologico ed una morfologia “semplice” per evitare disturbi al segnale e per avvicinarci il più possibile alle condizioni teoriche • caratteristiche tecniche di ogni terremoto come l’esatta posizione geografica, la profondità e la magnitudo Rete sismica della California 12 L’area del Mojave Desert occupa circa 57,000 km2 tra gli stati della California, Nevada, Utah ed Arizona 140 km FAGLIA: Camp Rock-Emerson TIPO DI FAGLIA: trascorrente dx LUNGHEZZA: circa 35 km SLIP RATE: 1 mm/a Carta geografica della California 2 Formazioni rocciose 13 Terremoto di Landers, 28 /6/1992, M=7.3, e successivo sciame sismico Rete sismica installata dall’ USGS per il monitoraggio degli aftershocks 30 Stazioni a 3 componenti Elevata conoscenza dell’area Molti eventi a disposizione Geologia omogenea Morfologia pianeggiante 14 Tectonics Observatory (TO) Caltech Institutes of Geophysics and Geology, UNAM 500 km di stendimento sismico (Messico) Center for Embedded Network Sensors (CENS), UCLA Zona di subduzione Center for Geosciences, UNAM Risultati del progetto MASE Possibilità di lavorare su un ampio dataset molto controllato Condizioni ottimali per monitorare la propagazione e la diffusione delle onde sismiche Le caratteristiche al contorno sono in netto contrasto con quelle teoriche 15 Stazione EORD Array MASE Stazione Terremoto I dati forniti dall’array MASE sono sprovvisti delle informazioni di EVLA-EVLO Quindi si è proceduto alla creazione di un nuovo dataset con tutte le informazioni necessarie 16 alla rotazione Rotazione • Radiale • Trasversale Filtraggio • Migliorare il segnale • Eliminazione del noise È stato applicato un filtro del tipo Butterworth, con valori: [b,a]=butter(6,.015,'low'); f_ELR=filter(b,a,detrend(ELR.d)); t= T/2 Analisi del Particle motion dal segnale filtrato t= T/4 t= 3T/4 17 t= 0 Metodo per l’individuazione delle onde di Rayleigh Caso reale analizzato Caso ideale teorico Isolamento della componente Verticale ed individuazione delle frequenza caratteristica Creazione di una componente Radiale prevista (v) e sovrapposizione con la componente Radiale reale (b) Correlazione delle tracce “Radiale Reale - Radiale Prevista” mediante ambiente MatLab Valori di correlazione >50% confermano la presenza di onde di Rayleigh 18 Stazione EORD Solo i terremoti con rapporto: distanza dall'evento 5 profondità hanno generato onde di Rayleigh È possibile prevedere la minima distanza dall’evento sismico per registrare onde di Rayleigh 19 Array MASE Non è possibile prevedere la minima distanza utile dal terremoto per registrare onde di Rayleigh 20 Le analisi dei terremoti provenienti dall’area di Landers hanno fornito una corrispondenza molto elevata tra casi reali e principi teorici, dando la possibilità di verificare la teoria di Aki & Richards (2002) con casi reali Sulla base di un dataset di 12 terremoti, 11 hanno dato risultati in conformità alla teoria È stato possibile prevedere a quale distanza si possono registrare onde di Rayleigh generate da un terremoto Nel caso dell’array MASE non è stato possibile avere le stesse conclusioni in quanto le condizioni al contorno, a differenza dell’area di Landers, differiscono troppo da quelle imposte nelle teoria Infatti il risultato teorico deriva da un’analisi analitica di un semispazio omogeneo, con sorgente puntiforme, mentre l’area su cui si sviluppa l’array MASE è caratterizzato da grandi eterogeneità geologico - strutturali ed una morfologia accidentata Questo risultato conferma l’importanza della valutazione dell’effetto delle caratteristiche al contorno mediante un’analisi matematica di dettaglio, in grado di poter dare un peso alle condizioni a contorno come tipo di sorgente, omogeneità del mezzo di propagazione, effetto della topografia ed effetto della profondità, in modo da poter conoscere l’effettiva incidenza di questi fattori sulla generazione e propagazione delle onde di Rayleigh Questo approccio rappresenta la naturale prosecuzione del presente lavoro 21 Grazie per l’at 22 distanza dall'evento 5 profondità Relazione di fase tra la componente Radiale e Verticale 23 Stazione EORD Solo i terremoti con rapporto “distanza dall’evento-profondità” > 5 hanno generato onde di Rayleigh È possibile prevedere la minima distanza dall’evento sismico per registrare onde di Rayleigh 24 25 26