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Scarica Ora - Cognitivelab
Prof. Stefano Federici
Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione
Università degli Studi di Perugia
[email protected]
2. La valutazione del
funzionamento individuale
2
Prof. Stefano Federici
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3
Prof. Stefano Federici
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Le origini del modello biopsicosociale

George Engel nel 1977[1], psichiatra, propone di integrare
all’interno del modello medico le variabili dominanti sociali e
psicologiche:
–
–
4
«Il modello dominante di malattia, oggi, è quello biomedico, che non
lascia all’interno della sua cornice alcuno spazio per le dimensioni
sociali, psicologiche e comportamentali della malattia.
È qui proposto un modello biopsicosociale che fornisce un piano per
la ricerca, una cornice per l’insegnamento e un progetto per l’azione nel
mondo reale dell’assistenza sanitaria» (p. 130).
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La teoria dei sistemi e il modello biopsicosociale

Engel ha fornito il principale contributo teorico alla costruzione del
modello biopsicosociale fondato sulla teoria generale dei sistemi di
von Bertalanffy (1950)[1].
–
I principi unificanti nel contesto scientifico non sono una riduzione di, ma
l’organizzazione che spiega un fenomeno scientifico.

–
Anche l’essere umano viene visto come un sistema ecologicamente
immerso in sistemi multipli.

5
Non è sufficiente dividere un fenomeno scientifico in più semplici unità di analisi e di
studiare queste unità una ad una, ma è necessario indagare le interrelazioni tra queste
unità.
Nel modello biopsicosociale la definizione dello stato di salute o di malattia è, pertanto,
l’esito dell’interazione tra processi che agiscono a macro-livello come, ad esempio,
l’esistenza di un sostegno sociale o di depressione, e processi che operano a microlivello, come gli squilibri biologici o biochimici.
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Funzionamento e disabilità da una prospettiva
biopsicosociale
 Da
una prospettiva sistemica e biopsicosociale, è
impossibile isolare la disabilità dal
funzionamento di un individuo e viceversa o,
piuttosto, ipotizzare l’uno senza l’altra.
 La disabilità implica il funzionamento e
viceversa.
6
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Funzionamento e universalità

Secondo Zola[1], contiguo al modello biopsicosociale, non c’è
una dicotomia tra abilità e disabilità, ma piuttosto un continuum
nel quale la completa abilità o la completa disabilità
rappresentano nient’altro che casi limite solo teoricamente
possibili.
–
7
Gli unici confini da tracciare su questo continuum dovrebbero avere
finalità politiche ed economiche e produrre distinzioni funzionali alla
redistribuzione delle risorse all’interno della società.
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Disabilità nella Convenzione del 2006

In accordo con il modello biopsicosociale e con l’ICF, la
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata
il 13 dicembre 2006 dalla risoluzione dell’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite riconosce che:
–
8
«La disabilità è un concetto in evoluzione ed è il risultato dell’interazione
tra persone con menomazioni e barriere attitudinali e ambientali che
ostacolano la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una
base di parità con gli altri»[1]
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The best measure

Nel 2001 fu organizzato il 1° Seminario Internazionale delle
Nazioni Unite sulla Misurazione della Disabilità .
–
–
10
Scelsero l’ICF come il modello concettuale di base
Migliorò i principi e le forme standard per gli indicatori globali di disabilità
da utilizzare nei censimenti e agevolò la costruzione di una rete di
istituzioni ed esperti.
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La misura dipende dallo scopo della misurazione

In un modello complesso di disabilità
–
–
11
«ciascun dominio rappresenta un’area differente di misurazione e
ciascuna categoria o elemento di classificazione all’interno di ciascun
dominio rappresenta un’area differente di operazionalizzazione del più
ampio concetto del dominio.
Per generare una misura significativa di una prevalenza generale è
necessario determinare quale componente rifletta meglio
l’informazione necessaria a indirizzare lo scopo della raccolta dei
dati» (Mont 2007, p. 4).
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Il paradosso definizionale 1/2
 Madans
& Altman (2006) Purposes of Disability
Statistics
–
Il paradosso definizionale sulla definizione di
disabilità è dovuto
 alla
natura operativa del concetto di disabilità secondo il quale ogni
definizione teorica implica aporia,
 mentre ogni significato operativo è determinato dallo scopo della
ricerca.
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Il paradosso definizionale 2/2

Altman & Gulley (2009). Convergence and divergence
–
–
13
«Noi siamo preoccupati dalle similarità e dalle differenze nelle
popolazioni identificate come disabili quando la concettualizzazione di
disabilità, le domande che ne risultano e i metodi utilizzati per codificare
e analizzare i dati differiscono da un insieme di domande all’altro.
In aggiunta, noi siamo preoccupati dalle stime sulla prevalenza della
disabilità quando il medesimo insieme di domande è rivolto a due
differenti popolazioni nazionali» (p. 554).
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Esiste un elisir della misurazione?

Si misurerà solo ciò che si vuole trovare.
–
–
–

Un elisir per la misurazione della disabilità non è nemmeno
desiderabile.
–
14
Secondo il principio di indeterminazione, più è precisa la misurazione di una
proprietà (per esempio, la capacità), meno è precisa la misurazione delle altre
(per esempio, la performance).
Essendo la disabilità un oggetto di misura caratterizzato da più proprietà, non è
possibile misurare tutte le proprietà allo stesso tempo con lo stesso strumento.
Di conseguenza, il miglior ricercatore è colui il quale abbia chiaramente definito
la proprietà della disabilità da misurare e lo strumento richiesto per misurarla.
Infatti, il più affidabile approccio scientifico consiste nell’avere una varietà di
strumenti di misurazione e la flessibilità per modificare le procedure di
misurazione, adattandole a differenti persone, contesti e scopi.
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Il World report on disability del 2011

La necessità di stime aggiornate sulla prevalenza
mondiale della disabilità ha portato la WHO e la World
Bank insieme a produrre il primo in assoluto World
report on disability (2011).
–
Questo rapporto è basato su 2 ampie fonti di dati:
1.
2.
15
la World Health Survey of 2002-2004 della WHO riguardante 59
paesi, e
il Global Burden of Disease studio aggiornato del 2004 della
WHO.
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Le due indagini mondiali

World Health Survey of 20022004 della WHO riguardante 59
paesi
–
–
–
16
È la più ampia indagine multinazionale
sulla salute e sulla disabilità con un
unico insieme di domande e metodi
coerenti per raccogliere dati comparabili
sulla salute provenienti da diversi paesi.
Prevalenza globale della disabilità tra la
popolazione adulta del 15,6%  1
miliardo di persone.
Persone con una disabilità significativa
sono stimate tra il 2,2–3,8%  22–38
milioni.

Global Burden of Disease
studio aggiornato del 2004 della
WHO
–
–
È una valutazione globale della salute
mondiale che fornisce stime esaustive
della mortalità prematura, della disabilità
e della perdita della salute in
conseguenza di differenti malattie,
traumi e fattori di rischio attingendo
alle fonti di dati disponibili presso la
WHO e alle informazioni fornite dagli
Stati Membri.
Prevalenza globale della disabilità tra la
popolazione adulta del 19,4%  1
miliardo e 240 milioni di persone.
WHO (World Health Organization)
• ICD-10
• ICF-2001
• Preceduta dall’ICIDH 1980 (1976)
• ICF-Checklist e ICF-Core set
• WHODAS 2.0
APA (American Psychiatry Association)
• DSM-III & IV
• Robert Spitzer 1980 (1987) e 1994 (2000)
• DSM-5
• David J. Kupfer 2013
AAIDD (American Association of Intellectual and
Developmental Disability)
• SIS
• James R. Thompson 2004
• System of Support: Ruth Luckasson 2002 e Robert Schalock 2010
VINELAND
• Sviluppata da Edgard Doll (1935, 1965)
• Rivista da Sara Sparrow, David Balla e Domenic Cicchetti 1984
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ICF Checklist
Versione

ICF Checklist – versione 2.1A (settembre 2003)
–
L’intero ICF risulta essere poco pratico in termini di gestione
della raccolta dati 
 2°
livello = 362 codici
 3° + 4° livello = 1.424 codici
–
La checklist utilizza una selezione di 128 codici.
È
possibile aggiungere altri codici.
–
19
In Italia il Disability Italian Network (DIN) suggerisce, ad esempio, di utilizzare
nel dominio D (A+P) il codice d420 – Trasferirsi.
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ICF Checklist
Natura

Strumento di classificazione 
consente di ordinare i domini del funzionamento all’interno di un
modello complessivo.
–
–
20
Non è uno strumento di misurazione, né di valutazione o di
assessment.
 Non consente di assegnare e cogliere delle differenze qualitative
osservate attribuendo un valore numerico
Serve per aprire dei codici, in risposta alla domanda «esiste un
problema?».
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ICF Checklist
Struttura
21
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ICF Checklist
Somministrazione

Somministratore 
–

Somministrazione 
–
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clinici o professionisti del settore sociale o sanitario.
La Checklist può essere compilata sia direttamente con il
paziente che con un caregiver, ed è molto utile nelle équipe
multidisciplinari.
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 1/8

Domande guida per l’esaminatore rispetto a problemi nel funzionamento e nelle attività
quotidiane, per poter distinguere tra capacità e performance.
–
–

Si prendano in considerazione tutte le informazioni personali note che riguardano il soggetto e si
ponga qualsiasi altra domanda necessaria.
Se necessario si ripetano le domande con formulazione aperta.
Prima domanda: capacità 
capacità di svolgere un compito o un’azione o limitazioni di capacità che sono caratteristiche
inerenti o intrinseche alla persona stessa.
–
Queste limitazioni dovrebbero essere manifestazioni dirette dello stato di salute della persona, senza
assistenza.

23
Per assistenza intendiamo l’aiuto di un’altra persona, o l’assistenza fornita da un veicolo, da un ausilio, da un
dispositivo o uno strumento adattato o appositamente progettato, o qualsiasi altra forma di modificazione
ambientale di una stanza, della casa, del posto di lavoro, ecc. Il livello di capacità dovrebbe essere valutato
relativamente alle normali aspettative della persona, o alle capacità della persona, prima delle attuali condizioni
di salute.
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 2/8

La seconda domanda: performance 
–
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attuale performance del soggetto interessato in un compito o in
un’azione nella situazione o ambiente di vita attuali, ed evidenzia
ulteriori informazioni sugli effetti delle barriere o dei facilitatori
ambientali.
 Questo è importante per enfatizzare che si è interessati solo alla
gravità della difficoltà che la persona ha nel fare le cose, ammesso
che le voglia fare. Il non fare qualcosa è irrilevante, se è la persona
stessa a decidere di non fare.
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 3/8
1.
MOBILITÀ
(Capacità)
1.
2.
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel camminare per una lunga distanza (un
chilometro o più) senza assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione
di salute?
(o: « ... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)
(Performance)
1.
2.
3.
25
Nel suo attuale ambiente di vita, quanti problemi incontra nel camminare per lunghe distanze (un
chilometro o più)?
Il suo abituale ambiente di vita migliora o peggiora queste difficoltà nel camminare?
La sua abilità di camminare per lunghe distanze, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che
lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 4/8
2.
CURA DELLA PROPRIA PERSONA
(Capacità)
1.
2.
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel lavarsi senza assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua
condizione di salute?
(o: «... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere
l’incidente?»)
(Performance)
1.
2.
3.
26
In casa sua, quanti problemi incontra nel lavarsi?
Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o
utilizza strumenti specificamente adattati?
La sua capacità di lavarsi senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei esprime
nel suo attuale ambiente di vita?
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 5/8
3.
VITA DOMESTICA
(Capacità)
1.
2.

(Performance)
1.
2.
3.
27
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel pulire il pavimento della casa in
cui vive, senza assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua
condizione di salute?
(o: «... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere
l’incidente?»)
In casa sua, quanti problemi incontra nel pulire il pavimento?
Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o
utilizza strumenti specificamente adattati?
La sua abilità di pulire il pavimento senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei
esprime nel suo attuale ambiente di vita?
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ICF Checklist
Appendice 3: Linee Guida per l’uso della Checklist 6/8
4.
INTERAZIONI INTERPERSONALI
(Capacità)
1.
2.
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel fare nuove amicizie senza
assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua
condizione di salute?
(o: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere
l’incidente?»)
(Performance)
1.
2.
3.
28
Nella sua attuale situazione, quanti problemi ha nel fare nuove amicizie?
Il suo attuale ambiente di vita, migliora o peggiora questa difficoltà nel fare amicizie?
È capace di fare amicizia, senza assistenza, in maniera maggiore o minore di quella che lei
esprime nel suo attuale ambiente di vita?
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 7/8
5.
AREE DI VITA PRINCIPALI
(Capacità)
1.
2.
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti necessari per la sua
attività lavorativa, senza assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di
salute?
(O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)
(Performance)
1.
2.
3.
29
Nel suo attuale ambiente di vita quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti necessari per la sua
attività lavorativa?
Questo problema, di portare a termine le mansioni della sua attività lavorativa, è peggiorato, o migliorato, da
quando l’ambiente di lavoro è stato modificato o utilizza strumenti specificamente adattati?
La sua abilità di svolgere il suo lavoro, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel
suo attuale ambiente di vita?
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ICF Checklist
Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 8/8
6.
VITA SOCIALE, CIVILE E DI COMUNITÀ
(Capacità)
1.
2.
Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri della comunità, feste
o altri eventi locali, senza assistenza?
Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione
di salute?
(O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute odi avere l’incidente?»)
(Performance)
1.
2.
3.
30
Nella sua comunità, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri della comunità, feste o altri
eventi locali?
Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua comunità è stata organizzata o utilizza
strumenti, veicoli o altro specificamente adattati?
La sua abilità di partecipare agli eventi della comunità, senza assistenza, è maggiore o minore di
quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?
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Core-set dell’ICF (condizione-specifico)
Core-set condizione specifico 
 È una selezione di domini dell’ICF che include il minor numero
di domini possibili per essere pratico,
 ma tanti quanti ne sono richiesti per essere sufficientemente
esaustivo
 da coprire lo spettro prototipico di limitazioni nel funzionamento
e nella salute che si incontrano in una specifica condizione di
salute[1, p. 281].
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Core-set dell’ICF generico
Core-set generico 
 Consente una comparazione della salute tra
condizioni differenti dal momento che i suoi domini
rappresentano
–
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i domini più rilevanti che includano il minor numero di domini
possibili per essere pratico, ma tanti quanti ne sono richiesti
per essere sufficientemente esaustivo da coprire lo spettro
generale di limitazioni nel funzionamento e nella salute [1, p. 281].
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WHODAS 2.0

World Health Organization – Disability Assessment
Schedule (WHO-DAS II) 
–
sviluppato dall’OMS per valutare le
dell’attività e
 le restrizioni della partecipazione vissute da un individuo,
 indipendentemente da una diagnosi medica.
 limitazioni
–
Lo schema concettuale di riferimento dello strumento è l’ICF.
 L’indipendenza
delle valutazioni fornite dall’WHODAS II rispetto
alla diagnosi medica è concettualmente compatibile con l’ICF
35
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WHODAS 2.0

Descrizione
–
Si propone di valutare il funzionamento dell’individuo nell’ambito di
6 domini di attività:






–
cognizione (6 item),
mobilità (5 item),
cura personale (4 item),
interagire con le persone (5 item),
attività quotidiane (4+6 item),
partecipazione (6 item).
L’arco di tempo considerato dalle domande relative a ciascun dominio,
comprende gli ultimi 30 giorni della vita quotidiana della persona.
36
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WHODAS 2.0
 Somministrazione
–
/1 
Ai soggetti intervistati è chiesto di

indicare il livello di difficoltà
nessuna, lieve, media, grave, estrema o non posso farlo
vissuto, prendendo in considerazione

come normalmente eseguono una certa attività, includendo l’uso di un
qualsiasi supporto e/o l’aiuto di una persona (Facilitatori)
Per il dominio 5 Attività quotidiane (domestiche/lavorative/studio) e 6 Partecipazione

37
Registrare il numero dei giorni in cui la persona ha incontrato difficoltà
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WHODAS 2.0

Somministrazione /2 
–
Gli intervistati dovrebbero rispondere alle domande tenendo conto dei seguenti riferimenti:
 Grado di difficoltà
–

Condizioni di salute
–



–
l’aumento nello sforzo, il disagio o dolore, o la lentezza, o le differenze in generale;
la malattia o infermità, oppure lesioni, o problemi mentali od emotivi, o legati all’abuso di
alcool, o problemi legati all’abuso di droghe;
Gli ultimi 30 giorni;
La media tra giorni buoni e cattivi;
Il modo in cui normalmente svolgono l’attività.
Gli item che si riferiscono ad attività non vissute negli ultimi 30 giorni non sono classificati.
38
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WHODAS 2.0

Dominio 1: Cognizione 
–
Concentrarsi nel fare qualcosa per 10 minuti?
–
Ricordare di fare cose importanti?
–
Analizzare e trovare soluzioni ai problemi quotidiani?
–
Apprendere un nuovo compito, per esempio, imparare come
raggiungere un posto nuovo?
–
In genere capire cosa dice la gente?
–
Iniziare e portare avanti una conversazione?
39
40
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WHODAS 2.0
 Dominio
–
–
–
–
–
2: Mobilità 
Rimanere in piedi per lungo periodo, tipo 30 minuti?
Alzarsi dalla posizione seduta?
Muoversi dentro casa?
Uscire di casa?
Camminare per una lunga distanza tipo un chilometro [o
equivalente]?
41
42
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WHODAS 2.0
 Dominio
–
–
–
–
3: Cura personale 
Lavarsi l’intero corpo?
Vestirsi?
Nutrirsi?
Rimanere da solo per pochi giorni?
43
44
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WHODAS 2.0
 Dominio
–
–
–
–
–
4: Interagire con le persone 
Interagire con persone che non conosce?
Mantenere un’amicizia?
Interagire con le persone a lei vicine?
Fare nuove amicizie?
Attività sessuale?
45
46
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WHODAS 2.0

Dominio 5: Attività quotidiane 
–
–
–
–
Adempiere alle sue responsabilità domestiche?
Fare bene le più importanti cose di casa?
Finire tutto il lavoro domestico che doveva fare?
Fare tutto il lavoro domestico tanto velocemente quanto necessitava?
Se lavora/studia aggiungere 
 Suo lavoro/studio quotidiano?
 Fare bene i più importanti compiti lavorativi/di studio?
 Finire tutto il lavoro/lo studio da fare?
 Finire il lavoro/lo studio tanto velocemente quanto necessitava?
–
47
–
Ha dovuto lavorare ad un livello inferiore a causa delle sue condizioni di salute? Si/No
Ha guadagnato di meno a causa delle sue condizioni di salute? Si/No
48
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WHODAS 2.0

Dominio 6: Partecipazione 
–
–
–
–
–
–
–
–
Quali problemi ha incontrato nel partecipare, come chiunque altro, ad attività
comunitarie (per esempio, feste, attività religiose o altro)?
Ha trovato qualche problema a causa di barriere o ostacoli nel mondo che la
circonda?
Quali problemi ha incontrato nel vivere con dignità a causa degli atteggiamenti o delle
azioni altrui?
Quanto tempo ha dedicato alla sua condizione di salute o alle sue conseguenze?
Quanto è stato coinvolto emotivamente dalle sue condizioni di salute?
Quanto le sue condizioni di salute hanno inciso sulle sue risorse finanziarie e quelle
della sua famiglia?
Quanti problemi ha avuto la sua famiglia a causa dei suoi problemi di salute?
Quanti problemi ha avuto nel fare cose da solo per relax o per piacere?
50
51
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SIS: Supports Intensity Scale
 La
54
SIS fornisce informazioni che possono
aiutare le équipe di progettazione degli
interventi, gli enti e le organizzazioni a
comprendere i bisogni di sostegno delle
persone con disabilità intellettive (ovvero,
ritardo mentale) e disabilità dello sviluppo
strettamente correlate.
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Il System 2002 e 2010

Nel Systems of support del 2002 
ritardo mentale è definito:
«come una disabilità caratterizzata da limitazioni significative
sia nel funzionamento intellettivo sia nel comportamento
adattivo come espresso in abilità adattive, concettuali, sociali e
pratiche. Questa disabilità ha origine prima dei 18 anni di
età».[1]

Nel Systems of support del 2010 
ritardo mentale diviene disabilità intellettiva.[2]
55
Prof. Stefano Federici
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Systems, SIS ed ICF

La SIS completa la 11a edizione della Definition, Classification and
Systems of Support for People with intellectual and developmental
disabilities, edita dalla AAIDD.[1]

La SIS è uno strumento che consente di tradurre in pratica la
definizione teorica del modello basato sul sostegno.

Il modello basato sul sostegno è concettualmente compatibile con
l’ICF:
–
56
La principale differenza è che l’ICF è un modello generale di disabilità, mentre
il AAIDD System è specifico della disabilità intellettiva.
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Modello teorico del System 2010
I. Abilità intellettive
II. Comportamento adattivo
Sostegno
III. Partecipazione,
Interazioni, ruoli sociali
IV. Salute
V. Contesto
57
Funzionamento
individuale
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I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il
funzionamento umano
1/2
1.
L’intelligenza
–
2.
Il comportamento adattivo
–
3.
è l’insieme di abilità concettuali, sociali e pratiche che sono state apprese da
persone per funzionare nella loro vita quotidiana.
La partecipazione e l’interazione
–
58
è una capacità mentale generale che comprende il ragionamento, la
pianificazione, la risoluzione dei problemi, pensare astrattamente,
comprendere idee complesse, imparare in fretta e apprendere dall’esperienza.
sono meglio determinate osservando direttamente il proprio impegno nelle
attività quotidiane e facendo una semplice domanda. «L’individuo e
attivamente impegnato con (frequentando, interagendo con, partecipando a) il
suo ambiente?» I ruoli sociali si riferiscono ad una serie di attività considerate
normali per un specifico gruppo di età.
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I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il
funzionamento umano
2/2
4.
La salute
–
5.
Il contesto
–
59
è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Questa definizione è
coerente con quella utilizzata dalla WHO (ICD-10 1993; ICF 2001).
descrive le condizioni interrelate in cui le persone vivono la loro vita quotidiana e
consiste dell’ambiente sociale prossimo, che comprende la persona, la famiglia. e/o
sostenitori; l'ambiente più ampio del quartiere, comunità, o organizzazioni che
forniscono educazione o servizi di abilitazione o sostegni; e l’ambiente globale, con i
suoi modelli del contesto culturale, della società, di più ampie popolazioni, nazionali, o
delle influenze socio-politiche. I vari ambienti sono importanti per le persone con
disabilità intellettive perché spesso determinano ciò che gli individui stanno facendo,
dove e quando lo fanno, e con chi. Così questi tre ambienti sono in grado di fornire
opportunità, promuovere il benessere e mediare i sistemi di supporto.
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SIS: Struttura

La SIS comprende 3 sezioni che misurano 57 diverse attività di
vita
–
La sezione 1

Scala dei bisogni di sostegno, comprende 49 attività di vita raggruppate in 6 subscale
di sostegno.
–
–
La sezione 2

–
Sottosezione supplementare che comprende 8 item correlati alle attività di protezione
e tutela.
La sezione 3

60
(1) vita nell’ambiente domestico, (2) vita nella comunità, (3) insegnamento ed educazione, (4)
occupazione, (5) salute e sicurezza, (6) attività sociali.
Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e comportamentale, comprende 15
condizioni mediche e 12 problemi comportamentali che in genere richiedono livelli
di sostegno consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del soggetto in altri
ambiti di attività di vita.
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SIS: Definizione di sostegno

I sostegni sono definiti come:
–
Risorse e strategie che promuovono l’interesse e il
benessere dei soggetti e che hanno come conseguenza
 maggiore
indipendenza personale e produttività,
 maggiore partecipazione all’interno di una società interdipendente,
 una integrazione più profonda all’interno della comunità e/o una
migliore qualità di vita.[1, p. 390]
61
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SIS: Il modello
62
1/2
Modello medico
 L’importanza data dal modello medico alle condizioni di cura
non si è dimostrata efficace con le persone le cui disabilità non
potevano essere trattate prontamente in senso medico.
Modello funzionale
 Le descrizioni funzionali delle disabilità non si focalizzano
unicamente sulle caratteristiche biologiche, ma piuttosto sullo
svolgimento di azioni considerate indispensabili per il
funzionamento all’interno di una comunità.
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SIS: Il modello
2/2
Il paradigma dei sostegni ritiene che i sostegni
debbano seguire una persona in qualsiasi ambiente
in cui la persona voglia o abbia necessita di stare[1].
 I sostegni devono essere 

–
–
–
63
variabili,
individualizzati (ovvero, fatti sulla misura delle caratteristiche
uniche dell’individuo e dell’ambiente).
forniti negli ambienti in cui l’individuo vuole e ha bisogno di
stare.
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I 5 fattori che maggiormente influenzano i bisogni di
sostegno
Competenza
personale:
Sociale,
Pratica,
Concettuale,
Fisica
Numero e
complessità
delle attività
di vita
Bisogni di
sostegno
non ordinari
di tipo
medico
64
Modello e
intensità dei
bisogni di
sostegno
Numero e
complessità
degli
ambienti
Bisogni di
sostegno
non ordinari
di tipo
comportame
ntale
La Scala dei bisogni di sostegno comprende 49 attività di vita
raggruppate in 6 subscale di sostegno:
(A) vita nell’ambiente domestico, (B) vita nella comunità, (C)
insegnamento ed educazione, (D) occupazione, (E) salute e sicurezza,
(F) attività sociali.
65
66
67
68
69
70
Sottosezione supplementare che comprende 8 item
correlati alle attività di protezione e tutela.
71
Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e
comportamentale
comprende 15 condizioni mediche e 12 problemi
comportamentali che in genere richiedono livelli di sostegno
consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del
soggetto in altri ambiti di attività di vita.
Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e
comportamentale
comprende 15 condizioni mediche e 12 problemi
comportamentali che in genere richiedono livelli di sostegno
consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del
soggetto in altri ambiti di attività di vita.
72
73
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74
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Aumento delle malattie mentali
106
-I
182
EDIZIONI
- II
265
- III
- III-R
292
- IV
297
365
- IV-TR
0
100
200
1
300
400
AXIS TITLE
75
NUMERO DEI DISTURBI
ANNO 2000 1994 1987 1980 1968 1952
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Approccio ateorico del DSM secondo Robert Spitzer

Negli anni 1960-70, le tante scuole frammentavano la disciplina e impedivano un
accordo sulla metodologia diagnostica.
–

Spitzer  ateorico voleva dire ignorare tutte le teorie eziopatogenetiche (le teorie
causali delle malattie, le inferenze non dimostrate), e affidarci solo ai dati certi
dell’esperienza, ai sintomi così come appaiono al clinico
–
76
Per esempio, la schizofrenia risultava molto più frequente negli Stati Uniti che in Europa.
per questo si dovettero eliminare i termini “isteria” e “nevrosi”, perché troppo legati a ipotesi
teoriche, ad esempio psicoanalitiche).
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Il sistema multiassiale del DSM III & IV (1980-2000) di
Robert Spitzer


77
Asse I  Disturbi clinici,
temporanei, asse sincronico
(Episodio Depressivo Maggiore,
Episodio schizofrenico, attacchi
di panico).
Asse II  Disturbi di personalità
e disabilità intellettive. Durano
tutta la vita e si stabilizzano con
l’adolescenza. Asse diacronico.



Asse III  Condizioni mediche o
neurologiche che influenzano un
problema psichiatrico (p.e.,
lesioni cerebrali).
Asse IV  Fattori di stress
psicosociale e ambientale (p.e.,
morte di una persona cara,
divorzio)
Asse V  Valutazione Globale
del Funzionamento (Global
Assessment of Functioning)
scala 0-100.
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Il sistema politetico del DSM III & IV (1980-2000) di
Robert Spitzer

I criteri diagnostici prevedono che per ogni disturbo mentale venga
specificato un numero minimo di criteri la cui presenza è necessaria per
la diagnosi (p.e., 5 su 9) con criteri sia di inclusione che di esclusione.
–


78
Nel sistema di tipo non monotetico ma politetico tutti i criteri diagnostici hanno ugual
valore ponderale.
Il sistema politetico discende necessariamente dall’approccio ateorico
–
ritenere un criterio più importante di altri potrebbe implicare una teoria sottostante o un
legame di causalità.
–
In medicina, il sistema diagnostico è in genere monotetico.
Il DSM-5 mantiene il sistema politetico.
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DSM-5 - Struttura
79

Sezione I (21 pp.)  3 capitoli di presentazione: introduzione, uso del
manuale e una dichiarazione cautelativa per l’utilizzo in psichiatria forense.

Sezione II (700 pp.)  criteri diagnostici di tutti i disturbi, in ventidue
capitoli.

Sezione III (78 pp.)  sulle misurazioni e modelli emergenti, quattro
capitoli: nei primi due sono pubblicati, rispettivamente, quattro scale di
valutazione (tra cui l’WHODAS 2.0 che misura la disabilità), misurata
tramite la e due interviste per la formulazione culturale del caso clinico.

Appendice (110 pp.)  differenze tra DSM-5 e DSM-IV, glossari, elenchi
alfabetici e numerici delle diagnosi e dei codici del DSM-5.
80
Le Vineland Adaptive Behavior Scales
Le Vineland Adaptive Behavior Scales  valutano
l’autonomia personale e la responsabilità sociale delle
persone dalla nascita fino all’età adulta.


Le scale sono utilizzabili con soggetti normodotati o con disabilità.
Non richiedono la diretta somministrazione delle prove al soggetto in esame,
ma la compilazione assieme a una persona che lo conosca in modo approfondito.
Le scale Vineland in particolare non misurano l’intero
insieme di abilità adattive, ma permettono la rilevazione
delle quattro dimensioni che ogni scala di comportamento
adattivo dovrebbe rilevare:




Comunicazione,
Abilità quotidiane,
Socializzazione e
Abilità motorie.
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81
Tabella 1: Contenuto degli item della Vineland
Contenuto degli item
Comunicazione
Ricezione
Ciò che il soggetto comprende
Espressione
Ciò che il soggetto dice
Scrittura
Ciò che il soggetto legge e scrive
Abilità quotidiane
Personale
Come il soggetto mangia, si veste e cura l’igiene personale
Domestico
Quali lavori domestici il soggetto compie
Comunità
Come il soggetto usa tempo, denaro, telefono e proprie capacita lavorative
Socializzazione
Relazioni interpersonali
Come il soggetto interagisce con gli altri
Gioco e tempo libero
Come il soggetto gioca e impiega il tempo libero
Regole sociali
Come il soggetto manifesta senso di responsabilità e sensibilità verso gli altri
Abilità motorie
Grossolane
Come il soggetto usa braccia e gambe per il movimento e la coordinazione
Fini
Come il soggetto usa mani e dita per manipolare oggetti
Scala composta
Scala composta dalle scale comunicazione, abilità quotidiane, socializzazione e abilità
motorie
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82
La Vineland: la Forma completa
Forma completa di 540 item




Consente una valutazione analitica del comportamento adattivo
tale da consentire la preparazione di programmi individuali educativi
o riabilitativi.
Si somministra tramite un’intervista semistrutturata a un genitore o
a un responsabile di un soggetto di età compresa tra 0 e i 18 anni e 11
mesi o di un adulto con disabilità.
Il tempo di somministrazione per la Forma completa è normalmente
compreso fra i 60 e i 90 minuti.
La Forma completa comprende:
• un questionario e
• un protocollo per il conteggio.
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83
La Vineland: Applicazioni in campo educativo
Applicazioni  Pianificazione di programmi
educativi e riabilitativi

• In anni recenti è stata posta maggiore enfasi sullo sviluppo di
programmi educativi o riabilitativi con obiettivi rilevanti per le
necessità di un individuo. Molti pongono l’accento sulle abilità
necessarie ad essere sufficienti in ambito personale e sociale,
abilità valutate dalle Vineland.
La Forma completa indica i punti di forza e di debolezza in
specifiche aree del comportamento adattivo: queste informazioni
possono essere utilizzate per selezionare il tipo di
programma più adatto per l’individuo, per esplicitare le
attività da enfatizzare nel programma, per monitorare i
progressi durante tale programma e per valutarne l’esito
finale.
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84
La Vineland: Scale, subscale e Item target
Item della Forma completa 



All’interno delle scale gli item sono organizzati in subscale; ogni subscala è raggruppata in
cluster costituiti da 2 a 8 item elencati in ordine evolutivo, ovverosia, in modo da rappresentare le
abilità sequenziali richieste per padroneggiare il più alto livello o item target di ogni cluster.
Questa disposizione degli item permette di individuare le attività specifiche da insegnare in
sequenza evolutiva per sviluppare l’abilità target.
L’item target A di Prime forme di comprensione precede l’item target B di Prime forme di
ascolto. Questo perché l’abilità o il comportamento relativi all’item target di Prime forme di ascolto
si manifesta più tardi nello sviluppo.
RICEZIONE
cluster
Item target
1. Gira occhi e capo in direzione di un suono
2. Alza le braccia quando chi si occupa di lui dice “vieni qui”
o “su”
3. Mostra di comprendere il significato di “no”
4. Mostra di comprendere il significato di almeno dieci
parole
5. Mostra di comprendere il significato di “ssss”
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6. Mostra di comprendere il significato di “sì” o “va bene”
B. Prime forme di ascolto
cluster
A. Prime forme di comprensione
1. Ascolta almeno per un attimo quando chi
si occupa di lui gli parla
2. Ascolta attentamente le istruzioni
3. Ascolta una storia per almeno cinque
minuti
85
La Vineland: Punti di partenza e procedure dell’intervista
Determinazione dei punti di partenza 

Per i soggetti senza disabilità:
• è in genere basato sull’età cronologica, eventualmente arrotondata
per difetto.
 Ad esempio, per i soggetti di età compresa fra i 5 e i 5 anni, 11 mesi e 30 giorni, si
dovrebbe utilizzare il punto di partenza relativo all’età di 5 anni.

Per i soggetti con disabilità:
• si basa su una stima dell’età mentale o sociale del soggetto.
Procedure di intervista 

L’intervistatore dovrebbe completare la compilazione in una sola seduta
di circa 60-90 minuti.
• Nondimeno, se necessario, questi deve essere flessibile e disponibile ad
organizzare una seconda seduta in modo da non penalizzare il grado di
accuratezza a favore di un’economia di tempi.
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86
La Vineland: Presentazione dell’Intervista
Presentazione delle Vineland all’intervistato 




Lo scopo della Vineland è rilevare in modo descrittivo ciò che il soggetto fa
per avere cura della propria persona e stare insieme agli altri e non ciò
che l’intervistato o altri fanno per lui. Questo implica una discussione sulla
responsabilità sociale e sullo sviluppo dell’autonomia del soggetto. L’intervistatore
dovrebbe fare notare che:
1. non esistono risposte giuste o sbagliate
2. le persone compiono attività diverse in età diverse
3. l’attenzione è posta non su ciò che il soggetto può fare ma su ciò che egli
fa.
Enfasi primaria dovrebbe essere posta sul fatto di rilevare se una data attività è
praticata di solito o abitualmente.
• Se non è praticata in modo consueto o abituale, accade che venga realizzata
qualche volta, o in modo parziale, o niente affatto?
• Il comportamento o l’attività erano compiuti in precedenza, ma al momento
sono “in eccesso” o non sono più praticati per qualche ragione?
Incoraggiate la persona a sentirsi libera di fare domande in ogni fase
dell’intervista.
Infine descrivete brevemente ogni scala come segue:
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87
Esempio di presentazione
dell’Intervista Vineland
«Oggi parleremo di quattro aree generali. La prima riguarda la
comunicazione, ovvero come [pronunciate il nome del soggetto in esame]
parla e comprende gli altri [e, se è il caso, legge e scrive]. Un’altra area ha a
che fare con le abilità pratiche necessarie alla cura della propria persona.
Le chiamiamo abilità quotidiane. La terza area comprende le abilità che le
persone devono avere per stare insieme agli altri, così come per le attività di
gioco e l’impiego del tempo libero. Queste sono dette abilità di
socializzazione. L’ultima area che discuteremo ha a che fare con abilità
fisiche fondamentali. Le chiamiamo abilità motorie»
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88
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 1/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
COMUNICAZIONE
Ricezione
Comprensione del linguaggio verbale
A. Prime forme di comprensione
C. Indicare le parti del corpo
Ascolto e attenzione
B. Prime forme di ascolto
E. Ascoltare e prestare attenzione
Espressione
Esecuzione di istruzioni
D. Seguire istruzioni
Espressioni pre-linguistiche
A. Prime forme di espressione affettiva
B. Suoni pre-linguistici
C. Espressione pre-linguistica non verbale
Prime forme di linguaggio
D. Prime forme di linguaggio
E. Vocabolario
F. linguaggio con frasi
Linguaggio interattivo
G. Uso dei nomi propri
H. Formulazione di domande
J. Raccontare le proprie esperienze
N. Recitazione
P. Fornire informazioni riguardo a sé
Uso di concetti astratti
L. Uso di concetti astratti
89
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 2/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
COMUNICAZIONE
Espressione
Competente linguistiche
K. Uso di preposizioni
L. Uso di parole funzione-connettivi
M. Articolazione
O. Uso dei plurali e dei tempi dei verbi
Scrittura
Espressione di idee complesse
Q. Esprimere idee complesse
Prime forme di scrittura
A. Riconoscimento di lettere e di parole
B. Prime forme di lettura
Competenze nella lettura
E. Uso di materiali di lettura
F. Lettura di libri. giornali e riviste
Competenze nella scrittura
C. Prime forme di scrittura
D. Scrittura in stampatello e in corsivo
G. Scrittura di lettere e temi
ABILITÀ QUOTIDIANE
Personale
Mangiare e bere
A. Mangiare
E. Bere
Uso della toilette
M. Usare le posate
D. Toilet training
90
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 3/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
ABILITÀ QUOTIDIANE
Personale
Vestirsi
B. Togliersi i vestiti
]. Chiudersi bottoni, cerniere e ganci
K. Mettersi le scarpe
N. Vestirsi
O. Indossare vestiti appropriati al clima
Lavarsi
C. Farsi il bagno con aiuto
G. Lavarsi mani e faccia
L. Farsi il bagno senza aiuto
Cura della persona
F. Lavarsi i denti
L. Curarsi il naso
Q. Cura dei propri capelli
R. Cura delle proprie unghie
Cura della salute
P. Prime forme di cura della propria salute
S. Cura della propria salute
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91
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 4/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
ABILITÀ QUOTIDIANE
Domestico
Gestione della casa
A. Prime forme di pulizia della casa
B. Riordino delle proprie cose
D. Utilizzo di utensili
G. Uso di attrezzatura e di prodotti per pulire la casa
H. Farsi il letto
L Pulizie della casa
]. Riparazioni e manutenzioni della casa
Attività in cucina
C. Prime forme di preparazione del cibo
E. Pulizia e preparazione della tavola
F. Uso di accessori da cucina
K. Cucinare
Cura dei vestiti
L. Cura dei propri vestiti
M. Cucire
Comunità
Prudenza e sicurezza
A. Regole di sicurezza in casa
C. Regole di sicurezza in strada
Uso del telefono
B. Prime forme di uso del telefono
]. Uso del telefono
92
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 5/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
ABILITÀ QUOTIDIANE
Domestico
Uso del denaro
D. Riconoscimento del denaro
L Uso del denaro
K. Risparmio di denaro
L. Guadagno di denaro
M. Pianificazione delle spese
O. Amministrazione del denaro
Orientamento temporale
G. Orientamento temporale: giorni. mesi e anni
H. Orientamento temporale: ore e minuti
Orientamento sinistra-destra
E. Orientamento sinistra-destra
Abilità al ristorante
F. Abilità al ristorante
Abilità al lavoro
N. Abilità al lavoro
Riconoscimento degli altri
A. Prime forme di reazione a persone
SOCIALIZZAZIONE
Relazioni interpersonali
C. Riconoscimento di persone familiari
Espressione e riconoscimento
delle espressioni
B. Espressione delle emozioni
E. Riconoscimento delle emozioni
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93
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 6/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
SOCIALIZZAZIONE
Relazioni interpersonali
Imitazione
D. Imitazione di frasi e movimenti
Comunicazione sociale
F. Identificazione delle persone
G. Prime forme di comunicazione sociale
]. Comunicazione sociale
K. Interazioni cooperative
Gioco e tempo libero
Amicizie
H. Amicizie
Ricorrenze e anniversari
I. Fare regali
Appartenenza a gruppi
L. Appartenenza a gruppi
Relazioni di coppia
M. Appuntamenti
Gioco
A. Gioco con giocattoli
B. Interesse verso l’ambiente
C. Gioco con altre persone
D. Attività immaginativa
H. Partecipare a giochi
Condivisione e cooperazione
E. Condivisione e cooperazione
G. Seguire le regole nel gioco
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94
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 7/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
SOCIALIZZAZIONE
Gioco e tempo libero
Uso del televisore
e della radio
F. Guardare la televisione
Hobby e sport
]. Hobby
L. Uso di radio e di televisione per intrattenimento e informazione
K. Attività extra-scolastiche
Uscita con amici
L Uscire con amici
M. Uscire da solo con amici
Regole sociali
Buone maniere
B. Prime forme di cortesia
C. Buona educazione nella conversazione
G. Buona educazione a tavola
Competenze nel
rispettare le rgole
A. Rispetto delle regole
Scusarsi
L. Scusarsi
Mantenere segreti
F. Mantenere segreti o confidenze
Controllo degli
impulsi
E. Sensibilità verso gli altri
Responsabilità
]. Prendere a prestito e restituire
D. Gestione responsabile del proprio tempo
H. Controllo dei propri impulsi
K. Fissare e rispettare i propri appuntamenti
95
Tabella 2: Categorizzazione dei
contenuti dei cluster degli item 8/8
Scala e subscale
Categoria
Cluster
ABILITÀ MOTORIE
Grossolane
Stare seduto
A. Stare seduto
Camminare e correre
B. Prime forme di movimento
C. Camminare
D. Correre
F. Uso delle scale
Attività motorie di gioco
E. Saltare
G. Arrampicarsi
H. Saltellare
L. Lanciare e afferrare la palla
]. Guidare triciclo e bicicletta
Fini
Manipolazione degli oggetti
A. Uso di entrambe le mani
B. Raccogliere oggetti e fare costruzioni
C. Completare puzzle
E. Aprire cassetti e porte
Disegnare e usare forbici
D. Disegnare
F. Uso delle forbici
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96
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione
Ricezione
Età 0-2
Prof. Stefano Federici
97
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Ricezione
Età 3-18≥
Prof. Stefano Federici
98
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Ricezione
Età 3-18≥
Prof. Stefano Federici
99
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione
Espressione
Età 0-2
Prof. Stefano Federici
100
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 0-2
Prof. Stefano Federici
101
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 2
Prof. Stefano Federici
102
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 2
Prof. Stefano Federici
103
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 6-18≥
Prof. Stefano Federici
104
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 6-18≥
Prof. Stefano Federici
105
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Espressione
Età 6-18≥
Prof. Stefano Federici
106
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Scrittura
Età 8-9
Prof. Stefano Federici
107
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Scrittura
Età 10-14
Prof. Stefano Federici
108
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione – Scrittura
Età 15-18≥
Prof. Stefano Federici
109
La Vineland: Appendice A – Comunicazione
Comunicazione
Scrittura
Età 15-18≥
Prof. Stefano Federici
110
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 4
Prof. Stefano Federici
111
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 5
Prof. Stefano Federici
112
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 8
Prof. Stefano Federici
113
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 9-10
Prof. Stefano Federici
114
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 11-18≥
Prof. Stefano Federici
115
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Personale
Età 11-18≥
Prof. Stefano Federici
116
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Domestico
Età 5-6
Prof. Stefano Federici
117
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Domestico
Età 7
Prof. Stefano Federici
118
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Domestico
Età 16-18≥
Prof. Stefano Federici
119
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Domestico
Età 16-18≥
Prof. Stefano Federici
120
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità
Quotidiane
Comunità
Età 6
Prof. Stefano Federici
121
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità
Quotidiane
Comunità
Età 7
Prof. Stefano Federici
122
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Comunità
Età 8-9
Prof. Stefano Federici
123
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Comunità
Età 14-18≥
Prof. Stefano Federici
124
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Comunità
Età 14-18≥
Prof. Stefano Federici
125
La Vineland: Appendice A – Abilità Quotidiane
Abilità Quotidiane – Comunità
Età 14-18≥
Prof. Stefano Federici
126
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Relazioni interpersonali
Età 5-6
Prof. Stefano Federici
127
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Relazioni interpersonali
Età 7-10
Prof. Stefano Federici
128
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Relazioni interpersonali
Età 13-18≥
Prof. Stefano Federici
129
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Relazioni interpersonali
Età 13-18≥
Prof. Stefano Federici
130
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Relazioni interpersonali
Età 13-18≥
Prof. Stefano Federici
131
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 5
Prof. Stefano Federici
132
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 10-12
Prof. Stefano Federici
133
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 10-12
Prof. Stefano Federici
134
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 13-14
Prof. Stefano Federici
135
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 13-14
Prof. Stefano Federici
136
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 15-18≥
Prof. Stefano Federici
137
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 15-18≥
Prof. Stefano Federici
138
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Gioco e tempo libero
Età 15-18≥
Prof. Stefano Federici
139
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Regole sociali
Età 7-8
Prof. Stefano Federici
140
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Regole sociali
Età 9-10
Prof. Stefano Federici
141
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Regole sociali
Età 11-12
Prof. Stefano Federici
142
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Grossolane
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
143
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Grossolane
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
144
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Socializzazione – Regole sociali
Età 13-18≥
Prof. Stefano Federici
145
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Grossolane
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
146
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Grossolane
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
147
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Fini
Età 4
Prof. Stefano Federici
148
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Fini
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
149
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Fini
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
150
La Vineland: Appendice A – Socializzazione
Abilità Motorie – Fini
Età 5≥
Prof. Stefano Federici
151
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