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La Ps arresta 12 persone per l`assalto al caveau
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Sabato 30 gennaio 2016 Redazione: Corso Pietro Giannone, 1 - Tel. 0881/779911 - Fax: 080/5502300 - Email: [email protected] Pubblicità-Mediterranea S.p.A Foggia: Corso Pietro Giannone, 1 - Tel. 080/5485392 - Fax: 0881/774423 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com www.lagazzettadelmezzogiorno.it Sentire meglio? ME LO MERITO! LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: FOGGIA sede centrale Via S. Maria della Neve, 13 - Tel. 0881 776578 080/5470431 0883/341011 Brindisi: Lecce: 0831/223111 0832/463911 Taranto: Matera: 099/4580211 0835/251311 Potenza: 0971/418511 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 280,00; sem. Euro 152,00; trim. Euro 90,00. Compresi i festivi: ann. Euro 310,00; sem. Euro 175,00; trim. Euro 100,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 65,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 IL BLITZ LO SPETTACOLARE TENTATIVO DI RAPINA ALL’ISTITUTO SCORTA VALORI «NP SERVICE» DEL 25 GIUGNO 2014 FOGGIA sede centrale Via S. Maria della Neve, 13 Tel. 0881 776578 INNOVAZIONE A FOGGIA IL CAPO DELLE POLITICHE UE La Ps arresta 12 persone Imprese daune e nuove startup per l’assalto al caveau arriva l’Europa Cerignolani, ortesi e baresi in 6 mesi firmarono tre colpi QUEI SERVITORI DELLO STATO CHE DIVENTANO BERSAGLI MOBILI di FILIPPO SANTIGLIANO Altri due indagati sfuggiti per il momento alla cattura: il colpo avrebbe fruttato 14 milioni l La Polizia ha arrestato 12 cerignolani, ortesi e baresi - altri 2 indagati sono ricercati - nell’ambito delle indagini su una banda che agiva con tecniche paramilitari e che in 6 mesi firmò tre assalti falliti: il 25 giugno 2014 al caveau della «Np service» a Foggia, il primo novembre ad un altro istituto scorta valori ad Avellino; il 7 gennaio ad un furgone blindato. SERVIZI ALLE PAGINE IV E V>> Il 3 e 4 febbraio in Camera di commercio. La legge in Puglia non aiuta i nuovi insediamenti BLITZ «RIPRISTINO», AL VIA GLI INTERROGATORI DEI 7 FERMATI l Il capo delle politiche Ue per l’innovazione d’impresa, Isidro Laso, prenderà parte a Foggia il 3-4 febbraio a Startup Europe in Camera di commercio. Sotto i riflettori le giovani realtà locali. LEVANTACI A PAG. II>> SOVRINTENDENZA L e due operazioni messe a segno della Polizia contro l’antiStato sono di grande importanza perché hanno sventato disegni criminali che avrebbero potuto devastare, ancora purtroppo, il tessuto sociale ed economico di Foggia e della Capitanata. Tuttavia, in un momento di generale soddisfazione per la risposta dello Stato alle organizzazioni criminali, il pensiero va a quei servitori della comunità che operano nel silenzio e che onorano il patto di fedeltà e lealtà attraverso l’impegno quotidiano, il sacrificio, le rinunce, in un contesto complesso e difficile, ma sempre con dignità e decoro. E tra questi servitori dello Stato c’è appunto l’ispettore della Questura di Foggia finito nel mirino delle organizzazioni criminali. Spesso si dà per acquisito il risultato finale di una indagine, senza comprendere appunto le difficoltà di approccio e quella capacità di non indietreggiare di fronte agli ostacoli. In questo segmento caratterizzato dalla perseveranza e, appunto, anche da quel rapporto di lealtà con la comunità che viene servita, si colloca il lavoro di quell’ispettore a cui va la vicinanza, prima di tutto morale oltre che umana, di quella parte della comunità che riesce ancora ad indignarsi di fronte all’arroganza di chi vuole minare la convivenza civile. Beni culturali una svolta per Foggia SERVIZIO A PAG.VII>> MANFREDONIA Presentato il cartellone del 63° Carnevale SERVIZIO A PAG.IX>> Guerra tra clan parola al gip Al via gli interrogatori dei 7 fermati del blitz «Ripristino» di squadra mobile e Dda: sono accusati a vario titolo di armi, rapine e furto con l’aggravante della mafiosità; proseguono le ricerche dell’ottavo indagato sfuggito alla cattura. Solidarietà al poliziotto minacciato di morte da Governo, presidente della Regione, sindaco Landella e sindacato Sap. SERVIZI A PAGINA III >> SAN SEVERO Ospedale Masselli aperto con “tagli” CIAVARELLA A PAG.XII>> ARTE MARIO BOTTA INAUGURA OGGI LA MOSTRA SUL MAESTRO SPORT OGGI (14.30) ALLO «ZAC» Alfredo Bortoluzzi, colori dal Bauhaus al Gargano Foggia-Benevento sfida per il vertice convocato Iemmello ALFREDO BORTOLUZZI L’artista nella sua casa di Peschici l De Zerbi chiede «massima concentrazione» ai suoi, allo Zaccheria va in scena una classica del calcio di Lega pro. Calcio d’inizio alle 14.30, il Benevento (terzo a un punto) vuol provare a fare lo sgambetto alla vice capolista che invece punta dritto alla vetta. Iemmello regolarmente convocato, De Zerbi non scoglie il dubbio sulla formazione. Sarno centravanti. . SERVIZIO A PAGINA XVIII>> FIORELLA A PAG. XVI>> Ci ricopriamo di una nuova veste... attivo il servizio Gpl am 6.30 - p.m 20.00 orario continuato · servizio Self 24 h/ 24 h Torremaggiore _ Stazione di Servizio - Bar - Tabacchi - S.p 30 Km 3,500 - Tel . 0882-386478 - [email protected] FOGGIA CITTÀ I III Sabato 30 gennaio 2016 GUERRA DI MAFIA ACCUSATI DI ARMI E RAPINA «RIPRISTINO» Di fronte alla consapevolezza che il clan si era armato ed a possibili nuovi agguati anche a poliziotti, si è deciso di bloccarli LE RISPOSTE DELLA PS Già due fermi per un tentato omicidio, un commando intercettato col sequestro di mitra e pistole, ed ora l’ultima operazione Caccia all’ottavo uomo del blitz Al via gli interrogatori dei sette indagati, sceglieranno la linea del silenzio l Saranno interrogati nelle prossime ore dal gip del Tribunale di Foggia i 7 foggiani fermati 48 ore fa dalla squadra mobile nel blitz «Ripristino», su decreti firmati dalla Direzione distrettuale antimafia. I 7 foggiani, e l’ottavo coindagato non ancora rintracciato, sono accusati a vario titolo di 7 episodi di detenzione e porto illegale di pistole e mitra Kalashnikov; una rapina ad un passante a Termoli; un tentativo di rapina in una gioielleria foggiana; e il furto di un’auto. In tutti i 10 capi d’imputazione contestati nelle 109 pagine del decreto di fermo il pm Roberto Rossi, contesta l’aggravante della mafiosità «per aver commesso il fatto per agevolare il clan Moretti/Pellegrino/Lanza, costituendo le armi e munizioni un patrimonio bellico per commettere i reati dell’associazione e con cui fronteggiare lo scontro in atto con la batteria antagonista, facente capo ai Sinesi/Francavilla, scontro finalizzato all’affermazione di un ruolo egemonico nel controllo del territorio». Quella che si sta combattendo in città dallo scorso settembre - un omicidio, 5 tentativi d’omicidio, un possibile agguato sventato dalla «volante» che intercettò un commando armato - è la settima guerra della storia della «Società foggiana»; ed ancora una volta, come già successo nel 2007/2008 (2 omicidi, 5 agguati falliti e due passanti feriti da proiettili vaganti) e nel primo semestre 2011 (2 omicidi, 2 tentativi d’omicidio), si fronteggiano le «batterie» Moretti/Pellegrino e i rivali del clan Sinesi/Francavilla. Nel carcere di Foggia saranno interrogati i 7 fermati: Francesco Abbruzzese, 38 anni, detto «stoppino»esperto di estorsioni per la restituzione di auto rubate, intercettato mentre si sarebbe vantato d’essere un killer che voleva anche uccidere un ispettore della squadra mobile; Giuseppe Albanese, 35 anni, già sfuggito alla morte nel giugno 2011 nell’ambito della sesta guerra di I FERMATI I sette foggiani finiti in cella, proseguono le ricerche dell’ottavo indagato . mala della storia della criminalità organizzata; Alessandro Moretti, 24 anni, nipote del capo-clan Rocco Moretti, e intercettato anche mentre chiedeva ad un amico di testare una pistola uccidendo un cane; Fabio Tizzano, 35 anni, un passato da spacciatore; Carlo Verderosa, 33 anni, ritenuto uno dei tre uomini che viaggiavano sul «furgoncino» con mitra e pistole intercettato e bloccato dalla «volante» il 31 dicembre scorso; Massimo Perdonò, 38 anni; e Mario Lombardi LE REAZIONI IL SAP SI SCHIERA COL COLLEGA MINACCIATO DI MORTE PER IL SUO LAVORO «Mafia vigliacca, non intimidirà mai nessun agente di questa città» Solidarietà anche dal governo, da Emiliano e dal sindaco Landella l Solidarietà all’ispettore della squadra mobile che un malavitoso voleva uccidere arriva da Governo, sindaco, Emiliano e Sap. E’ il sindacato autonomo di polizia ad usare le parole più forti, parlando di «mafia vigliacca». «Il Sap» scrive il segretario provinciale Giuseppe Vigilante «esprime solidarietà al collega oggetto della vile, grave e infame minaccia. Sappiano gli “infami” che non intimidiranno nè il collega nè tutti i poliziotti di Capitanata: non ci facciamo intimidire da questi scacialli. Tutti i poliziotti sono a fianco del collega, saremo un pugno unico contro chi pensa di intimidirci». «La brillante operazione della squadra mobile restituisce un quadro inquietante della pericolosità della mafia foggiana» scrive il sottosegretario Ivan Scalfarotto che rimarca come «Dda e forze dell’ordine hanno inflitto un serio colpo alla criminalità organizzata foggiana. Nell’elogiare i protagonisti di questa brillante operazione, che meritano il plauso di tutti i cittadini, non si può non sottolineare con preoccupazione il livello di aggressività e di pericolosità manifestato dalla mafia foggiana, testimoniato dal fatto che uno degli arrestati si proponesse di uccidere un poliziotto, a cui va la solidarietà di tutti noi. La soddisfazione per il risultato ottenuto deve quindi accompagnarsi all’attenzione e alla vigilanza; né le istituzioni né i cittadini devono abbassare la guardia. Alla magistratura, ai responsabili dell’ordine pubblico, a poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati in Capitanata in questa dura e difficile lotta va il plauso e il convinto sostegno del Governo». E di «Stato che in Capitanata non arretra di un solo centimetro nella lotta ai gruppi mafiosi» ha parlato il presidente della Regione Michele Emiliano, che già si complimentò con i poliziotti per l’agguato sventato a fine 2015. «Dalla operazione condotta dalla Questura, cui sento di rivolgere il ringraziamento anche da parte di tutta la cittadi- nanza pugliese, emergono due dati inquietanti: la decisione del clan di procedere all’omicidio di un ispettore della squadra mobile cui va un grande incoraggiamento; e la giovane età dei componenti del clan, a conferma purtroppo delle necessità che tutte le istituzioni debbono lavorare nella direzione della prevenzione sociale». «A titolo personale e a nome dell’intera città di Foggia esprimo un sincero ringraziamento agli agenti della squadra mobile, del commissariato di Cerignola e dello “Sc o”» ha scritto il sindaco Franco Landella «che negli ultimi due giorni hanno compiuto due operazioni di straordinaria rilevanza» (il blitz antimafia «Ripristino» di 48 ore fa; e quello di ieri contro la banda che assaltò il caveau della Np service, di cui riferiamo alle pagine IV e V ndr) «che rappresentano la risposta chiara ed efficace dello Stato nei confronti della criminalità organizzata. Un grazie va ai magistrati della Dda e della Procura di Foggia, che con impegno hanno coordinato le indagini che hanno permesso di cogliere un così importante risultato. Formulo inoltre la mia piena vicinanza e quella della comunità foggiana all’ispettore della squadra nobile, o ggetto di un progetto mafioso criminale, feroce ed ignobile. Gli arresti di oggi, inoltre, assicurano alla giustizia gli autori dell’assalto paramilitare compiuto nel giugno del 2014 ai danni della sede di Foggia della “Np Service”, quando la città fu colpita da una violenza inaudita. Questo è il coronamento di una lunga e meticolosa attività di indagine, che dimostra e conferma la presenza dello Stato nella lotta alla criminalità e che annienta la banda che ha seminato il terrore sul nostro territorio. Il mio ringraziamento» ha concluso il sindaco «va ad ogni singolo agente e ad ogni singolo magistrato impegnati in queste operazioni. È grazie al loro lavoro se ai disegni criminali di varia natura è stato assestato un colpo decisivo e Foggia può celebrare una bella giornata di giustizia e di sicurezza». di 33 anni. Le indagini proseguono per rintracciare e fermare anche l’ottavo destinatario del decreto di fermo spiccato dalla Dda; l’accusa poggia su intercettazioni degli ultimi due mesi e filmati. Molti dei sette indagati (difesi dagli avvocati Michele Santino, Cecilia D’Alessandro, Rosario Marino) potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere in giornata alle contestazioni e domande del gip. Se il giudice per le indagini preliminari del capoluogo dauno (spetta al giudice del luogo dov’è stato eseguito il fermo pronunciarsi) dovesse confermarei fermi e lasciare in cella i presunti affiliati al clan Moretti/Pellegrino come chiede la Dda, poi si spoglierebbe dell’inchiesta vista la contestazione dell’aggravante della mafiosità: il che significa che entro venti giorni dovrà essere il gip di Bari ad emettere una nuova ordinanza-bis a carico degli indagati, che in caso contrario verrebbero scarcerati. Dda e squadra mobile hanno deciso di intervenire con i fermi per timore che il clan si preparasse a nuovi agguati ai danni di rivali (ed anche in considerazione delle minacce di morte al poliziotto). L’inchiesta sfociata nel blitz «Primitivo»è una tranche di un’indagine più ampia coordinata da Procura foggiana e Dda e condotta dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile - che riguarda il fenomeno delle estorsioni e la guerra in atto tra due delle tre «batterie» al vertice della «Società foggiana» (la terza è il gruppo Trisciuoglio/Tolonese). Va rimarcato come magistrati e squadra mobile stiano dando risposte investigative-giudiziarie in tempi rapidi. Basti ricordare il fermo di Luigi Biscotti e Ciro Spinelli, ritenuti schierati con il gruppo Sinesi/Francavilla, bloccati subito dopo aver tentato d’ammazzare - secondo l’accusa - la mattina del 17 ottobre Vito Bruno Lanza, esponente di vertice del gruppo rivale. Ed anche il possibile agguato (pur se dalle intercettazioni dell’inchiesta «Ripristino» potrebbe anche essersi trattato di un progetto di rapina) sventato dalla «volante» a fine anno, con l’arresto in flagranza di un giovane pure ritenuto vicino al clan Moretti, ossia Nicola Valletta, ed il sequestro di mitra Kalashnikov con 30 proiettili, revolver e pistola semiautomatica cariche, giubbotto antiproiettile, casco, maschera di gomma, guanti e passamontagna. IV I FOGGIA CITTÀ Sabato 30 gennaio 2016 IL BLITZ FALLÌ PER L’ARRIVO DI VOLANTE GLI INDAGATI Cerignolani, ortesi e baresi: due le persone al momento sfuggite alla cattura. I tre raid falliti in sei mesi Assalto alla «Np service» la Ps arresta 12 persone La banda dei caveau accusata anche di 2 colpi simili ad Avellino Ci fu un conflitto a fuoco, i malavitosi fuggirono senza poter rapinare i 14 milioni custoditi nella cassaforte l C’è una banda di cerignolani, che operava con tecniche paramilitari utilizzando anche mitra Kalashnikov, dietro lo spettacolare e fallito assalto al caveau dell’istituto di vigilanza «Np service», avvenuto a Foggia la notte del 25 giugno del 2014. Un commando quella notte mise a ferro e fuoco la città, utilizzando venti mezzi e bruciandone otto in mezzo alle strade per bloccare l’accesso al Villaggio artigiani: soltanto l’intervento di una «volante», che ingaggiò un conflitto a fuoco con quattro rapinatori, impedì alla gang di rapinare 14 milioni di euro. Dice anche questo il blitz scattato all’alba di ieri, di Polizia e Procura con 12 arresti e 2 indagati al momento sfuggiti alla cattura. TRE ASSALTI FALLITI - L’indagine, basata su intercettazioni e filmati, è condotta da squadra mobile foggiana, colleghi del commissariato di Cerignola e dello «Sco» di Roma (servizio centrale operativo), l’elite delle investigazioni in Italia. Il gip Elena Carusillo, accogliendo le richieste del pm Rosa Pensa, ha firmato 14 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere, 2 ai domiciliari) nei confronti di altrettanti cerignolani, ortesi e baresi accusati a vario titolo di associazione per delinquere; due falliti assalti ai caveau di istituti di scorta valori a Foggia (25 giugno 2014 alla «Np service»); e Avellino («Cosmopol», il primo novembre 2014); un tentato assalto ad un furgone blindato sempre della «Cosmopol», tra Avellino e Melfi, del 7 gennaio 2015; porto e detenzione illegale di armi, anche da guerra; incendio (i mezzi bruciati per il colpo fallito a Foggia); ricettazione e riciclaggio di auto. Sono complessivamente 17 gli indagati dell’inchiesta di Polizia e Procura, 21 le imputazioni; non viene contestato il tentato omicidio dei due agenti della «volante» che, in occasione dell’assalto a Foggia, riuscirono a superare un furgone dato alle fiamme nel sottopasso di via Scillitani, arrivando davanti alla «Np service» e venendo... accolti dai banditi armati: furono esplosi complessivamente una settantina di colpi di mitraglietta, pistola e fucili: nessuno rimase ferito. I 12 ARRESTATI - Gli arrestati finiti in carcere sono i cerignolani Savino Costantino, 47 anni; Giuseppe Iaculli, 44 anni; Gianfranco Specchio, 42 anni; Pasquale Menniello, 43 anni; Filippo Cirulli , 51 anni; gli ortesi Antonio Russo di 46 anni, e Martino Natale , 39 anni; i baresi Vito Franco, 51 anni; Vincenzo Lavacca, 46 anni (nato a Bitonto e residente a Giovinazzo); e Piero Mesecorto, 26 anni, pure residente a Giovinazzo. Disposti invece gli arresti domiciliari per Luigi Saracino, ventiduenne, cerignolano; e Gerardo Russo, 44 anni, anche lui di Orta Nova. I due indagati sfuggiti alla cattura sono cerignolani. L’ATTO DI ACCUSA - La banda - dice l’accusa - tentò tre colpi tra il giugno 2014 e il gennaio successivo. E per tre volte fallì. A Foggia un commando composto da una ventina di banditi (9 gli indagati) utilizzò ben 17 tra escavatori, furgoni, trattori, compattatori, auto (8 i mezzi dati alle fiamme) per una rapina senza precedenti nella storia foggiana. Sfondarono il muro della «Np service» con l’obiettivo di caricare su un camion la cassaforte con i 14 milioni di euro, ma l’intervento della Polizia mandò a monte il piano. L’obiettivo successivo fu il caveau dell’istituto di vigilanza« e scorta valori a «Cosmopol» di Avellino, la notte sul primo novembre. La banda (per questo tentativo di rapina ci sono 6 indagati) voleva fare irruzione, sparare contro i vigilantes e portare via i soldi, ma dovette rinunciare - dice l’accusa - per l’intervento delle pattuglie delle forze dell’ordine. Un commando di 17 rapinatori infine la mattina del 7 gennaio di un anno fa assaltò, sulla strada Ofantina, nel tratto tra Avellino e Melfi, un furgone blindato sempre della «Cosmopol»: anche quella volta i malavitosi furono costretti a fuggire a mani vuote per l’intervento delle forze dell’ordine: di questo tentativo di rapina rispondono 7 indagati. IL COVO Il capannone dove erano stati nascosti i mezzi usati poi per l’assalto alla sede della «Np service» (a destra) LA CONFERENZA STAMPA IL PROCURATORE CAPO HA PARLATO DI MODALITÀ DELLE TENTATA RAPINA «ASSOLUTAMENTE INEDITE» Dai video alle intercettazioni «Ecco come li abbiamo incastrati, il covo fu scoperto 48 ore dopo il colpo» l Parla il procuratore capo Leonardo Leone de Castris e sembra di rivedere quella notte in cui la città fu messa a ferro e fuoco per un tentativo di rapina milionario. «Furono modalità assolutamente inedite e particolarmente allarmanti. Quella notte del 25 giugno del 2014» rimarca il procuratore nella conferenza stampa in Tribunale «una colonna di auto, trattori, furgoni e camion entrò in città, i rapinatori diedero fuoco ad alcuni veicoli bloccando gli ingressi in città, sfondarono i muri dell’istituto “Np service”. Ma non sono loro i padroni della città, il padrone è lo Stato. Ora con lunghe e complesse indagini siamo riusciti a risalire agli autori di questa azione paramilitare. Quando ci si trova davanti a questi episodi, l’istinto è dare una risposta immediata, anche perchè la collettività si aspetta una risposta veloce e ad effetto. Ma non sempre questo è possibile, perchè più il caso è difficile, più lente ed approfondite devono essere le indagini. Noi dobbiamo celebrare i processi e vincerli; più è eclatante il caso, più la criminalità alza la mira, più ci dobbiamo trovare pronti a sconfiggerla». Renato Cortese - il poliziotto che nel 2006 arrestò Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza - e che dirige lo «Sco» che ha partecipato alle indagini con squadra mobile e commissariato cerignolano, rimarca come «quello svolto è stato un bel lavoro, lo “Sco” è presente sulle realtà criminali “frizzanti” come Foggia». Scendendo nel merito delle indagini il vicequestore aggiunto Roberto Pititto, dirigente della squadra mobile, pone l’accento su «due elementi investigativi importanti. Già il giorno prima dell'assalto, una pattuglia della Polstrada notò lungo la statale 16, sulla direttrice di marcia San Severo-Foggia, una carovana di automezzi pesanti che poi svoltarono in direzionedi via Sprecacenere, il che consentì di risalire al covo della banda, e ad attribuire a Martino Natale» (uno degli arrestati) «la gestione del capannone. Il secondo importante elementato arrivò dalla visione di tutte le telecamere lungo la linea direttrice delle strada che da Foggia conduce a Cerignola. Poco prima dell'assalto, presso una stazione di servizio all'altezza di Orta Nova, furono filmate due auto che facevano rifornimento; le stesse che poi ritroveremo in un'altra stazione di servizio all'altezza di Ascoli Satriano, poco dopo l’assalto fallito. Dalle immagini si nota chiaramente che uno dei conducenti, particolarmente adirato per il mancato assalto, esplose un colpo d'arma da fuoco all'indirizzo del gestore della stazione di servizio».L’accusa poggia su filmati e intercettazioni. «I banditi si sentivano braccati» ancora l’analisi del dirigente della squadra mobile: «Natale parla con Antonio Russo manifestando forti timori». ARRESTATI Chi sono i 12 indagati finiti in cella (10) e ai domiciliari; due i cerignolani ancora da catturare . FOGGIA CITTÀ I V Sabato 30 gennaio 2016 LA TENTATA RAPINA Quelli poi abbandonati sul posto, senza contare le macchine - almeno altre tre servite per fuggire dal Villaggio artigiani IL PIANO Scattò a mezzanotte con i roghi sulle vie d’accesso alla città: la pala meccanica sfondò muro dell’istituto scorta valori Usati 17 camion, furgoni auto, trattori ed escavatore Otto mezzi bruciati per bloccare le strade, poi il conflitto a fuoco l Almeno 20 banditi; 17 mezzi ricettati abbandonati dal commando, cui aggiungere almeno altre 3 auto usate per la fuga; 8 mezzi dati alle fiamme per bloccare l’accesso al Villaggio artigiani; 14 milioni di euro nel mirino; 9 indagati. I numeri danno idea solo in parte di quello che successe la notte sul 25 giugno 2014 - era da poco passata mezzanotte - per un tentativo di rapina senza precedenti nella storia della criminalità foggiana: nel mirino il caveau dell’istituto scorta valori «Np service» al Villaggio artigiani. Basti pensare che 37 giorni dopo, il 31 luglio 2014, la commissione parlamentare antimafia torno a Foggia proprio per la preoccupazione suscitata da quell’assalto, come rimarcò il presidente, la sen. Rosy Bindi. Ai 9 indagati di questo assalto fallito la Procura contesta il tentativo di rapina; la ricettazione di 7 furgoni; 3 trattori con rimorchio; un escavatore; 1 compattatore; 3 auto; 2 camion; l’incendio di 8 di questi mezzi; il porto e detenzione illegale di armi, anche da guerra; e l’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Il piano era da film. Furono LA CONFERENZA STAMPA Magistrati e poliziotti bruciati furgoni, camion e compattatori sulle via d’accesso al Villaggio artigiani per impedire l’accesso alle pattuglie delle forze dell’ordine. Intanto con un escavatore portato su un camion davanti alla «Np service» fu sfondato un muro dell’istituto scorta valori: il passo successivo doveva essere caricare la cassaforte con il con- tante sul camion e fuggire in direzione di tratturo Castiglione. «L’operazionve venne, per così dire “disturbata”, dal tempestivo interventoi di una volante» scrive il gip Elena Carusillo nell’ordinanza di custodia cautelare «che riuscì a sgominare il colpo, mettendo in fuga dopo un conflitto a fuoco gli assalitori, che si allontanarono su un “suv” bianco, una “Nissan Qashqai” scura e una “Audi” pure di colore scuro». E fu «solo l’abilità dei poliziotti ad evitare che il conflitto a fuoco non degenerasse in tragedia». Due giorni dopo, il 27 giugno 2014, la squadra mobile individuò un capannone a bordo La Rocca (sulla statale per San Severo) ritenuto il deposito dove erano stati nascosti i mezzi poi usati per l’assalto. Negli atti dell’inchiesta, oltre alle intercettazioni, ci sono numerosi video. Compresi quelli che filmarono alcuni dei banditi subito prima e subito dopo il tentativo di rapina. Due “Audi” si rifornirono di benzina ad un distributore sulla Cerignola-Foggia, per poi dirigersi verso il capoluogo: da uno dei mezzi scese un bandito con passamontagna, cappello e guanti. Un’altra telecamera filmò invece altre due “Audi” - una potrebbe essere la stessa inquadrata poco prima - che rifornivano in una pompa di benzina sulla Foggia-Ascoli, dopo il raid fallito. In questa occasione tutti gli occupanti di una delle auto scesero: avevano il volto coperto e uno dei banditi fece fuoco contro il gabbiotto del benzinaio