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Diapositiva 1 - Didattica in Rete
La leggenda Primo imperatore di Roma Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, più noto solo come Ottaviano o Augusto, fu il primo imperatore di Roma, salito al trono dopo l’assassinio di Caio Giulio Cesare. Per celebrare le grandiose origini di Roma, incaricò il poeta dell’epoca Publio Virgilio Marone di scrivere un poema che facesse risalire la fondazione di Roma allo sbarco dell’eroe troiano Enea, sulle coste del Lazio. Virgilio intitolò quest’opera “Eneide” Primo imperatore di Roma Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, più noto solo come Ottaviano o Augusto, fu il primo imperatore di Roma, salito al trono dopo l’assassinio di Caio Giulio Cesare. Per celebrare le grandiose origini di Roma, incaricò il poeta dell’epoca Publio Virgilio Marone di scrivere un poema che facesse risalire la fondazione di Roma allo sbarco dell’eroe troiano Enea, sulle coste del Lazio. Virgilio intitolò quest’opera “Eneide” VIAGGIO DI ENEA video Giunto sulle coste del Lazio, Enea sbarcò con i suoi uomini e fondò la città di Lavinio. Trent’anni dopo il figlio di Enea, Ascanio, fondò la città di Albalonga. I discendenti di Ascanio furono in successione tutti re di Albalonga, fino ad arrivare a Numitore, legittimo erede al trono di suo padre Proca. Numitore, tuttavia, aveva un fratello, Amulio, il quale desiderava ardentemente essere il re di Albalonga. Amulio riuscì a cacciare il fratello e costrinse la figlia di lui, Rea Silvia, a diventare vestale, cioè una sacerdotessa, così non si sarebbe potuta sposare e non avrebbe avuto figli, possibili rivali al trono. Il dio Marte, però, si innamorò di Rea Silvia e dal loro amore nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Lo zio Amulio, infuriato, ordinò che i neonati fossero subito uccisi. La guardia però non ne ebbe il coraggio, perciò mise di nascosto i piccoli in una cesta e li affidò alla corrente del Tevere nella speranza che qualcuno li trovasse e si prendesse cura di loro. Lo stesso giorno, una lupa, scesa al fiume per abbeverarsi nei pressi del Colle Palatino, udì il pianto dei due gemelli. Li portò a riva, li riscaldò e li allattò. Dopo poco passò in quel luogo anche il pastore Faustolo che senza esitare li portò a casa da sua moglie, la quale li crebbe come fossero stati i figli che lei non aveva potuto avere. Il resto della leggenda la scopriamo guardando un breve video: La storia Il territorio su cui sorge Roma fu colonizzato in tempi antichi dai Latini, un popolo nomade proveniente dai vicini Colli Albani, che si stanziarono nella valle del Tevere, dove trovarono terreno fertile, clima mite e abbondanza di acqua. La presenza dei colli permetteva l’insediamento sopraelevato dei villaggi, rispetto alle terre circostanti, depresse e paludose. Si ritiene inoltre che il primo colle ad essere insediato sia stato il Palatino, essendo il più vicino all’isola Tiberina, la quale permetteva l’attraversamento del fiume Tevere a seguito della realizzazione di un semplice ponte. Vediamo in un video rendering come doveva presentarsi la terra occupata dai Latini, tra il IX e l’VIII secolo a.C. Da: Laboratorio Interattivo Manuale