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Dante Alighieri
Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia di piccola nobiltà. Appassionato di studi letterari si dedicò alla poesia diventando uno dei più significativi rappresentanti del Dolce Stil Novo, nelle sue opere parla dell’ amore per Beatrice figlia di Folco Portinari. Lei muore a 24 anni nel 1290,il padre di Dante voleva che suo figlio sposasse Gemma Donati da cui ebbe tre figli. Dante entrò nella politica fiorentina diventando priore, in quell’ epoca c’era la guerra tra Guelfi e Ghibellini (che miravano all’autogoverno comunale)ed egli patteggiò per i Guelfi bianchi. Gli ambasciatori dei Guelfi neri esiliarono Dante che,nel 13041310,diventò ambasciatore di Guido Da Polenta a Ravenna,finì la sua commedia (poi chiamata divina da Boccaccio) poco prima di morire nel 1321 a Ravenna. Le Grotte dell’Angelo, risalenti a ben 35 milioni di anni fa, sono di origine carsica: in altri termini, la roccia è stata erosa da un fiume sotterraneo, il fiume “Negro”, che ha poi deviato il suo corso. Col passare degli anni,l’acqua piovana ha filtrato la roccia e sciolto il calcare e gli altri minerali che, solidificandosi a contatto con l’ossigeno, hanno dato vita alle stalattiti e alle stalagmiti. Per la formazione di un solo centimetro di queste concrezioni calcaree occorrono circa 70 anni, l’unione di stalattiti e stalagmiti è detta colonna . Le Grotte sono state abitate sin dall’età del Bronzo Medio, e poi occupate come rifugio da Greci e Romani. Lo testimoniano resti lignei di palafitte, vasi e utensili in pietra, rinvenuti nei primi anni del 1900 da due studiosi della zona, Paolo Carucci e Giovanni Patroni. Ma i primi cenni storici ci giungono nel 1526 da un frate domenicano, Leandro Alberti, che parla delle Grotte in un libro sulla storia d’Italia. Rifugio dei Cristiani, furono consacrate a San Michele Arcangelo, da cui prendono il nome. Ad oggi sono un fiorente sito di ricerca speleo-archeologica. Le Grotte si estendono per una lunghezza di circa 3 Km, diramandosi in vari percorsi, in cui si alternano cunicoli e sale diverse fra loro. Le più famose sono: la Grande Sala (alta 23 m), la Sala delle Meraviglie, il Braccio dei Pipistrelli, la Sala delle Spugne e il Paradiso. L’itinerario turistico può essere breve (1,5 Km) o lungo (2,5 Km), ma in entrambi i casi il primo tratto delle grotte va percorso su di una suggestiva barca. Alcuni rami delle Grotte, invece, si possono visitare solo mediante visita speleologica, vale a dire con accompagnatori specializzati ed attrezzatura appropriata. . L’Inferno di Dante L’Inferno di Dante è un percorso-spettacolo all’interno delle Grotte dell’Angelo ideato e diretto da Domenico M. Corrado. Il pubblico, diviso in gruppi di max 30 unità, rivive l’opera del sommo poeta, attraverso l’incontro con Virgilio, Paolo e Francesca, Caronte, Ulisse e gli altri, e un’atmosfera unica, resa dallo scenario delle splendide Grotte. Lo spettacolo, che sta riscuotendo un’enorme successo, soprattutto tra le scolaresche, si tiene il venerdì e il sabato previa prenotazione. L'Inferno è la prima delle tre cantiche di cui è composta la Divina Commedia. L'opera è formata da 3 cantiche, ciascuna per ogni regno dell'oltretomba, ed ogni cantica presenta 33 canti, ad eccezione dell'Inferno che ne ha 34, ed ogni canto, a sua volta, è suddiviso in terzine (complessivamente 1562) e ognuna di esse è composta da tre versi endecasillabi con rima incatenata. Il primo canto può comunque essere considerato come proemio all'intera opera. Secondo la concezione geografica dantesca, basata su varie fonti euro-mediterranee (di origine cristiana, ebraica e islamica), il mondo è diviso in due distinti emisferi: l'uno interamente formato dalle terre emerse e l'altro completamente coperto dalle acque. In base al sistema tolemaico, la Terra si trova al centro dell'universo ed il Sole e gli altri pianeti ruotano intorno ad essa. Quando, all'inizio dei tempi, Lucifero si ribellò a Dio, egli lo fece precipitare sulla Terra dal Paradiso che si trova in cielo oltre il sistema di rotazione geocentrico. Nel punto in cui cadde, il terreno presente, si ritrasse per il terrore del contatto con il demonio, creando così l'enorme cavità ad imbuto che forma l'Inferno. La porzione di terra ritratta, riemerse nell'emisfero coperto dalle acque e formò la Montagna del Purgatorio che si erge in mezzo all'immenso mare dell'emisfero opposto. Lucifero è quindi conficcato al centro della Terra, nel punto più lontano da Dio, immerso fino al busto nel lago sotterraneo Cocito, il quale è perennemente congelato a causa del vento freddo prodotto dal continuo movimento delle sue sei ali. Dal centro della Terra, a partire dai piedi di Lucifero, inizia un lungo corridoio – detto Burella (o natural Burella) – che conduce all'altro emisfero, direttamente alla Montagna del Purgatorio. L'Inferno è, dunque, una profonda struttura ad imbuto che raggiunge il centro della Terra. È composta da nove cerchi. Dante e Virgilio infatti percorrono il loro cammino girando lungo i cerchi che pian piano si spingono a spirale giù in profondità. Man mano che si scende, i cerchi si restringono; infatti minore è il numero dei peccatori puniti nei cerchi che via via sono più lontani dalla superficie. I cerchi più grandi si trovano più in alto perché più diffuso è il peccato che ivi è punito e maggiore è il numero dei peccatori condannati. Più si scende, più si è lontani da Dio e maggiore è la gravità del peccato. Separano il quinto cerchio dal sesto, le mura della Città di Dite (abbreviazione latina con cui si indicava il Dio degli Inferi Plutone). Al di là delle Mura si trovano i peccatori che hanno commesso la colpa più grave: i fraudolenti non hanno perso la Ragione, bensì l'hanno sapientemente usata per commettere il male. La loro è una scelta consapevole e malvagia. Il loro intelletto è stato posto al servizio del male per costruire scientemente un'azione peccaminosa. Lucifero è l'origine di ogni male. Egli maciulla con le sue tre fauci dei suoi tre volti i corpi di Giuda, Bruto e Cassio. Secondo la teoria dei Due Soli, vale a dire il Papato e l'Impero, che erano i due Poteri dominanti, i tre peccatori rappresentano i traditori dei fondatori di tali due poteri. L'ordinamento delle pene, come dice Virgilio nel canto XI, è riferibile all'Etica Nicomachea di Aristotele rivista dalla teologia tomista medievale, e poggia sull'uso della ragione. La scelta delle pene segue la legge del contrappasso (che colpisce i peccatori attraverso una punizione che è in opposizione alla loro colpa o in analogia ad essa). La summa divisione del concetto di peccato è rappresentata, come detto, dalla Ragione. Tralasciando l'Antinferno e il Limbo, i cerchi dal secondo al quinto vedono punite le anime dannate di coloro che in vita, commisero peccato di Incontinenza. Vale a dire che la loro Ragione, il senno, ha ceduto di fronte agli istinti primordiali e alle pulsioni, la Mente non ha saputo dominare il corpo e non ha resistito alle tentazioni. I peccati di Incontinenza corrispondono ai sette Vizi Capitali, anche se la superbia e l'invidia non trovano una collocazione precisa ed autonoma all'interno dei cerchi. FATTA DA : DÌ LIONE ALESSIO LENZA ORAZIO CUPO GERARDO CAPRIO SAVERIO