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Presentazione standard1

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Presentazione standard1
Il neurone

Il tessuto nervoso è formato da due tipi di cellule: i neuroni e gli
elementi gliali, cellule di sostegno che aiutano i neuroni nello
svolgimento delle loro funzioni.
Che cos’è?
Sono le cellule che svolgono la funzione del tessuto nervoso. Sono
cellule altamente specializzate e che, una volta giunte allo stato
maturo, non si dividono più.
A cosa serve?
I neuroni raccolgono lo stimolo , lo trasformano in impulso nervoso e dopodiché
avviene la sinapsi ( cioè dai dendriti di un neurone, i neurotrasmettitori trasportano
l'impulso nervoso ai dendriti dell’altro neurone).
La comunicazione

I neuroni comunicano tra loro tramite la sinapsi, una complessa
struttura che permette il trasferimento dell’impulso nervoso.

Le sinapsi possono essere divise in due tipi principali: sinapsi elettrica
e sinapsi chimica.
Sinapsi elettrica

La sinapsi elettrica consiste nel collegamento diretto tra una cellula
stimolabile e un neurone inoltre tra le due è la sinapsi che permette
il trasferimento in entrambe le direzioni essendo perciò più adatta
per le azioni riflesse dove è necessaria una trasmissione rapida.
La sinapsi chimica

La sinapsi chimica, più complessa, è quella più diffusa nel nostro
corpo e la trasmissione delle informazioni avviene tramite l’utilizzo
dei neurotrasmettitori.
Il sistema nervoso periferico

Il sistema nervoso periferico è una delle due grandi parti in cui è diviso il sistema
nervoso. A sua volta si divide in:


sistema nervoso autonomo
sistema nervoso somatico
Che cos'è il sistema nervoso periferico?

Il sistema nervoso periferico è formato dall'insieme delle fibre nervose e
dei gangli del sistema nervoso somatico e del sistema nervoso
autonomo.
A cosa serve il sistema nervoso periferico?
La funzione principale del sistema nervoso periferico è mettere in connessione il sistema
nervoso centrale con gli arti e con i vari organi e tessuti presenti nell'organismo.
Recettori e stimoli sensoriali

I recettori sensoriali rappresentano i canali di comunicazione tra il mondo esterno e il
sistema nervoso. I recettori di senso sono strutture eccitabili specializzate, capaci di
rilevare forme specifiche di energia presenti nell’ambiente circostante, cioè gli
stimoli, e trasformarne il contenuto informativo in segnali elettrici che rappresentano
l’input sensoriale per il sistema nervoso centrale.

I recettori sensoriali funzionano da trasduttori attivi grazie al fatto che dispongono di
un’energia propria, derivante dal metabolismo cellulare, che consente loro di
mantenere un proprio potenziale di riposo sul quale si inscrive l’azione dello stimolo

Gli stimoli sensoriali interagiscono con l’organizzazione e le proprietà del sistema
nervoso, ereditate geneticamente, e in tal modo forniscono all’animale tutto il
patrimonio delle sue conoscenze. “Nulla vi è nella mente che non passi attraverso i
sensi”.
Esistono cinque tipi principali di recettori :

1. I termocettori, sensibili alla temperatura, trasmettono le sensazioni di caldo e freddo.

2. I nocicettori sono sensibili al dolore. Nel corpo umano sono presenti ovunque, ad eccezione
del cervello. La sensazione del dolore è fondamentale per la sopravvivenza degli organismi che
vengono così avvertiti della pericolosità di una lesione.

3. I meccanocettori sono sensibili a diversi tipi di pressione. Alcuni recettori meccanici
particolari fanno parte degli organi dell’udito e dell’equilibrio.

4. I chemiocettori sono sensibili alla presenza di determinate sostanze chimiche. Il senso
dell’olfatto e del gusto sono dovuti alla presenza di chemiocettori.

5. I recettori elettromagnetici sono sensibili all’energia legata a fenomeni quali l’elettricità o il
magnetismo. Gli occhi degli animali sono dotati di fotocettori, il più comune tipo di recettori
elettromagnetici, sensibili alla luce.
L'OCCHIO

COME FUNZIONA ?

Immaginiamo l'occhio umano come una macchina fotografica. La cornea e il
cristallino sono lenti naturali tra le quali si trova l'iride.Al centro dell'iride la pupilla,
il nostro diaframma, si stringe e si dilata a seconda dell'intensità luminosa
ambientale. La funzione del cristallino è quella di far convergere i raggi luminosi
sulla retina, una sottile membrana posta nella parte posteriore dell'occhio: si
generano così gli stimoli visivi che, trasformati in impulsi elettrici, raggiungono il
cervello attraverso il nervo ottico. Per refrazione si intende il modo in cui i raggi
luminosi vanno a fuoco sulla retina; in presenza di un difetto di refrazione, la
messa a fuoco dell'occhio è imperfetta e le immagini appaiono sfuocate o
distorte.

Quando fissiamo un oggetto, la luce che da esso proviene entra nei
nostri occhi, attraversa una serie di lenti naturali, che sono in
sequenza la cornea, l'umor acqueo, il cristallino ed il corpo vitreo e
la retina. La retina eccitata dalla luce che la colpisce trasmette
informazioni al cervello, attraverso un cavo elettrico, il nervo
ottico. Il cervello studia e sfrutta le informazioni visive avvalendosi di
esse per decidere il comportamento e le reazioni dell’intero
organismo.
ANATOMIA DELL'OCCHIO

Sclera
La sclera, è la membrana più esterna e robusta dell’occhio composta da tessuto fibroso
connettivale; nella parte anteriore dell’occhio diventa trasparente e curva come un
vetro d’orologio e prende il nome di cornea.

Cornea
È la prima lente naturale che la luce incontra.La cornea è una membrana trasparente
priva di vasi ma ricchissima di fibre nervose. Essa è bagnata continuamente dal film
lacrimale che aderisce alla sua superficie. L’interfaccia film lacrimale-superficie
corneale costituisce la lente convergente più potente dell’occhio umano.
La cornea ha uno spessore di circa 1 mm ed è composta dall’esterno all’interno da 5
strati:

1) un epitelio pavimentoso (stratificato),

2) la membrana di Bowman,

3) lo stroma,

4) la membrana di Descemet,

5) l’endotelio.
La stabilità del film lacrimale e la trasparenza della cornea sono essenziali per la visione.
Dietro la cornea si trova la camera anteriore che è riempita di un fluido chiaro
chiamato umor acqueo.
Trauma od infezioni possono causare la formazione di opacità permanenti di questa
lente naturale, che perdendo la trasparenza limita la visione.

Iride
L’iride è la parte più anteriore dell’uvea che dà il colore ai nostri
occhi.
la pupilla è composta da uno stroma, un foglietto pigmentato
posteriore, da vasi e da 2 muscoli: il muscolo radiale (dilatatore) ed il
muscolo sfintere (costrittore) dell’iride.
Può essere chiara o bruna ma in realtà la sua colorazione dipende sia
dalla quantità di pigmento che da fenomeni ottici di riflessione e di
diffrazione della luce nello stroma irideo.
L’iride circonda la pupilla che si allarga o si restringe a seconda della
quantità di luce che la raggiunge, agendo così come il diaframma di
una macchina fotografica che regola la quantità di luce che deve
raggiugere la retina. Dietro l’iride c’è il cristallino.

Cristallino
Il cristallino è una lente convergente di forma biconvessa che focalizza i
raggi luminosi sulla retina..
L’occhio mette a fuoco a distanze variabili con una strategia diversa: il
cristallino ha la capacità di modificare continuamente la sua forma e di
variare la sua curvatura in modo da aumentare o diminuire il suo potere di
convergenza.
Questo processo dinamico così particolare, meglio conosciuto come
accomodazione è regolato da un anello di fibre muscolari disposte
intorno al cristallino chiamato corpo ciliare. Così quando l’occhio guarda
un oggetto in lontananza il cristallino si appiattisce e diminuisce la sua
curvatura. Al contrario quando guarda un oggetto vicino diventa più
convesso ed aumenta la sua curvatura.

Retina
La retina, riveste la superficie interna del globo oculare.
Essa appare come una sottile membrana trasparente suddivisa in due aree:
un’area centrale chiamata macula che contiene la fovea centrale, ricca di coni;
un’area media e periferica, dove prevalgono le cellule dei bastoncelli, che serve a mediare la
visione crepuscolare e notturna.
Dopo aver attraversato la cornea, la camera anteriore, la pupilla, il cristallino ed il vitreo, i raggi
luminosi vengono fatti convergere sulla retina ed in particolare in quella piccolissima area chiamata
fovea centrale: una struttura altamente specializzata che presiede, in condizioni di alta luminosità,
alla massima acuità visiva per lontano e per vicino, alla percezione dei colori e alla sensibilità al
contrasto.
Nella retina avvengono i meccanismi più complessi della visione.
La luce passa l’intero spessore della retina e colpisce immediatamente i fotorecettori, coni e
bastoncelli, che costituiscono la parte più esterna della retina nervosa a contatto con lo strato delle
cellule dell’epitelio pigmentato retinico .L’integrità dell’EPR è essenziale per la funzione di mediare gli
scambi metabolici tra fotorecettori e coroide sottostante.

Nervo ottico
Il nervo ottico è costituito da oltre un milione di fibre nervose che
originano dalle cellule gangliari della retina.
La sua funzione è quella di collegare l’occhio al centro visivo del
cervello chiamato corteccia visiva occipitale. Qui arrivano gli impulsi
nervosi che vengono elaborati e trasformati nella percezione visiva di
un’immagine.
Il collegamento retina-cervello tramite il nervo ottico è così stretto che
la visione è un fenomeno complesso che avviene principalmente a
livello cerebrale.
L'ORECCHIO

L'organo dell'udito è costituito dall'orecchio, situato nella regione
auricolare del capo, in parte all'esterno e in parte nello spessore
dell'osso temporale con l'orecchio medio e quello interno.

Suddiviso in tre parti: orecchio esterno, che ha il compito di
raccogliere le onde sonore; orecchio medio, deputato a ricevere e
a trasmettere le vibrazioni prodotte dalle onde sonore all'orecchio
interno, il quale trasmette gli stimoli derivanti dalle vibrazioni
all'encefalo e presiede al senso dell'equilibrio.
Come percepiamo il suono

Le onde sonore esterne vengono percepite e raccolte
dal padiglione auricolare, entrano nel condotto uditivo esterno
dove vengono amplificate e colpiscono la membrana timpanica ,
che vibra.

Le vibrazioni vengono convogliate agli ossicini dell'orecchio medio, i
quali trasmettono gli impulsi alla chiocciola che è costituta da una
delicata struttura a spirale ripiena di un fluido.

Gli impulsi giunti all'orecchio interno, viaggiando lungo terminazioni
nervose, raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello,
dove vengono riconosciuti come suoni.
Orecchio esterno


L’orecchio esterno è formato da:
padiglione auricolare: ha la funzione di trasportare il suono verso il
canale uditivo

Condotto uditivo :canale che collega l’esterno del timpano

Timpano: membrana clastica
Orecchio medio

È formato da : incudine, staffa e martello che collegati tra loro
aumentano le vibrazioni del timpano

Dalla finestra ovale che è una membrana elastica posta sulla
chiocciola

Dalla tomba uditiva che collega la cassa timpanica alla faringe
Orecchio interno

E formato da : canali semicircolari dai quali dipende l’equilibrio

Dalla cloclea che contiene l’endorfina , l’organo del Corti e i
recettori acustici
Naso
È costituito da naso esterno, da una parte interna cavità nasale.
Il naso esterno è in continuazione diretta con la fronte.
Il suo scheletro osseo è formato dalle ossa nasali dal processo frontale e dal processo
palatino del mascellare: queste ossa limitano l'apertura piriforme.Le cartilagini del naso si
articolano in dietro con le ossa che formano l'apertura piriforme.
Distinguiamo rispettivamente: una cartilagine impari detta cartilagine del setto, le
cartilagini laterali, le cartilagini alari e cartilagini accessorie tenute insieme da una
membrana fibrosa.
La cute che riveste il naso esterno si continua in alto con quella della fronte,
lateralmente con quella delle palpebre e delle guance, in basso con quella del labbro
superiore. A livello delle narici si introflette per tappezzare il vestibolo del naso.

Le cavità nasali formano la parte interna del naso e sono alte e profonde. Anteriormente si aprono nel naso
esterno mediante le narici; posteriormente, terminano in una fessura verticale a lato della porzione superiore
della faringe, sopra il palato molle e vicino agli orifizi delle trombe di Eustachio che portano alla cavità
timpanica dell'orecchio.

Sia le cavità nasali sia le narici sono rivestite da mucosa, che produce muco, e le seconde anche da peli duri,
detti vibrisse. Sia il muco che le vibrisse impediscono il passaggio a sostanze estranee, quali la polvere o
piccoli insetti, che altrimenti potrebbero penetrare nelle vie respiratorie insieme all'aria inspirata

Ciascuna cavità nasale è suddivisa in 4 aree: il vestibolo, l'atrio, la zona olfattiva e la porzione respiratoria.
Il vestibolo è la porzione iniziale allargata dell'apertura anteriore di ciascuna fossa nasale. Lateralmente è
limitata dalle cartilagini alari, dalle cartilagini nasali laterali e medialmente dalla parete inferiore del setto. Il
vestibolo è ricco di ghiandole sebacee e sudoripare, e nell'uomo adulto presenta peli detti vibrisse. La zona
olfattiva è costituita dalla parete superiore della fossa nasale. La lamina cribrosa dell'etmoide ne è il tetto.
La zona respiratoria riguarda tutta la zona restante.
Nella regione del naso deputata alla percezione olfattiva, la mucosa è molto spessa; essa si presenta scura a causa della presenza di
un pigmento bruno. I recettori dell'olfatto inviano gli stimoli al cervello attraverso il nervo olfattivo, che si dirama nelle cavità nasali con
numerose piccole fibre.
Le cavità nasali esercitano una triplice funzione: respiratoria, olfattoria e fonatoria.
Funzione respiratoria: durante l'inspirazione, l'aria attraversa le fosse, di lì si divide in due flussi, di cui uno passa a contatto con la
mucosa olfattoria, ed entrambi giungono alla rinofaringe. L'aria umidificata e scaldata viene ulteriormente filtrata per mezzo di grossi
peli e le secrezioni nasali.
Funzione olfattoria: le particelle odorose convogliate verso la mucosa olfattiva ne stimolano le ghiandole che trasmettono tramite il
nervo olfattivo ai centri olfattivi cerebrali e diventano sensazioni di odore.
Funzione fonatoria: le fosse nasali contribuiscono alla corretta pronuncia e modulazione delle consonanti nasali (appunto dette).

Bocca o Cavità Orale

La bocca (anche detta cavità orale), è localizzata nella testa.

Il limite anteriore, tramite il quale comunica con l’esterno, sono le labbra, il limite
posteriore è formato dal palato molle e dall’istmo delle fauci (comunicazione con la
faringe). Il tetto della cavità orale è formato dal palato (duro anteriormente e molle
posteriormente), le pareti laterali sono formate dalle guance. Nella bocca troviamo le
arcate dentarie e la lingua.

Le arcate dentarie sono 2, una superiore alloggiata sulle ossa mascellari e una inferiore
alloggiata sulla mandibola. Tra le labbra e le arcate dentarie si trova uno spazio a forma
di ferro di cavallo, detto vestibolo della bocca.

La cavità orale, quando teniamo la bocca chiusa, è una cavità virtuale, poiché è
occupata quasi completamente dalle arcate dentarie e dalla lingua, diventa invece
una cavità reale quando si abbassa la mandibola.

Alla bocca sono annesse le ghiandole salivari, che producono saliva sia per mantenere
costantemente umettata la cavità orale, che per digerire gli alimenti durante la
masticazione. La bocca appartiene sia all'apparato digerente, poiché serve per
introdurre il cibo nel corpo, per compiere la masticazione, ma anche all'apparato
respiratorio, sia perché fornisce passaggio all'aria, sia perché è implicata nella
fonazione. La bocca è in contatto con l'esterno del corpo e può essere soggetta a
diversi processi patologici ma anche avere difetti di natura congenita.
La MMN e la SLA

La neuropatia motoria multifocale, comunemente la MMN, è una
rara patologia autoimmune che blocca i nervi motori ma non quelli
sensori

La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una grave malattia che
colpisce la capacità di muoversi e colpisce tutti i nervi
MALATTIE OCULARI
 CATARATTA
Una opacità del cristallino che riduce il visus a £20/30.
Il cristallino, normalmente, è trasparente fino a dopo i 40 anni, quando possono
comparire opacità non specifiche. Poiché il fattore di rischio maggiore di sviluppo
di cataratta è l’età, quasi ogni individuo che vive abbastanza lo svilupperà. Altri
fattori di rischio comprendono il fumo, una cattiva alimentazione, la terapia
corticostero .La causa della cataratta si ritiene sia il danno ossidativo alle proteine
del cristallino che riducono la solubilità; infine, opacità insolubili si formano nel
tessuto altrimenti trasparente.
Le cataratte sono state classificate a seconda della loro localizzazione all’interno
del cristallino.
 Sintomi, segni e diagnosi
La caratteristica di tutte le cataratte è l’assenza di dolore, la perdita progressiva
della visione, ma il grado di perdita non è lineare e variabile. Sia la visione da
vicino sia quella da lontano devono essere testate e dev’essere controllata la
rifrazione per valutare lo spostamento del grado di rifrangenza. Quando l’opacità
del cristallino si sviluppa per prima, in particolare nel nucleo, il visus è
relativamente non influenzato, ma l’indice di rifrazione e poi il potere di rifrazione
del cristallino aumentano . Per ogni paziente, comunque, le opacità del cristallino
progrediscono e, infine, interferiscono con la visione, così che la lettura diventa
difficile, anche con gli occhiali.

GLAUCOMA
Disturbo caratterizzato da un’aumentata pressione intraoculare che può
portare a danni irreversibili al nervo ottico e, quindi, a un visus
danneggiato.
Il glaucoma spiega circa il 10% di tutti casi di cecità negli USA. La pressione
intraoculare normale varia da 11 a 21 mm Hg; comunque, questo livello
può non essere necessariamente normale per tutte le persone.
L’aumentata pressione intraoculare è secondaria o all’aumentata
produzione o al ridotto efflusso di umor acqueo. L’umor acqueo è
prodotto costantemente nell’occhio ed è drenato continuamente. Dei
due meccanismi patogenetici del glaucoma, l’efflusso ridotto è di gran
lunga il più comune. Il danno al nervo ottico può derivare in parte dalle
relazioni tra la pressione sanguigna all’interno del nervo ottico (pressioni di
perfusione) e la pressione intraoculare. Fintanto che la pressione di
perfusione eccede adeguatamente la pressione intraoculare, il nervo
ottico riceve sufficiente nutrizione.

PERDITA DELL’UDITO (SORDITÀ)
La perdita dell’udito impedisce alle persone di avere una comunicazione efficace e può isolarle socialmente dai membri della
propria famiglia e dagli amici. La perdita dell’udito contribuisce ai problemi psicosociali; può causare o aggravare la
depressione, l’ansia e i sentimenti di inadeguatezza, che concorrono a una ridotta capacità funzionale.

Eziologia e classificazione
La perdita dell’udito può essere classificata come neurosensoriale, di conduzione, mista, centrale o retrococleare.
La sordità neurosensoriale, è dovuta a una perdita di sensibilità nell’orecchio interno (coclea). Questo tipo include la
presbiacusia, la perdita dell’udito dovuta all’esposizione ai rumori e la perdita dell’udito dovuta all’uso di farmaci ototossici .La
presbiacusia è stata classificata come sensitiva, neuronale, metabolica o meccanica, ma questi termini non sono usati
abitualmente nella pratica clinica.
La perdita dell’udito per conduzione è dovuta a un blocco meccanico o fisico del suono.
La perdita dell’udito mista include la presenza sia di perdita neurosensoriale che di conduzione
La perdita centrale dell’udito si verifica quando i centri più alti del cervello non percepiscono normalmente il rumore.
La perdita dell’udito retrococleare è causata da una lesione tra il cervello e la coclea.

Sintomi e segni
La perdita dell’udito può interessare la soglia dell’udito , la discriminazione o entrambe. Frequenze di suono differenti possono
essere interessate. La perdita dell’udito può interessare un orecchio o entrambe le orecchie. Può colpire le orecchie in modo
uguale (simmetrica) o in modo diseguale (asimmetrica).
Il tinnito spesso accompagna la perdita dell’udito.
I pazienti con presbiacusia più comunemente riferiscono che essi possono ascoltare, ma non comprendere. Essi possono
riferire che tutti borbottano.
I pazienti con presbiacusia hanno difficoltà a comprendere il linguaggio, poiché il loro udito è scarsissimo ad alta frequenza.
Le droghe e i loro effetti

Una cosa molto comune al giorno d oggi specialmente tra i giovani
È la droga, la quale è altamente dannosa e le conseguenze dovute al
suo utilizzo sono irreversibili.
Essa agisce in modo distruttivo sul sistema nervoso, alterando la
trasmissione degli impulsi nervosi, e causando così comportamenti
negativi quali l incapacità di reagire agli stimoli o di valutare e
controllare le proprie azioni. L’assunzione delle droghe causa un
bisogno sempre maggiore fino ad arrivare al punto di non ritorno: la
dipendenza, che a sua volta porta alla morte per overdose.
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