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Non abbiate paura della tenerezza

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Non abbiate paura della tenerezza
7. Significa non farci condizionare dai
giudizi e dalle valutazioni degli altri, ma di
credere in noi stessi e al nucleo divino che
si cela in ciascuno di noi.
8. Significa riuscire a perdonarci. Friedrich Nietzsche afferma:
Getta via il malcontento sul tuo essere, perdona a te stesso6.
Soltanto quando riusciamo a perdonare le nostre debolezze, le
fragilità relazionali, spirituali, caratteriali queste perderanno la
loro forza distruttiva e si trasformeranno in punti di forza.
6. NIETZSHE FRIEDRICH, Umano, troppo umano. Frammenti postumi (1876-1878), in Opere di Friedrich Nietzsche, a cura di G.
Colli, M. Montanari, Adelphi. Milano 1965, 4/II, p. 201.
9. Significa smettere di
fare confronti con le
altre persone che
riteniamo più brave, più
intelligenti, più capaci di
noi. Si tratta piuttosto di
vedere, per usare
un’immagine, il nostro
giardino, i nostri fiori, i
nostri frutti e
apprezzarli, anziché
vedere sempre i fiori e i
frutti del giardino
accanto.
10. Significa, infine, sentirci amati e accettati
incondizionatamente da Dio. Più che conquistare Dio,
dobbiamo lasciarci conquistare da Lui. Più che tendere ad
amarlo siamo chiamati a lasciarci amare da Lui.
Desmond Tutu scrive:
nel nostro mondo è spesso difficile ricordare che Dio ci ama per come
siamo. Non ci ama perché siamo buoni. Ci ama e basta. E non perché
siamo amabili. Al contrario, siamo amabili proprio perché Dio ci ama. È
meraviglioso comprendere che si è accettati per ciò che si è,
indipendentemente da ogni risultato. È liberatorio. Troppo spesso
sentiamo dire che l’amore di Dio per noi è condizionato, come il nostro
amore per gli altri. Abbiamo fatto Dio a nostra immagine, piuttosto che
noi a sua immagine. Abbiamo sminuito l amore di Dio e fatto delle
nostre vite un incessante tentativo di provare il nostro valore. La nostra è
una cultura del successo, e applichiamo questo modo di pensare al
nostro rapporto con Dio. Ci logoriamo nel tentativo di impressionare
chiunque, Dio compreso. Cerchiamo di guadagnare la sua approvazione
e la sua accettazione. Non riusciamo a credere che il nostro rapporto con
Dio, il nostro essere al suo cospetto, non abbia nulla a che fare con il
nostro rendimento, con le nostre attività.
7. DESMOND TUTU, Anche Dio ha un sogno, L’ancora del mediterraneo. Napoli 2004, p. 37.
Giovanni Salonia afferma:
il Signore non si arrende,
ci ama e continua ad
amarci senza stancarsi.
Non gli interessa come
siamo o quello che
facciamo. Lui ci ama
comunque e sempre. E fa
di tutto: continua a
incarnarsi, a farsi piccolo,
ad assumere tutta la nostra
umanità per stare con noi
e salvarci8.
8. GIOVANNI SOLONIA, Le sue braccia sempre aperte, Pozzo di Giacobbe, Trapani 2011.
Il segreto per essere felici è credere di essere amati da Lui, con un
amore grande, passionale, tenero, accogliente e misericordioso. Papa
Francesco afferma:
per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di
più importante Egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta
più a cuore9.
9. PAPA FRANCESCO nel discorso di insediamento sulla Cathedra Romana, 7 aprile 2013.
Se potessimo vedere e
credere a quanto ci ama Dio,
la nostra vita cambierebbe e
niente ci scalfirebbe, ma
vivremmo la nostra esistenza
segnata da una grande gioia
e pace. Al riguardo
l’evangelista Giovanni nella
sua prima lettera dice:
In questo si è manifestato
l’amore di Dio in noi: Dio ha
mandato nel mondo il suo
unigenito Figlio, perché noi
avessimo la vita per mezzo di
lui. In questo sta l amore:
non siamo stati noi ad amare
Dio, ma è lui che ha amato
noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione
dei nostri peccati
(1Gv 4,9-10).

C’è un primo amore, quello di Dio, il nostro non è altro
se non una risposta al suo. “Noi amiamo, perché egli ci
ha amati per primo” (1Gv 4,19). Allora impegniamoci
a chiedere questa grazia, vivremo meglio la nostra vita
quotidiana e rifletteremo sugli altri questo amore e
questa serenità che vengono da Lui.
ESPERIENZA. LA
PREGHIERA DEL CUORE
Per vivere
bene questa
esperienza
suggerisco di
creare delle
condizioni
ottimali.
La prima: rilassatevi, e se non è un
problema, chiudete gli occhi. Mettetevi
in contatto con il vostro respiro. (Pausa)
La seconda: smettete di sentirvi inseguiti e di inseguire
gli eventi della vita. Per fare questo è fondamentale che
vi fermiate, entrando in contatto con voi stessi per
scoprire il vostro spazio interiore e ritirarvi in esso.
La terza:
provate a
consapevolizzare
come vi sentite
in questo
momento.
(Pausa)
La quarta: non
state a giudicare
ciò che affiora
dentro di voi.
Lasciate che ogni
cosa sia come deve
essere. Accettate
voi stessi con tutto
ciò che c’è dentro
di voi. (Pausa)
La quinta: offrite a Dio ciò che trovate dentro voi
stessi, con la certezza che il Suo calore e la Sua
luce possano trasformare ogni cosa e renderla
vitale e pacificante. (Pausa)
Per cinque minuti provate a pronunciare lentamente, nel
silenzio del vostro cuore e con fervore, le seguenti parole:
“Gesù, tu sei l’Amore”. Ripetete queste parole quanto più
potete e lasciate che il vostro cuore sia ricolmo di lode e
di gratitudine. Rimanete semplicemente con Gesù in
questo momento prezioso. (Pausa)
Poi, dolcemente,
passate ai successivi
cinque minuti. Anche
noi siamo destinati a
diventare i diletti di
Dio. Lasciate che
questa verità: “Gesù,
io sono l’amato di Dio
da tutta l’eternità e
per tutta l’eternità” si
depositi nel profondo
del vostro cuore.
(Pausa)
Infine, andate avanti nei
successivi cinque minuti,
dicendo nel silenzio del
vostro cuore: “Gesù, noi
tutti siamo gli amati di
Dio”. Lasciate che le
persone entrino nel
vostro cuore: il vostro
confratello, il
parrocchiano antipatico,
il vicino., un parente,
qualcuno di cui avete
letto sul giornale del
mattino. La cosa
importante è non
escludere nessuno”.
(Pausa)
Concludete l’esperienza e lasciatevi toccare e trasportare dalle
immagini del Salmo 22, affidandovi al Signore.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca,
mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me, Signore.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
Cospargi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Amen
Che cosa ho sperimentato attraverso
questa esperienza e quali le mie
risonanze emotive?
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