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Il colloquio d*esame

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Il colloquio d*esame
Art 3. comma 3 Legge 10 dicembre 1997, n. 425
“ Il colloquio si svolge su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico
dell’ultimo anno di corso”
Regolamento (attuativo della legge) ( DPR 23 luglio 1998, n. 323)
Art 4. comma 5
Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua,
la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite
e di collegarle nell’argomentazione
e di discutere sotto vari profili i diversi argomenti.
Esso si svolge su argomenti di interesse pluridisciplinare
attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno
di corso.
Art 5. comma 7
Prima parte: 10’15’
Il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di
esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale,
scelti dal candidato.
Parte centrale: 30’ Esso, tenendo conto di quanto previsto dal comma 8, prosegue
circa
su argomenti proposti al candidato a norma dell’art. 4, comma
5. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta
di un testo, di un documento, di un progetto o di altra
indicazione di cui il candidato individual le componenti
culturali, discutendole
Parte conclusiva:
10’
. Nel corso del colloquio deve essere assicurata la possibilità
di discutere gli elaborati relativi alle prove scritte.
QUATTRO PASSI PER COMINCIARE
PRIMO: SCEGLIERE L’ARGOMENTO.
Bisogna scegliere un argomento al quale si è davvero
interessati e/o che ci appassiona.
QUATTRO PASSI PER COMINCIARE
SECONDO: SCRIVERE IL TITOLO
(PROVVISORIO).
Scegliere il titolo e possibilmente il sottotitolo è
molto importante, perché serve a chiarirsi le
idee. Naturalmente si tratta di un titolo
provvisorio e ben passibile di cambiamento!
QUATTRO PASSI PER COMINCIARE
TERZO: SCRIVERE L’INDICE (PROVVISORIO) e/o una PRIMA
MAPPA GENERALE.
Scrivete un indice chiaro e completo. L’indice è una guida: vi
servirà per non disperdervi e, ancora una volta, per
chiarirvi le idee. Anche in questo caso si tratta di un indice
provvisorio: nel corso del lavoro, dovrete cambiarlo. Al
termine si aggiungeranno i numeri di pagina.
QUATTRO PASSI PER COMINCIARE
QUARTO: INDICARE LE FONTI.
Non si può scrivere una tesina basandosi solo sulle proprie idee e
sui libri di testo. Bisogna consultare altre “fonti”: documenti,
libri, riviste, siti internet, immagini, interviste… Quindi dovete
indicare quali saranno le vostre fonti.
TIP
TENETE UN QUADERNO AD ANELLI e/o FILE CON APPUNTI RELATIVI AI CONTENUTI DELLE FONTI
+ nuove idee da sviluppare + materiali vari che raccogliete.
Non è necessario che le fonti indicate all’inizio siano tante. Poi, come al solito, nel corso del lavoro
ne scarterete alcune e ne troverete di nuove.
OPERATIVAMENTE…
1)
2)
3)
4)
5)
6)
Copertina
Indice
Presentazione: premessa, introduzione e
mappa concettuale generale
Svolgimento: testo e/o mappe
(eventualmente conclusioni e/o
glossario)
Bibliografia e sitografia
I.I.S.S. “Andrea Fantoni”
Clusone – BG
ESAME DI STATO
2013-2014
TITOLO
eventuale sottotitolo
Nome e Cognome
Classe 5^BR I.G.E.A.
Premessa
finalità del lavoro
motivazioni che hanno indotto alla sua realizzazione.
forma: breve ma completa
impostazione personale
La premessa non è indispensabile ma significativa perché la Commissione possa apprezzare meglio l’impegno
del candidato ed eventualmente il grado del suo personale coinvolgimento.
Introduzione
sintesi del contenuto
indicazioni sui collegamenti fra le varie parti del testo
eventuali notizie sul metodo di lavoro adottato.
Forma: breve (max 2 pagine)
chiara
Interessante.
L’introduzione può essere composta al termine del lavoro, ma è consigliabile abbozzarla già all’inizio, per
verificare la completezza delle informazioni e la chiarezza delle proprie idee.
Scrivete e/o fate la mappa anzitutto dell’aspetto sul
quale vi sentite più preparati, non necessariamente il
primo. Per farlo, però, dovete avere studiato con
attenzione le fonti individuate. Se siete in difficoltà, per
rompere il ghiaccio provate a scrivere “come viene
viene”. Poi sistemate quello che avete scritto.
Attenzione: scrivere un testo significa in realtà
“riscrivere”: correggere, aggiungere, cancellare ancora
correggere… Per questa ragione è importante far
leggere il proprio testo, possibilmente non solo
all’insegnante, e raccogliere con cura le osservazioni.
Titoli dei vari capitoli/paragrafi brevi, ma incisivi , in modo da suscitare interesse in
chi legge
Ricordare di aggiornare l’indice ogni volta che si effettuano aggiunte o modifiche dei
contenuti o della struttura della "tesina".
Le citazioni, rigorosamente rispettose del testo originale (eventuali omissioni vanno
opportunamente segnalate), devono essere comprese fra virgolette e seguite
dall’indicazione della fonte in parentesi tonde. L’indicazione della fonte è
obbligatoria anche se si inseriscono nella "tesina" grafici o illustrazioni ricavate da
libri, riviste, CD, siti Internet, ecc.
Le note a pie’ di pagina possono essere create anche per spiegare il significato dei
termini tecnici. Se il numero delle note di questo tipo supera la decina, si può
scegliere di collocare (in ordine alfabetico) tutti i termini che richiedono spiegazioni
in un apposito Glossario.
Una parte della tesina può essere svolta in lingua straniera, per dar modo al
candidato di dimostrare la propria padronanza linguistica anche all’interno di un
percorso di ricerca autonomo. La parte in lingua deve comunque essere coerente
con l’impostazione della tesina e non rappresentare un elemento estraneo introdotto
per ragioni di convenienza.
Scrivere frasi semplici, evitando troppe subordinate. USARE LINGUAGGIO CHIARO E
PRECISO
Preferire le la prima persona plurale o la forma impersonale. (Non "io penso...",
"secondo me…", ecc. , ma "E` probabile che…", "come sappiamo", "come si sa", "si
può immaginare/ ritenere/ affermare che…", "quanto è stato detto dimostra
che..", ecc.)
USARE CONNETTIVI LOGICI (e, ma, infatti, inoltre, invece, tuttavia, quindi, ecc.) e
espressioni che aiutano ad esporre con ordine le proprie idee (in primo luogo…; in
secondo luogo…; in conclusione…; detto questo, si può aggiungere che…; da
quanto fin qui esposto risulta chiaro che…; ecc.).
Evitare frasi fatte e luoghi comuni.
Suddividere ogni capitolo in paragrafi, separati da un salto di riga, con o senza titolo
autonomo. Naturalmente ogni paragrafo sarà strutturato in vari capoversi che non
dovrebbero mai essere troppo lunghi per non appesantire la lettura, ma neppure
troppo brevi per non frammentare il discorso. La lunghezza consigliabile di un
capoverso è di 8-12 righe scritte al computer.
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BUON SENSO E COERENZA: ogni scelta grafica di formattazione (stile, carattere,
paragrafo) è legittima, purché fatta nei limiti del buon senso e del buon gusto, va
detto che sono da mettere al bando i disegnini, i caratteri di stampa inconsueti (es.
gotico), l’uso esagerato del colore, insomma ogni eccesso e ogni stravaganza..
Usare ad ogni capoverso il rientro di prima riga, che toglie monotonia alla pagina.
Scrivere in grassetto le parole chiave, per evidenziare i concetti principali e per
rendere più rapida la lettura.
Usare, quando possibile, brevi sequenze in forma di elenchi puntati o numerati, che
schematizzano e riducono all’essenziale il messaggio, come si può vedere ad
esempio a pagina 5 del presente lavoro.
Scrivere le note a pie’ di pagina in un formato decisamente più piccolo del corpo
del testo (ad esempio, formato 10 se il testo è 12).
Scrivendo al computer non dimenticare di digitare i segni di punteggiatura senza
interporre nessuno spazio fra la parola e il segno stesso, per evitare che una riga
inizi ad esempio con una virgola o un punto.
In presentazioni PPT, vale il primo punto.
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Testi: Cognome, Nome dell’autore, Titolo dell’opera, Casa editrice, luogo di
edizione, anno della prima pubblicazione.
Articoli: Cognome, Nome dell’autore, Titolo dell’articolo, in "titolo della rivista o del
giornale", anno e numero del fascicolo oppure data di pubblicazione.
Documenti: possono essere di tipo diverso: pubblicazioni di enti e associazioni prive
di Casa editrice (cosiddetta letteratura "grigia"); fonti storiche (archivi parrocchiali,
notarili, ecc.); leggi e regolamenti; atti di convegni. La citazione dovrà consentirne
l’esatta identificazione e possibilmente indicare il luogo in cui sono reperibili.
Sito Internet: si riporta l’indirizzo completo del sito da cui si è tratta l’informazione.
Es. Brown, C. (2001) “Joyce's Schema for Ulysses”, in Work in progress,
http://www.2street.com/joyce/
Film: Titolo del film, Cognome e Nome del regista, anno di produzione, Casa
cinematografica.
CD, CD-ROM :Titolo dell’opera, Cognome e Nome dell’autore, anno di
pubblicazione, Casa produttrice.
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La revisione costituisce un’operazione irrinunciabile per il
buon risultato finale. Infatti attraverso una precisa e
metodica revisione si riesce a valorizzare al massimo il
lavoro svolto, aggiungendo parti mancanti ed eliminando
tutto ciò che risulta ripetitivo o non pertinente.
Fase I: revisione del testo
Fase II: revisione dell’indice
Fase III: revisione del titolo
Fase IV: revisione o stesura dell’introduzione
Fase V: revisione grafica
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http://www.studenti.it/superiori/maturita/guide/perc
orso.php
http://giano.luiss.it/prove-desame/come-si-fa-unatesina-di-maturita/
http://www.isisromero.gov.it/studenti/guida-tesine
http://quintalgia.blogspot.it/2013/05/per-fare-unatesina.html
1. Quando bisogna consegnare la tesina?
Almeno due giorni prima dell’inizio degli esami scritti,
quando si riunisce la commissione.
Ma questa è l’ultima scadenza ragionevole: meglio anticipare,
e avere pronta una mappa generale separata
2. Chi legge la tesina?
La commissione d’esame.
Va bene, non sempre…, e non tutti i componenti della
commissione; soprattutto se l’argomento è molto specifico.
Però bisogna scrivere “come se” tutti la leggessero. In ogni
caso ci saranno almeno due lettori attenti: chi la scrive e
l’insegnante della materia.
3. È obbligatorio scrivere una tesina?
No, non è obbligatorio.
L’unico obbligo è questo: il colloquio d’esame deve cominciare con un argomento scelto
dal candidato. Non è possibile fare altrimenti. Ovviamente chi ha scritto la tesina
comincerà il colloquio con la presentazione del suo lavoro. Ma se non c’è alcuna
tesina, sarà sufficiente che il candidato indichi l’argomento d’inizio.
4. Una tesina deve riguardare tante materie?
No, non è necessario.
L’idea che tesina debba essere sempre “pluridisciplinare” è un’idea diffusa, ma
sbagliata. La tesina è l’approfondimento di un argomento specifico. A volte per
approfondire un argomento è necessario considerare discipline diverse. Invece in
altri casi è meglio limitarsi ad una sola disciplina.
5. Una tesina deve riguardare necessariamente una delle materie studiate durante l’anno?
Non è necessario, però è più facile.
Scrivere una tesina su un argomento lontano dalle materie studiate è difficile, anche
perché lo studente deve “convincere” gli insegnanti che il “suo” argomento ha un
valore reale.
6. Una tesina aiuta a ottenere un voto migliore all’esame?
Non sempre.
Una buona tesina è certamente d’aiuto: lo studente mostra di sapere utilizzare in modo autonomo
le nozioni e soprattutto gli strumenti appresi a scuola: quindi mostra di saper scrivere,
ragionare, discutere di un determinato argomento.
Una tesina scadente può essere dannosa. È molto meglio presentarsi al colloquio con un
argomento su cui si è ben preparati.
7. Copiare una buona tesina aiuta a ottenere un voto migliore all’esame?
In genere no.
Se l’argomento non è stato elaborato in modo autonomo, lo studente non sarà in grado di
sostenere una discussione seria al colloquio. Quindi il suo lavoro rischia di essere
controproducente.
In ogni caso, copiare non è onesto.
8. Non ho capito bene quali sono i vantaggi di una tesina. Insomma, chi me lo fa fare?
Nessuno: è una tua libera scelta.
Se sei interessato a un argomento, scrivere una tesina è “solo” una bella esperienza: metti alla
prova le tue capacità di lavorare in modo autonomo, di ragionare, magari anche di
“scoprire” nuovi problemi e di discutere idee interessanti. Impari qualcosa e puoi averne
una bella soddisfazione. Niente di più. (Niente di più?!).
9. Ma gli esami possono essere ancora una cosa seria?
Sì.
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