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Lezione7 - Simone Bonavita

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Lezione7 - Simone Bonavita
L’inestricabile
confusione
dell’oblio ed il ruolo
dei provider
Simone Bonavita
Professore a Contratto in "trattamento dei dati sensibili"
Università degli Studi di Milano
aa 2015/2016
Novembre 2015
La normativa
LA CONOSCENZA «EFFETTIVA» DELL’ILLICEITÀ
Viacom
New
International
York,
23
Inc.
giugno
vs.
2010):
YouTube
«[a]
(U.S.
District
Court,
provider
cannot
by
District
inspection
Court
of
determine
whether the use has been licensed by the owner, or whether its posting is a
‘‘fair use’’ of the material, or even whether its copyright owner or licensee
objects to its posting».
Telecinco c. YouTube (Juzgado de lo Mercantil de Madrid, 22 settembre 2010):
«una interpretación estricta y ortodoxa de la normativa exigiría que para que
YouTube tuviese “conocimiento efectivo” del carácter ilícito de los contenidos
alojados en su sitio web y pudiera ser considerado responsable respecto de
los
mismos,
esa
ilicitud
órgano jurisdiccional».
debería
haber
sido
declarada
previamente
por
un
(Contra, tuttavia, José Ramón Julio Márquez Martínez
(Ramoncìn) c. Xorxe Oural Martínez, Tribunal Supremo, Sala de lo Civil, 10
febbraio 2011)
Oblio, i provider ed il
lama
2
Il diritto all'oblio ed il lama
Il diritto all'oblio – Aspetti
definitori
“Il diritto ad essere se stessi” (cfr. Piraino Leto, 1990)
“il diritto a che fatti, pure pubblici, attinenti al soggetto, con il decorso del
tempo cessino di avere tale qualità” (Zencovich, 1986)
“non si nega la possibilità di rendere pubbliche informazioni […] ma solo che
queste siano corrispondenti alla situazione concreta”(Corte Cost.13/1994)
“Si tutela identità-verità, anche senza violazione di privacy” (Ferri, 1981)
Cosa è l’oblio
Il concetto di oblio è proprio dei modelli cognitivi.
Il problema principale del diritto all’oblio consiste nell’esportate il concetto di oblio da
un modello tipicamente cognitivo all’interno di un sistema non cognitivo, quale la
Rete.
“Ours are (by nature) unusually plastic and opportunistic brains whose biological
proper functioning has always involved the recruitment and exploitation of
nonbiological props and scaffolds” (Andy Clark)
Cosa è l’oblio
Cosa è la memoria? “The term 'memory' is commonly used for both biological (human)
entities and computers. Despite differences, all memory systems have something in common:
Any memory system – whether physical, electronic, or human – requires three things, the
capacity to encode, or enter information into the system, the capacity to store it, and –
subsequently – the capacity to retrieve it. Encoding is the initial phase in the memory
process, information from an external source is encoded into an internal representation. The
encoded information is then stored. In order to be able to use the stored information, it
needs to be retrieved. The three stages of encoding, storage and retrieval interact: the
manner of encoding determines what and how something is, which will in turn determines
what can be retrieved” (Paulan Korenhof 2013)
Cosa è l’oblio
Cosa significa dimenticare? “Forgetting can occur as a result of failures in any of
the three elements of the memory process. It can be the loss of acquired information
(storage), the inability to retrieve stored information (retrieval) and the deterioration
of correspondence between the acquired and the retrieved information (encoding)”
(Paulan Korenhof 2013)
Il diritto all’oblio è dunque un diritto a che un processo di memorizzazione sia
fallace?
Human memory processes allow forgetting “by design”
(Eltis 2011, Blanchette 2011).
Il diritto all'oblio – Aspetti
definitori
•
•
•
•
Il diritto all’oblio è dunque una mera estensione del diritto alla privacy?
È applicabile anche alle persone giuridiche? (Parte della dottrina
“ammette l'estensibilità dei diritti della personalità delle persone
giuridiche” cfr, Fusaro, 2002)
Chi può azionare il diritto all’oblio? E quale è la posizione di soggetti
terzi (es. vittime di reato?)
Vi sono casi in cui non può esser esercitato? Nel caso di crimini contro
l’umanità?
Il diritto all'oblio – Aspetti
definitori
•
•
•
Le neuroscienze hanno un concetto di oblio profondamente diverso da
quello dei giuristi;
Gli esperti di AI hanno difficoltà ad esprimersi in merito agli elementi
fondanti dell’oblio;
La nuova proposta di regolamento ritiene l’oblio quale un diritto alla
cancellazione;
Il diritto all'oblio
Diritto all’oblio
Diritto alla deindicizzazione
dei fatti dalla SERP
Diritto a non vedere ripubblicati articoli di giornale…(…)
Diritto alla deindicizzazione dei
dati personali dalla SERP
Diritto al corretto trattamento
dei dati personali
Diritto a conoscere gli estremi del titolare del trattamento
Il diritto all'oblio – Aspetti
definitori
La Agencia Española de Protección de Datos (AEPD) ha
ordinato a Google di rimuovere dalla SERP contenenti
informazioni su cittadini spagnoli. Si tratta di pagine
contenenti notizie considerate lesive dell’immagine personale
dai soggetti coinvolti. Dott. Hugo Guidotti Russo, un chirurgo
plastico che nel 1991 è stato coinvolto in un caso di
“malasanità” e chiede ora che digitando il suo nome su
Google la notizia non compaia più tra i risultati…
…..una storia che sappiamo già.…
Il diritto all'oblio – Aspetti
definitori
Due titolari autonomi:
• Il motore di ricerca
• Il soggetto che ha scritto il contenuto
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Cassazione 3679/1998 A detta della Corte “la divulgazione di notizie che arrecano
pregiudizio all'onere e alla reputazione deve, in base al diritto di cronaca, considerarsi
lecita quando ricorrono tre condizioni: a verità oggettiva della notizia pubblicata;
l'interesse pubblico alla conoscenza del fatto (c.d. pertinenza); la correttezza formale
dell'esposizione (c.d. continenza)”. Di conseguenza, Ai fini di accertare la veridicità di
quanto pubblicato “il giornalista ha l'obbligo, non solo di controllare l'attendibilità della
fonte, ma anche di accertare e di rispettare la verità sostanziale di fatti rispetto alla
notizia”.
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
La Corte, giunta a questo punto dell’iter argomentativo avrebbe potuto agilmente e coerentemente
concludere che l’omissione di fatti rilevanti afferenti ad una vicenda giudiziaria idonea a recare
pregiudizio all’onore di un soggetto costituisce una violazione del diritto alla reputazione, ma si è
spinta oltre. Secondo la Corte “viene invece in considerazione un nuovo profilo del diritto di
riservatezza recentemente definito anche come diritto all'oblio inteso come giusto interesse di ogni
persona a non restare indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla
sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia in passato legittimamente divulgata. (…)
Quando il fatto precedente per altri eventi sopravvenuti ritorna di attualità, rinasce un nuovo
interesse pubblico alla informazione non strettamente legato alla stretta contemporaneità fra
divulgazione e fatto pubblico che si deve contemperare con quel principio, adeguatamente
valutando la ricorrente correttezza delle fonti di informazione”
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Cassazione 5525/2012 definisce il diritto all’oblio come il diritto a che “non vengano
ulteriormente divulgate notizie che per il trascorrere del tempo risultino ormai
dimenticate o ignote alla generalità dei consociati. Un fatto di cronaca può, a tale
stregua, assumere rilevanza quale fatto storico, il che può giustificare la permanenza
del dato mediante la conservazione in archivi altri e diversi (es., archivio storico) da
quello in cui esso è stato originariamente collocato […] Anche in tal caso i dati
debbono risultare "esatti" e "aggiornati", in relazione alla finalità del loro
trattamento. A fortiori in caso di relativo inserimento in un archivio storico che come
nella specie venga memorizzato pure nella rete di internet la notizia non può
continuare a risultare isolatamente trattata e non contestualizzata in relazione ai
successivi sviluppi della medesima”. Un diritto all’aggiornamento dunque?
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Cassazione Sentenza 26 giugno 2013, n. 16111 “in tema di diffamazione
a mezzo stampa, il diritto del soggetto a pretendere che proprie, passate vicende
personali siano pubblicamente dimenticate (nella specie, c.d. diritto all’oblio in
relazione ad un’antica militanza in bande terroristiche) trova limite nel diritto di
cronaca solo quando sussista un interesse effettivo ed attuale alla loro diffusione,
nel senso che quanto recentemente accaduto (nella specie, il ritrovamento di un
arsenale di armi nella zona di residenza dell’ex terrorista) trovi diretto
collegamento con quelle vicende stesse e ne rinnovi l’attualità, in caso diverso
risolvendosi il pubblico ed improprio collegamento tra le due informazioni in
un’illecita lesione del diritto alla riservatezza”.
Secondo
Corte,
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
infatti
“le
vicende
relative
ai
c.d.
anni
di
piombo
appartengono certamente alla memoria storica del nostro Paese, ma ciò
non si traduce nell’automatica sussistenza di un interesse pubblico alla
conoscenza di eventi che non hanno più, se non in via del tutto
ipotetica e non dimostrata, alcun oggettivo collegamento con quei fatti
e con quell’epoca”.
In questo non è l’iter argomentativo della Corte a sollevare perplessità
ma è il bilanciamento di diritti effettuato dalla stessa. La Corte, infatti,
non ha qualificato o valutato il diritto alla memoria storica, giungendo troppo
frettolosamente a sostenere la prevalenza del diritto del diritto all’oblio
rispetto al diritto della collettività a non dimenticare la propria storia.
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
La Giurisprudenza del Garante della Privacy è pacifica nel ritenere che all’interessato
spettino legittimi diritti di opposizione al trattamento, “tenuto conto delle peculiarità del
funzionamento della rete Internet che possono comportare la diffusione di un gran numero
di dati personali riferiti a un medesimo interessato e relativi a vicende anche risalenti nel
tempo – e dalle quali gli interessati stessi hanno cercato di allontanarsi, intraprendendo
nuovi percorsi di vita personale e sociale – che però, per mezzo della rappresentazione
istantanea e cumulativa derivante dai risultati delle ricerche operate mediante i motori di
ricerca, rischiano di riverberare comunque per un tempo indeterminato i propri effetti
sugli interessati come se fossero sempre attuali”. (Decisione del Garante sul ricorso,
“Archivi storici online dei quotidiani e reperibilità dei dati dell’interessato mediante motori
di ricerca esterni del 8 aprile 2009)
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
11. del D. Lgs. n. 196/2003 prevede che i dati personali
oggetto di trattamento sono trattati e conservati (…) “in una
forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un
periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi
per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati”.
Il diritto all’oblio - Giurisprudenza
“Al diritto all'oblio, riconosciuto dal Codice in materia di protezione dei dati personali, si è
appellato un operatore pubblicitario, che ha presentato ricorso al Garante chiedendo di disporre
nei confronti di un ente pubblico gli opportuni accorgimenti per interrompere quella che riteneva
una perpetua "gogna" elettronica. Il Garante (…) ha previsto che l'ente continui a divulgare sul
proprio sito istituzionale le decisioni sanzionatorie riguardanti l'interessato e la sua società, ma trascorso un congruo periodo di tempo - collochi quelle di vari anni or sono in una pagina del
sito accessibile solo dall'indirizzo web. Tale pagina, ricercabile nel motore di ricerca interno al
sito, dovrà essere esclusa, invece, dalla diretta reperibilità nel caso si consulti un comune
motore di ricerca, anziché il sito stesso”. (Reti telematiche e Internet - Motori di ricerca e
provvedimenti di Autorità indipendenti: le misure necessarie a garantire il c.d. "diritto all'oblio”,
2004)
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
In relazione alle notizie presenti negli archivi dei quotidiani online, il
Garante per la Protezione dei Dati Personali, con decisioni n. 434 del 20
dicembre 2012 e n. 31 del 24 gennaio 2013, ha stabilito che sviluppi
successivi di una medesima vicenda impongono al detentore di un
archivio giornalistico online di aggiornare i dati ivi contenuti, altresì
procedendo a deindicizzare tali informazioni rendendole non accessibili
dai principali motori di ricerca
Quale oblio?
Esiste un diritto all’oblio?
Ha una definizione?
Nasce dai diritti della persona?
E’ una estensione della privacy?
Il diritto all’oblio è semplicemente un nuovo
modo di chiamare vecchi diritti?
• Esiste un diritto a ricordare?
• Esiste un diritto alla memoria storica?
• Habeas SERP?
•
•
•
•
•
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Lo “snippet legato all'indicizzazione dell'articolo in questione lo danneggerebbe poiché gli utenti di
internet sarebbero fuorviati e indotti a pensare che lo stesso sia indagato per KX ovvero sia stato addirittura
sottoposto a custodia cautelare”
“[…] inoltre che va separatamente considerato il diverso profilo legato allo "snippet" dell'articolo in questione,
avendo il ricorrente rappresentato legittimamente la propria aspirazione a che l'abstract visualizzato sotto il
titolo dell'articolo medesimo non associ genericamente, per mezzo delle scansioni operate automaticamente dal
motore di ricerca, il proprio nominativo alle notizie principali dell'articolo stesso (riassunte nel titolo)
indipendentemente dalla specifica narrazione dei fatti relativi all'interessato come riportati nell'articolo in
questione… punto, deve essere dichiarato non luogo a provvedere sul ricorso ai sensi dell'art. 149 comma 2 del
Codice, avendo il titolare del trattamento fornito un adeguato riscontro all'istanza del ricorrente nel corso del
procedimento, dichiarando che, nel caso in esame, "non compare più alcuno snippet in relazione
all'indicizzazione dell'url" oggetto del presente ricorso”.
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Il diritto all’oblio come diritto a che il gestore del
motore di ricerca intervenga a livello editoriale sullo
snippet?
Il diritto all’oblio Giurisprudenza
Diritto all'oblio: prime pronunce del Garante dopo i no di Google
Il Garante privacy ha adottato i primi provvedimenti in merito alle segnalazioni presentate da
cittadini dopo il mancato accoglimento da parte di Google delle loro richieste di deindicizzare
pagine presenti sul web che riportavano dati personali ritenuti non più di interesse pubblico. A
seguito della recente sentenza della Corte di Giustizia europea sul diritto all'oblio, Google è
infatti tenuta a dare un riscontro alle richieste di cancellazione, dai risultati della ricerca, delle
pagine web che contengono il nominativo del richiedente reperibili utilizzando come parola
chiave il nome dell'interessato.…
[….ma le pronunce sono così chiare?]
Il Diritto all’Oblio
L’Individuazione dei casi
Richiedere
la
deindicizzazione
cliente
ad
particolarmente
cancellazione
dei
un
elevato
contenuti
danno
e/o
esporrebbe
di
qualora
il
la
il
immagine
gestore
del
sito decidesse di rendere nota la comunicazione
ricevuta,
carattere
enfatizzandola
come
presumibilmente
identificare i canali più critici.
una
richiesta
censorio.
di
Bisogna
Il Diritto all’Oblio
L’Individuazione dei casi
Identità digitale: l’insieme delle informazioni presenti in Rete la cui
considerazione complessiva identifica un soggetto agli occhi dell’utente
del web. Fondamentale in questo processo è il principio della lettura
percettiva di un utente che naviga sui motori di ricerca: i dati che
colpiscono di più l’attenzione sono quelli che compaiono ai primi posti
nella SERP e nelle posizioni percettivamente più rilevanti per chi legge.
Reputazione online: insieme di informazioni connesse ad un soggetto,
relative alla considerazione, alla stima ed alla credibilità di cui questo
soggetto gode in Rete.
Il Diritto all’Oblio
L’Individuazione dei casi
Il Diritto all’Oblio
L’Individuazione dei casi
Il Diritto all’Oblio
L’Individuazione dei casi
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