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Gabriele D*Annunzio and the Decadent City Imaginary
City as an “Artificial Paradise” - Gabriele D’Annunzio and the Decadent City Imagery Italian research seminar, 20.3.2012 Kent University, UK Marja Härmänmaa, University of Helsinki, Finland The City and Literature • Since Wordsworth, the city has stood as a symbol of modern life in European literature • During the 19th century the city substitutes the natural landscape of Romanticism • Baudelaire considered as the father of modern urban poetry D’Annunzio and the City • D’Annunzio lived in many cities – Rome, Naples, Venice • Many of the Italian cities appear in his works • The city is the logical environment for an intellectual interested in society, and for an artist who needs to be in contact with his public D’Annunzio’s City • D’Annunzio rejects the modern city – both in his life and in his works • He prefers smaller Italian cities – Le Città del Silenzio: Padova, Ferrara, Rimini… • He prefers the countryside to the city The Rejection of the City • Tulli Hermill and Claudio Cantelmo escape from the city (Rome) to countryside • D’Annunzio lives in the countryside in Abruzzo, in Tuscany, on Lake Garda The Positive Countryside (L’Innocente, 1892) • Healthy lifestyle • Authenticity of people • Direct contact with nature Tullio’s Brother in L’Innocente • “Era l’uomo esemplare: buono, forte, sagace. Nulla per me uguagliava in nobiltà lo spettacolo di quella giovinezza devota alla religione del ‘conscientemente bene operare’, dedicata all’amore della Terra.” [L’Innocente, 57] The Negative City • In Le vergini delle rocce (1895) and Maia (1903) • Symbol of the political and social corruption • Symbol of the mediocrity of mass society • Symbol of modernity as a form of alienation from nature Back to the City • A gret deal of D’Annunzio’s production is set in a city – Rome, Venice • D’Annunzio’s readers: urban middle class, especially women • D’Annunzio writes to them, about them A View of Rome • “S’incamminò in giù, verso la via de’ Condotti. Il Corso era un lietissimo fiume di sole, dalla piazza di Venezia alla piazza del Popolo. Le signore, in chiari abbigliamenti primaverili, passavano lungo le vetrine scintillanti. Passò la principessa di Ferentino con Barbarella Viti, sotto una cupola di merletto. Passò Bianca Dolcebuono. Passò la giovane sposa di Leonetto Lanza.” [Il Piacere, 339] City as a Stage for High Society • No working class • No modernity • People of high society hermetically isolated in fine circles “The real world” • Working class and their daily life • Present only occasionally • Used as a tool to emphasize the alienation of the protagonists Sperelli and “the Real World” • “Egli usciva dalla casa Zuccari a piedi. Era un tramonto paonazzo e cinereo, un po’ lugubre, […] Venivano giù per la discesa carri tirati da due o da tre cavalli messi in fila e torme d’operai tornanti dalle opere nuove. Alcuni, allacciati per le braccia, si dondolavano cantando a squarciagola una canzone impudica. // Egli si fermò, per lasciarli passare. Due o tre di quelle figure rossastre e bieche gli rimasero impresse. Notò che un carrettiere aveva una mano fasciata e le fasce macchiate di sangue. Anche, notò un altro carrettiere in ginocchio sul carro, che aveva la faccia livida, le occhiaie cave, la bocca contratta, come un uomo attossicato. Le parole della canzone si mescevano ai gridi gutturali, ai colpi delle fruste, al romore delle ruote, al tintinnio dei sonagli, alle ingiurie, alle bestemmie, alle aspre risa. // La sua tristezza s’aggravò. Egli si trovava in una disposizione di spirito strana.” [Il Piacere, 80] The Decadent City Imagery? D’Annunzio and Pantheism • The core of D’Annunzio’s ideology from the beginning to the end • Universe is one entity in which everything— including the human being—is connected • In D’Annunzio, ‘entity’ manifests in nature Nature Book of God = eternity City Book of Man = temporality City - Nature • “Venezia era oscurata da quella massa di porfidi roventi: giaceva su le acque tutt’avvolta in un velario violaceo ond’emergevano i suoi steli marmorei lavorati dagli uomini per custodirvi i bronzi che dànno il segno delle preghiere consuete. Ma le opere e le preghiere consuete degli uomini, ma l’antica città stanca d’aver troppo vissuto, ma i marmi disgiunti e i bronzi consunti, ma tutte quelle cose oppresse dal peso delle memorie e periture s’umiliavano al paragone della tremenda Alpe affocata che lacerava il cielo con le sue mille punte inflessibili, città enorme e sola, forse in attesa d’un giovine popolo di Titani.” [Il Fuoco, 316] The Subjective City • With Realism and Naturalism the city became the stage of social conflicts • During the fin de siècle a new individualistic conception of the city The city appears different to everyone observing it In D’Annunzio, the city becomes the stage to observe the natural phenomena The Sun • “Il viatico uscì dalla porta della chiesa a mezzogiorno. Su tutte le strade era la primizia della neve, su tutte le case la neve. Ma in alto grandi isole azzurre apparivano tra le nuvole nevose, si dilatavano sul palazzo di Brina lentamente, s’illuminavano verso la Bandiera. E nell’aria bianca, sul paese bianco appariva ora subitamente il miracolo del sole.” [“La vergine Orsola” (1884)] The Close of the Day • “Il giorno moriva; ma l’aria era ancóra pergna di luce, ritenendo la luce come una spugna ritiene l’acqua. Si vedeva, per la finestra, all’orizzonte una striscia aranciata su cui i cipressi del Monte Mario si disegnavan netti come i denti d’un gran rastrello d’ebano. Si udivano di tratto in tratto i gridi delle cornacchie trasvolanti in gruppi a riunirsi su i tetti della Villa Medici per discender poi nella Villa Borghese, nella piccola valle del sonno.” [Il Piacere (1889), 241] The Wind • “Formidabile era la voce del turbine in quella immobilità dei secoli impietrati: sola dominatrice su la solitudine come quando i marmi dormivano nel grembo delle montagne e dalle isole fangose della laguna crescevano l’erbe selvagge intorno ai nidi degli uccelli, assai prima che in Rialto sedesse il Doge, assai prima che i patriarchi guidassero i fuggiaschi verso il gran destino. La vita [163] umana era scomparsa; non eravi sotto il cielo se non un immenso sepolcro ne’ cui vani rimbombava quella voce, sola quella voce. Le moltitudini incenerite, i fasti dispersi, le grandezze cadute, gli innumerevoli giorni di nascita e di morte, le cose del tempo senza forma e senza nome commemorava ella col suo canto senza lira, con la sua lamentazione senza speranza. Tutta la malinconia del mondo passava nel vento su l’anima protesa.” [Il Fuoco (1900), 164] Fin de siècle Reality • The limits of science to explain reality • New disciplines that changed reality: – quantum mechanics – psychoanalysis • Application of empathy and intuition rather than reason to discover reality D’Annunzio Looking for Reality • Search for the true nature of things behind the surface • Art = continuation of nature • Use of metaphors to establish the secret connections between things D’Annunzio about Art, Science and Analogies • ”L’arte, esprimendo con più forza e con più lucidità quel che la natura esprime oscuramente, rappresentando con la maggior possibile esattezza verbale i più complessi fenomeni interiori per rendere visibili i loro rapporti nascosti, decomponendo gli elementi per organare nuove forme e dando a queste tutta l’intensità del reale, in fine scoprendo nelle rappresentazioni le analogie che le collegano l’una all’altra, può fornire alla scienza non soltanto indizii preziosi ma rendere evidente ciò che ancora non è dimostrabile” [”Elogio dell’epoca”, in La Tribuna, 23.6. 1893] The Vehicles in D’Annunzio’s City Metaphors • • • • • City as a human being (woman) City as natural landscape City as a jewel City and music City and mythology The Vegetative Metamorphosis 1 • “Stamani il Corso, a pena per un quarto d’ora, era divenuto un pallidissimo fiume di sole, dalla piazza della Colonna alla piazza del Popolo, un mollissimo fiume aureo dentro cui passavano le signore lentamente.” [“Cronaca bizantina” in La Tribuna, 20.11.1887] The Vegetative Metamorphosis 2 • “Il rematore li traghettava alla Torre dell’Orologio. La piazza era inondata, simile a un lago in una chiostra di portici, rispecchiando il cielo che si discopriva dietro la fuga delle nuvole colorato dal crepuscolo verdegiallo. Più viva, la Basilica d’oro, quasi che si ravvivasse al contatto dell’acqua come una foresta inaridita, splendeva d’ali e d’aureole nell’estremo lume; e le croci delle sue mitre si scorgevano in fondo allo specchio cupo, come le sommità d’un’altra basilica sommersa.” [Il Fuoco, 159] The Artificial Paradise A fin de siècle Paradox • Inward turn: – Escapism from reality, – Looking inside oneself • Search for the readers: – The era of consummerism – The book as a product The Anatomy of D’Annunzio’s City between Realism and Fantasy • Meticulous study of the real city: – Taccuini, newspaper articles • Subjective focus on certain topics • Fantastic level created with metaphors D’Annunzio’s City Paradox • The quest for readership City as a stage to observe high society The real city • The inward turn City as the new Arcadia The imagined city Thank you!