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materiale unità 2 prof.ssa Landolfo C
LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA MIUR 2009 LE LINEE GUIDA •Raccolgono una serie di direttive con lo scopo di migliorare il processo di integrazione degli alunni con disabilità •Individuano una serie di criticità e propongono possibili soluzioni per orientare l’azione degli uffici scolastici regionali, dei dirigenti e degli organi collegiali •Premessa: alta concezione dell’istruzione e della persona umana, che trova nell’educazione il momento prioritario dello sviluppo (entro il 2010 l’Unione europea dovrà diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo)( Lisbona Consiglio Europa 2000) L’educazione non come rimedio “L’educazione come uno dei mezzi principali a disposizione per promuovere una forma più profonda e più armoniosa dello sviluppo umano ,e quindi per ridurre la povertà l’esclusione,l’ignoranza l’oppressione e la guerra” . STRUTTURAZIONE • 1.I principi costituzionali e la legislazione italiana in materia di alunni con disabilità • 2.L’organizzazione (Uffici scolastici regionali e rapporti interistituzionali) • 3.La dimensione inclusiva della scuola (ruolo del dirigente e dei docenti nelle azioni da mettere in campo) 1.COSTITUZIONE ITALIANA Principi fondamentali Gli articoli da 1 a 12 • consentono di delineare un modello di società che pone al centro la persona umana, riconoscendo la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini. L’art.3 è uno dei più importanti in quanto sancisce l’uguaglianza sostanziale dei cittadini l’obbligo per lo Stato di rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono al pieno sviluppo della persona. 1.LA LEGISLAZIONE ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE: • Art. 3 com. 1 “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge,senza distinzione di sesso ,razza di lingua ,di religione ,di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali”; com. 3La Repubblica ha il compito d rimuovere gli ostacoli di ordine economico o sociale che limitano l’uguaglianza, affinchè tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità • Art.34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. • Art. 3 e 34: diritto allo studio per tutti coniugato con il principio di uguaglianza e pari dignità sociale, (uguaglianza giuridica) rimane “formale” e non “sostanziale” ossia non siamo ancora giunti al rispetto della “persona” messa in condizione di esplicare le proprie attitudini personali ,quali esse siano . (all’inizio scuole speciali e classi differenziali), (all’inizio i principi costituzionali garantirono il diritto alo studio in scuole speciali e classi differenziali) • Art.38 specifica che “gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale 1.Il nuovo concetto di assistenza • L’affermazione dei principi costituzionali comporta, per la prima volta, la piena tutela giuridica di ogni persona. • Nasce un nuovo concetto di assistenza sul piano economico, sanitario e lavorativo, che determina degli effetti di grande rilevanza sociale se si considera che: vengono emanate precise disposizioni di legge a favore di gruppi di handicap (sordi, ciechi, altre categorie); • si stabiliscono provvidenze economiche in risposta ai bisogni ed alle esigenze della famiglia con soggetto disabile; • si verifica una crescita di scuole speciali, sia pure in una logica di separazione e di frammentarietà di interventi; • si procede ad una categorizzazione dell’handicap nel senso che i soggetti disabili vengono distribuiti in categorie distinte, in base al tipo di handicap o alla causa che lo ha determinato 1. Le classi differenziali In realtà possiamo dire che solo con la Legge n. 1859 del ’62, istitutiva della scuola media unica, è possibile parlare di istituzione ufficiale delle classi differenziali, come precisa l’art. 12 “Possono essere istituite classi differenziali per alunni disadattati scolastici”. 1.L’<<inserimento>> scolastico Alla logica della separazione, che isolava la categoria dei cosiddetti “anormali” in scuole speciali, segue la logica dell’inserimento che prevede l’iscrizione dei portatori di handicap nelle scuole comuni, ma siamo ancora ben lontani dal processo dell’integrazione. 1.LA LEGISLAZIONE LEGGE 118/71: •L’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica. (art.28) • Scuole speciali non ancora abolite. • Iniziativa alle famiglie ,nelle classi comuni • assicura il trasporto,abolizione barriere architettoniche assistenza per gli alunni più gravi. • Inserimento degli alunni con disabilità (aspetto per lo più formale) • Il principio dell’uguaglianza non veniva rispettato 1.Norme primarie, secondarie e norme interne di riferimento: • Legge 517 del 1977 avvio all’integrazione • Legge 104 del 1992 • Legge 53 del 2003 • Nota MIUR del 2004 tutela della disabilità personalizzazione suggerimento di • C.M. 110/2007 • Legge 170 del 2010 scolastica misure compensative e dispensative in caso di dislessia e discalculia integrazione degli alunni stranieri Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico 1.Norme primarie, secondarie e norme interne di riferimento • Decreto Ministeriale 5669 del 2011 Linee • • • • guida per il diritto allo studio degli alunni DSA Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d’intervento per alunni con BES Circolare MIUR n. 8 del 2013 Indicazioni operative sui BES Direttiva MIUR & Ministero Sanità 2013 Linee Guida per la predispo-sizione di protocolli regionali per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA Circolare Ministeriale novembre 2013 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti 1.La legge n. 517/1977 • E’ solo con la Legge del 4 agosto 1977, n. 517,"Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico“, che nasce il concetto di integrazione. • Questa legge rappresenta il punto di riferimento più importante per la legittimazione del diritto di frequentare le scuole comuni da parte dei disabili. • I punti salienti si possono così sintetizzare: • • • innovazioni sul piano metodologico e didattico attribuzione alle scuole docenti “specializzati” integrazione specialistica attraverso il servizio socio psico – pedagogico • abolizione delle classi differenziali 1.Legislazione • • • • DPR 970/1975 istituzione corsi specializzazione sostegno polivalenti di durata biennale attraverso un percorso teorico pratico Giugno 1977 approvazione programmi Decreto n.249/2010 passaggio formazione università Decreto 30/9/2011 criteri per lo svolgimento Legge 104/2013 art.15 com. 3 bis abolizione aree disciplinari (… individuate sulla base del PDF e PEI dall’art.13 com 5 L.104/92) 1.Integrazione • Il percorso normativo dell’integrazione viene sostenuto dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 215/1987 che afferma il pieno diritto di qualsiasi studente in situazione di handicap di poter frequentare non solo le scuole materne e dell’obbligo, ma ne garantisce il percorso formativo anche nelle scuole secondarie di II grado. 1.Legislazione L’adempimento dell’obbligo scolastico è disciplinato dalle seguenti leggi: - Circolare Ministeriale 30/12/2010, n. 101, che, all’art. 1 dispone che “nell’attuale ordinamento l’obbligo di istruzione riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni”. - Decreto Ministeriale 22 Agosto 2007, n. 139, art. 1: “L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni indicate all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”. - Legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 622: “L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età”. 1.Legislazione Diverso è l’obbligo formativo, ossia il diritto/dovere dei giovani che hanno assolto all’obbligo scolastico, di frequentare attività formative fino all’età di 18 anni. Ogni giovane, potrà scegliere, sulla base dei propri interessi e delle capacità, uno dei seguenti percorsi: -proseguire gli studi nel sistema dell’istruzione scolastica. -frequentare il sistema della formazione professionale la cui competenza è della Regione e della Provincia. -iniziare il percorso di apprendistato. Esso è contratto di lavoro a contenuto formativo finalizzato a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica ed è finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale. -frequentare un corso di istruzione per adulti presso un Centro Provinciale per l’istruzione degli adulti. 1Dalla legislazione scolastica alla legislazione socio – sanitaria Legge 5 febbraio 1992, n. 104 “ Legge Quadro per l’Assistenza, l’Integrazione sociale e i Diritti delle Persone Handicappate Nell’ambito della legislazione socio – sanitaria , si impone, per l’organicità degli interventi che rende obbligatori, la Legge 5 febbraio 1992, n. 104, cioè la “ Legge Quadro per l’Assistenza, l’Integrazione sociale e i Diritti delle Persone Handicappate”, la quale recepisce tutti gli orientamenti delle discipline psico pedagogiche e mediche, Punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità • Ribadisce e amplia il principio dell’integrazione sociale e scolastica, il fine è la tutela della dignità umana- diritto soggettivo della persona con disabilità al pieno sviluppo che non può essere limitato da ostacoli o impedimenti •Definiti la DF, PDF e PEI: momenti concreti in cui si esercita il dirittto all’istruzione e all’educazione •Coinvolgimento dell’amministrazione scolasica, degli organi pubblici e delle famiglie in questo iter 1.LA LEGISLAZIONE DPR 24 febbraio 1994 (integrato e modificato dal DPCM 185/2006) “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di Handicap” individua i soggetti e le competenze degli EELL delle ASL e delle istituzioni scolastiche nella definizione del DF,PDF,e PEI,predisposti in un determinato periodo di tempo (il PDF è aggiornato a conclusione della scuola infanzia,primaria,media e durante il corso della scuola secondaria superiore(art.12 com 8 L. 104) La legge n.296 /2006 art 1 comma 605 lettera “b”,garantisce il rispetto delle “effettive esigenze” degli alunni con disabilità” 1.La legge di riforma n. 53/2003 riconoscimento a tutti gli studenti della personalizzazione dell’apprendimento • La legge n. 53/03 pone ulteriori riflessioni sulla tematica dell'integrazione. • Inserendosi nel nuovo assetto delineato dall’autonomia, essa evidenzia alcuni principi ispiratori molto interessanti anche per l’accoglienza e la piena valorizzazione delle persone con difficoltà: la personalizzazione dei percorsi, la differenziazione degli interventi, la flessibilità. • La funzione globale della scuola non è quella di fornire una quantità crescente di conoscenze, quanto piuttosto quella di favorire la crescita e la valorizzazione della persona, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno. • I curricoli scolastici diventano piani di studio personalizzati; è compito dei docenti individuare obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli allievi, al fine di garantire la trasformazione delle capacità individuali in reali e documentate competenze. 1.LA LEGISLAZIONE CONVENZIONE ONU PER I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’ •Ratificata dall’Italia con la legge n.18/3/2009 •Già prima: Dichiarazione dei diritti del bambino (1959); Dichiarazione dei diritti della persona con ritardo mentale (1971); Conferenza modiale sui diritti umani (1993) •Superato approccio focalizzato solo sul deficit •Modello sociale della disabilità ( persona non dal punto di vista sanitario ma approccio globale in una visione olistica bio-psicosociale, capacità possedute e performance possibili intervenendo sul contesto Disabilità :condizione di salute in ambiente sfavorevole Contesto: facilitatore (favorisce) o barriera (ostacola) 1.Legge 1° marzo 2006 n.67 “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni” Art.2 1. Il principio di parità di trattamento comporta che non può essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità 2. Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga. 3.Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone 4. Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti. 1.LA LEGISLAZIONE •Principi di non discriminazione, pari opportunità, autonomia •Obiettivo: piena inclusione sociale •Determinante il contesto sociale e culturale nella sua influenza positiva o negativa •Il contesto deve adattarsi ai bisogni specifici attraverso un «accomodamento ragionevole» 1.L’ICF come strumento di lettura dei bisogni di bambini e adolescenti 1.LA LEGISLAZIONE ICF (2001) OMS • Modello bio-psico –sociale (visione olistica) non solo punto di vista sanitario ma approccio globale: contesto -capacità possedute : performance possibili intervenendo sul contesto Sulla sua base si elabora la diagnosi funzionale •Disabilità :condizione di salute in ambiente sfavorevole •Contesto :facilitatore (favorisce) o barriera (ostacola) 2.L’ORGANIZZAZIONE GLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI: • Ruolo strategico nella pianificazione/programmazione/governo delle risorse e azioni tese a favorire l’inclusione scolastica: • Stipula di accordi di programma regionali per il coordinamento e ottimizzazione delle risorse • Oggetto di intervento dei G.L.I.R. , i G.L.I.P. poi attueranno concretamente le decisioni prese a livello regionale • Attività di formazione per dirigenti e personale della scuola per diffondere cultura dell’inclusione • Favoriscono la costituzione di reti territoriali di scuole che inserite all’interno dei tavoli di concertazione/coordinamento consentono di creare forti legami con il territorio, senso di appartenenza e ricognizione delle esigenze e lo sviluppo della relativa offerta sul territorio 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA IL DIRIGENTE SCOLASTICO: • Garante dell’offerta formativa, per tutti, alunni disabili compresi Necessaria una leadership vigorosa per sostenere l’inclusione come valore fondativo •Promuove e incentiva attività di aggiornamento e formazione •POF per essere inclusivo deve dare risposte precise a esigenze educative individuali ( la presenza degli alunni disabili non deve essere un’emergenza ma un’organizzazione del sistema individuata in via previsionale e come crescita per tutti ) 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA •Valorizza progetti orientati all’inclusione •Guida e coordina azioni connesse con le procedure previste (GLH(oggiGLI )d’istituto, formazione classi ecc.) •Indirizza l’operato dei consigli di classe/interclasse •Coinvolge attivamente le famiglie nel PEI •Cura il raccordo con le diverse realtà territoriali •Assicura la continuià della presa in carico nei passaggi •Individua e rimuove barriere architettoniche/sensoriali 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA LA PROGRAMMAZIONE •Centralità della progettazione educativa individualizzata, a seconda dei bisogni specifici calibrare interventi tra apprendimento e socializzazione, preferendo che l’apprendimento avvenga in classe •Azioni che promuovono l’integrazione devono riguardare tutto il personale docente, non solo insegnanti di sostegno che non devono operare come organi separati dal contesto della classe e della comunità educante •Insieme si definiscono gli obiettivi di apprendimento, in correlazione con quelli dell’intera classe. La corresponsabilità del team docenti è una garanzia di tutela del diritto allo studio degli allievi . 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA • •Cooperazione e corresponsabilità del team docenti •La documentazione deve essere resa disponibile alle famiglie •Fondamentale il fascicolo individuale dell’alunno con disabilità, soprattutto per il passaggio tra ordini di scuola •Programmazione personalizzata (scuola dell’obbligo) o programmazione differenziata (attestato di frequenza invece del diploma nella scuola superiore) 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA •Forme di consultazione obbligatoria tra insegnanti di gradi diversi di scuola (progetti di passaggio), per garantire continuità operativa e passaggio di buone pratiche (Continuità L.104/92 art.14 com .5 CM n.1/1988) •Partecipazione del «vecchio» docente alla fase di accoglienza •Consegna della documentazione che riguarda l’alunno, ricca e articolata 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA IL PROGETTO DI VITA •Apre l’orizzonte a un futuro possibile, deve essere condiviso dalla famiglia (il progetto include un intervento che va oltre il periodo scolastico –un futuro possibile ) • Il momento “in uscita” dovrà trovare collocazione all’interno del Pof ,in particolare mediante l’attuazione dell’alternanza scuola lavoro e partecipazione alunni con disabilità nel sistema IFTS •Fine principale: innalzamento della qualità della vita dell’alunno con disabilità, anche attraverso percorsi volti a sviluppare il senso di autoefficacia e il livello di autostima 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVA E FORMATIVA DEI DOCENTI: •Tutta la comunità scolastica è chiamata a organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili cognitivi, a favorire gli apprendimenti, ad adottare materiali e strategie didattiche in funzione dei bisogni degli alunni •I consigli di classe devono lavorare al coordinamento delle attività didattiche, alla preparazione dei materiali per favorire la piena partecipazione dell’alunno con disabilità 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA Lavorare su tre direzioni: • 1.clima della classe (costruire relazioni socio-affettive positive, attenzione ai bisogni, accettazione della diversità) • 2.Strategie didattiche e strumenti (apprendimento cooperativo, tutoring, utilizzo di mediatori didattici, sussidi informatici ,software...) • 3.Apprendimento-insegnamento (alunno protagonista dell’apprendimento, costruzione attiva della conoscenza) 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA LA VALUTAZIONE •(in decimi) va rapportata al PEI, che costituisce il punto di riferimento (dpr n.122/2009,dl n.297/1994 art.318) •Valutare non solo la performance ma anche i processi 3.DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA IL DOCENTE ASSEGNATO ALLE ATTIVITA’ DI SOSTEGNO •Logica sistemica: il docente è «assegnato alla classe per le attività di sostegno» (L.104/92 art.13 com.6) •Collabora con il docente curricolare perchè, anche in sua assenza, l’iter formativo dell’alunno con disabilità possa continuare •Funzione di coodinamento della rete delle attività previste per il raggiungimento dell’integrazione 3.LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA ALTRI ATTORI • Personale ATA e assistenza di base (nota MIUR 2001 n.339 ) • Famiglie: diritto di partecipare alla formulazione di PDF e PEI (art.12 com. 5 L 104/92,istituzione Forum Nazionale delle Associazioni Genitori DPR567/96,L.53/2003 art.1) punto di riferimento essenziale per una corretta inclusione scolastica (fonte di informazioni preziose e luogo in cui si incontrano educazione formale e informale) • Rendere disponibile alla famiglia tutta la documentazione relativa al percorso educativo 1.Gli indicatori per valutare la qualità dell’integrazione e della dimensione inclusiva della scuola “ L’integrazione scolastica diventa autentica educazione inclusiva se il processo è accompagnato da un forte pensare speciale che guida il progetto di vita della persona”. Montuschi 2004 Non è un fenomeno statico, nasce in contesti diversi e continua a evolversi progressivamente COS’È L’INCLUSIONE? INCLUSIONE INCLUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE La differenza non è una struttura imposta a una realtà indifferenziata, ma è piuttosto il modo stesso di esprimersi della realtà INCLUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE Le differenze non sono una misurazione della distanza da un preteso standard di adeguatezza, ma riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti INCLUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE Abbandonare il riferimento ai Bisogni Educativi Speciali (disabilità come problema che riguarda il singolo individuo) e sostituirlo con quello di ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione CM n.8 del 6/3/2013 AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA La rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività della scuola sono finalizzate ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi. Da tali azioni si potranno inoltre desumere indicatori realistici sui quali fondare piani di miglioramento organizzativo e culturale. A tal fine possono essere adottati sia strumenti strutturati reperibili in rete [come l’ “Index per l’inclusione” o il progetto “Quadis” (http://www.quadis.it/jm/) Che cosa é • È uno strumento che raccoglie materiali e metodologie che consentono ad alunni, docenti, genitori e dirigenti di valutare l’inclusione nella propria comunità scolastica e di progettare azioni che la rendano un ambiente sempre più inclusivo • Nasce nel 2001 in Inghilterra, dalla ricerca condotta da Tony Booth e Mel Ainscow • Dal 2008 esiste una versione italiana dell’Index, che nel frattempo è stata tradotta in oltre 30 lingue in tutto il mondo LE TRE DIMENSIONI DELL’INDEX 1.Creare culture inclusive: Le culture rappresentano il cuore del processo principi e i valori che orientano le decisioni sulle politiche educative e gestionali e sulle pratiche quotidiane 2.Produrre politiche inclusive nella classe 3.Sviluppare pratiche inclusive Dimensione A: creare culture inclusive Sezione A.1 Costruire comunità Sezione A.2 Affermare valore inclusivi Questa dimensione crea una comunità sicura, accogliente, cooperativa e stimolante in cui la valorizzazione di ciascuno diventa il punto di partenza per ottimizzare i valori di tutti, diffondendo valori inclusivi condivisi e trasmessi a tutto il corpo insegnante, agli alunni, ai membri del Consiglio di Istituto, al Dirigente, alle famiglie. I principi e i valori, nelle culture inclusive della scuola, orientano le decisioni sulle politiche educative e gestionali e sulle pratiche quotidiane della classe, in modo che lo sviluppo della scuola divenga un processo continuo. CREARE CULTURE INCLUSIVE Parole chiave • Creare una comunità sicura, accogliente, cooperativa e stimolante • Valorizzazione di ciascuno • Valori inclusivi condivisi e trasmessi a tutti: docenti, alunni, ATA, membri del Consiglio di istituto, famiglie Materiale di analisi: indicatori e domande - Ogni sezione contiene da cinque a undici indicatori, che definiscono un obiettivo a cui mirare e che vanno confrontati con le pratiche abitualmente in uso nella scuola, in modo da individuare le priorità per il cambiamento. - Il significato di ogni indicatore è chiarito da una serie di domande. DIMENSIONE A 1 DIMENISONE A 2 Produrre politiche inclusive Questa dimensione assicura che i valori inclusivi permeino tutta la progettazione scolastica Produrre politiche inclusive Articolazione: • Sezione B.1 Sviluppare la scuola per tutti • Sezione B.2 Organizzare il sostegno alla diversità Dimensione B: produrre politiche inclusive • Sezione B.1 Sviluppare la scuola per tutti • Sezione B.2 Organizzare il sostegno alla diversità Questa dimensione assicura che i valori inclusivi permeino tutta la progettazione scolastica. Le politiche inclusive incoraggiano la partecipazione degli alunni e del gruppo insegnante fin dal primo ingresso nella scuola, forniscono aiuto a tutti gli alunni della comunità locale e riducono le spinte all’esclusione. Ogni decisone indica chiare strategie per il cambiamento. Viene considerato sostegno ogni attività in grado di accrescere la capacità della scuola nel rispondere alla diversità degli alunni e tutte le forme di sostegno vengono sviluppate secondo principi inclusivi e in modo coordinato all’interno di un quadro unitario. Produrre politiche inclusive Il sostegno: • Viene considerato sostegno ogni attività in grado di accrescere la capacità della scuola nel rispondere alla diversità degli alunni • tutte le forme di sostegno vengono sviluppate secondo principi inclusivi e in modo coordinato all’interno di un quadro unitario Produrre politiche inclusive Il sostegno: • Viene considerato sostegno ogni attività in grado di accrescere la capacità della scuola nel rispondere alla diversità degli alunni • tutte le forme di sostegno vengono sviluppate secondo principi inclusivi e in modo coordinato all’interno di un quadro unitario DIMENSIONE B DIMENSIONE B Sviluppare pratiche inclusive Articolazione: • Sezione C.1 Coordinare l’apprendimento • Sezione C.2 Mobilitare risorse Dimensione C: Sviluppare pratiche inclusive • Sezione C.1 Coordinare l’apprendimento • Sezione C.2 Mobilitare risorse Questa dimensione promuove pratiche scolastiche che riflettono le culture e le pratiche inclusive. Le attività formative vengono progettate in modo da rispondere alla diversità degli alunni e gli alunni sono incoraggiati a essere attivamente coinvolti in ogni aspetto della loro educazione, valorizzando le loro conoscenze ed esperienze fuori della scuola. Il personale individua nella collaborazione con i colleghi, gli alunni, le famiglie e la comunità locale, le risorse materiali e umane per il sostegno all’apprendimento e alla partecipazione. DIMENSIONE C DIMENSIONE C Le fasi di lavoro • Fase 1: costituzione di un gruppo di coordinamento, l’Index team, che progetta metodologie, strumenti e tempistica per la realizzazione del ciclo di autovalutazione e automiglioramento in maniera democratica e condivisa • Fase 2: analisi della scuola. Alunni, genitori, docenti compilano i questionari predisposti dall’Index team esprimendo il loro punto di vista. Il risultato sarà un quadro complessivo di punti di forza e criticità della scuola in fatto di inclusione Fine Grazie per l’attenzione