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Una t-shirt per gli Alpini
Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Vercelli Corso Rigola n. 150 – 13100 Vercelli (VC) All’attenzione del Segretario Sezionale ALPINI PER UN GIORNO. ALPINI PER SEMPRE. Classe II C - Scuola Media Inferiore – I.C. “Don Evasio Ferraris” di Cigliano Piazza Martiri della Libertà, 14/A – Cigliano (VC) Tel. 0161.423223 – Fax 0161.423305 Email: [email protected] Sito: www.comprensivocigliano.it Dirigente scolastico: Paolo Massara Referenti del progetto: Federica Pegorin e Sandro Grippo Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Vercelli Corso Rigola n. 150 – 13100 Vercelli (VC) All’attenzione del Segretario Sezionale IL CONCORSO Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Vercelli 90° anniversario della fondazione Nell’articolo 3 del bando di concorso si legge: «I lavori presentati concernenti gli alpini e i giovani o l’attività alpina sul territorio». «Alpino» come sinonimo di fatica, impegno, generosità e altruismo: qualità sempre riconosciute nelle genti di montagna, abituate allo sforzo personale ma anche all’aiuto reciproco. Per l’ideazione del progetto finale occorre ispirarsi agli alpini e ai giovani oppure all’impegno degli alpini sul territorio, sempre presenti in moltissime attività di volontariato sia nelle vicende ordinarie che in quelle straordinarie come le gravi calamità. QUEL CAPPELLO… In classe con gli alpini «Sul cappello, sul cappello che noi portiamo, c'è una lunga, c'è una lunga penna nera, che a noi serve, che a noi serve da bandiera…» Canticchiano i ragazzi, ancora memori dei festeggiamenti del 80° anniversario del gruppo alpini di Cigliano, manifestazione a cui hanno partecipato nel 2012 cantando proprio questo brano, e riempiono così l’attesa… perché alcuni di quegli alpini promotori dell’iniziativa passata da lì a pochi minuti busseranno alla porta, entreranno nella loro aula e seduti faccia faccia - sulla testa il loro cappello dialogheranno con loro. Da giorni i ragazzi sono in trepidante attesa: «Quali armi usavano in guerra?», «Quali erano i ruoli dei combattenti?», «Come si celebrava la santa messa sul fronte?», «Chissà qual era la sensazione di uccidere…», «Come si organizzava la cucina sul campo?», «Com’è cambiato il ruolo degli alpini nella storia?». Hanno preparato diverse domande, finalizzate a maturare una maggior conoscenza del gruppo degli alpini e del ruolo rivestito durante il Primo Conflitto Mondiale per la realizzazione finale dell’antologia di componimenti poetici intitolata Il mare si è rincarnato e pubblicata dalla casa editrice Kimerik (con l’introduzione del dirigente scolastico, Paolo Massara, con la prefazione di Giovanni Tesio, professore di Letteratura presso l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” Facoltà di Lettere e Filosofia di Vercelli e con la post-fazione del gruppo alpini di Cigliano, molto probabilmente avvalendosi anche del logo ufficiale delle commemorazioni della Grande Guerra ideato dal Governo e reso noto dal sottosegretario di Stato, Paolo Peluffo, in qualità di presidente del Comitato interministeriale storico scientifico e la Struttura di missione). Il libro uscirà nel mese di novembre 2014, durante la commemorazione dei caduti di tutte le guerre, ma soprattutto durante i festeggiamenti legati al centenario della Prima Guerra Mondiale. Dopo quell’incontro, ascoltando i racconti degli alpini ciglianesi, i ragazzi scrivono le loro più belle composizioni e maturano un’altra idea, quella cioè di partecipare al concorso indetto dall’ANA - Sezione di Vercelli. Hanno un unico motivo, quello cioè di rendersi utili in qualche modo, mostrando di possedere anche loro alcuni di quei valori tipici delle Penne nere: amicizia e amore, volontà e senso del saper fare, solidarietà, contatto con la natura, buonsenso, coralità, memoria e tradizione. ARIA DI FESTA Valeria Carra Eccoli che arrivano, con il cappello in testa ed ora fanno festa dopo il troppo guerreggiar. La sera un po’ ubriachi, son felici e buoni amici. Gioia, allegria e tanta compagnia, in questo mondo di malinconia. LIEVE Michele Polano IL MIO MIGLIORE AMICO Giada Berardinetti Neve scende lieve lieve un cappellano dice messa le carrucole salgono lentamente là sopra la neve scende lieve lieve Lui è in battaglia, sulla montagna silenziosa tutta innevata, è nero, sporco e senza nascondigli. Il nemico lo vede, nel panico, Scappa. Rumore di sparo. Lo colpisce. Tutto tace. Silenzio. La neve candida rossa. LA VITA DEGLI ALPINI Gabriele Ciampi Anni e anni di sofferenza per un alpino, a scalare le vette. Vita in trincee sotto metri di neve cannoni sempre da trasportare fino a spaccarsi la schiena fino a morire. OPPOSTI Giada Berardinetti Combatto con un cappello caldo, impermeabile, con scarponi di cartone. Taglio i piedi, 17 anni, mio compagno, morto di freddo. DALL’ALTO Alice Bertipaglia FERITO Valeria Carra Bianca distesa immensa nel silenzio della montagna gli alpini sono in agguato, puntini neri tra la neve, bersagli facili per gli aerei … e la neve diventa sangue. Son quassù, ho bisogno di soccorso e son pieno di rimorso. Qui io devo restare al freddo e a congelare nella solitudine più totale. ATTESA Melissa Carlino Rimanere lassù, su quella montagna il freddo interminabile inutile attesa del nemico. Non arriva nessuno. Son ferito, son malato, devo essere curato. SUONO Michele Polano Il fragore degli spari al tramonto tutto tace. CIBI MISERI Karolina Zlateva Cibi miseri, poca roba, tra zuppe in polvere e cognac. Pane duro, come la vita lassù. Non c’era orario, si mangiava quando si poteva tra abbai di cani e passi di alpini che andavano a morte. NEVE Alessandra Miceli Scendi, scendi. Bianca, candida, soffice, delicata. Copri tutto e tutti. UNA T-SHIRT … e sostieni il Ponte degli Alpini I ragazzi si informano sull’A.N.A. e leggono il Libro verde della solidarietà 2013, realizzato dal Centro studi Associazione Nazionale Alpini. Sfogliando le pagine, stilano elenchi di quelle che sono state le attività degli alpini che fino a quel momento avevano collegato quasi esclusivamente al passato e ai due conflitti mondiali e, ora, scoprono invece molto vive nel presente: collette alimentari; interventi durante calamità naturali e catastrofiche quali alluvioni e terremoti; partecipazione in armi alle guerre che tuttora esistono nel Mondo (la missione in Afghanistan per far un esempio); la nascita della Protezione civile degli alpini e il loro impegno nel volontariato; le adunate, i raduni, le feste intese come occasioni per mostrare gioia, amicizia, fratellanza, passione, ma soprattutto altruismo. I ragazzi rimangono colpiti in modo particolare da quest’ultimo aspetto, da una frase trovata a pagina 8 del Libro verde dove si legge infatti che del raduno: «Lungi da ogni retorica ostentazione del gesto, ha inteso lasciare il segno della sua solidarietà: una dimostrazione di gratitudine ed affetto, come per il passato, verso la città ospitante, con un contributo». Se ciò significa che ogni incontro degli alpini è un’occasione per fare un’azione buona e solo grazie a quest’esperienza l’evento diventa memorabile e indimenticabile nelle menti e nei cuori, i ragazzi traggono subito la loro conclusione: anche i festeggiamenti del 90° anniversario della Sezione vercellese sarà occasione per sensibilizzare i giovani sulle tematiche alpine, sui problemi attuali e soprattutto sull’importanza che esista una continuità fra il passato e il futuro, fra gli alpini di un tempo e i giovani, magari un giorno anche loro alpini… Occorre quindi presentare un progetto che serva a qualcosa di concreto, che possa essere utilizzato da alcuni, da tutti coloro che lo desiderano, oppure da chi vuole donare qualcosa, ecco, un contributo ad esempio! Consultano alcune copie del mensile dell’A.N.A. L’Alpino e scoprono un giocattolo, il Jody Skater, la cui vendita va a sostenere la realizzazione del “Ponte degli Alpini per l’Amicizia” a Nikolajewka, come si legge nel sito www.ana.it: «In un terribile 26 gennaio del 1943, il ponte sul fiume Valuj venne attraversato dai quarantamila del corpo d'armata alpino. Con loro anche tantissimi militari della Valcamonica che, fra i superstiti, in tutto 11 mila, riuscirono poi eroicamente a rompere l'accerchiamento dell'Armata Rossa a Nikolajewka, trovando la salvezza oltre il famoso terrapieno/sottopasso della ferrovia. Proprio quel ponte in ferro testimone di un dramma rischia oggi di crollare, ma verrà salvato da un progetto della memoria lanciato dalla presidenza dell'Ana nazionale. Sarà ricostruito spendendo circa 200 mila euro, e i fondi? È significativo che fra i primi ad aderire alla sottoscrizione sia stato, proprio in Valcamonica, l'avvocato Pierluigi Milani, presidente di quel circolo Ghislandi che per le finalità stesse dell'associazione è molto vicino alle vicende della campagna di Russia e a quelle partigiane. Il legale di Malegno ha devoluto una somma a nome del circolo «per contribuire all'appassionante obiettivo di recupero di quel ponte di salvezza» sul quale passarono migliaia di soldati. Milani ritiene che sia giusto sostenere l'obiettivo dell'Ana e farlo conoscere a tutti quelli che vorranno condividere la sottoscrizione. Il progetto di ricostruzione del manufatto, che si trova a circa un chilometro a Ovest del famoso terrapieno/sottopasso della ferrovia, è stato lanciato sul numero di novembre del «L'Alpino», e il presidente della sezione camuna, Giacomo Cappellini, si sta attivando per coinvolgere le penne nere del territorio nell'ennesima azione di ricordo. Il ponte sul fiume Valuj sarà chiamato «Il ponte degli Alpini per l'Amicizia», e come avvenne vent'anni fa per la costruzione dell'asilo «Sorriso» a Rossosch (che aveva ospitato il comando del corpo d'armata alpino) a ricordo dei caduti i fanti di montagna valligiani si distingueranno per generosità.». «È fatta! - dicono alcuni – ora sappiamo ciò che vogliamo concretamente, inventare qualcosa che possa essere venduto dalla Sezione di Vercelli e il cui ricavato totale o parziale vada a sostenere un progetto analogo. Sfogliano giornali e riviste, vanno in Rete, e trovano un altro ponte caro agli Alpini, quello di Bassano sul Grappa, denominato proprio «il Ponte degli Alpini». Leggono: Articolo pubblicato nel numero di Aprile 2014 http://www.ana.it/page/aiutiamo-il-ponte-degli-alpini- dell'Alpino e alla pagina web «Parola d’ordine: “Aiutiamo il Ponte di Bassano”. L’appello lanciato nelle settimane scorse sulle difficili condizioni di salute del monumento simbolo della città ha visto una grande mobilitazione, a partire dalla Sezione ANA di Bassano del Grappa che ha aperto un conto corrente per la raccolta dei fondi. L’amministrazione comunale ha previsto nel bilancio di quest’anno un intervento di manutenzione straordinaria per complessivi 500mila euro, che risultano però insufficienti per un completo risanamento della delicata struttura, costruita completamente in legno. Da qui l’idea degli alpini di avviare una raccolta fondi con il conto corrente n. 07/000024953, presso la Banca di Romano D’Ezzelino e S. Caterina di Lusiana intestato alla Sezione di Bassano del Grappa causale “Aiutiamo il Ponte di Bassano” IBAN: IT24 N 083 0960 16100700 0024953 codice BIC: CCRTIT2T80A Privati, enti, istituzioni si stanno rendendo conto della necessità agire al più presto per salvare il Ponte Vecchio. “Aiutiamo il Ponte di Bassano” culminerà con una grande diretta televisiva che Tva Vicenza trasmetterà il 5 aprile, dalle ore 15 alle 19,30. Una lunga maratona con due postazioni: una direttamente nei cuore del monumento da salvare, l’altra dal Centro commerciale Emisfero. Quattro ore in cui si alterneranno noti testimonial del territorio e divertenti momenti di spettacolo con il grande obiettivo di raccogliere più fondi possibili per finanziare i lavori di restauro e di messa in sicurezza del ponte. Oltre a promuovere donazioni volontarie e a sostenere tutti i costi dell’operazione, gli editori di Tva e de “Il Giornale di Vicenza” verseranno il 10% della raccolta pubblicitaria legata al progetto sul conto corrente dell’operazione “Aiutiamo il Ponte di Bassano”. Siamo certi che anche gli alpini non mancheranno di dare il loro contributo!» Attraverso nove secoli di storia Il Ponte di Bassano, del quale si ha memoria storica sin dal 1209, era stato costruito tra le due sponde del fiume Brenta per garantire i traffici commerciali tra il Vicentino e la Marca Trevigiana. Su di esso, nel tempo, si sono accanite l’impeto e la furia delle piene nonché la violenza distruttiva dell’uomo durante gli eventi bellici. Ben dodici interventi significativi hanno interessato il manufatto e una delle tante ricostruzioni è stata affidata nientemeno che all'architetto Andrea Palladio. Ma l’intervento che più di tutti ha toccato il cuore degli alpini, non solo bassanesi, rimane quello del secondo dopoguerra. Il Ponte era stato distrutto il 17 febbraio 1945 nel corso della lotta partigiana e della ritirata dei tedeschi. Il colonnello Bruno Solagna, che a guerra finita ricostituì e guidò la sezione di Bassano del Grappa, si attivò assieme ai suoi collaboratori per la ricostruzione del Ponte interessando non solo gli alpini e la cittadinanza bassanese, ma l’intera nazione. Il Ponte fu inaugurato il 3 ottobre 1948 nel corso della 22ª Adunata nazionale alla presenza del presidente nazionale Ivanoe Bonomi e del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. E questa fu la frase di rito che diede il nuovo nome al “Ponte Vecchio” di Bassano: “….al di sopra delle Armi, delle Specialità, delle fedi e delle credenze politiche, nessuno contesta agli Alpini il diritto di occupare un posto d’onore nelle fatiche della ricostruzione e di dare il proprio nome al rinato ponte di Bassano….”. Fu così che il manufatto assunse ufficialmente il nome di “Ponte degli Alpini”. Il ponte fu messo ancora a dura prova dalla tremenda alluvione del 1966 che lo incurvò sensibilmente a valle. Dopo tre anni di lavoro, e precisamente il 19 ottobre 1969, si poté riaprirlo con ancora gli alpini protagonisti che organizzarono per l’occasione un memorabile raduno del Triveneto. Da quel momento l’occhio degli alpini non si è mai staccato dal ponte, anche perché, sullo storico manufatto, si affacciano orgogliosamente le finestre della sede sezionale. Sono passati gli anni nel corso dei quali il simbolo di Bassano è stato ancora oggetto di cure e oggi necessita di un nuovo intervento importante che comporterà una spesa non trascurabile. La sezione di Bassano del Grappa è stata naturalmente coinvolta e si occuperà della raccolta dei fondi, cosa sulla quale i cittadini sono perfettamente d’accordo! Questa volta non vedremo quindi all’opera le braccia delle penne nere, ma conosceremo comunque il loro cuore fedele, come nel 1948, al Ponte di tutti gli alpini d’Italia. Flavio Gollin I ragazzi della classe II C decidono così di realizzare una t-shirt, o meglio di realizzare logo e scritte per una t-shirt da donare alla Sezione di Vercelli: una maglietta per i festeggiamenti del 90° anniversario non può mancare e il fatto che sia creata da giovani può essere soltanto un valore aggiunto; una maglietta da vendere per raccogliere fondi finalizzati alla sistemazione del ponte a Bassano, il ponte degli alpini appunto. Bisogna soltanto pensare alla grafica e alle scritte… Gli studenti si mettono subito a disegnare su un foglio una maglietta stilizzata. Decidono che al centro ci sarà il logo e la scritta (lo slogan). Hanno le idee piuttosto chiare; riguardo alla scritta le proposte sono soltanto due: Alpini oggi – Alpini domani Alpini per un giorno. Alpini per sempre. La maggior parte degli alunni sceglie la seconda, «perché - dicono - non solo vogliamo parlare di tutti gli alpini di tutti i tempi, ma precisare che tutti i giorni lo si può diventare e precisare inoltre che questa condizione resterà per sempre.». Riguardo ai primi schizzi, gli studenti si concentrano su alcuni aspetti e caratteristiche dell’essere alpino: Un soldato, ieri ma anche oggi nei nuovi conflitti; Un volontario, con un legame molto stretto alla Protezione civile e al volontariato; Un uomo che si dona agli altri, altruista, amorevole, impegnato. Per raffigurare il concetto di guerra, quasi tutti rappresentano armi e filo spinato; per rappresentare il passato e la tradizione, disegnano il cappello con la piuma nera; l’evoluzione nel tempo si mostra attraverso alcuni segni che portano a pensare alla divisa della Protezione civile, soprattutto si concentrano sulla giacca al alta visibilità; per mostrare la solidarietà, l’altruismo e l’impegno alcuni disegnano un fiore, una rosa rossa che ricorda l’amore, ma anche il sangue versato. In alcuni raffigurazioni compaiono poi le montagne, il numero 90 dell’anniversario, le mani, dei volti o uomini stilizzati. Le fasi del progetto Spunti dalla Rete utilizzando la lavagna LIM La scelta del soggetto definitivo Disegni alla lavagna e sui fogli Prove e scelta definitiva del colore della maglietta Dai disegni alla rielaborazione grafica Per la realizzazione grafica e stampa della t-shirt si ringrazia… DEGRAFIC di Fabio De Grandi, azienda sita in Casale Monferrato – www.degrafic.it Nel caso il progetto diventi realtà - Avendo già il logo, l’azienda si mostra disponibile per la stampa delle magliette (anche in diversi colori) e pertanto fornisce un preventivo, allegato a questo lavoro.