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Diapositiva 1 - Istituto Superiore d` Istruzione Leon Battista Alberti

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Diapositiva 1 - Istituto Superiore d` Istruzione Leon Battista Alberti
CORSO di FORMAZIONE
DOCENTI NEOASSUNTI
ANNO SCOLASTICO 2015 / 16
I Bisogni Educativi Speciali
Analisi e riflessioni
Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
Prof.ssa Rosa Maria Apicella
Direttore del corso:
1
Prof.ssa Carolina Guardiani
Definire, cercare e riconoscere i Bisogni Educativi
Speciali non significa «fabbricare» alunni diversi per
poi emarginarli o discriminarli. (D. Ianes)
“L’APPRENDIMENTO PERSONALIZZATO rappresenta
oggi uno degli snodi più significativi dell’attuale dibattito
educativo e scolastico. Esso offre una via d’uscita per la
questione dello svantaggio e per porre ogni allievo nella
condizione di realizzare tutto il suo potenziale”. (D. Hopkins)
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
Normativa di riferimento
BES (Macrocategoria)
Inclusione
GLI, PAI
Software didattici
Filmato
Attività
FINE
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Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
Prof.ssa Rosa Maria Apicella
Corso Formazione Docenti Neoassunti
• L. Casati 13/11/1859 – Prima legge italiana sulla
scuola
• Riforma Gentile 1923:
•
•
•
•
innalza l’obbligo scolastico fino a 14 anni (5 anni elementari + 3 anni
di avviamento professionale per chi non va alle medie);
rende obbligatorio l’insegnamento della religione cattolica;
istituisce la fondazione delle scuole magistrali;
istituisce la fondazione di scuole speciali per handicappati sensoriali
(udito + vista)
• Costituzione Italiana (1 Gennaio 1948):
•
•
Art. 3: riconosce la diversità come risorsa da valorizzare e quindi
combatte l’emarginazione del disabile;
Art. 38: tutti hanno diritto allo sviluppo della persona umana, anche gli
inabili e i minorati; lo Stato deve rimuovere gli ostacoli che
impediscono tale sviluppo.
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Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
• L. 118/71 – Inserimento nella scuola media di
mutilati e invalidi civili
• L. 517/77 – Integrazione delle persone disabili nella
scuola pubblica . Prevede la figura del docente di
sostegno nella scuola dell’obbligo. (Introduce e regolamenta il
P.E.I.)
• Sentenza Corte Costituzionale n°215/87 – Abolizione
legge 118/71, Art. 28, comma 3
La sentenza dichiara incostituzionale la legge 118/71 all’articolo
28, comma 3. Le scuole secondarie superiori non possono rifiutare
l’iscrizione di nessun alunno H.
• C.M. 262/88 - Attuazione della sentenza
215/87 (Definita la MAGNA CHARTA) – Iscrizione e
frequenza nella scuola secondaria di II grado degli
alunni portatori di handicap.
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Relatori:
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• Legge 104/92 - Legge-quadro per
l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti
delle persone handicappate.
– Raccoglie ed integra gli interventi legislativi divenendo il
punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e
sociale delle persone con disabilità.
– la legge quadro prevede una particolare cura e attenzione
nei confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un
percorso formativo individualizzato (PEI), al quale
partecipano più soggetti istituzionali.
Non c’è peggiore ingiustizia del dare cose uguali
a persone che uguali non sono.
Don Lorenzo Milani
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Relatori:
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Linee Guida del M.I.U.R. Prot.n°4274/09
(Integrazione scolastica degli alunni con disabilità)
Le linee guida raccolgono una serie di direttive che hanno lo
scopo di migliorare il processo di integrazione degli alunni con
disabilità.
L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità è un
processo irreversibile, e proprio per questo non può adagiarsi
su pratiche disimpegnate che svuotano il senso pedagogico,
culturale e sociale dell’integrazione trasformandola da un
processo di crescita per gli alunni con disabilità e per i loro
compagni a una procedura solamente attenta alla correttezza
formale degli adempimenti burocratici.
Crescere è tuttavia un avvenimento individuale che affonda le
sue radici nei rapporti con gli altri e non si può parlare di
sviluppo del potenziale umano o di centralità della persona
considerandola avulsa da un sistema di relazioni la cui qualità e
la cui ricchezza è il patrimonio fondamentale della crescita di
ognuno.
La scuola è una comunità educante, che accoglie ogni
alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni
relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il
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massimo sviluppo.
Relatori:
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A supporto di ogni norma ricordiamo:
a) La Conferenza mondiale sui diritti umani dell’ONU
che già nel 1993 ha precisato come “tutti i diritti umani
e le libertà fondamentali sono universali e includono
senza riserve le persone disabili”.
b) Classificazione Internazionale del funzionamento
– ICF (approvata dall’OMS nel 2001)
“International Classification of Functioning”, che si
propone come un modello di classificazione bio-psicosociale decisamente attento all’interazione fra la capacità
di funzionamento di una persona e il contesto sociale,
culturale e personale in cui essa vive.
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• LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 –
Nuove norme in materia di disturbi
specifici di apprendimento in ambito
scolastico” (GU n. 244 del 18-10-2010 )
• D. M. 5669 del 12 luglio 2011 –
Linee guida per il diritto allo studio degli
alunni e degli studenti con disturbi specifici
di apprendimento »
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TORNA
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Forse è una sigla
automobilistica?
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali
e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica”
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• Con la Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 e la
Circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 trattano dei
Disturbi Specifici di Apprendimento, inserendoli
nell'ambito dei Bisogni Educativi Speciali.
• Nei B.E.S sono comprese tre grandi sotto-categorie:
– Disabilità (v. L. 104/1992)
– Disturbi evolutivi specifici (L. 170/2010)
– Svantaggio socio economico, linguistico, culturale
(Dir.27.12.2012)
In alcuni casi:
– Alunni con disturbo dell’attenzione (A.D.H.D. )
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Relatori:
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Direttiva e Circolare BES
I BENEFICIARI
Alunni con disabilità: – certificazione medico legale di disabilità ai
sensi dell’art.3 della L.104/92 che definisce persona con disabilità solo
quella che abbia subito nel periodo pre-peri-post natale una minorazione
stabilizzata o progressiva che sia causa di emarginazione (Docente
sostegno).
Alunni con DSA: – diagnosi proveniente da uno specialista dell’Asl o di
un centro con essa convenzionato o accreditato e che può essere
correttamente effettuata solo dopo lo svolgimento della seconda classe
della primaria.
Alunni con altri BES: – in mancanza di diagnosi mediche,
occorre far riferimento a situazioni oggettive (ad es, segnalazione
dei servizi sociali o status di alunni stranieri)
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STRUMENTI DIDATTICI
•
Alunni con disabilità: – per questi alunni devono essere formulati da
tutti i docenti, in dialogo con i familiari e gli operatori sociosanitari, il PEI,
che rappresenta il progetto di vita in età scolare sul quale i soli docenti
della classe predispongono il piano degli studi personalizzato. Possono
essere previsti tempi più lunghi, l’uso di strumenti anche
tecnologicamente avanzati e prove equipollenti. Inoltre l’art.13 della
L.104/92 conferisce agli alunni certificati il diritto di avere assegnate ore
di sostegno.
•
Alunni con DSA: – Le Linee guida precisano che il Consiglio di classe
deve predisporre un PDP nel quale, per ogni disciplina deve indicare
l’eventuale strumento compensativo o dispensativo da usare nel
caso di prestazioni didattiche particolarmente difficili a causa della
dislessia, disgrafia, discalculia o disortografia dell’alunno.
•
Alunni con altri BES: – vengono estesi gli strumenti compensativi e
dispensativi che vanno indicati nel PDP che deve essere formulato.
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“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali
e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”
DIVERSABILI
DSA/ BES
Legge 170/10
Legge
104/92
Dir.27.12.2012
PEI
PDP
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ELEMENTI INDISPENSABILI PER REDIGERE
IL PEI E IL PDP
PEI
PDP per alunni con
DSA
PDP per alunni con
altri BES
È obbligatorio?
Sì, in base alla L.104/92 e
al DPR 24/2/92
Obbligo implicito dalla
L.170/10 e indicato dalla
Linee Guida
La stesura del PDP è
contestuale
all’individuazione
dell’alunno con BES. Non
vi è obbligo ma atto di
discrezionalità della scuola
Chi lo redige? Chi ne è
responsabile?
Scuola e Servizi sociosanitari
Scuola, che può chiedere il
contributo di esperti
Scuola, che può chiedere il
contributo di esperti
Quali vincoli?
Il PEI deve essere in linea
con quanto espresso nella
certificazione, DF e PDF
Il PDP coerente con le
indicazioni presenti nella
certificazione di DSA
Il PDP tiene conto di
eventuali diagnosi o
relazioni cliniche
consegnate alla scuola
Ruolo della famiglia
Collabora per la stesura
del PEI (DPR 24/2/94)
Il PDP viene redatto in
raccordo con la famiglia
(Linee Guida 2011)
Il PDP è il risultato dello
sforzo tra scuola-famiglia
(CM n. 8 del 6/3/13)
Sono definiti i contenuti
dalla normativa?
Solo negli obiettivi
generali. Un’articolazione
dettagliata può avvenire a
livello locale
I contenuti minimi del PDP
sono nelle Linee Guida sui
DSA del 2011
No
Chi costruisce modelli per
la compilazione?
E’ competenza della scuola
e dei servizi che ne hanno
pari responsabilità
La scuola è libera di
scegliere i modelli più
efficaci
La scuola è libera di
scegliere i modelli più
efficaci
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Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
Prof.ssa Rosa Maria Apicella
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Un piano efficace
Deve contenere indicazioni:
•
Significative, ovvero individuare e selezionare le attività e modalità più
significative in grado di determinare un cambiamento.
•
Realistiche, vanno considerate subito le risorse disponibili e i limiti in cui si
deve operare e calibrare il progetto in base ad essi (es: la classe numerosa,
la presenza di altri alunni con BES, la mancanza di ore di compresenza…).
•
Coerenti, concrete e verificabili, quanto viene previsto nel PDP deve
essere effettivamente messo in pratica.
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TORNA
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“ un’arte universale di insegnare tutto a
tutti; di insegnare in modo certo, sì da
conseguire effetti; di insegnare in modo
facile, quindi senza molestia, o noia, di
docenti e discenti, anzi con loro grande
diletto; di insegnare in modo solido, non
superficialmente, tanto per fare, ma per
condurre a una vera cultura, a costumi
gentili, a una pietà più intima”.
Comenio, Didactica Magna (1657),
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Relatori:
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La normativa garantisce a questi alunni la possibilità
di ricevere la giusta attenzione in ambito scolastico.
INCLUSIONE
Dal concetto di INTEGRAZIONE a quello di INCLUSIONE per rispondere ai bisogni educativi di
tutti quegli alunni che si segnalano per diversità senza essere “disabili”.
(M.Gelati, 2004)
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Relatori:
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Perché l’inclusione?
.–
Se nell’integrazione il riferimento è alla disabilità e ai
bisogni speciali, cioè a situazioni deficitarie, nell’inclusione
il riferimento è l’insieme delle abilità differenti.
L’educazione inclusiva propone di modificare sistemi e
pratiche di insegnamento in modo da farle corrispondere
alle differenze di tutti gli studenti.
dall’adattamento dell’alunno
all’adattamento richiesto
all’istituzione e agli insegnanti.
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Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
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Integrazione
Inclusione
INTEGRAZIONE

Guarda al singolo alunno

Interviene prima sul soggetto, poi sul
contesto

Incrementa una risposta speciale
INCLUSIONE
Relatori:

Guarda tutti gli alunni

Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto

Trasforma la risposta speciale in normalità
Prof.ssa Francesca Coppeta
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Prof.ssa Rosa Maria Apicella
Strategie metodologiche e didattiche
per FAVORIRE l’INCLUSIONE
• Per ciascuna materia o ambito di studio vanno individuate le
metodologie più adatte ad assicurare l’apprendimento
dell’allievo in relazione alle sue specifiche condizioni.
• Un'ampia varietà di strategie può aiutare a valorizzare i
punti forti riducendo le difficoltà degli studenti .
• Fondamentale in questo senso è fare una riflessione seria
su chi apprende, sulla didattica, sulle strategie adeguando
e utilizzando:
– metodologie didattiche
– flessibilità didattica
– apprendimento cooperativo
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Il gruppo di lavoro per l’inclusione
(GLI)
E’ nominato dal Dirigente e formato
da tutte le risorse specifiche e di
coordinamento:
Funzioni strumentali
Insegnanti specializzati sul sostegno
AEC
Assistenti alla comunicazione
Docenti con esperienza specifica e/o
coordinamento delle classi
 Genitori
 Esperti





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Corso Formazione Docenti Neoassunti
Il gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)
Cosa fa?
 Rilevazione dei BES (tutti) presenti a scuola
 Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativo
 Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi
 Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività
 Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli
GLHO
 Si incontra periodicamente
 Elabora una proposta di Piano Annuale per l’inclusività
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Relatori:
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Il Piano annuale per l’Inclusivita’ (PAI)

E’ un documento-proposta che si realizza dopo
un’analisi dei punti di forza e debolezza degli interventi
inclusivi realizzati nell’anno

Ha l’obiettivo di migliorare l’azione educativa della
scuola per tutti gli alunni

Va presentato entro giugno al Collegio dei docenti e se
approvato all’Ufficio Scolastico Regionale, al Gruppo di
Lavoro Interistituzionale Provinciale o Regionale per la
presa in carico delle richieste presentate
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Relatori:
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Corso
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Cosa inserire nel PAI
.–
• Dati quantitativi:
 Rilevazione alunni tutelati L.104/92
 Rilevazione alunni tutelati L.170/2010 (DSA, ADHD, ecc)
 E’ necessario accompagnare con analisi dei PEI e PDP
• Elementi Qualitativi, per valutare l’inclusione:
 Organizzazione e gestione Spazi e Tempi
 Modalità di lavoro (lezione frontale,tutoring,cooperative,)
• Risorse da attivare in base ai bisogni:
 Impiego di personale con competenze specifiche
 Strumenti che agevolino apprendimento e autonomia
 Iniziative che rispondano ai bisogni formativi della scuola
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TORNA
Relatori:
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TORNA
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Prof.ssa Francesca Coppeta
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STRUMENTI COMPENSATIVI E
MISURE DISPENSATIVE
Le scuole con determinazioni assunte dai Consigli di
classe, risultanti dall’esame della documentazione
clinica presentata dalle famiglie e sulla base di
considerazioni di carattere psicopedagogico e
didattico, possono avvalersi per tutti gli alunni con
Bisogni Educativi Speciali degli strumenti compensativi
e delle misure dispensative previste dalle disposizioni
attuative della Legge.
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COMPENSARE E DISPENSARE
Interventi di tipo ABILITATIVO:
finalizzati a dare abilità (insegnamento, autonomia, abilità trasversale, ..)
Interventi di tipo COMPENSATIVO:
quando l’intervento abilitativo non è efficace si può individuare un
sistema alternativo per raggiungere, anche parzialmente, risultati
funzionalmente equivalenti.
Interventi di tipo DISPENSATIVO:
se non ha funzionato l’intervento abilitativo e non sono stati individuati
sistemi compensativi efficaci, è possibile prevedere anche una
strategia che non risolve i problemi esistenti ma almeno ne evita di
nuovi.
Relatori:
Prof.ssa Francesca Coppeta
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Prof.ssa Rosa Maria Apicella
Corso Formazione Docenti Neoassunti
• Gli studenti con diagnosi di disortografia e/o
disgrafia con l’ausilio di strumenti compensativi e/o
di misure dispensative (computer, correttore
ortografico, ….) possono raggiungere l’obiettivo vero
del “saper scrivere” che consiste nella capacità di
esprimere e interpretare concetti, pensieri, fatti e
opinioni, relazionarsi e interagire con gli altri
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Relatori:
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
Le abilità numeriche e di calcolo, sono distinte dalle
abilità logico-matematiche impegnate nella soluzione
dei problemi.
Gli alunni con diagnosi di discalculia, pur essendo in
possesso di capacità logico-matematiche, hanno
difficoltà legate alle abilità numeriche e di calcolo, per
cui l’unico modo di aggirare queste difficoltà è l’uso
consapevole e motivato di strumenti compensativi e /
o misure dispensative : calcolatrici , computer ecc. ,
che deve essere incoraggiato opportunamente fin dai
primi anni della scuola primaria, ad esempio per
verificare la correttezza di calcoli mentali e scritti e per
esplorare i fenomeni del mondo dei numeri e delle forme.
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TORNA
Relatori:
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Relatori:
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Individuazione di eventuali modifiche
all’interno degli obiettivi disciplinari per il
conseguimento delle competenze
fondamentali.
Pensare alla individuazione di modifiche negli obiettivi disciplinari
vuol dire considerare l’insegnamento
•non come accumulo di nozioni, di memorizzazioni di regole, di
semplice esposizione di contenuti immagazzinati,
•ma come capacità
– di sollecitare processi di apprendimento significativo,
– di favorire la ristrutturazione attiva della mappa personale,
– di sostenere la disponibilità al compito,
– di stimolare il coinvolgimento cognitivo e affettivo degli alunni.
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
DIAGNOSI FUNZIONALE
• DIAGNOSI CLINICO-MEDICA
• VALUTAZIONE PSICOLOGICA E SOCIALE
E’ REDATTA DALL’UNITA’ MULTIDISCIPLINARE
TERRITORIALE IN COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA
E CON LA FAMIGLIA
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TORNA
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
Il profilo Dinamico Funzionale
• Definisce la situazione di partenza e le tappe di
sviluppo da conseguire
• E’ realizzato sulla base del contributo dato da ogni
componenti del GLH
• Si rivolge alle aree degli apprendimenti, della
socializzazione e delle autonomie (difficoltà e
potenzialità)
• Va compilato nei mesi di marzo/aprile a.s. precedente
• Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo
grado
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TORNA
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L’ICF
classifica
la salute e gli stati di salute
ad essa correlati.
È UNA CLASSIFICAZIONE
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Relatori:
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Nel 2001 viene pubblicata la
classificazione ICF
(Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute)



Pone l’accento sulla salute e sul
funzionamento piuttosto che sulla disabilità
È uno strumento per misurare il
funzionamento delle persone nella società,
indipendentemente dalle menomazioni
È uno strumento che si applica ad un’area più
vasta rispetto alla classificazione della salute e
della malattia
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Relatori:
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
Pone enfasi sulla salute e non sulla disabilità
Riconosce che ogni persona può sperimentare
un decremento di salute e un certo tipo di
disabilità
L’esperienza della disabilità non riguarda più
una minoranza, ma sta al centro della vita di
tutti
Non focalizza più la causa, ma l’impatto
Pone tutte le condizioni di salute possibili allo
stesso livello, in modo che possano essere
comparate sulla base di una metrica comune,
il misuratore di salute e disabilità




Scopi dell’ICF

Fornire una base scientifica per la
comprensione e lo studio della salute, delle
condizioni, conseguenze e cause determinanti
40
ad essa correlate
Relatori:
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
Stabilire un linguaggio comune per la
descrizione della salute e delle condizioni ad
essa correlate allo scopo di migliorare la
comunicazione tra i diversi utilizzatori
(operatori sanitari, ricercatori, esponenti
politici, popolazione, incluse persone con
disabilità)

Rendere possibile il confronto tra dati raccolti
in Paesi, discipline sanitarie, servizi e in
periodi diversi

Fornire uno schema di codifica sistematico
per i sistemi informativi sanitari
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Relatori:
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RIASSUMENDO:
Nel 2001, l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS
ha approvato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento,
della Disabilità e della Salute (International Classification of Functioning,
Disability and Health – ICF), raccomandandone l’uso negli Stati parti.
L’ICF recepisce pienamente il modello sociale della disabilità,
considerando la persona non soltanto dal punto di vista “sanitario”,
ma promuovendone un approccio globale, attento alle potenzialità
complessive, alle varie risorse del soggetto, tenendo ben presente che il
contesto, personale, naturale, sociale e culturale, incide decisamente
nella
possibilità
che
tali
risorse
hanno
di
esprimersi.
Fondamentale, dunque, la capacità di tale classificatore di descrivere
tanto le capacità possedute quanto le performance possibili intervenendo
sui fattori contestuali.
TORNA
Nella prospettiva dell’ICF, la partecipazione alle attività sociali di una
persona con disabilità è determinata dall’interazione della sua condizione
di salute (a livello di strutture e di funzioni corporee) con le condizioni
ambientali, culturali, sociali e personali (definite fattori contestuali) in cui
essa vive. Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque
in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la
condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione
di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente
sfavorevole”.
42
Relatori:
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Il docente assegnato alle attività di sostegno
L'assegnazione dell'insegnante per le attività di sostegno alla
classe, così come previsto dal Testo Unico L. 297/94 rappresenta
la “vera” natura del ruolo che egli svolge nel processo di
integrazione.
Infatti è l'intera comunità scolastica che deve essere coinvolta
nel processo in questione e non solo una figura professionale
specifica a cui demandare in modo esclusivo il compito
dell'integrazione.
Il limite maggiore di tale impostazione risiede nel fatto che nelle
ore in cui non è presente il docente per le attività di sostegno
esiste il concreto rischio che per l'alunno con disabilità non vi sia
la necessaria tutela in ordine al diritto allo studio.
La logica deve essere invece sistemica, ovvero quella secondo
cui il docente in questione è “assegnato alla classe per le attività
di sostegno”, nel senso che oltre a intervenire sulla base di una
preparazione specifica nelle ore in classe collabora con
l'insegnante curricolare e con il Consiglio di Classe affinché l'iter
formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza.
Questa logica deve informare il lavoro dei gruppi previsti dalle
norme e la programmazione integrata.
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TORNA
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Che cos’è il PDP?
PIANO:
“studio mirante a predisporre
un'azione in tutti i suoi sviluppi”:
un programma, un progetto, una
strategia.
DIDATTICO:
lo scopo è il miglioramento
dell'efficacia e dell'efficienza
dell'apprendimento
dell‘allievo,
che comporta, quindi, una
diminuzione dei tempi di studio e
del
dispendio
di
energie
dell'insegnamento del docente.
PDP
PERSONALIZZATO:
indica la diversificazione delle
metodologie, dei tempi, degli
strumenti nella progettazione del
lavoro della classe.
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TORNA
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Che cos’è il PEI?
PIANO:
“studio mirante a predisporre
un'azione in tutti i suoi sviluppi”:
un programma, un progetto, una
strategia.
EDUCATIVO
Perché contribuisce
alla crescita:
nella comunicazione
nella socializzazione
nelle relazioni
INDIVIDUALIZZATO
Attraverso l’individuazione di
finalità e obiettivi didattici
individualizzati
PEI
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TORNA
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Bisogni Educativi Speciali da
“CONDIZIONI FISICHE ”
• ospedalizzazioni
• malattie acute/croniche(diabete,allergie..)
• lesioni
• fragilità
• anomalie cromosomiche(Sindrome
di down)
• ecc.
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TORNA
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Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti nei
“FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI” :
• famiglia
problematica
• pregiudizi ed ostilità culturali
• difficoltà socioeconomiche
• ambienti deprivati/devianti
• scarsità di servizi
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Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti nei
“FATTORI CONTESTUALI PERSONALI” :
• problemi emozionali e comportamentali
• scarsa autostima
• scarsa autoefficacia
• stili attributivi distorti
• scarsa motivazione
• scarsa curiosità
• difficoltà nell’identità e nel progetto di Sé
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.–
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METODOLOGIE DIDATTICHE
Le metodologie didattiche devono essere volte a:
ridurre al minimo i modi tradizionali “di fare scuola” (lezione
frontale, completamento di schede che richiedono ripetizione di
nozioni o applicazioni di regole memorizzate, successione di
spiegazione – studio - interrogazioni… ).
sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti
agli stili di apprendimento degli studenti e dando varietà e opzioni
nei materiali e nelle strategie d’insegnamento
utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi,
immagini…..)
collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze
pregresse degli studenti
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 favorire l’utilizzazione immediata e sistematica delle
conoscenze e abilità, mediante attività di tipo
laboratoriale.
 sollecitare la rappresentazione di idee sotto
forma di mappe da utilizzare come facilitatori
procedurali nella produzione di un compito.
 ridurre il carico esecutivo implicato nella
realizzazione di un compito.
 Sollecitare la motivazione nello studente ,
facendogli percepire di avere la capacità di
raggiungere un obiettivo e di poter svolgere un
compito.
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La flessibilità didattica
La flessibilità didattica
è da intendersi come
capacità da parte del docente,
sia in fase di progettazione che durante il percorso
didattico,
di adattare l’insegnamento
alle reali possibilità di apprendimento di ogni
studente.
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L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
COME
STRATEGIA COMPENSATIVA
PER I BES
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IL COOPERATIVE LEARNING
Definizioni:
“É un metodo di apprendimento-insegnamento in cui la
variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti "
(M.Comoglio, 1996).
" É un insieme di tecniche di classe nelle quali gli
studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di
apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati
conseguiti"
(Johnson, Slavin, Kagan, Cohen).
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Si impara meglio se si lavora
insieme per portare a termine compiti in
modo cooperativo, perché si realizza la
costruzione condivisa, interattiva e sociale
del sapere.
Tale impostazione metodologica
comporta una modifica del:
 ruolo dello studente che diventa
costruttore di conoscenze, esplora il
sapere ed è invitato a risolvere
situazioni problematiche.
 ruolo dell’insegnante che diventa
quello di facilitatore e organizzatore
delle attività di apprendimento
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La specificità del cooperative learning sta :
a) nell' enfasi posta sul coinvolgimento attivo degli
studenti in lavori di gruppo e sul successo scolastico di
tutti i componenti del gruppo;
b) nella presenza nel lavoro di gruppo dei seguenti elementi:
interdipendenza positiva;
responsabilità individuale;
 interazione faccia a faccia;
 uso appropriato delle proprie abilità;
 valutazione del proprio lavoro.
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Interdipendenza positiva.
Uso appropriato
delle abilità nella
collaborazione.
I componenti del gruppo fanno affidamento gli uni
sugli altri per raggiungere lo scopo. Se qualcuno nel
gruppo non fa la propria parte, anche gli altri ne
subiscono le conseguenze. Gli studenti si devono
sentire responsabili del loro personale
apprendimento e dell'apprendimento degli altri
componenti del gruppo .
Responsabilità individuale:
E’ richiesta la padronanza di tutti i contenuti/materiali
da parte di tutti.
Interazione faccia a faccia.
Benché parte del lavoro di gruppo possa
essere spartita e svolta individualmente, è
necessario che i componenti il gruppo lavorino
in modo interattivo, verificando gli uni con gli
altri la catena del ragionamento, le conclusioni,
le difficoltà e fornendosi il feedback. In questo
modo si ottiene anche un altro vantaggio: gli
studenti si aiutano a vicenda.
TORNA
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Gli studenti nel gruppo
vengono incoraggiati e
aiutati a sviluppare la
fiducia nelle proprie
capacità, la leadership, la
comunicazione, il prendere
delle decisioni e il
difenderle, la gestione dei
conflitti nei rapporti
interpersonali.
Valutazione del
lavoro.
I componenti,
periodicamente valutano
l'efficacia del loro lavoro e il
funzionamento del gruppo,
e individuano i cambiamenti
necessari per migliorarne
l'efficienza.
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“ L’interdipendenza positiva
è da considerarsi raggiunta
quando i membri del gruppo
comprendono che
il rapporto di collaborazione
che li unisce è tale per cui
non può esistere successo individuale
senza successo collettivo.
Il fallimento del singolo
è
il fallimento del gruppo ”.
(Johnson, Johnson e Holubec)
TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI!
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Nel gruppo è necessario che ognuno
sappia relazionarsi con gli altri.
I membri del gruppo devono:
saper sostenere un ruolo di guida
prendere decisioni
creare un clima di fiducia
comunicare
gestire i conflitti che vanno affrontati
in modo costruttivo e no aggressivo e
passivo.
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Riassumendo:
Si può definire il Cooperative Learning come un insieme di tecniche di
conduzione della classe, grazie alle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per
attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati acquisiti.
Il Cooperative Learning si pone l’obiettivo di migliorare l'apprendimento scolastico
insegnando contemporaneamente agli studenti a lavorare in modo cooperativo.
I teorici del Cooperative Learning partono dal presupposto che la complessità della
società post-moderna, non può essere affrontata utilizzando esclusivamente
competenze individualistiche o competenze competitive.
C’è bisogno di persone in grado di creare una interdipendenza positiva all’interno
dei gruppi in cui lavorano, perché solo una situazione di interdipendenza positiva
favorisce la soluzione di quei problemi complessi che, oggi, singoli e aziende devono
affrontare. L’interdipendenza positiva si realizza quando, all’interno di un gruppo, si
risolve un problema con il contributo effettivo di tutti i suoi componenti, impegnati
con mansioni diverse a perseguire il medesimo obiettivo.
Per creare interdipendenza positiva, per fare in modo cioè che i gruppi-lavoro
riescano a perseguire i loro obiettivi in modo cooperativo, le persone che li
compongono devono essere in grado di mettere in atto un repertorio di
comportamenti verbali e non verbali che viene definito come insieme delle
competenze sociali; ovvero l’insieme dei comportamenti che una persona deve
imparare ad adottare per poter lavorare in gruppo in modo costruttivo.
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OBIETTIVI
 Trasformare il gruppo in una squadra
 Incentivare lo spirito di appartenenza
 Favorire l’incoraggiamento reciproco
 Sviluppare lo spirito di squadra
 Migliorare l’immagine di sé
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METODOLOGIA
Formare gruppi di lavoro da
un minimo di 4
ad
un massimo di 8
componenti
Fattori determinanti
 Condividere con gli altri lo stesso impegno
 Collaborare e correggersi a vicenda
 Decisione collettiva:non è necessario essere
d’accordo su tutto
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IL FORMATORE
 Definisce gli obiettivi
 Decide quanti e chi saranno i componenti del
gruppo
 Assegna i ruoli
 Spiega il compito e l’approccio educativo
 Educa all’interdipendenza
 Interviene per migliorare il lavoro del gruppo
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
www.ivana.it sito con software didattici gratuiti per italiano, matematica, logica,
geografia.
Elenco del software
Avvio alla letto-scrittura
Frase
Argomenti vari
- Percorsi e labirinti
- Puzzle
- Gioca figure
- Memoria
- Percezione
Matematica
LIM
Logica
Geometria
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
http://www.airipa.it/
L’AIRIPA, Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella
Psicopatologia dell’Apprendimento, nasce nel 1991 come Onlus e
riunisce studiosi, esperti e professionisti che operano nel campo della
psicopatologia dell’apprendimento.
http://www.airipa.it/materiali/materiali-utili/software/
ESEMPIO: Software
Dal suono al segno: training per l’ortografia di Imparare facile è il
software riabilitativo, realizzato su idea di P.E. Tressoldi, M.L. Tretti, C.
Vio che intende favorire l’apprendimento del processo di scrittura
nei bambini in fase di acquisizione ed in coloro che riscontrano
difficoltà o veri e propri DSA di scrittura (Disortografia, Disturbo
specifico di apprendimento della scrittura).
67
SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
http://www.inclusione.it/software/
RACCOLTE SOFTWARE FREE
ES: i programmi free compatibili con la sintesi vocale
ScriviImmagini video scrittura che associa le parole alle immagini (scuola
primaria)
LeggiXmeJunior scuola primaria: per scrivere e leggere un documento,
internet, calcolatrice vocale (una volta scaricato il file va decompresso e poi
eseguito ‘setup.exe’)
(scuola primaria)
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
http://www.alphacentauri.it
Alphacentauri - ospita materiali di vario tipo: tutorial su
programmi da utilizzare a scuola, consigli sulle attività di
laboratorio e sui siti scolastici, schede su Internet, normativa
didattica, e tanto altro ancora.
http://www.vbscuola.it/
vbscuola si rivolge a insegnanti e genitori interessati
all'uso attivo delle nuove tecnologie dell'informazione e della
comunicazione in campo educativo
Oggi il sito presenta 534 software, ripartiti in 55 sezioni.
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• Programmazione per l’alunno (per obiettivi minimi o
differenziata): viene redatta dal consiglio di classe e va
fatta con riferimento al P.E.I. e alla programmazione
della classe (la programmazione per obiettivi minimi
non si deve discostare molto dalla programmazione della
classe); la famiglia deve autorizzare la programmazione
differenziata, altrimenti si va per obiettivi minimi. Nel
caso di programmazione differenziata va scritto in calce
alla pagella “la presente votazione è riferita al P.E.I. e
non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi
dell’O.M. 80 del 09 Marzo 1995”.
• Diagnosi funzionale: va fatta una sola volta nella vita
dell’alunno dai neuropsichiatri.
• Certificazione amministrativa:
– viene rilasciata ogni anno dal neuropsichiatra, dopo che
l’alunno H è stato sottoposto alla visita (accompagnato
dalla famiglia);
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– riporta in via sintetica la diagnosi;
– va richiesto alla famiglia entro novembre;
– il neuropsichiatra deve riportare la connotazione di
gravità ai sensi dell’Art. 3, comma 3, della legge 104/92.
• Profilo dinamico funzionale (P.D.F.): viene redatto dal
GLIS (Gruppo Misto: composto dall’equipe medica, dalla
famiglia, dal docente di sostegno, da un docente
curricolare (solitamente il coordinatore) e dal DS) entro
febbraio e riporta ciò che sa fare l’alunno nel sociale. In
genere viene redatto alla scuola materna, in II
elementare, IV elementare, in II media, in II superiore,
in IV superiore e tutte le volte in cui si presentino degli
elementi rilevanti per modificarlo.
• Progetto educativo individualizzato (P.E.I. o P.E.P.):
viene redatto ogni anno entro giugno dal GLIS e
riguarda la programmazione per l’alunno relativa
all’anno scolastico successivo; materialmente viene
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redatto dal docente di sostegno.
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NORMATIVA
«Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L.
104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto
(GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES.
A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse
specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni
strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC [assistenti educativi
culturali], assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con
esperienza e/o formazione specifica o con compiti di
coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o
esterni in regime di convenzionamento con la scuola), in modo
da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento
capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace
capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle
classi. Tale Gruppo di lavoro assume la denominazione di Gruppo
di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI)».
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Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS)
L’ICD-10 viene incontro alla necessità di una
definizione della malattia, in senso categoriale
(la malattia c’è o non c’è)
Manca però della dimensione funzionale, che
descriva quindi l’impatto della malattia sul
funzionamento di un settore corporeo
nell’insieme del corpo stesso, e della persona
all’interno della sua quotidianità.
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Corso Formazione Docenti Neoassunti
Dal 1972 l’OMS iniziò a sviluppare uno schema
preliminare riguardante le conseguenze delle malattie,
gradualmente reso più esaustivo nella distinzione tra
menomazione e sue conseguenze sociali e funzionali.
Nel 1974 vennero circolate classificazioni separate per
le menomazioni e gli handicap.
Nel 1980 nasce dunque la classificazione ICIDH,
tradotta in Italia come ‘Classificazione internazionale
delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi
esistenziali”
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CORSO di FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI
ANNO SCOLASTICO 2015 / 16
ARRIVEDERCI
E
G R A Z IE PER L’AT T EN Z IO N E
Relatori:
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Direttore del corso:
Prof.ssa Carolina Guardiani
I materiali presenti nelle
slide sono tratti da vari siti
web
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