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Rosario Livatino di Rizzo m.,Bortolotti e.,Zago a.

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Rosario Livatino di Rizzo m.,Bortolotti e.,Zago a.
ROSARIO ANGELO
LIVATINO
“IL GIUDICE RAGAZZINO”
“martire della giustizia e
indirettamente della fede”
Giovanni Paolo II
BIOGRAFIA
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Nasce a Cannicattì il 3 ottobre
1952, suo padre è laureato in legge
Studioso e religioso da sempre,
dopo una brillante carriera
scolastica si laurea all’età di 22 anni,
il 9 luglio 1975 conseguì la laurea in Giurisprudenza
Dal settembre 1979 all’agosto 1989, come Sostituto Procuratore
della Repubblica , si occupò di indagini anti-mafia e di criminalità
comune, negli anni ’90 della “Tangentopoli siciliana”
Fu il primo ad interrogare un Ministro dello Stato

Nel ‘78, a ventisei anni, può coronare il suo sogno e
diventare magistrato. Sulla propria agenda quel giorno
scrive con la penna rossa, in bella evidenza: “Ho prestato
giuramento; da oggi sono in Magistratura”. E poi, a
matita, vi aggiunge: “Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a
rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che
l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito,
esige”.
“compito del Magistrato è quello di decidere. Orbene,
decidere è scegliere e a volte, scegliere fra numerose
strade o cose o soluzioni. E scegliere è una delle cose
più difficili che l’uomo sia chiamato a fare. Ed è proprio
in questo scegliere che il magistrato credente può
trovare un rapporto con Dio.”
 Da questa citazione risulta evidente la fede e religiosità
di Livatino, che quando doveva risolvere i propri casi
andava in Chiesa e li risolveva pregando sull’altare

Molto rari gli interventi pubblici così come le immagini.
Gli unici interventi pubblici, fuori dalle aule giudiziarie,
che costituiscono una sorta di testamento sono
rappresentati da "Il ruolo del Giudice in una società che
cambia" del 7 aprile 1984 e "Fede e diritto" del 30 aprile
1986
 Rosario non volle mai far parte di club o associazioni di
qualsiasi genere
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L’ATTENTATO
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Venne ucciso il 21 settembre 1990 dalla mafia mentre stava
andando da casa sua al Palazzo di giustizia di Agrigento con la
sua auto; venne affiancato da una moto e da una macchina,
scese e si mise a correre per sfuggire ai killer che però lo
raggiunsero e lo uccisero
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Dove? Sulla statale 640 Agrigento - Caltanissetta sul viadotto
di Gasena
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Da chi? Da quattro sicari assoldati dalla Stidda
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Testimoni: Pietro Ivano Nava
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I killer vennero presi, processati e condannati all’ergastolo
ESITI PROCESSUALI
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Tre procedimenti giudiziari: nei primi due avvenne la
condanna dei killer, nel terzo, concluso il 29 settembre
1999 davanti alla Corte d’Assise d’appello di
Caltanissetta furono condannati all’ergastolo Gallea,
Calafato, Parla e Montanti
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