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Allevamento del tacchino

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Allevamento del tacchino
Allevamento del tacchino
Origini
• Il tacchino domestico (Meleagris gallopavo) appartiene
all’ordine dei galliformi, famiglia meleagridi. È
originario dell’America.
• Il tacchino selvatico (Agriocharis ocellata) è simile al
tacchino domestico ma appartiene ad una specie
differente. Anch’esso è originario dell’America.
• I tacchini domestici conservano molte caratteristiche,
soprattutto comportamentali, simili agli antenati
selvatici.
• Dal punto di vista morfologico, invece, gli intensi
programmi di selezione genetica hanno determinato
profonde modifiche di questi animali.
Meleagris gallopavo
Agriocharis ocellata
Caratteristiche morfologiche
• La testa e il collo sono ricoperti da pelle nuda e bluastra con
escrescenze bianche posteriormente e rosse e pendenti
anteriormente, assai più pronunciate nei maschi.
• Il maschio presenta un’escrescenza carnosa detta caruncola, sopra il
becco;
• il pennello di setole nel petto è lungo fino a 15 cm, lo sperone è
molto sviluppato, la coda è composta da 18 penne larghe, che
aperte a ventaglio danno la caratteristica della ruota.
• Il tacchino presenta uno spiccato dimorfismo sessuale, morfologico
e comportamentale (il maschio presenta dimensioni maggiori 10-12
kg selvatico contro i 5-6 della femmina).
• Il tacchino viene allevato esclusivamente per la produzione della
carne.
• Esistono diverse razze che, tuttavia, non vengono
allevate in purezza ma si utilizzano incroci o ibridi
commerciali.
• Le principali razze sono: Bronzato d'America
(Bronze), Bianco d'Olanda, Narragansett, Nera
(Black), Ardesia (Slate), Rosso di Borbone
(Bourbon Red), Bianca di Beltsville (Beltsville
Small White), Bronzata Gigante (Broad Breasted
Bronze BBB), Bianca Gigante (Broad Breasted
White BBW o Large White-LW). Le ultime due
razze non sono comprese negli Standard Ufficiali.
Razze italiane
Bronzato dei Lessini
Bronzato dei colli Euganei
Nero
Variazioni di peso, età di macellazione e ICA dei
tacchini negli ultimi 50 anni
Anni
Età (sett.)
Peso (kg)
ICA
1945
24
8.3
4.50
1960
20
9.0
3.01
1983
20
11.7
2.90
1987
20
16.0
2.83
1996
20
17.9
2.62
2003
20
19.5
2.54
Produzione di carne di tacchino
A livello mondiale la carne di tacchino rappresenta il 23 % delle
carni avicole consumate (circa la metà rispetto alle carni di pollo).
I principali consumatori sono gli USA con circa 8.5 kg pro capite.
In Europa, gli Stati che consumano più carne di tacchino sono la
Francia (7.2 kg), la Germania (6.2 kg) e, a pari livello, la Polonia e
l’Italia (5.5 kg).
In Asia il tacchino non viene allevato né consumato.
I principali produttori di carne di tacchino sono ancora gli USA con
circa 250 milioni di accasamenti/anno, seguiti da Francia (80
milioni), Germania (38 milioni), Polonia e Italia (30 milioni).
Tipologia di produzioni
Si individuano due tipi di produzioni:
1) Il tacchino medio pesante (o medio leggero) molto diffuso in
USA, in Gran Bretagna, in Francia, in Polonia
2) Il tacchino pesante allevato in Germania, Italia, Polonia, Francia
– solo per esportazione – repubblica ceca, Slovacchia, Turchia,
Ungheria.
Nell’ambito di queste tipologie di produzione si individuano delle
varianti in funzione delle specifiche richieste dei Paesi.
Tacchino medio-pesante
• In Francia: maschi macellati a 16-17 settimane
con 13-14 kg di peso; femmine macellate a 12
– 13 settimane a 6-7 kg.
• Negli altri Paesi: maschi macellati a 20
settimane a 17-18 kg; femmine macellate a
14-15 settimane a 7-8 kg.
Tacchino pesante
• Maschi macellati a 19 - 20 kg e femmine macellate a
8 - 8.5 kg.
• In Italia esiste un mercato delle “tacchinelle”
prodotte nel periodo natalizio con un peso di 4 – 5
kg.
• In Italia il tacchino viene prodotto in: Veneto,
Lombardia, Emilia Romagna dove esistono circa 750
allevamenti che producono 30.000.000 di animali,
quasi tutti BUT Big 6.
But Big 6
Caratteristiche a 22 settimane:
PV: 23 kg
IPG: 148.2 g/d
ICA: 2.69
Resa in petto: 27.9 %
Caratteristiche riproduttive
118 uova a 26 settimane di produzione
80.9 % schiusa media
95.5 pulcini in 26 settimane di produzione
In Italia l’allevamento del tacchino è esclusivamente intensivo e le zone di principale
produzione sono, in ordine decrescente, veneto, Romagna, Piemonte e Lombardia.
Nell’ambito dell’allevamento il programma prevede rigorosamente il tutto pieno/tutto vuoto
(vuoto di 3 settimane).
Allevamento del tacchinotto (0 – 8
settimane di età)
• I tacchinotti sono sessati all’incubatoio ed arrivano
all’allevamento già separati per sessi.
• È la fase più delicata dell’allevamento.
• Si svolge su lettiera, in cerchi (diametro 3 m, altezza 60 – 70
cm) sotto madri artificiali. In questo spazio trovano posto
200 pulcini.
• I cerchi vengono uniti a due a due dopo la prima settimana
ed eliminati a 15-20 giorni di età.
• I tacchinotti sono piuttosto immaturi e impacciati e una
piccola percentuale può morire di inedia per problemi di
falsi “imprinting”.
• Al primo giorno di vita si procede al taglio delle ali per
evitare che volino.
Allevamento del secondo periodo
• Dopo le otto settimane il tacchino diventa molto
più resistente e può essere trasferito in un
ambiente diverso.
• Se non è stata fatta separazione dei sessi al
momento di ingresso nell’allevamento, si effettua
a circa 3 mesi. Le densità di allevamento saranno
3.3 maschi, 6.2 femmine e 4.5 misti (dopo
l’influenza aviare si è scesi a 2.8/mq e 5.5/mq).
• Considerando il miglioramento genetico, rispetto
a 7 anni fa si allevano circa 6-7 kg per mq in più.
• L’allevamento avviene in capannoni con
ventilazione forzata o naturale
• In questo periodo, i tacchini sono più resistenti
alle basse temperature (anche 12-15 °C). Le
temperature incidono sul consumo di alimento e,
alle temperature più basse gli animali mangiano
di più e presentano migliori incrementi ponderali
giornalieri ma l’ICA peggiora.
• Ogni settimana è bene pesare una certa
campionatura di animali per verificarne la crescita
in funzione degli standard di riferimento. Il
coefficiente di variazione dovrebbe essere
inferiore al 10 %.
L’allevamento dei riproduttori
• Offre non poche difficoltà perché i caratteri genetici
selezionati per la produzione della carne sono
negativamente correlati con i caratteri riproduttivi.
• I principali problemi si evidenziano con le razze pesanti
e super-pesanti.
• Data le grande differenza di peso tra i sessi, è
sistematico l’impiego dell’inseminazione artificiale.
L’allevamento avviene quindi a sessi separati con un
rapporto maschi femmine di 1:20.
• L’allevamento è a terra in capannoni climatizzati, con
una densità di 35 kg/mq.
• Il ciclo riproduttivo dei tacchini pesanti
prevede l’accasamento degli “allievi” a 29
settimane;
• La deposizione inizia 2-3 settimane dopo.
• Il periodo di ovodeposizione dura 22-25
settimane, durante le quali vengono deposte
110-130 uova per femmina con la schiusa di
90-105 tacchinotti.
• L’intero ciclo dalla schiusa dura quindi circa un
anno al termine del quale si può optare per la
muta forzata (poco utilizzata) o per la riforma
degli animali.
• Le uova di tacchina hanno il guscio di colore
rosso-giallastro, cosparso di macchioline
marroni.
• Il diametro è di circa 65-70 mm ed il peso di
70-90 g.
• L’incubazione dura 28 giorni.
• Le strutture di allevamento degli “allievi” sono
simili a quelle degli animali allevati per la
produzione di carne.
• È necessario però che i capannoni siano
TOTALMENTE oscurabili.
• Il tacchino è stato addomesticato da meno tempo
rispetto al pollo ed è più sensibile al fotoperiodo.
• Per fare in modo che la maturità sessuale venga
raggiunta quando prevedono gli standard
produttivi (intorno alle 30 settimane) bisogna
adottare particolari programmi di luce per tutta la
durata del ciclo vitale degli animali.
• Si inizia con 20 ore di luce (100 lux) nei primi 2
giorni di vita;
• Poi 14 ore (10-30 lux) fino a 11 settimane;
• 6-7 ore dalla 18° fino alla 28-29° settimana
mentre si aumenta progressivamente l’intensità
fino a 50-60 lux.
• Poi si passa ai programmi di luce per la fase di
riproduzione vera e propria con un brusco rialzo
fino a 14-17 ore di luce di 100 lux minimo
d’intensità.
• Per i maschi, nella fase di allievi, si usano
programmi di luce meno variabili, riducendola a
10-12 ore tra le 14 e le 23 settimane e lasciandola
poi sempre a 14 ore con un’intensità intorno ai
25 lux.
• L’inseminazione è artificiale con seme fresco e,
generalmente, il seme di 5-10 maschi,
opportunamente diluito, può servire 100
femmine.
• L’allevamento è in capannoni a terra su lettiera in
truciolato.
• Nei capannoni destinati alle femmine sono
sistemati i nidi in numero di 1 ogni 5 femmine
con meccanismo d’entrata che permetta
l’ingresso di una sola femmina per volta.
• La raccolta delle uova è manuale (in genere) e la
racca avviene 5-7 volte al giorno.
• Le uova di peso inferiore ai 72 g vengono
scartate.
• Alcune tacchine, dette “chiocce” mostrano
una spiccata tendenza alla cova e, dopo aver
deposto 10-15 uova, interrompono la
deposizione per covare.
• Non è sufficiente l’allontanamento delle uova
per tenere sotto controllo questo
comportamento che può penalizzare
fortemente la produzione di uova
dell’allevamento.
• Le chiocce vanno identificate e “trattate” in
modo da far riprendere senza interruzioni
lunghe la deposizione delle uova.
• La chioccia ha un comportamento particolare:
resta molto tempo nel nido, con o senza uova,
lo difende con comportamenti aggressivi.
• Per identificare le chiocce esistono vari
sistemi. Il più comune è quello di far uscire
tutte le femmine dal nido all’ultima raccolta
serale. Si ritorna dopo venti minuti e si
segnano le femmine che sono tornate nel
nido. Si fanno uscire di nuovo. Se la mattina
seguente le tacchine segnate sono ancora nel
nido sono chiocce.
• La chioccia viene spostata in un recinto
isolato, senza nido né lettiera accogliente che
possa fungere da nido. La luce sarà intensa, la
ventilazione elevata, il clima freddo.
• In questo modo, la deposizione riprende dopo
3-4 giorni e le femmine posso tornare nel
capannone comune.
I maschi
• I maschi vengono posti in recinti di 5-10
animali (densità max 35 kg/mq).
• In ogni recinto si instaura una gerarchia e non
sarà più possibile mescolare i gruppi.
• Il ricovero deve essere completamente
condizionato a ventilazione forzata, dotato di
sistema di cooling e controllo della luce.
L’inseminazione artificiale
• Viene fatto con seme fresco e non devono trascorrere più
di 30 minuti tra il prelievo e l’inseminazione.
• Il prelievo ai maschi viene effettuato 2 volte a settimana
(max 3, min. 1).
• L’eiaculato ha un volume medio di 0.3-0.4 ml con una
concentrazione spermatica di 11 miliardi/mmc
• Il seme è diluito 1:2 e mantenuto ad una temperatura tra i
15 e i 25 °C.
• Le femmine sono pronte per il maschio in genere dopo 1418 ore dall’aumento del fotoperiodo.
• La dose minima fecondante per una tacchina è di 0.03-0.05
ml di seme di buona qualità.
• Un femmina dopo l’inseminazione può restare feconda
anche per 60 giorni ma, per motivi pratici, è buona norma
effettuare l’inseminazione una volta a settimana.
• A inizio deposizione si realizzano tre
inseminazioni ravvicinate (ogni 2 o 3 giorni).
• Le inseminazioni devono essere effettuate
nelle ore serali o nel pomeriggio.
Il comportamento del tacchino
• È una specie poligama con elevato dimorfismo
sessuale
• Le femmine hanno una spiccata attitudine materna:
più femmine depongono nello stesso nido ma una
sola coverà e si prenderà cura della prole
(riferimento di imprinting).
• Nell’allevamento intensivo, mancando il riferimento
di imprinting, i pulcini devono ricevere cure
particolari.
Attenzioni particolari al pulcino
• Evitare durante o subito dopo la schiusa,
imprinting errati dalla presenza dell’uomo o
da rumori (suoni, voci del personale);
• Con un imprinting errato i tacchinotti possono
avere difficoltà a trovare la mangiatoia e ad
alimentarsi determinando mortalità anche
elevate.
• Creare stimoli atti a spingere i tacchinotti
verso le mangiatoie.
• Empiricamente: anelli di cartone intorno alle
mangiatoie e luce intensa sopra di esse.
• Da studi scientifici:
– Luce intermittente cromatica da prima della
schiusa all’inizio dell’alimentazione autonoma;
– Stimoli sonori intermittenti applicati per lo stesso
periodo;
– Impiego di mangiatoie di colore verde riflettente.
• Animale curioso (soprattutto le femmine): si avvicina
all’uomo e l’”ispeziona” col becco. Poi si sposta per
far passare l’estraneo e inizia a seguirlo.
• Entrando nel capannone gli animali, se sono a riposo,
devono alzarsi prontamente. Se non succede può
indicare stress/patologie (o femmine in calore).
• Scavano buche nella lettiera (“bagni di sabbia”).
• In genere in un capannone di tacchini dopo lo
svezzamento le pareti e le estremità dei capannoni
sono sgombri da animali.
• Rumori: i tacchini vocalizzano molto,
soprattutto all’imbrunire quando si preparano
per la notte
• Si muovono molto all’interno del capannone
• Quando gli animali sono sofferenti, invece, si
portano lungo le pareti e restano lì fermi.
ALCUNI PROBLEMI ASSOCIATI AD
UNA CRESCITA ECCESSIVA (nei maschi)
• ROTTURA DELL’AORTA
• SINDROME DELLA MORTE IMPROVVISA (SUDDEN DEATH
SYNDROME)
• MIOPATIA DEL MUSCOLO PETTORALE PROFONDO
• PROBLEMI DI GAMBE
• AUMENTATA DEPOSIZIONE DI GRASSO
• AUMENTATO NUMERO DI PULCINI “FLIPOVER”
• RIDOTTA RESISTENZA ALLE MALATTIE
• SINDROME PSE DELLA CARNE
• REAZIONI DELLA PELLE DEL PETTO (VESCICHE STERNALI ETC.)
Debolezza delle gambe (leg weaknes,
turkey sindrome 65)
• Arti deboli, difficoltà di deambulazione
• Colpisce quasi esclusivamente i maschi
• Eziologia non chiara, forse multifattoriale:
– Carenze nutrizionali (vitamine, minerali, aminoacidi
durante le prime settimane di vita)
– Cattive condizioni di allevamento (sovraffollamento,
temperatura elevata, eccessiva umidità, cattive condizioni
lettiera)
– Fattori genetici
– Fattori infettivi (micoplasmi ed E. coli)
– Fattori tossici (micotossine, antibiotici)
• La malattia si manifesta dopo la 12-15°
settimana
• Incidenza 1.5 - 3 %, raramente supera il 5 %
• Gli animali camminano con passo lento,
vacillante, con tremore agli arti che spesso
sono arcuati. Il collo è portato basso con una
deviazione a S
• I soggetti colpiti devono essere trasferiti in un
apposito recinto per evitare che muoiano per
effetto del cannibalismo
Sindrome del cuore rotondo
• Eziologia sconosciuta
• Colpisce i tacchinotti durante le prime
settimane di vita con maggiore incidenza nei
maschi
• La mortalità è bassa e i soggetti hanno crescita
ritardata ma non mostrano sintomi particolari
• All’esame necroscopico si nota dilatazione del
cuore con arrotondamento della punta.
Rottura dell’aorta
• Colpisce i maschi oltre la 15° settimana di vita,
soprattutto i soggetti di peso maggiore
• In condizioni normali l’incidenza è pari all’1 – 2 %.
• I soggetti colpiti muoiono improvvisamente senza
segni premonitori
• La somministrazione di tranquillanti diminuisce
l’incidenza della malattia, specialmente durante il
trasporto.
Gozzo pendulo
• Gozzo eccessivamente dilatato e raccolta eccessiva di
acqua e mangime.
• Durante la stagione estiva, aumenta l’assunzione di
acqua e l’incidenza della malattia cresce
• Il lungo ristagno di alimento nel gozzo determina
putrescenza del contenuto, spesso contaminato da
diversi batteri e funghi
• Svuotamento e riduzione chirurgica del gozzo
Flipovers
• Fenomeno per cui i tacchinotti si rovesciano
sul dorso in prima giornata morendo sotto
cappa
• Se non seguiti dall’allevatore i pulcini muoiono
in percentuali anche elevate
• Eziologia non nota (genetica?)
L’alimentazione del tacchino
• Nel primo periodo gli animali vengono alimentati
ad libitum ma bisogna evitare concentrazioni
energetiche e proteiche troppo elevate per non
appesantire troppo gli animali prima che le ossa
siano ben strutturate.
• Fino a circa 10-11 settimane maschi e femmine
hanno esigenze nutrizionali molto simili,
successivamente, il ritmo di crescite dei maschi
aumenta e le esigenze cambiano;
• Il tacchino è tra i volatili più esigenti in termini di
proteine e vitamine.
Programma alimentare per l’ingrasso (maschi)
Età
settiman
e
0–4
EM
(kcal)
Prot. g.
%
EM/Pr.
Ca %
P ass. %
2800
30
97
1.20
0.70
4-8
2900
25
118
1.10
0.55
8 – 12
3000
21
145
1.00
0.50
12 – 16
3100
19
163
0.80
0.40
16 - 20
3200
15
213
0.60
0.35
20 - 24
3300
14
236
0.50
0.28
• Per le femmine i programmi alimentari sono
simili fino alle 12 settimane.
• Dopo si utilizzeranno gli stessi mangimi dei
maschi ma in “tempi” diversi:
– Da 11 a 14 sett., 3100 kcal;
– Da 14 a 17 sett., 3200 kcal,
– Da 17 a 20 sett., 3300 kcal.
Programmi alimentari per i riproduttori
Età
settiman
e
EM
(kcal)
Prot. g.
%
EM/Pr.
Ca %
P ass. %
24 – 28 M
2900
16
181
0.80
0.35
17 – 20 F
2900
16
181
0.80
0.35
21 – 28 F
2750
15
183
0.80
0.35
> 29 F
2780
17
164
2.70
0.60
> 29 M
2800
15
187
0.80
0.40
• Le femmine vengono alimentate ad libitum.
• Una femmina ingerisce mediamente 210 g di
mangime al giorno, un maschio 380 g.
• Per i maschi è possibile, dalla 13-14°
settimana di età, praticare un razionamento
che abbassa molto i costi e permette di
ottenere soggetti non troppo pesanti.
• Il razionamento viene praticato riducendo del
5 – 15 % la somministrazione dell’alimento,
oppure con il sistema “skip-day”, cioè
sospendendo l’alimentazione uno o due giorni
a settimana.
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