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Alla riscoperta della Calabria
Alla riscoperta della Calabria Itinerario storico-artistico Il primo giorno è occupato dalla visita di Marina di Gioiosa Jonica, un paesino situato nel territorio della Locride, sulla costa del Mar Ionio. I luoghi d’interesse sono: Il teatro Greco-Romano, risalente al II secolo a.C., fu scoperto nel 1883 e portato alla luce dagli scavi della Soprintendenza del Bruzio e della Lucania conclusi nel 1925. Il teatro, costruito in pietra calcarea e laterizio, ha forma semicircolare e presenta il koilon aperto in direzione del mare. In origine la cavea conteneva probabilmente venti file di posti, che portavano la capienza totale a circa 1200 posti. La torre del Cavallaro, è considerata come una fortezza del XVI secolo, ma secondo alcuni studiosi la sua fondazione risale in realtà ad età bizantina, ed è dovuta ad opera di uno stratega greco, il quale per arginare l'impeto delle orde saracene, attuò un dispositivo di torri costiere lungo i litorali della Calabria. La parte inferiore dell'edificio è impostata a scarpa, è provvista di reliquie monumentali; le due parti dell'edificio sono tra loro separate da una cordonatura lapidea, a gola rotonda. La torre Galea, rientra tra le torri eretta per ordine del Viceré D. Pietro di Toledo, durante la metà del XVI secolo, per vedetta e difesa della zona costiera. Alcuni studiosi, tuttavia, ritengono che la fondazione dell'edificio debba in realtà risalire al periodo aragonese, cioè al XV secolo. Nel corso del tempo l'edificio ha subito notevoli rifacimenti, per com'è dato desumere dalla diversità dei materiali impiegati; il complesso è stato anche oggetto di restauri a cura della Soprintendenza. II° Giorno Dopo aver fatto colazione si raggiunge Gioiosa Superiore, un paesino situato nel cuore della Locride, a metà strada tra Reggio Calabria e Catanzaro. I luoghi di maggiore attrattiva turistica sono: Il Castello Pellicano, risale al XIII sec. Possiede due torri, un cortile, un fossato ed un palazzo cinquecentesco, dimora dei fondatori. Il Palazzo Amaduri, costruito nel XV sec. Come residenza della famiglia nobile dei Condercuri. In seguito venne ereditato dalla famiglia Amaduri che lo fece ampliare. La Chiesa di S. Rocco, risale agli inizi del XVII sec. E’ dedicata a San Rocco, eletto patrono del comune, in sostituzione dell’antica protettrice Santa Caterina d’Alessandria. Lasciato per lungo tempo in abbandono, nel 1745 venne restaurato e con la Bolla del vescovo Pellicano venne elevata a Parrocchia. La Chiesa dell’Addolorata, è stata fondata nel 1881 e aperta al culto nel 1889. All’interno è presente la Pietà scolpita dall’artista Giuseppe Cavaleri; un organi a 22 registri e 1400 canne e vari dipinti. Conclusa la visita a Gioiosa Superiore si prosegue per Roccella Jonica, un paesino situato nella costa Jonica che ,probabilmente, sorge sull'antica città magnogreca di Amfissa. Il primo particolare per chi giunge a Roccella Jonica è il Castello, che sovrasta l’intero paese. Annesso al Castello è un Teatro, nel quale ogni anno si svolgono importanti manifestazioni e spettacoli, tra i quali il notissimo Festival Internazionale del Jazz “Rumori Mediterranei”che ogni anno raduna esperti del settore e curiosi. Percorrendo le strade del centro storico, si trovano numerosi palazzi signorili di interesse storico come il palazzo Englen (oggi Tassone), costruito probabilmente alla fine del XVIII secolo. Interessante il pozzo arricchito con motivi ornamentali tardo-barocchi. La Villa Alicastro , ubicata su un dirupo, si leva su tre livelli. La Villa Carafa nasce probabilmente nel XVII secolo. L’edificio si presenta a due piani. Il piano terra è destinato alla zona di servizio, mentre al piano superiore, cui si accede mediante una scala di granito, sono disposte le camere da letto e i vari saloni . La villa è contornata da un giardino a terrazze. Il palazzo Congiusta rispecchia lo stile architettonico della villa-masseria, il palazzo è stato costruito per volere del dottore Domenico Congiusta,. La casa è circondata da diverse costruzioni minori, che costituivano gli alloggi dei contadini, Vi è un frantoio con meccanismo animale e pietre da macina. Nei pressi si nota un pozzo per l’irrigazione e una sorgente per l’acqua potabile. Oltre ai monumenti, la storia di Roccella la si coglie ancora percorrendo alcuni caratteristici vicoli del Borgo, la parte alta del paese, dove si trovano numerose testimonianze della civiltà contadina (come le tipiche abitazioni, i frantoi, ecc) o visitando i borghi marinari come i rioni Zirgone e Sant’Antonio. Le tradizioni popolari contadine e marinare sono annualmente valorizzate da due feste ad esse dedicate, in cui si rivive l’atmosfera dell’antica Roccella. III° Giorno Dopo aver fatto colazione si visita Mammola, un comune posto sul versante ionico della Calabria, tra l'Aspromonte e le Serre calabresi. Il principale monumento di interesse è il santuario di San Nicodemo che si trova a 3km dal Passo della Limina, nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il santuario è il luogo dove San Nicodemo Abate Basiliano, ha vissuto nel X secolo, insieme con altri monaci. Importanti sono i resti del Kellerano del X sec. A croce greca, con le tre absidi contrapposte ad oriente, tipiche dell’architettura bizantinabrasiliana. Mammola è meta di escursionisti che possono percorrere i vari sentieri a cavallo o a piedi. I due sentieri più importanti sono: Il sentiero dei Greci, sentiero naturalistico e panoramico, anticamente era utilizzato dai locresi della Magna Greciacome via di comunicazione per raggiungere il mare Tirreno, le colonie di Medma (oggi Rosarno) e Ipponion (oggiVibo Valentia). Il ripido e scosceso sentiero è percorso, come ex-voto, da devoti di San Nicodemo, che a piedi raggiungono il Santuario sul Monte Kellerana. La cascata di Salino, percorso naturalistico caratterizzato dalla presenza di grandi massi granitici e ontani. Si può risalire il torrente camminando sul bordo dell’alveo o in mezzo all’acqua e lungo il percorso si possono ammirare le bellezze naturalistiche della natura incontaminata. Terminate le escursioni si parte per visitare il Museo di Locri Epizefiri. Al suo interno vi sono custoditi i reperti dei più recenti scavi della zona. Il percorso museale si snoda su due piani: al piano terra si trovano i reperti provenienti dagli scavi archeologici dell’antica polis magno-greca; mentre al primo piano sono custoditi reperti antecedenti alla colonizzazione, che risalgono all’età del ferro, dove possiamo ammirare corredi tombali e alcuni oggetti risalenti all’epoca ellenistica e romana come alcuni resti di ville rustiche romane. Per concludere la giornata si prosegue alla visita di Gerace. La visita della città inizia dal borgo, là dov'era l'antica porta della Varvara. La strada statale aggira sulla destra la cittadella, un quartiere parzialmente fondato sulla roccia, fino a Piazza della repubblica. Lasciato il Borgo Maggiore si raggiunge il Borghetto, dove è presente la porta urbica. Percorrendo la via Roma, si attraversa l'architettura cinquecentesca della "Porta del Sole" e si raggiunge la Piazza del Tocco . Sette strade vi si immettono e delimitano vari palazzi. Immettendosi in Via Zaleuco fra palazzi e ricchi portali si arriva alla Piazza Tribuna dove domina il superbo impianto absidale della maestosa Cattedrale consacrata nel 1.045 in stile romanico- normanno, costruita, parte sulla nuda roccia e parte su una cripta a croce . Dalla Cattedrale si percorre la via Caduti sul Lavoro, lungo la quale troviamo Piazza delle Tre Chiese dove si può ammirare: la Chiesa Convento di San Francesco d'Assisi dalle purissime linee gotiche (1252).Importante è l’evento “Il Borgo Incantato” in cui si può riscoprire il gusto della tradizione. Le musiche, le luci affascineranno migliaia di visitatori, ma a prenderli per la gola saranno i sublimi profumi e sapori della cucina geracese incontrati lungo il ricco percorso di degustazione dei prodotti della gastronomia locale come pasta di casa con il sugo della capra o con lo stocco, zuppa di fagioli, cicerchia con le erbe, filetti di baccalà a’ mulinara, zippuli, rafioli e tante altre prelibatezze IV° Giorno Dopo la colazione si parte per Riace, un paesino posto su un dosso a 7km dal mar Jonio. L’entrata principale del paese è caratterizzata da una vasta piazza e dal caratteristico municipale dal quale si giunge a Piazza Vittorio Emanuele dove si trova la Chiesa Matrice, la cui bellezza è data dall’interno il quale è decorato di stucchi policromi e custodisce la statua di Santa Maria Assunta. Questo apre il percorso alla scoperta delle altre chiese e palazzi che costellano il centro storico. Le chiese, di origine medievale, hanno subito alcuni rifacimenti come è avvenuto nella chiesa dello Spirito Santo e nel santuario di S. Cosimo e Damiano. Il santuario di origine brasiliana, custodisce il gruppo statuario ottocentesco dei titolari, scolpito a tutto tondo e a figura intera. Circa a 40kmdi distanza si trova la Chiesa di San Nicola di Bari che presenta ancora il portale e il campanile originari. Conclusa la visita a Riace si prosegue verso Monasterace, un paesino situato lungo la costa Jonica. Si divide in Marina e Superiore: nella zona Marina si trovano i resti dell’antica Kaulon che fu una colonia della Magna Grecia. La sua struttura prevedeva l’esistenza di un centro urbano principale, cinto da mura e posto al livello del mare, all’interno del quale era presente un tempio dorico, di cui ancora oggi sono visibili le fondamenta. Il museo archeologico, sorto intorno al parco archeologico Paolo Orsi, conserva i resti dell’antica città di Kaulon; nella zona Superiore sorge il piccolo borgo medievale dove si possono ammirare opere architettoniche tra le più importanti della Calabria. Il castello di Monasterace fu di proprietà dei principi Caracciolo e poi venne affidato alla famiglia del barone Scoppo di Francia che lo vendette al cavaliere Giuseppe Sansotta il quale divise la proprietà per poi rivenderlo. La Chiesa di Maria Santissima di Loreto è stata distrutta negli anni ’80 per far passare una strada e congiungere Monasterace Superiore alla SS 110; V° Giorno Dopo aver fatto colazione si parte per Bombile, una frazione del Comune di Ardore. Di grande importanza è il Santuario della Madonna della Grotta. Per accedere al tempio bisognava percorrere una scalinata di 145 gradini, tramite la quale si accedeva alla grotta scavata in una parete ripida; il santuario è stato però seppellito da una frana avvenuta il 28 maggio 2004. La statua della Madonna con il Bambino che vi si trovava in quella grotta, in seguito è stato posta presso la chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di Bombile. In seguito si passa alla visita del Castello di Ardore. L'antico Castello Feudale fu costruito dai baroni di Ardore prima del 1600. E' un edificio quadrato con quattro torri ai quattro angoli, due rotonde e due quadri. Nel fondo di queste si aprivano dei trabocchetti che, per vie sotterranee andavano a mettere capo in diversi e lontani punti del territorio. Dopo Ardore si prosegue alla visita di Bianco il cui monumento più importante è il Santuario della Madonna di Pugliano. L’edificio originario venne distrutto nel XII sec., fu ricostruito ma il terremoto del 1783 lo danneggiò nuovamente. Nella frazione di Pardesca si trovano i ruderi del convento di Santa Maria della Vittoria e della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, ruderi dell’antico abitato di Zoparto. Si procede verso il comune di Casignana per visitare la Villa Romana e la Chiesa di San Giovanni Battista. L’impianto originario risale al I secolo d.C. e nel IV sec subì una ristrutturazione. La villa venne scoperta nel 1963, in occasione dei lavori per la costruzione di un acquedotto ed è stata indagata dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria. Sono stati rimessi in luce gli ambienti di un ampio complesso termale privato, riccamente decorati con mosaici. La Chiesa di S. Giovanni Battista fu costruita nel 1773 ma l'edificio fu danneggiato dal terremoto del 1783, ristrutturato nel 1908 grazie alle offerte dei fedeli e adibito al culto nel 1914. Sul soffitto della navata centrale possiamo trovare un dipinto raffigurante S. Rocco, mentre nella navata destra un particolare Crocifisso sostenuto da angeli. Dopo la visita a Casignana si compie un’escursione ad Africo. Africo è un luogo poco accessibile coperto da querce e castagni secolari. Camminare tra le vie di questo paese , definito “paese fantasma”, è un modo unico per entrare in contatto con il passato. L’escursione prevede un giro ad anello con un dislivello di 250m dove si raggiungerà l’antica chiesetta di San Leo meta di pellegrinaggio ogni anno nel mese di maggio. L’ultima tappa della giornata sarà il Santuario della Madonna di Polsi. All'interno del santuario vengono conservate la statua della Madonna della Montagna di Polsi, scultura in tufo di notevole bellezza e lucentezza, la Santa Croce e vari cimeli tra i quali la bara del principino di Roccella. Uno dei più importanti Priori del Santuario fu Enrico Macrì che governò alla fine del 1800 per 33 anni. In quegli anni la chiesa del santuario venne restaurata ed arricchita. Nei pressi del Santuario si può ancora trovare qualche pastore sanluchese che pascola il gregge. VI° Giorno Dopo aver fatto colazione si parte per visitare Stilo, un comune inserito nel circuito de “I borghi più belli d’Italia”. Vi si potrà visitare: L’abbazia di San Giovanni Therestis, ha un ingresso caratterizzato da un portone di granito grigio, al di sopra del quale vi è un dipinto della Madonnina in trono con la mano sulla spalla del Bambino che benedice. La “Cattolica di Stilo”, è un’architettura bizantina che può essere assimilabile alla tipologia della chiesa a croce greca. All’interno quattro colonne dividono lo spazio in nove parti di pari dimensioni. La Chiesa di San Domenico, fa parte di un convento domenicano di cui sono rimasti solo i ruderi. Qui le famiglie nobili stilesi avevano delle cappelle dove seppellivano i loro defunti. A causa di un terremoto il convento crollò e nel 1927 la chiesa fu in parte restaurata. Il Castello Normanno di Ruggero, ha una forma rettangolare ed è cinto da opere difensive: oggi rimangono solo i ruderi delle mura perimetrali, delle torri e delle porte. Dopo la visita a Stilo si parte per Pazzano, un paesino incatenato fra il Monte Stella e il Monte Consolino. Le origini di Pazzano risalgono all’epoca dei Romani i quali avevano insediato una colonia penale e sfruttavano i condannati facendoli lavorare nelle miniere presenti nel territorio. Oggi queste miniere sono chiuse ma si può osservare la loro entrata. Per dissetare i minatori fu costruita la cosiddetta “ fontana dei minatori”. Un altro punto d’interesse importante è l’eremo di Santa Maria della Stella, un santuario creato all’ingresso di una grotta, dove si trova l’immagine dell’Immacolata Concezione e un affresco di arte bizantina raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l’eucarestia dal monaco Fasimo. Per concludere la giornata, dopo Pazzano, si passa a visitare Bivongi, un paesino situato nella Vallata dello Stilaro. I luoghi di interesse sono: il “Mulinu do Furno” che fu costruito dai monaci cistercensi per frantumare la galera, che veniva poi fusa nel forno annesso a questo mulino e il Monastero di San Giovanni Therestis che sorse nell’ XI sec. Nel IX sec. Visse in questa zona San Giovanni Therestis; dopo la sua morte, la sua fama crebbe così tanto che le popolazioni locali lo proclamarono Santo e i suoi luoghi e il suo aghiasma divennero meta di pellegrinaggio. FINE