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Il colpo di lancia Gv 19 31-37

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Il colpo di lancia Gv 19 31-37
Il colpo di lancia Gv 19, 31
37
Giovanni continua con il simbolismo del dono dello Spirito: l’acqua e il sangue che
escono dal cuore di Gesù realizzano la promessa citata da Gesù stesso in Gv 7,38:
[Gv 7,38]Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
In secondo livello di lettura, il sangue e l’acqua simboleggiano l’origine dei
sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo per mezzo dei quali la vita di Gesù è
trasmessa al cristiano.
E’ importante notare che durante questi episodi Gesù è già morto.
Nel pensiero di Giovanni, il dramma della croce non finisce con la morte, ma
continua in un flusso di vita che viene dalla morte:
la morte di Gesù è l’inizio della vita cristiana.
Questa pericope ha per l’Evangelista una importanza straordinaria:
dopo aver presentato la morte di Gesù come il momento della creazione dell’uomo
nuovo e il fondamento della nuova alleanza nei vv 28-30, presenta ora la prospettiva
per il futuro: dalla sua morte nascerà mediante l’acqua del suo costato la nuova
Comunità e con il suo sangue essa sarà nutrita.
Il chicco di grano che muore incomincia a dare tanti frutti (Gv 12,24)
Michelangelo nella pietà Rondanini ha tradotto potentemente il messaggio teologico
di Giovanni:
la Madre che fa un solo corpo con il Figlio ed è portata da lui morto;
nella morte di Gesù nasce la Chiesa!
[Gv 19,31]Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce
durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro
spezzate le gambe e fossero portati via. [32]Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al
primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. [33]Venuti però da Gesù e vedendo che
era già morto, non gli spezzarono le gambe, [34]ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e
subito ne uscì sangue e acqua.
[35]Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché
anche voi crediate. [36]Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà
spezzato alcun osso. [37]E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui
che hanno trafitto.
V 31
[Gv 19,31]Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce
durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro
spezzate le gambe e fossero portati via.
Siamo al giorno precedente la Pasqua, durante il quale si uccidevano gli agnelli.
Questo giorno precedeva il Sabato. Questa coincidenza rendeva particolarmente
solenne questo sabato.
Giovanni fa coincidere la morte di Gesù con l’immolazione degli agnelli pasquali nel
cortile del Tempio per fare risaltare che Gesù è l’Agnello di Dio.
perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato
I romani di solito lasciavano i corpi sulla croce perché servissero da ammonizione.
L’uso ebraico era regolato da Dt 21,22-23 che ordina che i corpi dei criminali
impiccati non dovevano restare sull’albero durante la notte:
[Deuteronomio 21,22-23] Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a
morte e appeso a un albero, [23]il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma lo
seppellirai lo stesso giorno, perché l'appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese
che il Signore tuo Dio ti dà in eredità.
Notiamo che anche la lettera ai Galati in 3,13 considera la legge relativa ai criminali
impiccati applicabile anche a Gesù in croce:
[Galati 3,13] Maledetto chi pende dal legno.
Poichè, secondo un principio teologico molto importante, tutto quello che è assunto
dal Cristo è redento, non c’è più maledizione, perché Gesù l’ha portata su di sè, l’ha
patita e quindi l’ha cancellata.
Giovanni però non invoca il motivo detto in Dt, ma motiva la rimozione dei corpi per
il rispetto del sabato, memoriale della creazione e della liberazione d’Egitto!
i corpi
Il corpo di Gesù è assimilato a quello degli altri corpi. Viene sottolineata la
solidarietà del Signore con ogni carne!
chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
Pilato che poche ore prima aveva rifiutato la richiesta dei Giudei di cambiare la
scritta v 21, ora acconsente alla loro richiesta.
Spesso un crocifisso rimaneva parecchi giorni in agonia sulla croce. Rompergli le
gambe significa farlo morire subito: non potendo più fare forza sulle gambe per
respirare, moriva asfissiato.
Nessuna di queste due richieste, seppur concesse da Pilato, non saranno eseguite dai
soldati nei riguardi di Gesù: né le gambe gli saranno spezzate, né il suo corpo sarà
portato via da loro.
Lo spezzare le gambe veniva fatto con una pesante mazza. Di solito venivano
spezzate solo le gambe, ma talvolta anche altre ossa.
Questa azione, nonostante la sua brutalità, era un atto di misericordia perché
affrettava la morte del crocifisso.
I resti ossei di un uomo crocifisso nel primo secolo in Palestina, scoperti qualche
anno fa, presentano entrambe le gambe spezzate.
Poiché la richiesta dei Giudei si riferisce ai tre corpi, evidentemente essi pensano che
anche Gesù fosse ancora vivo. Con molta probabilità essi, dato l’imminenza
dell’inizio del sabato, erano andati da Pilato mentre Gesù era ancora agonizzante.
V 32-33
[32]Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso
insieme con lui. [33]Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le
gambe,
Nessuno può togliere la vita a Gesù, perché l’ha già data di sua iniziativa.
E’ l’unica volta in cui si dice che Gesù è morto.
Se Gesù non fosse morto, sarebbe vana la nostra fede: prima di tutto perché non
sarebbe risorto e poi perché noi saremmo ancora nei nostri peccati ( 1 Cor 15,17)
E’ redento ciò che è assunto, è cancellato ciò che è stato sofferto. La morte del Cristo
è morte reale. La constatazione della morte del Cristo non è meno importante che la
costatazione della sua risurrezione, oltre ad esserne ovviamente la base. Quindi la
verità della morte di Gesù a tutti gli effetti è di grande importanza storica e c’è una
forte insistenza dei Vangeli su questo. Marco presenta addirittura il dubbio di Pilato:
“Pilato si stupì che fosse già morto”(Mc 15.44), perché era morto troppo in fretta,
prima degli altri due. Lo stupore di Pilato provoca un supplemento di inchiesta che
consentì di verificare ancora più accuratamente se Gesù fosse davvero morto; ed è il
centurione, un romano, che rassicura Pilato.
I docetisti (setta dei primi secoli) con i mussulmani credono che fu un sosia a soffrire
sulla croce. Affermando la morte apparente del Cristo si credeva di glorificare Gesù,
ma in realtà se ne vanificava l’opera.
V 34
[34]ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
A questo soldato è stato dato il nome di Longino a causa di LONKE, il nome della
lancia che usò.
Costui per verificare se Gesù è veramente morto o solamente assopito, gli infligge un
colpo di lancia al cuore.
Si può pensare che se fosse stato certo della sua morte, non avrebbe inferto questa
ferita volutamente. Fa questo per essere sicuro che è morto.
La Vulgata e la Pesshicta traducono “aprì” e non “colpì”.
Agostino, che non conosceva l’ebraico, fa questo commento:”Giovanni non scrisse
“trafisse o ferì o qualcosa d’altro”, ma “aprì”, affinché potesse essere spalancata la
porta della vita dalla quale fluiscono i sacramenti della Chiesa”.
Questa traduzione e il commento di Agostino hanno incoraggiato l’interpretazione
che il Battesimo, l’Eucaristia e la Chiesa provengono dal costato ferito di Gesù.
il fianco
La versione etiopica dice che è il costato destro, da qui le rappresentazioni artistiche
con la ferita a destra. La Sacra Sindone cosa dice ?
Forse questo è per fare concordare questo fatto con la profezia di Ez 47,1-6:
Ezechiele 47,1-6 Sotto la soglia del Tempio usciva acqua...quell’acqua scendeva sotto il lato destro
del Tempio.
Gesù, che si era paragonato al Tempio, ora realizza questa profezia facendo scorrere
dal suo fianco destro l’acqua salvifica.
subito ne uscì sangue e acqua
“Subito”: questo avverbio ci fa sentire che quel sangue e quell’acqua premevano per
uscire: fin da prima della fondazione del mondo (Gv 17,24) il Figlio voleva
comunicarci l’amore del Padre per noi e per lui. (Gv17,23 )
Giovanni, mentre commenta la rottura delle ossa e la trafittura del fianco, non
commenta il sangue e l’acqua.
“Sangue e acqua” è probabilmente un fenomeno naturale, come alcuni medici
sostengono. Ma per Giovanni ha un grande valore teologico
Fermiamo la nostra attenzione dapprima sull’acqua.
Tanti profeti hanno parlato dell’acqua che sgorgherà dalla casa del Signore, dal
Tempio, da Gerusalemme:
Ezechiele 47,1-6 Sotto la soglia del Tempio usciva acqua...quell’acqua scendeva sotto il lato destro
del Tempio.
Gioele 4,18 In quel giorno...scoreranno le acque: una fonte zampillerà dalla casa del Signore.
Zaccaria 13,1 In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una
sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità.
Zaccaria 14,8 In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme...sempre.
Gesù realizza tutto questo ora sulla croce: lui è quel tempio di cui hanno parlato i
profeti:
Gv 2,12 Parlava del tempio del suo corpo
Ora sulla croce sgorga l’acqua dello Spirito che lava i peccati (!), che da vita e gioia.
Giovanni ci aveva già detto che Gesù aveva dato il suo Spirito, ma ora vuole
precisare che esso viene dal suo cuore.
Ora viene realizzata la profezia annunciata da Gesù stesso quando:
[Gv 7,37]Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta
voce: «Chi ha sete venga a me e beva [38]chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua
viva sgorgheranno dal suo seno». [39]Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero
ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora
glorificato.
Sangue e acqua richiamano anche un altro fatto: sono simbolo della nascita. Ora
nasciamo dall’alto. Come dal fianco di Adamo addormentato venne Eva, così dal
fianco del Signore addormentato nasce la Sposa, l’umanità nuova che nasce dalla
ferita d’amore di un Dio trafitto.
Il sapersi amati così risveglia in noi l’amore!
Il colpo di lancia che doveva assicurare la morte di Gesù, dà paradossalmente inizio
alla vita perché da un uomo morto scaturisce un’acqua viva che sarà sorgente di vita
per tutti quelli che vedranno e crederanno in lui. Il primo a venire investito da questo
sangue e acqua, dopo il discepolo che scrive ciò, sarà il Centurione che “avendo
visto” disse “Costui era veramente il Figlio di Dio.” Mc 15,39ss
V35
[35]Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché
anche voi crediate.
E’ la prima volta che l’autore del Vangelo, Giovanni il discepolo amato, si presenta
alla terza persona per dire che lui è testimone, che ha visto scorrere dal fianco di Gesù
il sangue e l’acqua.
Ed anche per la prima volta che si rivolge direttamente ai suoi lettori chiamandoli
“voi”: “affinché voi crediate”. Vuole che anche noi, fondandoci sulla sua
testimonianza, vediamo con gli occhi del cuore tenuti spalancati dalla fede il sangue e
l’acqua scorrere dal fianco.
Allora il “voi” dei lettori entrerà a far parte del “noi” che dicono:
1Gv 4,16 Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi.
L’evangelista ha scritto :
Gv 20,31 affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché,
credendo, abbiate vita nel suo nome.
Il nostro vedere con gli occhi del cuore si fonda sulla testimonianza verace di colui
che ha visto:
[1 Giovanni 1,1] Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo
veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato,
ossia il Verbo della vita [2](poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo
testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),
[3]quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in
comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. [4]Queste cose
vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.
V 36
[36]Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
“Questo” indica i due fatti precedenti: le gambe di Gesù non spezzate al v 36 e il
costato squarciato dalla lancia al v 37.
Giovanni non è solo stupito dal sangue e dall’acqua che escono dal fianco di Gesù,
ma anche dal realizzarsi di due passi profetici delle Scritture.
Il primo passo aiuta a identificare Gesù in croce con l’Agnello pasquale.
- Infatti Gesù muore negli stessi momenti in cui nel recinto del Tempio si
sgozzano gli agnelli che saranno mangiati durante la cena pasquale.
- Inoltre durante la cena si leggeva Esodo 12,46 in cui si dice che all’agnello non
si deve spezzare alcun osso:
Esodo 12,46 mangerai l’agnello pasquale...non ne spezzerete alcun osso.
Giovanni il Battista aveva già detto vedendo per la prima volta Gesù:
Gv 1,29 Ecco l’agnello di Dio colui che toglie i peccati del mondo.
Come già il sangue degli agnelli sparso sugli stipiti delle porte quando gli israeliti
erano in Egitto salvò la loro vita, così ora
1 Gv 1,7 il sangue di Gesù , suo figlio, ci monda da ogni peccato.
Anche il Salmo 34, dove il giusto loda Dio per la sua liberazione, e certamente il
canto del sevo sofferente di Isaia hanno ispirato l’evangelista:
Salmo 34,21 Il Signore preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato.
Isaia 53,7 Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
V 37
[37]E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Giovanni cita un verso di Zaccaria:
[Zaccaria 12,10] Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito
di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto.
Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il
primogenito.
Questo avverrà “in quel giorno” che è il giorno del Signore:
[Zaccaria 13,1] In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una
sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità.
[Zaccaria 14,8] In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso
il mare orientale, parte verso il Mar Mediterraneo, sempre, estate e inverno.
Questo giorno è il giorno in cui Gesù dall’alto della croce versa il suo spirito di grazia
e di consolazione e l’acqua che lava il peccato. Questo giorno durerà sempre, estate e
inverno!
Questi testi di Zaccaria ci aiutano a capire il grande mistero della croce:
il Trafitto dona a tutti, all’uomo di in ogni tempo, dovunque egli sia, in occidente o in
oriente, il suo Spirito di grazia e di consolazione.
In questo modo la regalità del Signore si estenderà sul mondo intero. Il re dei Giudei
(19,19) accoglierà nel suo Regno tutti coloro che volgeranno lo sguardo verso di lui,
elevato in alto perché tutti lo possano vedere.
La vista del trafitto si associa a un senso di compassione, anzi di lutto: gli spettatori
sono in lutto come se avessero perso un figlio e un figlio primogenito!
Si sentono della sua famiglia e piangono perché avvertono di essere stati loro a
ucciderlo!
La vista di quello che hanno fatto diventa causa non della loro rovina, ma della loro
salvezza!
La salvezza ci raggiunge tramite gli occhi!
Questo tema è molto presente in Giovanni.
Per questo Gesù presenta la sua morte in croce come un innalzamento che permette a
tutti di “guardare” per non morire, come gli ebrei nel deserto che guardavano il
serpente di bronzo innalzato su un palo da Mosè e che, anche se venivano morsicati
dai serpenti mortali, non morivano.
[Gv 3,14] Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio
dell'uomo, [15]perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
[Numeri 21,4] Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare
il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. [5]Il popolo disse contro Dio e contro
Mosè: «Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è
né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». [6]Allora il Signore mandò fra il
popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. [7]Allora il
popolo venne a Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro
di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. [8]Il Signore
disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo
guarderà resterà in vita». [9]Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un
serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.
Chi sono coloro che “volgeranno lo sguardo” al trafitto?
Tutti quelli che sono sotto la croce, gli amici e i nemici di Gesù, ebrei e romani,
rappresentanti di ogni uomo di ogni tempo.
Lui muore per tutti. A tutti dona la salvezza, anche ai suoi crocifissori per i quali
prega il Padre di perdonarli e siamo certi che la sua preghiera sarà esaudita:
[Luca 23,34] Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Chi contempla il trafitto si sente trafiggere il cuore e due domande affiorano in lui:
- Perché è stato trafitto? Paolo gli risponde: Perché ti ama! Ha dato se stesso
per te!
[Galati 2,20] Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me.
- Cosa fare ? Pietro risponde: pentiti e fatti battezzare per essere lavato dai
tuoi peccati e per ricevere lo Spirito Santo:
[Atti 2,37] All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli:
«Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». [38]E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia
battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono
dello Spirito Santo.
Conclusione.
Il Cristo in croce.
- è il tempio da cui sgorga lo Spirito;
- è l’agnello pasquale che libera dalla schiavitù del peccato e della morte e che ci
permette di entrare in patria;
- è l’unigenito e il primogenito dal quale nasce la nuova Eva, la Chiesa, e da
dove nascono i figli del Padre;
- è tutto! infatti lui in croce attira tutti a sé.
Il Cristo in croce è il vertice del Vangelo di Giovanni: per il Signore Gesù la croce è
la meta agognata perché su di essa rivelerà chi è, la sua Gloria, e riunirà tutti i figli di
Dio dispersi.
Guardando Gesù crocifisso troviamo salvezza.
Il Cristo in croce è un Dio che nessun uomo aveva mai pensato che esistesse!
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