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Articolo 2 della Costituzione italiana La Costituzione Italiana è la

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Articolo 2 della Costituzione italiana La Costituzione Italiana è la
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L'articolo 2,situato nei principi
fondamentali, recita:
LA REPUBBLICA RICONOSCE E
GARANTISCE I DIRITTI INVIOLABILI
DELL'UOMO, SIA COME SINGOLO SIA
NELLE FORMAZIONI SOCIALI OVE SI
SVOLGE LA SUA PERSONALITA' E
RICHIEDE L'ADEMPIMENTO DEI DOVERI
INDEROGABILI DI SOLIDARIETA'
POLITICA,ECONOMICA E SOCIALE.

Nel suo secondo articolo, la Costituzione
italiana in discontinuità con la prassi
affermatasi durante il regime fascista,
assegna il primato all'individuo rispetto allo
Stato:i diritti umani sono riconosciuti,anzi
preesistono. Si deve particolarmente
ricordare il giusnaturalismo, cioè una
corrente di pensiero sviluppatasi
soprattutto in età moderna durante la
rivoluzione francese e quella americana.

Quest' articolo è particolarmente importante
perchè ha reso possibile l'inclusione dei diritti “
Nuovi” che non erano stati previsti nella
Costituzione.
"Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali
e sociali. E' compito della
Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del
Paese."
La Costituzione non presenta una norma specificatamente
dedicata al riconoscimento e alla tutela della dignità
umana, ma una lettura complessiva del testo
costituzionale consente di affermare che nel nostro
ordinamento la dignità della persona è un valore da
preservare.
La dignità appartiene ad ogni uomo e ad ogni donna per
il fatto stesso di esistere, indipendentemente
dall'estrazione sociale e dall'area geografica di
provenienza, in qualunque situazione e condizione il
soggetto possa trovarsi (malattia, incapacità di intendere
e di volere, povertà, guerra, detenzione, ecc...).
Nell'articolo 3 della nostra Costituzione,infatti, il fine è di
garantire pari opportunità a tutti, di superare i disagi
iniziali che alcune persone possono avere a causa delle
loro particolari condizioni (di reddito, di istruzione,
di salute), in modo da consentire a ciascuno una reale
partecipazione alla vita sociale.
E' naturale che l'identità
politica, sociale, culturale, religiosa, etnico-linguistica
Sia un diritto inviolabile, ma tenuto conto che la nostra
società sta diventando sempre più multi-razziale,
multi-religiosa a causa dei continui flussi migratori, non
si può non prescindere da un'educazione interculturale
che ogni cittadino deve acquisire. Questo non significa
affievolire la nostra identità, ma costituisce un
arricchimento realizzabile attraverso il dialogo, l'ascolto, il rispetto
reciproco e la comprensione.
Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale?
Tra tutti i problemi che si potevano affrontare e che
riguardavano
l’articolo
3,
abbiamo
scelto
l’immigrazione a Caltanissetta…
Caltanissetta
Capoluogo di
provincia, è un
comune situato
nell’entroterra
siciliano, e conta
circa 62.050 abitanti,
di questi, 30.210
sono uomini, 31.840
sono donne.
Noi Siamo Qui!!
La sua storia, alterna momenti di
sviluppo economico, avvenuto
con le miniere di zolfo che diedero
lavoro a molta gente, a momenti
difficili, come gli anni ‘50, quando
lo sviluppo industriale nazionale
ha portato nel ‘57 una profonda
crisi agricola, con una drastica
diminuzione della popolazione,
dovuta all’emigrazione, che è stata
ingente tra gli anni ‘60 e ‘70, frutto
di
una
politica
di
industrializzazione selvaggia con
insediamenti
industriali
non
rispondenti
all’esigenze, alla
degradazione dell’agricoltura, la
scomparsa
del
turismo
e
dell’artigianato.
Ma oggi la situazione si è rovesciata e da popolo di
emigrati si è trasformata in centro di immigrazione.
Caltanissetta infatti insieme a Lampedusa è il secondo
centro di accoglienza per tutti gli immigrati costretti per
vari motivi a lasciare i loro affetti, la loro terra, la loro
patria.
Il loro lungo viaggio
Centro accoglienza
L’arrivo sognato
Abbiamo analizzato la presenza degli immigrati nel nostro
territorio e come sono riusciti a inserirsi nella nostra città.
Pertanto la nostra prima azione è stata quella di rivolgerci al
comune per avere delle informazioni.
Continenti
Residenti
lavoratori
disoccupati
% lavoratori % disoccupati
Africa
1231
238
993
20%
80%
America
71
22
49
31%
69%
Asia
398
77
321
20%
80%
Europa
extracomunitaria
43
11
21
26%
74%
Europa comunitaria
734
378
356
52%
48%
totale stranieri
2506
726
1780
29%
71%
Dalla tabella precedente abbiamo ricavato i
seguenti aerogrammi.
Dai dati raccolti è emerso
che:
• il numero totale di
stranieri presenti nel
nostro territorio è di
2506, di cui solo il 29%
lavora;
• la fascia più numerosa
è rappresentata da
coloro che
provengono dall’Africa,
di cui la maggior parte è
disoccupata;
• il maggior numero di
lavoratori proviene dall’
Europa Comunitaria.
Il secondo momento della nostra
attività è stato dedicato alla visita
di due scuole elementari, poste nei
quartieri più antichi della città,
dove
l’8%
di
scolari
è
rappresentato da extracomunitari.
Dalle interviste emerge che:
• Le
prime
difficoltà
degli
extracomunitari sono legate alla
lingua
ed
all’apprendimento
scolastico,
più
acute
nel
ventunesimo secolo.
• A differenza dei bambini, i
genitori
extracomunitari
non
riescono, in ambito scolastico, a
legare e dunque a socializzare con
i genitori italiani, ciò è causato
dalla differenza culturale che
intercorre tra la loro e la nostra
società.
I genitori non dimostrano dunque di essere
presenti nella vita scolastica dei loro figli :
•non riescono ad aiutarli nello svolgimento dei
compiti;
•non sono presenti ai ricevimenti.
Le scuole, quindi, cercano di aiutarli economicamente e
socialmente, ma nonostante ciò essi non dimostrano di
avere alcun interesse nell’integrarsi della nostra società.
Invece i ragazzi e le ragazze riescono più facilmente ad
integrarsi e ad adottare il modello di vita occidentale,
integrandosi nella nostra società, e, addirittura, sono
anche disposti a rinnegare i loro connazionali, le loro
origini ed hanno anche scelto di frequentare scuole dove
il numero di extracomunitari è ridotta al minimo.
Ci siamo recati alla Caritas, un’associazione fondata sulla
solidarietà, al fine di comprendere meglio cosa fanno le
associazioni italiane per aiutare gli immigrati ad integrarsi
nella società.
La CARITAS DIOCESANA, ha organizzato una struttura,
“Cittadella della carità”, che offre un servizio gratuito con la
collaborazione volontaria di medici nel campo dell’ortopedia,
dermatologia, dentistica e oculistica a tutti coloro che ne
hanno bisogno e che non possono essere accolti negli
ospedali.
La cittadella, ultimamente, ha ricevuto in donazione una
sede dentistica, la quale viene usata principalmente per i
bambini e ha funzione preventiva.
Sono offerti, inoltre, servizi di consulenza psicologica nei
quali operano diversi professionisti.
Progetti Caritas
Da poco è iniziato un servizio di «microcredito» per le
famiglie:
- un prestito di 1500 euro a famiglia, da restituire entro 2-3
anni, l’unica garanzia che chiedono è un garante.
- «Mamme in rete» ,con 215 iscritti,si basa sulla solidarietà
delle mamme e mutuo soccorso;
- «Progetto povertà» con 256 iscritti,partito con un
finanziamento della Regione Sicilia; è nato grazie a una
collaborazione tra Caritas e Comune.
Entrambi gli enti hanno messo a disposizione un fondo ed è
utilizzato per dare aiuto a persone e famiglie.
Nonostante la disponibilità della Caritas gli immigrati
assumono un atteggiamento prevenuto e poco rispettoso
delle regole.
Noi siamo pieni di pregiudizi e abbiamo difficoltà a metterci
nei loro panni, siamo poco rispettosi della loro personalità.
È necessario creare un rapporto di fiducia: solo così si può
interloquire con loro.
Le donne vivono una situazione difficile: il ruolo familiare, la
difficoltà della comunicazione e una cultura diversa.
Tra gli stessi bambini avvengono discriminazioni, esistono
pregiudizi.
Intervistando la Caritas abbiamo avuto anche
l’occasione di osservare in che condizioni vivono gli
immigrati e abbiamo concluso che, nonostante essi
vengono molto aiutati da noi le loro condizioni di vita
sono molto precarie e ne sono dimostrazioni le seguenti
foto.
Concludiamo dicendo che questa esperienza ci ha
dato la possibilità di avere contatti reali con il mondo
d’oggi, facendoci così capire che siamo noi che
possiamo abbattere le barriere etniche.
Solo così si potrebbe vivere in una società rispettosa
e senza pregiudizi, dove tutti godano di diritti e di
pari dignità sociale.
Tra gli articoli fondamentali della Repubblica Italiana
occupa un posto di rilievo l' articolo 4
I problemi del lavoro
attualmente sono diversi sia
a livello nazionale che a
livello mondiale. In Italia e in
Europa a causa dell'attuale
crisi economica è quasi
impossibile trovare un lavoro
fisso e numerose sono le
proteste e le manifestazioni
così come in Italia anche in
buona parte dell'Europa.
Queste rivolte e proteste,
spesso pacifiche poiché
guidate da padri di
famiglia e giovani
laureati, sono state
trasformate,
recentemente, in
disordine e distruzione da
gruppi di teppisti (blackbloc) che hanno creato
confusione e danni.
In alcuni paesi come in Cina e
India il lavoro non è un diritto ma
un obbligo. In molti casi i bambini
sono costretti a lavorare per
ripagare i debiti della famiglia.
È una piaga che stenta a trovare rimedio ma grazie ad
associazioni umanitarie no-profit questi ragazzi e ragazze
sono salvati da forme di violenza e istruiti.
Il lavoro femminile
Un'altra grave situazione è
quella del lavoro femminile.
Fin dall'antichità la donna
ha sempre avuto una
situazione di svantaggio
rispetto agli uomini. Le
donne, anche attualmente
vengono sottopagate,
sfruttate, licenziate
ingiustamente ma
soprattutto non riescono a
raggiungere il successo che
possono raggiungere gli
uomini nel lavoro.
Ma le donne attraverso
manifestazioni e proteste
pacifiche sono riuscite ad
ottenere buoni risultati. Nei
paesi sviluppati le donne
hanno acquisito il diritto di
voto, seguono un corso di
studi universitari e
riescono a spopolare
nella vita politica,
economica e sociale.
Ecco alcuni esempi:
Liceo Scientifico Statale
Alessandro Volta
Caltanissetta
Realizzato
dalle classi:
1°B
1°C
1°D
1°E
1°F
Fly UP