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La musica africana

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La musica africana
• A cura di Leonardo Imboccioli
 La musica dell'Africa sub-sahariana ha come caratteristica
che la distingue, una complessità ritmica che ha installato
nelle musiche delle Americhe. La musica tradizionale si
trasmette in genere oralmente, dunque non esistono molti
spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle
melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è
per questo che un aspetto importantissimo è dato
dall’improvvisazione. La complessità ritmica delle musiche
africane si è di fatto trasferita a molte espressioni musicali
dei paesi dell’America Latina; l’aspetto più affascinante di
questa poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere
chiaramente i diversi ritmi pur percependoli unitariamente
in modo coerente.
 Sistemi di scala variano tra le regioni; ci sono scale
diatoniche ma le scale pentatoniche sono anche molto
diffuse. Gli intervalli sono spesso diversi da quelli usati
nella musica europea. I sistemi delle scale variano da
zona a zona ma generalmente il più diffuso è quello di
tipo pentatonico (5 note), tipico dei Boscimani, dei
Bantù e degli Ottentotti, mentre gli intervalli sono
spesso paralleli (di solito, terzo, quarto e quinto).
 In Africa, la musica tradizionale è caratterizzata
proprio dall’utilizzo di particolari strumenti musicali,
spesso prodotti con materiali naturali come zucche,
corna, pelli, conchiglie anche se attualmente è in uso
una vasta tipologia di materiali artificiali, perlopiù in
alluminio o in metallo come lattine, stringhe, tappi di
bottiglia, bidoni.
 Oltre agli strumenti in senso proprio, troviamo una
serie di oggetti che pur non essendo classificabili come
strumenti, vengono di fatto suonati e definiti da queste
stesse popolazioni come "strumenti ritmici", vale a
dire: sonagli, pendagli, fischietti, bracciali, conchiglie
etc. Fra di essi uno dei più antichi fu l'arco, che oltre
alla funzione di arma, nel caso dei Boscimani, grazie
alla corda pizzicata o toccata, amplificata da vasi di
legno o zucche vuote posti all'estremità, assunse anche
il ruolo di strumento.
 IDIOFONI: Il suono è prodotto dallo strumento stesso
senza particolari ausili o supporti
 MEMBRANOFONI: Il suono è prodotto da una o più
membrane che vengono battute con le mani o con
bastoni affusolati
CORDOFONI :Il suono è prodotto da corde, in
cuoio o in nylon, che vengono pizzicate
AEROFONI :Il suono è prodotto dal fiato del
musicista e canalizzato dallo strumento stesso
 In molte culture di musica africana, vi è una preferenza
per il "chiassoso" lamellafono. Nei lamellafoni, anelli
di metallo sono messi dentro un'asta per creare un
ronzio. Un altro esempio è dato da membrane fatte da
tele di ragno legate alle aperture di risuonatori di
calabash in alcuni tipi di xilofono. Le voci,
diversamente dallo stile occidentale, possono essere
anche roche e gutturali. Come pelle del tamburo viene
usata la pelle di vari animali: questa viene tesa ad una
delle estremità del fusto.
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