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Totalitarismi
Totalitarismi
Definizione di totalitarismo
• Termine inventato dagli antifascisti negli anni ’20, ma
poi usato dagli stessi fascisti in senso positivo, per
indicare la completa identificazione fra Stato e
Società.
• Nel Secondo dopoguerra il termine viene usato per
designare quella forma di potere assoluto tipica delle
società di massa, fatto di un mix di terrore e
propaganda, ovvero di repressione e mobilitazione
delle masse, attraverso le organizzazioni di regime e il
monopolio dell’educazione e dei mezzi di
comunicazione di massa.
Tre totalitarismi del Novecento
Il comunismo in Russia (Stalinismo)
Fascismo in Italia
#
(in questo caso, Sabbatucci parla di Totalitarismo imperfetto)
*
Nazismo in Germania
*
* Tra la fine della Prima guerra mondiale e la fine della Seconda
# Dal 1917 al 1953 (l’URSS continua ad esistere fino al 1991)
Situazioni precedenti
Russia
Arretratezza economica
e politica, a cui seguono
rivolte e rivoluzioni
Italia
Alla crisi economica, sociale e
politica, si aggiunge la delusione
per la “vittoria mutilata”
Germania
La Germania è vessata dalle
pesantissime condizioni fissate dal
Trattato di Versailles
Arretratezza economica
(paese agricolo) e politica
(zarismo), accentuata con la
Prima guerra mondiale.
Vittoria mutilata: malcontento per i
risultati della vittoria (Trento, Trieste e
Istria, ma non Dalmazia e Fiume, che
successivamente venne occupata dai
legionari di D’Annunzio).
Crisi economica e sociale (biennio
rosso).
Crisi politica (dei tradizionali partiti
liberali; ascesa movimenti di massa: PSI,
PPI, movimento dei fasci di
combattimento).
Divisioni a sinistra (socialisti riformisti e
rivoluzionari; nel ’21 nasce il partito
comunista).
Abdicazione del Keiser.
Governi socialdemocratici.
Firma dell’armistizio: pesanti condizioni
(amputazioni territoriali, smilitarizzazione,
indennità).
Nasce la Repubblica di Weimar.
Nasce NSDAP.
Fallito Putsch di Monaco del ’23.
Ideologia di Hitler (Mein Kampf): razzismo,
Lebensraum, teoria della pugnalata alla
schiena.
Tentativi di ripresa, ma contraccolpo crisi del
’29.
Italia
Le promesse del Patto di Londra
Quello che l’Italia ottenne
Dallo smembramento
dell’Impero austroungarico l’Italia ottenne
limitati vantaggi
territoriali rispetto alle
attese: l’espansione in
Dalmazia fu impedita
dalla creazione del nuovo
stato di Jugoslavia, che
limitò la presenza italiana
alle basi di Zara e
dell’Isola Lagosta
Manifestanti nazionalisti a Roma, in attesa dell’arrivo del
primo ministro Orlando e della delegazione italiana dalla
Conferenza di Parigi. Sono significativi i cartelli esibiti:
«L’Italia farà da sé», «Fiume e Dalmazia o morte»
La vittoria mutilata
• Cominciò a circolare, per opera di Gabriele
D’Annunzio, la retorica della vittoria mutilata
Manifestazione di protesta organizzata dall'"Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra".
L’occupazione di Fiume
• settembre 1919: D’Annunzio alla guida di alcuni
reparti dell’esercito (soprattutto ex-arditi, nerbo
del futuro movimento fascista), si impadronì
militarmente di Fiume e ne proclamò
l'annessione al Regno d'Italia il 12 settembre.
• Il governo italiano, presieduto da Nitti, non seppe
opporsi all’atto di forza, che minava il prestigio
internazionale del paese e accendeva un
campanello d’allarme sulla solidità delle
istituzioni liberali
D'Annunzio (al centro con il bastone) con alcuni legionari a Fiume nel 1919.
Nel novembre 1920, Trattato di Rapallo fra Italia (governo Giolitti) e Jugoslavia:
all'Italia è riconosciuta l'Istria, alla Jugoslavia la Dalmazia (eccetto Zara); Fiume
dichiarata città indipendente (Giolitti fa liberare Fiume con la forza)
Il trattato di Rapallo
• La questione fiumana sarà infine risolta da Giolitti (di
nuovo al governo nel giugno 1920), il quale firmerà con
la Jugoslavia, il 12 novembre 1920, il trattato di
Rapallo, che assegnava all’Italia l’Istria e alla
Jugoslavia la Dalmazia (eccetto Zara) e faceva di Fiume
uno stato libero indipendente sotto tutela della
Società delle Nazioni
• Avendo D’Annunzio e i suoi uomini respinto questo
accordo, Giolitti liberò Fiume con la forza
• Nel 1924, un ulteriore accordo dividerà lo stato libero
di Fiume fra Jugoslavia e Italia, che ottenne la città
La situazione dopo la fine della prima guerra mondiale
LA QUESTIONE ECONOMICA E
SOCIALE
…Tornando alla situazione economica
e sociale
•
•
•
•
Nell’immediato dopoguerra (1918-20):
Le spese erano alle stelle e il debito pubblico era salito
Svalutazione della lira + rincaro di tutti i generi
d’importazione (carbone, petrolio, perfino grano, visto
che la mobilitazione generale aveva portato al fronte
molti contadini)
Inflazione  colpì soprattutto i ceti medi (progressiva
riduzione del divario con i semplici lavoratori)
Tra gli operai serpeggiava l’idea: «fare come in Russia»
+ i contadini iniziarono ad occupare le terre in varie
regioni (Val Padana e Puglia)
La crisi economica nel primo dopoguerra
miliardi
Debito pubblico
• Debito pubblico: indica l’insieme dei prestiti che
lo stato ottiene dai cittadini, attraverso
l’emissione di titoli (come gli odierni BOT: Buoni
Ordinari del Tesoro). Grazie a questo denaro, lo
Stato può far fronte ai bisogni immediati del
paese, che in tempo di guerra erano
enormemente cresciuti. Prima o poi lo Stato deve
rendere tale denaro con gli interessi ai suoi
creditori
• Una parte considerevole del debito pubblico era
in mano ai ceti medi
La crisi economica nel primo dopoguerra
Lire x 1
dollaro
Le lotte contadine
avvennero nelle
campagne con il
maggior numero di
braccianti e mezzadri:
la Bassa Padana, la
pianura veneta e le
regioni collinari del
Centro Italia. Anche
nel Meridione
l’occupazione di terre,
pur non generalizzata,
fu assai significativa.
Si può notare che i
disordini nelle città
per protestare contro
il forte rincaro dei
generi alimentari
furono distribuiti su
tutto il territorio
nazionale
Biennio rosso
Il Biennio rosso è la locuzione con cui alcuni storici
indicano il periodo della storia italiana immediatamente
successivo alla prima guerra mondiale e protrattosi fino
agli inizi del 1921, in cui si verificarono, soprattutto
nell'Italia centro-settentrionale, mobilitazioni contadine
(sotto la guida della Federterra), tumulti annonari,
manifestazioni operaie (sotto la guida della CGL, che nel
1920 arrivò a quasi 2 milioni di iscritti e della CIL, il
sindacato di ispirazione cattolica fondato nel 1918),
occupazioni di terreni e fabbriche con, in alcuni casi,
tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche
alle zone rurali e furono spesso accompagnate da
scioperi, picchetti e scontri.
L’occupazione delle fabbriche
• All’interno del PSI spaccatura tra operai «che volevano
fare come in Russia» e la dirigenza più cauta
(prometteva la rivoluzione ma non faceva nulla per
organizzarla)
• Settembre 1920 i metalmeccanici occuparono le
fabbriche (a cominciare dalle officine Alfa Romeo di
Milano). Tra la borghesia si sparse il panico, ma il PSI
dichiarò che questi episodi non dovevano essere visti
come l’inizio della rivoluzione
• Il movimento operaio ne uscì sconfitto: il proletariato
ne uscì deluso e la borghesia pronta a opporsi con ogni
mezzo ai sovversivi
Biennio rosso settembre 1920 Milano operai armati occupano le fabbriche
La situazione dopo la fine della prima guerra mondiale
LA QUESTIONE POLITICA
Il Partito Popolare Italiano
Gennaio 1919 nasce il Partito Popolare Italiano (PPI):
• Rientro a pieno titolo dei cattolici sulla scena politica
• Ciò accade in concomitanza con la richiesta di sostituire il sistema
uninominale (per ogni collegio viene eletto il candidato che ha ottenuto la
maggioranza relativa dei voti) con un sistema proporzionale (i deputati di
ogni forza politica sono designati in maniera corrispondente alla
percentuale di suffragi ricevuti su scala nazionale). Il proporzionale
rischiava di far ottenere ai socialisti una valanga di voti  i cattolici furono
finalmente autorizzati dal Vaticano a costituire un loro partito politico, il
PPI appunto, il cui era leader era don Luigi Sturzo.
• Il PPI si proponeva come forza aconfessionale (benché ispirata ai principi e
agli ideali cristiani) e interclassista (mirava cioè ad una pacifica
composizione degli interessi delle varie classi sociali, in particolare del
proletariato e della borghesia), preoccupata delle esigenze dei ceti deboli
Elezioni 1919:
il successo di socialisti e cattolici
• Queste elezioni segnarono una svolta, esse furono le prime
a tenersi col sistema proporzionale
• I risultati furono: una netta sconfitta per i liberali e un
grande successo per i partiti di massa (il PPI al 20,6% con
100 seggi; il PSI al 32,4% con 156 seggi)
• Per la prima volta le masse popolari godevano di una
effettiva rappresentanza sociale e politica. Tuttavia, le
divisioni interne minavano la forza di queste organizzazioni
popolari:
– nei cattolici, quella fra i democratici cristiani, favorevoli a uno
sviluppo della solidarietà sociale, e i clericali conservatori;
– nei socialisti, quella fra riformisti e rivoluzionari
Le divisioni nel PSI
• Divisione tra i massimalisti (espropriazione
delle ricchezze dei capitalisti, rivoluzione
sociale sull’esempio dei bolscevichi russi,
rifiuto di ogni collaborazione con il governo
borghese) e i riformisti di Turati e Treves
(ottenere riforme sociali importanti per i
lavoratori con il lavoro parlamentare e la
collaborazione con altri partiti)
L’ultimo governo Giolitti
Durata mandato 15 giugno 1920 –
4 luglio 1921
Capo di Stato Vittorio Emanuele III
Predecessore Francesco Saverio Nitti
Successore Ivanoe Bonomi
• Rabbia borghesia aumenta per non
intervento di Giolitti (tornato alla
guida del governo nel 1920)
durante gli scioperi, che in effetti
sbollirono da sé
• Giolitti invece fece intervenire
l’esercito per far sì che D’Annunzio
e i suoi abbandonassero Fiume, la
quale fu dichiarata città libera
(l’Italia intanto poteva annettersi
l’Istria, in seguito ad un accordo
con la Jugoslavia)
L’ultimo governo Giolitti
le tre più importanti decisioni prese da Giolitti…
• neutralità dello stato di fronte all’occupazione
delle fabbriche;
• liquidazione della questione di Fiume;
• interventi finalizzati al risanamento della finanza
pubblica (abolizione prezzo politico del pane;
nominatività dei titoli azionari per un maggior
controllo fiscale; tassa di successione)
… gli costarono l’ostilità della borghesia e dei ceti
medi
L’ultimo governo Giolitti
• Anche i socialisti negarono il loro appoggio a Giolitti, quindi alle
elezioni del maggio 1921 Giolitti formò il Blocco nazionale (liberali,
nazionalisti e anche esponenti fascisti): da un lato egli pensava di
poter controllare il neonato movimento e sfruttarne i crescenti
consensi; dall’altro voleva coagulare le forze conservatrici in
funzione antisocialista e antipopolare
• Il PSI perse voti ma si confermò partito di maggioranza relativa; il
PPI aumentò i propri seggi
• Giolitti dopo questo fallimento diede le dimissioni: non solo non
aveva indebolito i partiti di massa, ma aveva ormai dato anche
legittimità al fascismo (che entrarono in parlamento con 35
deputati)
• Il governo passò prima a Bonomi, poi a Facta
• http://www.raistoria.rai.it/articoli/fascismo-lanascita/7154/default.aspx (Fascismo: la nascita; 5 minuti)
L’Italia dopo la prima guerra mondiale
Economia
Società
Politica
interna
Politica
estera
Deficit di bilancio
Occupazione
delle terre
Nascita del
Partito Popolare
Problema di
Fiume
Crescita del
debito pubblico
Occupazione
delle fabbriche
Immobilismo dei
socialisti
Mancata
assegnazione di
colonie tedesche
Svalutazione
della lira e
inflazione
Disagio dei ceti
medi
Governo Giolitti
Delusione per la
vittoria mutilata
Germania
La Germania: sconfitta militare e
proclamazione della repubblica
Statua di uno dei marinai
rivoluzionari a Berlino
• Ottobre 1918: reparti della marina e
dell’esercito si ammutinarono; si
formarono migliaia di consigli di
operai, soldati e marinai
• In Baviera fu proclamata una
repubblica democratica
• Il 9 novembre il Kaiser Guglielmo II
fuggì nei Paesi Bassi e a Berlino
venne proclamata la repubblica. Il
governo provvisorio fu affidato al
socialdemocratico Ebert, che come
primo atto firmò l’armistizio con
Gran Bretagna e Francia (11
novembre 1918).
Titolo del New York Times dell'11 novembre 1918.
La «settimana di sangue»
• 30 dicembre 1918 gli spartachisti (fra cui Rosa
Luxemburg e Karl Liebknecht) fondarono il
Partito comunista tedesco (Kpd) e a Berlino, agli
inizi di gennaio 1919, organizzarono una
insurrezione.
• Il governo provvisorio socialdemocratico reagì
duramente (settimana di sangue) e centinaia di
militanti rivoluzionari fucilati sommariamente
nelle piazze. Luxemburg e Liebknecht vennero
trucidati dai Freikorps (formazioni volontarie
paramilitari)
Il Corridoio di Danzica
1923: bambini tedeschi giocano con pacchi
di banconote che valgono quanto la carta straccia
Elezioni 1919. Governo di coalizione
• Alle elezioni del 1919 i socialdemocratici (Spd)
ottennero il 38% e formarono un governo di coalizione
con i cattolici del Zentrum e i liberaldemocratici.
• Il nuovo governo introdusse riforme sociali (giornata
lavorativa di otto ore, potenziamento del sistema delle
assicurazioni sociali – sanità, pensioni, indennità di
malattia, disoccupazione) e firmò il trattato di
Versailles (giugno 1919) accettando pesanti condizioni
• Agosto 1919 fu approvata la Costituzione di Weimar
(dal nome della città dove si tenne l’Assemblea
costituente)
La pugnalata alla schiena
• A firmare la capitolazione furono i politici del nuovo governo
socialdemocratico, che furono bollati dalla propaganda di estrema
destra come traditori (“criminali di novembre”) che avevano
“pugnalato alla schiena” la Germania.
• Secondo tale propaganda se essi non avessero incitato il popolo
alla rivolta (ammutinamenti e proteste), le truppe tedesche
avrebbero potuto continuare il conflitto. Naturalmente si trattava
di una falsificazione storica, visto che la Germania era ormai allo
stremo, ma la polemica si fece ancora più violenta quando la
Repubblica di Weimar firmò il pesantissimo trattato di pace,
imposto alla Germania dai vincitori, riunitisi a Versailles il 18
gennaio 1919, in una Conferenza a cui la Germania non fu
ammessa.
• La data e il luogo avevano un valore simbolico, perché il 18 gennaio
1871 a Versailles, Guglielmo I era stato incoronato Kaiser del Reich
tedesco (unificazione della Germania).
La ripresa
• L’economia tedesca poté riprendersi solo grazie
all’aiuto degli Stati Uniti che vararono nel 1924 il piano
Dawes: diluzione nel tempo delle rate di riparazione e
ampi finanziamenti all’industria tedesca (la quale si
riprese e raggiunse nel 1929 i livelli d’anteguerra)
• Anche dal punto di vista politico la repubblica di
Weimar sembrava aver trovato un compromesso tra la
socialdemocrazia (politica di riforme), l’esercito
(disposto a sostenere la repubblica purché venisse
abbandonata ogni ipotesi rivoluzionaria) e i grandi
gruppi capitalistici.
Il contraccolpo della crisi del ‘29
• Tuttavia quando nell’ottobre 1929 gli USA
furono colpiti dalla grande crisi, la Germania
fu il paese europeo più colpito: la produzione
industriale si dimezzò e i disoccupati
raggiunsero nel 1932 i sei milioni, pari a un
terzo della popolazione attiva (non è un caso
che proprio in questi anni i voti del partito
nazista abbiano avuto un vertiginoso
incremento)
Al potere
Russia
Italia
Germania
Colpo di stato
Rivoluzioni del 1917:
febbraio (abdicazione
dello Zar e nascita del
governo provvisorio);
ottobre (Lenin e i
bolscevichi al potere).
Colpo di stato
Svolta a destra del
movimento di Mussolini.
Elezioni del ’21: 35 fascisti
in Parlamento (Blocco
nazionale). Violenze
squadriste.
Marcia su Roma
28/10/1922. Il Re
conferisce l’incarico a M.
Elezioni
Ascesa elettorale di Hitler
dopo il ’29.
Elezioni novembre ’32
Hindenburg affida a Hitler
l’incarico di formare
nuovo governo (gennaio
’33).
Devastazione di una sede sindacale della CGL a Roma, con falò sulla strada delle
carte e suppellettili ivi rinvenute
Mussolini nella veste di
direttore dell'Avanti!
(1912-1914), quotidiano
del Partito Socialista
Italiano
Mussolini mentre viene
arrestato a Roma l'11 aprile
1915 dopo un comizio a
favore dell'interventismo
dell'Italia nella guerra
24 ottobre
1922,
Congresso di
Napoli,
Mussolini e i
Quadrumviri
Con l'uniforme dei
Bersaglieri (1915) combatte
nella prima guerra
mondiale.
Mussolini e D'Annunzio
« Il capo dei fascisti ha due volti in uno: il volto di
sopra, dal naso in su; quello di sotto, bocca, mento e
mascelle. Gli occhi tondi e vicini; la fronte nuda ed
aperta, il naso breve e fremente, formano il suo
volto mobile e romantico; l'altro, labbra dritte,
mandibole prominenti, mento quadrato, è il suo
volto fisso, volontario, diciamo classico. Spesso egli
gestisce solo con la destra, tenendo la mano sinistra
in tasca o il braccio sinistro al fianco. Talvolta si pone
in tasca tutte e due le mani: è il momento del
riassunto, il finale (Ugo Ojetti ) »
Mussolini fotografato nel 1923.
Mussolini in tenuta da aviatore; nell'iconografia ufficiale, il
Duce era spesso ritratto alla guida di veicoli o in pose da
"conduttore"
Mussolini durante un discorso
Benito Mussolini in
un'immagine tipica della
propaganda fascista
Benito Mussolini alle porte di Tripoli (Libia), il 20 marzo
1937, innalza la "spada dell'Islam", la cui elsa è in oro
massiccio, e si proclama "protettore dell'Islam", prima di
entrare in città alla testa di 2600 cavalieri.
Mussolini durante la battaglia del grano
Monaco, 28 settembre 1938:
Mussolini in parata seduto in
automobile al fianco di Hitler,
durante il tempo della
conferenza di Monaco.
Gran Sasso: Mussolini
appena liberato, al centro
della fotografia, con
cappotto e cappello nero
Croce che marca il luogo,
presso Giulino di Mezzegra,
dove Mussolini venne
fucilato
I corpi di Mussolini (secondo da sinistra) e di
Claretta Petacci (riconoscibile dalla gonna)
esposti a Piazzale Loreto. Il primo corpo a
sinistra è di Bombacci. Gli ultimi a destra sono
Pavolini e Starace.
Cinegiornale americano sulla morte di Mussolini nel 1945:
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Execution_of_Mussolini_(1945).ogg
Mussolini con, da sinistra, Emilio De Bono, Italo Balbo e Cesare Maria De Vecchi
Un momento della marcia su Roma: le milizie armate in
avvicinamento verso la Capitale
Il Re Vittorio Emanuele III incontra
ufficialmente Benito Mussolini il 4 novembre
1922.
Ascesa elettorale Partito nazista
Nascita della dittatura
Russia
Italia
Germania
Già dopo il Colpo di Stato Dopo i primi due anni di
Pochi mesi dopo l’incarico
del 1917, si radicalizza nel governo (delitto Matteotti
1927 con l’avvento al
e leggi fascistissime)
potere di Stalin
Dalla dittatura del
proletariato
(nazionalizzazioni) alla
dittatura del partito (i
bolscevichi si rifiutano di
cedere il potere quando
perdono le prime elezioni
libere tenutesi nel novembre
1917)
Primi due anni: governi di
coalizione (Gran Consiglio del
F., MVSN; Riforma
dell’Istruzione; Legge
Acerbo).
Delitto Matteotti: Elezioni del
’24, Matteotti denuncia i
brogli, rapito e ucciso.
’25-’26: leggi fascistissime
Febbraio ‘33: incendio del
Reichstag  responsabilità
addossata ai comunisti 
decreto per eliminare
opposizioni.
Marzo ’33 nuove elezioni,
Hitler ha la maggioranza
assoluta  decreto dei pieni
poteri e costruzione della
dittatura
Legge Acerbo e delitto Matteotti
•
•
•
•
•
•
•
1923: legge Acerbo sulla revisione della legge elettorale in senso maggioritario: alla lista che
avesse ottenuto il 25% dei voti complessivi sarebbero stati assegnati i due terzi dei seggi,
mentre il restante terzo sarebbe stato distribuito tra le altre liste, su base proporzionale
Elezioni svoltesi il 6 aprile 1924 le squadre fasciste ricorsero a brogli e violenze, che vennero
coraggiosamente denunciate in Parlamento dal deputato socialista Giacomo Matteotti
Il 10 giugno 1924 Matteotti venne rapito e ucciso
L’opposizione abbandonò la Camera per protesta (secessione dell’Aventino: dal nome del colle
Aventino sul quale – secondo la storia romana – si ritiravano i plebei nei periodi di acuto
conflitto con i patrizi, vedi Secessio plebis). La speranza era che il re avrebbe obbligato Mussolini
a dare le dimissioni, ma ciò non avvenne
Il capo del fascismo, in un discorso alla Camera il 3 gennaio 1925, poté assumersi “la
responsabilità politica, morale, storica di quanto è avvenuto”, cioè del delitto Matteotti e di
tutti gli altri crimini compiuti fino ad allora dal fascismo: “Se il fascismo è stato un’associazione a
delinquere – disse Mussolini - se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima
storico, politico, morale, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico,
morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento fino ad oggi”.
http://www.youtube.com/watch?v=SqvpcgYkQMY (ricostruzione del Discorso di denuncia di
Matteotti; 8 minuti)
http://www.youtube.com/watch?v=e5oDJ6GMRV8 (ricostruzione del discorso di Mussolini; 2
minuti)
Leggi fascistissime (1925-26)
• A partire dal 1925 tutti gli elementi caratteristici dello stato liberale
vennero eliminati (fascistizzazione dello stato e della società civile).
Leggi «fascistissime» 1925-26, ispirate dal giurista Alfredo Rocco:
 Soppressione libertà di stampa e Chiusura giornali antifascisti, gli
altri posti sotto controllo del regime
 Praticamente abolita la divisione dei poteri, con l’approvazione
della legge sulle prerogative del Capo del Governo: nessun
argomento poteva essere discusso da una delle due Camere senza
la previa autorizzazione del Capo del Governo.
– Il Capo del Governo non era più responsabile davanti alle Camere e
solo il re avrebbe potuto revocargli l’incarico.
– Mussolini quindi non poté mai prescindere completamente dalla
presenza del sovrano (ciò sarà decisivo per la caduta del fascismo nel
1943).
Leggi fascistissime
 Vietato promuovere e costituire associazioni dirette a sovvertire gli
ordinamenti dello stato e “distruggere o deprimere il sentimento
nazionale”: tutti i partiti ad eccezione del PNF vennero soppressi
 tutti i 123 deputati di opposizioni che parteciparono all’Aventino
furono dichiarati decaduti
 venne reintrodotta la pena di morte e fu istituito il confino di
polizia
 i sindaci e i consigli comunali, da organi elettivi, diventarono
podestà e consulta di nomina governativa
 il sindacato fascista rimase l’unico rappresentante dei lavoratori, lo
sciopero fu proibito
 istituito un Tribunale speciale, incaricato di processare tutti gli
antifascisti (decine di condanne a morte, oltre 28000 anni di carcere
contro gli oppositori del regime; 15000 italiani inviati al confino)
Totalitarismo. Stato e società.
Terrore e propaganda
Russia
Italia
Germania
Stato = società = regime = capo.
Terrore e propaganda
Stalinismo. Le “grandi
Fascistizzazione della
Nazificazione della
purghe”. Propaganda
società.
società.
basata sul mito di Stalin.
Stato = società = regime. Stato = società = regime.
I Gulag
Capo carismatico: duce,
Capo carismatico: fuhrer,
rapporto diretto con il
rapporto diretto con il
popolo.
popolo.
Organizzazioni di massa. Organizzazioni di massa
Totalitarismo imperfetto
Stato e Chiesa
Russia
Soppressione
Eliminazione delle
organizzazioni religiose;
sostituzione della fede
religiosa con la fede in
Stalin
Italia
Germania
Patti e concordati
Patti lateranensi del’29
(Trattato, convenzione
finanziaria, concordato)
Il Reichskonkordat è il
concordato tra la Santa
Sede e la Germania
nazista (20 luglio 1933)
Cultura e regime
Russia
Celebrazione
Italia
Germania
Strumento di propaganda
Celebrazione
del mito di
Stalin
Scuola: testo unico dal
’30.
Università:
giuramento.
Controllo della stampa
(MinCulPop).
Radio e Cinema
(Istituto Luce dal ’24)
Dal ’33: Ministro della Propaganda
nazista Joseph Goebbels.
Epurazione degli ebrei dalle istituzioni
culturali.
A partire dal settembre 1933, un
Gabinetto per la Cultura del Reich
(l'Ufficio
per
la
Produzione
Cinematografica, quello per la Musica
del Reich, quello per il Teatro, quello
per la Stampa, quello per la Scrittura
e, infine, quello per le Arti e per la
Radio)
Mobilitazione delle masse
e stato totalitario
• Renzo De Felice: “Al contrario [dei regimi
conservatori classici], il fascismo ha sempre teso a
creare nelle masse la sensazione di essere sempre
mobilitate, di avere un rapporto diretto con il capo
(tale perché capace di farsi interprete e traduttore in
atto delle loro aspirazioni) e di partecipare e
contribuire non ad una mera restaurazione di un
ordine sociale… bensì ad una rivoluzione dalla quale
sarebbe gradualmente nato un nuovo ordine sociale
migliore e più giusto di quello preesistente”
• La meta ultima del fascismo (che pure reprimeva ogni forma di
opposizione) era in realtà il consenso, o meglio la piena adesione al
regime da parte del cittadino
• ogni ambito della vita del singolo cittadino italiano fu pervasa da
elementi fascisti: scuola, spettacoli, cultura, sport si trasformarono
tutti in canali di diffusione dell’ideologia fascista
• Si diede massimo sviluppo alle organizzazioni educative fasciste e si
predisposero imponenti raduni di massa, facendo leva più
sull’immaginazione e sull’emozione, che sulla ragione (cfr Gustav
Le Bon)
• Mussolini e lo sport: http://www.youtube.com/watch?v=6tqBnMq8HQ + http://www.youtube.com/watch?v=O1T1y1LP6BA
Opera Nazionale Balilla
•
•
•
L'Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un organo del Partito Nazionale Fascista (PNF) a
carattere parascolastico e paramilitare. Fondata nel 1926 come ente autonomo,
l'ONB confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento e ai Gruppi universitari
fascisti (GUF), nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio) a partire dal 1937.
La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso detto "Balilla", il
giovane genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro
gli occupanti austriaci nel 1746: un'immagine di modello rivoluzionario cara al
regime fascista.
http://www.youtube.com/watch?v=xf0UhIwuFFk
l Moschetto Balilla,
Politica razziale
Russia
Italia
Germania
Lotto contro gli ebrei in
nome dell’uniformità
ideologica
Leggi razziali dal ’38
Leggi di Norimberga del
‘35
La discriminazione non è su
base razziale, ma sulla
potenziale pericolosità dei
soggetti per il regime
Legislazione razziale dal ’38.
Prima la questione razziale
non è posta con evidenza.
Internamenti. Ghetti.
Deportazioni, dopo 8
settembre ’43.
Leggi di Norimberga ’35. Il
razzismo è parte integrante
dell’ideologia nazista sin
dall’inizio.
Notte dei cristalli del ’38.
Fuga di molti ebrei.
Ghetti. Soluzione finale dal
’42.
In realtà già dal ’33: politica
eugenetica (Aktion T4)
Politica economica
Russia
Industrializzazione forzata
Italia
Corporativismo. Dalla
liberismo al protezionsimo
Industrializzazione forzata. Corporativismo (mai
Collettivizzazione delle
attuato).
campagne
Primi anni: politica
liberista.
Successivamente: svolta
protezionistica (dazi,
battaglia sul grano, lira
quota novanta).
Dopo la crisi del ’29:
politica di lavori pubblici
(bonifiche), nascita IMI e
IRI
Germania
Economia basata sul
riarmo e sulla guerra
Economia orientata al
riarmo, in previsione di una
nuova guerra
Politica estera
Russia
Il comunismo in un
solo paese
Italia
Germania
Politica aggressiva. Avvicinamento alla Politica aggressiva. Riarmo,
Germania
annessioni
Il comunismo in un solo
paese.
Alleanza con la
Germania di Hitler nel
’39 (patto MolotovRibbentrop)
Conquista dell’Etiopia (’35-’36).
Ottobre '36, Asse Roma-Berlino (patto di
amicizia).
Avvicinamento alla Germania:
Sostegno a Franco nella guerra civile
spagnola.
'37, l'Italia aderisce al Patto Anticomintern
(con Germania e Giappone)
'39, Patto d'Acciaio: alleanza militare con la
Germania.
Allo scoppio della guerra Mussolini decide di
non intervenire subito (lo farà il 10 giugno
’40)
Riarmo e denuncia del trattato di
Versailles.
Sostegno a Franco nella guerra
civile spagnola.
’36-’37: Patto anticomintern con
Italia e Giappone.
’38: annessione dell’Austria.
Conferenza di Monaco e
annessione dei Sudeti (regione
della Cecoslovacchia), poi di tutta
la Cecoslovacchia.
Patto di non aggressione con la
Russia (Molotov-Ribbentrop).
’39: attacco alla Polonia e scoppio
della Seconda guerra mondiale
Opposizione
Russia
Sconfitta
Italia
Silenziosa.
Clandestina
Germania
Debole
Opposizione
silenziosa.
Attività clandestina e
cospiratrice
(comunisti).
Antifascismo all’estero
Debolezza delle opposizioni:
• comunisti, pochi e isolati nuclei clandestini;
socialdemocratici in esilio;
• i cattolici finirono con l'adattarsi al regime ('33
concordato col governo nazista); solo nel marzo
'37 Pio XI intervenne con una enciclica contro il
carattere pagano del nazismo, ma senza
denuncia del concordato o scomunica del
nazismo.
• Le Chiese luterane si piegarono alle
imposizioni del regime (giurarono fedeltà a
Hitler)
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