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le teorie pre-darwiniane

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le teorie pre-darwiniane
LE TEORIE PREDARWINIANE
Scritto da:
Cristian Grana, Matteo Di Luna, e
Sabrina Rondhani
Le ipotesi di Linneo


Fino a pochi secoli fa gli
scienziati erano convinti
che gli esseri viventi, che
popolano oggi la terra,
fossero gli stessi dal
momento della creazione.
Il più famoso sostenitore di
questa idea fu lo svedese
Carlo Linneo, che nel suo
libro “Sistema Naturale”
espose la sua
classificazione degli esseri
viventi. Questa
classificazione viene usata
ancora oggi e si basa sul
concetto di specie.
Cosa sosteneva Linneo….

Secondo Linneo ogni specie esiste fin
dal momento della creazione ed è
fissa e immutabile. Questa teoria è
nota come «teoria dell’immutabilità
della specie», e fu ritenuta corretta
fino al 1700
All’inizio dell’ottocento
le prime scoperte di
fossili portarono alla
nascita di una nuova
scienza: la
paleontologia.
 Georges Cuvier un
paleontologo francese,
fu considerato il padre
della anatomia
comparata: che studia
le somiglianze e le
differenze anatomiche
tra organismi diversi.

Le ipotesi di Cuvier
La teoria di Cuvier

Secondo Cuvier sulla Terra si sono succeduti, nel
corso del tempo, numerosi eventi catastrofici che
hanno causato la scomparsa di numerose specie
e la formazione dei fossili. Dopo ogni catastrofe
specie già esistenti si diffondevano in ambienti
diversi.
DE Buffon
Georges Louise Leclerc de
Buffon fu tra i primi a
pensare che le specie
viventi potessero subire
dei cambiamenti nel corso
del tempo.
Lo studio degli antenati del
cavallo sembra indicare
che una volta l’animale
possedesse tre linee di
ossa,e quindi tre zoccoli
per zampa. Lo studioso
ritenne,quindi,che se
potevano mutare zoccoli e
ossa allora poteva mutare
tutta una specie.
L’ipotesi di Lamarck


La prima vera teoria
dell’evoluzione fu
esposta nel 1809, dal
naturalista francese
Jean-Baptiste de
Lamarck.
Secondo Lamarck gli
esseri viventi non sono
sempre stati come noi
oggi li vediamo, ma
ogni specie deriva da
altre vissute
precedentemente.
L’intuizione di Lamarck

Le specie viventi sono
il risultato di una
continua evoluzione,
cioè di trasformazioni
dovute alle
sollecitazioni
dell’ambiente, che
hanno portato dalle
forme più semplici a
quelle più complesse.
Le giraffe di Lamarck…
Secondo Lamarck ogni
essere vivente sviluppa
le parti del corpo che
usa maggiormente,
mentre altre, poco
usate, regrediscono fino
a scomparire. Ciò
avviene grazie a una
spinta interna che porta
l’animale ad adattarsi
sempre meglio
all’ambiente in cui vive.
 Lamarck fece numerosi
esempi tra cui quello
famoso del collo delle
giraffe.

Secondo Lamarck le
giraffe, durante la loro
vita, si «sforzarono» di
allungare il collo per
arrivare a mangiare le
foglie più alte e tenere
degli alberi.
Questa caratteristica era
poi trasmessa ai figli.
Lamarck affermava che:
Le modificazioni acquisite dai genitori
in vita venissero trasmesse alla prole
(figlio/a).( Legge dell’ereditarietà dei
caratteri)
 Queste idee furono inizialmente
accettate per via delle numerose
prove che portò Lamarck con i suoi
sostenitori.
 Solo successivamente fu dimostrato
che le caratteristiche acquisite in vita
non sono ereditarie.

La negazione di
Weismann


Weismann negò l’affermazione di Lamarck con
un esperimento.
Tagliò la coda a numerose generazioni di topi
lasciandole riprodursi. Se le affermazioni di
Lamarck fossero state corrette, prima o poi, i
topi avrebbero dovuto nascere senza coda…
In realtà i topo continuarono a
nascere con la coda.
Questo esperimento di Weismann
dimostrò che i caratteri acquisiti in
vita non si possono ereditare.
Queste erano le
principali teorie fino al
1800 quando C.
Darwin intraprese il
suo famoso viaggio e,
dopo anni di studi,
esperimenti e
riflessioni, arrivò a
formulare la sua teoria
sull’evoluzione degli
esseri viventi, uomo
compreso.
Per concludere…
Scrittura creativa sull’evoluzione
Tanti finali per un solo
racconto

Secondo il racconto “le macchie di leopardo” di kipling
in un tempo molto lontano, la giraffa e la zebra
avevano il mantello di colore giallo privo delle
caratteristiche macchie nere e vivevano in un luogo
arido e senza vegetazione. Il leopardo e l’uomo etiope
erano compagni di caccia, la pelle dell’uomo e la
pelliccia di leopardo erano di colore giallo e in questo
modo potevano mimetizzarsi perfettamente
nell’ambiente. Un giorno la giraffa e la zebra decisero
di rifugiarsi in una folta foresta …
Come avrebbe finito il racconto
Aristotele, convinto sostenitore della
teoria della fissità delle specie?
Aristotele avrebbe scritto...
La giraffa e la zebra si trovarono bene in quel nuovo
ambiente pieno di erbetta e di foglie da mangiare. Anche
l’uomo etiope e il leopardo seguirono la giraffa e la zebra
nella foresta.
Per la giraffa e la zebra era vantaggioso vivere nella
foresta perché c’era abbondanza di cibo, ma non riuscivano
a mimetizzarsi per il loro colore giallo per cui erano facili
prede dell’uomo e del leopardo. Anche l’uomo e il leopardo
erano però di colore giallo e ogni giorno facevano più fatica
a cacciare e a nutrirsi.
Era un tempo in cui gli dei spesso si intromettevano nelle
faccende della Terra. Un giorno fecero bere all’uomo una
strana bevanda scura prodotta da un albero e resero gli
animali immortali fino a quando sarebbero rimasti nella
foresta.
L’uomo, piano piano, cambiò il colore della sua pelle che
diventò color cioccolato. Quando, durante la caccia,
l’uomo colpiva gli animali della foresta con la sua lancia,
questi riuscivano a sopravvivere, ma le ferite diventarono
delle grosse macchie scure sul loro manto.
Dopo molti anni la giraffa, la zebra, il leopardo e l’uomo
abbandonarono la foresta e tornarono a vivere nella
savana, ma il loro aspetto era ormai cambiato e così
sarebbe rimasto per sempre.
Come avrebbe finito il racconto
Cuvier convinto sostenitore della
teoria del catastrofismo?
Cuvier avrebbe scritto...
Un giorno la giraffa e la zebra si recarono nella foresta dove c’era
maggiore abbondanza di cibo e l’uomo e il leopardo le seguirono per
cacciarle.
All’improvviso un fulmine colpì un albero e si sviluppò un incendio
alimentato dal forte vento che allontanò le nuvole cariche di pioggia.
Presto tutta la foresta fu in fiamme e per la giraffa,la zebra, l’uomo e il
leopardo non ci fu scampo: morirono tutti bruciati.
Sappiamo della loro esistenza perche sono stati trovati dei disegni, fatti
dagli uomini, all’interno delle grotte e il colore della loro pelle era giallo.
Dopo la catastrofe si sono evidentemente sviluppate altre specie, giraffe
e leopardi con le macchie, zebre con le strisce e uomini con il colore
della pelle scuro.
Come avrebbe finito il racconto Lamarck,il primo
studioso a pensare che gli esseri viventi
potessero cambiare nel tempo?
Lamarck avrebbe scritto...
Un giorno la giraffa e la zebra si rifugiarono in una folta
foresta per scappare dall’uomo etiope e dal leopardo.
Questa era ombreggiata e quindi il colore giallo non era
favorevole per la mimetizzazione.
A seconda dei luoghi, l’ombra trasmessa dalle foglie e dagli
alberi sugli animali era di diverse forme: sulla zebra si
formavano righe bianche e nere, invece sulla giraffa erano
delle macchie marroni sul manto giallo.
Gli animali si resero conto che l’ombra aiutava la
mimetizzazione e, per loro volontà, decisero di assumere
questo aspetto e lo trasmisero ai loro eredi.
L’uomo etiope e il leopardo decisero di seguire a giraffa e la
zebra per predarli. Così anche il leopardo decise di
acquisire quelle macchie scure sul manto giallo per
mimetizzarsi e riuscire a cacciare meglio.
L’uomo, invece, si coprì la pelle con del fango diventando di
colore marrone.
Entrambi trasmisero queste caratteristiche ai loro
discendenti.
Come avrebbe finito il
racconto Darwin, il
primo studioso che
propose una vera teoria
evolutiva delle specie?
Darwin avrebbe scritto...
La zebra e la giraffa si inoltrarono nella foresta insieme al resto degli
animali. Avendo più cibo a disposizione si riprodussero maggiormente e
nacquero individui con caratteristiche diverse: giraffe con il manto
maculato e il collo più lungo, zebre con il manto a strisce, leopardi con il
manto coperto da piccole macchie.
Queste caratteristiche erano vantaggiose per l’ambiente in cui vivevano
perché permetteva loro di mimetizzarsi meglio e di procurarsi più
facilmente il cibo.
Questi individui risultarono quindi più adatti al loro ambiente, si
riprodussero di più dei loro antenati e diedero origine a nuove specie
Oppure avrebbe scritto…
Un giorno la giraffa e la zebra decisero di rifugiarsi in una folta
foresta dove si accoppiarono con animali delle loro specie. Il clima
e l’ambiente erano in un continuo cambiamento e le specie
facevano sempre più fatica a sopravvivere.
Riproducendosi per varie generazioni un giorno nacquero dei figli
con delle caratteristiche diverse: i figli delle zebre divennero con la
pelliccia bianca e delle strisce nere sulla schiena, mentre i figli delle
giraffe divennero con la pelle gialla e delle macchie marroni su tutto
il corpo.
I figli con i cambiamenti si impadronirono degli altri territori perché
avevano subito dei cambiamenti più favorevoli per il nuovo
ambiente, mentre i figli nati uguali ai genitori piano, piano si
estinsero.
Kipling lo finì così:
La giraffa e la zebra vivendo nella foresta, un po’ al sole e un po’
all’ombra, diventarono “a strisce”.
Anche il leopardo e l’uomo si trasferirono nella foresta in cerca di
cibo, ma per il loro colore giallo si individuavano benissimo tra il
verde delle foglie e le prede scappavano.
L’uomo, allora, decise di colorarsi la pelle di nero e, per pulirsi le
mani del colore in eccesso, le appoggiò sul manto del leopardo
che così si ritrovò tutto a chiazze.
Acquistata di nuovo la capacità di mimetizzarsi nell’ambiente,
l’uomo etiope e il leopardo ripresero la caccia e vissero felici e
contenti.
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