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Guardando il Mondo da un Oblò
Guardando il Mondo da un Oblò Periodico dell' Istituto Comprensivo “San Vittorino - Corcolle” - Roma ANNO 7°, NUMERO 3 Giugno 2015 Lettera alla scuola Cara scuola, questi anni sono passati troppo in fretta, sembra quasi ieri quando entrammo con i nostri genitori da quella porta che ci aprì un nuovo mondo completamente diverso da quello a cui eravamo abituati. Grazie, perché ci hai fatto conoscere persone così brave che ci sono state accanto, ci hanno sostenuto e aiutato, le stesse persone delle quali, all’ inizio, avevamo timore. Tu nonostante sia piccola e non del tutto attrezzata sei stata, per tutto questo tempo, come una seconda casa. Ci hai trasmesso un clima di familiarità : tra le tue mura abbiamo pianto, riso, giocato, siamo cresciuti e non ci stancheremo mai di venirti a trovare. Oramai la nostra vita con te è finita. Il nostro viaggio continuerà in altre strutture, molto più grandi e altrettanto funzionali, ma rimarrai “Grande“ nel nostro cuore. Una volta oltrepassato quel cancello, diventeremo dei numeri in un registro, che verranno chiamati per essere esaminati. Potremo solo sognare tutti i progetti, le gare, i concorsi e le gite che abbiamo organizzato qui. Ci manca solo un ostacolo da superare, ossia l’ esame di stato! Una volta superato (forse……) ce ne andremo per sempre. Speriamo che non cambierai e che continuerai ad accogliere gli alunni che verranno, a porte aperte. Ora ti salutiamo e ti diciamo “ciao”, ringraziandoti per tutto quello che ci hai dato, trasmesso e insegnato. Con affetto: Sara Fabbri, Dalila Oliverio, Renèe Del Vecchio e Beatrice Nercelli (IIIC) P.S, aspettati una nostra visita!!! GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 2 Il primo anno alla scuola media Questo mio ultimo anno scolastico è "volato", mi sembra ieri che varcavo il cancello della scuola, emozionato per iniziare questa mia nuova avventura. Oggi devo descrivere questo anno scolastico con 3 immagini: non è semplice, ma ho scelto tre giornate diverse una dall'altra e tre momenti belli da raccontare. Come prima immagine ho scelto "Il giorno della Memoria": a scuola sono state invitate a parlare due persone che hanno avuto parenti vittime della Shoah; la sala prima del loro arrivo è stata disposta in tre file verticali, una orizzontale e in successione le strette "stradine" che portavano alla cattedra posta davanti alla lavagna elettronica. Lì si sono seduti la signora e il signore che hanno iniziato a parlare di quei momenti tristi, il silenzio era "emozionante": strano, visto che eravamo in molti in quella aula, I II III media e V elementare, docenti ed alcuni genitori. Mi sentivo strano, cercavo di immaginare quei posti dove l'orrore era sovrano. Con mamma e papà alcuni anni fa sono stato a Dachau, ho visitato il campo di concentramento e forse per questo mi sentivo senza parole, concentrato ad ascoltare queste descrizioni da "pelle d'oca", rivedevo nella mia mente queste persone attraversare il cancello dove la scritta "Arbeit macht frei" li traeva in inganno; i lunghi viali alberati, la zona dormitorio ma soprattutto la camera a gas e i forni crematori....se ora chiudo gli occhi e canticchio la canzone dì Guccini posso rivedere queste forti immagini... Non sono belle immagini, ma è la storia del nostro passato che non possiamo cancellare, possiamo solo far sì che non accada più. La seconda immagine importante per me è stata la gita a Villa Gregoriana con tutta la classe, un pomeriggio diverso, interessante ascoltare la guida che raccontava nei dettagli ed in modo semplice da capire la storia di questa Villa. Per limitare il costo della gita e visto che Tivoli non dista molto da San Vittorino alcuni genitori ci hanno accompagnato con le proprie auto. Strano che molti di noi non fossero ancora stati lì; arrivati trovammo un grande cancello nero che si affacciava su di un dirupo e da lì si vedeva bene il Tempio della Sibilla, una cascatella del fiume Aniene scendeva fino alla grotta delle sirene, buia ma bellissima, piena di lisci soffitti in pietra. E' bellissimo anche il promontorio da cui scende la seconda cascata più alta d'Italia, dopo quella delle Marmore. É stato un pomeriggio di sole e noi immersi nella natura potevamo immaginare la vita di quei tempi in cui le persone non avevano la tecnologia del giorno d'oggi, ma realizzavano delle cose incredibili. Per concludere la giornata in bellezza ci siamo mangiati tutti un buon cono gelato, siamo stati davvero bene! Di sicuro tornerò a visitare Villa Gregoriana, magari farò io da guida a mio nonno che non l'ha ancora visitata. Ora la terza immagine, per alcuni forse sembrerà un po' strano ma per me importante visto che mi ripaga, una soddisfazione per me e forse uno dei momenti che gioverà sulla mia pagella, il massimo voto preso nell'interrogazione di storia; il voto fu 10 con il professor Ferrari, il più severo. Non so come, ma io il giorno prima studiai molto storia perché avevo il presentimento che mi avrebbe interrogato; prima di iniziare ci dà un tempo di 5 minuti per ripassare, ma noi non sappiamo chi sarà lo sfortunato; sentire il tuo nome è strano perché prima di iniziare c'è un profondo silenzio, solo un leggero vocio delle ultime preparazioni e quel giorno, con le finestre chiuse, ho sentito rimbombare nell'aria il mio cognome. Credo a chiunque sarebbe sobbalzato il cuore, alcune volte capita anche quando si sente il nome di qualcun altro; sempre, in ogni interrogazione, ti chiede un argomento a piacere, il mio furono le crociate, mi sentivo sicuro così iniziai a parlare. Sono stati quindici minuti ma sono sembrati un'ora, mi fece molte domande, mi aspettavo un voto alto ma ero un po' timido a chiedere ad alta voce il voto e quindi me lo feci dire in privato, Sono tornato a casa felice e soddisfatto ... I miei sforzi sono stati ripagati! Queste sono le tre immagini che porterò con me di questo anno scolastico. Claudio Passeri, IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 3 Festa per l’ultimo giorno di scuola L’8 giugno i ragazzi hanno salutato la scuola, i professori, i collaboratori. Alcuni di loro non torneranno a settembre: dopo gli esami, ognuno prenderà la sua strada, si è iscritto alla scuola superiore, diventerà “grande”. Tanti altri invece, dopo una lunga e meritata vacanza, torneranno sui banchi di scuola, ad ascoltare le lezioni di professori vecchi e nuovi. Per salutarli con gioia, è stata organizzata a San Vittorino una serie di eventi di fine anno scolastico: una mostra concorso fotografico, con premiazione, l’inaugurazione di una scultura, una mostra dedicata all’Italia tra le due Guerre mondiali, un mini torneo di pallavolo. Il concorso fotografico è giunto quest’anno alla sua seconda edizione: si intitola “Quello che le parole non dicono”. I ragazzi devono scattare tutte le fotografie che vogliono, scegliere una o due di esse, accompagnarle da una poesia, celebre o d’invenzione, e partecipare al concorso. Quest’anno la giuria era composta dagli insegnanti Versace e Gnecchi e dalla Vice Preside Grillo; tutti è tre hanno confessato che la scelta è stata molto difficile, perché le foto erano davvero molte e tutte significative. Dopo attenta analisi, i vincitori sono stati i seguenti: IIIA – Marika Taddei IC – Serena Di Marco, Claudio Passeri, Giada de Feo, IIC – Cristina Ciobanu e Carmen Sabatino IIIC – Sara Fabbri, Beatrice Nercelli e Dalila Oliverio ID – Licia Galasso e Nicola Valletta IID – Stefano Proietti I ragazzi, vincitori e partecipanti tutti, sono stati premiati dai professori con libri e DVD, ed hanno inoltre ricevuto un diploma di partecipazione a ricordo della manifestazione. Il Prof. Coletti ha inoltre organizzato un mini torneo di pallavolo che ha coinvolto gli alunni e i professori: in campo c’erano proprio tutti e la squadra vincitrice, premiata con tanto di medaglia, aveva come mascotte la professoressa di Spagnolo, Michela Milella! GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 4 Un momento davvero emozionante è stato quello in cui è stata inaugurata la scultura del Museo diffuso, iniziativa che prende avvio quest’anno e attraverso la quale si vuole abbellire il cortile antistante la scuola secondaria. Durante l’anno, gli alunni, aiutati dalla Prof.ssa di Arte, Monica Aquilani, hanno progettato una scultura e realizzato un bozzetto. La bravura del collaboratore, Massimiliano Vignaroli, ha trasformato il bozzetto in un’opera in ferro battuto simboleggiante la pace, perché la nostra è una scuola “per la pace”. Gli alunni della IIC hanno intonato per l’occasione la canzone degli U2 “Sunday bloody Sunday”, mentre quelli di IC hanno letto i famosi discorsi di Martin Luther King, “I have a dream” e di Charlie Chaplin tratto dal film “Il grande dittatore”. Mentre tutto ciò accadeva, gli alunni di IIIC hanno fatto da “ciceroni” della mostra “L’Italia tra le due guerre”: per gentile concessione dei genitori, molti alunni della scuola hanno portato memorie storiche importantissime: fotografie di bisnonni, tessere di iscrizione all’Associazione Nazionale Combattenti, monete, bossoli di mitragliatrici, schegge di bombe, medaglie al valore, lettere dal fronte, riviste d’epoca, una bellissima macchina da scrivere degli anni ’20, insomma, una quantità di oggetti di enorme valore storico ed affettivo. Con essi è stata allestita una mostra per commemorare tanto la Prima quanto la Seconda Guerra mondiale. Alla giornata hanno partecipato molti genitori, tutti i bambini della scuola elementare di San Vittorino e gli insegnanti coinvolti. È stato un successo, un momento di condivisione e di gioia, un’occasione che speriamo di ripetere anche l’anno prossimo, per lasciare un ricordo che duri tutta l’estate, per chi torna a settembre, tutta la vita, per chi comincia un nuovo cammino. GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 5 La Mia scuola La scuola di San Vittorino si trova in un piccolo paese, dove ci sono le elementari e le medie. Le aule sono accoglienti e luminose, c'è anche la mensa per i bambini delle elementari. Abbiamo dei bravi insegnanti che ci spiegano tante cose importanti, quando ci sono delle belle giornate ci fanno uscire per giocare all'aperto, però mi dispiace che non abbiamo uno spazio riservato per fare educazione fisica ma per me resterà sempre una bella scuola Sofia Luzi III Elementare Io mi trovo tanto bene nella mia scuola. Sto imparando tantissime cose belle, gli insegnanti ci portano anche fuori a giocare e mi diverto tanto con i miei amici. San Vittorino è una scuola super mega bellissima, sembra una casa perché non c'è la palestra, vorrei che ci fosse però mi diverto lo stesso con i miei compagni. Desiree Nucilli III Elementare ● ● ● Nella nostra scuola c'è anche il maestro Giuseppe che ci insegna musica e cantiamo le canzoni di altre città suonando il flauto Denise Bartocci III Elementare ● ● ● La mia scuola non è proprio bella, a volte per renderla più bella intervengono i nostri genitori e i nostri maestri. Nonostante questi problemi vi assicuro che in questa scuola c'è tanto amore. Matteo Telesco III Elementare La mia scuola non è come le altre scuole, ha quattro classi è piccolissima che sembra quasi una casa. La mensa l'hanno messa da due anni, le cuoche sono brave e i piatti golosi. Un giorno hanno deciso di farci mangiare i piatti tipici dell'Europa; questa idea mi ha incuriosito molto perché in questo modo abbiamo occasione di conoscere cibi nuovi. Le maestre sono brave, un po' severe è un po' dolci. La cosa che mi piace di più in questa scuola è la creatività, perché ci sono molte decorazioni realizzate da noi alunni. Non trovo molti problemi nella mia scuola l'unica cosa che vorrei cambiare è il colore della mia classe, che vorrei fosse più vivace. Patrizio Pitzoi III Elementare GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 6 Ventitré anni fa, la STRAGE DI CAPACI Giovanni Falcone, da sempre impegnato nella lotta contro la Mafia, era un giudice e magistrato che venne assassinato il 23 maggio del 1992, sull’ autostrada della A29 allo svincolo di Capaci, vicino Palermo, in un attentato mafioso. Oltre a Falcone persero la vita anche sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Per molti giornali locali quali “Il pizzino “, non era altro che uno dei soliti incidenti causati da gente che aveva bevuto e che andava troppo veloce per strada. Come dicono le citazioni precauzionali, il grande problema della Sicilia è proprio il numero di questi incidenti. In realtà la strage era ben organizzata e non accidentale come diceva la stampa. Circa 400 kg di tritolo (esplosivo) erano piazzati sotto la carreggiata, che esplose distruggendo la corsia in cui Falcone stava passando. La prima ipotesi fu quella della “tragica casualità“: si disse che il vero obiettivo fosse quello di disastrare l’autostrada per bloccare i lavori di manutenzione del tratto di strada ma, ovviamente, tale la teoria fu subito annullata. Si dice che dopo la diffusione della notizia della morte del Giudice Falcone, i mafiosi prigionieri nel carcere di Ucciardone, abbiano felicemente festeggiato. La questione rimase in sospeso fino al 2002 quando, dopo tanto tempo, vennero definitivamente accusate 24 persone e 12 mandanti. Falcone morì mentre era trasportato all’ospedale. Già in precedenza il Giudice era stato soggetto a un attentato, questo il 21 giugno del 1989, quando Falcone con dei suoi collaboratori era in una villa vicino al mare. Anche in questo caso venne usato il tritolo, ne vennero posizionati 58 candelotti in mezzo agli scogli. I killer volevano così raggiungere i loro due obiettivi: Uccidere Falcone, grande perseguitore dei mafiosi, mentre scendeva in spiaggia facendo esplodere il tritolo; uccidere i suoi colleghi che stavano indagando sul riciclaggio di soldi che interessava la tratta Sicilia- Svizzera. L’attentato fallì, molte sono le ipotesi che spiegano tale fallimento, una di queste dice che i killer non riuscirono a far esplodere il tritolo per via del telecomando difettoso, altri dicono che le bombe siano state manomesse da qualcuno che aveva scoperto il piano dei killer salvando così la vita del giudice Falcone. Personalmente, non conoscevo molto bene la storia di Falcone, sinceramente non credevo che per ucciderlo avessero usato persino gli esplosivi. Non serve dire che persone come lui o Borsellino siano da ammirare. Sono persone coraggiose, che credono nei loro ideali a tal punto da rischiare la propria vita. Falcone era contro “Cosa nostra” e questo fa di lui una persona integerrima, è doveroso ricordarla a 23 anni dalla sua morte. Penso anche, però, che purtroppo poche persone non bastino per combattere un male così grande della nostra Italia: Falcone e Borsellino, da soli contro la Mafia? Forse era scontato che avrebbero ucciso prima uno e poi l’altro, Falcone stesso se lo aspettava. Dovrebbero esserci più persone come lui, più giusti e più coraggiosi ad estirpare uno dei mali peggiori del nostro paese. Per la legalità, per non dimenticare. Dalila Oliverio, IIIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 7 Salvaguardiamo l’ambiente! ell’ultimo secolo le condizioni del nostro pianeta sono peggiorate notevolmente: gli incendi, l’abbattimento di boschi e foreste, lo sfruttamento del suolo e delle acque e l’inquinamento hanno modificato il clima, gli habitat e messo in evidenza il ruolo negativo del più evoluto ma anche del più pericoloso abitante dell’ecosistema: l’UOMO. Il tema AMBIENTE è molto importante e attuale. A questo proposito il nostro Istituto ha deciso di coinvolgere i ragazzi in un progetto riguardante l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile. In particolare, nell’ora dedicata alla materia “alternativa”, si sono sviluppate tematiche quali: le cause e le conseguenze dell’inquinamento, le organizzazioni che tutelano l’ambiente, i vari incontri tenuti fra i paesi del mondo per discutere sui problemi ambientali, risorse rinnovabili e non e i rifiuti. Uno dei problemi più preoccupanti oggi è l’inquinamento. Le cause sono distinte in fonti naturali (vulcani, ghiaioni e processi biologici) e fonti antropiche (traffico veicolare, riscaldamento domestico, industrie). L’inquinamento è dovuto anche al consumo delle risorse energetiche da combustibili fossili e dell’energia nucleare. Una delle conseguenze dell’inquinamento è il surriscaldamento del globo. Nel suo processo naturale l’energia solare entra nell’atmosfera attraverso le radiazioni luminose e riscalda la Terra. L’energia viene poi di nuovo irradiata verso lo spazio sottoforma di raggi infrarossi. Una parte di questi è trattenuta dall’atmosfera e consente di mantenere entro limiti accettabili la temperatura del pianeta. In seguito alle enormi quantità di biossido di carbonio liberate nell’aria, l’atmosfera è diventata più spessa perciò trattiene gran parte dei raggi infrarossi. Quali sono, dunque, le conseguenze del surriscaldamento del globo? Lo scioglimento dei ghiacciai, i mutamenti stagionali, la siccità, la desertificazione, uragani e alluvioni imprevedibili. Inoltre l’emissione dei gas-serra nell’atmosfera contribuisce all’aggravarsi del buco dell’ozono. Ciò è dovuto ai gas chiamati clorofluorocarburi. Se lo strato di ozono si riduce, aumenta la quantità di radiazioni che raggiunge la superficie terrestre. Il fenomeno potrebbe avere effetti negativi sulla vita di microrganismi, piante, animali e perfino nell’uomo. Conseguenza dell’inquinamento sono anche le piogge acide dovute alla liberazione nell’atmosfera di anidride solforosa e biossido di azoto. Questi sono convertiti in acido solforico e acido nitrico che acidificano le precipitazioni abbassandone il pH. Un altro dei problemi ambientali più urgenti oggi è quello dei rifiuti. È un rifiuto qualsiasi materiale derivato da un’attività umana e destinato all’abbandono o alla distruzione. I rifiuti sono classificati in urbani o speciali, in base alla loro origine, e in pericolosi o non pericolosi, a seconda delle loro caratteristiche. Sono rifiuti urbani gli scarti domestici, compresi quelli ingombranti, l’immondizia e gli scarti vegetali provenienti da giardini o parchi. Oggi si producono così tanti rifiuti che è difficile smaltirli. Questo problema è iniziato con la comparsa di contenitori di vetro, barattoli e lattine di alluminio, e oggetti di plastica. Il WWF ritiene che una pubblica amministrazione debba mettere in atto tutte le strategie per ridurre la produzione dei rifiuti, incentivare le forme di riutilizzo e riparazione dei rifiuti e potenziare le raccolte differenziate di qualità per incrementare al massimo il recupero della materia. Cos’è il WWF? Il WWF è una delle organizzazioni che tutelano l’ambiente e fa parte degli organismi non governativi, insieme a GreenPeace, Legambiente, Italia Nostra, E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali), L.A.V. (Lega Anti Vivisezione), L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli). Gli organismi non governativi sono invece A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), A.N.P.A. (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), E.N.E.A. (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e M.A.T.T.M. (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare). Oltre a tali organizzazioni nazionali e internazionali, anche gli Stati si occupano di risolvere i vari problemi ambientali. N GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 8 L’11 dicembre 1987 è stato firmato a Kyoto in Giappone da più di 160 paesi il protocollo di Kyoto, un trattato internazionale riguardante il surriscaldamento del globo. Tutti i paesi aderenti dovevano mantenere l’impegno a diminuire l’emissione dei gas inquinanti nell’atmosfera per evitare un ulteriore assottigliamento della fascia di ozono; gli impegni sono stati rispettati solo in parte e in certi casi per niente. Dopo cinque anni, nel 1992, si sono riuniti a Rio de Janeiro, in Brasile, 183 capi di Stato, 700 rappresentanti di ONG e migliaia di esponenti della società civile venuti da tutti i paesi del mondo, per discutere sullo stato di salute del Pianeta e dandosi degli impegni per affrontare i successivi venti anni con l’obiettivo di ridurre l’emissione di sostanze inquinanti. Fra il 13 e il 22 giugno 2012 si è tenuto, dunque, un altro Summit della Terra chiamato Rio+20. Nella dichiarazione finale intitolata “Il futuro che vogliamo” gli Stati sono stati incoraggiati a delineare gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile e a predisporre altre misure atte a rafforzare la gestione delle risorse ambientali a livello globale, a migliorare la sicurezza alimentare, a potenziare la protezione degli oceani e a promuovere un’ economia verde. Dopo questi vertici si può senz’altro dire che si fa un gran parlare ma poi alla resa dei conti si conclude ben poco. Infatti le argomentazioni sono sempre le stesse e i buoni propositi scritti solo su carta. Fra poco ci sarà un altro incontro a dicembre di quest’anno a Parigi, dove si discuterà di gas serra e della prevenzione del surriscaldamento globale. Se vogliamo evitare conseguenze irreparabili per il futuro dobbiamo adottare comportamenti più rispettosi verso l’ambiente, a cominciare dai piccoli gesti quotidiani come: preferire l’utilizzo di mezzi pubblici, veicoli elettrici o biciclette al posto dell’automobile; evitare l’uso di deodoranti e lacche spray; gestire correttamente la corrente elettrica, fare la raccolta differenziata; ridurre la produzione di rifiuti e non sprecare l’acqua. Ti hanno mai detto che quando ti lavi i denti sprechi una grande quantità di acqua potabile? Infatti, quando laviamo i denti e lasciamo scorrere l’acqua, si possono facilmente consumare 30-60 litri di acqua. Se invece si usa l’acqua esclusivamente per bagnare e risciacquare lo spazzolino si consumano solo 2 litri di acqua. Lo sapevi che per fare 700 sacchetti di carta si deve abbattere un albero di 15-20 anni? Quando fai la spesa, usa una borsa di tela o di rete. Eviterai di far finire il tuo sacchetto di plastica in mare e far morire un animale marino. Dunque ragazzi impariamo a distinguere le azioni dannose per il pianeta da quelle buone per la natura perché esiste una sola Terra e tutelare gli equilibri naturali del pianeta significa tutelare il nostro futuro! Gaia Mangiaracina Classe III B L' altro giorno ho letto un articolo molto interessante sul giornale, in cui era scritto che stiamo assistendo alla diminuzione di deforestazioni e disboscamenti. Questo però non vuol dire che la piaga della deforestazione sia sulla strada del tramonto. Certo è stata a lungo una strada segnata da continue sconfitte, ma negli ultimi anni la lotta per salvare il pianeta dalla deforestazione e dalle sue tragiche ricadute sul clima sta registrando qualche vittoria, anche se in alcune parti nel mondo non è ancora molto ben definito questo miglioramento. L'Occidente si muove, e gli sforzi di rimboschimento sono reali. In effetti ci sono aree del mondo dove il rimboschimento sta ottenendo di ovviare ai danni atmosferici causati dalla deforestazione del Sud-America e del Sud Est asiatico: audaci iniziative di rimboschimento si sono avute sia in Australia che in alcuni paesi africani,per non parlare della Cina, che pur continuando a essere una grande inquinatrice sta abbracciando programmi ambientalisti. Ovviamene il risultato finale dovrebbe essere quello di mantenere foreste e boschi per un ambiente meno inquinato e molto più sano. Alessio Bartucca IIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 9 Per rendere la nostra scuola più rispettosa dell’ambiente si potrebbe isolarla meglio in modo che sia più calda d’inverno e fresca d’estate. Così si potrebbe risparmiare anche energia. Una buona idea potrebbe essere quella di mettere i pannelli solari per produrre energia elettrica in modo che oltre a risparmiare corrente questi potrebbero produrla quando è chiusa. Il giardino potrebbe essere più curato con più alberi che producono ossigeno e quelli che ci sono potarli invece di tagliarli o almeno ripiantarli. Bisognerebbe cercare di raccogliere l’acqua piovana per riutilizzarla anche per innaffiare il giardino. Altro non mi viene in mente ma anche fare solo questo sarebbe già qualcosa Giada de Feo IC Secondo me per migliorare ambiente e scuola ogni alunno potrebbe fare correttamente la raccolta differenziata o coltivare una piccola aiuola e così facendo si migliorerebbe la natura. Alessio Cedrone IC Per rendere la nostra scuola più rispettosa dell’ambiente non si dovrebbero tagliare gli alberi, ma rispettarli e curarli ,evitare che nei bagni ci sia spreco di acqua, utilizzare la luce del sole per illuminare la nostra classe, risparmiando la corrente, evitare di accendere i riscaldamenti durante giornate calde. Seguendo questi consigli secondo me l’ambiente sarebbe rispettato e ci potrebbe essere meno spreco. Federico Buffone IC Per cambiare la nostra scuola in modo da rispettare l'ambiente, io farei alcuni lavoretti. Per prima cosa toglierei tutte le erbacce e pianterei dei bellissimi fiori colorati in delle aiuole, metterei alcuni vasi decorati con dentro delle piante, poi taglierei l'erba alta, pianterei anche qualche altro albero, eviterei di buttare cartacce in terra,soprattutto nella nostra aula, tutte quelle cose che non inquinano il mondo che ci circonda. Nella nostra scuola non c'è molto da cambiare perché i nostri professori rispettano l'ambiente e fanno in modo che lo facciamo anche noi. Serena Di Marco 1C GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 10 Una Scuola per l'ambiente Guardandomi intorno spesso mi accorgo che molti di noi non hanno rispetto per l’ambiente perché gettano le “cose” in terra anziché nei cestini dei rifiuti e quando li usano non sono attenti al riciclo. Anche a scuola è così, nonostante ci siano raccoglitori diversi ed ognuno di noi sa come usarli, ma non lo fa. Ho pensato che potrebbe essere interessante far aderire la scuola a progetti pubblici o privati dove il riciclo possa creare “ricchezza”. Il primo obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi, di conseguenza le famiglie mostrando quali sono i benefici economici ed ambientali che si otterrebbero dal giusto riciclaggio, poi, per ogni classe , si può pensare ad un premio per chi totalizza il punteggio più alto per la quantità di riciclo e perché no… un premio in denaro alla scuola che in tutto l’anno ha ottenuto il punteggio più alto. Sto facendo un “giro” su internet: ci sono aziende che già propongono questo tipo di progetto, dando alle scuole un macchinario chiamato “compattatore” che raccoglie, separa e compatta il materiale, tipo quello che ho visto da McDonald’s Roma Est. Visto che ormai nessuno fa niente per niente il pensiero di ricevere un premio può essere un buon incentivo!!! Daniele Tossici IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 11 Una mostra a New York ha come oggetto dipinti che ritraggono finestre e quel che si vede. Ecco cosa vedono i nostri alunni... Il mondo dalla finestra, cosa vedi dalla tua? Seduto sul mio letto, mi guardo attorno, la mia camera ha pareti bianche e la finestra grande, incorniciata da legni marroni e con un'apertura in ottone, molto liscio, cattura la mia attenzione. La spalanco, all'esterno si intravede un albero di ulivo secolare, maestoso è leggermente piegato con dei rami che si prolungano elegantemente verso il cielo, mi accorgo che le nuvole vanno e vengono, a volte si fermano e prendono la forma di animali, sono in contrasto con l'azzurro, che però pian piano nell'orizzonte diventa sempre più bianco e sparisce sulle molteplici case di tutta Roma. La stradina bianca, romantica, divide il vasto tappeto di fili d'erba del mio giardino, i frutti tondi e lucenti risplendono sotto le verdi foglie ovali dell'albicocco e del melo. Alcune olive sono cadute ai piedi degli alberi che circondano il prato, pronte ad essere prese dai neri corvi, altre ancora attaccate dove le lisce foglie lasciano intravedere il cielo, è qualcosa di meraviglioso! Poco lontano un simpatico boschetto di lavanda e rosmarino, di un lilla intenso che separa casa mia da un vasto prato e nasconde la rete metallica a quadri 3 x 3 cm che è necessaria per non far entrare gli animali nel mio giardino, infatti dall'altra parte del recinto oggi sono presenti bianche pecore dalla folta lana e i pastori maremmani che sembrano stiano giocando a rincorrersi. È un'immensa pianura su cui, qua e là, si posano dei piccoli colli, dietro tutto questo "si erge" una Roma maestosa, le case, viste da qui, sembrano tutte dello stesso colore, bianco. Posso intravedere le grandi distese di pannelli solari che sembrano provenire da qualche cosa di futuro in contrasto con il casale costruito ormai in un lontano passato. Mi accorgo che a guardare tanta bellezza il tempo vola, ora il sole sta cambiando colore, è quasi elegante vedere il tramonto attraverso l'irregolarità della distesa, il sole che rosseggia sul cupolone è uno spettacolo che toglie il fiato. Solo quando piove e le nuvole sono nere e fanno rumore, la terra trema e mi sembra di non riconoscere più il posto; i colori d'improvviso cambiano e diventano grigi. Oggi però per fortuna è stata una bellissima giornata, calda, così da poter godere di questi bei colori. Da questa mia finestra si vede il grande distacco dalla libera campagna rurale, classica italiana, alla metropoli millenaria della capitale. San Pietro non mi sembra così lontano, lo posso vedere ad occhio nudo, le grandi gru che lo circondano, i palazzi... se ci penso però non vedo colori, tutto mi sembra grigio, forse per lo smog che è presente in questa città. Pochi chilometri in linea d'aria e tutto cambia. Dalle gradazioni del verde che ha il mio giardino e il pascolo di fronte dove la sera pascolano i cavalli: sembrano selvatici talmente le loro frange "ipnotizzanti" si liberano correndo nell'aria che li circonda; sono di svariati colori, dal nero cupo al bianco, alle gradazioni del chiaro grigio della città. Sono felice di poter godere di tutto questo: ogni stagione che cambia vede il giardino mutare vestito, gli alberi da spogli diventano fioriti e poi pieni di foglie e succosi frutti, il prato d'inverno a volte è bianco, brinato, quasi irriconoscibile; in autunno poi il giallo domina tutto. Ora il sole è ormai tramontato, il cielo si dipinge di mille colori, dal rosso al viola, dal giallo al blu. Chiudo gli occhi e immagino il dipinto che potrei creare: FINESTRA SU ROMA. Sono emozioni che puoi notare con attenzione facendo scorrere le dita sulla finestra ruvida in una manciata di secondi o godertela lasciando tutto il resto in un angolo. Claudio Passeri I C GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 12 Dalla mia finestra vedo una parte del mio quartiere, “Corcolle”. Il paesaggio è urbano ma ogni casa ha un giardino o un orto. La prima cosa che mi trovo di fronte è un albero di carrubo molto grande e molto bello che è piantato nel mio giardino. Vedo anche un pezzettino dell'orto che coltiva mio padre che, in realtà, è molto più grande e dove pianta molte cose buone. Dopo il grande carrubo, vedo due strade alberate: quella a destra che va in salita quella a sinistra che va in discesa e di fronte casa mia, che per fortuna è poco trafficata. Gli alberi sulle vie sono degli enormi pini sui quali ci sono molti nidi di uccelli. Nelle vicinanze c’è una casa che nel giardino ha dei pavoni e la sera spesso si sente il loro richiamo. Quando i vicini fanno delle feste ogni tanto fanno esplodere dei fuochi di artificio che hanno dei bellissimi colori. Quasi di fronte alla mia finestra hanno costruito anche delle nuove case quadrifamiliari dove sono venuti da poco ad abitarci con quattro cani che giocano fra di loro. Sulla strada principale si vedono gli autobus che passano tutto il giorno. Si vede anche una piccola parte del tetto della casa di mia nonna che ha un cortile molto grande, dove ci sono anche i gatti che salgono sugli alberi e che spesso salgono sulla soglia della finestra. Guardando più lontano, c’è la via Prenestina, subito dopo si vede la via Tiburtina, che la sera è molto illuminata. Si vede anche l’autostrada A24 cioè la Roma-l'Aquila. Poi, molto più lontano sulla sinistra c’è la periferia di Roma e alla mia destra c’è Tivoli. In lontananza si vedono diverse fattorie dove ci sono dei casali che allevano ovini e coltivano i terreni a grano. Mi capita spesso di vedere i trattori piccolissimi che arano e lavorano i terreni alzando una nuvola di polvere o le pecore pascolare. Quando il tempo è buono e l’aria è pulita si riesce a vedere una buona parte del comune di Guidonia. Le costruzioni però sono troppo piccole per distinguerle bene. Dalla mia finestra si vedono molte cose e provo piacere e felicità nel poter vederne così tante. Spero che questo panorama possa rimanere così come è per sempre. Purtroppo però immagino che aumenteranno le costruzioni e scompariranno sempre più le zone verdi. Giada de Feo IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’… Quando mi appoggio al davanzale della mia finestra per pensare, vedo la casa dei miei vicini tutta colorata, con dei vasi pieni di fiori colorati, e ogni volta che li guardo penso alla primavera e all'estate; vicino ci sono dei grandi alberi di pino che un po' la coprono e la oscurano. Davanti a questa casa c'è un grande prato dove gioca un gruppo di ragazzi, che quando li guardo mi mettono allegria. Dalla mia finestra si vede anche una chiesetta che ogni mattina ci rallegra con il suono delle sue campane, soprattutto la domenica mattina quando c'è la messa. Vedo anche il pino di mio nonno, che è più alto e più grande della nostra casa di tre piani, e solo a guardarlo mi vengono le vertigini. Ma nascosta tra gli alberi e le piante si intravede una piccola casetta, dove abita un anziano molto saggio e molto gentile; questa cosa mi rattrista un pochino, perché la sua povera moglie si è ammalata ed è morta. Lui si affaccia quasi tutti i giorni in giardino per pensare e il più delle volte mi saluta. Dalla mia finestra si può vedere anche la casetta dei miei nonni, dove pranzano tutti i giorni, contornata da alberi da frutta, la mia gioia è vederli spogli e pian piano riempirsi di fiori splendidi e profumati ad ogni primavera. Vedere il cambiamento delle stagioni e il cambiamento della natura mi fa compagnia attraverso solo un vetro. Purtroppo vedo anche un giardino pieno di erbacce che confina con la strada, e a volte l'erba è molto alta e non si vedono le macchine passare. Ma la cosa più grande ed emozionante è vedere le montagne riempirsi di neve d'inverno e farsi tutte verdi d'estate, il sole che cala e la sera un "brilluccichio" da toglierti il fiato e farti pensare a tutta quella gente che vi ci abita, persone che svolgono le loro cose e se riescono a vedere questa mia piccola zona. Vicino al mio cancello si trova una fontanella, dove la gente si ferma spesso. Insomma dalla mia finestra non ci si annoia!. Serena Di Marco 1C 13 GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … Una ricerca studia come i più piccoli si distraggano con la tecnologia. In che modo pc, iphod, cellulari accompagnano la nostra giornata? Devo dire che io senza telefono non so stare, per me è come un compagno di viaggio perchè dove sto io c'è lui. Su di esso ho le mie conzoni preferite, giochi e foto e ogni volta che mi annoio prendo il telefono e comicio a parlare con le amiche o con i gruppi di classe dove sei certo di trovare qualcuno che risponde sempre. A volte il cellulare non lo uso solo per fare queste “sciocchezze”, ma lo utilizzo anche per fare ricerche per la scuola oppure per chiedere i compiti nei giorni in cui sono stata assente, oppure ancora, per sentire i parenti che si trovano in un paese più lontano rispetto al mio, infatti ho i parenti materni a Brindisi e purtroppo non ho mai l'occasione di incontrarli. Ma mi accorgo di non essere la sola ad essere “ossessionata” dalla tecnologia: mio fratello, ad esempio ha otto anni e il suo tempo lo passa alla playstation e alcune volte lo dobbiamo coinvolgere in qualche gioco, oppure lo facciamo sfogare al parco con altri bambini. Ultimamente però si è staccato dalla tecnologia e sta comiciando a leggere fumetti, un giorno e li finisce. Sono molto contenta di questo anche perchè sta cominciando a conoscere una realtà diversa da quella tecnologica, infatti anche il suo linguaggio sta cambiando, comincia ad usare parole più importanti rispetto a quelle che usava da bambino, l'ultima parola che ha imparato è una parola latina. “ergo”. Con questo da io che ero la sua musa ora lui è diventato il mio punto di riferimento. Anche mio fratello Lorenzo, 10 anni, è come me: sempre e solo il suo telefono; anche se adesso per fortuna si è staccato dalla tecnologia e ha cominciato a giocare a calcio; infatti adesso è impegnato tra allenamenti e partite. Con questo ho capito di dovermi staccare dal telefono e tornare ad incontrarmi con le amiche come facevo prima e non continuare a parlarci dietro uno schermo. Sabrina Vettori IIIC 14 E' stato svolto uno studio in cui si parlava del fatto che i bambini guardando troppo la tv diventano grassi. Io non sono affatto d'accordo con questo studio perché secondo me non è la tv o i suoi programmi che fanno mangiare molto un bambino. Può succedere che il bambino che sta vedendo la tv (di solito cartoni o film dei supereroi) per noia trovi in casa nella cucina qualcosa che gli piace e che mangia per golosità. Si diventa grassi secondo me, quindi o per golosità o mangiando male, cioè avendo una scorretta alimentazione. Questo può dipendere però anche dai genitori. Io guardo pochissimo la tv perché preferisco fare altro oppure sono impegnato a fare sport o i compiti. Se mi capita di vederla però la vedo massimo per due ore, cioè finché non finisce il film. Preferisco vedere film, ad esempio fiction di squadre di polizia o carabinieri e talent show come "Amici". Mi piace però molto andare al cinema per vedere film comici, di animazione, di avventura o di fantascienza. Riguardo la mia opinione sullo studio svolto, questo potrebbe esistere se mentre si vede la tv si mangia in continuazione, ad esempio passare le giornate a mangiare sul divano le schifezze può aumentare il rischio di obesità. E quindi anche modificare l'alimentazione in modo abituale. Oltre però ad un'alimentazione corretta per risolvere questo rischio si dovrebbe fare attività fisica. E stare ore davanti alla tv non aiuta e non permette di fare sport. Secondo lo studio la quantità di cibo introdotta dipende dal tipo di programma guardato. Infatti più il programma ha la capacità di distrarre chi lo osserva, più ha un effetto ingrassante. I programmi che distraggono di più sono quelli con molti suoni e con molte scene. Per fare un esempio, i film d’azione sono stati associati ad una maggiore ingestione di cibo mentre i talk show hanno un effetto minore. Infine penso che questo studio allora non vale solo per i bambini ma anche per gli adulti, ma credo anche che questo rischio sia soprattutto nei grandi perché i piccoli più che problemi di obesità potrebbero avere problemi agli occhi. Lorenzo Caruso IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 15 Secondo molti studiosi se fin da piccoli si guarda troppa TV aumenta il rischio di diventare grassi. Secondo me questo può accadere a causa delle troppe ore davanti al televisore, e una persona per trascorrere il tempo mangia a volontà senza rendersene conto, perché si diventa dipendenti da essa, quasi come una droga. Se questo viene ripetuto spesso porta vari PREMIO problemi per la crescita del bambino. Oramai oggi far JEAN COSTE guardare tutta la giornata la TV ai propri figli è un fatto abituale. Ma non tutti i genitori sono a favore della TV, perché Credo di parlare a nome di tutti se sono consapevoli dei problemi che può recare. Un penso che vincere il premio Jean bambino per crescere sano, senza rischio di diventare Coste sia stata una grande grasso, dovrebbe passare le sue giornate fuori all'aria emozione. Salire sul palco accompagnati da decine di applausi, aperta, fare attività fisica e mangiare sano come si è stata l’esperienza più gratificante faceva in tempi passati. della mia vita. All’inizio tutto il Ogni genitore deve interessarsi di più ai propri figli, gruppo era incredulo sul fatto di senza lasciarli troppo tempo alla TV. Il mio rapporto con la TV è nel minimo indispensabile, poter vincere, ma quando è arrivata durante l'estate passo poco tempo davanti ad essa in la notizia della nostra vittoria, è stata una grande soddisfazione per confronto agli altri mesi dell'anno. Durante la maggior tutti. Eravamo pieni di gioia. Quel parte di tutto l'anno la mattina vado a scuola, poi pranzo duro lavoro svolto ricompensato e e studio; la sera come svago guardo un po' di TV, ma, la nostra fatica premiata. non ne abuso, dato che sono impegnata a fare altro. Ci Ovviamente dobbiamo tutto questo sono diversi programmi che mi piacciono, ma il mio anche alla nostra insegnante, la preferito è la trasmissione di Violetta, una ragazza prof. Santomaggio, che ci ha Argentina che racconta le sue storie e la indaffarata vita. incoraggiato a partecipare e ci ha Quando ero piccola amavo molto i cartoni animati, e in aiutato in ogni difficoltà. Spero in quella fascia d'età ho trascorso forse un po' troppo futuro di ricordare tempo davanti al televisore, cosa molto sbagliata. Me ne quest’esperienza, perché possa, non rendo conto solamente ora che sto andando avanti nella solo ricordarmi che la fatica in un mia fase adolescenziale. Però in fondo il diventare grassi modo o nell’altro viene sempre non è solo dovuto alla TV, ma anche al trascurarsi. premiata, ma anche servirmi da Nel mondo la maggior parte dei bambini è in stimolo per fare sempre meglio. sovrappeso, maggiormente in America, dove il modo di Damiano Paolelli IIIA mangiare è sbagliatissimo, perché ci sono molti fastfood che sono popolati ogni giorno da milioni e milioni di persone. Un consiglio che do apertamente a tutti i genitori è di seguire i propri figli, fin da piccoli, nella loro lunga fase di crescita. Se ci facciamo caso in passato tutto ciò non accadeva perché i figli erano seguiti. Con il tempo la tecnologia si è sempre avanzata maggiormente, quindi si dovrebbero prendere dei provvedimenti. Dopo aver detto tutto questo, e dopo aver espresso il mio parere voglio ribadire un'ultima cosa, un consiglio alle famiglie, meno televisore ai bambini e più giochi all'aperto! LUDOVICA UMBRO IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … L'ITALIA LIBERA DAGLI OGM Classe IID 16 GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 17 Secondo il Ministero dell’istruzione inglese i ragazzi sono svogliati se i docenti non li entusiasmano. Vediamo la situazione nelle nostre classi Molto spesso sento i ragazzi dire che non hanno voglia di studiare o che non vogliono andare a scuola. Vedo molti ragazzi che passano i pomeriggi tra di loro senza fare niente o meglio cercando di fare qualcosa di diverso per fronteggiare la loro noia e la loro pigrizia. Molti ragazzi vanno a scuola per forza, per obbligo e non sentono la voglia di imparare. Secondo me i ragazzi fin da piccoli, fin dai primi anni della scuola elementare devono sentire il piacere di andare a scuola, devono trovare nella scuola un ambiente sereno e ricco di stimoli che li aiutino a crescere senza difficoltà. In alcuni casi andare a scuola diventa un peso perché il bambino si sente sovraccarico di compiti oppure si sente troppo controllato dai suoi genitori che hanno su di lui aspettative molto alte. Allora il ragazzo può andare in crisi e perdere la fiducia in se stesso e nelle sue capacità. Nel periodo dell’adolescenza manca la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità e questo è molto pericoloso per i ragazzi. Infatti, in questo caso essi tendono a chiudersi in se stessi, isolandosi oppure assumendo atteggiamenti aggressivi nei confronti degli altri che potrebbero portarli verso il fenomeno del bullismo. In questa situazione i ragazzi perdono il piacere di imparare, il piacere di andare a scuola e quindi diventano svogliati. Nella mia scuola non ci sono tali situazioni; innanzitutto la scuola che io frequento è molto piccola ed accoglie solo tre classi: in questo modo ci si conosce tutti e sappiamo i problemi scolastici degli altri, quindi i buoni risultati scolastici di molti alunni incentivano gli altri a studiare. I ragazzi svogliati nella mia scuola sono molto pochi grazie soprattutto ai nostri docenti che stimolano quelli che sono meno motivati ad essere attenti per conseguire risultati migliori. Infatti nella mia scuola ogni ragazzo dà il meglio di sé in tutte le materie. La presenza fissa, nei tre anni, di insegnanti di ruolo ha contribuito a fare della nostra scuola un esempio che riesce ad entusiasmare tutti i ragazzi aiutandoli a crescere nel loro aspetto culturale e personale. Alcuni professori sono per noi un vero punto di riferimento: riescono a capirci senza che noi parliamo, sono attenti ai nostri problemi e cercano di intervenire quando capiscono che il loro intervento è indispensabile. Molto importante è anche il loro modo di rapportarsi con le famiglie. Sanno consigliare in modo che ogni ragazzo superi le difficoltà che incontra e sappia conseguire risultati sempre migliori. In questo modo è raro incontrare nella nostra scuola ragazzi davvero svogliati. Tutti amano venire a scuola perché in essa trovano gratificazioni e attività che riescono a coinvolgerlo e ad interessarlo: cineforum, giornalino, approfondimenti, visite guidate ecc…Io sono molto contenta di frequentare questa scuola e di aver incontrato professori validi, che mi hanno aiutato a superare i miei momenti di stanchezza e di svogliatezza per farmi capire quanto sia importante la cultura e quanto sia importante crescere in maniera autonoma e responsabile. I loro consigli rimarranno sempre con me anche nelle superiori perché mi hanno fatto capire che ad ogni problema c’è una soluzione, l’importante è non cedere alla svogliatezza. L’importante è non arrendersi mai di fronte alle difficoltà. Eleonora Paparelli, IIIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 18 Si parla tanto di solidarietà, di amore e di aiuti umanitari verso il più debole, il più sofferente, il più povero... Messaggi per non essere indifferenti verso gli altri, ci giungono, in particolar modo, dai programmi televisivi che ci invitano a partecipare, anche con pochi euro, alle campagne umanitarie organizzate per aiutare i poveri del mondo, privi degli alimenti e dei farmaci necessari per la sopravvivenza. Giovani volontari lasciano gli agi delle proprie famiglie per affrontare un futuro pericoloso ed incerto, per realizzare e concretizzare un loro sogno: aiutare gli altri. Ma, se mi guardo intorno, anche nel mio piccolo mondo, vedo gente che si prodiga per aiutare i più bisognosi; centri di accoglienza preparano pasti caldi giornalmente e lunghe file di persone, cadute in difficoltà, aspettano il loro turno. A me, personalmente, è capitato di conoscere un' anziana signora che, ogni giorno, quando il mercato toglie le bancarelle, va a frugare nei cassonetti della spazzatura e prende le rimanenze di frutta e verdura un po' marce. Ho cercato di sapere di più su questa anziana signora ed ho scoperto che dorme in una casupola dal cui tetto, di materiale scadente, gronda acqua; vive sola, un piccolo gatto grigio le fa compagnia...ho scoperto, inoltre che una signora, vicina di casa, appoggiandosi ad un bastone e camminando lentamente, tutti i giorni, all'ora di pranzo, le porta un piatto caldo; questa signora vive anche lei sola, non è una benestante, ma, con la sua modesta pensione, riesce a comprare i viveri necessari per lei e la sua povera vicina. Questa è una delle tante opere di beneficenza ma, in silenzio, molte sono le persone che compiono buone azioni verso chi dorme sotto i ponti, nei vagoni morti dei treni, in auto adibite ad appartamenti, sulle panchine della metropolitana, avvolte nei cartoni per riscaldarsi. Anche verso questi poveri, bisognosi di tutto, ho visto alla televisione che giovani volontari portano vivande calde e qualche indumento pesante. Spero che la bontà e la generosità dei buoni sia tanta in tutto il mondo e che vinca sulla cattiveria che, purtroppo, dilaga sempre più. Vorrei vedere un sorriso di serenità balenare sul viso di tutti. Riccardo Landi IIB GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 19 “La Setta dei Poeti Estinti” Giovani scrittori crescono… Questa rubrica si occupa di raccogliere le poesie e i racconti ritenuti più interessanti di tutta la scuola e che i nostri compagni vorrebbero pubblicare. Il nome, “la Setta dei Poeti Estinti” è stato ispirato dalla visione del film “L’attimo fuggente”, ci è piaciuto molto perché si avvicina al nostro spirito. Nel film un gruppo di ragazzi si riuniva ogni notte in una grotta per dar via libera alla propria fantasia scrivendo racconti e poesie e proprio come quella grotta speriamo che queste pagine possano accogliere tanta fantasia. Sono due anni che non riprendo in mano il diario, e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile. Ma non è una ragazzata, è dialogare con se stessi, con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo. Lev Tolstoj Noi come Boccaccio La lettura delle più famose novelle del “Decameron” ha stimolato la fantasia degli alunni della IIC che hanno voluto “ampliare” l’opera con ulteriori novelle, tutte originali e divertenti. Eccone una selezione L’astuta Camelia Camelia era una ragazza che abitava a Perugia, la sua vita procedeva normalmente...un giorno le venne affidato il compito di recapitare un messaggio a due usurai. Dovette procurarsi molto cibo perché il suo viaggio sarebbe stato molto lungo visto che i destinatari abitavano dall'altra parte della costa. Partì di mattina con il suo destriero, RERPSPKNOLPZS, il cui nome non era neanche pronunciabile per la sua stranezza e per la sua incomprensibilità, infatti solo lei riusciva a pronunciarlo. Durante il suo tragitto si imbatté in un curioso omino dall'aspetto strambo che nel suo grezzo cappello nascondeva monete e fieno. Quest'omino incominciò ad inseguire Camelia dappertutto e lei cercò sempre di non essere vista da quello strano individuo; un giorno scoprì finalmente chi era quell'entità…seppe che era in contatto con gli usurai, i quali lo avevano mandato per verificare se Camelia stesse svolgendo il suo compito a dovere. La ragazza si sentì mancare di fiducia e lei odiava che lo facessero nei suoi confronti, così per vendicarsi escogitò un bel tranello. Quando la luna calò e gli orologi non segnavano più le ore, decise di escogitare la sua trappola...porse tanti sassolini sulle divergenze della strada depistando cosi l'uomo...infine corse in piazza e in mezzo a tanta gente iniziò ad urlare i segreti degli usurai, ridendo e facendo ridere i presenti a crepapelle. Dopo questa umiliazione l'uomo non si fece più vedere e Camelia, per concludere in bellezza, mentre se ne andava cavalcando il suo cavallo, RERPSKNOLPZS, urlò a gran voce CHI LA FA L'ASPETTI!! Alessio Bartucca, IIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 20 Giacomino e Lauretta In passato si raccontava sempre ai giovani sposi la storia di Giacomino e Lauretta, due giovani ragazzi che all’inizio non andavano per niente d’accordo. Un giorno Giacomino, un ragazzo di 21 anni, passeggiava per un paesino vicino Lecce, quando incontrò una bellissima ragazza di 20 anni di nome Lauretta. Successe che Giacomino, distratto come sempre, fece cadere dei libri che aveva in mano Lauretta. Lei gli disse, con un tono un po’ nervoso: “Scusi, ma può stare più attento?!”. Da quel momento in poi i due ragazzi non ebbero molta simpatia tra di loro, anche se a Giacomino, Lauretta un po’ piaceva, ma lei non ricambiava lo stesso sentimento per lui. Ben presto, Giacomino si innamorò perdutamente della ragazza e cominciò a farle regali su regali e a sperperare tutti i suoi soldi per lei, che però continuava ad essere fedele a suo marito (già, perché Lauretta era andata in sposa molto giovane). La ragazza decise, una volta per tutte di farla finita con quella storia e di mettere dei “paletti” tra lei e Giacomino, cioè gli disse che lei amava molto suo marito e quindi non voleva più vedere, né sentire, né ricevere regali da parte sua. Giacomino ci rimase un po’ male però decise di non arrendersi: non le fece ricevere regali così frequentemente come prima, però una volta ogni tanto un piccolo pensierino gli scappava. Dopo circa 8 mesi, Lauretta venne lasciata dal marito e allora, Giacomino, prese “la palla al balzo” e ricominciò a corteggiarla. Lei ancora per un po’ rifiutò questo corteggiatore ma, dopo circa 1 anno, la giovane si innamorò di Giacomino, proprio quando lui aveva perso le speranze. Fu quindi Lauretta che cominciò a corteggiarlo nello stesso modo in cui lui aveva fatto con lei: regali, fiori, ecc. Un anno dopo Lauretta sposò Giacomino, che in realtà non aveva mai perso del tutto le speranze, ma cercava solo un altro modo con cui corteggiare Lauretta. Da quel giorno vissero come una famiglia molto unita. Giorgia Ratto, IIC Le anime gemelle Nella città di Pisa vivevano due novelli sposi: Elisa Donatella e Giovanni da Pisa. La mano di Elisa era già stata promessa a Giovanni a soli 2 anni. Giovanni era un ragazzo molto pigro e non andava né a caccia né a pesca. Rimaneva tutto il giorno a riposare e a dormire in giardino e in casa, o faceva delle passeggiate in città. Elisa, invece, non era la solita dama, perché non faceva lunghe camminate nel bosco cogliendo fiori o funghi e non preparava delle torte per il marito. Anzi, lei odiava cucinare e amava fare le cose che suo marito non faceva. La ragazza amava particolarmente la caccia e aveva tantissime balestre e archi con delle frecce di misure e colori diversi, erano le cose a cui teneva di più. Era come se “l’uomo di famiglia” fosse Elisa. Alla donna non piaceva il marito perché il suo modo di fare le cose era lento e il suo carattere era odioso; anche se si riposava sempre, si riteneva “stanco” (ed era un po’ bruttino). A Giovanni invece piaceva molto Elisa, perché era una ragazza piena di energia, piena di solarità e quei bellissimi occhi verdi con quei ricci capelli rossi che si ritrovava, lo facevano impazzire. Però Giovanni non apprezzava la libertà della ragazza perché lei conosceva tanta gente, andava in tanti posti e aveva paura che potesse innamorarsi di un altro. Proprio per la loro diversità i due litigavano spesso, così Elisa, per stare il più lontano possibile dal marito, andava in città dalle sue amiche per parlare e divertirsi. Le gentil donne parlavano spesso dei difetti dei GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 21 loro mariti, odiavano il fatto di non scegliere il proprio marito per amore, così continuavano a fantasticare sull’uomo dei loro sogni. Un giorno Elisa, cacciando per il bosco, vide un bel ragazzo dagli occhi azzurri che subito la rapirono. Aveva i capelli color miele ed anche lui ad un certo punto la fissò rimanendo attratto dalla dolcezza che emanava il viso di quella misteriosa ragazza. I due iniziarono a parlare e si dimenticarono della caccia. Quello sconosciuto ragazzo si chiamava Paolo ed era anche lui sposato con una ragazza molto “noiosa”. Scoprirono che avevano molte cose in comune, interessi, odi e anche il marito e la moglie molto fastidiosi! Ogni giorno che si vedevano si innamoravano sempre di più, così dal giorno del loro primo incontro i due, con la scusa di andare a caccia, si sarebbero incontrati nel bosco. Elisa ritornava a casa con lo sguardo perso tra le nuvole e non aspettava altro che il giorno dopo, così come Paolo. Il marito non poteva non rendersi conto dello sguardo della moglie così iniziò ad insospettirsi. Ma un giorno, durante una passeggiata mattutina, Giovanni vide una donna che leggeva sopra una panchina e, colpito dal suo bel viso, si sedette accanto a lei. Appena lo vide fece un grande sorriso e subito dopo i due iniziarono a parlare anche se non si conoscevano affatto. Giovanni scoprì da lì che la donna era molto triste perché pensava che suo marito la stesse tradendo con un’altra donna perché i due avevano caratteri diversi e non riuscivano ad andare d’accordo. Il nome di questa donna era Maria. Giovanni si innamorò profondamente di lei e tutto ciò venne anche ricambiato. Da quel giorno in poi i due si incontrarono ogni giorno su quella panchina e parlavano di tutto e di più. Così anche Giovanni tornava a casa con lo sguardo “imbambolato”, ed anche Maria. Elisa non se ne accorgeva perché era troppo interessata al suo Paolo. Un giorno Giovanni e Maria decisero di fare una romantica passeggiata nel bosco. Arrivarono alle sponde di un laghetto dove vi erano anche Paolo con Elisa! Tutti e quattro rimasero scioccati perché la moglie noiosa di Paolo era Maria e il marito di Maria, tanto diverso, era proprio Paolo! Appena si videro, Giovanni ed Elisa rimasero a bocca aperta, come Paolo e Maria, del resto. Iniziarono a parlare tra di loro, ed anche se scoprirono l’uno il tradimento dell’altro, non si arrabbiarono perché avevano trovato l’uno l’Anima Gemella dell’altro. Sharon Depalo, IIC La scuola è quel luogo dove si ride; dove si impara l'uguaglianza e l'umiltà; dove si impara ad aiutare l'altro e a sostenere gli amici e i nemici; la scuola è dove si impara la pace, praticandola Matteo Pelosi IC Tante guerre ci son state , per culture diverse si son create. Finalmente ora la guerra tace, prendiamoci tutti per mano e che sia pace . Asia Di Dio IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 22 ACQUA Acqua che scendi dal cielo, che sfiori l’asfalto col tuo suono leggero. Dai contadini sei sempre amata Dai viaggiatori un pochino odiata. Benedetta sei tu nelle chiese, perla di vita negli aridi paesi. Tanto spreco di te noi facciamo perché della tua importanza non ci preoccupiamo. Senza di te vita non c’è Non esiste bene più prezioso di te. CLARISSA LA FORGIA IIIA NATURA I fiori che sbocciano in primavera, si affacciano a guardare il prato dal balcone. Spettacolo meraviglioso, colori gettati lì a caso dal pennello di un pittore. Uccelli che volano cinguettando, melodioso suono, gioia pura che riempie il cuore Ah quant’è bella la mia natura. Damiano Paolelli IIIA Tra 20 Anni... Finalmente, si sente un po’ di silenzio. Nonostante questa routine vada avanti ormai da qualche anno, credo che non mi abituerò mai. Tutte le mattine succede la medesima cosa: io che mi alzo tardi, e di conseguenza anche la piccola Rachele, mio marito che non sente la sveglia ed è costretto a correre per casa rischiando di inciampare ad ogni passo, io che preparo la colazione e mia figlia che contemporaneamente si veste alla rinfusa. Il caos regna sovrano fino a qualche minuto dopo, quando mio marito esce tutto trafelato per andare al lavoro e la mia piccolina che se ne va a scuola con il suo zainetto rosa. Nonostante abbia solo quattro anni, mi ricorda tantissimo me alla sua età, con le sue belle trecce bionde e il suo sorriso timido ed impacciato. Dopo aver chiuso la porta, mi dirigo verso la cucina per la mia solita tazza fumante di caffè. Mi siedo al tavolino e invece di controllare delle carte, come mio solito, inizio a ricordare i bei tempi passati, quando ancora ero una giovane ragazzina piena di sogni ed insicurezze. Mi ricordo l’ultimo anno delle medie, ero terrorizzata dagli esami e da quello che mi aspettava al liceo scientifico, la mia scelta dopo tante indecisioni. Il primo anno è stato “radicale”, era GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 23 tutto completamente nuovo per me, una ragazzina super timida e chiusa. Ho dovuto cavarmela da sola in varie occasioni, la mia sfortuna e il mio pessimo orientamento, OVVIAMENTE non mi sono stati d’aiuto. Ancora rido al ricordo. Il secondo anno è stato più facile, i luoghi mi erano più familiari, così come le persone. Avevo conosciuto molti ragazzi, tra cui alcuni che già avevo incontrato che mi avevano aiutato tantissimo. Alla fine di questo anno, ho preso la grande decisione: entrare all’Accademia Militare. Per fare ciò, dovevo andare via da casa e “trasferirmi” a Modena, non proprio una cosa comoda per una ragazza appena diciassettenne. Dovevo cominciare a essere indipendente e, per me, era davvero difficile. Io che non avevo mai messo piede fuori da Roma ad eccezione di qualche rara volta, dovevo andare lontano da casa e dai miei familiari. Per chi mi conosceva, era praticamente impossibile che io facessi una cosa del genere. Come anche per me stessa. Non so se siano state le parole incoraggianti dei miei genitori, o la mia voglia di andare via da Roma per conoscere ciò che mi circondava a farmi fare ciò che ho fatto. So solo che un anno dopo, ero all’Accademia in una delle mie lezioni di chimica. Niente era come mi ero immaginata, è stata davvero un’impresa. Tutto era completamente nuovo e fin da subito, a me, e a tutti i cadetti che erano arrivati, avevano messo in chiaro un paio di cose: se si voleva restare, bisognava dimostrare di esserne all’altezza. Un cosa per niente facile. Ricordo i primi giorni: un vero inferno. Avevamo sempre qualcuno che ci controllava e se facevamo qualcosa di sbagliato, venivamo puniti. C’erano delle rigide regole che dovevano essere rispettate, altrimenti ne pagavi le conseguenze. Mi vengono in mente, le serate nella mia camera passate a scrivere, oppure a leggere ciò che mi capitava. Lo facevo per rilassarmi, sono sempre stati i miei hobby preferiti, come tutt’ora. Dopo aver finito gli ultimi tre anni del liceo, dovevamo scegliere in quale categoria specializzarci per prendere la laurea, ed io ho scelto chimica. Sono stata davvero fiera di me per quello che ho fatto, rendendo fieri anche i miei genitori. Mi ricordo di aver sofferto molto per aver lasciato casa mia, il corso di danza che seguivo da ormai nove anni, tutti i miei amici. Quando sono tornata, però, li ho ritrovati tutti, dal primo all’ultimo e non mi sono mai sentita così bene. Nello stesso luogo in cui sono nata, ho trovato l’amore, che poi non era nemmeno così lontano, e ho avuto una figlia. Meglio di così non poteva andare. Anche se, forse, c’è ancora una cosa che mi piacerebbe fare, credo di averlo sempre desiderato, ma non ho mai avuto il coraggio di fare il grande passo: pubblicare un libro. Dico pubblicare, per un semplice motivo. Nel comodino della mia camera, quella che condivido con mio marito, in fondo al cassetto, in una cartellina, ci sono decine e decine di fogli, scritti nel corso di questi anni. Raccontano di me, quello che ho passato, cosa mi è accaduto. Chissà che non possano diventare qualcosa che la gente legga per piacere, o per curiosità di sapere che cosa ha dovuto affrontare una semplice ragazza di diciassette anni, alle prese con il mondo e con la sua timidezza. Il suono del clacson di una macchina mi risveglia da questi pensieri, facendomi concentrare sul caffè ormai freddo ed imbevibile. Alzo lo sguardo sull’orologio della cucina e con orrore vedo che sono, come di consueto, in enorme ritardo! Inizio a correre come una matta per casa, cercando di mettermi le scarpe e allo stesso tempo truccarmi, impresa letteralmente impossibile. Prendo di corsa la borsa, le chiavi e in cinque minuti sono già per strada che corro come una disperata. Nonostante gli anni che passano, è bello vedere che alcune cose non cambiano mai. Sono sempre rimasta la solita timida ed impacciata Bea!! Beatrice Nercelli, IIIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 24 INTERVISTA alla Prof.ssa di Lingua Inglese Maria Vittoria Ramogida A quanti anni ha cominciato a insegnare inglese? A 26 anni. È soddisfatta dopo le lezioni? Sì, sono molto soddisfatta. Perché le è piaciuta questa lingua? Perché amavo la letteratura inglese e americana. Che scuole superiori ha fatto? Liceo scientifico. Da quanto insegna alla scuola di San Vittorino? Da un anno. Le piace lavorare in questa scuola? Sì, mi piace. Sa anche altre lingue? Quali? Sì, so il tedesco e il russo. Quanti anni ha studiato per imparare l’inglese? Ho studiato cinque anni. Da piccola voleva diventare una professoressa di inglese? Di inglese no, ma professoressa sì. Quando era piccola le piaceva inglese? Sì, mi piaceva. Da piccola era brava ad altre materie oltre ad inglese? Sì, ero brava in fisica ed in matematica. Il voto di inglese era più alto o più basso delle altre materie? Era uguale. È stata mai bocciata? Mai . Le prime volte ad inglese ha preso subito bei voti? Si. Quale è stata la prima materia che le è piaciuta alle elementari? Matematica. Cosa consiglia ai sui alunni per migliorare inglese? Ai miei alunni consiglio di ascoltare la musica in inglese e di guardare la tv in inglese. Le piace lavorare con noi? Sì, anche se chiacchierate troppo. La maggior parte di noi sono bravi ed hanno un buon comportamento? Sì. Le piace l’Inghilterra? Molto, Moltissimo. Giada da Feo IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 25 Tra Parole e note piccoli consigli per navigare nel mondo del cinema, dei libri, della musica e…altro. “Anna puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Anna. Le nuvole si diradano, comincia a risplendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro aridità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto, Anna. L'animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno, verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Anna. Lassù.” da Il Grande Dittatore DALTON I Dalton è una serie televisiva Franco-canadese a cartoni animati co-prodotta da Xilam e Dargaud Media trasmessa a partire dal 2010 sul canale France 3. La serie conta un totale di 195 episodi da 6 minuti e mezzo circa. La storia si basa sui fratelli Dalton, nemici ricorrenti di Lucky Luke cowboy pistolero veloce e furbo. Per il momento la serie è interrotta, ma non definitivamente con l'ultimo episodio della seconda stagione "Lo shampoo miracoloso". Ogni puntata dura circa 18-21 minuti contenente 3 episodi ciascuna. La serie è destinata a un pubblico che si aggira dagli 11-12 anni ai 16-18 anni, tuttavia ha raggiunto la maggiore quantità di ascolti nella fascia d'età che varia dai 7 ai 10 anni. I Dalton sono quattro, sembrano gemelli per via della somiglianza dei volti, ma in realtà hanno età, caratteri e conformazioni corporee molto diverse tra loro. Sono galeotti in una prigione imponente che si trova nel bel mezzo del deserto, abitato solo da un accampamento di indiani molto particolari. I fratelli Dalton stanno scontando per furto una pena dalla durata imprecisata. E il loro unico obiettivo è evadere. Lo fanno in tutti i modi e neanche tanto di nascosto. Il direttore Peabody intuisce sempre che dietro a qualche malefatta o episodio strano si nasconde il gruppetto dei Dalton e, ormai, non ci fa più caso. Come direttore ha lo scopo di preservare il carcere da attacchi esterni e dai tentativi di evasione dei suoi detenuti. Considera i suoi ospiti un buon modo per ottenere la gloria, una buona reputazione e, soprattutto, per fare soldi. La signorina Betty, invece, è spesso in contrasto con le idee del direttore e, sebbene svampita e un po’ credulona, ha a cuore i detenuti. Quella che potremmo definire l’educatrice del penitenziario, cerca di trarre il meglio da loro. A guardia del carcere c’è la coppia Pit e Emett: l’uno basso, l’altro alto, entrambi col vizio delle scommesse, non faticano per acciuffare i fratelli Dalton durante le loro tentate evasioni, ma non si può certo di dire che siano validi poliziotti. Alessio Cugini IC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 26 “Alla luce del sole”: la storia di Don Puglisi In uno degli incontri del progetto “Cineforum” abbiamo visto il film “Alla luce del sole”, una storia vera, quella di Don Pino Puglisi. È ambientato a Brancaccio, un quartiere di Palermo. Don Puglisi è un sacerdote della chiesa del quartiere, che si accorge di una “presenza”, ovvero della mafia. Cerca di cambiare le cose, partendo dall’educazione dei più giovani: li spinge a non marinare la scuola, ad andare in chiesa, a non rubare. Così i ragazzi si affidano a Don Puglisi e vanno a trovarlo, passano del tempo con lui, giocando a volte a calcio, oppure vanno nella sua chiesa che ha sistemato con gli alunni della scuola superiore, dove insegnava. Ai genitori mafiosi, ovviamente, non piace quello che insegna Don Puglisi ai loro figli. Infatti un ragazzino di nome Domenico, a cui viene impedito di andarci, si toglie addirittura la vita. È così che Don Puglisi decide di mandare dei messaggi chiari alla mafia, ma purtroppo nella piazzetta dove di solito si mette a parlare, non c 'è nessuno ad ascoltarlo. Egli afferma che gli uomini devono agire alla luce del sole e non di notte. un giorno sente alla televisione la morte di Giovanni Falcone, e pochi giorni dopo quella di Paolo Borsellino. Il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, la mafia lo uccide. Se fosse stato soccorso in tempo sarebbe rimasto vivo ma la gente lo ignora completamente. Al funerale si presentano tutti i suoi ragazzi, i quali lasciano vicino alla bara oggetti a loro cari. Uno di loro, addirittura, lo rivede vivo, e con questa immagine si chiude il film. Questo film mi è piaciuto molto, mi ha fatto capire che nella vita tutti devono rispettare tutti, mi ha fatto capire che la mafia è una cosa brutta, e che, lottando senza paura dobbiamo riuscire ad estirparla, perché porta solo morte e dolore . Don Puglisi, mi ha insegnato che la gente come lui è da ammirare, bisogna trarre ispirazione dal suo coraggio. Continuando con la sua missione, avrebbe portato tutti i giovani di Brancaccio alla sua chiesa, lontano dalla piovra della mafia. Sono rimasta colpita dalla sua fine: quando la mafia lo ha ucciso. la gente non ha fatto niente , anzi è stata solo a guardare. Ho provato molta rabbia, perché un uomo così coraggioso poteva essere ancora vivo, poteva ancora insegnare tanto. Martina Peverini, IIIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … 27 George Orwell La fattoria degli animali PERSONAGGI PRINCIPALI: VecchioMmaggiore, Napoleon, Palla di neve, Piffero, Boxer, Beniamino, Trifoglio, Mollie, Mosè, il fattore Jones. Un giorno tutti gli animali della fattoria vengono radunati da un anziano maiale, chiamato il Vecchio Maggiore, il quale rivela loro un suo sogno, cioè ,un mondo governato dagli animali, facendoli notare, come il loro vero nemico sia l'uomo. Dopo la morte del Maggiore, il fattore Jones, alcolista, inizia a trascurare la fattoria e i suoi animali che trovandosi senza cibo e senza cure si ribellano. I maiali, gli animali più intelligenti della fattoria, assumono il controllo trasformando la fattoria da padronale a fattoria degli animali. In particolare due maiali si distinguono: Napoleon e Palla di Neve. In poco tempo, Napoleon aiutato da un gruppo di cani riesce a liberarsi di Palla di Neve e a prendere il contollo totale, inizia a comportarsi come un vero dittatore cercando di convincere tutti che lui ha sempre ragione e quando non ci riesce, prende il fucile e ammazza i ribelli. Il dittatore Napoleon, si attribuisce tutti i meriti facendo ricadere i fallimenti sul povero Palla di neve, come la costruzione del mulino che crolla a causa del vento; tradisce i suoi pochi seguaci come il cavallo Boxer, condotto al macello quando non serve più per i suoi progetti. Per concludere Napoleon si allea con il vecchio padrone, il fattore Jones, non solo, inizia a vestirsi come lui, ad avere li stessi vizi,a fare affari con gli altri uomini e tiene sotto schiavitù tutti gli animali. I poveri animali assistono inermi all'annuncio di Napoleon, quella fattoria sarebbe tornata ad essere la fattoria padronale e non più degli animali. L'autore scrive questo libro negli anni in cui Stalin stava prendendo il potere in Russia e attraverso gli animali ha voluto descrivere come sarebbe stata la sua dittatura comunista. Oggi noi sappiamo com'è andata, i libri di storia ci raccontano di quante persone sono state uccise perchè non condividevano le sue idee, abbiamo vissuto la stessa situazione in Italia con Mussolini. Questi avvenimenti sembrano lontani, superati, ma in realtà ancora oggi l'uguaglianza non è stata raggiunta, seppur in maniera meno violenta, la differenza per il colore della pelle o per la religione esiste ancora e chissà se riusciremo mai ad arrivare a sentirci davvero tutti uguali. Sabrina Vettori IIIC GUARDANDO IL MONDO DA UN OBLO’ … La Redazione Sara Fabbri Dalila Vettori Renee Del Vecchio Beatrice Nercelli Claudio Passeri Sofia Luzi Matteo Telesco Desiree Nucilli Daniele Tossici Eleonora Paparelli Sharon Depalo Matteo Pelosi Clarissa La Forgia Martina Peverini Damiano Paolelli Denise Bartocci Patrizio Pitzoi Sofia Mangiaracina Alessio Bartucca Giada de Feo Serena Di Marco Federico Buffone Alessio Cedrone Lorenzo Caruso Riccardo Landi Giorgia Ratto Asia Di Dio Alessio Cugini Sabrina Vettori Ludovica Umbro Pagine per tutti Il giornale offre a tutte le classi, la possibilità di pubblicare articoli, esperienze, notizie, giochi, sia di classe sia individuali, che possano aiutarci a rendere migliore la permanenza nella nostra scuola. Tutti gli interessati possono inviare i loro articoli all'indirizzo [email protected] Aspettiamo il materiale! La Redazione 28