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Diapositiva 1 - Tfa Sostegno Lumsa 2015

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Diapositiva 1 - Tfa Sostegno Lumsa 2015
CORSO DI ABILITAZIONE PER IL SOSTEGNO A.A.2015/16
Didattica speciale e apprendimento per le
disabilità sensoriali 4
CATIA PEPE
PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA-FORMATRICE
CONSORZIO HUMANITAS
Catia Pepe
1
Lezione del 5 Marzo
• Il metodo oralista, L’approccio bilinguista, la
dattilologia bimanuale,
• Il bambino sordo a scuola- l’intervento in
classe.
• L’adolescente sordo a scuola- l’intervento in
classe.
La scelta del sistema comunicativo
Spetta ai genitori del bambino sordo la scelta del sistema
comunicativo da adottare. Non esiste un sistema migliore
di un altro ma soltanto un canale di comunicazione più
adatto e più accettato da quel bambino e dalla sua famiglia
Oltre al canale da utilizzare è fondamentale preventivare
quale competenza linguistica il bambino potrà raggiungere
in quel versante e quanto questa competenza condizionerà i
futuri apprendimenti scolastici
Personalizzazione dell’intervento
•
•
•
•
•
•
•
•
Epoca di comparsa,
Eziologia,
Evoluzione della sordità,
Frequenze acustiche,
Grado di ipoacusia,
Tipo di protesizzazione o impianto,
Precocità nella diagnosi,
Presenza di genitori sordi.
Chi fa l’impianto?
• In casi di sordità grave e profonda sia congenita o
acquisita,
• Che non traggono beneficio dalle protesi
acustiche,
• In tutte le forme di ipoacusie neurosensoriali,
• Bambini di età inferiore ai 2 anni in assenza di
progressi significativi nel riconoscimento del
linguaggio dopo 3-6 mesi di protesi acustica,
• Bambini di età superiore ai 2 anni con punteggio
inferiore al 30% per parole bisillabiche.
Risultati positivi in casi di sordità
profonda
•
•
•
•
Accurata valutazione e selezione preimpianto,
Coinvolgimento della famiglia,
Adeguata riabilitazione postimpianto
Risultati: ascoltare la voce umana parlata, modulata e sussurrata,
percezione di quasi tutti i rumori e dei suoni ambientali, utilizzo in
breve tempo dei feedback acustici seguendo tappe evolutive simili a
quelle di un bambino udente.
• Le ricerche (Bosco, 2005) evidenziano quanto il gap tra le
performance degli alunni impiantati senza ulteriori disabilità, tra età
cronologica e classe frequentata è inesistente per il 62% dei ragazzi,
di un anno per il 28% e di due anni per il 10%.
• Precocità dell’impianto, qualità delle relazioni familiari, adeguatezza
della logopedia, collaborazione scuola-famiglia-terapia,
rappresentano fattori predittivi di successo scolastico per l’alunno
sordo.
QUALE LINGUA INSEGNARE AI BAMBINI SORDI?
• Non esistono, a livello nazionale, indicazioni
comuni e condivise riguardo alla lingua che
deve essere usata con i bambini sordi.
• Ai sordi segnanti, che imparano la LIS
precocemente e la sviluppano come lingua
nativa, si contrappone un cospicuo gruppo di
sordi oralisti, i quali prediligono l’esclusivo
utilizzo della lingua orale.
L’approccio oralista
• I bambini sordi inseriti in un ambiente di parlanti, non
sono in grado di percepire ed elaborare senza aiuti una
comunicazione verbale efficace.
• Il mancato sviluppo naturale della lingua parlata è da
inquadrare nell’impossibilità fisica dei bambini sordi di
discriminare e riconoscere in modo automatico i tratti
fonemici della lingua italiana.
• La mancata esposizione dei bambini sordi alla lingua
parlata, nelle stesse modalità di frequenza e qualità dei
coetanei udenti, ne impedisce lo sviluppo nei termini
previsti della competenza linguistica (Caselli, 1994).
L’approccio oralista
• I bambini sordi, sottoposti a training specifici
di logopedia riescono ad acquisire, in maniera
variabile da soggetto a soggetto, una
competenza comunicativa (Radelli, 1998),
• Soltanto casi limitati riescono a raggiungere
livelli di competenza linguistica in italiano
parlato pari a quelli dei loro coetanei udenti
(Radelli, 1998).
La terapia logopedica
• È preferibile iniziare la terapia logopedica subito
dopo la diagnosi di sordità,
• Le ricerche internazionali sottolineano
l’importanza di un metodo che privilegi il canale
uditivo-verbale
• Nei casi in cui esiste solo una diagnosi di sordità,
e non vi sono ulteriori difficoltà, la
protesizzazione, l’impianto precoce e la terapia
logopedica rappresentano delle buone premesse
per lo sviluppo delle abilità uditive e linguistiche
nel bambino,
• Anche I bambini sordi preverbali se possono
usare l’impianto precocemente apprendono a
parlare,
• Sarà fondamentale stimolare il linguaggio del
bambino sia in famiglia che nei diversi contesti
riabilitativi e educativi
L’approccio bilinguista
• Una possibilità offerta al bambino sordo è quella
di far coesistere l’uso della lingua vocale,
acquisita attraverso l’impianto cocleare o la
protesi acustica, con l’uso della lingua dei segni
(LIS).
• La coesistenza delle due esperienze, benché
molto dibattuta, non ostacola lo sviluppo della
lingua orale, ma favorisce invece lo sviluppo
linguistico, comunicativo e cognitivo del bambino.
L’approccio bilinguista
• Si basa sull’offrire al bambino sordo anche una conoscenza
linguistica fondata sulla LIS (LINGUA ITALIANA DEI SEGNI),
• L’apprendimento della lingua dei segni avviene nel bambino
sordo in maniera naturale, rapida e automatica rispetto
all’acquisizione della lingua verbale,
• Consente al bambino sordo di entrare in relazione in modo
completo e totale con una parte della società,
• Tuttavia la mancata correlazione della LIS ad un codice
scritto, principale veicolatore dei processi culturali e
intellettuali, non consente di raggiungere risultati
significativi nello sviluppo dell’Apprendimento scolastico del
bambino sordo.
Le ricerche….
• Uno studio condotto su bambini con impianto cocleare,
nel quale sono stati confrontati bambini che hanno
ricevuto un’educazione esclusivamente oralista e
bambini che hanno ricevuto un’educazione bilingue
bimodale, ha mostrato che nella fluenza verbale, il
gruppo dei bambini bilingui ha ottenuto punteggi
notevolmente migliori rispetto al gruppo di bambini
oralizzati (Jiménez, Pino, Herruzo 2009).
• Un ambiente in cui si usa sia la lingua dei segni che la
lingua orale rende il bambino sordo capace di
interagire e di acquisire consapevolezza degli stati
mentali di chi comunica con lui (Meristo et al. 2007).
L’approccio con la Dattilologia
Fonologica Bimanuale (DFB)
L’idea dell’approccio è quella di realizzare un
canale di comunicazione che tenga conto di
due aspetti;
a) Trasmissione di informazioni linguistiche
verbali su un canale che si adatti alle
competenze ricettive e indenni (vista),
b) Aderenza assoluta alla lingua verbale
L’approccio con la Dattilologia
Fonologica Bimanuale (DFB) 2
• È un tipo di approccio che integra l’Alfabeto
Manuale Italiano con l’aggiunta di altri cinque
segni,
• In tal modo risulta aderente non solo alla
lingua scritta italiana ma anche a quella
verbale.
Dattilologia Fonologica Bimanuale
(DFB)
Passi della DFB
• Si esegue con due mani ed è sincronizzata con il parlato,
• Con la mano destra si producono tutte le consonanti e tutte
le vocali non precedute da consonanti,
• Con la mano sinistra si producono soltanto le vocali
precedute da consonanti,
• Le due mani sono posizionate sotto il mento in simultanea
e ravvicinate tra loro per fare rientrare anche le labbra nel
campo visivo dei bambini,
• Durante la produzione dei gruppi consonantici e delle vocali
non precedute da consonante la mano sx scompare dal
campo visivo,
• Le consonanti doppie sono prodotte con un duplice
movimento ritmico della mano ds.
In sintesi….
• Rappresenta un linguaggio verbale tradotto in
elementi segnati e risulta recepibile ai bambini
sordi attraverso il canale visivo mediante il
quale veicolare la quantità necessaria di
informazioni verbali necessaria allo sviluppo
della competenza linguistica verbale.
• Risulta necessario l’intervento logopedico per
organizzare il corretto profilo fonologicoarticolatorio.
L’INTERVENTO CON IL BAMBINO
SORDO
• Promuovere le abilità percettive sensoriali
residue in modo da integrare informazioni
uditive, tattili, visive, olfattive….
• Utilizzo costante dell’amplificazione acustica
se il bambino ha avuto l’impianto o usa
protesi acustica,
• Sviluppare le abilità linguistiche: promuovere
la comprensione, aumentare l’acquisizione
lessicale-semantica-narrativa.
• Sviluppare le acquisizioni scolastiche,
incrementare la letto-scrittura, ottimizzare i
livelli educativo-scolastici,
• Favorire la crescita emotiva,
• Favorire l’accettazione della disabilità uditiva,
• Promuovere lo sviluppo socio-relazionale del
bambino.
Se facciamo un po’ di storia sulla sordità, un
tempo i sordi erano chiamati sordomuti e la loro
disabilità annullava la loro persona. Non
sapevano leggere, ne scrivere e la famiglia
provava un forte senso di vergogna.
Completamente esclusi dalla società.
Dipendenza,
Povertà ideativa,
isolamento,
Carente crescita emotiva, affettiva, psichica
e sociale
Negli anni grazie alle innovazioni educative i
sordi hanno iniziato ad essere depositari di
diritti verso una partecipazione attiva anche alla
vita scolastica e sociale.
si assiste ad una crescita personale sociale affettiva e
psichica del sordo.
Diritti,
Libertà,
Indipendenza,
Accettazione,
Ricchezza ideativa,
Flessibilità
Minori difficoltà di contatti
sociali per i sordi
Con il termine «sordo» (legge n. 95 del 20/02/2006) si
considera sordo il minorato sensoriale dell’udito
affetto da sordità congenita o acquisita durante l’età
evolutiva che gli abbia compromesso il normale
apprendimento del linguaggio parlato...
Le famiglie possono scegliere se affidare l’istruzione dei loro figli sordi a scuole
specializzate, oppure alla scuola comune usufruendo di ore di insegnamento
‘specializzato’ attraverso un’ insegnante di sostegno e un’ assistente alla
comunicazione che affianca l’insegnante di classe.
Il bambino sordo, pur essendo in grado di condurre un programma scolastico
al pari degli altri alunni della classe, se non viene opportunamente supportato
nelle ore di lezione, soffre di ritardi nel programma e richiede pertanto
necessariamente un insegnamento individualizzato.
Occorre considerare che un bambino sordo è tale anche nelle relazioni;
perciò, benché inserito in una classe, se non opportunamente mediato da un
operatore, egli rimane isolato, pertanto non si realizza il progetto di
inclusione.
Norme che regolano il diritto
all’istruzione dell’alunno sordo
• legge n. 104 del 1992,
• Per l’alunno disabile deve essere stilato un Profilo
dinamico funzionale (PDF) utile alla formulazione
di un Piano educativo individualizzato (PEI),
• Al fine di ottimizzare i tempi di osservazione e di
rendere più efficace la programmazione sarebbe
utile stilare per l’alunno sordo un Profilo
linguistico funzionale (PLF) realizzato da esperti
del settore, ovvero linguisti, logopedisti.
L’assistente alla comunicazione
• Esperto che facilita la comunicazione tra l’alunno non udente e gli
insegnanti e i coetanei,
• Introdotta nelle scuole a metà degli anni novanta, ma è ancora poco
diffusa in maniera uniforme sul territorio nazionale,
• Utilizza il canale visuo-gestuale LIS oppure uditivo-verbale
• La legge 23 marzo 93, n76 recita che le funzioni assistenziali sono di
competenza delle Province che le esercitano direttamente o in
convenzione con i Comuni…..tramite le associazioni di tutela…….
• Nota 30 novembre 2001, protocollo n. 3390 si afferma che rimane
all’ente locale il compito di fornire assistenza specialistica con
personale qualificato sia all’interno che all’esterno della scuola….nei
casi di particolari deficit.
Il tempo nel contesto classe
45% si ascolta
35% si parla
20% si legge o si scrive
(Berg, 1987)
Con il bambino sordo è
importante utilizzare il codice
visivo in quanto funge da
supporto al codice orale
IL BAMBINO SORDO A SCUOLA
• L’apparecchio acustico e l’impianto cocleare migliorano
la percezione uditiva del bambino sordo,
• Il bambino ha la possibilità di percepire in ambiente
silenzioso il 70%, 80% delle parole,
• In un ambiente rumoroso come quello della classe la
percezione uditiva si riduce.
• Risulta necessario adeguare le condizioni ambientali
alle caratteristiche uditive e comunicative dei bambini
sordi.
• Promuovere la generalizzazione della via uditiva nei
bambini con protesi o impiantati come suggerito dai
logopedisti.
Difficoltà di apprendimento nel
bambino sordo
•
•
•
•
Difficoltà nella decodifica,
Comprensione,
Uso della lingua orale e scritta,
Riduzione dei tempi di attenzione
Prima di arrivare alla comprensione il bambino sordo deve
analizzare e interpretare i suoni provenienti dell’interlocutore
L’alunno sordo è demotivato alla lettura per le
difficoltà di comprensione dei testi scritti, per la
limitata conoscenza di alcuni vocaboli che causano
il mancato accesso ai contenuti.
L’adattamento dei testi scritti può essere svolto
partendo dai libri in dotazione della classe in base
alle esigenze degli alunni sordi, in termini di lessico,
struttura morfo-sintattica, contenuti e veste grafica
(Tiraboschi, 1994).
L’adattamento dei testi in formato
elettronico
Con l’ausilio di un rilevatore ottico collegato al computer
è possibile accedere al testo con il livello di adattamento
preferito in formato elettronico;
•
•
•
•
Conteggio (parole, frasi, grafemi),
Medie (caratteri/parole, parole/frasi, frasi/paragrafo),
Indici di leggibilità
Indici di comprensibilità (percentuale di parole
comuni/meno diffuse, parole ad alto uso).
la mappa concettuale come forma di
adattamento del testo….
Software di riconoscimento dei segni
• Sperimentazione promossa dal Dipartimento
di ingegneria dell’università di Siena,
• Permette di tradurre i testi scritti in LIS
integrato al computer palmare o ad altro
dispositivo mobile (progetto Blue Sign
Translator).
Per facilitare la comunicazione con
lingua scritta
Il progetto VOICE (Commissione Europe, 1996),
ha l’obiettivo di trasformare le parole dei
docenti in testo scritto fruibile dagli alunni sordi
in tempo reale mediante un Software di
riconoscimento vocale.
LA DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA
• Attività individuali che può svolgere l’alunno
per potenziare determinate abilità o per
acquisire specifiche competenze, anche
nell’ambito delle strategie compensative e del
metodo di studio;
• tali attività individualizzate possono essere
realizzate nelle fasi di lavoro individuale in
classe o in momenti ad esse dedicati.
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
• Calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed
unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli
alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto
il profilo qualitativo;
• si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo
sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento.
• Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la
didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di
metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il
successo formativo in ogni alunno:
 l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.),
 l’attenzione agli stili di apprendimento,
 la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di
promuovere un apprendimento significativo.
Gli strumenti compensativi
Fra i più noti nelle disabilità uditive indichiamo:
• Strategie volte a utilizzare il codice grafo-visivo
(grafici, mappe, schemi) e quello scritto,
• Strategie volte a facilitare la memorizzazione e
organizzazione
delle
informazioni
visive,
mediante
memoria
visiva
es.
(mappe
concettuali,etc.),
• Potenziare le capacità di lettura e concentrazione,
• LIM (lavagna interattiva multimediale,
• Sistemi di sottotitolazione della lezione.
Cosa fare in classe?
• Evitare compiti che richiedono solo capacità di ascolto,
• Consentire all’alunno di usufruire di maggior tempo per
lo svolgimento di una prova, o di poter svolgere la
stessa su un contenuto comunque disciplinarmente
significativo ma ridotto,
• Tenendo conto degli indici di prestazione dell’allievo,
valutare in che misura la specifica difficoltà lo penalizza
di fronte ai compagni e stabilire di conseguenza oltre a
un tempo aggiuntivo anche la riduzione del materiale
di lavoro.
Rendere il contesto classe favorevole
all’ascolto e alla comunicazione
• Posizionare il bambino nella zona centro-laterale dell’aula in modo
da assicurarsi che abbia un buon controllo dell’ambiente, oppure
creare un semicerchio in modo da consentire un’agevole
visualizzazione dell’insegnante e dei compagni,
• Evitare sovrapposizioni di voci nel corso della spiegazione,
• Scegliere un’aula silenziosa,
• Contenere al massimo il numero degli alunni per classe,
• Utilizzare del materiale fono assorbente (tende, tappeti) e
antirumore (gommini sotto le sedie, paracolpi alle porte),
• Controllare che il viso dell’insegnante sia sempre ben visibile al
bambino e non vi siano zone d’ombra,
• Non coprirsi la bocca mentre si parla,
• Parlare lentamente durante la spiegazione.
• Avere in classe segnalatori luminosi per avvisi di emergenza,
• Evitare ausili sonori (cd, sintesi vocale, registratore) per
i compiti di ascolto,
• Evitare di porsi dietro al bambino ma porsi sempre di
fronte,
• Rivolgersi al bambino dopo averlo chiamato per nome,
• Durante le discussioni identificare il parlante
chiamandolo per nome,
• Familiarizzare con il sussidio del bambino in modo da
essergli di aiuto per verificare se sia attivo, regolare il
volume, cambiare la batteria condividendo con la
famiglia tali aspetti.
• Ripetere più volte i concetti più importanti,
• Utilizzare la LIM o video proiettori come strumenti per
integrare le spiegazioni usando il codice visivo,
• Realizzare schemi, mappe, disegni, sottolineare i
concetti chiave,
• Ricorrere a materiale illustrativo (foto, immagini,
disegni, software….),
• Se si utilizza la LIS curare che l’assistente abbia sempre
una posizione ben visibile all’alunno che non
interferisca con altri elementi visivamente importanti,
• Verificare la possibilità di utilizzare un sistema a
modulazione di frequenza (amplificatori).
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ridurre il tempo di insegnamento frontale a vantaggio di strategie inclusive come
l’AC,
Facilitare la presa della parola da parte dell’alunno,
Apprendimento tra pari, tutoring ecc…
L’alunno dovrebbe conoscere in anticipo l’argomento della lezione,
In alcuni casi è necessario un lavoro preparatorio in modo da potersi dedicare alla
comprensione e non alla decodifica del significato dei termini che non conosce,
Avere sempre schemi adeguati alla competenza linguistica dell’alunno a cui poter
attingere per lo studio individuale,
Concordare in anticipo dei segnali condivisi con l’alunno per avere dei feedback e
comprendere quando l’alunno sta seguendo la spiegazione,
Mantenere il contatto oculare e avere dei feedback frequenti,
Quando un compagno fa una domanda prima di rispondere verificare che l’alunno
sordo lo abbia identificato e poi ripetere la domanda,
Sensibilizzare la classe all’uso di semplici regole (parlare uno alla volta, indicare chi
sta parlando, ripetere domande e risposte, parlare lentamente),
Concordare verifiche scritte ma anche orali in maniera graduale.
• Percepire con chiarezza il messaggio e il compito
richiesto
• Avere occasioni e tempi adeguati per esprimersi
• Avere Fiducia nelle proprie possibilità e percepirla anche
da parte dell’insegnante.
Comunicazione Aumentativa
Alternativa (CAA)
• E’ un orientamento clinico-riabilitativo-educativo
che considera la comunicazione come un
processo costituito da piu’ elementi che lavorano
in modo integrato per consentire lo scambio
comunicativo.
• Ci si riferisce a tutte quelle modalità comunicative
che hanno la funzione di integrare, potenziare o
sostituire il linguaggio verbale quando
quest’ultimo risulti carente tale da impedire l’atto
comunicativo.
• La CAA nasce nel 1983 come specifico ambito
di intervento riabilitativo negli Stati Uniti, con
la costituzione della International Society Of
Augmentative and Alternative Comunication
(I.S.A.A.C.).
• Con il termine di CAA si intende l’insieme di
conoscenze, tecniche, strategie e strumenti
che è possibile attivare per facilitare la
comunicazione.
• Si parla quindi di Comunicazione Aumentativa
Alternativa come potenziamento delle risorse
comunicative che ancora sussistono: residui
vocali, comunicazione non verbale (sguardo,
mimica, gesti).
OBIETTIVI DELLA C. A. A.
• avere un ruolo nella conversazione (salutare le
persone)
• attuare un controllo sull’ambiente e raggiungere
un maggior grado di indipendenza (fare scelte)
• dimostrare l’intenzionalità comunicativa
(richiedere “ancora” un oggetto o attività)
• reagire alle cadute della comunicazione (dare
conferma)
• prendere il proprio turno per scambiare
informazioni
COME PROMUOVERE LA C.A.A.
Creare le OM a fare la richiesta
• Fare assaggiare un cibo e aspettare che il bambino ne
richieda ancora
• Dare pochi sorsi da bere…aspettare una eventuale
richiesta del bambino
• Fare un gioco ripetitivo, fermarsi e aspettare che il
bambino lo chieda ancora (battere le mani, cantare,
percuotere, ecc..)
• Promuovere bisogni di base, ad esempio, toilette, bere
• Partire da un libro, un gioco, o l’attività preferita
Strumenti comunicativi
Diario fotografico:
strumento di comunicazione che contiene
informazioni scritte e accompagnate da
fotografie, disegni che il bambino riconosce e
che rappresentano eventi o esperienze vissute.
Materiale molto utile per favorire la
conversazione col bambino.
Tabelle: costituite da simboli che rappresentano
attività o momenti particolari della giornata,
Cartelloni e tavole di comunicazione: sono
costituiti da fotografie o immagini che
rappresentano oggetti appartenenti al contesto
in cui si trovano. Servono per indurre il bambino
a fare scelte e richieste
I PECS
PECS è l’acronimo di “Picture Exchange Communication
System” ovvero è un Sistema di Comunicazione mediante
Scambio per Immagini. Tale sistema punta allo sviluppo
della Comunicazione Funzionale e della Comunicazione
come scambio sociale, attraverso un programma di
apprendimento a piccoli passi che comprende 6 fasi.
Basato sull’uso di ‘rinforzi’ ha come obiettivo quello di
incoraggiare la spontaneità e l’iniziativa del bambino nella
comunicazione.
FASE I- RICHIESTA
Si insegna al bambino ad avvicinarsi ad un'altra
persona e a dare la carta-simbolo di un oggetto
desiderato, in cambio dell’oggetto. Tale richiesta
è sempre accompagnata dal linguaggio verbale.
Nelle fasi iniziali sono necessari almeno 20-30
scambi nell’arco della giornata.
Si inizia ad insegnare al bambino la giusta
comunicazione scambiando una singola
immagine con un oggetto estremamente
desiderato.
In questa fase sono necessari due adulti che
aiutano il bambino uno che lo avvicina verso
l’immagine e lo aiuta in maniera silenziosa
magari mettendosi dietro di lui, l’altro che
aspetta la richiesta del bambino.
CP Comunicative Partner
1) Attrae l’attenzione del bambino
2) Rinforza il bambino in ½ secondo
3) Aggiunge un elogio sociale con il
rinforzo definito
4) Tiene il tempo appropriato della mano
aperta
PP Physical Prompter
1) Aspetta che il bambino inizia
2) Aiuta fisicamente il bambino a
scambiare l'immagine
3) Sfuma sistematicamente i prompts
ovvero gli aiuti
In questa fase, componendo in passi
elementari, il bambino impara a:
◦prendere la carta;
◦allungarsi verso l’adulto;
◦rilasciare la carta nella sua mano;
FASE II- MOVIMENTO
• dirigersi verso il Book;
• staccare il pittogramma appropriato
• andare dall’interlocutore e rilasciare la cartasimbolo insieme alla richiesta verbale
FASE III – DISCRIMINAZIONE DEL SIMBOLO
Si insegna a discriminare più immagini ed a
selezionare il pittogramma che rappresenta
l’oggetto desiderato. Il bambino imparerà a
distinguere e scegliere fra carte-simbolo ed
oggetti. In genere in questa fase viene utilizzato
un solo adulto.
FASE IV – LA COSTRUZIONE DELLA FRASE
Si insegna ad usare la struttura di una frase per
fare una richiesta sotto forma di: "io voglio …". Il
bambino impara a costruire, mediante
pittogrammi, una frase e a presentarla all’adulto.
È sufficiente la presenza di un solo adulto.
FASE V – RISPONDERE
Una volta che il bambino è in grado di formulare
richieste spontanee, si insegna a rispondere alla
domanda: “cosa vuoi?”
FASE VI – COMMENTARE
Nell’ultima fase si insegna a commentare le cose del loro
ambiente sia spontaneamente che in risposta ad una
domanda. In questa fase il bambino impara a rispondere alle
domande:
•Cosa vedi?
•Cosa senti?
Le carte-simbolo “Io vedo” ed “Io sento” si usano allo stesso
modo della carta “Io voglio”. Si usano oggetti interessanti per
il bambino oppure eventi da guardare. Si commenta su fatti
insoliti, cambiamenti, etc. cercando di utilizzare contesti
diversi.
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