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LA STAMPA SEDUCE... CON IL TATTO
di L orenzo C apitani i s n e s e cinqu il tatto 55 cinquesensi Morbida come il velluto o ruvida come la canapa . S ottile come un merletto o spessa e materica … la stampa incanta anche la nostra pelle . P er un ’emozione che si legge in punta di dita aè La Stamapdeisensi esperienz La stampa seduce... con il tatto Sia mo giunti alla terza pu nt at a di qu es ta ca rr el la ta su ll e no bi lit az io ni de gl i st am pa ti e su co me qu es te co in vo lg an o i no st ri ci nq ue se ns i . D op o le pr im e du e de di ca te al la vi st a , ec co ci ar ri va ti a qu el lo ch e è fo rs e “ sensuale dei sensi ”, quel il più lo ch e ri ma ne pi ù im pr ess o ne ll a me mo ri a e sp ess o vi nc e co mm er ci al me nt e : il ta tt o . I l se ns o de ll ’ er os ma an ch e de l pr im iss im o co nt at to co n la ma dr e , no n a ca so è il pi ù sv ilu pp at o ne i bi mb i . P ro pr io pe r qu es to di re “ pe ll e ” vu ol di re is tin to , em ot iv ità ir ra zio na le e pr e - ra zio na le . N on a ca so , di fr on te a un o st am pa to ch e co lp is ce l ’ oc ch io , ma ga ri co n un co nt ra st o lu ci do / op ac o , la pr im a re az io ne è qu el la di pa ss ar ci so pr a le di ta ... Spesso sottovalutato, il tatto è uno dei nostri sensi più raffinati; il suo organo è l’intera superficie della pelle, con un’estensione di circa 2 m2 e un peso di 10 kg: decisamente l’organo di senso più “ingombrante”. E anche uno dei più sensibili – con punte di massima recettività sui polpastrelli, sulle labbra e sulla lingua. Se la vista è il veicolo dell’informazione, il tatto è quello dell’emozione, dell’affettività: per questo siamo naturalmente portati a scegliere prodotti con una tattilità particolare. Lo sanno bene le cartiere che, soprattutto negli ultimi anni, hanno ideato supporti con sempre nuovi effetti, anche molto sorprendenti. Si va da carte superpatinate dalla planarità più assoluta, come la Splendorlux mono e bifacciale, alla piacevole ruvidezza di molte uso mano (ad esempio la Century Cotton) o leggermente goffrate come la serie Tintoretto o Canaletto di Fedrigoni. Particolarmente apprezzate dai creativi ultimamente sono Plike e Whike con la loro particolare gommosità semiopaca. Al confine con le tele di legatoria si situano le carte lavorate, con texture più o meno regolari: un caso per tutti è la raffinatissima Lizard Pellaq, distribuita in Italia da Fontanagrafica. Attenzione soltanto, se decidete di utilizzare una carta particolare, a scegliere un fornitore, stampatore o cartotecnico, con le competenze necessarie. Insomma, il mondo delle carte è ampio e intrigante per ogni creativo e meriterebbe una trattazione a sé. Non ci credete? Fate due chiacchiere con Barbara Crepaldi nello showroom milanese di Paper&People. Ora però quello che ci interessa è esplorare il campo delle nobilitazioni che doneranno al vostro stampato un magico… tocco! PB21 cinquesensi 56 La carta dopo la stampa offset è stata plastificata opaca e successivamente serigrafata a registro con una vernice UV glitterata in cui sono immerse anche particelle trasparenti che conferiscono alla superficie una sensazione ruvida al tatto. vernice/plastifica Lo sviluppo della creatività per stampati dalla forte componente tattile si è raffinata con la sperimentazione e l’evoluzione delle varie nobilitazioni, a partire da verniciatura e plastificazione, spesso in abbinamento tra di loro. Tatto e vista in questo caso cooperano: è il caso, ad esempio, della verniciatura lucida su plastificazione opaca, usata nelle copertine e non solo. Ma i veri effetti speciali si sono avuti quando inchiostri e vernici hanno iniziato ad essere usati non solo come mezzo per stendere un pigmento, ma anche per veicolare particelle tattili, in offset o serigrafia. La differenza più grande tra le due tecniche è data dallo spessore della particella veicolata che da microscopica può raggiungere dimensioni anche nell’ordine del millimetro, tanto da conferire effetti di ruvidità anche molto forti. In questo modo, si possono ottenere superfici effetto seta, con particelle molto sottili, o vere e proprie superfici scratch con pulviscoli di dimensioni più importanti. La scelta tra offset o serigrafia dipende sostanzialmente dallo spessore che avrà il nostro film di inchiostro. Trattandosi di una tecnica che prevede l’utilizzo di rulli a pressione, l’offset consentirà di stendere strati sottili, viceversa la serigrafia permette effetti di maggior spessore. Non a caso anche per la verniciatura, se si desiderano alti spessori, si fa ricorso alla serigrafia o ad una vernice UV invece della vernice di macchina. Oltre agli effetti scratch, molto interessanti sono quelli vellutati e morbidi dati dal soft touch, che rende soffice e quasi “gommosa” la parte trattata. serigrafia spessorata PB21 Quando si desiderano effetti di tattilità esasperata, la migliore soluzione è la serigrafia ad alto spessore, o spessorata, che rende possibile creare strati di inchiostro nell’ordine del millimetro. Ciò si ottiene combinando l’uso di un particolare telaio a basso numero di fili e di un inchiostro molto denso. In questo senso un buon supporto, magari precedentemente plastificato, garantirà una migliore resa e un effetto davvero coinvolgente: pensate a cosa diranno i vostri clienti quando vedranno la cover della brochure in Cotton Wove bianco latte con serigrafia lucida ad alto spessore! Si può ottenere una serigrafia spessorata sia con vernice trasparente (e in questo caso si parla di verniciatura serigrafica spessorata) sia con inchiostri pigmentati. Da qui a veicolare attraverso questo tipo di serigrafia particelle estranee che diano effetti tattili il passo è breve. E ancora una TERMOGRAFIA E FLOCCATO Due tecniche a confronto. A sinistra una serigrafia spessorata trasparente, a destra una termografia su GSK. Sotto, l’applicazione a registro per mezzo di calandre di un supporto fibroso colorato a trama molto ampia su carta laminata lucida. Effetti visivi e tattili si fondono armoniosamente. A destra, uno scenografico effetto di floccatura ad alto spessore su carta plastificata opaca. La termografia consiste nello sfruttare colori o vernici offset come collanti per applicare, anche in linea, una resina naturale in polvere, trasparente, semitrasparente o colorata, che polimerizza in forno, consolidando il proprio volume. In questo caso la trasparenza della resina donerà spessore e farà risaltare il grafismo sullo stampato. È possibile arrivare a termografare anche caratteri a corpo 6 o testi particolarmente fitti, come in save the date o business card. Nulla vieta poi di inglobare alla resina pigmenti speciali, magari perlescenti, metallici, fluorescenti o glitter. Mentre nella serigrafia le particelle sono immerse nella vernice vischiosa, qui sono applicate insieme alla resina in polvere e la cromia dell’offset esalta l’effetto speciale. Speciale per speciale, perché non osare allora un velluto floccato? Di grande tendenza e impatto, il floc sta diventando sempre più accessibile anche economicamente. Si tratta di stampare con un primer serigrafico un grafismo sul quale vengono poi soffiate, all’interno di una camera ad atmosfera controllata, fibre artificiali elettrostatiche dalla lunghezza di qualche decimo di millimetro che, polarizzate, si dispongono perpendicolarmente al foglio. Ciò consente orientamento e densità che ricordano in tutto il prezioso tessuto. Generalmente si usa come finissaggio post stampa, anche a registro. Ma per chi ama lanciarsi verso nuove sperimentazioni, si può anche floccare il supporto prima della stampa in offset oppure ricorrere a materiali come Suedel e Velprint. 57 cinquesensi volta il tatto si sposa con la vista. Attenzione però a non sbizzarrirsi troppo: la serigrafia spessorata ha il limite tecnico di non consentire grafismi fini o caratteri molto piccoli. Questo perché la grande quantità di inchiostro in un telaio così largo tende a spandere. In questi casi può sopperire, però, la termografia. cinquesensi 58 SBALZO Fin qui abbiamo parlato di tecniche in cui uno spessore viene applicato ad un supporto più o meno stampato. L’impressione a secco invece consiste nella deformazione della planarità del foglio per ottenere effetti di rilievo o sfondamento (embossing o debossing) piani, multilivello o artistici. La carta qui viene stressata mediante pressione e calore da un sistema di matrice e contromatrice in grado di trasferire stabilmente il grafismo. Sono molteplici le applicazioni in questo senso anche in abbinamento con la stampa a caldo, o a registro con stampa o verniciatura. Fantasia e budget (e un bravo impressore) sono gli unici limiti! A fare la differenza sono la tipologia di carta, non leggera né troppo pesante, la matrice (rame, magnesio o ottone) e, soprattutto, la qualità dell’incisione in funzione di grafismo, carta e tiratura. Si può andare da una semplice scrittina, da poche copie con un clicherino in magnesio inciso chimicamente, a grafismi molto fini e lavorati, da tirare in numerose copie con matrici in ottone incise con macchine a controllo numerico, fino ai cosiddetti rilievi artistici. Vere e proprie sculture tridimensionali ottenute con cliché lavorati con assoluta maestria. Oltre alle tradizionali scritte più o meno sbalzate, effetti di grande impatto si possono avere anche utilizzando cliché microincisi (fino a 10 linee al millimetro) e nastri colorati, utilizzati anche come sistema anticontraffazione. TELE DI LEGATORIA Un tempo utilizzate per proteggere e irrobustire lo stampato, oggi le tele di legatoria conferiscono maggior appeal soprattutto se stampate in offset. PB21 Le tele di legatoria, dalla pelle, più o meno naturale, alla stoffa, alla canapa, alla seta o materiali esotici (Setalux, Cialux, Canvas, Shantung…), accoppiate a carta per consentirne la lavorabilità, venivano generalmente usate per proteggere e irrobustire gli stampati. Oggi non è più soltanto così, ma si tende a privilegiare ed esaltare l’aspetto estetico soprattutto con una ricerca di sensazioni tattili. In questo senso, oltre all’abbinamento tradizionale con stampa a caldo e serigrafia, una potenzialità davvero interessante è data dall’offset che permette di stampare su questi supporti come fosse carta, coniugando ancora una volta vista e tatto. Da mettere in conto sono soltanto la tendenza della tela ad assorbire l’inchiostro e le possibili interferenze ottiche fra trama e stampa: marezzature, moirè e anelli di Newton dovuti alla deformazione del foglio di tela in macchina sono dietro l’angolo! Si ringrazia per la consulenza Nora Mazzocchi